giovedì 8 aprile 2010
ORIENTAMENTI ALLE EQUIPES DI CATECHISTI PER LA CONVIVENZA DELLA RINNOVAZIONE DEL PRIMO SCRUTINIO BATTESIMALE 3
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Il lavoro è una cosa buona, avere dei figli è una cosa buona, sposarsi è
una cosa buona, tutto ciò che Dio ha creato è buono ma adesso l'uomo
cerca di strumentalizzare tutte queste cose per il suo bene. Allora un
ragazzo quando si sposa chiede la vita. Una ragazza, poveretta, per lei
sposarsi è tutto. La vita è sposarsi e le viene dallo sposarsi. Per un
altro la vita; l'essere felice in pienezza, ricuperare la dimensione del
suo essere la cercherà nel denaro, perché pensa che nel mondo è molto
importante il denaro, perché soltanto quando si ha denaro la gente ti
rispetta e ti ama. Allora procura con tutte le sue forze di fare molti
soldi e chiede ai beni la vita. Adesso capiamo il Vangelo che stiamo
commentando.Cosa dice Gesù? Guardate, guardatevi da ogni cupidigia,
perché la vita di uno non viene assicurata nei beni. Non perché tu abbia
molta ricchezza, riuscirai a conseguire la vita interiore che stai
cercando, non conseguirai la felicità. La gente quando si sposa chiede
alla moglie la felicità e dopo ciò che ha sofferto durante il periodo del
fidanzamento, dopo ciò che ha sofferto nel matrimonio non è felice e
continua insoddisfatto. Un ragazzo entrando nella scuola di ingegneri
pensò che una volta finita la carriera e divenuto ingegnere, sarebbe
stato totalmente felice. Ebbene adesso che è ingegnere chiedigli se è
felice. Un altro pensa che con qualche milione risolve tutti i suoi
problemi: dammi qualche milione e tutto andrà a gonfie vele... Daglieli e
vedremo cosa succede. Mi ricordo di un uomo che ho conosciuto giocando a
scacchi. A questo uomo avvenne quanto sto per raccontare: era un
rosticciere, aveva una friggitoria e gli andava abbastanza male, ma si
decise a giocare al lotto per uscire dai guai e vinse la bellezza di nove
milioni di pesetas (qualcosa come 90 milioni di lire). Ebbene questi
soldi gli rovinarono la vita. Per lo meno prima viveva con la sua
friggitoria in compagnia di sua moglie e tirava avanti. Con i milioni la
moglie che era di paese si acquistò delle pellicce e dei gioielli, lì
raggiunse mezza famiglia del villaggio che stava soffrendo la fame e
dovette distribuire del denaro. Vedendo che in poco tempo erano andati
via quattro milioni, prese il resto e tirò i cordoni della borsa.
Conseguenza: perse tutti gli amici, ruppe con la famiglia, la moglie si
arrabbiò e si separò da lui, acquistò una macchina ed ebbe un incidente
stradale. Un finimondo. La sua vita fu totalmente distrutta. Viveva nel
terrore pensando che soltanto gli restavano cinque milioni. Non sapeva
cosa fare per conservarli. Consigliato da alcuni si mise in affari di
tappezzeria con uno svergognato che lo imbrogliò. Altri gli consigliavano
di acquistare delle azioni, ma non osava. Ed eccolo lì con quei cinque
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milioni, senza amici col suo denaro ben custodito. Veniva da piangere. Un
uomo che prima si alzava di buon mattino fischiando, facendo delle
frittelle era passato alla storia. Mai quest'uomo si rimise a fischiare.
Gli piaceva un po' giocare agli scacchi, ma successe che al club perse
tutti gli amici e poco mancò che lo mandassero via perché quando regalò
al club alcune delle sue scacchiere, tutti dissero; che taccagno! Ha
vinto nove milioni e ci regala scacchiere per sole tre mila pesetas...
Lasciò ad una persona 20.000 pesetas e quello disse: disgraziato! Ha nove
milioni e mi lascia soltanto 20.000 pesetas. E così uno dopo l'altro.
Adesso possiamo capire come Gesù dice che la vita non si trova nei
beni. Il problema dell'uomo dice Gesù è che cerca la vita nelle cose.
Chiede alle cose, agli idoli la felicità che soltanto Dio può dargli. E
questo è il nostro problema. Questo era il problema del fratello che va
da Gesù denunciando suo fratello e il problema di questo.
Perciò in questo catecumenato bisogna rinunciare ai beni e agli idoli:
gli idoli che sono le potenze cosmiche di questo mondo. Perciò è molto
importante il kerigma apostolico che dice: a questo Gesù Dio lo resuscitò
e lo ha costituito come Signore e Kiryos di ogni principato, di ogni
virtù e di ogni dominazione. Cosa vuol dire questo? Che noi ci troviamo
sotto ai poteri di questo mondo, poteri di tipo psicologico. Siamo
sottomessi ad ogni tipo di nevrosi. Ci troviamo anche sotto un potere di
tipo sociale e per paura del prestigio, perché vogliamo che gli altri ci
vogliano bene, perché crediamo che in questo è la vita, passiamo la
nostra vita facendo la vita che gli altri vogliono che noi viviamo ma non
la nostra. Mia madre durante tutta la vita mi ha detto: ma Francesco
Giuseppe, cosa dirà la gente? per favore, pettinati..., non te ne rendi
conto come vai? Io a mia madre le voglio molto bene ma la poveretta ha
vissuto tutta la vita ossessionata dall'idea degli altri, di che cosa
dirà la gente, perché il prestigio, perché perdere la stima degli altra.
L'uomo è dominato dal peccato, schiavo delle potenze. Perciò nel Vangelo
il peccato non è un bene che ci viene proibito e che se lo fai ti aspetta
una bella pena all'inferno. No. No, per Gesù l'uomo che si trova sotto il
peccato è uno schiavo. Chi pecca un povero disgraziato, è una vittima.
Perciò noi diciamo alla gente: pecca, fa ciò che vuoi. Vuoi peccare?
Ebbene pecca dunque finché vuoi, anche se qualcuno si scandalizza. Ah!,
dice la gente, bella questa! Dunque tutti a peccare. E va bene. Peccate.
Quando la gente dice questo crede che il peccato sia una cosa buona che
Dio ci ha proibito di fare. Soltanto ti dico che ogni
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volta che pecchi muori. Il peccato è la morte. Perciò la Chiesa primitiva
considera gli uomini morti e vivi. Gesù dice: lascia che i morti
seppelliscano i morti. Tu vieni e seguimi. Perché uno gli diceva: senti
mio padre è morto, permettimi che prima lo seppelliamo.. La legge era
molto stretta in questo senso. E Gesù dice: lascia che i morti,
riferendosi ai vivi, seppelliscano i morti. Tu vieni ad annunciare il
regno di Dio.
Cioè, l'uomo che pecca vive nella morte. Ma non perché lui sia
cattivo, perché vuol fare del male. Perché questo è religiosità naturale,
che crede che la vita è una prova, che tu puoi peccare o no. No, no,
l'uomo pecca perché non può fare altro, perché è schiavo del peccato.
Ma Dio non rimane indifferente di fronte a questa realtà che tu
vivi oggi, di schiavitù psicologica, di schiavitù al sesso, che ti rifugi
nel sesso quando le cose ti vanno male, che ti rifugi nel mangiare per lo
stesso motivo, che quando uno non si sente amato dagli altri si dà
piacere a se stesso, cerca di amare se stesso, o uno si rifugia nella sua
nevrosi perché la vita gli è ostile, perché è schiavo dei poteri sociali.
Perché in definitiva l'uomo è schiavo di tutti i poteri nella sua ricerca
della felicità. Perché questo è ciò che cerchiamo tutti: la nostra
felicità. E in questo cercare la felicità facciamo un mucchio di
compromessi perché siamo dei vigliacchi. Quanti matrimoni sono una
porcheria ma non si separano mai perché sono dei vigliacchi assolutamente
tutta la loro vita! Per una pressione sociale, per qualunque cosa sia,
trascorriamo la nostra vita facendo il male minore.
DIO NON E' INDIFFERENTE A QUESTA REALTA' DI PECCATO DELL'UOMO, MA INVIA
GESU' CRISTO. Se in mezzo ad Adamo ed Eva alziamo una croce capiremo ciò
che è il cristianesimo. Perché viene Gesù? Per liberarti qui, in questa
terra, da questa realtà di schiavitù nella quale ti trovi.
Una persona se non è stata rinnovata interiormente è normale che
nel lavoro si cerchi necessariamente se stesso un poco e che cerchi di
fare dei soldi perché il denaro è una sicurezza psicologica. Tutta la
psicologia dice che il denaro è un simbolo. C'è la gente la quale se le
togli i soldi si suicida. Quanti! Perché il denaro è una sicurezza
psicologica. Perché il denaro è un simbolo dell'affetto. Quasi tutti i
conflitti matrimoniali sono per questioni di denaro. Questo non è perché
tutti sono egoisti con il denaro, ma perché secondo quel lo che fai tu
con il denaro, così vede l'altro se gli vuoi bene
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o no. E perché il denaro è un segno di come l'altro ti ama.
Allora tutti gli uomini si dedicano a far denaro perché avere soldi
significa sicurezza, significa che tu sei capace di guadagnarlo, ora sei
un uomo, tutti gli altri ti vogliono bene, puoi dominare sopra gli altri,
puoi riderti della gente, perché con il denaro si può fare quello che si
quello che si vuole e si può andare dappertutto. Cioè che il denaro ha un
potere molto forte e grande. Se capiamo che il denaro è un simbolo
possiamo capire allora perché Gesù dice: Non potete servire a Dio e al
denaro... Perché non dice invece di denaro, il sesso o gli idoli? Perché
questo è scritto per una pratica pastorale delle comunità primitive le
quali usavano il denaro nel primo scrutinio come un catalizzatore, come
un mezzo per aiutare l'uomo a conoscere la sua realtà cristiana: lo
stesso che faremo noi, che utilizzeremo il denaro come un mezzo di aiuto
per te stesso.
Ritorniamo al tema di coloro che vogliono un moralismo, una legge,
che diciamo loro in che cosa consiste esattamente lavorare da cristiano.
Fintanto che quest'uomo si trova sottomesso a causa del peccato e la
paura della morte gli impedisce realmente di realizzarsi, è inutile che
si impegni, che gli diciamo di fare delle cose, perché l'unica cosa che
facciamo è frustrarlo di più. Perché? Perché egli scopre dentro di sè che
non ha forza, che non può. E' per questo forse che le prediche
moralistiche delle messe non hanno senso perché hanno bisogno prima di
una base che è il kerigma, i rudimenti fondamentali che sono
l'iniziazione cristiana. E' ciò che dice J. Jeremias quando ci parla del
Sermone della montagna e dice che a questo precede tutto il kerigma
primitivo apostolico, che senza il kerigma questa è una legge assurda che
non si può comprendere: Allora dire a quest'uomo che deve amare la
moglie, realmente, amarla così com'è, accettarla integralmente anche se
ha dei difetti, superare il proprio io nell'altro, passare al tu; al
non-io, all'altro, è impossibile, fratelli. E' impossibile perché la
morte ci divide, perché quest'uomo non si può lasciare distruggere,
perché la morte nessuno di noi l'ha vinta. Perché proprio la morte ci
circonda da ogni parte ed abbiamo panico della morte, tutto quanto
significhi morire non lo sopportiamo, tutto ciò che sa di sacrificio non
lo sopportiamo e non lo facciamo perché abbiamo paura, è chiaro.
Ebbene, Dio che ci ama non ci ha lasciati abbandonati, ma ci invia
Gesù il quale ci libera. E come ci libera Gesù da
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questa realtà? Se ciò che impossibilita l'uomo ad amare è la morte, la
forza che ha la morte a causa del peccato, ciò che viene a fare Gesù
Cristo è distruggere la morte ed il peccato. Nella sua morte che serve di
propiziazione per i nostri peccati, distrugge effettivamente tutti i
nostri peccati, e risuscita dalla morte annunciando con la sua
risurrezione, come uomo che partecipava della natura umana e come tale
doveva morire, o che era un tizio speciale, un essere che viene da Marte,
che non era un uomo, oppure che qua succede qualcosa di straordinario.
Perciò molta gente la risurrezione di Gesù Cristo non dice niente,
perché essendo Dio..., gente alla quale la natura umana di Gesù Cristo
non fa né freddo né caldo, perché l'eresia e l'ignoranza della gente è
molto grande.
Cristo è uomo. Dio, in Cristo, assume la natura umana totalmente e
la tira fuori da una situazione di morte, di peccato, di schiavitù e di
impotenza. Per questo, la risurrezione di Cristo è la garanzia,
l'annuncio che la umanità, la natura umana è stata liberata dai lacci
della morte e del peccato. Ma la risurrezione ci Cristo, la sua
risurrezione, cosa importa a me? A che mi serve che sia stato Lui a
risorgere? Il contenuto dell'annuncio è che Cristo ti dà la sua vita, non
quella carnale, la vita di quest'uomo che ha perso la dimensione del suo
essere; che non può amare; che in definitiva, è condannato a ricercare se
stesso, a essere un egoista tutta la sua vita: nel lavoro, nel denaro,
nel sesso, nell'amore, nella famiglia; condannato a strumentalizzare, in
definitiva, ogni cosa per sè stesso, chiedendo sempre qualcosa a tutti;
quest'uomo che è capace di dare la vita per un ideale, sempre che ciò
serva a costruire sè stesso, per un partito politico ecc... Non è questa
la vita che dà Gesù Cristo, la vita di quest'uomo di carne che non ha
vinto la morte, ma la sua vita di risuscitato.
Gesù è venuto a dare la vita e a risuscitare per noi. Egli è morto
per i nostri peccati, al nostro posto; ha preso su di sè la colpa di
tutti i nostri peccati e ci offre gratuitamente la sua risurrezione:
questo è quello che annuncia il battesimo. Nel battesimo ti immergi
nell'acqua per somiglianza, come simbolo che entri nella morte, ma non
muori realmente, non muori quando entri nell'acqua, perché Cristo è già
morto per tutti. Tuttavia, certamente, mediante questo sacramento, questo
segno, l'uomo vecchio che vive in te viene distrutto completamente.
Quando poi esci dall'acqua, sei un uomo nuovo, un risuscitato,
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se Cristo stesso per il potere del sangue di Gesù Cristo, nel quale Dio
ha dato all'uomo la possibilità di nascere di nuovo, di nascere
dall'alto, di ricevere da Dio una vita nuova. Una vita nuova che si
dimostra con le opere della vita eterna. Opere che l'uomo della carne non
poteva realizzare. Adesso è stato distrutto il serpente, il maligno, il
Leviatàn, il serpe maligno che ci impediva di passare all'altro. Ha rotto
le barriere della morte. I cristiani sono uomini risuscitati, ed Egli ha
fatto di noi l'amore. E la comunità cristiana, la Chiesa, è il segno, il
sacramento dell'opera che Dio ha fatto in Cristo. Questa è la meraviglia
per la gente: che di una serva, di un ingegnere, di gente nevrotica
ecc... Dio ha fatto una cosa sola, un cuore solo, una anima sola, uno
stesso spirito. Questa comunità, fratelli, è il Corpo visibile al mondo
di Gesù Cristo risuscitato. I cristiani siamo già dei risuscitati,
fratelli. I cristiani non passano più attraverso la morte, siamo già dei
risuscitati. Questo è l'annuncio che il cristianesimo dà al mondo: che la
morte è stata vinta, che adesso noi possiamo amare in una nuova
dimensione. E questo, fratello mio, se ti consideri cristiano, devi
dimostrarlo con le opere.
In che cosa consiste questa nuova dimensione di amore? Nell'amare
il nemico, colui che nessuno può amare, amare il nemico significa amare
l'altro, rispettando il suo errore, rispettando che possa perfino
ammazzarti. Io dicevo l'altro giorno a un marxista: sono d'accordo su
quel che dici: ma nel vostro sistema, dove trova posto il peccato
dell'uomo? Dove situate la possibilità dell'uomo di sbagliare? Perché in
tutti i sistemi totalitari il peccato non trova nessun posto. Perché il
peccato, l'errore, il fatto che uno rubi, distrugge la società.
Ciononostante, Dio ha rispettato il nostro peccato. E se l'uomo avesse
bisogno del peccato per poter imparare? Non gli è permesso peccare?
Ebbene, il cristiano rispetta l'uomo anche nel suo sbaglio.
E se tua moglie ha bisogno di fare la sua esperienza e di sbagliarsi,
avere una crisi come quella che ha? No, niente: queste proprio no lo
mandi giù e basta. Eh? Sei un egoista., pensi solo a te stesso. E se tua
moglie ha bisogno di questa esperienza? Chi vi ha insegnato ad amare
l'altro rispettandolo totalmente, servendolo nella situazione in cui si
trova, senza esigergli niente? Questo è amore di Gesù Cristo. Però, la
nostra gente non catechizzata dice: io non sono Gesù Cristo... Che
nessuno dica ciò che dice la gente: perché il cristiano è un altro
Cristo, come dice San Paolo: "non sono io colui che opera, è Cristo che
abita in me". Dio ci dona gratuitamente il suo Spirito. E
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che cosa è lo spirito di Dio? Lo Spirito di Velazquez è ciò che fa di lui
un artista e di dipingere come dipinge; le viscere che gli fanno vedere
la natura e rappresentarla. Lo spirito è la cosa più profonda dell'uomo,
è l'intimo dell'uomo, il suo interiore. Ebbene, lo spirito di Dio è lo
spirito con il quale ha fatto i fiori, gli uccellini, il mistero profondo
di Dio con il quale ha fatto la storia umana. Questo è lo spirito che ci
si dona gratuitamente perché siamo come Dio. Per questo gli spirituali,
dice San Paolo, possono giudicare tutte le cose. Lo spirito di Dio
penetra e ci fa Dio stesso. Dio vive in noi, siamo figli di Dio perché ci
è stata donata la natura di Dio. Questo è il mistero cristiano, fratelli.
Quello che succede è che noi abbiamo fatto di questo delle parole vuote,
parole che non dicono niente. Diciamo che tutti siamo figli di Dio. Bella
questa! Non è vero che tutti siamo figli di Dio. Questo lo dice la
teologia. Gli uomini sono creature di Dio, ma non figli. Figlio è colui
che ha realmente la natura di Dio. Figlio è colui che ha la natura divina
dentro. E' vero che Dio in Cristo ha chiamato tutti gli uomini alla
divinità, alla natura divina, a diventare figli di Dio, ma in potenza. In
realtà soltanto è figlio di Dio colui nel quale vive Dio e lo dimostra
amando come Dio. Questi sono la Chiesa, coloro che sono figli di Dio di
fatto, perché Dio ha dato loro la sua propria natura, lo Spirito Santo. E
lo Spirito Santo non è un fuoco di paglia, le sue opere si vedono. Come?
Amatevi come io vi ho amati, fino alla morte, lasciandomi ammazzare per
voi, io vi ho amati quando eravate dei nemici, e vi ho rispettati e
perdonati; io vi ho dimostrato che Dio vi ama come siete, che vi rispetta
come siete, che vi permette di peccare e persino di uccidere suo figlio
se volete, perché Dio è colui che da questo peccato, dalla morte di
Cristo tira fuori il bene per tutta la umanità: Dio continua ad amarci
ancora di più. Dio non sarà infedele con te anche se tu lo sarai sempre.
A volte ti sembrerà che ti rifiuta, ma è per invitarti maggiormente a
conversione, per sedurti in un altro modo. In questo consiste il
cristianesimo: amatevi l'un l'altro come io vi ho amati. Ma dove troviamo
questo realizzato? A che ci serve gente che si ritenga figlia di Dio,
cristiani, con lo Spirito Santo, se poi non lo dimostra? Dove sono le
opere di vita eterna?
Ebbene, questo è possibile fratelli. Questo è il cristianesimo.
Questo è ciò che Dio vuol fare di coloro che chiama a essere cristiani:
dar loro il suo proprio spirito e la sua stessa natura. E questi
risuscitati, trasformati, morti al peccato e che compiono opere di vita
eterna per Gesù Cristo che awww.
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bita in loro, sono la Chiesa.
Per questo non si tratta di numero. Ad alcuni fratelli bisognerà
dire: guarda, va via pure, non succede niente: con la fede che hai vai in
cielo diritto, ma Dio non ti chiama per questa strada perché tutto questo
ti suona come musiche celestiali, ti sembra cinese, non capisci nulla. Io
posso dire solo e realmente ciò che diceva Gesù Cristo: colui che ha
orecchi per intendere intenda.
Qui finisce la catechesi, senza rispondere alla seconda e alla
terza domanda per mancanza di tempo. Anche nella catechesi della
convivenza con S. Caterina e S. Rocco non rispose alla seconda e alla
terza domanda per lo stesso motivo.
Alla fine delle catechesi di questa convivenza, a pag. 163, è stata
aggiunta un'altra catechesi sui beni, fatta a Roma nel 1972: in
questa risponde alle prime due domande (lavoro-affetti) ma ancora
no alla terza (denaro).
ORE 19,30 CENA
ORE 20,30 CELEBRAZIONE DELLA PAROLA SULLE RICCHEZZE
(presa dalla convivenza con Arguelles)
Ammonizione ambientale
La parola che ascolteremo questa notte è una parola preziosa e
potente. Ma lasciate che questa parola cada su di voi così com'è. Non
difendetevi, non sminuitela. Non dite: io non la capisco, me la
spieghino; questa parola è assurda, perché che farò allora io con i miei
figli? Ma guarda, che sciocchezza. Questa Parola la dice Gesù Cristo. Lui
ti conosce meglio di me. Ma se io credo in Dio... Bene, basta già,
lasciati portare. Se sappiamo che tu non hai fede. Qui ti stiamo
conducendo , ti stiamo gestando nella fede.
Adesso ti stiamo preparando per un rito nel quale ti si va a dare
la fede, un inizio di fede perché tu cominci il cammino. Fino ad oggi hai
fatto un periodo di assestamento, di prova, se vuoi fin'ora non abbiamo
ancora cominciato il cammino sul serio. Siamo stufi di trionfalismo, di
dire che siamo cristiani. C'è bisogno di camminare più adagio, c'è
bisogno di sperimentare questo cammino catecumenale dopo molte crisi , di
lawww.
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gnarsi dei fratelli, che ti critichino, di renderti conto della tua
realtà, che si sfascino i tuoi ideali di comunità, di gente che si vuole
bene ecc. E' arrivato il momento di abbandonarsi a Dio e lasciare che
egli costruisca quando vuole e come vuole il cammino. Perciò abbiamo
aspettato finora.
Siamo a un momento molto serio della convivenza: stiamo per
proclamare la Parola di Dio. Dovete dare la vostra risposta a questa
Parola questa notte, brevemente, con tutta sincerità, con tutta verità.
Mettiti nudo di fronte a questa Parola di Dio che viene oggi a te.
Capisci che non sei cristiano e per questo ti scandalizzi della Parola di
Dio, chiaro, perché essere cristiano è cambiare la vita completamente,
pienamente. Chiaro che se sei cristiano le tue relazioni con il denaro,
con la famiglia, con il lavoro, cambieranno completamente. Perciò non
giustificarti davanti alla parola di Dio. Guarda quello che abbiamo
letto: amarono di più le loro opere e non vennero alla luce perché la
luce denunciava che le loro opere erano cattive, che stavano agendo male,
e in questo sta la condanna, che non si lasciarono giudicare dalla luce
di Dio, perché amarono più le loro opere, la vita che conducevano ora e
non vollero che li si giudicasse, non vollero che si dicesse loro: la tua
vita è una pocheria e non vale nulla. Dimenticati di quella vita e vieni
per una vita totalmente nuova; guarda che stai vivendo in una epoca
meravigliosa di conversione della Chiesa dopo il Concilio; guarda che Dio
ti sta invitando a delle nozze meravigliose, perché nel futuro i
cristiani si differenzieranno da tutti gli altri e forse tu rimarrai a
terra.
Allora cominceremo a cantare Vieni dal Libano, sposa, perché il
Signore ci sta chiamando, Egli è innamorato di noi come di una sposa:
Vieni dal Libano. Sta chiamando noi che siamo nel deserto: vieni mia
sposa, vieni. E' Lui che ci sta chiamando. Io ti darò una corona più
bella che la cima dei monti. Quel lo che vuole Dio è colmarci di tutti i
beni, non vuole tormentarci. Presto vedremo come il Signore non vuole che
tu sia povero di denaro, ma che vuole darti molte cose.
Adesso accogliamo cantando Gesù Cristo che sta nel nostro
presbitero capo di questa assemblea, che viene a portarci fuori dai
nostri egoismi e dalle nostre comodità, dalle nostre false posizioni,
molto poco cristiane, e a condurci verso un cristianesimo di verità.
CANTO: VIENI DAL LIBANO, MIA SPOSA.
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SALUTO, INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO.
Ammonizione alla prima lettura
Il Vangelo di San Marco ci parlerà di un uomo ricco che viene da
Gesù per domandargli che cosa deve fare per avere la vita eterna; vuole
avere la vita eterna. Quest'uomo vuole avere la stessa cosa che noi
vogliamo, sta cercando la vita a tutti i costi. Noi vogliamo entrare nel
catecumenato per avere la vita eterna, vogliamo realmente vivere
eternamente. Io vi invito fratelli, ad ascoltare qual'è la risposta di
Gesù a questo giovane e per tanto qual'è la risposta di Gesù a questa
nostra ricerca di vita eterna. Ascoltiamo la Parola.
PRIMA LETTURA: Marco 10, 17-31
Passaggio al canto
Questa Parola che abbiamo proclamato è precisamente la catechesi
della Chiesa primitiva sul primo-scrutinio battesimale, come si è
scoperto negli studi sul catecumenato della Chiesa primitiva. Viene a
rispondere precisamente alla situazione nella quale vi trovate
all'avvicinarvi a questo scrutinio batte simale. Perciò presenta uno che
viene da Gesù per domandargli cosa deve fare per avere vita eterna: ciò è
precisamente quello che voi domanderete in questo scrutinio battesimale:
che cosa bisogna fare per avere vita eterna' Domani il vescovo ce lo dirà
con le stesse parole di Gesù quando voi gli domanderete quale è il
cammino per avere vita eterna, che è quello che tutti voi cercate qui
dopo un tempo di precatecumenato. Questa risposta è la stessa che vi
diedero quando vi battezzarono da piccolini. Ma qualcuno dirà: no, a me
non mi dissero questo da picco lo; io ricordo che quando andai al
battesimo del mio nipotino, il prete disse semplicemente: Ama Iddio su
tutte le cose e al prossimo tuo come te stesso. Molto bene. Allora
ascolta un atti mo'
Andiamo a vedere cosa dice Gesù Cristo.
Prima di proseguire ho bisogno di dire che abbiamo qui un problema,
che sono le false interpretazioni che abbiamo ascoltate di questa Parola
sempre. In un contesto di Chiesa come cristianità di masse, dove tutto il
mondo è cristiano e si confonde Chiesa con Stato o Società, questo
Vangelo che abbiamo
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letto è utopico, assurdo, non ha spiegazione, come quasi tutto il
Vangelo. Come quello il "non resistere al male" è una stupidaggine. in
una chiesa massiva dove tutti sono cristiani, perché allora la polizia...
i poliziotti anche sono cristiani e vanno a ricevere la comunione. Eppure
Gesù Cristo dice: non resistete al male. Allora, chiaro, la gente dice:
dai, ma questo è una esagerazione. Gesù Cristo dice: se qualcuno ti
toglie la giacca dagli anche i pantaloni... gente, questo è una
esagerazione. E con questa uscita per la quale tutto il Vangelo è una
esagerazione possiamo prendere questo libro e buttarlo dalle finestre,
perché non serve per niente, perché tutto è una esagerazione.
Ma chiaro, il Vangelo non è scritto in questo contesto di chiesasocietà-
massiva, ma in un contesto di Chiesa-resto, che ha una missione
molto concreta da realizzare nel mondo pagano, in mezzo alle nazioni.
Allora noi, che fin adesso ci siamo mossi in quest'altro contesto
di Chiesa ufficiale massiva, abbiamo sentito la seguente falsa
interpretazione della parola che abbiamo ascoltato: ci sono due vie nella
vita: una quella dei comandamenti, per la truppa, per quelli che nella
vita non vogliono fare di più, l'altra quella dei consigli evangelici,
per coloro che generosamente li vogliono adempiere, perché desiderano
qualcosa di più e si fanno religiosi. Quante volte avete sentito questo?
L'interpretazione che abbiamo sentita è questa: il giovane gli domanda
che cosa deve fare e Gesù gli offre il cammino della truppa: adempi i
comandamenti. E Gesù lo guardò con amore perché finalmente aveva trovato
uno che adempiva i comandamenti, un giovane generoso che vuole di più.
Allora Gesù gli offre la seconda possibilità, più esigente, più perfetta:
vendi tutto quello che possiedi e seguimi. Allora la gente dice:
benissimo, se tutto il mondo fa questo, sono finite le fabbriche, sono
finite le industrie, è finito tutto. Per questo ciò è utopico, è un
assurdo. Allora si era interpretato questo come consigli evangelici per
quelli che vogliono qualcosa di più, per gli eletti che si danno
generosamente e se ne vanno in un convento.
Sapete perché questa spiegazione è falsa? Prima perché nell'epoca
in cui fu scritto questo vangelo non esistevano i religiosi. Non era nato
ancora né San Francesco né Sant'Ignazio di Loyola, né il fondatore dei
Sacri Cuori. Non esisteva ancora, fratelli, nessun ordine religioso. Ma
se i Vangeli sono i riassunti della pastorale della primitiva Chiesa,
quello che ha
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raccolto la Chiesa come sunto di catechesi, a chi glielo diceva? per chi
era diretta questa catechesi? Ebbene alla gente sposata con figli, come
voi, perché ancora non c'erano i religiosi, era diretta a tutti quelli
che ascoltavano queste catechesi. Non c'era ancora nessun convento, come
mai si poteva dare allora questa interpretazione? Vediamo allora qual è
l'interpretazione giusta.
Abbiamo detto che questa è la catechesi del primo scrutinio
battesimale. Voi siete qui perché cercate la felicità, essere felici. Ed
essere felici abbiamo detto che significa aver vinto la morte, perché
quello che ci fa non amare la moglie, abbiamo detto, è la paura che
abbiamo della morte; la paura della morte è quello che ci impedisce di
accettare gli inconvenienti del lavoro. Se io veramente avessi vinto la
morte non m'importerebbero niente gli eventi di morte della vita e avrei
una pace e una felicità immensa in mezzo ai guai e sarei pienamente
felice. Questa è la felicità, la vita eterna. Molto bene.
Questo è quello che tutti cercate qui: essere felici, avere dentro di voi
la vita eterna. E domandate: ma che devo fare per avere la vita eterna?
Una piccola domanda. Molto bene. Allora la Parola ci presenta uno
qualsiasi che si inginocchia davanti a Gesù Cristo e gli domanda: che
devo fare per avere la vita eterna? Quando tu domani ti inginocchierai
davanti al vescovo e ti dirà: Cosa fai qui?, Cosa cerchi? E gli
risponderai: Voglio avere la vita eterna, che devo fare?
Allora troviamo costui che si avvicina per questo stesso motivo a
Gesù e gli dice: Maestro buono. (Vedrete che questa è una catechesi
sottilissima). Maestro buono, che devo fare per avere la vita eterna? E
Gesù Cristo, quello che gli dice per prima cosa è questo: Perché mi
chiami buono? Buono è soltanto Dio.
Che significa questo? La prima cosa che fa Gesù Cristo è dire a
quest'uomo con il quale sta parlando, a chi lo interroga e gli dice: se
mi chiami buono e io ti dico che soltanto Dio è buono, guarda bene che
stai parlando con Dio stesso: Io sono Dio. Questo è quello che anche noi
stiamo facendo con voi in questa convivenza: vi siamo guidando per porvi
davanti alla Chiesa, che è lo stesso Gesù Cristo. A chi state domandando
che cosa devo fare? Questo è la prima cosa che ci chiarisce Gesù Cristo:
Se tu parli con Me e mi chiami, buono, io ti dico che soltanto Dio è
buono; per tanto attento, perché colui che risponderà alla tua domanda è
Dio. Se riconosci in me Dio io risponderò alla tua domanda. Quello che
Gesù Cristo fa per prima cosa è
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mettere quest'uomo di fronte a Dio. Ancora di più: se voi non riconoscete
in noi catechisti Gesù Cristo., Dio, questo che stiamo facendo qui è un
teatrino, non serve a nulla e perciò capisco le vostre paure e i vostri
dubbi.
Maestro buono, che devo fare per avere in eredità la vita eterna.
Gesù gli rispose: perché mi chiami buono? Nessuno è buono, soltanto Dio.
E adesso Gesù Cristo risponde dopo aver fatto vedere che chi sta
interrogando è Dio stesso. E gli dice: conosci già i comandamenti. La
Torà dice: colui che compie i comandamenti avrà la vita. Dunque già lo
sai: non conosci tu i comandamenti? Va bene, io te lo dico. Ma con molta
astuta intenzione il primo comandamento glielo tace, non glielo dice e
glielo tiene in serbo. Allora incomincia dagli altri: non uccidere, non
rubare...
Voglio trasferire ora questa lettura a voi, che siete quelli che
venite qua a domandare che bisogna fare per avere vita eterna. Sei tu,
siete ognuno di voi che state qui davanti a Gesù a chiedere che fare per
possedere la vita eterna. La Parola di Dio è per voi adesso, non sono
storielle. Tu sei adesso quell'uomo e Gesù ti risponde a te
personalmente: non uccidere. C'è qualcuno assassino tra di voi? Qui non
c'è nessun assassino che abbia ucciso un altro uomo; a questo si
riferisce. Non commetterai adulterio. Non so se c'è qualcuno di voi che
vive con la donna di qualcun altro, mi sembra di no. Non dirai falsa
testimonianza contro un altro. Onora tuo padre e tua madre. Non essere
ingiusto. Dunque, guarda. Mi sembra che qui più o meno tutti possiamo
rispondere lo stesso che quel giovane: mi sembra che questi comandamenti
che tu hai detto li ho osservati sempre, li ho adempiuti. Questo dice il
giovane: tutto questo lo ho osservato dalla mia giovinezza.
Gesù fissando la sguardo su di lui lo amò. Alcuni dicevano: Ecco
qui che Gesù si è trovato un giovane generoso, un giovane meraviglioso
che vuole di più. Per questo Gesù lo guarda e lo ama, perché ha trovato
un'anima pura e santa che ha adempiuto tutto e vuole però qualcosa di
più. Ebbene, sapete perché Gesù lo guardò e lo amo? Perché si è trovato
con uno che inganna sè stesso: è tanto alienato e ingannato che è capace
di dire da vanti a Dio che ha adempiuto i comandamenti. Così lo guarda e
lo ama, Gesù Cristo: come ha guardato Giuda quando lo tradiva, come ha
guardato Pietro quando lo ha rinnegato. Guarda a questo giovane amandolo
perché ci ha trovato uno che tenta di concilia
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re le sue ricchezze con l'adempimento dei comandamenti. Si è messo in una
situazione che è un pasticcio, ma continua a ingannarsi, è ingannato
profondamente.
Questo qui sei tu e sono io. In questo momento Gesù Cristo ti sta
guardando e ti sta amando, ti guarda con amore perché sta vedendo fino a
che punto tu sei alienato. Perché anche tu hai risposto, se sei sincero,
che questo l'hai adempiuto.
Gesù Cristo il primo comandamento se lo era messo in serbo, non
glielo aveva detto. Perché siccome Gesù sapeva che era alienato, gli ha
messo una trappola per disalienarlo e gli ha detto: Ah si? Tu adempi i
comandamenti. Un momento. Con chi siamo rimasti che stavi parlando? Con
Dio. Che cosa dice il primo comandamento? Amerai Dio al di sopra di tutte
le cose. Siccome io sono Dio e il denaro è una cosa, dimostrami che
adempi i comandamenti: vai a casa tua, vendi quello che hai e dallo ai
poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. I cristiani
primitivi erano i seguaci di Gesù.
Avete capito la cosa? Questo signore, come te dice, che adempie i
comandamenti. Benissimo. I comandamenti si riassumono in due: amare Iddio
su tutte le cose e il prossimo come te stesso. Adempiere i comandamenti è
amare Iddio al di sopra di tutto. Se Dio ti dice: va e vendi tutti i tuoi
beni, dal momento che adempiere il primo comandamento significa obbedire
Dio, tu che adempi tutto, lo farai. Ebbene dice Gesù Cristo: Io te lo
dico, e siccome siamo rimasti che io sono Dio: va, vendi i tuoi beni e
dalli ai poveri. Non dici tu che compi i comandamenti? Chi non compie il
primo non compie il secondo. Chi non è capace di adempiere il primo non
adempie nemmeno il secondo. Chi non è capace di compiere il primo, come
mai potrà compiere gli altri? Tu non hai detto che questo di non
uccidere, non rubare, non commettere adulterio, l'hai compiuto nella tua
giovinezza? Allora dimostralo: vai a casa tua, vendi tutto quello che hai
e seguimi; io. ti assicuro che tu avrai un tesoro nel cielo.
I comandamenti si riassumono in due: amare Iddio e amare il
prossimo. Questo vangelo si completa con quello del fariseo che si
avvicina e gli dice: qual'è il primo comandamento? E Gesù gli dice: Cosa
leggi nella legge? E gli risponde: Amerai Dio con tutto il tuo cuore, al
di sopra di tutte le cose, e il prossimo come te stesso. Gli dice Gesù:
fai questo e avrai vita eterna.
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Questo stesso ti dirà domani il Vescovo: se vuoi arrivare ad avere
la vita eterna: amerai Dio con tutto il tuo cuore con tutta la tua mente,
con tutte le tue forze e il prossimo come te stesso. E' la Parola che
domani ascolterai. Et la Parola che ti disse il prete quando ti battezzò
da piccolino. Questo non lo avevi mai capito. Adesso. per mezzo della
iniziazione cristiana lo stai cominciando a capire. Perché i vangeli non
si possono capire senza la pratica della Chiesa.
Gesù al giovane disse: amerai Dio sopra tutte le cose: vai e vendi
i tuoi beni; e il prossimo tuo come testésso: daglieli ai poveri. Questa
Parola la dice a te oggi Gesù Cristo sul serio: Vai e vendi i tuoi beni e
dalli ai poveri, se vuoi a vere vita eterna. Questa parola non te la dice
Dio giocando, né per scherzo.
Questo ragazzo se ne andò triste. E' l'effetto di questa catechesi:
Anche qui siete tutti morti di paura e molto tristi, come questo ragazzo
che è venuto tutto borioso perché cercava Dio: ma poiché quel che faceva
era conciliare le sue ricchezze con Dio, se ne andò triste, ma se ne andò
totalmente disalienato. Arrivò da Gesù Cristo tranquillamente convinto di
adempiere i comandamenti, di avere fede, di essere cristiano, come siete
venuti voi a questa convivenza, e ritorna molto triste perché si rende
conto che non ama Dio al di sopra dei suoi beni e che pertanto non
adempie i comandamenti.
Gesù guardando attorno a sè stesso: com'è difficile che possano
entrare nel regno di Dio quei che hanno ricchezze! I discepoli rimasero
sorpresi, perché al tempo di Gesù Cristo le ricchezze significavano la
bontà, e la povertà la malvagità, la maledizione. Rimasero sorpresi e
atterriti. Ma Gesù dice: Quello che per gli uomini è impossibile, per Dio
è possibile. Sicuramente tu nel tuo intimo stai pensando: questo per me è
impossibile, io ho dei figli.
La Chiesa oggi ti dice: adempi i comandamenti: ama Dio al di sopra
di tutte le cose: vendi i tuoi beni. E secondo: ama il tuo prossimo:
com'è possibile che tu abbia dei beni mentre la gente vive nella miseria
e ancora tu dica che adempi i comandamenti? C'è un vangelo apocrifo che a
proposito del giovane ricco dice che Gesù gli domandò: con che faccia
tosta dici di adempiere i comandamenti quando nuoti nell'abbondanza,
mentre c'è tanta gente attorno a te che non ha nemmeno da mangiare?
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Uno diceva in Portogallo: ma io ho dei figli: loro sono il mio
prossimo. E io gli risposi: il secondo comandamento dice: ama il prossimo
come te stesso. Guarda come ami te stesso: possiedi una casa favolosa,
possiedi due macchine, la tua moglie ha una cinquecento per poter
posteggiare meglio quando va alle spese, tu hai un autista che ti ha dato
il ministero, ti sei comperato una proprietà al mare perché i tuoi figli
hanno bisogno dell'aria pura. Benissimo: guarda come ami te stesso.
Dunque, così come ami te stesso devi amare gli altri.
E chi è il mio prossimo? Questo lo dice il fariseo per disorientare
Gesù. E Gesù racconta una parabola: Scendeva un uomo da Gerusalemme in
Gerico e fu assaltato da alcuni ladri che lo lasciarono mezzo morto.
Passò un sacerdote e niente; passò un fariseo e niente; e un eretico, un
protestante, un samaritano mosso a compassione lo caricò sul suo somaro,
lo portò ad un albergo e disse al padrone: ricevi cinquantamila lire,
chiama il dottore, dagli da mangiare, curalo mentre io me ne vado al mio
lavoro, se mancheranno dei soldi io passerò di qua entro due giorni e te
li darò. Dice Gesù: chi ti sembra che fu prossimo? E il levita un po' a
denti stretti disse: E' chiaro, quel che ebbe compassione. Ebbene vai e
fa lo stesso anche tu.
Allora dentro questo contesto del primo scrutinio sta questo: vai,
vendi i tuoi beni e dalli ai poveri. Non per aiutare i poveri soltanto,
ma per provare te stesso. Dalli a quelli che hanno bisogno di te. Quelli
che sono il tuo prossimo. Ma senti, è che io non li vedo. Anche il
sacerdote passò e non li vide. Se non vuoi vedere, non vedrai niente,
chiaro. Gente che ha bisogno del tuo aiuto in questo mondo? Centomila,
figurati!
Tu vuoi avere la vita eterna? Dunque, qui per poche sporche lire
avrai la risurrezione, la vita eterna.
Ma devo dirvi una cosa. Qualcuno può pensare con questo che quello
che vuole Gesù Cristo è che noi siamo poveri, che ci tormentiamo. Questo
non è così. Questo sta in un contesto di religiosità naturale. In tutte
le religioni la povertà è un segno di purezza. E la ricchezza è un segno
di impurezza. Questo è un sentimento naturale che tutti abbiamo. Perciò
la gente che possiede milioni nel fondo non si sente tanto a posto per un
sentimento religioso di impurezza, perché c'è gente nel mondo che soffre
la fame. Questo si trova in tutte le religioni: la povertà come segno di
purezza. Perciò nel medioevo quando il cristianesimo sta nel culmine
della religiosità naturale, se San
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Francesco di Assisi non si presenta con un saio stracciato non lo ascolta
neppure suo padre. Se Gesù Cristo fosse vissuto all'epoca di San
Francesco gli avrebbero tirato dei pomodori perché era una mangione e un
beone, sempre circondato da libertini, perché non digiunava, se la
passava splendidamente perché non si sacrificava. Perché nella
religiosità naturale... in questo mondo bisogna tormentarsi per
guadagnare l'altro.
Ma questo non è il cristianesimo. Gesù Cristo non ti dice di
vendere i tuoi beni perché sacrificandoti in questa vita ti guadagni il
cielo. Continuiamo a leggere: Quel che di voi lasci per amore al Vangelo
la casa, la macchina, la donna, la madre, il campo o la fattoria, io gli
prometto che gli do in questa terra cento case, se mi da una macchina,
cento macchine... e così. Non si tratta di essere povero. Quello che
vuole Gesù Cristo è il contrario: liberarci dall'idolo, dalla schiavitù
del denaro. Per causa del peccato noi siamo tutti schiavi del denaro e
non godiamo del denaro. Il Signore vuole che siamo liberi, che godiamo
del denaro, che siamo dei re nel mondo, non che siamo servi di cose che
non valgono niente. Perciò dice San Paolo che lui è abituato a non avere
niente e ad avere molto. La spiritualità cristiana non è di questo tipo
stoico e straccione, è di vivere tutto con azione di grazie. Io,
fratelli, vado a predicare il Vangelo e mi danno tutto. E viaggio in
aereo. Senti, ci hai stufato! dice la gente religiosa, come te la passi
bene! Oh, che vuoi che me la passi male? Che ci hai invidia? Cioè, tu
vuoi che prima di andare in cielo, qui me la passi male, eh? Ebbene,
guarda: Dio è mio Padre e fin dal giorno che lo servo, dal momento in cui
Lui mi chiamò mi ha dato una vita di felicità, mai mi ha tormentato e non
mi manca nulla. Ancora più, Dio mi da sempre tutte le cose come le da
nella natura: in abbondanza, mai come uno spilorcio. Perché Dio ha fatto
tutto con spreco, con generosità totale: pensa che lo sperma dell'uomo
per fare un figlio contiene milioni di possibilità di figli, e tutto
perché ne nasca uno solo. Se qualcuno serve a Dio vedrà che non saprà
cosa fare con le cose: perché Dio dà tutto con generosità. Dio vuole
farti libero, totalmente felice, e deve vedere come sei attaccato a
quattro sporche lire che ti fanno un medicante e infelice; e perché sei
aggrappato a quelle quattro cose che possiedi e passi la vita litigando
con la moglie, coi figli che sempre ti chiedono soldi. Per colpa del
denaro questo mondo sta sporcamente distrutto e tutte le guerre che si
fanno si fanno per denaro. Per colpa del denaro vi sta sfruttando la
pornografia a livello mondale, per fare denaro.
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Non potete servire a due padroni: a Dio e al denaro. E per
liberarti di questo idolo nel catecumenato ti diranno una cosa; una
volta, non te lo diranno più. Te lo diciamo adesso e non torneremo a
dirtelo più: vai e vendi i tuoi beni.
Non veniamo a dirti dettagliatamente quello che tu devi vendere.
Che cosa venderò, la casa? Allora che faccio, vivo sotto il ponte? Chi
dice questo non vuole ascoltare, non ha orecchi per ascoltare, è qui con
cattiva intenzione. E molti lo avete pensato. Colui che voglia ascoltare,
dice Gesù Cristo, che ascolti. Perché Gesù Cristo non vuole che tu viva
sotto un ponte, per niente. Perché Dio è amore. E ha un amico che si
chiama Zaccheo, che ha una casa straordinaria. E Gesù se ne va in
villeggiatura a Betania con i suoi discepoli e appena può. Per questo i
Farisei rinfacciano a Gesù Cristo: mentre Giovanni Battista e i suoi
discepoli digiunano e si sacrificano, voi invece mangiate e bevete e ve
la passate stupendamente. E dice Gesù: Quando c'è lo sposo e ci sono le
nozze, si può digiunare? Quando loro sia tolto lo sposo, allora
digiuneranno. Lo stesso vi capiterà a voi: Quando Gesù Cristo sparirà
dalla vostra vita e vi sentirete polvere, allora digiunerete e chiamerete
con grida Gesù Cristo. Il cristianesimo sono delle nozze. Gesù Cristo non
vuole gente che si sacrifichi, anche se abbiamo passato un epoca molto
religiosa dove avevamo un cristianesimo molto masochista e di
sacrificarsi.
Adesso è vero: che Gesù Cristo per liberarti del demone dei soldi
ha bisogno di questo: che tu metta le fondamenta. Questo si trova nel
contesto della parabola della costruzione della torre: perché tu
costruisca bene devi prima fermarti a calcolare le spese. La maniera di
calcolare è questa: vedere la tua intenzione, vedere la tua fede, vedere
se davvero tu compi i comandamenti. E per vederlo, figlio mio, vai e
vendi i tuoi beni. Così calcolerai le tue possibilità.
Quello che capita è che c'è gente molto furba, che vuole che gli
dicano quello che deve vendere. Sai perché? Per venderlo. Lo vende e non
si converte per niente. Perché dice Gesù vendi ciò in cui sta il tuo
cuore. Magari il tuo cuore non si trova nella casa ma in un'altra cosa.
Gesù Cristo viene soltanto nella rettitudine della tua intenzione: A chi
pretendi di ingannare, allo Spirito Santo? Allo Spirito Santo tu non
l'inganni. Perciò appare negli atti degli Apostoli che in questo
scrutinio alcuni decidono vendere un campo. E decidono marito e moglie
d'accordo di venderlo per un certo prezzo e dare agli awww.
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postoli soltanto la terza parte. E dice San Pietro: Chi volete ingannare,
lo Spirito Santo? Lo Spirito Santo non si può ingannare.
Non sei qui con buona intenzione? Mai avrai lo Spirito Santo. Mai
avrai la vita eterna, anche se torni molte volte qui, anche se fai
indigestione di catechesi. Questo non serve per niente se non vieni col
cuore aperto, se non vieni con la rettitudine di spirito. Hai ascoltato
questa Parola: Vuoi la vita eterna? Dunque, vai, vendi quello che
possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo.
Ma senti un po', io lo do, ma bisogna vedere a che poveri: se se lo
spendono in vino, no. Questo lo dici tu, questo non lo dice il Vangelo.
Dimmi dove dice il Vangelo: prima di dare l'elemosina al povero guarda se
farà buon uso dei soldi. In nessuna parte sta scritto questo. Senza
dubbio quello che dice sempre il Vangelo è che l'elemosina copre la
moltitudine dei tuoi peccati. L'elemosina sta in funzione di te stesso
sopra tutto, in virtù della tua salvezza. Sei tu quel che ha bisogno di
salvezza. Nel cristianesimo, per questo, la mano destra non deve sapere
quello che da la sinistra. Se qualcuno viene a sapere dell'elemosina che
dai, quell'elemosina non ti serve. Nel cristianesimo l'elemosina che
fruttifica è quella della quale non si rende conto assolutamente nessuno.
Per tanto io non andrò dietro a te a vedere quello che tu hai venduto. Tu
stesso sei quello che sa dove ha il suo cuore: sei tu che devi provarti
prima di entrare nel catecumenato. La verità è che devi scoprire che se
non adempi il primo comandamento non ne adempi nessuno. Pertanto se non
sei un assassino o un adultero è perché non ne hai avuta l'occasione.
Perché in una guerra, amico mio, lì ti voglio vedere io. Se ne hai
occasione vedrai come si allunga la tua mano. Non ti venga mai di pensare
che se non hai peccato fin adesso è perché sei un tipo stupendo. Al
contrario: quante volte siamo così codardi che non abbiamo nemmeno
l'audacia di peccare. Perché viviamo una vita sociale tranquilla. Se non
adempi il primo comandamento non adempi nessuno e sei un assassino, un
ladro, un adultero, uno che dà falsa testimonianza. Quello che succede è
che forse nella tua vita, nel tuo contesto sociale non hai avuto
l'occasione.
Per questo alla fine dice Gesù: e molti ultimi saranno i primi e
molti primo saranno gli ultimi. Perché risulta che il ricco, quel che sta
circondato di prestigio, di fama, di posizione sociale eminente, nel
regno di Dio non entra, mentre il
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povero straccione entra facilmente.
Adesso fratelli canteremo: ECCO LO SPECCHIO NOSTRO E' IL SIGNORE.
CANTO: Ecco, lo specchio nostro è il Signore.
Ammonizione alla seconda lettura
In questa seconda lettura del Vangelo di San Matteo, Dio sta per
parlarci. In questo giorno così importante per noi Lui viene in nostro
ausilio. Forse fino ad oggi ci eravamo formati un ideale di vita, una
forma di vivere, una meta da conseguire e oggi abbiamo scoperto che dove
credevamo che si trovava la luce tutto è buio. Gesù Cristo ha la risposta
per la nostra situazione e ce la viene a dare. Ascoltiamo la Parola.
Lettura seconda: Matteo 6, 19-34
Passo al canto:
Fate attenzione alla quantità di testi che vengono nella Scrittura sulle
ricchezze. Quello che succede è che in un regime tradizionalmente
cattolico, dove tutto il mondo è cristiano queste cose non si capiscono;
ci sono certe cose che non si possono predicare. Questo è il nostro
problema.
Dice il Signore: la lampada del corpo è l'occhio. Immagina che il
tuo occhio è un fuoco potente volto verso l'interno che illumina tutto
l'interno del tuo corpo. Immagina che il tuo occhio è una lanterna che
illumina l'interiore del tuo corpo. Dice Gesù. se il tuo occhio è sano
tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma se il tuo occhio è ammalato tutto
il tuo corpo sarà nei buio. Come dicendo, se la luce che illumina dentro
di te se quella luce io ti dicessi che è oscurità, quanta oscurità ci
sarebbe nella tua vita, come sarebbe la tua vita! Qual'è la luce per la
quale tu ti sei affannato fino adesso? Te io dico io. Il benessere, le
ricchezze, il prestigio sociale. Cosa diceva a me mio padre, un avvocato
con buona posizione, con ricchezze, con terreni nel Leon. Figlio mio, non
studiare per niente da pittore, perché i pittori, muoiono di fame,
architetto, quello sì che vale, con quello si guadagna denaro, poi
dipingi tutto quello che vuoi. Ma mi disse mio padre: cerca Iddio, la
felicità non si trova nel denaro, cerca la vita eterna. Questo? Io con
mio padre non parlai mai di queste cose: mi vergognavo ed anche lui.
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Se la luce che c'è in te è oscurità, se quello che veramente muove
la tua vita, se quello per cui stai lavorando e lottando, se quello che
credi che ti dia la vita, io ti dicessi che è oscurità, quanta oscurità
ci sarà nella tua vita?
Chiaro, che siccome ci troviamo in un contesto dove tutta la gente
è cattolica e tutta la gente, cosa cerca? : ebbe ne i soldini, la
posizione migliore, il migliore lavoro, l'avere una macchina più bella,
quando i preti dicono nella chiesa "conversione" nessuno capisce cosa
significhi. Allora conversione sarà che se ieri mi sono masturbato non mi
masturbi oggi o qualcosa del genere. Cosa sarà convertirsi? Che vuol dire
convertirsi nella nostra società? Che cosa è essere cristiano?
Convertirsi nel cristianesimo primitivo sì che era molto serio, è
cambiare di mentalità totalmente, perché il Vangelo non pensa come il
mondo. Nessuno può servire a due patroni perché odierà uno e amerà
l'altro. Non potete servire Dio e il denaro. No, no, io non servo mai il
denaro... io non sono mai stato egoista coi soldi... Allora dimostralo
che non lo sei . Per questo dato che tu non sei egoista coi soldi, tu
sarai il primo che alla fine di questa convivenza andrà e darà tutto il
suo denaro ai poveri. Chiaro, l'altro siccome è egoista ritarderà di più.
Ma tu lo farai subito.
Non dice Dio: non potete servire Dio e il sesso, Dio è un'altra
cosa. Dice concretamente: non potete servire Dio e il denaro. Perché il
denaro è un simbolo. Il denaro è il motore del mondo. Tutti vogliamo
denaro. Perché credete che esistono le guerre, la tratta delle bianche,
la droga? Non è perché la gente sia cattiva, è per il denaro che
guadagnano quattro miliardari che manipolano tutto. Tutto il mondo cerca
il denaro: il denaro è tutto. Guarda, se hai denaro hai prestigio
sociale. Anche se sei ignorante e somaro, se hai denaro tutta la gente ti
saluta per la strada, con la tua macchina bianca fenomenale: Oh,
Commendator Facondo, come sta? Tutta la gente cerca di avere qualche
amico con denaro, perché in qualsiasi piccola difficoltà ti da una mano.
Chiaro! E' la catechesi della vita, è la catechesi del mondo.
Noi vogliamo avere tutto questo e inoltre andare a Messa la
domenica.
Non potere servire Dio e il denaro. No, no, ma se io non sono
servitore del denaro. Guarda, non succede niente, può
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darsi che sia vero, ma in questo momento Gesù Cristo ti ha detto:
affinché tu ti convinca meglio, affinché davvero tu getti fondamenta nel
tuo cammino catecumenale: vai, vendi quanto hai e dallo ai poveri.
Carmen racconta che quando lei se ne andò al convento, come tutti
quelli che si fanno religiosi, lasciò tutto e se ne andò. Ebbene questo
non basta. Cioè non vuol dire che perché tu lasci tutto in un momento che
già tu sia rimasto slegato per sempre dal potere del denaro: no. Cioè che
una suoretta perché lasciò tutto ormai non si attacca mai più al denaro.
No, no, dopo ti ci attacchi. Ma sempre resterà nella tua vita il fatto
che un giorno Dio ti liberò dal denaro. E sai che lo stesso Dio che ti
liberò un giorno dal denaro lo può fare altre volte. Che a una persona
gli abbiamo detto: staccati, e si sia staccato per grazia di Dio, queste
sono fondamenta che ha qui nella sua vita e che lo aiutano nel futuro per
sempre. Per questo è molto importante che qualcuno un giorno ti dica: vai
e vendi quello che possiedi.
Vi racconto la mia storia. Io quando mi convertii, siccome non
c'era catecumenato, il Signore me lo fece per conto suo, chiaro. Io sono
stato un tipo idiota, imbecille, che quando leggeva il Vangelo lo leggeva
convinto che questo era la verità. E come era scritto bisognava
adempiere. Allora io leggevo: vendi i tuoi beni e pensai immediatamente
di metterlo in pratica. Stavo allora preparando una mostra, i miei quadri
costavano seicentomila, un milione di lire, non è per darmi importanza...
e pensai: i miei beni sono questi quadri che ho, che mi piacciono tanto,
già da cinque mesi sto lavorando con entusiasmo. Ebbene niente, è molto
chiaro, i miei beni sono i miei quadri. Io avevo allora uno studio
stupendo vicino alla Plaza de Espana, insieme con uno scultore e un altro
pittore. Soprattutto a questo che adesso fa delle ceramiche, gli
piacevano i miei quadri. Allora io uscii dalla mia camera, dove stavo
facendo preghiere al mattino, esco tutto fervoroso e dico a Luis: Senti
ti piacciono i miei quadri? Ebbene sì. Allora te ne regalo uno. Mi regali
un quadro? Quale? Quello che tu vuoi. Davvero? Non stai scherzando? No,
no. Allora si alza e si mette tranquillamente a guardare i miei quadri.
Si ferma dopo molto tempo davanti a una crocifissione e dice: Questo?
Sapete quello che mi capitò? Gli dico: Come? Questo! E poi gli dico:
questo non te lo do. Ehi, suonato, lasciami in pace e non mi fare più
scherzi del genere. E se ne andò per i fatti suoi.
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Io me ne andai nella mia camera e lì mi misi a piangere. Allora
capii che il Signore mi aveva dato una lezione. Però voglio dirvi una
cosa: per me fu molto importante leggere nel Vangelo questa Parola: vai e
vendi i beni. Fu fondamentale. Io ero allora un orgoglioso, che mi
credevo il migliore dei cristiani. E mi resi conto che ero un peccatore e
che non ero io quel che doveva fare ciò, ma Gesù Cristo. Dopo il Signore
mi ha staccato da tutti i miei quadri e ormai né dipingo né faccio
esposizioni né niente, a me non importa un bel niente. Ma in quel momento
il Signore mi diede una lezione: sapere che è Lui quel che lo deve fare
in me. Io resi molte grazie a Dio per avermi messo di fronte a questa
parola: mi fece cosciente della mia realtà, mi fece appoggiare al
Signore. Se io fossi stato capace in quel momento di dare il quadro a
quel tizio, ciò mi avrebbe fatto molto male, perché avrei pensato: io ho
adempiuto il Vangelo. Invece Dio mi disse: disgraziato, tu che fai?
Quello che è impossibile per gli uomini è possibile per Dio. Molte
comunità di base passano il tempo dicendosi: Tu hai tanto denaro e...
Stupidaggini e porcherie, tutte: moralismi. I poveri sono loro. Siccome
loro lo fanno così bene; pretendono che anche gli altri facciano lo
stesso. Non è questo il cristianesimo.
E' verità che voi avete ascoltato questa Parola: vai e vendi i tuoi
beni. E' vero anche che qualcuno dice: ma se io non posso, non ho le
forze. Si pretende soltanto che tu dica: io sono disposto a ubbidire il
Signore, lui mi darà la forza. La Chiesa ti viene a dare la forza.
Questa Parola ti rivela che non hai fede. Forse perché scopri
adesso che non hai fede, quando pensavi che ne avevi più di tutti,
bisognerà domani che tu vada dal vescovo come un agnellino a chiedergli
che ti dia la fede, perché non ce l'hai. Allora scoprirai la meraviglia
che è la Chiesa. Che la Chiesa non è quel parroco che ti scarica sermoni
e chiede soldi. La Chiesa è qualcosa di molto grande. La Chiesa è una
madre che ti sta gestando realmente.
Il Signore ti dice: non fatevi dei tesori sulla terra; fatevi dei
tesori nel cielo. Perché dov'è il tuo tesoro lì sarà il tuo cuore. Perciò
il Signore ci dice di vendere i beni, perché sa molto bene dov'è il
nostro cuore.
Non parliamo poi del: non preoccupatevi del domani...
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Noi abbiamo montato tutto un tipo di società basato sul risparmio.
Abbiamo tutta uan mentalità sociale che antievangelica. La tragedia è
d'aver fatto di tutto questo il vangelo. Gesù dice: non preoccupatevi del
domani. E noi tutta la vita a rismarmiare per il domani. Il mondo va
totalmente al contrario. Il cristiano è quello che vive foggio
abbandonato a Dio, perché sa che non gli mancherà nulla. Dov'è il tuo
tesoro lì sarà il tuo cuore. Tu hai un conticino in banca dove risparmi
per il caso che un giorno il bambino si ammali e quel denaro non si tocca
mai. Quel denaro come un piccolo peccato nascosto lì e lì hai messo il
tuo cuore. E quando quel denaro bisogna toccarlo: ahi! come ti fa male il
cuore!...
Sapete quell'aneddoto su Sant'Antonio da Padova. Predi cava il
Vangelo in un'epoca in cui c'erano degli usurai terribili. E vedeva che
tutto l'affanno della gente era il denaro. Nessuno lo ascoltava. Allora
il Signore, siccome non aveva nessun effetto la sua predicazione, fa un
miracolo. Tutti cercavano il denaro: allora Sant'Antonio disse del più
ricco di tutti: quello non ha cuore. Morì e Sant'Antonio disse che morì
perché non aveva cuore. Allora Sant'Antonio disse che gli aprissero il
petto, sotto la propria responsabilità. Gli aprirono il petto ed il cuore
non c'era. Sant'Antonio disse: andate alla banca e dentro alla sua
cassaforte, sotto cinquanta lucchetti, sta il suo cuore, con il suo
denaro. Ci andarono e in mezzo al denaro, ai gioielli, agli assegni e
alle cose c'era il suo cuore. Perché dov'è il tuo tesoro lì sarà anche il
tuo cuore.
Quest'uomo aveva il suo cuore nel denaro, per questo non aveva
pietà coi poveri. Il denaro muove tutto nella vita. Delle famiglie intere
che quasi si ammzzano a causa dei cinquanta milioni di lire: non si
parlano mai.
Allora il Signore ti dice quello che devi fare: ma se io non ho il
mio cuore nel denaro, nemmeno ho la macchina. Molto bene: prova te
stesso; magari risulterà che è vero che il tuo cuore sta proprio lì. Se
vendi con pace, stupendo: se avevi lì il tuo cuore, il Signore ti ha
liberato; se non l'avevi lì, meglio, ormai lo hai provato, hai messo le
fondamenta del catecumenato. Dice il Signore: vendi i tuoi beni, vendete
i vostri beni e fatevi delle borse nel cielo, dove non ci sono i ladri,
né tignola che corroda. Dunque, ormai lo sai: vendi i tuoi beni e dalli
ai poveri senza che sappia la tua mano sinistra quello che fa la tua
destra: guarda bene quello che dice il Signore: tutto il denaro che dai
ai poveri si mette nel cielo e si fa un tesoro.
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Il Signore ti dice: fai un affare con me, fai un tesoro nel cielo.
Ma non si tratta di dare il denaro semplicemente per aiutare il povero.
Perché i ricchi molte volte desidererebbero che la gente non fosse povera
per poter mangiare con gusto delle aragoste. I borghesi sono i primi che
vogliono che non esistano i poveri, perché rimorde loro la coscienza.
Un'altra cosa che dice la gente borghese è: non è che si deve dare
la zuppa, si deve aiutarli perché sappiano guadagnarsi la zuppa. Dice
Rahner: Guai il giorno in cui ci manchino i poveri! Meno male che mai ci
mancheranno, come dice Gesù nel Vangelo. Perché i poveri ci aiutano a non
installarci troppo , relativizzano le nostre conquiste, bussano alla
nostra porta. Sono Gesù Cristo stesso presente, per molto fastidio e
molestia che ci diano. Sono Gesù Cristo stesso che ci chiama a
conversione continuamente, perché noi ci alieniamo sempre fuggendo dalla
nostra realtà.
Dunque, fratelli, adesso faremo una preghiera per chiedere al
Signore che ci faccia accogliere questa Parola.
Preghiera del Presidente
Cinque minuti di riposo per-ventilare il salone)
Ammonizione alla terza lettura
Fratelli, in questa Parola che si proclamerà adesso, Dio viene a
cercare ciascuno di noi nella situazione concreta nella quale ci
troviamo. Dice Gesù ai farisei che quello che è stimabile per gli uomini,
ricchezze, prestigio, è abominevole per Dio. Siamo amministratori delle
ricchezze di Dio; questa Parola viene ad illuminarci e dirci che siamo
degli amministratori infedeli, perché stiamo rubando a Dio, perché ci
appropriamo delle ricchezze che Dio ci dà per il nostro proprio bene:
stiamo negando Dio col nostro comportamento, con le nostre attitudini.
Ascoltiamo questa parola.
Terza lettura: Luca 16,1-15
Passo al canto :
Dice Gesù in questa parola che quello che è stimabile per gli uomini,
come il prestigio sociale, le ricchezze, è abominevole per Dio. Quì Dio
dice una cosa molto importante: che viene a farci
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suoi amministratori di beni superiori. Ma se a te danno dei beni che non
valgono niente, che non sono tuoi, ma di Dio, e li amministri tutti per
te, senza saper distribuire, come ti potrà dare Dio i veri beni, quelli
che valgono davvero, che è lo Spirito Santo, se farai lo stesso che hai
fatto coi beni inferiori. Per questo Gesù ci presenta la parabola
dell'amministratore infedele. Una parabola che siccome non conosciamo la
scrittura non capiamo e diciamo: com'è possibile che Dio lodi un uomo che
ruba? Un amministratore infedele? La Parabola è abbastanza strana,
tuttavia è perfetta e chiarissima.
Dice che c'era un uomo ricco che aveva un amministratore. Questo
amministratore sei tu, che accusarono di amministrare male la tenuta.
Qualcuno ha detto a Dio che anche se tu ti credi tanto cristiano e santo,
sei uno svergognato. Che sento dire di te? Rendimi conto della tua
amministrazione, perché non potrai più continuare ad amministrare. La
Parola ci pone questo problema: immaginate che qualcuno ti dica: dammi
conto della tua amministrazione; io ti ho dato la vita, l'intelligenza,
le ricchezze, tutte le cose, ché cosa hai fatto di loro? Rendimi conto.
Tu sai bene che se il Signore ti chiede i conti dal principio alla fine
sei perduto. Cosa possiamo fare se ci chiede i conti il Signore? Dice la
Parola: Attenti!
Guardate cosa vi dico Io: imparate da quest'amministratore. Il Signore
gli ha detto: mi sono informato che sei uno svergognato che mi stai
rubando milioni. Non ti importa di me, allora ti dò un termine di dieci
giorni per mettere in ordine le cose, perché sistemi i conti e te ne vada
via, perché non voglio sapere più niente di te. Vattene.
Quest'amministratore resta pietrificato e dice: Mamma mia! E adesso come
vivrò io? Zappare non posso, sono ormai vecchio,non ho le forze. Chiedere
elemosina? Mi vergogno, non sono capace. So già cosa farò approfittando
che ancora sono amministratore e ho nelle mie mani tutte le ricchezze del
padrone: agirò così. E se ne va a casa di un debitore del suo padrone e
gli dice: quanto devi al mio padrone? Trenta milioni di lire? Dunque,
niente cancella queste trenta e scrivi dieci.
Come mai, mi regali venti milioni? Tu stai zitto, sì: non ti preoccupare:
tu ed io risolveremo la questione, il mio padrone non verrà a saperlo. Va
da un altro e gli dice: Quanto devi al mio padrone? Cento barili di olio.
Dunque metti soltanto cinquanta. Mi regali cinquanta barili? Si, amico
si. Allora tante grazie .... Questo sa già che quando gli fa un regalino
sarà per chiedere qualcosa dopo. E così va facendo con tutti i debitori
del padrone. Dieci giorni dopo liquida i conti e se ne va. Allora si
presenta
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un casa di quello dei trenta milioni e gli dice: Come vai? Dunque oramai
sai, ormai non lavoro più con tizio. Mi dai lavoro tu? Sì, perbacco, sì,
quello che vuoi, tu sei il mio migliore amico, per questo ci sono gli
amici.
Lodò il Signore il suo amministratore ingiusto perché aveva sa puto agire
con astuzia.
Cosa ci dice il Signore con questo? Vedete come sono astuti i figli
delle tenebre? Dunque, fate come loro: guarda come questo qui ha saputo
ingegnarsi per poter continuare a vivere e non morire di fame. Fate lo
stesso voi.
Ti assicuro che se il Signore ti chiede conto di tutta la tua vita, di
tutti i tuoi peccati, ti andrebbe molto male. Dunque, questa Parola ti
dice che dopo dieci giorni il padrone ti manda via. Cosa farai tu per
sopravvivere? Come farai? Perché non ti dai da fare come questo
amministratore e fai anche tu così? Pensa con la tua testa come puoi
salvare la tua vita. Io ti dico quello che devi fare perché il Signore
non ti rifiuti e ti dia la vita eterna, ti faccia amministratore dello
Spirito Santo anche se sei stato infedele nei beni: approfittati di
queste ricchezze precisamente che amministri ingiustamente, queste
ricchezze che hai guadagnato con frode, per farti degli amici con esse.
E' questo ciò che dice la Scrittura: che la ricchezza che tu dai al
povero sta gridando al Signore in tuo favore, sta gridando per te, perché
quando le ricchezze ti vengono a mancare possa continuare a vivere.
Questo è quello che dice il Signore: Quest'uomo si è fatto degli
amici con i debiti del suo padrone: Allora io dico: fatevi degli amici
con le ricchezze ingiuste, perché quando ti vengano meno ti ricevano
nelle eterne dimore. Quegli amici che vi farete intercederanno per voi e
vi aiuteranno.
Gesù ti dice che cosa devi fare con i tuoi beni, con le tue ricchezze per
avere Vita : darle. Questo già lo fa la gente, non crediate! Quanti
seminari, quanti asili, mantenuti da miliardari che lasciano dei soldi
sottobanco, per acquistare il cielo senza che nessuno si accorga!
Proseguono rubando nei negozi, ma intanto un milione a quel Vescovo
perché non si sa mai.
Ebbene questo dice il Signore che tu faccia, ma non così per
continuare a rubare, ma perché tu ne tragga profitto. Perché colui che è
fedele nel minimo lo sarà anche nel molto. Perché colui che è ingiusto
nel piccolo è ingiusto anche nel grande. Se non sai amministrare le
ricchezze che ti ho dato dice il Signore - ma le stai usando
ingiustamente, accaparrando
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per te, come ti darò i beni superiori, lo Spirito Santo? Amministra bene
dunque le tue ricchezze, che ancora ne hai il tempo, e vendile, perché il
Signore ti affidi la Vita Eterna. Perché non potete servire due padroni:
Dio e il denaro. Vedete che è nello stesso contesto: se vuoi avere la
Vita Eterna: vendi i tuoi beni, dalli ai poveri e avrai un tesoro nel
cielo.
Adesso canteremo: "Che mi baci coi baci della sua bocca..."
chiedendo al Signore che venga, che ci insegni il cammino e ci dia il
poter fare ciò che ci dice. Perché noi capiamo che questo è vero, ma
abbiamo bisogno della sua potenza per farlo, perché possa darci le
ricchezze vere: la Grazia nel Nostro Signore Gesù Cristo e il suo Spirito
Santo.
Canto: "Che mi baci coi baci della sua bocca"
Ammonizione alla quarta lettura
Anche l'Apocalisse è scritta in chiave catecumenale. Il
catecumenato è l'immagine, il tipo, di tutta la vita cristiana: così come
voi avete ascoltato una Parola di Salvezza in alcune catechesi, e dopo
c'è stato un tempo di tensione in cui questa Parola incomincia a
compiersi, poi tornano i catechisti e vi diamo una Parola più perfetta,
più grande, più piena: dopo un altro tempo di tensione fino a che
torniamo un'altra volta, così tutta la storia della Salvezza. Dio appare
ad Abramo e gli promette una terra, un figlio, una discendenza; ed Abramo
ha un figlio. Lo stesso succede con il popolo d'Israele: costantemente
Dio appare e promette, mettendo il tempo in tensione fino al
l'adempimento di questa Parola. Questo è tutta la vita cristiana. Questa
è la nostra spiritualità, che non è già quella di essere in grazia di Dio
e quando questa si perde, ritornarvi per mezzo della confessione. Questa
non è la spiritualità biblica. Il cristianesimo cammina sempre di luce in
luce, di tempo in tempo, di grazia in grazia, sempre in cammino sempre in
avanti, sempre in marcia, sempre aspettando delle cose nuove. Quando
finisce il catecumenato la cosa non finisce: non siete già cristiani per
sempre. Soltanto sarete arrivati al Battesimo, che è la morte della
carne, dell'uomo di peccato. Dopo il Battesimo, viene un tempo di
Neofitato: dopo il Battesimo, vestito di tunica bianca, che è lo Spirito
Santo, passi al banchetto eucaristico, che è il cielo stesso anticipato
nella terra. Cioè, il catecumenato è tipo di tutta la vita cristiana. Per
questo l'Apocalisse è scritta in questa chiave catecumenale. E abbiamo
scelto
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una lettura importante.
Dice il Signore: conosco la tua condotta, so che non sei né freddo né
caldo, magari fossi freddo o caldo, perché sto per vomitarti dalla mia
bocca perché sei tiepido.
Uh, Dio che vomita dalla sua bocca! Che cose! Chiaro, ci siamo abituati a
un Dio dolce, a un Sacro cuore con la manina così e con le sopracciglie
depilate.... Non conosciamo Dio. Gesù si arrabbia molte volte e chiama
gli scribi: razza di vipere... Tu dici: Io sto bene, sono ricco, mi trovo
bene, nulla mi manca; e non ti rendi conto che tu sei un disgraziato
degno di compassione, povero cieco e nudo. Ti consiglio che compri da me
tre cose, a me, alla Chiesa: queste tre cose riassumono il Battesimo: oro
affinato al fuoco, che è la croce gloriosa di Gesù Cristo che ci si
inscrive sulla fronte, che è la ricchezza vera del cristiano, vestiti
bianchi perché non rimanga scoperta la nudità, che significa il nuovo
corpo che riceviamo, la nuova natura, che è Cristo stesso risorto, e
collirio per ungerti gli occhi e tu possa vedere (Il Battesimo si è
sempre considerato come un'illuminazione dello Spirito Santo). Questo è
scritto in un contesto Battesimale.
La Chiesa primitiva faceva così il Battesimo nella notte di Pasqua:
dopo che i catecumeni si erano denudati, si mettevano in una buca al
buio; poi appariva la luce - un lucernario - e giuravano di rinunziare a
Satana con la mano tesa verso occidente; poi gli si scriveva sulla fronte
la croce gloriosa; quindi, completamente nudi scendevano i sette scalini
e si immergevano nelle acque, simbolo di morte, nella speranza che dalla
morte Dio per la potenza di Gesù Cristo li risuscitasse e desse loro un
corpo nuovo. La croce significava che Dio sceglieva loro, come si
marcavano le pecore con un sigillo speciale: il gregge di Cristo sono
coloro che portano la croce sulla fronte. Quindi uscivano dall'acqua
risorti, con un corpo nuovo, avendo lasciato nelle acque il loro corpo
vecchio. Adamo, il corpo del peccato.
E in questa nuova creazione, a questo corpo risorto che esce
dall'acqua veniva insufflato attraverso il naso lo Spirito Santo
(Confermazione) come ad Adamo Dio soffiò sul naso per dargli l'anima
vivente. Poi gli si imponeva una tunica bianca, una corona e gli davano
latte e miele. Infine passava dove si trovavano tutti i fedeli, i
cristiani, cantando e celebrando l'Eucarestia. Il presidente. Gesù Cristo
lo faceva sedere a tavola. Questo è quello che dice l'Apocalisse. Io,
quelli che amo, li riprendo, e li correggo.
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Sii dunque, fervente e ascolta la mia voce, pentiti. Guarda che sono alla
porta e chiamo: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre, entrerò nella
sua casa; cenerò con lui e lui con me. Ascoltiamo fratelli questa
lettura.
QUARTA LETTURA: Apocalisse 3,14-22
Omelia del Presidente
(Molto breve, confermando la Parola che si è ascoltata ed esortando
l'assemblea ad accogliere questa Parola e a chiedere al Signore che la
faccia realtà in noi).
Invito a dare la risposta personale alla Parola "Vendi i tuoi beni..."
e "la destra non sappia...": risposta di oggi.
Stiamo rivivendo il nostro Battesimo, ripercorrendo pezzetto per
pezzetto, convinti che il Battesimo è quello che ci fa entrare nella
Chiesa. Ma, è chiaro, nella Chiesa non si entra giuridicamente, perché
così siamo già tutti, si entra di fatto. Per questo diceva Gesù alla
gente che non si è figlio di Abramo perché si sia nato in Palestrina e si
sia circonciso; si è figlio di Abramo se si ha la fede di Abramo.
Non si è cattolico chi veramente ha lo Spirito Santo come una nel suo
interiore. E perché il nostro Battesimo sia una realtà in noi dobbiamo
fare questo cammino catecumenale per viverlo piano piano e sia gestato in
noi lo Spirito Santo.
Perché vediamo quanto è stata fatta la catechesi battesimale a voi da
adulti? Perciò la Chiesa dice che bisogna farlo nelle Parrocchie.
Dunque, adesso, ognuno di voi, nell'ordine spontaneo che vogliate, si
alza in piedi e molto brevemente da la sua risposta a tutta la catechesi
che ha sentito, a questa Parola, dica quello che pensa davanti al
Signore, perché il Signore ci sta ascoltando per sapere cosa rispondiamo
ciascuno a questa Parola.
Alzatevi e col cuore nella mano dite sinceramente quello che sentite in
questo momento, alla luce di questa Parola, molto brevemente.
RISPOSTA DI OGNUNO (molto brevemente conviene che parlino tutti il più
possibile)
(Se il catechista vede che qualcuno si esprime senza aver capito
esattamente la catechesi deve intervenire per chiarire).
PREGHIERA SPONTANEA CHIUSA DAL PRESIDENTE
PADRE NOSTRO
ABBRACCIO DI PACE
BENEDIZIONE FINALE (A dormire; dire di portare carta e penna alle
Lodi)
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QUARTO GIORNO (DOMENICA)
h 9,30 L O D I
(Dopo i salmi del giorno, cantati e letti)
Ammonizione alla lettura
Ascolteremo in primo luogo che cosa ci dice il Signore: "non
pensate che sia venuto a portare la pace, ma la guerra. Sono venuto a
opporre l'uomo al proprio padre, la figlia alla madre: i propri parenti
saranno i nemici di ciascuno". Questo pare forte, ma è Parola di Dio.
Abbiamo la storia della Chiesa primitiva che testimonia come questo si è
compiuto. Quanti matrimoni, quante famiglie separate a motivo del
cristianesimo. Al tempo dell'impero romano la gente era molto colta,
molto educata e il cristianesimo era proscritto dalla legge sociale,
perché si consideravano i cristiani come gente malvagia, che faceva cose
orribili, infami. Immaginate allora che cosa supponeva per esempio il
fatto che Felicita, figlia di un senatore romano, un uomo nobile e molto
stimato, si facesse cristiana... che orrore! era una disgrazia immensa
per quella famiglia! Per questo quando il senato la giudicava per il
fatto di essere cristiana suo padre alzava in alto il figlio di Felicita
per convincerla affinché dicesse che non era cristiana, al fine di
salvare il suo figlioletto; perché pensava che era una mostruosità che
uccidessero una donna lasciando un così bel bambino orfano. Inoltre tutti
quelli che la giudicavano erano amici di suo padre e volevano convincerla
a negare Cristo affinché non le capitasse nulla.
Noi nel nostro contesto sociale non ci rendiamo conto di questo,
perché oggi tutti sono cattolici ed essere cristiano è la cosa più
normale. Ma allora in una famiglia, che qualcuno si facesse cristiano era
l'infamia più grande che potesse capitare. Così c'erano famiglie intere
divise a causa di Gesù Cristo. Così si compiva questa Parola. Già
arriverà un tempo in cui ciò si ripeterà. Forse alcuni di voi lo stanno
già sperimentando: infatti la maggior opposizione per seguire questo
cammino vi viene da quanti vi sono più cari. Si compie il Vangelo. Questo
for
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se alcuni adesso non lo comprendono.
Ascolteremo nel seguito come il Signore non ci lascia nessuna
scappatoia: colui che ama sua madre o suo padre più di me non è degno di
me. Anche questo è chiaro: chi non prende la sua croce e mi segue non può
essere mio discepolo. Oggi parleremo tutta la mattina della croce. Faremo
un questionario molto serio sulla croce, perché ognuno di noi rifletta su
qual'è la sua croce in questo momento, che cosa è in questo momento
preciso che ti sta facendo male, ti distrugge, quello che fa sentire
polvere, il problema che ti tiene preoccupato e triste, ciò che ti ha
tolto la pace. Questa croce è necessario che ciascuno ce la mettiamo
davanti, perché Gesù Cristo ciò che ti distrugge, te lo toglierà e farà
la tua croce grande e gloriosa, perché tu possa entrare nel rito di
questa sera con una pace immensa.
Dirà ancora il Signore: "chi cerca la sua vita la perderà, però
colui che perderà la sua vita per me la ritroverà". Fratelli, il Signore
ci invita a perdere la vita, i nostri progetti, i nostri piani, i
sentieri che noi abbiamo tracciato, per guadagnare la vita che Egli ci
darà. Questo è ciò che cantiamo sempre: ci dica il Signore: segui il
sentiero delle mie pecore e porta lì le tue caprette, che vuol dire la
tua vita, le tue cose, la tua realtà, che questo cammino ti porterà alla
dimostra dei pastori. Chi perde la sua vita la trova, chi perde la sua
vita per me e per il Vangelo. Questo ce lo dice il Signore perché sa che
noi siamo instancabili fabbricatori di idoli, che la nostra mente sta
continuamente creando sicurezza; quando una cosa non ci piace pensiamo
già quello che faremo l'indomani, qual cosa che ci sembra più bella, per
sollevarci un pò il morale. Costantemente alziamo i nostri ideali e
progetti davanti a noi; e il Signore per chiamarci a conversione sta
costantemente distruggendoli.
Non mettiamo parentesi a Dio, non facciamo andar Dio dietro di noi.
Tutti vogliamo che Dio serva ai nostri piani, al la vita che ci siamo
fabbricati noi. Questo prova che Dio non è affatto per noi ancora
l'unico: perché mettiamo Dio a servizio dei nostri ideali e dei nostri
concetti di ciò che è bene per noi, non siamo ancora in conversione, non
mettiamo Dio al centro per nulla. Per te la cosa più importante è ancora
il tuo piano: Dio è questo grande genio che deve stare al tuo servizio.
Per questo noi diciamo che a volte abbiamo un tipo di religione come la
lampada di Aladino: hai un problema: strofini la lampada ed ecco appare
un gran genio, che è Dio, che si inchina dawww.
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vanti a te e ti dice: "Ai tuoi comandi": Allora tu gli dici: "Risolvi
questo problema, guarda in fabbrica hanno smesso di pagarmi". "Sì
padrone", Dio ti risolve il problema, chiudi la lampada e dimentica Dio
fino alla prossima necessità. Anche se sembra una caricatura questa è una
realtà in noi. Questa è la nostra spiritualità religiosa naturale: quella
che ci fa ricorrere a santa Barbara quando tuona.
Dopo questa Parola ascolteremo le Parabole del Regno di Dio. E di
nuovo sentiremo che Dio ci dice: "Va e vendi i tuoi beni". Lo ascolteremo
attraverso due parabole: quella del tesoro e quella della perla.
Ascolteremo che il Regno è simile a un uomo che ha conosciuto un campo e
ha visto che in quel campo c'è un tesoro, quest'uomo non si dà pace
finché non ha comperato quel campo, anche a costo di vendere tutti i suoi
beni, chiedere prestiti e fare qualsiasi altra cosa. Ai nostri tempi
sarebbe un signore che un giorno di caccia con un amico che se ne intende
della questione, scopre che in una zona c'è del petrolio. Allora sta
zitto, dissimula e non si dà pace finché, informatosi di chi è quella
zona, la compra a costo di impiegare tutte le sue sostanze e di rimanere
senza nulla. Perché ha scoperto che quella terra contiene qualcosa che è
molto più preziosa di tutto quello che egli già possiede: vende tutto in
cambio del tesoro del campo.
O è simile a quel commerciante che passa tutta la vita vendendo
perle e un giorno scopre una perla preziosissima, la migliore di tutte
quelle che ha visto; va, vende tutte le perle che possiede per comperare
quella.
Questi due uomini hanno venduto tutto quello che avevano per
comperare la cosa migliore. E sono rimasti ricchi e felici per sempre.
Prima ascolteremo la Parabola del seminatore. Ascolteremo: succede
a tutti quelli che ascoltano la Parola e non la comprendono, che viene il
maligno e strappa il seme che era stato seminato. Notate che meraviglia:
chi in questa convivenza non ha capito nulla, non ha inteso nulla, dice
il Signore, questi è quel seme che cade lungo il cammino: vengono gli
uccelli e se lo mangiano. Questo lo dice la Parola di Dio. Colui che fu
seminato sulle pietre è quello che di fatto riceve là Parola di Dio con
allegria e dice: "Guarda, è così", ma non ha radice in sè stesso, è
incostante, e quando gli si presenta una tribolazione, la vita
quotidiana, al primo problema, manda a quel paese la Pa
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rola, la comunità e tutto. E' quello che quando si presenta una
tribolazione o una persecuzione in seguito soccombe. Quello che è stato
seminato tra le spine è quello che accoglie la Parola, ma le
preoccupazioni del mondo le seduzioni delle ricchezze, soffocano la
Parola e rimane senza frutto. Le preoccupazioni del mondo: il lavoro, il
denaro, gli affari, i salti mortali della vita, lo assorbono in tal modo
che non gli lasciano il tempo di pensare ad altra cosa, finiscono per
soffocare questa Parola. Perché il mondo non è come questa convivenza:
fuori di qui c'è il mondo, i problemi.
Infine colui che fu seminato nella terra buona è quel lo che
ascolta la Parola di Dio e la comprende. Io quando ho visto questo nella
Parola di Dio vi assicuro che me ne sono restato a bocca aperta. Perché
ascoltavo sempre dire: "Io non capisco questa Parola... me la spieghino".
Io sono rimasto di sasso quando ho ascoltato questo: che quello che cade
nella strada è la Parola che cade in quelli che ascoltano la Parola e non
la capiscono. Fratelli, troppo chiara è la Parola.
Ascolteremo anche la Parabola della zizzania, tutte le parabole del
Regno. A riguardo di questa Parabola io vi dico una cosa: dice la
Parabola che un signore seminò del buon grano in un campo e allo spuntar
dei semi apparve anche la zizzania. I suoi servi gli chiesero: "Ma
signore, non hai seminato grano buono nel tuo campo? Com'è che spunta
anche la zizzania?" E risponde: "Qualche nemico lo ha fatto". Qui c'è una
Parabola per quelli che cercano una comunità perfetta, senza peccato.
Sono quelli che nella comunità vogliono imporre i loro sentimenti, i loro
ideali di comunità. Abbiamo già detto che questo ideale deve essere
distrutto. Per essi la vita deve essere come loro la pensano. Questi mai
hanno seguito Gesù Cristo: ingannano tutta la loro vita sé stessi. Gesù
Cristo dice un'altra cosa. Questo è necessario che succede. Allora come è
possibile che nella comunità se abbiamo predicato la Parola di Dio,
l'amore, si veda anche il rancore, la mormorazione, gli odi, le invidie?
Da dove sbuca questo male che appare? "Qualche nemico lo ha fatto", dice
il Signore. Tutti abbiamo allora la tentazione, come i servi di questo
signore, di cogliere tutto il male della comunità e tirargli il collo e
toglierlo di mezzo. "Signore, vuoi che andiamo a strappare la zizzania?"
Gesù dice: "No, lasciate che crescano insieme la zizzania e il grano:
arriverà il momento in cui io li separerò.
Accettare questa Parola è molto importante. Guardate:
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quando noi fummo a parlare con il Vicario di Roma, Mons. Poletti, ci
impressionò quello che egli ci disse riguardo a questa parabola. Dice che
c'è molta gente oggi che sta facendo pressione al Papa perché dia un giro
a destra con la Chiesa e stronchi alla radice tutti gli esperimenti
dubbiosi che in molti luoghi si stanno facendo. Sapete che cosa rispose
il Papa? Con questa parabola: c'è nella Chiesa oggi grano stupendo che
sta nascendo insieme alla zizzania: se cerchiamo di strappare adesso la
zizzania corriamo il pericolo di strappare assime anche il grano. A me
questo fece impressione perché denota la fede del Papa riguardo le
esperienze di ogni tipo di comunità che si stanno facendo nella Chiesa.
Ascolteremo tutte le parabole del Regno nel Vangelo di San Matteo.
Vi invito ad ascoltare questa Parola con semplicità, con povertà, senza
pretendere di incasellare questa Parola nei nostri schemi. Accogliamo
questa Parola che si proclama perché essa è la Vita per noi.
Lettura: Matteo 10,34-39; 13,1-52
Un po'; di silenzio, orazione, Padre Nostro e Benedizione
QUESTIONARIO alle ore 10,45 (Si detta subito dopo le Lodi, senza alcun
intervallo)
Domande :
1) Sei disposto a lasciarti invadere dallo Spirito di Dio o hai paura
che la tua vita cambi troppo?
2) La croce è il segno di tutto quello che ci distrugge. In questo
momento quel'è la tua croce e perché credi che Dio la permette? Vale
a dire: che senso ha oggi nella tua vita la croce?
SI LASCIA MEZZIORA PERCHE' OGNUNO DA SOLO SI PONGA DI FRONTE A QUESTE
DOMANDE E SCRIVA BREVEMENTE LA SUA RISPOSTA SU DI UN FOGLIO.
Alle ore 11,30 si domanda ad alcuni, il più possibile, che diano la
loro risposta alle domande.
Dopo si fa la seguente catechesi sulla CROCE GLORIOSA
(Kiko)
Il mistero della croce è il talismano prezioso dei cri
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stiani. E' il mistero nascosto che ai pagani non è stato rivelato, il
mistero della croce è stato rivelato ai piccoli, ai cristiani. Dice Gesù
nel Vangelo: "Ti rendo grazie, Padre, perché hai rivelato queste cose ai
piccoli - i piccoli sono i cristiani - e le hai nascoste ai sapienti e ai
prudenti. "Questo mistero è la croce che per i cristiani è gloriosa,
mentre per i pagani è stoltezza e per i giudei è scandalo. Finora non vi
è stato parlato della croce gloriosa. Adesso nel passaggio al
catecumenato vi se ne parla. La croce gloriosa è il segreto profondo del
cristianesimo; la croce non è precisamente quello che il mondo rifiuta,
quello che tutto il mondo odia; la croce è un modo di esprimere, una
parola che significa tutto quello che il mondo detesta, quello che tutto
il mondo odia, quello che nessuno vuole; la croce è il segno della
sofferenza, è tutto quello che ci distrugge e ci fa soffrire, la croce è
il male, è la morte. Il mondo intero fugge la morte e fugge la croce
perché è il simbolo della morte, di quello che ci distrugge. La gente
dice: "Ah, che croce!" riferendosi ad ogni evento che ci distrugge, che
ci fa soffrire, che ci separa dalla felicità. La croce è il segno, il
simbolo di quello che ti distrugge e ti uccide.
La croce è quello che la gente non vuole per nulla. E' precisamente
ciò che fa bestemmiare il mondo e dire: "Come? Dio è buono e permette che
mio marito abbia il cancro adesso che è giovane e mi sta per lasciare
sola con cinque bambini? Come è possibile che permetta che mio marito se
ne vada con un'altra donna? Come è possibile che Dio permetta che io sia
un nevrotico, o che sia nato zoppo, o che sia cieco? Come è possibile che
Dio sia buona e permetta che io non abbia figli?"
La croce, di S. Paolo, è lo scandalo e stoltezza per i greci, per
gli intelligenti. La croce è esattamente quello che il mondo respinge,
quello che nessuno vuole, quello che ci fa negare Dio, che ci fa
bestemmiare contro Dio.
Gesù Cristo è l'unico uomo che ha accettato la croce senza negare
Dio. Lì dove nessun uomo si è messo, lì dove tutti siamo scappati, egli
si è messo: sulla croce. QUESTA CROCE DA CUI IL MONDO VIENE DISTRUTTO,
EGLI L'HA INNALZATA E L'HA FATTA DIVENTARE GLORIOSA: HA DIMOSTRATO CHE
PROPRIO LA CROCE E' IL CAMMINO CHE DIO HA SCELTO PER SALVARE GLI UOMINI.
Per questo dice Gesù: "Chi non accetta la sua croce e mi segue non
può essere mio discepolo". Che cosa vuol dire accettare la croce?
Accettare che questa croce è il cammino che Dio
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ha posto per innalzarti fino a Lui.
Qui, fratelli, la catechesi si fa ogni volta più seria. Se voi
analizzate seriamente la vostra vita, vedrete che Dio sempre vi ha
aspettato ad una svolta: sulla croce. Tutte le conversioni che si sono
verificate sempre nel mondo, in ogni epoca, si sono verificate attraverso
la croce. Quanta gente si è incontrata con Gesù Cristo in un incidente,
in una malattia, dopo che è morto il marito, dopo che è rimasta vedova!
Perché la croce è precisamente ciò che ci pone di fronte alla nostra
propria realtà. La croce è quello che ci contesta, quello che ci
relativizza, quello che ci ridimensiona. La croce è precisamente quello
che ci situa nella nostra propria realtà d'impotenza. La croce è quello
che ci insegna, ci aiuta a trascenderci, a uscire da noi stessi. La croce
è ciò che ci pone di fronte alla morte, di fronte alla nostra incapacità
di accettare la morte, di passare attraverso la morte; è quello che ci
spinge a cercare uno che ci faccia vincere la morte.
La croce è ciò che ha condotto Abramo alla fede. La croce di Abramo
era di non avere figli, essere sterile; una croce che non ha mai potuto
sopportare e che metteva in giudizio tutta la sua vita: la croce è quello
che faceva della sua vita un assurdo. E' precisamente questa croce,
questa morte, questa povertà ciò che lo ha innalzato e portato ad essere
il padre di tutti i credenti.
Per il mondo la croce è uno scandalo insormontabile. Solo noi
cristiani abbiamo la croce illuminata, non ci scandalizza, perché
sappiamo che Cristo ha innalzato la croce e l'ha resa gloriosa, perché
Dio in Cristo ha ricapitolato tutte le cose.
Se c'è un cristiano che ancora è scandalizzato per la croce costui
non è cristiano. Questi è un bestemmiatore. C'è molta gente che va a
Messa in un modo blasfemo. L'altro giorno Farnes diceva: "Come è
possibile che noi cristiani andiamo a Messa la domenica, che è
precisamente l'azione di grazie per questo mistero immenso che ci è stato
rivelato, per la vittoria di Gesù Cristo sulla morte, per la croce
gloriosa di Gesù Cristo, e poi ci scandalizziamo della croce, degli
eventi di morte della nostra vita? "Siamo onesti, andiamo a Messa a dire
a Dio: disgraziato! com'è che hai fatto che il mio fidanzato se ne vada e
mi abbandoni? Come è possibile che permetti che il mio bimbo se ne stia
morendo? Come hai permesso che io non mi sposi e sia una zitellona? Come
hai permesso che io non abbia figli? Questo
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è onestamente quello che dobbiamo dire, perché siamo scandalizzati della
croce concreta della nostra vita ed è tutta una farsa il rendimento di
grazie che facciamo! Quanti cristiani vanno a Messa e non hanno la loro
croce illuminata, non conoscono il mistero della croce gloriosa e sono in
rivolta contro Dio per la loro croce! Di che cosa vanno a rendere grazie
nella Messa? Molti cristiani vanno a Messa a compiere un rito e nel fondo
sono scandalizzati della croce, come ne è scandalizzato il mondo.
Cristiano di nome.
Guardate: se voi non accettate questo è perché non siete usciti dal
vostro peccato. Se alcuni di voi sono scandalizzati della loro croce e
non la capiscono, non possono passare al catecumenato. E' che ancora
siete alla mercé del demonio. Perché la croce è precisamente l'arma che
ha il demonio per vincerci, per negarci a Dio, per separarci dall'amore
di Dio. Dice San Paolo: "Il demonio, approfittando della paura che
abbiamo della morte, ci ha condannati alla schiavitù. La croce, questo
segno, è simbolo di quello che ci uccide, di quello che ci fa soffrire. E
tu vedrai come il demonio, per obbligarti a peccare, a fare la sua
volontà, a operare il male, ti mostra la croce, ti mostra la sofferenza.
Una croce è non avere soldi per finire il mese: allora il demonio ti
obbliga a rubare se è necessario per far soldi, una croce è che tu non ti
sei sposata e ne sei distrutta: ed ecco che il demonio ti obbliga a
ribellarti contro Dio. Il demonio ti fa vedere la croce e ti dice: "Non
accettare la tua vita, bestemmia Dio: è falso che Dio ti vuol bene. Dio è
un mostro, non vedi come ti ha lasciato lì nella morte? Non vedi come Dio
ti ha tolto il fidanzato? Non vedi come Dio ti ha dato un marito
collerico che ti picchia? Come è possibile che Dio ti ami?" Questa è la
catechesi del maligno di fronte alla croce. Il maligno, con la croce, ci
obbliga come schiavi, tutti i giorni, a ribellarci a Dio, a fare il male.
Però noi cristiani sappiamo che questa croce è gloriosa. Se questa
croce è stata illuminata, il maligno ormai non ha più potere sui
cristiani, perché ha perso l'arma per sedurci al male. Perché lì dove
tutti fuggono, dove tutti respingono la croce e non l'accettano, i
cristiano sanno che questa croce non li uccide, anzi tutto al contrario,
la croce li glorifica. E' PRECISAMENTE LA CROCE IL CAMMINO DELLA NOSTRA
SALVEZZA. Il maligno dice: "Non vedi questa croce? Non vedi che ti hanno
licenziato dai lavoro? Non accettare questo che ti uccide, non accettare
questa malattia, non accettare che ti abbiamo buttato fuori di casa, non
accettare questa realtà di morte: ribellati con
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tro Dio e contro tutti: fai ciò che vuoi, non vedi che questa croce ti
uccide?" E il cristiano dice: "Non è vero, non è vero che la croce mi
distrugge; di più: precisamente questa croce mi dice che Dio è amore. Io
non capisco perché Dio ha permesso questa croce nella mia vita; ma Dio
provvederà, perché mi vuol bene, perché vuole il meglio per me". Questa è
la risposta del cristiano di fronte alla croce: DIO PROVVEDE.
Questo è la fede: questo è Abramo: nella croce Dio provvede. Ad
Abramo Dio manda una croce terribile: "Prendi il tuo figlio l'unico.
quello che maggiormente ami e vattene sul monte a sacrificarlo a Me,
uccidilo". Immaginatevi che croce è questa! Una croce orribile! Uccidere
il tuo unico figlio, cui tu vuoi un sacco di bene. Abramo non comprende
nulla con la sua ragione, ma la fede lo porterà a caricarsi sulle spalle
il figlio, a prendere l'asino, la legna e a salire sul monte. Mentre
vanno per la strada il figlio gli domanda: "Vedo la legna, vedo il
coltello, ma dov'è il capro? Dov'è la vittima?" E Abramo, che non ha
detto nulla a suo figlio, che è distrutto nel suo cuore, perché non
capisce, dice: "FIGLIO MIO, DIO PROVVEDERA'". La fede gli fa dire: nella
croce Dio provvede. Questa è la fede: io non lo capisco, però so che Dio
non è un mostro. Il maligno ti tenta, tenta Abramo e gli dice: "Come è
possibile che Dio sia buono e ti dice di sacrificare tuo figlio? Dio è un
mostro. Dio non ti vuol bene. E' la croce è la tentazione. Però per
Abramo la croce è il momento della trascendenza totale, di passare a Dio,
di vedere il volto di Dio, perché la fede lo spinge a dire: sul monte,
sulla croce Dio provvede. Si abbandona a Dio, entra nella morte, perché
la sua fede non gli permette di vacillare. E Abramo vide sulla croce il
volto di Dio. Perché Dio, per la sua fede, ha provveduto sul monte: suo
figlio non muore. Che cosa ha provveduto Dio? Un montone. Quale agnello
ha provveduto Dio? GESU' CRISTO: L'AGNELLO DI DIO CHE TOGLIE I PECCATI
DEL MONDO.
GESU' CRISTO E' LA RISPOSTA DEL PADRE ALLA TUA CROCE.
Tutto quello che tu credi che ti distrugge, non ti distrugge: la
croce non ha potere su di te, perché Dio ha provveduto in Gesù Cristo:
Gesù Cristo ha distrutto la morte.
Per questo, se in questo momento tu sei scandalizzato di fronte
alla tua croce per il fatto che sei attaccato al denaro, che hai un
marito che non puoi sopportare, che a casa tua vive la tua suocera, che i
figli sono dei mascalzoni e dei gran
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di maleducati, la croce che vuoi, SAPPI CHE DIO HA DISTRUTTO LA MORTE;
GESU' CRISTO HA INNALZATO LA CROCE E L'HA RESA GLORIOSA, DALLA CROCE HA
TRATTO FUORI LA GLORIA, LA SALVEZZA PER NOI; LA CROCE NON HA POTERE SU DI
NOI! PERCHE' CRISTO HA DISTRUTTO LA FORZA DELLA MORTE. CRISTO INNALZA
DAVANTI A TE LA CROCE GLORIOSA E TI DICE: ABBANDONATI, ACCETTA QUESTA
CROCE CHE E' GLORIOSA PER TE, ENTRA IN QUESTO EVENTO DI MORTE, NON
RIBELLARTI A QUESTA CROCE, DIO TI TOGLIERA' DA ESSA COME VUOLE E QUANDO
VUOLE, PERCHE' DIO TI AMA; NELLA CROCE VEDRAI IL VOLTO STESSO DI DIO.
Perché precisamente la croce te la manda Dio, manda la tua suocera
a vivere in casa con te, perché sei un superbo, perché vuole chiamarti,
perché sei un orgoglioso e non hai un altro mezzo per vedere il volto di
Dio, perché tu ti converta a Dio, perché ti abbandoni a Dio, per inviarti
la croce.
Nessuno può essere segnato questa sera con il segno della croce, se
non accetta questa catechesi della croce. Dio si è servito precisamente
della croce, di questo che vi distrugge e vi uccide, di questo che fa
fuggire tutti, per trarvi fino a qui. Dio ci aspetta sempre nel
crocicchio della croce. Quando Dio più sta vicino a te è negli
avvenimenti della croce, di morte, perché la croce è il segnale con cui
segna le sue pecore. La croce è il segno dell'elezione ad essere gregge
di Dio. La croce è il segno della proprietà di Dio. Di croce in croce il
Signore ti ha portato fin qui.
Per questo dal momento che nessuno può entrare nel catecumenato
senza comprendere il mistero della croce, finché scandalizzato dalla
croce, questa sera la Chiesa nel rito vi farà delle domande, un esame. Il
Vescovo questa sera ti farà questa domanda che noi ti abbiamo fatto nel
questionario: "Qual'è la tua croce e che senso ha nella tua vita?" Perché
questa sera la Chiesa ti farà questa domanda, cui risponderai liberamente
ciò che pensi? Perché se sei scandalizzato della croce non puoi essere
segnato con il segno della croce. Perché catecumeno è colui che ha capito
questo mistero della croce. Chi non conosce questo segreto, è ancora alla
mercé del demonio e non può passare al catecumenato.
Questa notte la Chiesa ti darà la sua arma segreta: la croce
gloriosa, con essa il demonio non potrà vincerti, non avrà potere su di
te. Ti darà la tua croce gloriosa perché tu la conservi nel tuo cuore.
Con questa arma Cristo ha vinto il mali
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gno. Perché tu sappia che la croce è innalzata e gloriosa. Ciò
precisamente che tutti credono che ti distrugge, tu sai che non ti
distrugge. E' Satana quello che ci seduce e ci dice di non entrare nella
morte, di non accettare la croce. Però noi sappiamo che questo è falso,
che la croce è il volto splendente del Padre.
Per questo quando San Pietro dice a Gesù: "Come ti uccideranno?!
Signore, non andare alla morte". Sapete la risposta di Gesù Cristo a
Pietro, suo amico? "Fuori!!!! Vattene da me Satana!!!" Perché Gesù ha
visto che in quel momento San Pietro è opera di Satana e gli sta facendo
la catechesi del mondo. Gesù dice: "Non lascerai che io beva il calice
che mio Padre che mi ama mi ha preparato? Chi hai creduto tu che sia mio
Padre? Pensi forse che mio padre sia un mostro? Questo è il calice
dell'amore di mio Padre".
Quello che capita è che noi non accettiamo che un Dio a nostra
misura. Secondo te Dio deve essere come tu lo pensi. Non ti rendi conto
che se Dio potesse entrare nella tua ragione questo Dio non sarebbe Dio?
Come ti può salvare un Dio che è più piccolo di te? Allora non avresti
salvezza. Se tu non ti puoi salvare, come ti può salvare una persona più
piccola di te? Che sta dentro la tua ragione? Come potrai allora servire
Dio?
Come vedi questa catechesi è molto seria.
Allora questa sera il Vescovo ti chiamerà per nome, tu ti metterai
in mezzo all'assemblea e il Vescovo ti chiederà: Qual'è la tua croce e
perché credi che Dio te la permetta? Che senso ha nella tua vita la
croce. Tu risponderai ciò che vuoi. Devi dire davanti a tutti il senso
che in questo momento ha la tua croce. Questo lo farete tutti uno per
uno. E io vi dico una cosa: se la Chiesa vede che tu non hai capito
questo mistero, che il segreto della croce non ti è stato rivelato, la
Chiesa non ti segnerà con la croce e non potrai passare al catecumenato.
Se la Chiesa vede che non sei scandalizzato dalla croce, che il Signore
ti ha illuminato nel tuo cuore il senso della croce, il mistero, ti
segnerà sulla fronte la croce con del profumo e ti dirà: "Ricevi questo
segno di vittoria, la Croce Gloriosa di nostro Signore Gesù Cristo, che
questo segno glorioso ti conduca alla vita.
Questo te lo fecero quando ti battezzarono da piccolino, ti
segnarono con la croce sulla fronte e sul cuore. Ma tu
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non ti rendesti conto di nulla.
Ebbene guardate quanti padri battezzarono i loro figli e nel loro
interno sono in rivolta contro Dio, scandalizzati della croce, mordendosi
dentro di sé senza conoscere il mistero della croce gloriosa. Quale fede
daranno ai loro figli se essi stessi non accettano gli eventi di morte
della loro vita? Quale fede hanno essi stessi se non comprendono la
croce, se non conoscono che la croce è il cammino che Dio ha scelto per
salvare gli uomini?
I cristiani primitivi chiamavano la croce LA LUCE SPLENDENTE DEL
VOLTO DI DIO. Sii dunque contento quando all'uscita da questa convivenza
ti si presenti la croce, gli eventi di morte, mantieniti allora saldo
nella fede, come dice San Pietro. Perché Dio è amore; Dio sa perché
permette questo, perché Dio è quello che dal male, da quello che per noi
è male, tira fuori il bene. Per questo avere fede adulta è sapere che
tutto è, grazia, che tutto è amore, CHE TUTTO ASSOLUTAMENTE CONTRIBUISCE
AL BENE DI QUELLI CHE AMANO DIO, DI QUELLI CHE HANNO RICEVUTO L'AMORE DI
DIO. Perché Dio permette che ti venga la croce? Perché ti ama, perché ne
hai bisogno, perché ti fa vedere che tu non ti salvi da te stesso e ti fa
così, trascendere fino a Lui, ti fa convertire a Lui, ti invita ad
abbandonarti a Lui.
Contemplerai nella croce il volto di Dio, perché questa croce Gesù
Cristo te la glorificherà quando voglia, come voglia.
Questo è il punto centrale del cristianesimo. DIO HA VOLUTO SALVARE
GLI UOMINI ATTRAVERSO UNA FESSERIA, UNA STOLTEZZA: ATTRAVERSO LA
PREDICAZIONE DELLA CROCE DI GESUI CRISTO.
Per questo dice San Paolo: Dio mi ha invitato a predicare una sola
cosa: Cristo, e questi crocifisso; la croce che è stoltezza per quelli
che si perdono, ma forza di Dio per quelli che si salvano. Mentre i saggi
e i potenti cercano cose intelligenti e la gente religiosa segni e
miracoli, noi predichiamo LA CROCE GLORIOSA DI GESU' CRISTO, perché è il
cammino che Dio ha scelto per salvare tutti gli uomini.
Ma il senso della croce è quello che ho detto, non il senso della
religiosità naturale, come pensano quasi tutti i cristiani. La vita non è
una prova con molte croci che dobbiamo sopportare per vedere se poi ci
guadagnano il cielo. C'è da sospiri
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re, dice la gente religiosa: Così come Cristo soffrì sulla croce. Dio mi
manda croci perché soffra anch'io. Chi dice questo non ha capito nulla
del cristianesimo. Questo è masochismo, stoicismo, non è cristianesimo.
Il povero Gesù Cristo penserà dal cielo: con tutto quello che ho sofferto
io perché questi poveretti non soffrano e siano felici! guardali: passano
la vita a soffrire!! Allora io non so più a che è servito il sangue di
Cristo. Gesù Cristo ha dato il suo sangue, si è caricato con la croce,
perché abbiamo la vita eterna. E risulta che per avere la vita eterna il
suo sangue serve a poco, perché la gente continua a darsi discipline, a
tormentarsi, rassegnandosi. Ma se una sola goccia del sangue di Cristo,
vale più di tutti i peccati dell'umanità... Ma se Gesù Cristo
precisamente ha sparso il sangue suo perché noi fossimo senza peccati. Se
precisamente Lui, come dice Isaia, prese su di sé le nostre colpe, i
nostri peccati, perché noi potessimo vivere una vita libera. Grazie a
Gesù Cristo che prese su di sè il castigo che meritavamo per i nostri
peccati, noi siamo stati perdonati da questo castigo. Gesù Cristo ha
sofferto per sempre quello che dovevamo soffrire noi.
La croce ci viene data gratis, come un dono.
Fratelli: non potete continuare ad essere scandalizzati della
croce. E' certo che la croce è il simbolo di quello che ci distrugge e ci
uccide, ma in Cristo, Dio ha usato questo mezzo proprio per salvarci. Dio
ha usato precisamente ciò che tutto il mondo rifiuta per salvarci. In
Cristo questa croce Dio la ha innalzata e l'ha fatta gloriosa.
Per un cristiano adulto, e adesso comprendete la poca fede che
abbiamo, la croce è innalzata e gloriosa. In questo rito ti si va a
consegnare un tesoro inesauribile, che è la croce gloriosa, ti si va a
segnare con la croce. La croce per noi è illuminata: Gesù Cristo ha
innalzato la croce e ci ha dimostrato che la croce non è ciò che ci
uccide, perché Dio ci ama e non ci lascia sulla croce. Se Cristo illumina
dentro di te la croce, se Dio ti dà nel tuo interno la vita eterna, la
croce ormai non ti fa più soffrire. Cristo è venuto a liberarti dalla
croce, a toglierti il pungiglione della morte, a fare la croce gloriosa.
Il pungiglione della morte è il peccato. Per mezzo del peccato
precisamente il maligno ci convince che la croce è morte. Non è la stessa
cosa avere una croce avendo paura, stando in peccato, avendo il maligno
dentro, che vivere la croce in grazia di Dio, con la luce di Dio. Cristo
ha distrutto il peccato, ciò che dà potenza alla croce, e ora la croce
non è mai più morte.
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La croce è la pietra che tutti rifiutano, la pietra che i costruttori non
vogliono, la pietra che scandalizza il mondo e che il mondo rifiuta;
risulta che è stata costituita come pietra angolare, la più importante
della costruzione. Pietra che su alcuni cade con forza e li sfracella, è
il mondo che si scandalizza della croce e si ribella a Dio, mentre per i
cristiani è precisamente la pietra angolare sulla quale costruiscono il
loro edificio, perché è il cammino di salvezza che Dio ha scelto per noi.
Dio ha fatto questa croce gloriosa. Nessuno vuole entrare nella
croce perché il demonio ci inganna e perché il peccato ci tiene schiavi e
ci obbliga tutti a fare la sua volontà, rifiutando la croce e negando
Dio. Non vogliamo entrare nella croce perché per il peccato abbiamo paura
della morte, come dice San Paolo. L'UNICO UOMO CUI HANNO PREPARATO UNA
CROCE ORRIBILE IN CIMA AL MONTE ED E' ENTRATO IN ESSA ABBANDONANDOSI A
DIO E' GESU' CRISTO. L'UNICO CHE HA VINTO IL DEMONIO CHE GLI DICEVA DI
NON ACCETTARE QUESTA CROCE. GESU' CRISTO E' L'UNICO CHE E' ENTRATO NELLA
MORTE NELLA CROCE, CHE HA ACCETTATO IL CALICE DEL PADRE, SAPENDO CHE IL
PADRE E' AMORE AL DI SOPRA DELLA MORTE, CHE NON LO LASCERA' NELLA MORTE;
CHE LO TIRERAI FUORI DALLA MORTE. EGLI VEDE GIA' LA CROCE INNALZATA E
GLORIOSA. CRISTO ENTRANDO NELLA MORTE HA DISTRUTTO LA CROCE PER NOI. CI
HA DIMOSTRATO CHE DIO E' AMORE, CHE CI TIRA FUORI DALLA MORTE. CRISTO HA
DISTRUTTO LA MORTE, HA FATTO LA CROCE GLORIOSA PER NOI.
Per questo chi ha ricevuto il dono della croce gloriosa, la
vittoria di Gesù Cristo sulla morte, è cristiano. Lì dove un altro uomo
si dispera di fronte all'avvenimento di morte e sbatte la testa contro il
muro, un cristiano entra perché sà che questo non lo uccide, che questa
croce è gloriosa, è luminosa, che Dio permette la croce per il suo bene,
CHE DA QUESTA CROCE DIO TIRA FUORI LA SALVEZZA, PERCHE' TUTTO E' AMORE,
TUTTO E' GRAZIA, PERCHE' DIO IN CRISTO HA DISTRUTTO LA MORTE. DIO HA
INNALZATO LA CROCE E L'HA RESA GLORIOSA IN SUO FIGLIO GESU' CRISTO.
Precisamente Dio si serve della croce, di quello che ti limita per
portarti fino a Sè. La croce è il cammino che Dio ha tracciato per
salvarti, questa pietra che a uno serve per la sua condanna, a te serve
da salvezza, per darti la felicità , e la liberazione totale. La croce
per alcuni serve a costruire la loro vita e per altri per amareggiarsi.
Dio aspetta sulla croce tutti gli uomini.
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