giovedì 8 aprile 2010
ORIENTAMENTI ALLE EQUIPES DI CATECHISTI PER LA CONVIVENZA DELLA RINNOVAZIONE DEL PRIMO SCRUTINIO BATTESIMALE 2
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una quantità di gente religiosa, che crede in Dio, che è stata istruita
ad amare Dio, perché tutte le religioni insegnano la stessa cosa, come
vincere gli eventi di morte della vita. Allora la gente che si faceva
cristiana non veniva dall'ateismo, ma veniva dalla sua religiosità,
veniva dai suoi templi, dai suoi riti nel tempio, dalla credenza nei suoi
idoli familiari, gente che quando se ne andava in vacanza si portava
appresso le statuette ei dipinti delle divinità, per pregarla, come tu ti
puoi portare l'immagine di Sant'Antonio perché gli sei molto devoto.
Ossia voglio dire che la difficoltà della Chiesa primitiva si trova
nella gente viene dalla religiosità. Allora sapevano distinguere molto
bene ciò che era il Cristianesimo da ciò che era la religione. Il
problema si pone quando poi con Costantino si unifica la religiosità con
il Cristianesimo. Quando la gente religiosa lasciava la sua religiosità
di amore a Dio o di quel che vuoi e si avvicinava al Cristianesimo, e
perché il Cristianesimo offriva qualcosa di più della loro religione.
Questo qualcosa in più allora era molto chiaro. Oggi non è più così
chiaro. Questo è il nostro problema. Questo qualcosa in più è ciò che ci
interessa. E che è questo qualcosa in più? E che è questo qualcosa in più
che offre il Cristianesimo? Perché a me fate molto piacere quando
qualcuno di voi dice: fede è amare Dio. Bene. Anche un arabo ama Dio, e
vedessi come pregano! Oppure gli ebrei, che pregano con le lacrime agli
occhi sul muro del pianto, chiedendo a Dio che restauri Israele. Abbiamo
pure visto come pregano davanti alla tomba di Abramo in Ebren, con una
fede enorme. In Tiberiade una famiglia ebrea si è comportata con me in
una maniera stupenda, quando io ebbi la colica nefritica, mi hanno
trattato con un amore enorme. Però non credono in Gesù Cristo, sono
ebrei; come pure ti incontrerai con gente atea che non crede in Dio, con
gente socialista, impegnata, che ti offrono cibo e bevanda con slancio,
con sacrificio, come vuoi. Gente agnostica, gente buonissima. Infatti c'è
gente buona nel mondo a bizzeffe.
Perché vediamo vediamo: una persona concreta, ammalata di cancro,
se chiede a Dio che l'aiuti non l'aiuta? Chiaro che l'aiuta! Oppure pensi
che Dio sta solo con noi? Se una persona ha un problema in casa, un
maomettano, chiede aiuto a Dio, Dio non lo aiuta? Chiaro che l'aiuta! E
un africano che crede ub Bucù... e gli chiede che lo aiuti, perché suo
figlio sta per morire, come non lo aiuterà Dio attraverso la sua
religione? Certo che lo aiuta. Però, allora, che è il Cristianesimo? Che
ha di particolare
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e di esclusivo il Cristianesimo?
Perché il Cristianesimo ha qualcosa in più. Il Concilio Vaticano,
se lo leggete, dice come tutte le religioni non cristiane sono ispirate
da Dio e come Dio si serve delle religioni per chiamare gli uomini a Sé.
Però Dio parla in molte maniere: Dio parla attraverso la natura,
attraverso la gente ispirata, però soprattutto e in maniera particolare
ci ha parlato attraverso Suo figlio. Inoltre, in tutto ciò che Dio ha
detto agli uomini attraverso la natura, gli avvenimenti, la filosofia,
Dio ha voluto fondamentalmente parlare attraverso Suo figlio. E ha voluto
fondare la Sua Chiesa.
Bene è questo il nostro problema: che alcuno di voi, se noi gli
diciamo che non ha fede, gli prende un colpo e pensa che muore.
No, no, una cosa è la fede della religiosità naturale che abbiamo tutti e
un'altra cosa è la fede cristiana. A me piacerebbe fare a tutti voi un
test: se tu domani ti accorgi che il Cristianesimo è una sciocchezza che
le comunità e Gesù Cristo sono una favola, che tutto è una menzogna, tu
domani, lasceresti di credere in Dio? Ebbene no. Perché basta guardare
alla natura per credere che Dio esiste. E domani la tua preghiera sarebbe
la stessa? Tutti i religiosi naturali, quando si alzano al mattino, che
fanno? Danno grazie a Dio per il nuovo giorno, offrono a Dio le loro
opere, chiedono a Dio che protegga la loro giornata, questo è
Cristianesimo. Questo lo fanno l'ebreo, il maomettano, il cecoslovacco,
tutti i religiosi. Questo va buonissimo.
MA IL CRISTIANESIMO E' UN'ALTRA COSA.
Allora immaginiamoci un uomo che crede molto in Dio, che ama nel cuore di
ogni uomo, e questa è la base di ogni religione. Ebbene questo uomo è un
uomo religioso naturale, che non fa nulla senza confidare in Dio, senza
pregare Dio... Immaginatevi che questo uomo un giorno ha conosciuto il
Cristianesimo ed inizia, ma che presto si disillude. Continuerà a crede
in Dio? La sua preghiera al mattino come la vostra se domani penserete
che il Cristianesimo non esiste più, continuerà ad essere come quella di
questo uomo religioso, cioè di offrire tutto a Dio e di fargli domande...
Ebbene allora non sei cristiano. Per questo è importante che stabiliamo
la differenza tra religione e fede, ebbene è enorme. E tanto così è ciò
che distingueva un religioso, come erano tutti i pagani, dell'impero, da
un cristiano. E' di più ciò che dà il Cristianesimo, ed il Cristianesimo
tuttavia è più facile. La religione è un po' difficile è molto più
facile. Dio lo ha fatto più facile ancora per gli uomini.
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Farnes ci faceva un esempio. Immaginatevi alcuni zingari che vivono
sotto un ponte. Una famiglia di diciotto persone che un po' lavorano e un
po' chiedono l'elemosina, che vivono abbastanza male. E decidono una
volta di giocarsi tutto il denaro, che raccolgono, alla lotteria. E
gudagnao un sacco di soldi, molti milioni, tre miliardi di lire,
immaginatevi questo, ci diceva Farnes, tutte le mattine questi zingari,
quando si alzano uno di loro prepara il caffè con una pentola, o si
mangiano un pezzo di pane o qualunque altra cosa. Il giorno dopo la
vincita dei milioni, anche se non hanno ancora il denaro in mano, la
prima cosa che penseranno che cosa è? Che devono preparare il caffè o che
sono ricchi? Che sono ricchi, senza dubbio. L'evento che è a loro
successo, di guadagnare tanti milioni, ha messo sottosopra tutta la loro
vita, il loro pensiero alzandosi già non è più quello di tutti i giorni,
è totalmente cambiato, i milioni.
Questo è un esempio per farvi vedere la differenza tra la religiosità
corrente che abbiamo tutti e ciò che suppone il Cristianesimo...
La Chiesa primitiva ha un'immagine per presentare ciò che è il
Cristianesimo; si trova nelle catacombe di Roma. Nelle catacombe ci sono
tre giovani, in lode, che stanno dentro una forno ardente. Dicono che
questa è l'immagine della Chiesa: questi tre giovani nel forno. Voi
sapete dal Libro di Daniele che questi tre giovani sono buttati nella
fornace perché non vogliono adorare gli idoli e il fuoco enorme che arde
all'intorno non li brucia, perché Dio manda una brezza soave, che non li
lascia bruciare. Allora questi tre giovani stanno dentro il forno ardente
e in mezzo al fuoco, però con una brezza che impedisce alla fiamma di
recare loro danno. E la fiamma si leva così alta che brucia quelli che
volevano ucciderli, i loro nemici.
In questo momento i tre vedendo le meraviglie che Dio ha fatto con loro,
uniti a tutta la creazione, innalzano un canto a Dio che è il Salmo che
cantiamo nelle lodi della Domenica, quello che dice: "Benedite il
Signore!".
Ebbene questa è l'immagine della Chiesa, del Cristianesimo. La
Chiesa è in mezzo al mondo senza bruciarsi, perché una brezza soave,
inviata da Dio, circonda la Chiesa e noi cristiani viviamo nella pace
gratuita, nonostante viviamo come tutti gli uomini in mezzo al fuoco del
mondo, che avvampa, bramoso di divorarci: e noi stiamo in mezzo al mondo
lodando il Signore per quello che ha fatto in noi, facendo sì che le
fiamme del mondo non abbiano potere sopra di noi. Ecco perché la
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lità cristiana è che i cristiani lodino costantemente Dio. Nella
religiosità naturale non esiste questa lode, esiste la sofferenza, esiste
la rassegnazione, si deve soffrire in questa vita, perché uno abbia la
ricompensa nell'altra . Il religioso naturale pensa semplicemente che la
vita è una prova, che le sofferenze di questa vita sono una prova per poi
ricevere un premio. Se a una persona che viene in chiesa gli chiede cosa
significa per lei la croce di Cristo, ti dirà: caspita, se Egli, che era
Dio (con sentimentalismo) che non fece peccati, soffrì tanto, io, che
sono un peccatore, come non devo soffrire? Questo è eretico, totalmente
anticristiano. Dice Isaia, il Servo soffrì, Egli si caricò dei nostri
peccati, Egli prese su di Sè le nostre sofferenze, il nostro ricadde su
Gesù Cristo perché noi avessimo la pace. Perché noi avessimo la felicità
Gesù Cristo patì il castigo. E se il castigo l'ha sofferto Lui, che
motivo c'è che noi soffriamo un'altra volta? Spiegamelo se sei capace.
Ah, forse che il castigo che ha sofferto Lui non basta per noi, dobbiamo
noi soffrire ancora un po'...? Questo ci succede perché abbiamo sempre
visto il Cristianesimo in chiave di religione naturale. Quando mai noi
abbiamo avuto una seria iniziazione cristiana? Con questo voglio dirvi
fratelli che nel cammino catecumenale quelli che credete di aver fede
sappiate che non basta dire di aver fede, dovete dimostrarlo come nella
Chiesa primitiva lo si doveva dimostrare.
Per questo il cammino catecumenale è una verifica.
Il cammino catecumenale comprende queste fasi:
primo una fase kerigmatica, conversione iniziale, che sono le prime
catechesi che avete fatto, poi un tempo di precatecumenato; poi il tempo
di passaggio al catecumenato che comprende una porta che si apre, che è
questo primo scrutinio, questa convivenza, un anno e un pezzo di cammino
e un secondo scrutinio, che è una porta che si chiude. Qui si entra già
nel catecumenato. Voi siete oggi qui in questa convivenza del primo
scrutinio. Poi viene un terzo scrutinio per passare al tempo della
elezione e poi infine la rinnovazione del Battesimo di acqua, del
Battesimo di Spirito e l'Eucarestia. Poi viene il tempo del neofitato,
che comprende la catechesi mistagogica durante il tempo di Pasqua, che
segue la rinnovazione dell'ultima parte del Battesimo.
Questo cammino catecumenale che sempre ebbe la Chiesa primitiva,
oggi si torna a vivere nella Chiesa.
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Ebbene, in questo cammino neocatecumenali, al punto in cui state
ora qualcuno forse dice: Io ho fede. Bene: primo: tu non puoi sapere. Un
fedele sì che lo può sapere, perché dopo tutto il catecumenato, la Chiesa
glielo ha confermato. Perché il Battesimo finale, la Confermazione e
l'Eucarestia sono un sigillo che la Chiesa dà per confermare che il
cammino è stato fatto bene. Secondo: tu puoi dire che hai fede, molto
bene, lo devi dimostrare. Ti possono capitare cose che ti sembra ti
facciano vedere che tu hai fede. Molto bene: però c'è un carisma nella
Chiesa che hanno i Vescovi, cioè il discernimento degli spiriti per
sapere se questa che tu credi sia fede lo è veramente o no. Per questo mi
divertono quelli che dicono: voi dite che c'è gente che ha fede religiosa
naturale, e altra che ha una vera fede cristiana. E' questo chi lo può
sapere? Ebbene il Vescovo e in una parrocchia il parroco. E se a me in
una parrocchia mi facessero parroco la prima cosa che dovrei fare, la mia
prima missione sarebbe quella di discernere la fede della gente per
sapere se nella mia parrocchia ci sono dei cristiani o solamente della
gente religiosa. Perché se mi trovo con gente molto buona e pia, che
offre continuamente la sua vita a Dio, che ama Dio in una forma naturale,
ma che gli manca ancora di passare alla gratuità totale di Dio, aver
ricevuto i tre miliardi di lire assolutamente gratis ed essere realmente
risuscitato, questo significa essere cristiano, essere segno di speranza
nel mondo, vivere in mezzo alla sofferenza senza soffrire perché Gesù
Cristo te l'ha tolta, perché le risposte agli avvenimenti della vita sono
le risposte di Gesù Cristo risorto e come Gesù Cristo risorto non può
morire più, la morte ormai non ha più potere su di te, per questo la tua
risposta alla morte è completamente una rivoluzione, una risposta che
nessun altro può dare, dunque non avrei altro rimedio che iniziare nella
mia parrocchia un cammino catecumenale di gestazione e iniziazione alla
fede per queste persone religiose, invece di dire molte messe. Infatti mi
fanno sorridere quei preti che dicono: E' che non si può giudicare la
fede delle persone. Non è vero: questa è precisamente la missione, il
servizio del parroco come Vescovo della sua Chiesa locale.
Ossia, la prima cosa che si deve avere ben chiara è che la fede si
deve mostrare. Il cammino catecumenale pretende che voi dimostriate la
fede, per questa stessa ragione non esiste nella Chiesa primitiva nessun
Battesimo senza uno che garantisca, cioè, senza padrino, senza una
persona che garantisca la fede di colui che deve essere battezzato.
Colui che garantisce che questo signore che vuole essere batez
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zato risponde con la sua vita agli eventi. Per questo capite come
San Giovanni Crisostomo dica nel secondo sermone agli eletti, a quelli
vanno ad essere battezzati: Come ve lo devo dire? Colui che non fa la
virtù senza sforzo non può essere battezzato. Perché questa è
precisamente la prova che il catecumeno ha ricevuto gratuitamente la
fede, perché la fede è un dono gratuito, non un prodotto dei nostri
pugni. La fede è un dono gratuito che Dio ti dà nella Chiesa, che è
nientemeno che il dono dello Spirito Santo, avere dentro il medesimo
Spirito di Gesù Cristo. E' come se prima per trasferirti in un posto
dovevi andarci a piedi con rivolta senza poter arrivare e adesso ti hanno
dato gratis una macchina che ti porta comodamente. Che è precisamente ciò
che prova che tu non hai fede? Il fatto che ti costa fare la virtù,
poiché è una prova che vai a piedi, che non hai ricevuto nulla gratis. E'
chiarissimo ciò che dice San Giovanni Crisostomo: Chi non ha la virtù
senza sforzo, non può essere battezzato. Chi non compie alla lettera fino
in fondo il sermone della montagna senza alcuno sforzo, gratuitamente,
diceva San Giovanni Crisostomo, mi dispiace molto, ma non può passare.
Anche noi, non in questo scrutinio, ma a partire dal secondo,
inizieremo a discernere: fermo lì, i piccoli segni che dovresti dare a
questo punto, poiché ti è stato dato lo Spirito Santo, non li dai, hai
bisogno di più tempo; perché è chiaro, i segni che devi dare all'inizio
del cammino sono molto piccoli, perché siamo al principio, però i segni
che devi dare più avanti non sono segni che puoi dare con le tue forze,
perché sono già opere di vita eterna, che solamente può fare Gesù Cristo
in te e non tu, per molto che ti impegni, perché tu non hai vinto la
morte e non potrai mai con i tuoi pugni vincere la morte. Precisamente
perché tu non hai potere sopra la morte ti si deve dare gratuitamente
Gesù Cristo che ha vinto la morte. E questo dono di Dio è lo Spirito
Santo.
Altra confusione che abbiamo: uno dice: io ho lo Spirito Santo,
perché mi battezzarono da piccolo. E io ti dico: a me che mi importa?
Dimostrami che hai lo Spirito Santo con le opere, perché questo dice la
Scrittura. San Giovanni scrive a tutta una comunità di cristiani che
hanno fatto tutto il catecumenato da adulti. Non dite mai che siete
cristiani: chi aborre, odia, un fratello è un assassino, e nessun
assassino ha la vita eterna, lo Spirito Santo dentro di sé. Avere lo
Spirito Santo significa avere la vita di Cristo stesso risorto. Vita
eterna significa avere dentro nel tuo cuore una vita che non muore mai,
che la morte sia fisica, sia morale, non ti può togliere via que
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sta vita, che nessun avvenimento può toglierti questa vita, CRISTIANO E'
COLUI CHE HA LA VITA ETERNA.
Per questo rispondere al Vescovo quando ti domanderà che vuoi?
Vogliamo la fede, che vuol dire avere adesso dentro di noi la vita
eterna. Chi ti dà la fede? La Vita Eterna adesso. Adesso capite perché
dice San Giovanni che chi abborrisce un fratello è un assassino. E nessun
assassino ha la Vita Eterna dentro di sé.
E chi non ha la Vita Eterna dentro di sé non è di Cristo, chi non
ha lo Spirito di Cristo, dice San Paolo ai Cristiani di Roma, non Gli
appartiene. E questo lo dice a gente già battezzata dopo tutto un
catecumenato. Nulla infatti ti garantisce di avere fede: né lo essere
battezzato, né l'essere prete, né l'aver fatto un cammino catecumenale:
ciò che ti garantisce che hai fede è avere dentro di te la Vita Eterna,
lo Spirito di Gesù Cristo risorto. Questo perché non ci inganniamo.
Per questo nella Chiesa primitiva dopo di questo cammino serio di
conversione che è il catecumenato, non esiste praticamente la penitenza,
la confessione che noi abbiamo oggi. Perché era una cosa eccezionale che
uno uscisse fuori dal cammino, peccasse gravemente. Se si dava questo
casi, si compiva la penitenza, che era un secondo Battesimo, un tempo di
conversione profonda, un secondo catecumenato, dove si doveva restare per
anni fino a dare di nuovo segni di conversione.
La fede allora si deve verificare. Allora: che vuol dire aver fede?
Solo questo: avere dentro la Vita Eterna.
Ricordate la catechesi che avete ricevuta: che l'uomo, per la paura
che ha della morte è sottomesso al male; e questa paura che ha della
morte gli viene dalla esperienza radicale del peccato che ha commesso.
Questo vi abbiamo predicato nella prima catechesi, che forse avete
dimenticato. Per questo l'uomo è accerchiato dalla morte, l'uomo è reso
incapace di amare. Amare significa morire per l'altro, accettare l'altro
così com'è, non solo quando mi costruisce, perché questo non è amore, ma
egoismo. E l'uomo che è schiavo della paura della morte non può morire
all'altro, non può amare. Perché amare non è qualsiasi cosa: è volere il
bene dell'altro al di sopra del tuo bene. Questa è la carità, l'agape,
senza fissarti in te. Questo è l'amore di Dio manifestato in Cristo, che
ha voluto il nostro bene e non gli è importato a Dio uccidere Suo figlio
per noi, quando eravamo suoi nemici. Ebbene questo amare gli altri così,
questo trawww.
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scendersi nell'altro, amandolo così com'è, è una legge che innalza l'uomo
nel suo interiore e sa che si realizza come uomo amando sua moglie,
servendola, senza esigere nulla da lei. Però abbiamo detto che questo
l'uomo non lo può fare perché ha peccato, e questo peccato che abita in
lui lo fa schiavo in forma che non può compiere questa legge che sente
nel suo cuore e fa sempre il male, odia, ama solo ciò che è come lui. E
da questo volere e non potere (San Paolo ai Romani 7) sorge tutta
l'infelicità dell'uomo.
Per questo l'amore non è una cosa qualsiasi. L'amore cristiano non
esige nulla da nessuno. Sapete che significa essere cristiano? Servire il
fratello. Perché vediate che non siamo cristiani: cristiano è quello che
serve il fratello, che lo aiuta, senza pretendere mai di cambiarlo. Ah,
no, ma guarda che lui è scemo. Molto bene: se è un pazzo, con la bava
alla bocca, asciugagli la bava. Ah, ma è un lebbroso e io non voglio che
sia lebbroso perché mi macchia, mi contagia.
Ebbene è molto semplice: tu non servi il fratello, tu non sei un
cristiano.
Perché noi facciamo così: tracciamo una linea tra noi e il fratello
e diciamo: io sono disposto ad amarti, fratello, se passi la linea e
vieni fin qui. Ma amarlo dove sta, nella sua superbia... Perché il
fratello che sta al di là della linea è un superbo e bisogna che io
faccia la sua volontà; invece se passa al di qua della linea diventa un
agnellino che fa tutto quello che io voglio. Nella zona al di qua della
linea ti accetto, ma al di là non ti sopporto, perché al di là stai con
tutti i tuoi difetti che mi
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schiacciano. Questo è ciò che facciamo tutti: tracciamo una linea tra noi
e il fratello e diciamo: io sono disposto ad amarti fratello se passi
questa linea e vieni fino qui. Ma amarlo dove sta... nella sua
superbia... perché il fratello che sta al di là della linea è un superbo
e bisogna che io faccia la sua volontà, invece se passa al di qua della
linea diventa un agnellino che fa tutto quello che io voglio. Nella zona
al di qua della linea ti accetto, ma al di là non ti sopporto, perché al
di là stai con tutti i tuoi difetti che mi schiacciano. Questo è ciò che
facciamo tutti: tracciamo una linea e amiamo il fratello se passa questa
linea e giunge fino a noi, questo è quello che pensi tu. Ma il
Cristianesimo non e questo. Il cristiano è quello che ama il fratello che
lo serve lì dove sta, senza giudicarlo. Ah, ma è un asino; molto bene:
servi questo asino, non lo giudicare, non esigere nulla da lui. Gesù
Cristo non ha giudicato nessuno, non ha esigito nulla da nessuno, è
venuto a servirci e noi lo abbiamo ammazzato: e lui, molto bene, dice, mi
ammazzino.
Con questo voglio dire che l'uomo non può in assoluto, per la paura
della morte che lo circonda, amare così, in questa dimensione nella
dimensione della croce.
PERCHE' PER AMARE NELLA DIMENSIONE DELLA CROCE SI DEVE AVER VINTO LA
MORTE. Lenin non ha vinto la morte, Budda non ha vinto la morte. Le
religioni sono stupende e molto belle, sì, ma non han
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no vinto la morte. GESU' CRISTO E' STATO RISUSCITATO DALLA MORTE ED E'
STATO COSTITUITO SPIRITO VIVIFICANTE. E LO SPIRITO DI CRISTO, QUESTO
SPIRITO CHE DA' LA VITA AI MORTI; CI E' STATO DATO DA DIO GRATUITAMENTE.
Questa è la fede: l'incontro con il Cristo risorto, con lo Spirito.
Ah, se la fede è l'incontro con il Cristo risorto, con lo Spirito
vivificante, mi va molto bene. Però dove incontro io con questo? Per
l'aria? Proprio no. NELLA CHIESA. Questo si può dimostrare in assoluto.
Il Cristo Gesù risorto invia i Suoi Apostoli dicendo loro: andate e
battezzate tutte le genti per la remissione dei loro peccati e perché
ricevano lo Spirito Santo, io sarò sempre con voi, dice Gesù Cristo.
Ossia che Gesù Cristo si identifica con i Suoi Apostoli. Bene. Così,
facevano gli Apostoli: andavano di città in città annunciando la Buona
Novella di Gesù Cristo risorto. Quando la gente li ascoltava e credevano
nella predicazione, come gli si trasmetteva lo Spirito Santo? Lo Spirito
Santo era trasmesso a quelli che credevano attraverso segni sacramentali.
Questo è il Battesimo.
Se voi scoprite che non avete fede, dove andate a trovarla? Chi ve
la darà? La Chiesa. Per questo verrete a chiedere la fede alla Chiesa
perché essa ve la darà. Attraverso che? Attraverso segni sacramentali
come per esempio gli esorcismi e l'imposizione delle mani, perché? Perché
Cristo viene con gli Apostoli. Se io sono un apostolo di Gesù Cristo,
Cristo viene risuscitato con me. Cristo sta in me come Kyrios, come
Signore di ciò che sta in questo momento alienandovi, Signore di tutti i
poteri che schiavizzano l'uomo. Se Cristo viene come Signore lo devo
dimostrare a voi. Per questo gli Apostoli, per dimostrarlo, facevano
miracoli, curando i malati nel potere di Gesù Cristo.
Questa è una cosa molto semplice, per dimostrare che questo Cristo è
stato costituito da Dio come Signore di tutti i poteri, come ad esempio
quello della malattia. E se qui ci fosse bisogno di guarire ammalati per
confermarvi nella potenza di Gesù Cristo, noi li guariremmo. Anche se
questo diventerebbe orribile perché subito si sarebbe un altare e
verrebbero da lontano a vederci, con tutto il miracolismo e il
sentimentalismo che esiste. Per questo è meglio che il Signore non ci dia
questo dono. Ci ha dato un altro dono che è quello di fondare la Chiesa,
per cui pure è necessario il potere di Gesù Cristo, che è il Signore
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della incredulità delle persone. Senza Cristo nulla di quello che noi
facciamo si potrebbe realizzare.
Per questo Gesù dice: andate e io sarò con voi; con gli Apostoli.
Per questo che leggiamo negli Atti degli Apostoli? Gli Apostoli
trasmettono lo Spirito di Gesù Cristo attraverso l'imposizione delle
mani, con gli esorcismi, con il segno della croce, con la serie di segni
sacramentali, che danno lungo il catecumenato e che man mano rivestono
l'uomo. A misura che si sta svestendo della carne, la Chiesa va gestando
e vestendo dell'uomo nuovo. Per questa ragione l'immagine della Chiesa è
Maria, perché non c'è bambino senza la Chiesa.
Risulta che tutti quelli che avete detto rispondendo al questionario che
avete fede, risulta che avete avuto un figlio extra uterino come se Gesù
potesse nascere fuori del seno della Vergine Maria, risulta che voi avete
la fede senza la Chiesa. Non lo capisco.
La fede non si può avere senza una Chiesa che te la gesti. Per
questo motivo in queste comunità la gente sta iniziando ad amare la
Chiesa enormemente. Perché scopriamo la Chiesa come una madre che ha il
potere di darti alla luce, come una madre che non ti abbandona.
Bene: durante tutto il catecumenato la Chiesa si farà qui presente.
E' già presente in noi come rappresentanti del Vescovo per condurre il
vostro catecumenato, come didascali. Bene, dopo che la Chiesa ha fatto,
attraverso di noi, tutto questo lavoretto del cammino, oggi noi lavoriamo
come operai al servizio della Chiesa. Ora, viene il Vescovo in persona a
vedere il lavoro fatto. E se vede che è giunto il momento farà in voi i
segni sacramentali di questo primo scrutinio. Dopo il Vescovo se ne va
nuovamente, e noi come operai continueremo a condurre avanti il vostro
catecumenato. Adesso potete capire come nella Chiesa c'è una sola cosa
che il Vescovo riserva per sé in persona, il resto viene fatto tutto dal
Presbitero, o didascalo o diacono. Egli si riserva l'ultima tappa di
tutto: il Battesimo di fuoco, la nostra confermazione, che voi sapete che
nella Chiesa primitiva non era separata dal Battesimo. Battesimo,
confermazione e Eucarestia erano tre sacramenti uniti: i sacramenti della
iniziazione cristiana. L'oriente lo conserva ancora: ai bambini piccoli
si dà il Battesimo per immersione, la confermazione e l'Eucarestia
intingendo il dito nel calice e mettendolo in bocca al fanciullo, tutto
questo nello stesso giorno, infatti sono i tre sacramenti inseparabili.
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Perché nella Chiesa cattolica si è separato la Confermazione dal
Battesimo?
Perché i Vescovi erano molto pochi e ciò che facevano era consolidare e
confermare la fede dei cristiani. Allora al fatto che potevano di rado
visitare le comunità (voi vi lamentate che noi tardiamo, allora
immaginate come tarderebbe San Paolo...) rimediavano delegando ai
presbiteri il potere di battezzare. In Oriente pure hanno delegato la
Confermazione. In Occidente no, i Presbiteri possono fare tutto, sono il
prolungamento del braccio del Vescovo, per battezzare, i didascali per
gestare nel catecumenato, però la Confermazione rimane al Vescovo
personalmente. Problema: dal momento che i Battesimi si facevano nella
notte di Pasqua, c'era da attendere, a volte, anni finché non venisse il
Vescovo a confermare. Così staccarono il Battesimo dalla Confermazione.
Però nella Chiesa primitiva non era così. Per questo quando a
Origene gli si dice che da qualche parte si era introdotto un settimo
sacramento, si prende un colpo grosso, ma quando gli spiegarono di quello
che si trattava disse: Macché! Questo non è un altro sacramento, questo è
l'ultima parte del Battesimo.
Perché dico questo? Perché gli Apostoli durante il cammino
imponevano le mani. Perché il Battesimo finale non è una magia: non si
può dare senza la fede, per questo gli Apostoli facevano prima tutto un
cammino con i catecumeni, per gestarli alla fede, dando loro lo Spirito
Santo attraverso i segni sacramentali. Perché fin dal momento in cui una
persona riceve l'annuncio della Parola e la accoglie, già c'è lì lo
Spirito Santo. Prima come un semplice feto. Per questo i Padri della
Chiesa chiamano la prima predicazione kerigmatica, lo sperma dello
Spirito Santo. Perché la predicazione dell'apostolo, necessaria per gli
uomini, ha il potere di fare che colui che ascolta questa Parola e la
accoglie sia penetrato da questa Parola e dia frutto in lui. Quello che
capita è che al principio, come per la Vergine Maria, quando accoglie la
Parola dell'Angelo, non si rende molto conto.
Anche voi avete ricevuto questa Parola di Salvezza, in molti di voi
ha iniziato crescere questo bambino: prima è come un feto piccolino che
non ha per nulla l'aspetto di Gesù Cristo. Per questo quello che avete
molti di voi non sono attitudini cristiane, ma un po' informi. A me, come
responsabile del vostro catecumenato, basta questo feto piccolino, perché
è la statura che per il momento deve avere in voi. Ma se non ha neppure
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questa dimensione, io sono molto dispiaciuto, ma mi sento di dovervi dire
con tutta sincerità che non sei incinto... Come no? Dirà qualcuno: io ho
fatto tutto quello che dovevo fare: la catechesi, le celebrazioni della
comunità. Io sono molto spiacente, signore. Similmente qualcuno può
pensare tutto ciò che vuole ma risulta che alla fine non ha nulla da dare
alla luce perché ciò che ha non è altro che una gravidanza isterica.
Allora ciò che si tratta in questo primo scrutinio battesimale è
che il fanciullino abbia in voi la dimensione che si richiede. E già ecco
che siete preoccupatissimi, perché pensate che la statura che si richiede
sia enorme. Ma no, ciò che si richiede adesso è pochissimo.
Ciò che si vuole da voi è che abbiate scoperto che non avete fede, è aver
scoperto che siete peccatori. Basta questo, perché la Chiesa non vi
abbandoni. Se tu scopri per esempio che non ami: che non sopporti il
fratello, e che pertanto non hai fede, credi che ti abbandoniamo? Al
contrario: adesso che ormai hai scoperto la tua mancanza di fede, adesso
siamo qui perché tu venga alla Chiesa a chiedere la fede. Perché qualcuno
può dire: a me avete fatto un imbroglio: io vivevo tanto contento senza
nessuna comunità e guarda, mi metto in una comunità, e risulta che sono
peggiore di prima. Questo è l'effetto della Parola di Dio, celebrata in
comunità: farti scoprire che sei peccatore. Bene, adesso che faccio?
Ecco, adesso che hai scoperto che non hai fede, adesso ti aiutiano.
In questo primo passaggio al catecumenato vedrete che la Chiesa si
impegna a gestarvi nella fede. Ma prima dobbiamo prepararvi un po' ed è
ciò che faremo con la catechesi di domani e dopo domani.
Altro errore che forse avete è che la comunità vi dia la fede, il
vostro gruppo neocatecumenale. Ciò è falso perché il vostro gruppo
neocatecumenale non è la Chiesa. La fede non nasce da un gruppetto di
persone che si radunano a celebrare la Parola di Dio. Potreste passare la
vita intiera facendo le vostre celebrazioni della Parola di Dio, senza
ricevere la fede, come necessaria conseguenza. Ci sono milioni di gruppi
e comunità di ogni tipo che pensano che la fede se la danno da se stessi
in gruppo riunendosi. Ma se la fede si gesta solo nel catecumenato. Se
non ha nulla a che vedere questo con il catecumenato. Il catecumenato non
è qualcosa che si può fare separatamente dal Vescovo, perché è la Chiesa
quella che ha il potere. Noi ci accingiamo a rivivere il Battesimo. Il
catecumenato non sono solo celewww.
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brazioni della Parola: include soprattutto catechesi, segni sacramentali,
esorcismi, imposizione delle mani, ecc. Questo vuol dire che ripeteremo
il Battesimo? No, solo andiamo mettendo davanti a voi il vostro Battesimo
poco per volta. Di più. Il rito che noi compiamo ha una forza enorme.
Perché? Perché il Battesimo che voi avete ricevuto da piccolini è un
Battesimo che vi ha dato come un seme, che solo può diventare efficace in
voi nella misura in cui andiate dicendo Amen alla catechesi che vi si
darà. Perché la Parola di Dio non forza l'uomo: lo lascia decidere sì o
no.
Quale problema abbiamo? Che a noi è stato dato il Battesimo, da
piccolini tutto di colpo, con la fede prestata dalla Chiesa e poi non ci
è stata fatta una catechesi. Perché pure la Chiesa primitiva faceva riti
sui nuovi atti, però poi che credete che faceva la Chiesa? Questo non era
sufficiente. Quando il battezzato era ormai adulto riceveva tutta la
catechesi in modo che il suo Battesimo rituale di bambino avesse una
maturità adulta. Infatti per essere cristiano adulto non bastano i riti:
è necessaria tutta l'iniziazione cristiana. Se uno che stava all'inizio
del catecumenato si ammalava gravemente, gli davano sì tutti di un colpo
i riti che gli mancavano. Ma se poi guariva che capitava? Che già era
maturo? No. Allora doveva ricevere pian piano tutta l'iniziazione che si
era saltata.
Così ha sempre fatto la Chiesa primitiva: da piccolini si ricevono i
riti, il padrino si impegna a dargli tutta la iniziazione
progressivamente. Questo è molto importante.
Ma noi siamo vissuti in una epoca nella quale tutta questa
catechesi non esiste. Esistono solo i riti. I nostri genitori che cosa ci
hanno dato? Nulla. Se essi stessi non avevano ricevuto una iniziazione
alla fede, se erano dei religiosi naturali. In casa mia, mia madre va a
Messa tutti i giorni. Però ciò che comanda in casa sono i soldi. Questo è
normale. Ma, senti, che c'entra la religione con la vita? Quale catechesi
abbiamo ricevuto noi? Nessuna. Al contrario siamo stati piuttosto
catechizzati con i fatti in senso contrario, dai macelli capita ti in
casa. E nei collegi come ci hanno catechizzato? Magari il prete ciccione
che ci faceva religione e le cui lezioni erano dormite profonde e che se
non sapevi la lezione ti mollava un ceffone. Chi ci ha detto che la cosa
più preziosa è la fede, il dono, dello Spirito Santo, la Vita Eterna? Ma
che cose strane! Ci hanno detto che dobbiamo essere persone educate ed
istruite con una buona posizione e prestigio, che questo era la vita.
Quando abbiamo conosciuto noi un cristiano adulto? Io giunsi a
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venticinque anni senza vedere un solo cristiano. Dopo mi accorsi che
perché si desse la fede adulta è necessario vedere la fede adulta, che
non c'è Cristianesimo senza testimonianza. Se un bimbetto non ha mai
visto nella sua vita un cristiano, non può avere la fede. Così noi ci
spieghiamo la nostra situazione. I miei genitori sono buonissimi,
stupendi, molto religiosi naturali; mia madre, quando mio fratello ebbe
la meningite, si portò la statua di San Giuda Taddeo a casa, e gli fece
la novena intera e Dio la ascoltò, perché mio fratello guarì, ma il
Cristianesimo che si legge nei Vangeli dove lo abbiamo visto? Perché la
differenza che abbiamo visto tra il Cristianesimo del Vangelo e quel lo
della vita corrente ci ha fatto pensare che il Cristianesimo fosse
un'utopia, un ideale lontano.
Tutti questi cristiani che vanno e riempiono le Chiese quando ci hanno
dato una testimonianza di Cristianesimo adulto? Al più un prete non è un
testimonio per nessuno, perché essere buono non è altro che il suo dovere
secondo lo schema della religiosità naturale. Il più che può dire la
gente è: questo prete è un santo. Ma nessuno dirà: io vorrei essere come
lui, perché a nessuno viene in mente che essendo sposato e con un mucchio
di guai si possa essere santo come quel prete. Questo è per preti e suore
ben selezionati. E poverini i preti se non sono santi... Per questo
quando un prete si sposa... Vai a fidarti dei preti!
Il prete deve essere, nella religiosità naturale, un uomo povero,
con il vestito rattoppato, molto casto, per essere un buon ponte tra Dio
e gli uomini. Ma questo non è cristiano. L'altro giorno Farnes davanti a
cinquanta preti diceva: il sacerdozio nel Cristianesimo non esiste, i
templi non esistono, gli altari non esistono. Per questo l'unico altare
del mondo tra tutte le religioni che ha tovaglie è il cristiano, perché
non è un altare, è una messa.
Anche noi abbiamo fatto nell'epoca della mescolanza con la religiosità
altari di pietra monumentali, anche se poi gli mettevamo le tovagliette.
Un altare non può avere tovaglie, perché l'altare è per fare sacrifici di
capre e di vacche.
Termino già.
Riassumiamo. Nel questionario abbiamo fatto queste domande: che
cerchi nella comunità? LA FEDE. Che cosa ti dà la fede? LA VITA ETERNA.
Allora mi sono fermato a spiegare che cosa è in verità la fede: avere la
Vita Eterna; avere lo Spirito di Cristo risorto, stare ormai risorti in
questa vita. Ma questo si dimostra con le opere della Vita Eterna.
Infatti la Chiesa non
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ti dà il Battesimo se non dimostri che hai la fede, che hai la Vita
Eterna, che hai lo Spirito di Gesù Cristo, con le opere. Per questo vi
abbiamo detto che non vi ingannate perché non tutto è fede. Qui non c'è
trucco né inganno. Qui senza alcun problema possono stare il prete, tre
teologi e cinquanta monache e possono scoprire che non hanno fede. La
gente religiosa naturale si scandalizza che un prete dica che non ha
fede. Perché?
Abbiamo fatto una giornata in Roma con i movimenti della parrocchia
dei Martiri Canadesi, dove ci sono già sette comunità, e tutti si
scagliarono contro di noi perché dicevano che per colpa nostra nella
parrocchia non si faceva nulla, che si trascurava l'azione cattolica, i
boy scout... che tutti i preti stavano preoccupati nelle comunità... e il
parroco disse una cosa molto buona: voi vi mettete con le comunità, in
piano di concorrenza, di competizione come se queste comunità fossero un
gruppetto in più nella parrocchia. E non è vero. Le comunità sono un
catecumenato dentro la parrocchia, sono la Chiesa stessa, che è qualcosa
di molto diverso del gruppetto delle Signore della San Vincenzo, dal
movimento delle famiglie cristiane, o da un gruppo di azione cattolica.
Il catecumenato è un'altra cosa molto diversa, è un cammino che ha la
Chiesa perché se voi scoprite che l'azione cattolica non dà frutto, e non
sapete dove andare, voi potete in questo cammino incontrare la fede, che
vi farà essere efficaci nella vostra azione.
Infine, dal momento che non dico due idee collegate, non so se vi è
servita la catechesi. Quello che abbiamo voluto fare è spiegarvi che cosa
è veramente la fede cristiana e dove la danno, dove si può ottenere, e
abbiamo detto che si dà nella Chiesa, che la Chiesa in questo cammino ci
gesta nella fede, ci dà la fede gratuitamente, facendoci rivivere il
Battesimo gradualmente, con passaggi, catechesi, segni sacramentali...
RIPOSO - INTERVALLO
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(Kiko)
Prima mi scappavano le idee, perché sono stanchissimo ma spero che
la catechesi abbia avuto più efficacia in voi di quanto io mi immagino.
Io ho un problema con voi ed è che alcuni di voi è da molto tempo
che state in comunità e forse pensate che la comunità non è altro che ciò
che voi conoscete, che è ciò che voi fate già. E questo non è vero. Le
vostre comunità arriveranno a mete che voi non potete immaginare, né
sospettare. Lo dico di comunità che stanno più avanti nel cammino. Così
comprenderete un pochino che cosa è il catecumenato. Voi, perché Dio ci
ha preparato le cose così, siete stati nel precatecumenato alcuni fino a
sei anni. Adesso vediamo con chiarezza che come massimo il catecumenato
deve durare due anni e non più. E adesso lo facciamo così. A voi, per
circostanze volute da Dio vi è capitato di stare molto più tempo. Io vi
dico con molta sincerità che mi sento molto felice di fare adesso questo
passaggio al catecumenato con voi, anche se sono molto stanco, perché
ieri siamo andati a letto molto tardi, preparando il lavoro del giorno di
oggi.
Questo cammino, sapete, che non è un cammino prima fatto a
tavolino, ma è un cammino che si va perfezionando in una pratica
pastorale, perché il Signore ce lo va donando passo passo. Ogni volta
questo cammino si va maggiormente precisando perché il Signore non ci
abbandona. A voi è toccato subire un po' le conseguenze dell'inizio. Dio
infatti ci sta dando una pratica pastorale di quello che la Chiesa sta
vedendo, che è una rinnovazione per la Chiesa: il Battesimo per tappe
come catecumenato per adulti. E il giorno in cui questo cammino
sperimentato si profili con tutta chiarezza potremo presentarlo alla
conferenza episcopale.
Per me il problema, dicevo, è che voi pensiate che la comunità
continui essendo ciò che è già adesso. Questo non è così. La comunità sta
per cambiare. Con questa convivenza cominceremo a parlare molto
seriamente. Finora, fratelli, non ci siamo messi con la vostra vita quasi
per nulla.
Immaginatevi che nella Chiesa primitiva esista una comunità di
cristiani, di gente che si ama e che ci sia un fratello che impressionato
dalla testimonianza di questa comunità chiede di essere cristiano, perché
anche lui possa arrivare ad esse
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re cristiano. Ebbene questo signore lo si invita a fare un catecumenato.
E in questa comunità c'è un catechista o un maestro che si incarica di
accogliere i catecumeni e di portarli avanti nel loro cammino
catecumenale. Allora questo signore che vuole entrare nella Chiesa con un
altro gruppo di persone forma un gruppo catecumenale. Questo gruppo
inizia il suo catecumenato per mano del catechista, che è stato
incaricato dalla Chiesa per questo servizio. Allora il cammino si inizia
con una catechesi molto forte, che non è altro che la predicazione
dell'Evangelo, la catechesi del Kerigma, dove gli si fa la stessa
promessa che si fece alla Vergine Maria, la stessa promessa che noi
abbiamo fatto a voi. Che Dio vi ha eletti in mezzo a molta gente per
riprodurre in voi l'immagine del Suo Figlio Gesù Cristo, nel vostro
interno. E gli si dà come noi abbiamo dato a voi la fotografia di questo
Gesù che nascerà nel vostro interno, che è il Sermone della montagna. Se
qualcuno crede, come se alcuni di voi ha creduto, che Dio è tanto
potente, come abbiamo letto questa mattina di Abramo, per fare del vostro
cuore egoista, per il suo unico potere, e non per il vostro impegno o i
vostri pugni, guardando a Chi ve lo promette, il cuore stesso di Gesù
Cristo, un cuore nuovo, se alcuno ha creduto questo e dice come la
Vergine Maria: si compia in me la tua Parola, immediatamente questa
parola con il suo potere ha iniziato a gestare in voi questo fanciullino,
come nella Vergine Maria.
Dico questo perché qualcuno può pensare che la fede viene solamente
attraverso i riti, mediante l'imposizione delle mani ed altre cose.
Questi riti, confermando, passo passo ciò che già lo Spirito Santo sta
operando da molto tempo in voi.
Allora dal momento in cui si è accolta la catechesi iniziale, che è
la Buona Novella, la promessa di Gesù Cristo in voi con il Suo potere,
durante tutto il precatecumenato lo Spirito è stato operante in voi.
Allora adesso la Chiesa vi chiama a conferma che in voi si è operato
qualche cosa. Ciò che già è nato lo ratifica, lo sigilla in voi e vi dà
un nuovo annuncio, una nuova tappa della comunità. Così tutto il cammino
della comunità, tutto il cammino catecumenale, è lo stesso che tutta la
Storia della Salvezza. Tutta la Storia della Salvezza si inizia con Dio
che appare, che interviene, e promette qualcosa immediatamente questa
Parola che appare promettendo qualche cosa orienta la storia in tensione
per realizzare quello che si è promesso. C'è un tempo di tensione e di
realizzazione di questa Parola. Dopo un secondo intervento di Dio che
ratifica, che compie
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questa prima promessa e nel medesimo tempo questo secondo intervento di
Dio promette qualcosa ancora di perfetto. E di nuovo un tempo di tensione
storica. Questo che è tutta la storia della Salvezza è qualcosa che si
realizza nella storia di ciascuno di voi. E così sempre tempi nuovi in
una crescita continua.
Un parroco mi diceva, però bene, che differenza c'è tra questo
cammino e i gruppi che io ho già nella mia parrocchia, dei movimenti
familiari cristiani, ecc. Guardi, gli rispondevo io, un catecumenato è
una cosa molto seria. Ah! Ma anche il movimento delle famiglie cristiane
è molto serio, e le Figlie di Maria ecc. Sì, ma qui c'è una cosa molto
diversa. Cioè in questo cammino l'uomo passa da una situazione statica di
vivere in grazia di Dio, che quando uno la perde si confessa e la
recupera, a vivere una vita in una direzione, sempre in continuo cammino.
Perché la vita cristiana sempre va in una direzione.
Allora il Catecumenato è un cammino che è prototipo di tutto quello
che è la vita cristiana. La vita cristiana va di grazia in grazia, di
luce in luce, sempre crescendo. Quando ci è stata data questa dinamica di
camminare verso qualcosa?
Questo è molto importante perché la gente nel catecumenato imparerà
ad avere pazienza, che anche se oggi ci sono cose che non sa realizzare,
impara ad avere pazienza, a sperare, perché sa che un giorno lo
realizzerà. Sa che tutta la sua vita è progettata in una crescita, nella
dinamica della realizzazione di una promessa, di luce in luce, di fede in
fede, e di grazia in grazia. Per questo noi cristiani siamo sempre
pellegrini. Sempre siamo in peregrinazione. E questo si vede nel
catecumenato che è un prototipo, un segno, un simbolo, un anticipo di
tutto quello che è la vita cristiana. La vita dell'uomo termina con la
morte fisica: il Battesimo è il sacramento anche della nostra morte
fisica. Per questo Gesù Cristo dice che la Sua morte in croce è un
Battesimo. E nel Giordano Gesù significa la fine della Sua vita. Per
questo tutto quello che ora state vivendo è segno di ciò che poi si
svilupperà durante tutta la vostra vita.
Dicevamo che a questo signore che vuole entrare nella Chiesa, lo si
invita a iniziare un cammina catecumenale in compagnia di altri e per
mano di un catechista. Allora la prima cosa che si fa è annunciargli Gesù
Cristo, la catechesi Kerigmatica che è questa promessa.
Dopo di che questo signore si sottometterà in tutto ciò che gli
dice questo suo fratello maggiore. Gli domanderanno
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all'inizio: Lei, che vuole? Io voglio essere come quei signori, io voglio
essere cristiano, amare come amano essi, perché sono impressionato dalla
loro testimonianza. (come succede nelle nostre comunità che molta gente
si avvicina a noi volendo entrare nelle comunità, perché hanno conosciuto
alcuni che han dato loro segni con la loro vita). Allora questo signore
che vuole entrare nella Chiesa, essere cristiano perché ha visto la
testimonianza dei cristiani, fa tutto quello che gli dicono. Domanda: che
devo fare io per essere cristiano? E gli hanno detto: prima fare una
catechesi di due mesi. Ah, molto bene, quello che lei dice. E poi? Senti,
due anni di precatecumenato così e cosà, per iniziare ad entrare nella
Scrittura. Ed egli risponderà: Ciò che lei mi dice. Perché egli vuole
essere cristiano e viene umilmente a fare ciò che gli si dica. Non pone
nessuna barriera.
Noi abbiamo fatto questo con voi: una catechesi e poi il
precatecumenato. Però durante il precatecumenato abbiamo un problema: ci
crediamo cristiani. E questo è il problema di cui volevo parlare prima:
quelli che si credono cristiani. Il precatecumenato è precisamente per
ridimensionarci, per calibrare questa fede che crediamo di avere. Per
questo io benedico il Signore che manda guai durante il catecumenato,
demoni. E sorgono gelosie ed invidie dentro la comunità, pettegolezzi.
Tutto questo è opera di Dio, perché Dio deve dimostrare a queste persone
come è il nostro Cristianesimo. Perché ciò che ci dimostra che non siamo
cristiani è che non siamo risuscitati. Perché siamo cristiani quando
abbiamo lo Spirito Santo, facciamo opere di fede, di Vita Eterna. Allora
il Signore deve inviare alla comunità eventi di morte, perché non ci
ingannino. Per questo non vi dovete preoccupare se in questo tempo che è
passato è stato pieno di guai e problemi.
Nel tempo che segue ci saranno più guai e più problemi. Non tanto a
livello di comunità come problemi di ciascuno nella sua vita.
Perché il Signore invia eventi per farci verificare la nostra fede,
perché non viviamo nelle nuvole.
Il Signore vi tiene qui, fratelli, perché ama molto il mondo,
perché vuole servirsi di voi per inviarvi al mondo. Per questo tutto ciò
che Dio fa con noi adesso è prepararci, fare con noi un'opera, la Chiesa
nuova, la Chiesa segno, che la vedano gli uomini e dicano: guarda questa
gente come si vuole bene e domandino: che avete voi per vivere nella
fede, che io non sono capace di avere? Così potremo annunciare loro con
la testimonianza, con la vita, che
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Cristo è risorto ed è il Signore di tutti i poteri, perché abita in noi
come Signore. Però non con le nostre opere, come segno della nostra
coerenza, della nostra volontà, che siamo persone fenomenali. perché
allora separiamo dalla Chiesa e lasciamo fuori tutti gli infelici che non
hanno alcuna volontà. Mentre il Cristianesimo è proprio per i poveri. per
quelli che non hanno volontà è un dono gratuito che riceviamo poco a
poco.
Con questo, dico, che durante il precatecumenato il Signore deve
agire. Non mi spiego come qualcuno di voi dica tutto scandalizzato: nella
comunità noi non ci amiamo. Se precisamente questo è quello che deve
accadere, che noi non ci amiamo. Il fatto è che credete, che
precatecumenato possa amare? Ma è impossibile. Questo capita solamente a
uno che si crede di essere già cristiano. Come è possibile che vi
scandializzate, perché vi mordete l'un l'altro? Questo è ciò che deve
accadere nel precatecumenato. Per questo precisamente stiamo iniziando un
cammino catecumenale convinti che non lo siamo? Proprio per questo lo
iniziamo, perché non lo siamo.
Ciò che capita è che quelli che si credono cristiano si scandalizzano. E
precisamente capita questo che perché tu ti accorga che non sei
cristiano, che non hai fede, tu per primo e tu per prima non sei tu colui
che dice se hai o no la fede, è la Chiesa che ha il Kerigma di dirti se
hai fede o no. In questo caso te lo diremo noi.
Perché vi dico una cosa: in questo cammino catecumenale colui che
non dimostra la sua fede con le opere, non con parole belline o
dimostrando che si sappia molta teologia, non ha fede. Per questa ragione
domani inizieremo a parlare delle nostre opere, della nostra vita, della
tua vita familiare o affettiva, della tua vita di lavoro, della tua
relazione con il denaro, perché il Cristianesimo si verifica nella vita.
Finora non vi abbiamo interrogati sulla vostra vita, adesso
cominciamo, perché è lì nella tua vita familiare, nelle relazioni con tua
moglie, con tuo marito, con i tuoi figli, col tuo lavoro, è lì
precisamente, nelle tue relazioni con la ricchezza, con i poveri, con i
nemici, è lì dove Dio agisce, è lì dove si realizza il Cristianesimo.
Perché le opere che fa il cristiano sono opere di Vita Eterna, un
tipo di opere che nessun altro uomo può fare. Perché se un marxista può
fare queste opere, o un maomettano, non sarebbero segno del Cristo, ma di
qualsiasi altra cosa. Per
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ché le opere di Vita Eterna sono segno di Gesù Cristo, perché solo Gesù
Cristo e quelli in cui lui abita le possono fare.
Per questo diciamo che durante il precatecumenato è molto
importante discernere perché Dio ci dimostri che non siamo cristiani, che
siamo peccatori. E questo ce lo dimostra mettendoci davanti al naso il
nostro peccato e la nostra vita di pagani.
Così comprende ciò che dice Bonhoeffer nella "Vita comune": Che
colui che sta nella comunità col suo "ideale" di comunità, che si deve
realizzare a tutti i costi: Qui... dobbiamo amarci, non ha capito nulla
di quello che è la comunità. Perché la comunità, la Chiesa, l'amore, è
opera di Dio, non nostra, e non risponde al nostro ideale di comunità, ma
al disegno che Dio ha tracciato e noi non lo possiamo immaginare, perché
Dio ha bisogno che nella comunità nascano macelli perché un fratello
scopra che non ha fede, perché risponde al male con il male, perché basta
che qualcuno gli dica qualcosa perché faccia un gesto duro e risponda
acremente e non so quali insulti, perché noi ci rendiamo conto che noi
non amiamo né possiamo amare il nemico, perché queste e non altre sono le
opere di Vita Eterna: amare oltre la morte, quando il fratello ti uccide,
quando non vale nulla, quando è tuo nemico, quando non ha nessun valore,
quando tu pensi proprio che devi distruggerlo, perché i nemici si devono
distruggere. Fare questo è dare gloria a Dio. Questo è Cristo risorto.
Questo è la gloria di Dio. Cristo che ci amò quando non valevamo nulla,
quando noi volevamo solo che morisse. Non ci amò quando eravamo buoni.
Dice Gesù: Amare gli amici lo fanno anche le prostitute, che amano i loro
amici e i loro amanti che danno loro soldi; questo lo fanno anche i
peccatori e i pubblicani, che amano i loro amici. Ma chi amerà colui che
lo calunnia, quello che lo distrugge, quello che ti sta sempre tirando
giù con cattive idee, chi amerà costui? Cristo non amò così con amore che
va più in là della morte? Per questo noi vi daremo una catechesi sulla
croce gloriosa e vedremo che il cristiano si realizza solamente nella
croce, e che la croce è imprescindibile, perché brilli nella croce che vi
si presenta, Cristo risorto. Solo Cristo risorto può brillare davanti al
mondo nella croce della tua vita, e nulla più. Che è la croce della tua
vita? L'avvenimento di morte che ti giunge. Il resto è come quello di
tutto il mondo. Le tue attitudini nel resto non si differenziano da
quelle di un uomo onesto pagano.
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Colui che non vuole queste opere mi pare molto bene che se ne vada
a una Chiesa normale e corrente. Ma questa Chiesa non serve più ormai per
la sua missione con il mondo; questa crisi viene alla Chiesa dallo
Spirito Santo che vuole fare della Chiesa il sacramento universale di
salvezza, una luce per il mondo, per tutti gli uomini, perché questa è la
missione della Chiesa.
Ed è un fatto che le nostre parrocchie oggi per il 78% degli uomini
che se ne sono andati dalla Chiesa, non sono sacramento di salvezza. Di
più quelli che noi chiamiamo cristiani siamo scandalo per quelli che non
vengono più in Chiesa.
Questa missione della Chiesa è precisamente quella che il Concilio
Vaticano II ha visto come principale. La Chiesa è il sacramento
primordiale, segno visibile di Gesù Cristo per il mondo attraverso
l'amore. C'è pero il problema: che è la Chiesa? I Vescovi, i preti, le
monache e il Vaticano? No. La Chiesa è la comunità dei cristiani. E ogni
comunità locale di cristiani è la Chiesa locale, la Chiesa in un luogo. E
questa Chiesa locale, come dice Bouyer, non è la diocesi, ma la
parrocchia. Per questo si vuole ritornare a fare sì che la parrocchia sia
la Chiesa locale. E Paolo VI dice che la Chiesa non è la somma di tutte
le parrocchie, di tutte le comunità locali, ma che in sé ogni comunità è
tutta la Chiesa universale, è tutto il corpo di Gesù Cristo.
Allora, fratelli,non scandalizzatevi del fatto che nel
precatecumenato siano successe molte cose. L'unica cosa che vi abbiamo
chiesto è stato di vivere in un regime di piccole comunità, con alcuni
fratelli molto concreti, che vi aiutino come specchio e che vi mettano in
crisi, e che vi mostrino Dio attraverso i fatti che vi succedono,
macelli, crisi, attraverso la Parola di Dio che costantemente cala e vi
illumina la vostra realtà, qual'è la vostra fede. Questo è l'obbiettivo
del precatecumenato: vedere lo stato della nostra fede, perché se
scopriamo che non abbiamo fede, veniamo alla Chiesa a chiedere la fede.
Perché se credessimo che avete fede non faremmo un catecumenato. E se lo
Spirito Santo credesse, che la Chiesa intera, tutti i cristiani hanno
fede, non avrebbe suscitato un Concilio e detto che è necessario
ritornare al catecumenato per i cristiani delle parrocchie. Perché lo
Spirito Santo e la Chiesa dubitano della nostra fede. Non dubito io
solamente che la vostra fede non vale, ma lo Spirito e la Chiesa anche ne
dubitano, per questo parla di restaurare il catecumenato, la iniziazione
criwww.
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stiana. Tutta la pastorale della Chiesa, si basa oggi nel recuperare
l'iniziazione cristiana, perché non siamo mai stati iniziati alla fede.
Tutta la catechesi che c'è nella Bibbia, nel Vangelo, la catechesi sulle
ricchezze, per esempio, quando l'abbiamo ricevuta noi? Io per lo meno non
l'ho mai ricevuta nel Cristianesimo corrente, che abbiamo tutti.
Vi dicevo: non pensate che la comunità continuerà ad essere ciò che
è stato finora, anche se vi piace com'è. No, fratelli, confidate nel
cammino. Avete detto: che devo fare per avere la fede? Lasciarti
condurre. Molto bene, però nella Chiesa. E' la Chiesa quella che ti
condurrà e quella che ti gesterà nella fede. E la Chiesa in chi è
rappresentata? Nei catechisti, in noi, in questo momento, che siamo gli
incaricati, i responsabili della iniziazione cristiana in questa
parrocchia per voi. E se questo non si riconosce, sapete che noi non
iniziamo nella parrocchia. Perché questo è un servizio, un Kerigma per
aiutare a iniziare le persone nella fede.
Ho qui una dichiarazione che ha fatto Monsignor Poletti, Vicario di
Roma, sulle comunità informali nella parrocchia. Ha parlato con tutti i
parrochi di Roma sui differenti gruppi che esistono nelle parrocchie. Lo
leggo dall'"Avvenire d'Italia": "Le comunità informali nella parrocchia.
La mia riserva per tutti i movimenti spontanei nelle parrocchie. Sì alle
comunità neocatecumenali (sapete che si chiamano così in Italia le nostre
comunità; in questo momento siamo le uniche comunità accettate dalla
gerarchia nelle parrocchie d'Italia). (Parla molto dei pericoli dei
gruppi spontanei. E' qualcosa di simile di ciò che disse Morcillo già
qualche anno fa nella rivista "Ecclesia"). Queste comunità inserite nella
pastorale della parrocchia contribuiscono alla formazione del popolo di
Dio. Costituiscono un serio impegno per i loro partecipanti a scoprire, a
vivere pienamente la vita cristiana, e gli effetti essenziali del
Battesimo Si tratta di esperienze degne di considerazione, che devono
essere condotte nella parrocchia, in armonia con il parroco e sotto la
sua guida; il parroco deve avere un animo disponibile, sereno e molto
paziente; (sta dicendo ai parroci che siano pazienti con questo cammino
perché all'inizio è pieno di difficoltà in parrocchia). Queste comunità
fanno un cammino di approfondimento della vita cristiana all'interno di
un gruppo e nulla proibisce che celebrino la Eucarestia. Gli
inconvenienti si correggono facilmente poco a poco valorizzando il
contenuto".
Per questo come ci ha detto l'Arcivescovo di Madrid che
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questo cammino è valido in misura che noi rappresentiamo il Vescovo e dal
momento che il Vescovo nella parrocchia è il parroco e allora non
possiamo iniziare senza il consenso del parroco e senza che questi sia
d'accordo. Per questo noi prima di andare in una parrocchia mandiamo una
equipe che parli con il parroco, per chiarirgli i dubbi, perché questo
non è un gruppetto in più. Questo è qualcosa di molto serio, all'interno
della sua parrocchia, è aprire il cammino catecumenale per l'iniziazione
cristiana di quanti stanno nella parrocchia, in vista di una nuova
struttura della parrocchia, come Chiesa locale formata da piccole
comunità. Questo catecumenato ha i suoi catechisti in nome del Vescovo
che si devono seguire, perché nella comunità ognuno non si inventi il suo
cammino, o altre cose. Sono i catechisti quelli che portano avanti questo
cammino catecumenale, perché in nome del Vescovo hanno il potere e la
missione di gestarvi nella fede, di aiutarvi, come il medico che assiste
una madre che sta per avere un bambino, perché non sorgano complicazioni;
anche noi dobbiamo assistere questo bambino che sta per nascere, perché
cresca normalmente. E a colui che non gli è nato nulla, gli si deve dire
che non è incinto. Bisogna dirgli e lo. Per questo i Vescovi hanno voluto
sempre confermare una volta che noi abbiamo fatto tutto questo, che
effettivamente Cristo nasce in voi. Perché i Vescovi hanno il potere di
discernere gli spiriti per dire che qui è nata una creatura, un figlio di
Dio, con la stessa natura di Dio.
Però per giungere a questo c'è bisogno che il Vescovo chieda al
garante, che in questo caso saremo noi, come responsabili, che il Vescovo
lo interroghi sul catecumenato. Questo si faceva nella Chiesa primitiva.
in cui si interrogava non solo il padrino, ma anche i familiari e i
compagni di colui che vuole essere battezzato. Essi conoscono le vostre
opere; le vostre attitudini. Quando si battezzava uno schiavo si
interrogava il suo padrone, che magari era un pagano. Magari diceva:
questo? Ma se è un pigro, che, perché lavori, bisogna sempre stargli
dietro e pungolarlo.
L'amore se non c'è in te, non lo puoi inventare. Immaginatevi una
coppia di coniugi, nella quale il marito ormai non ama più la sua moglie.
Anche se le porta regali e fiori tutti i giorni, una pelliccia di visone,
ciò non sostituisce l'amore. L'amore c'è o non c'è. E l'amore si nota
perfettamente. E tutti i moralismi nell'amore non servono a nulla. Per
quanto tu ti impegni, ti comprometta e faccia propositi... forse che per
caso uno si può impegnare ad amare? L'amore si ha o non si ha, fratel
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lo mio, E che è il Cristianesimo? L'AMORE.
Allora ciò che devono vedere gli apostoli, dal momento che è Dio
colui che elegge, e dal momento che c'è pure una risposta da parte vostra
a questa elezione, alla Parola, è se realmente i frutti della Parola si
danno sì o no in voi. Perché molti sono i chiamati e pochi gli eletti,
che vuol dire che molti iniziano il catecumenato e pochi giungono alla
"elezione" che è il tempo precedente il Battesimo.
Perché la risposta alla Parola di Dio è differente in ognuno di noi. C'è
chi ascolta quello che dico come chi ascolta piovere e un altro con amore
e allora la parola opera.
Si vede per esempio che uno va a preparare la Parola a una casa con
grande allegria e un altro sempre che può sfugge perché ha un mucchio di
cose importanti da fare. Per uno questo cammino è una salvezza e per
l'altro questo è un problema... Ebbene se pensi, questa è una prova del
Signore, che non ti ha chiamato a questo cammino. Qui non si deve stare
per forza, qui si deve stare con gioia. Il Cristianesimo non è un
parapiglia.
Così ci sarà chi si avvicina alla Chiesa con desiderio perché il
mondo ha la garanzia della sua risurrezione nella Chiesa. Così come voi
avrete la garanzia in questo cammino, l'avvallo che voi non morirete mai,
così sarete sacramento per il mondo. Perché sarete una prova vivente
dell'amore che Dio ha per il mondo.
Ma questo che tu non muori non lo crederai semplicemente perché io
te lo dico. Lo noterai perché così come prima un evento di morte ti
uccideva, perché non avevi vinto la morte, adesso vedrai che senza sforzo
da parte tua passi attraverso la morte. Per questo Pietro è immagine del
cristiano, quando cammina sopra le acque, e non affonda nelle acque.
Tu non cammini sulla morte? Mi dispiace molto ma tu non hai fede.
Negli eventi di morte è precisamente dove si confronta se tu hai fede.
Fino ad adesso il Signore ti ha inviato molti fatti con cui ha cercato di
convincerti del tuo peccato. Il Signore ora non può fare di più. E' ciò
che ha passato Israele.
Allora il Signore manda altri eventi di morte. Domani tuo marito ti
abbandona. Un figlio ti scappa di casa. Ti prende un malanno. La vita ti
va diversa da come tu l'hai pensata. Come rispondiamo noi a questi eventi
di morte?
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In definitiva che è avere la Vita Eterna? AMARE IL NEMICO, AMARE IL
FRATELLO NELLA DIMENSIONE DELLA CROCE.
Io vi invito, fratelli, preparando la celebrazione penitenziale di
questa notte a convertirvi, a porvi davanti al Signore dicendo: Signore,
tu conosci la mia fede, aiutami. Non ti importi che ieri hai celebrato la
Parola di Dio o ti sei confessato. La Chiesa ripete la Parola di Dio
nelle Messe. Perché la Parola di Dio sempre ti coglie in una situazione
diversa. Ieri tu stavi nei tuoi guai, nella tua vita, nei tuoi problemi e
ascoltasti nella comunità una Parola. Oggi stai in un'altra situazione
diversa, ti è successo qualcosa di diverso e se ascolti la stessa Parola,
questa ti trova in un'altra situazione. La stessa Parola ti illumina il
situazioni diverse.
E poi tutti i giorni la Chiesa necessita la conversione. Perché sta
sempre in cammino.
Questa notte faremo una celebrazione penitenziale. Il Signore ci
invita oggi tutti a conversione nella misura che oggi possiamo
convertirci. Che non è una misura eterna. E in questa misura che tu non
puoi convertirti, perché sei precatecumeno, noi ti invitiamo a porti in
comunione mediante un segno sacramentale con il fratello della comunità.
E' molto importante che prima di iniziare il lavoro di domani tutti
assime, il Signore venga a noi.
Però perché il Signore venga a noi dobbiamo stare nella terra del
peccato, riconoscere che siamo peccatori, perché il Signore viene per i
peccatori. Il Signore deve trovarci veramente poveri, che riconosciamo le
nostre macchie, che ci riconosciamo schiavi sotto il potere del peccato
che ci opprime. E qual'è la macchia che abbiamo? Il fatto che non amiamo
il fratello per nulla nella dimensione della croce e che la nostra
sensibilità resta ferita per qualsiasi cosa. Quando le cose non sono
esattamente come noi le vogliamo noi siamo tristi. Non sappiamo
perdonare, perché ancora non c'è in noi lo Spirito di Cristo in questa
misura. Perché essere cristiano significa essere lo stesso Cristo. Questo
è la Chiesa ed è meraviglioso.
Vi abbiamo detto: che chiedi alla Chiesa di Dio? La fede. Che ti dà
la fede? La Vita Eterna. Ieri abbiamo ascoltato questo. Io non parlo a
nome mio, dice Gesù, io dico ciò che mi ha detto il Padre. Vi ricordate?
E il comandamento di mio Padre è uno solo: la Vita Eterna. Cioè che Gesù
Cristo viene qui a
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darci la Vita Eterna. Dunque guardate che allegria, Gesù viene a darci la
garanzia che non moriamo. Perché se la morte fisica può separarti da Gesù
Cristo, allora la morte è più potente di Gesù Cristo. E ciò che annuncia
la Chiesa è proprio il contrario. Che Gesù è stato costituito da Dio
Kjrios della morte, vincitore della morte. Come la Chiesa annuncia
questo? Con fatti non con parole. E mentre tu non ti lasci ammazzare da
tuo marito, da tua moglie, o da tua figlia.
Non ti lasci ammazzare dal fratello o dalla cognata, amando,non per
moralismo, non perché si deve soffrire, tutto questo è da pazzi, non è
Cristianesimo ma religione naturale, ma perché Gesù Cristo ti ha dato il
Suo dono, perché vive in te come Signore dei peccati, ti ha dato la Vita
Eterna, ed è risorto in te, tu non sei segno di Cristo risorto? Proprio
per nulla. Il cristiano dimostra che Cristo è risuscitato perché non lo
possono uccidere, perché lì dove tua cognata che non ha la Vita Eterna,
qualunque parolina la distrugge, qualunque evento è come un veleno, che
la colpisce al cuore, tu non senti questo veleno, perché in te il
pungiglione della morte che è il peccato è stato sconfitto da Gesù
Cristo. Però se risulta che ancora qualche parolina ti fa un male da
spavento ed è un veleno, vuol dire che in te il peccato è ancora il tuo
Signore, che non hai affatto la Vita Eterna, anche se sei battezzato e
hai fatto non so quante altre cose. Dimmi dove sono le tue opere e ti
dirò la tua fede. Niente storie? Questo è cammino catecumenale, in cui
dobbiamo dimostrare la nostra fede con le opere. Ma quali opere? Quelle
di Vita Eterna. Per questo e in questo tempo non vi si è chiesto nulla
più che celebrare la Parola di Dio e la Eucarestia. Quelli che hanno
obbedito avranno sentito una grande ricchezza nel loro cuore, quelli che
non hanno creduto affatto... A partire da adesso noi cominceremo a dire
ciò che dobbiamo fare. Adesso faremo un passo avanti. Ma dal momento che
sappiamo che tu questo passo non lo puoi fare, ti daremo la forza per
farlo. Non farai alcun passo nella vita cristiana, senza di noi, senza lo
aiuto necessario. Qui niente moralismo. Se noi ti diciamo adesso puoi
fare un passetto, non prima, è perché è giunto il momento, per questo
guarda ai macelli di queste comunità che nel precatecumenato si
propongono di fare non so che cosa con soldi, risolvere i problemi dei
poveri, delle prostitute... Chi ha detto loro di fare questo? E a causa
di questo, mamma mia, che guai saltano fuori? Noi sappiamo la vostra
situazione. Verrà il momento. C'è da procedere gradualmente. A un bambino
non si può dire di saltare due metri perché per lui è impossibile. Vi
insegneremo a camminare. Questo è la iniziazione cristiana: insegnarvi a
vivere da cristiani passo a passo. Ora vi diremo come
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si deve fare il primo passettino. Poi il secondo, ecc. Fino a giungere a
fare il grande passo: dare la vita per i nemici. Perché in questo cammino
c'è una sola missione che è quella di Gesù Cristo: morire amando il
nemico. Non vi spaventate: Gesù Cristo ha sofferto perché ormai noi non
soffriamo più. Cristo risorto è con noi. Lì dove il pagano muore di
paura, perché è schiavo del peccato, il cristiano gioisce perché Cristo
ha vinto la morte. Lo Spirito di Cristo testimonia al nostro spirito che
siamo figli di Dio. Qual'è la fonte della nostra sofferenza? E' che per
la legge naturale il nostro cuore ci dice che noi ci realizziamo passando
all'altro, però a volte sperimentiamo una altra legge, che conosciamo il
bene e lo desideriamo ma non lo possiamo fare, perché abbiamo fatto
un'esperienza di peccato e abbiamo paura della morte per questo non ci
possiamo realizzare passando all'altro, perché questo per noi vul dire
morire.
Per la paura che noi abbiamo della morte noi siamo incapaci di fare il
bene e pertanto di essere felici. Così l'uomo ha dentro di sè una
dicotomia terribile: che volendo fare il bene non lo può fare. Questa è
la fonte di tutta la nostra insoddisfazione. Noi che siamo stati creati
per essere felici, proviamo tutti i giorni l'amarezza dell'infelicità.
Questo è il nostro punto interrogativo fondamentale: perché soffriamo?
Allora dal momento che non possiamo trovare la felicità nel fare il bene
cerchiamo la felicità in tutto il resto: sposarci, studiare, lavorare,
far soldi. Siamo idolatri, venduti al potere del demonio e degli idoli.
Di fronte a questa infelicità ci sono due strade: una dal momento
che non sono riuscito a fare il bene, tanto un ultimo sforzo. Sono tutti
quelli che lasciano il resto, vanno a un suburbio e lì ci lasciano la
pelle, quelli che si buttano in un partito politico e si impegnano. E' il
cammino della legge, di tentare con tutti i mezzi di essere onesti perché
non si sopporta la dicotomia. Questa strada ha un problema: è il mito di
Nietzsche. Dal momento che fanno dipendere tutto dalla forza della loro
volontà, della loro coerenza con se stessi, dal loro sforzo sovraumano,
passano tutta la vita giudicando gli altri. Dal momento che a loro tutta
la loro coerenza costa dei bei sudori, esigono da tutti pesi
insopportabili. Siamo stufi ormai. Io sto qui dando la vita e quel
lazzarone si sta grattando la pancia. Ecco, questi sono i farisei, i
giudaizzanti, quelli del le opere, i nazisti, gli impegnati. Questi super
uomini sono quelli che non possono sopportare i disgraziati, i peccatori,
i viziosi, i pigri, i borghesi, si devono far fuori tutti. Ecco a che
mostruosità si arriva!
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Il cristiano è tutto il contrario.
Molti di noi siamo incamminati per questa prima strada. Ma sta a vedere
che questa è la strada più dura, che ci tenta tutti i giorni a causa del
nostro orgoglio. Vogliamo compiere la legge per forza, giudicando tutti
gli altri, perché non sopportiamo la nostra fragilità, il nostro peccato.
Seconda strada: alienarsi, farsi borghesi, come sono il 90% dei
mortali, che non hanno nessuna colpa. Appena guardano a se stessi, e si
scoprono borghesi, amanti della comodità e del denaro, il risultato è:
non pensare, perché pensare è riconoscere che sono un sessuale, un
borghese, che mi piacciono le donne, che mi piace divertirmi, vivere bene
a qualunque costo. Questa è la seconda scappatoia che è tanto alienante
come la prima: vivere senza pensare. Guardiamo la televisione, poi
andiamo a letto. Ci alziamo al mattino assonnati, prendiamo il rasoio, è
freddo e non taglia bene, ci scocciamo, arriviamo al lavoro giusto in
tempo perché il traffico è impossibile. Incominciamo a lavorare di mala
voglia aspettando che arrivi l'una per andare a prendere un aperitivo.
Arriviamo a casa, si mangia, ci riposiamo un po'. Poi di nuovo al lavoro
e di nuovo sulla poltrona a vedere la televisione. E sempre con un panico
terribile, ogni volta che ci sono cattive notizie...
Queste persone che vivono così alienate, Dio un giorno deve far
loro qualche cosa di speciale per tirarle fuori di lì, no?
Ma chiediamo a due persone che rappresentino le due soluzioni.
Chiediamo ad un marxista impegnato, che è stato in carcere o a un
borghese, i due a 5O anni, che cosa pensano... Tu credi che la vita sia
solo questo? Allora il borghese per giustificarsi dice di sì: Come? dirà,
non basta essere fedele a mia moglie, darle i soldi, lavorare tutto il
giorno senza rubare o uccidere? No. QUESTA VITA MESCHINA E PIATTA CHE TU
CONDUCI NON E' LA VITA. Questo non è l'ideale di Dio per la tua vita. Ma
Dio ha pensato, dandoti la vita, di darti questa porcheria di vita che
hai vissuto.
Per questo motivo molti matrimoni, che in apparenza vivono una vita
felice, Dio non li lascia. E nel momento più impensabile: ...
patapumfete, una catastrofe. Questo è un'opera di Dio. Perché Dio non
lascia che l'uomo si alieni in questa maniera. La vita non si può
appiattire. L'uomo non può condurre una vita meschina, quando Dio ha
fatto l'uomo per una vita immensa.
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Si può dire: la mia vita è una porcheria. Ah, questo sì! Dì che
stai nel buio, che sei un codardo, però non dire che questa è la vita.
Non sostituiamo l'ideale borghese della classe media spagnola che fa
schifo in un certo senso, con l'ideale del Vangelo. No: questo sì che è
minimizzare il Vangelo. Il Cristianesimo è un'altra cosa. Grazie a Dio ci
capita di vivere in una epoca in cui non si può dire facilmente: noi
siamo cristiani.
Grazie a Dio, di fronte a questa situazione di dicotomia, di
incapacità ad essere felici, non rimane inattivo: ci invia Gesù Cristo
per liberarci. Per distruggere in noi questo mostro che non ci permette
di passare al fratello. Se alcuno di voi una sola volta nella vita ha
sperimentato l'amore per grazia di Gesù Cristo, l'amore di Gesù Cristo,
non l'amore umano, amare i nemici, avrà detto: questa è la felicità e il
resto è scarto. Ve lo dico per la mia propria esperienza. Quando uno
riceve il dono di amare il nemico, dice con tutta certezza: QUESTO E' IL
REGNO DI DIO. Questa è la cosa più grande. Sentire amore anche per
l'ultimo uomo della terra e sapere che è incluso anche il nemico che ti
dà gli schiaffi in bocca, che tu lo ami come un dono che ti è stato
consegnato. E questo amore non finirà mai. Tutto questo mondo passerà,
dice San Paolo, ma questo amore non si può distruggere. QUESTO E' IL
REGNO DI DIO, LA VITA ETERNA, GESU' CRISTO STESSO. Gesù Cristo non lo si
può toccare, ma lo si può vedere. DIO HA RISUSCITATO GESU' CRISTO DAI
MORTI LO HA INNALZATO E LO HA COSTITUITO AGAPE, AMORE.
E la Chiesa per dire al mondo ciò che Dio ha fatto in Cristo non ha
altra forma che questa: la comunità di amore in cui tutte le barriere
sono state distrutte, un gruppo di uomini che sono un cuore unico. Questo
è la Chiesa. E' il corpo visibile al mondo di Gesù Cristo risorto. Per
questo l'unico modo di vedere Gesù Cristo risorto è la Chiesa. Chi è
Cristo? Quello che ci ha fatto fratelli. Perché se Cristo non è risorto
dai morti come ti posso sopportare io? Adesso io sarei a Parigi con una
svedese in questo momento, ve lo assicuro. Che cosa mi unisce umanamente
a te? Chi è allora che ha fatto sì che qui ci fosse un operaio che si
sente fratello con un ingegnere? Chi fa sì che un analfabeta si senta
fratello di un uomo intelligentissimo? CRISTO CHE DISTRUGGE IN NOI IL
PECCATO. Questo forse in voi comincia a realizzarsi in modo incipiente.
Perché se non umanamente nessuno di voi starebbe qui dopo molti anni di
comunità. E' Cristo quello che vi tiene qui.
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Cristo risorto è visibile nel mondo solamente nella Chiesa.
Guardate allora l'importanza che ha rendere visibile questa Chiesa.
Perché noi uomini siamo Adamo, il primo uomo, anima vivente. Il secondo
uomo che Dio ha fatto, tirandolo fuori dai nostri peccati, innalzandolo,
è Cristo, che è Spirito che dà vita. Cristo è il primogenito di una serie
che sono i cristiani. Per questo il Vangelo parla e dice che con Cristo
sono risuscitati molti ed apparvero perché vediamo che Cristo non è solo
per sé, ma anche per noi. Cristo è una processione di uomini che
risuscitano con lui. Questo è la Chiesa. Per questo Gesù Cristo dice al
ladrone che sta con lui: Oggi sarai con me nel Paradiso, oggi, un ladrone
che ha ucciso ed ha violato non so quante ragazzine. Basta che un
assassino che è lì dica: Signore, abbi pietà di me, che sono un ladrone,
un peccatore, un assassino, ma tu sei quello che ama il peccatore.
Dio, Cristo lo ha fatto amore. La natura umana che è egoista, che è
piena di peccato. Dio in Cristo l'ha trasformata in Spirito, nell'amore.
Ha fatto di Cristo una Koinonia, l'amore tra i fratelli, un banchetto.
Per questo l'Eucarestia che è il segno anticipato del Paradiso, della
escatologia, è una meraviglia, con canti e con allegria, un gruppo di
fratelli che si amano e si vogliono bene, una grande festa, perché tra di
noi già non c'è più pianto o tristezza, perché Dio ha vinto la morte.
Quando a un uomo muore sua madre lui cade nella tristezza, i cristiani
no, perché sono risuscitati. Quando gli uomini affondano nell'acqua e
muoiono i cristiani sono innalzati con Cristo. E se piangi e affoghi è
semplicemente perché non stai innalzato, semplicemente per questo. Se di
fronte agli eventi di morte soccombi e rispondi con la mitraglia... non
sei cristiano. L'UNICA GARANZIA CHE SIAMO FRATELLI, CHE SIAMO CRISTIANI
E' QUESTA: AMARE IL NEMICO. Solo quando ami gli amici e i nemici sei
figlio dell'Altissimo, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi,
che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Il nemico è tuo marito, tua moglie, il tuo compagno, che non ti
comprende, che ti uccide, che ti giudica, che distrugge qualcosa di molto
intimo, che è la tua sensibilità, il tuo rispetto, lì quando è del tutto
ingiusto con te. E' lì precisamente dove Cristo appare innalzato.
Il cammino che facciamo arriva proprio fino a questo: a formare il
Corpo di Gesù Cristo, un corpo reale. Oggi l'Eucarestia la viviamo in uno
stadio inferiore, molto povero. Ma la vivremo nella sua pienezza, quando
la nostra fede sia fede.
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L'eucarestia annuncia questo: un solo pane che si rompe per fare di noi
un solo corpo. Un solo calice che si versa per fare di noi un solo vino,
il Regno, la festa, per farci passare alla festa.
Per arrivare a questo, fratelli, riconosciamo che non siamo
arrivati, mettiamoci in cammino nelle mani della Chiesa. Voi non sapete
la fortuna che avete. Dio ha posto i suoi occhi su di voi per farvi
veramente cristiani, non a parole. Approfittate della occasione.
Camminate mentre avete la luce, perché è il Signore quello che vi ha
chiamati.
19,30 CENA
INTERVALLO
21,30 CELEBRAZIONE PENITENZIALE
LETTURE DELLA LITURGIA
1ª Isaia 1,10-20
2ª Geremia 31,15-20; 31-34
3ª 2Corinti 5,14 - 6,2
4ª Matteo 11,20-30
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TERZO GIORNO (Sabato)
h 9,00 L O D I
(Dopo i salmi del giorno, cantati e letti)
Ammonizione alla lettura :
(Kiko) (Alla convivenza di Arguelles)
La lettura che stiamo per proclamare adesso è molto importante
perché ci prepara a tutto il lavoro della giornata odierna. Oggi dopo le
lodi faremo un questionario a gruppi molto serio per esaminare le nostre
relazioni affettive, le nostre relazioni con il denaro e con il lavoro.
E' una parola centrale in questo primo scrutinio battesimale. Il
problema principale di questa parola è che chi non la comprende non fa
altro che renderla soave, incasellarla nei suoi schemi di ragione, perché
passi. Specialmente se abbiamo una attitudine sentimentale di fronte alla
vita essa ci appare totalmente assurda. In questo senso voglio dirvi
alcune cose. Dopo questa parola canteremo la parabola del Seminatore.
Quando il Signore spiega la parabola del seminatore ai suoi discepoli,
dice loro che la semente che cadde lungo il cammino è la Parola di Dio
che cade in quelli che ascoltano sì la Parola di Dio ma non la
comprendono. Allora state attenti perché è possibile che ascoltiamo
questa parola potentissima e nell'ascoltarla non la comprendiamo.
Questa parola dice: SE QUALCUNO VIENE DIETRO DI ME E NON ODIA SUO
PADRE, SUA MADRE, SUA MOGLIE, SUO MARITO, I SUOI FRATELLI, I SUOI FIGLI,
NON PUOI ESSERE MIO DISCEPOLO.
Con questa parola corriamo il pericolo di dire: io non la comprendo. Che
Dio è questo che è buono e parla di odiare?
Sapete che alcuni traduttori hanno cambiato odiare per posporre amare di
meno, ma una esegesi più approfondita ha detto che la parola è odiare,
che altre traduzioni non sono esatte. Questa è la traduzione della Bibbia
di Gerusalemme, perché così ci ha tra
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smesso questa Parola la Bibbia di Gerusalemme.
Per colui che ascolta questa parola con buona intenzione, con mimo di
ascoltare, questa Parola è vita. Per colui che non vuole ascoltare è
confusione per dire che il cristianesimo è una babele, che qui nessuno ci
capisce niente. Forse è certo che questa Parola non si capisce subito, ma
se ascoltiamo con lo spirito, sapendo che Dio è amore e che vuole per noi
il meglio, continueremo ad ascoltare. Come tu se ascolti un amico e sulle
prime non lo capisci e continui ad ascoltarlo, perché sai che ti vuol
dire qualcosa.
Qui ascolteremo questo e qualcosa molto più forte ancora. Così io vi
invito, fratelli, perché questa Parola cada su di voi vergine, pura, come
esce dalla bocca di Dio, senza ritagliarla, senza farla passare per il
tubo della nostra ragione. Perché noi se le cose non ci entrano per la
ragione, se Dio non ci da le cose chiare chiare e ben masticate non
vogliamo sapere niente, vogliamo che Dio ci spieghi tutto dall'a alla z.
Ebbene, questo atteggiamento è di superbia e così non si ascolta niente
della Parola di Dio. Qui non serve per niente questo atteggiamento. Non
succede niente se qui rimane meno gente, perché per fare nella parrocchia
la Chiesa segno, la Chiesa sacramento, missionaria per il mondo non c'è
bisogno di molta gente. Sapete che il Sinodo parlando delle comunità
cristiane piccole nell'interno della parrocchia le definisce come il
lievito di tutto lo spirito missionario della Chiesa, un sacramento
alzato per il mondo. Per fare ciò non c'è bisogno di molta gente.
Ascoltiamo fratelli questa Parola pensando che con essa viene la potenza
di Dio per realizzarla, che quando Gesù Cristo ci di ce questo, adesso,
sarà per qualcosa.
Ascoltiamo questa Parola.
LETTURA Luca 14, 25-35
CANTO : Parabola del seminatore
CATECHESI (Kiko)
Sarà una meraviglia quando scopriremo che il Vangelo è scritto in
chiave catecumenale. Rivivremo man mano tutto il Vangelo lungo questo
cammino catecumenale per tappe. Dopo aver fatto tutta l'iniziazione
cristiana, ogni volta che il Vangelo si proclama nell'assemblea,
l'assemblea ricorda il suo tempo di
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gestazione ed è chiamata a vivere il Vangelo con una maggiore pienezza.
Perché il catecumenato è il tipo, l'anticipo di tutta la vita cristiana.
Ebbene,in questa Parola che si è proclamata c'è una cosa molto
importante. Dice Gesù: Chi di voi prima di costruire una torre (nel
linguaggio dei Padri questa torre significa la Chiesa: il Pastore di Erma
chiama la Chiesa "torre") non si siede e calcola prima le spese? Abbiamo
ascoltato questo per spiegarci quello che viene prima. Dice Gesù: Chi non
odia suo padre, sua madre, i suoi fratelli, le sue sorelle, sua moglie,
suo marito, i suoi figli ed anche la propria vita non può essere
discepolo mio.
Chissà, forse la cosa più facile da capire è quella di odiare la
propria vita. Noi tutti abbiamo i nostri progetti di vita. E' possibile
che uno pensi di diventare ingegnere, sposarsi con una ragazza bionda e
bellissima che inoltre ha molti soldi, comprarsi una casa non so dove,
avere una macchina sportiva ecc. E succede che ha un incidente stradale,
rimane zoppo e tutta la sua vita viene totalmente stravolta e vive per
altre strade totalmente diverse. Il Signore dice chi non abbandona la sua
vita a me non può essere mio discepolo. Se una persona pensa che per lui
la vita è questo suo progetto, mette una parentesi a Dio e per lui la
felicità è in questo, in questo ideale, e soltanto in quanto Dio realizza
questo ideale che si è progettato, è disposto a seguire Dio e non è
disposto a seguire nessun altro tipo di vita perché gli sembra che per
lui la vita, la sua felicità è in questo ideale di vita. Così siamo noi.
Mettiamo delle parentesi a Dio e abbiamo la religione perché Dio serva a
questa parentesi. Cioè, ci interessa Dio soltanto in quanto ci aiuta ad
avere questa ragazza che vogliamo, questo tipo di famiglia che vogliamo,
ad avere questo prestigio che desideriamo, a vincere i concorsi ecc.,
ecc.
Allora possiamo capire questo che chi non odia la sua vita non la trova,
chi non perde la sua vita non la trova, chi cerca la propria vita la
perde. Adesso capiamo: chi non è disposto a perdere la propria vita, a
distruggere i suoi progetti, a perdere l'idolo che si è fatto della
propria esistenza e non si abbandona dove Dio voglia portarlo... non può
essere discepolo di Gesù.
Perciò dice S. Giovanni della Croce: per andare dove non sai, devi
andare per dove non sai. Com'è mai possibile che noi mettiamo delle
parentesi a Dio quando Dio ci vuol portare ad una felicità molto più
grande, molto più lontano, ad una felici
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tà che noi in questo momento neppure possiamo sognare?
Chi poteva dirmi per esempio quando mi trovavo tranquillo nelle
baracche vivendo la mia vita che un giorno avrei fatto quello che faccio
adesso, messo dentro questo macello delle comunità? Questo che io faccio
adesso mai l'avevo progettato, non lo potevo neanche sognare. Il Signore
ci porta a cose molto più grandi, di cui non abbiamo neanche idea, che
non possiamo neanche progettare né sognare o immaginare davanti a noi.
La lettura cominciava dicendo: camminava con Lui molta gente. Gesù
Cristo sa molto bene che la gente che viene in massa dietro a lui, viene
ingannata, seguendolo, cercando il suo ideale, vedere miracoli, seguire
uno che dava loro da mangiare; alcuni vengono per curiosità, altri non si
sa perché, alcuni seguono Gesù come un idolo... Allora Gesù si volta e
dice: un momento, cosa fate qua ingannandovi e perdendo tempo? Pensate
che se qualcuno viene dietro di me e non odia suo padre, sua madre, suoi
fratelli, le sue sorelle, sua moglie, suo marito ed anche la propria vita
non può essere mio discepolo. Immaginatevi quella povera gente... Avranno
detto. ma che cosa ci viene a dire adesso questo tizio. Con che cosa se
ne esce ora? Questo tipo è matto. E Gesù continua: colui che non porta la
propria croce e non rinnega se stesso non può essere mio discepolo.
Noi questo della croce lo abbiamo interpretato con la nostra
religiosità naturale: bisogna pazientare, sopportare, soffrire... No.
Questo della croce vuol dire una cosa molto concreta: che Dio ti ha
chiamato lì dove sei, ha chiamato te col tuo nome concreto, con tutte le
tue circostanze esistenziali di vita. Dio sa molto bene chi sei tu: una
persona che ha questo difetto concreto, che si masturba, che ha
quest'altro peccato concreto, che sei un tizio con un carattere terribile
ecc. E forse tu sei qua perché Dio ti cambi; tu sei in cammino in questa
comunità durante tutto questo tempo pensando magari che diventerai
migliore e succede che Dio non ti stia facendo granché in questo senso,
tutto il contrario, ti vedi ogni volta peggiore. Chi non porta la sua
croce, cioè chi non accetta la sua realtà concreta esistenziale, non può
essere mio discepolo. E Dio che ti chiama, è lui che conta su di te. Ed
ha eletto uomini così come te, con le tue nevrosi, coi tuoi problemi, con
le tue pigrizie... Dio ti chiama così come sei. Questo è il problema che
noi abbiamo: non sappiamo accettare i nostri propri peccati, non sappiamo
accettare noi stessi. Succede che ciò che noi vogliamo è fare degli
affari con Dio: è chiaro, vogliamo entrare in una
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comunità a condizione che questa ci cambi, che ci garantisca che
attraverso questo cammino noi arriveremo ad essere dei fenomeni, delle
persone migliori di tutti i nostri conoscenti. E succede che attraverso
questo cammino ci sentiamo ogni volta peggiori, che non spariscono i
nostri difetti, ed allora questo non ci piace tanto.
Perciò alla prima cosa che ci invita il Signore con questa Parola è
di accettare ciò che non capisci, ciò che ti uccide, la croce concreta
della tua vita, che è il simbolo di tutto ciò che ti distrugge. Chi non
prende la sua propria croce e venga dietro di me non può essere mio
discepolo. Il Signore si incaricherà di togliere il pungiglione di questa
croce e di trasformarla da morte in croce gloriosa. Ma per questo bisogna
accettarla. Tu vieni a Gesù conta tua croce, con la tua realtà concreta
esistenziale di oggi.
E dice: perché chi di voi che vuol costruire una torre non calcola
prima le spese? Non succeda che una volta che si mette a costruire, non
calcola le spese, o soldi che costeranno i materiali e il lavoro e non
conta i soldi che ha ei i prestiti delle banche e quando è a metà della
costruzione succede che deve lasciare l'opera perché i soldi sono finiti.
E quando comincia a piovere, perde tutto il denaro che ha messo nella
costruzione, perché questa si rovina e tutto il mondo ride di lui
dicendo: questo è uno che si è messo a costruire e quando si trovava a
metà non ha avuto più soldi e non ha potuto finire, andando in rovina
tutto quello che aveva fatto... sarà un asino...
Oppure, che un re prima di andare in guerra contro di un altro non
calcola le forze del suo esercito, conta i suoi soldati e quelli del
nemico? Perché se succede che lui ha 20 e il nemico 40.000 è perso.
Allora quello che fa è trattare la pace, perché sa che se fa la guerra,
perde.
EBBENE QUESTO SUCCEDERA' A CHIUNQUE NON VENDE I PROPRI BENI PER AMORE DI
ME. In questi beni entrano tutti i beni: il lavoro, i beni affettivi,
l'amore alla moglie, al marito, ai figli, i beni materiali, i campi, le
case, i soldi. Tutti i beni. Perché? Perché buono è il sale. Questo del
sale è molto importante. Il secondo scrutinio è il passaggio del sale.
Questo primo scrutinio è una porta che si apre, dopo c'è un anno e mezzo
di tempo, dove si deve verificare tutto ciò che diremo in questa
convivenza e un secondo scrutinio dopo, dove si chiude la porta che
apriamo in questo scrutinio.
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Dopo questo primo scrutinio che è la prima parte del Battesimo,
verrà la seconda parte nel secondo scrutinio che è ciò che ha fatto dopo
il sacerdote con voi nel Battesimo e cioè, prese un poco di sale e ve la
dato in bocca. Questo rito del sale è nel contesto di questo Vangelo;
perché buono è il sale ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si
farà ritornare? Prima d'entrare nel catecumenato, fratello mio, dice il
Signore: prova te stesso. Perché guarda: se tu ti metti in questa strada
tranquillamente, come chi si lava, come chi prende una birra, senza
vedere un po' le tue spese, senza calcolare, senza vedere la tua
intenzione profonda, senza vedere se tu sei qui perché ci sei, senza
piena coscienza di dove stai andando, sai cosa ti succederà? Bene guarda:
entrerai per questa strada catecumenale e come in questa strada bisogna
rinunciare non soltanto ai beni materiali, al denaro, ma che devi
rinunciare anche all'orgoglio, che devi lasciarti calpestare, che devi
porgere l'altra guancia quando uno ti percuote, perché non devi resiste
al male, perché devi entrare niella morte, se non sei capace di dare quel
poco, sai cosa ti succederà? Che passati cinque anni di cammino
catecumenale dovrai lasciare questo cammino. E se questo cammino non ti è
servito per essere cristiano, se il sale ha perso il suo sapore, con che
cosa lo si salerà? Se Gesù non ti ha convertito, chi ti convertirà?
Questo dice la Parola.
Perché a quell'epoca non c'era un'altra strada che questa: il
catecumenato. Non c'era un'altra porta che il Battesimo per entrare nella
Chiesa, per essere cristiano. Questo è scritto nella realtà pastorale
della Chiesa primitiva.
Perciò dice il Signore: prima che una persona si bruci, è meglio
che le facciamo provare se stessa, che le diamo una prova perché calcoli
un po' le sue spese prima di costruire la torre che significa la Chiesa,
che prima di entrare in questo cammino lui veda realmente la sua
intenzione. E per provare se stessa la prima cosa che deve fare è
rinunciare a tutti i suoi beni. Perché chi non odia suo padre, sua madre
ecc.
E' curioso come Gesù sa che i nostri affetti ci separano da Dio.Che
per amore al figlio noi disubbidiamo Dio, che per vigliaccheria facciamo
la volontà della moglie o del marito e non la volontà di Dio. E siccome
la volontà di Dio è salvezza per me e per mia moglie... Quante coppie per
amore disordinato e nevrotico ai propri figli nevrotizzano i loro figli!
Perché non amiamo liberamente, perché mai siamo stati liberi da noi
stessi, né liberi dai nostri ideali. E quando il mio figlio diwww.
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strugge il mio ideale subito non lo amo, subito mi devo difendere da lui,
devo castigarlo subito e tutto diventa un macello. Allora dice Gesù: un
momento, fratello, prima di entrare in questo cammino catecumenale
mettiamo le cose ben chiare. Alcuni leggendo questo o l'Antico
Testamento, dicono: che mostro questo Dio! A me non piace per nulla il
Dio dell'Antico Testamento (come se ci fossero parecchi dei) perché è
mostruoso, così tante vendette...! Per esempio la gente si scandalizza
per il fatto che Dio ordini ad Abramo di uccidere il suo figlio...! Com'è
sanguinario questo Dio! Questo è frutto del nostro Dio sentimentale della
religiosità naturale.
Gesù è il Signore, l'Adonai, il Dio del Sinai, non c'è un Dio
dell'Antico Testamento e un altro del Nuovo. Ebbene Gesù è così anche
lui: non si mette soltanto col figlio come con Abramo, ma parla anche di
odiare la moglie, il marito, il fratello e perfino la propria vita.
Perché Dio dev'essere al centro della tua propria vita. AMARE DIO AL DI
SOPRA DI OGNI COSA. DI OGNI COSA ASSOLUTAMENTE. Questo sarà l'obiettivo
di tutto il giorno di oggi. Perché domani quando arrivi il Vescovo ti
domanderà: cosa chiedi alla Chiesa di Dio? cioè; cosa cerchi in questa
comunità? E tu dirai: cerco la fede. E la fede che cosa realizza in te,
cosa ti da la fede? La fede mi darà, in questa vita, la VITA ETERNA. E il
Vescovo ti indicherà il cammino per avere la Vita Eterna: se vuoi
possedere la Vita Eterna, amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la
tua mente, con tutte le tue forze, al di sopra di ogni cosa. Questo di
amare Dio al di sopra di ogni cosa, non pensate che è una storiella, è
una realtà profonda che cominceremo a esperimentare.
Perciò devi rinunciare a tutti i beni. Perché Dio non ammette due
padroni. No. No. Se io amo Dio al di sopra di ogni cosa...
Ami Dio? Sì. E allora dimostralo coi fatti. Questo ti si dirà in questa
convivenza. Noi non ci fidiamo di quello che tu dici con la bocca, perché
non serve a niente. Qua bisogna dimostrarlo. Allora ti diremo quello che
devi fare per dimostrarlo, se ami Dio al di sopra di ogni cosa. Allora
scoprirai che non ami che te stesso, che sei una persona che non ti
conosci, perché credevi di amare molto Dio ma al momento della verità...
Allora capisci tutti i tuoi problemi. Questo entra dentro del processo di
gestazione del cammino catecumenale.
Preghiamo adesso, fratelli, al Signore, perché ci faccia capire
questa Parola e ci aiuti nel lavoro che stiamo per
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fare in questa giornata.
Canto del Benedictus
Padre nostro (introdotto da ampia preghiera del Presidente)
Benedizione
INTERVALLO
h 11 QUESTIONARIO
Faremo adesso un questionario per gruppi sulle nostre
ricchezze, cioé sulle nostre relazioni affettive, sulle nostre
relazioni col lavoro e col denaro, perché questa sera avremo una
celebrazione della Parola sulle ricchezze. In questa celebrazione
ascolteremo una Parola fortissima. E conviene che di fronte a
questa Parola che ascolteremo, tutti diano una risposta. Questa
sera ognuno di voi darà una risposta alla Parola. Perciò la
celebrazione durerà molto e andremo a letto molto tardi.
Rispetto alla convivenza il giorno di oggi è molto importante,
perché parleremo del denaro, fondamentalmente. Esamineremo più
profondamente la nostra vita: il nostro lavoro, la nostra relazione
con esso, la nostra relazione con il denaro, la nostra relazione
con i nostri affetti.
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81 a
Le domande sono queste:
1) CREDI CHE IL TUO LAVORO E' SECONDO IL VANGELO O FINO AD ORA HAI
ACCUMULATO PER TE E NON PER DIO?
2) LA TUA AFFETTIVITA' (MOGLIE, MARITO, FIGLI, FIDANZATO, FIDANZATA,
PADRE, MADRE, FRATELLI, SORELLE, AMICI, SESSO) SONO RICCHEZZE CHE
ACCUMULI PER TE O LE VIVI SECONDO IL VANGELO?
3) SEI COSCIENTE DELLA TUA VERA RELAZIONE CON IL DENARO? FINO A CHE
PUNTO E' IL TUO SIGNORE?
Si distribuisce poi la gente in gruppi di sette, più o meno, con un
segretario che prende nota delle risposte di quelli del suo gruppo. Si
lavora nel gruppo in questo modo:
a) Si Legge la prima domanda e si lascia un po' di tempo per pensare.
Poi ognuno dà la sua risposta mentre il segretario prende nota delle
diverse rispose.
b) Si Legge La Parola di Dio, con molta attenzione, corrispondente alla
prima domanda: Lc. 12, 13-34.
c) Poi ognuno dà di nuovo la sua risposta, questa volta alla luce della
Parola di Dio che si è letta rispetto alla prima domanda.
Così con le altre due domande.
La Parola per le altre due è:
per la seconda: Lc. 14, 25-35
per la terza: Mt. c6, 22-34
Questo questionario bisogna farlo con tutta sincerità, con
profondità e molto seriamente. Non si possono dare delle risposte alla
leggera. E' necessario riflettere molto. Se è possibile, se il tempo lo
consente, è bene lasciare un tempo di riflessione individuale prima del
lavoro di gruppo.
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h 13 Pranzo
Dopo aver mangiato i gruppi continuano a riunirsi per rispondere al
questionario fino alle 15,30. Poi, tutti insieme di nuovo, i segretari di
ogni gruppo danno le risposte del gruppo raccogliendo le diverse
opinioni.
Se il numero di persone lo consente è bene chiedere le risposte ad
altre persone.
INTERVALLO (molto breve)
Alle h 17,30 circa (dopo la messa in comune) si riprende con la
CATECHESI SUI BENI (Kiko)
Il primo problema che uno si pone sul lavoro è quello di pensare
che ci sono lavori puri e lavori impuri. Questo dualismo molto religioso
non si avverte nel Vangelo. Pensare che un lavoro come quello di maestro
è secondo il Vangelo perché uno si dedica a educare dei bambini o che un
lavoro come quello di sacerdote è secondo il Vangelo perché fa delle cose
per gli altri a che altri lavori non siamo secondo il Vangelo perché sono
rivolti soprattutto a se stessi è non aver capito niente del Vangelo. Non
è che ci siano lavori che in se stessi siano buoni e lavori in sé stessi
cattivi. Questo è il primo pericolo col quale possiamo trovarci: che i
lavori in sé stessi sono secondo il Vangelo o no. E allora una casalinga
fa un lavoro stupendo perché aiuta gli altri, dà da mangiare a tutti,
pulisce la roba di tutti, non ha niente che vedere con sè stessa. Questa
è la prima messa a fuoco mal fatta.
Un altro problema è voler fare del Vangelo una legge. Ci piacerebbe
che ci dicessero in che cosa consista essere cristiano, ma così, con una
legge. Ebbene, se volete proprio questo è facile: ti prendi il Levitico
che è una legge nella quale Dio
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dice agli ebrei in tutti i particolari ciò che devono fare. Persino come
devono soffiarsi il naso. Nel Levitico si trova tutto regolarmente fino
all'ultimo dettaglio. E così la osservano ancora i giudei osservanti
nelle comunità degli Hassidim. Questa tentazione l'abbiamo anche noi: che
ci diano una legge perfetta; vediamo, ci dica Lei esattamente ciò che
debbo fare. Questo è assurdo perché la legge soltanto serve per
convinverti che sei un peccatore, che non la puoi compiere. Il Signore ha
dato la legge a Israele precisamente per dimostrargli che è peccatore. E'
chiaro che i giudei, come accusa loro Gesù e San Paolo, hanno preso la
legge per il contrario, per voler diventare buoni, per dire: "io sono
osservante e tu no". Questo è il fariseismo: disprezzare il popolo perché
non capisce niente e credersi buoni perché si osserva la legge
letteralmente, perché si digiuna nei giorni segnalati dalla legge, perché
si danno le decime ai poveri, come dice la legge. Di modo che, ti si può
dare una legge completa di come devi comportarti in famiglia e nel
lavoro, e tuttavia può venire Gesù e dirti che sei il fariseo più totale.
Qui troviamo il fariseo nel Vangelo: colui che va al tempio ai pregare e
dice: Signore, ti rendo grazie perché sono osservante della legge, perché
digiuno, perché faccio l'elemosina e perché non sono come questo ubriaco,
il quale appena riceve la paga la spende in vino e poi picchia la moglie.
Invece il peccatore si trovava in un angolo senza alzare il capo,
dicendo: abbi pietà di me, Signore, perché sono un miserabile.
Allora vediamo un po' quello che dice il Vangelo, così capiremo più
chiaramente il fondo di quello che ci vuol dire Gesù.
Uno della gente gli disse: "Maestro, dì a mio fratello che divida
l'eredità con me. Lui rispose: Uomo, chi mi ha costituito giudice o
distributore fra di voi?" (Lc 12,13).
Questa è una domanda molto interessante. Immaginatevi che molta gente
dice che la Chiesa dovrebbe dire agli americani che sono così ricchi e si
chiamano cristiani, che dividano i loro beni col Sud America che è così
povera. Qui ci troviamo con un problema. Sono due fratelli. Uno ha preso
l'eredità di suo padre, è rimasto con tutto il denaro e vive
nell'abbondanza, mentre l'altro vive nella miseria. E quello che vive
nella miseria si rode tutto. In primo luogo perché suo fratello l'ha
lasciato senza denaro, ma anche perché suo fratello è così ipocrita che
per di più segue Gesù e va dietro ascoltandolo come un santo. E non
sopportando questo dice: "Maestro, dì a questo mio fratello, che è un
farabutto, che divida la sua eredità con me. Si sta dando
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arie di essere buono perché ti ascolta, mentre invece è un ipocrita".
Certo non se lo aspettava che Gesù se ne uscisse in quel modo.
C'è un passo del Vangelo parallelo a questo. Si tratta di Marta e
Maria (Lc 11,38). Gesù si trova a casa loro mentre Marta lavora a
perdifiato, sbrigando tutte le faccende di casa e Maria invece va tutta
in estasi ai piedi di Gesù pendendo dalla sua bocca. E Marta pensa: ma si
è mai visto questo? Lei si crederà tanto buona, lei che se ne sta
tranquilla ad ascoltare e mi lascia sola quando bisogna pulire la casa,
lavare i piatti ecc. E lei tranquilla ad ascoltare Gesù. Allora non
resiste più dice a Gesù: Ma Signore, dille qualcosa, non ti preoccupa,
Signore che io stia qui da sola a lavorare e lei stia lì con le mani in
mano. Dille che questo atteggiamento è falso, diglielo un po'... Marta
sta giudicando Maria. E anche qui Gesù se ne esce a suo modo.
Ebbene con questi due fratelli succede lo stesso. Dice il povero:
dì a mio fratello che divida l'eredità con me. Si suppone che il fratello
stia lì, perché altrimenti, come poteva dirglielo. Anche noi facciamo
questa domanda quando diciamo: i ricchi devono far parte coi poveri. I
Vescovi devono dire ai ricchi che vanno a messa che dividano coi poveri.
Gesù dice: "Chi ha costituito me giudice o ripartitore fra di voi?" E qui
la gente non capisce niente. E disse loro: "GUARDATEVI DA OGNI AVARIZIA
PERCHE' ANCHE NELLA ABBONDANZA LA VITA DI UNO NON VIENE ASSICURATA DAI
BENI". Qui si trova il segreto di tutto ciò che avete detto del lavoro.
Sottolineo di questo una parola: LA VITA. Che cosa ha risposto Gesù a
quest'uomo e a tutti coloro che andavano dietro di lui? Quando un
fratello di sangue è capace di rubare il denaro a suo fratello, quando un
tizio è capace di restare con tutto il denaro e lasciare suo fratello
nelle strettezze senza che gliene importi niente, vuol dire che per lui
il denaro è molto importante. Vuol dire che per lui la vita gli viene dai
beni. Ma succede che Gesù dice lo stesso al poveretto che si stava già
fregando le mani dalla contentezza pensando che tutto questo va diretto a
suo fratello. Quando sei capace di denunciare tuo fratello di sangue
davanti a tutti, qui, è perché anche per te la vita. ti viene dal denaro,
dai beni. Guardatevi da ogni avarizia, perché la vita di un uomo non
viene assicurata dalle ricchezze. Cioè: vi sbagliate entrambi perché per
voi, dove si trova la vita? Io non sono venuto qui a fare ripartizioni,
perché questo sarebbe dire che è vero che la vita si trova nelle
ricchezze e come è così importante il denaro per la vita è molto
importante
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saperlo ripartire. Gesù si colloca in un altro punto, in un altro piano
molto più profondo. La vita dell'uomo non si trova nel le ricchezze.
E raccontò loro una parabola: "C'era un uomo ricco che ebbe un
grande raccolto e disse: cosa farò? Lo so bene: abbatterò tutti i miei
granai e li costruirò cinque volte più grossi per poter conservare tutta
questa raccolta" (Lc 12,16). E così fece, affita operai e li fa lavorare
come bestie per quattordici ore di seguito. Lui stesso non dorme per
vigilare le opere e dopo vari mesi senza riposo, una volta finita l'opera
e immagazzinato tutto il grano disse: Adesso, anima mia, bevi, riposa,
banchetta, perché hai dei milioni. E dice il Signore: povero infelice,
ora che hai finito di lavorare come uno schiavo, pieno di preoccupazioni,
morrai questa stessa notte. Non potrai godere nemmeno una lira di quanto
hai attesorato. A che ti servirà tanto lavoro e tanta preoccupazione? A
niente: per i tuoi cugini che se lo spenderanno tutto in donne e vino.
E disse ai suoi discepoli: non preoccupatevi della vostra vita, non
inquietatevi né angustiatevi. Questa è parola di Dio. Non preoccupatevi
per il vostro corpo, cosa mangerete, né con che cosa vi vestirete, perché
la vita vale di più che il vostro corpo.
Guardate, ciò che fa Gesù è tutta una disalienazione. La vita vale di più
del cibo e il corpo più del vestito. Chi di voi, per molto che si
preoccupi, può aggiungere un millimetro alla sua vita? Se dunque non
siete capaci di risolvere le cose più piccole, perché vi preoccupate del
resto? Cioè: dove si trova l'alienazione dell'uomo? Nel fatto che
dimentica la realtà. Dimentica che se può muovere le mani è un miracolo,
è un vero miracolo che io possa parlare, è un mistero il fatto che
viviamo. Ma noi pensiamo che la vita ce la diamo noi. Siamo entrati in un
processo di alienazione assoluta. Siamo fuori della realtà.
Guardate ciò che Gesù ci ha detto con questo: la vita non viene
assicurata dalle ricchezze. Dove sta il problema? Nel fatto che l'uomo
pone la sua vita, la sua sicurezza, crede che troverà la vita nelle
ricchezze e nel lavoro come mezzo per avere queste ricchezze.
Questo ci rimanda al Kerigma. Tutto il Vangelo, il cristianesimo non è
altro che il Kerigma, che è un fuoco che illumina tutte le cose. Il resto
sono delle cose illuminate da questo fuoco.
Nell'uomo esiste una dicotomia interna. Dio ha creato
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l'uomo non perché soffra e muoia, ma perché goda la felicità e viva
nell'amore. Ma l'uomo ha peccato. E in che cosa consiste il peccato? Ce
lo dice la parola di Dio nella Genesi. Il peccato è una parola che ha
perso valore, che non ha molto senso. Adamo ed Eva siamo noi. Adamo ed
Eva sono il paradigma di tutti gli uomini, della natura umana: Dice la
scrittura che Dio ha posto un albero nel centro e ha dato una proibizione
all'uomo. Possono mangiare di tutti gli alberi, ma dell'albero che sta al
centro non possono mangiarne, perché se ne mangiano morranno. Ma il
serpente, che era l'animale più astuto di tutti coloro che Dio aveva
posto nella campagna, si avvicina ad Eva e dice: "Com'è possibile che Dio
vi abbia detto di non mangiare di nessuno degli alberi del giardino?" Il
serpente attacca fin da principio con la bugia. Dio non ha proibito loro
di mangiare se non dell'albero che si trova nel mezzo. Ma il serpente le
dice: "Come vi è stato proibito di mangiare di tutti gli alberi del
giardino?". Eva risponde: "Possiamo mangiare di tutti gli alberi del
giardino, ma di quello che si trova in mezzo Dio ci ha detto: "Non
mangiate perché morrete".
Che cosa pretende il serpente con questa prima bugia? Far vedere ad
Eva ed insinuare nel suo intimo, che se non possono mangiare di un albero
è come se non potessero mangiare di nessuno, che in fondo è lo stesso,
perché in ogni caso non sono liberi. Il serpente fa vedere ad Eva la sua
realtà: che è creatura, che è limitata, che non fa ciò che vuole ma ciò
che vuole Dio. E subito la seconda bugia: non è vero che morrete: Dio sa
molto bene che il giorno che mangerete del frutto dell'albero che si
trova in mezzo sarete come dei, conoscitori del bene e del male. Il
serpente tenta Eva perché non accetti la sua realtà di limitazione
dicendole che Dio è geloso, che ha mentito dicendo loro che moriranno,
perché non mangino, perché non vuole che siano come Lui. La tentazione
consiste nell'invitare l'uomo a poter decidere per conto suo su ciò che è
buono e su ciò che è cattivo senza che nessuno gli imponga niente. La
tentazione è non dover dipendere da nessuno, che nessuno gli debba dire
ciò che è buono e ciò che è cattivo. Il demonio ci invita a decidere da
noi soli sulla nostra propria vita, decidendo che cosa è il bene e che
cosa è il male. La tentazione è voler essere Dio, non accettare altro Dio
che la nostra ragione, non accettare la nostra dipendenza da Dio, il
fatto di essere creature di Dio. E' la tentazione di non voler essere
creatura dipendente da nessuno. Questa è una tentazione molto profonda
che tutti abbiamo ricevuto. Allora ciò che fa il maligno è di servirsi
della proibizione per dirci che Dio non esiste, che Dio non ci vuole bene
,
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che Dio ci fa dipendere da lui non perché ci vuole bene, ma per
infastidirci, perché ha invidia e gelosia di noi. E dice: com'è possibile
che Dio ti voglia bene quando ti proibisce di mangiare di questo frutto?
Dio ti ha fatto credere che questo frutto è cattivo per te, che morrai se
mangi, per farti paura, non succeda che mangiando diventi come Lui. Ma
questo non è vero: non vedi che il frutto è buono, gradevole alla vista e
stupendo per essere felice? Ed Eva vedendo che il frutto era buono a
mangiare, gradevole alla vista ed eccellente per raggiungere la sapienza,
prese del frutto e ne mangiò. Cioè, dice il serpente: quando Dio ti
proibisce una cosa buona è perché non ti vuol bene; ti ha ingannato, ti
mente perché non ti vuol bene. Dio è geloso, non vuole che tu divenga
Dio.
Questo ci sembra una storiella ma non lo è. E' ciò che tutti
abbiamo detto di fronte al sesso, per esempio. Chi ha detto che fare
questo è peccato, è male? Lo hanno detto i preti. A me non sembra
peccato: se lui mi vuol bene ed io anche a lei, chi me lo proibisce? I
preti perché tutti sono dei tarati mentali ed hanno dei complessi
sessuali terribili, perché poveretti, non si sono sposati. Chi ha detto
che questo è peccato? Il fatto che qualcuno ti abbia detto che una cosa è
cattiva quando a te sembra che non lo è, vuol dire che sopra di te c'è
una intelligenza che conosce il bene e il male e che può decidere sulla
tua vita. Bene e perché non me lo spiegano? Che cosa è mai questa che a
me non mi dicano le cose? L'uomo cerca di conoscere, cerca di acquisire
la sapienza, di pensare per sè stesso, senza che nessuno gli dica ciò che
è buono e ciò che è cattivo. Chiedendo col peccato una autorità morale,
decidere sul male e sul bene, essere in definitiva Dio di sé stesso; non
dipende da nessun Dio, non dipende da nessun precetto morale. Questa è la
lotta che in definitiva combatte la gioventù di oggi, per esempio; che
hanno tutti i movimenti della società, che è una tentazione tremenda.
Ma succede che la realtà è un'altra. La realtà è quella che è a
meno che vogliamo diventare degli schizofrenici inventando una realtà
diversa da quella che è, una realtà nella quale ci piace vivere. Ma
questo è fuggire e non serve a niente. E' impossibile inventare un'altra
realtà; perché la realtà è quella che c'è. E' inutile che uno zoppo si
immagini che non lo è perché la realtà è quella che è. E' inutile che una
ragazza che è brutta s'immagini che è bella, perché è brutta. La realtà è
quella che è: che tu sei un uomo, che non sei Dio, perché anche se ti
piace molto essere Dio, mi dispiace molto ma non sei
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che un uomo.La tentazione in definitiva è quella di non accettare la
propria realtà, ciò che dice la psicologia che è la cosa più difficile
per un uomo, accettare la sua propria realtà. Tutte le nevrosi e
schizofrenie sono precisamente tentativi dell'uomo di fuggire dalla sua
propria realtà che non gli piace e immaginarsi una sua propria realtà,
con i suoi codici, nel suo mondo e si va allontanando e quando se ne
accorge è un matto che si trova assolutamente fuori della realtà, e tutte
le risposte non sono adeguate al mondo reale ma al mondo irreale che si è
fabbricato. Questa è la cosa più difficile per l'uomo: accettare la sua
realtà. Per una ragazza accettare che il fidanzato l'ha lasciata o che ha
avuto un incidente; per una moglie che il marito muoia. Ma se queste cose
capitano agli altri... Come è possibile siano successe a me? Ebbene, oggi
è toccato a te.
E' inutile che l'uomo cerchi di diventare Dio, perché non è Dio,
Dio è un altro. Tu sei un uomo che è un'altra cosa. La rivolta dell'uomo,
il peccato è fondamentalmente questo: non accettare la propria realtà di
uomo. Perciò essere cristiano sarà proprio questo: accettare la propria
realtà; la propria croce, la realtà totale-esistenziale di vita nella
quale ti trovi. Avviene che noi uomini stiamo sempre fuggendo da una
realtà che non ci piace, sempre c'è qualcosa nella nostra vita che non
possiamo accettare e ci ribelliamo. Essere cristiano è essere in perfetta
sintonia, in totale accordo con ciò che è la volontà di Dio per noi, per
la nostra esistenza.
Il problema è questo: che quando l'uomo ha accettato la catechesi del
maligno: che Dio non ti vuol bene e la prova di ciò è il fatto che non ti
lascia andare a letto con la moglie di un altro, per esempio, perché a te
sembra una cosa buona, perché ne hai voglia, perché tu hai già la tua
morale, le tue idee i tuoi problemi..., quando l'uomo accetta questa
catechesi che Dio non è Amore e la prova di questo suo non Amore è che ti
ha messo una legge che ti limita, che non ti lascia libero, della quale
non puoi scappare, che ti obbliga anche se non vuoi, a una serie di cose,
quando l'uomo accetta questo facendo un sacramento, un segno nel quale
l'uomo impegna la sua vita, che è il peccato consumato, cosa succede? Ciò
che dice Giovanni: il peccato consumato genera la morte; quando l'uomo
con un atto, con un sacramento dice Amen ad una catechesi: Dio non è
amore gli succede ontologicamente una cosa terribile: muore assolutamente
nel suo interiore. Dio non ha creato l'uomo per la morte, più ancora, in
seguito, chiederà ad Adamo: chi ti ha insegnato a morire? Come mai ti
senti nudo? Perché Dio né gliel'ha detto né l'ha creato
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per morire. Da dove può dedurre l'uomo che si può morire quando Dio ha
creato l'uomo perché viva con Lui per sempre? Chi ti ha detto che tu puoi
morire? La conseguenza del peccato è: la morte ontica. Non la morte
fisica. Qui bisogna separare la morte fisica da quella ontica. La morte
fisica la aveva già Adamo prima di peccare, ma era qualcosa di stupendo,
una cosa naturale che non era altro che un passaggio ad una vita
superiore, come vedeva l'uomo che succedeva con tutta la natura, che il
grano muore ed esce una vita nuova, che gli alberi rimangono senza foglie
poi spuntano di nuovo più foglie e più fiori. Questo si vede nei popoli
più primitivi, meno degenerati, i quali mai hanno considerato la morte
fisica come una morte per sempre, ma come un passaggio alla trascendenza
totale. Perciò fanno il culto agli anziani, perché sono più vicini
all'altra vita. Perché sono civiltà che sono primitivissime che vivono in
contatto con la natura e ricevono da questa una catechesi: che la morte
fisica è per una vita nuova, perché nella natura niente muore per sempre:
tutto muore e risuscita, il grano muore e nasce una spiga: i giorni
muoiono e il giorno dopo nascono di nuovo. Tutto nella natura è in un
processo di morte e di risurrezione. Allora chi ha detto all'uomo che
muore per sempre? Questo è il prodotto di accettare la catechesi del
maligno peccando. La morte è il prodotto del peccato. Questo non lo dico
io, lo dice la Scrittura.
Il maligno approfittando della legge ci convince di peccato e con
il peccato ci regala la morte. La morte che prima era qualcosa di
meraviglioso adesso è una realtà spaventosa. Perché? Che cosa fa che la
morte sia morte? Il peccato. Perciò dice San Paolo: il pungiglione della
morte è il peccato. Prima la morte non aveva pungiglione, era
inoffensiva; adesso dall'esperienza del peccato, la morte è un mostro che
minaccia col divorarci. E la forza del peccato dice Paolo, è la legge.
Dalla legge si è servito il demonio per farci peccare, perché ci ha detto
che la legge è la prova che Dio non è amore. Prima la morte fisica era il
giorno più bello della vita dell'uomo. Adesso la morte è un mostro che ci
riempie di timore e di panico. Perché? Non per sè stessa ma per il
peccato che abita in noi.
In Che cosa consiste l'esperienza della morte che ci produce il peccato?
Il peccato è ciò che ci ha fatto esperimentare la morte profonda della
nostra esistenza. Dio non ha creato l'uomo perché muoia e la morte non
aveva niente di morte per Adamo, perché adesso l'uomo associa morte e
peccato? Chi ci ha insegnato ad associare morte e peccato? Non è lo
stesso andare in aereo e farci dei va e vieni se sei in peccato o no.
Perché, quando c'è un terremoto le chiese si riempiono. Chi ha insegnato
awww.
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gli uomini a fare questa associazione tra morte e peccato? Molto
semplice. Le conseguenze del peccato; è la tremenda paura che provoca
nell'uomo il peccato.
Le conseguenze del peccato sono molto serie: dice la scrittura, e questo
è Parola di Dio, che per prima cosa si aprirono loro gli occhi; l'uomo
conosce sè stesso in una nuova dimensione che prima non conosceva. L'uomo
scopre in sè stesso ciò che si chiama l'alterità, il sentirsi estraneo di
fronte a sè stesso, estraneo di fronte agli altri ed estraneo di fronte a
Dio. Questa è una esperienza che tutti abbiamo fatto quando abbiamo
peccato: esperimentare l'estraneità di noi stessi di fronte agli altri e
di fronte a noi stessi. Eravate felici, tranquilli, con tenti a casa,
avete peccato ed il cielo è più oscuro, la faccia bella gente più seria,
vi sentite scomodi davanti a voi stessi. L'uomo si sente macchiato
interiormente. L'uomo si sente estraneo di fronte a se stesso, si sente
nudo. In definitiva: L'UOMO HA PERSO LA DIMENSIONE PROFONDA DEL SUO
ESSERE. L'uomo non è soltanto materia che vive; l'uomo ha una dimensione
molto più profonda: che cosa dà all'uomo la sua vera dimensione? L'AMORE
DI DIO. Ma se l'uomo accetta la catechesi che Dio non lo ama, l'uomo
peccando ha detto che Dio non è amore, ha perso la dimensione profonda
del suo essere, perché nega che Dio è colui che l'ha creato, mentre Dio è
colui che l'ha creato; dice che Dio non è amore, che Dio non esiste,
quando l'uomo vive proprio per ché Dio esiste e lo ama. Allora se Dio non
esiste, chi sei, chi ti ha creato, da dove vieni, dove vai? L'uomo non si
conosce già più. E questo non pensare che avvenga a un livello
intellettuale come lo sto dicendo io, questo si realizza ad un livello
molto più profondo; ciò che succede è che l'uomo non se ne rende conto
perché è alienato e vive fuori della realtà. Se colui che ti ha creato è
Dio e Dio è amore e tu vivi in quanto Dio ti ama e noi siamo il prodotto
dell'amore di Dio, e proprio perché Dio ci vuol bene ci proibisce certe
cose perché non muoiamo, se tu pecchi e dici che Dio non esiste, che Dio
non ti ha creato, che Dio non è amore, che ti dà la legge per cagionarti
fastidio, cosa ti succede? Se uccidi Dio nel tuo cuore, distruggi nel
fondo del tuo cuore la ragione della tua esistenza. Peccando l'uomo dice:
Dio non esiste; e se Dio non esiste chi sono io? sono un morto, non ho
senso, sono assurdo. L'uomo esperimenta la morte, l'uomo esperimenta il
vuoto assoluto interiormente. Esperimenta la perdita della dimensione
profonda dell'essere. L'uomo rimane come un volto vuoto senza contenuto,
come se il suo interiore fosse sparito. Allora l'uomo vive come una
macchina: quando ha fame, mangia; quando ha sete, beve; quando ha sonno,
dorme; vegeta come una pianta. Questo è quello che avviene all'uowww.
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mo interiormente, il che è terribile: L'UOMO E' STATO CREATO DALL'AMORE
PER L'AMORE, CIO' CHE DA' L'ESSERE ALL'UOMO E' IL FATTO DI ESSERE AMATO
DA DIO; SE L'UOMO DICE COL PECCATO CHE DIO NON L'AMA, IL SUO ESSERE VIENE
INTERIORMENTE DISTRUTTO. Io non sono più amato, allora io chi sono?
L'essere dell'uomo viene profondamente distrutto: questo è la morte
ontica. A partire da questo momento la morte fisica è il segno
sacramentale della morte ontica, a partire da questo momento l'uomo ha
paura della morte. Adesso tutto è oscurato. Avete visto qualche volta un
cane che si è bruciato? Dopo ha paura di tutto. Questo succede all'uomo:
adesso ha panico di tutto. Come l'uomo che ha avuto un incidente stradale
ha sempre una paura atroce.
L'uomo si sente morto interiormente e ha paura di tutto. Abbiamo
detto che ciò che dà vita all'uomo è l'essere amato. Ma come ha accettato
che la vita non gliela dà Dio, ma che al contrario Dio è geloso, che ciò
che vuole è togliergli la vita, l'uomo a partire da questo momento cerca
la vita come un disperato, cerca di vivere, fugge dalla morte che ha
conosciuto nel suo interiore, è nudo, ha conosciuto il male, i suoi occhi
gli si sono aperti, scopre il male nel suo proprio corpo, si copre con
delle foglie, ha paura di Dio, si nasconde a Dio, appare la parola paura,
panico, appare l'egoismo. Dice la scrittura che Adamo dà la colpa ad Eva,
ad Adamo non gli importa niente che Dio punisca Eva, scompare la
solidarietà tra gli uomini, appare l'egoismo, l'uomo si vuol salvare per
conto suo perché la paura attanaglia l'uomo.
Da questo momento l'uomo cerca di salvarsi per conto suo, coi suoi
mezzi, intento a cercare la vita per tutte le parti. Ma cercare la vita
che cos'è? La vita per l'uomo è essere amato. Allora l'uomo si vende alle
potenze del mondo domandando loro la vita. L'uomo è un essere che va per
il mondo con la mano stesa chiedendo un po' di vita. La parola vita è lo
stesso che essere amato. Che cosa chiede l'uomo? Essere amato. la radice
profonda di tutti i nostri conflitti è affettiva. che vogliamo essere
amati. Perciò dice Sant'Agostino che il cuore del l'uomo che è stato
creato per l'amore di Dio, sempre rimarrà insoddisfatto con le case di
questo mondo finché riposi di nuovo nell'amore di Dio.
L'uomo cercando di avere la vita, di essere amato, si vende agli
idoli; invece di obbedire, servire, amare Dio, serve e ubbidisce alle
cose della natura dando loro la categoria di Dio. In questo consiste
l'idolatria. E chiede la vita alle cose.
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