mercoledì 14 aprile 2010
L'ESPERIENZA NEOCATECUMENALE ECCO CHI SONO VERAMENTE
Denuncia di una ex catechista neocatecumenale che conferma il
condizionamento mentale con il quale i responsabili del Cammino - con
l'accondiscendenza dei Parroci - tentano di manipolare
psicologicamente chi
si avvicina alle catechesi del movimento.
Inoltre, ancora una volta si nota che i Parroci sono anch'essi
"gestiti" dai
catechisti neocatecumenali e ormai dobbiamo chiederci se la loro
preparazione sacerdotale sia carente oppure se siano deliberatamente
motivati da qualche altro motivo ad effettuare scelte esclusive verso
il
Cammino Neocatecumenale!
----- o ----
" Al Prefetto del Consiglio per i Laici
Ecc.za Rev.ma,
mi chiamo Giuseppina Falbo e Le scrivo da Cicognara, in provincia di
Mantova. Ho 43 anni. Sono sposata e madre di 3 ragazzi. Per 8 anni ho
fatto
la catechista nella parrocchia di Cicognara e per 6 ho frequentato il
Cammino necatecumenale dove ero entrata su invito del parroco don
Luigi
Pietta (anch'egli del Cammino) che ci aveva presentato dei catechisti
che
dicevano d'essere stati inviati dal Vescovo di Cremona.
Fiduciosa in don Luigi, con altri parrocchiani accettai di partecipare
alle
catechesi, terminate le quali, fummo invitati a partecipare ad una
Convivenza di tre giorni in un lussuoso albergo sul lago di Garda. Lì
ci
istruirono su come proseguire il Cammino fino al Primo Passaggio che,
in
seguito, facemmo sempre nello stesso albergo sul lago di Garda.
Per due mesi, dalle 21 a mezzanotte, ascoltammo una serie di catechesi
massacranti. Ci venne detto in maniera ossessiva e martellante, che
eravamo
delle nullità, dei peccatori che facevano schifo. Arrivati al rito
conclusivo ci chiusero in un salone e dopo una intensa catechesi ci
dissero
che eravamo stati scelti dal Signore, che stava passando in quel
momento.
Ci chiesero se eravamo disposti a vendere i nostri beni per aderire
alla Sua
chiamata e che dietro la porta c'erano tanti demoni scatenati perché
lì si
stava compiendo un'opera di conversione. Ci fecero scrivere i nostri
nomi
sulla Bibbia e tutto si concluse con il Rito dell'Esorcismo, fatto su
ognuno
di noi da parte dei catechisti e del parroco.
Io mi sentii così male che chiesi aiuto ai miei responsabili, una
coppia che
come me aveva aderito a questo Cammino. Tornai a casa psicologicamente
distrutta. Non potevo parlare con i miei, perché avevo ricevuto
l'ordine dai
catechisti di non parlare a nessuno. I catechisti ci dicevano in
continuazione che erano stati mandati da Dio e che noi dovevamo loro
una
totale obbedienza.
Chiamai così don Luigi. Lui mi consolò dicendomi di fidarmi e di
proseguire.
Così feci, nonostante i miei "perché e per come", ma solo
perché don Luigi
mi invitava ad avere fiducia.
Arrivammo allo Schemà, durante il quale ci fu ribadito con insistenza
di
staccarci dai beni. Chiedemmo spiegazioni in merito e ci risposero:
"Hai un
conto in banca? Svuotalo! Hai la macchina? Vendila! Hai beni immobili?
Vendili! Hai preziosi o qualcosa a cui tieni molto? Staccati! Vendili
e il
ricavato mettilo nella cassetta dei poveri della parrocchia. Con tutto
questo ci dovevamo sentire strappare il cuore, altrimenti non
potevamo fare
alleanza con Cristo, che poi ci avrebbe reso il centuplo.
Arrivammo al Secondo Passaggio, quello degli Scrutini. Uno alla volta
ci
hanno portati al centro della stanza, facendoci sedere al fianco della
Croce, di fronte ai catechisti e al parroco. E' cominciato così
l'interrogatorio
da parte del capo catechista. In quei momenti chi non è abbastanza
forte,
con quel interrogatorio viene svuotato della sua vita o, per meglio
dire,
della gioia di vivere e della propria dignità e identità. Per ben due
volte
noi non "passammo"!
A loro dire, non ci eravamo provati abbastanza sui beni; non avevamo
detto
tutto della nostra vita; avevamo fregato i fratelli, ma non Dio! Io mi
ero
"provata" sui beni, offrendo del danaro, nella maniera più discreta
possibile, ad una famiglia bisognosa, ma mi dissero che ciò non
valeva,
perché quella famiglia mi sarebbe stata riconoscente per tutta la
vita.
Così dovetti rifare la prova.
Faccio notare che sono casalinga e non percepisco alcun stipendio, ma
tra
riti, prove ed altre richieste, in breve tempo mi si sono volatizzati
otto
anni di risparmi.
Arrivammo per la terza volta allo Scrutinio. Dopo aver assistito con
sofferenza agli Scrutini dei fratelli, arrivò il mio turno. Mi fecero
la
fatidica domanda: "Che cosa non hai accettato della tua vita?" Mi
risultava
difficile capire.
Risposi che non avevo accettato le decisioni che i miei genitori
avevano
preso sulla mia vita, quali lo studio e l'arte, alla quale tenevo
molto. Il
catechista mi chiese se queste scelte riguardassero anche il mio
matrimonio.
Io non volevo rispondere perché in precedenza privatamente avevo detto
loro
che queste scelte riguardavano il mio fidanzamento e che in seguito il
mio
matrimonio era riuscito bene.
Mia madre non aveva voluto che interrompessi il mio fidanzamento e
forse,
proprio per questo, lei era stata lo strumento di Dio perché il
matrimonio
si realizzasse. Io non ne volevo parlare, per rispetto a mio marito
che amo
molto, e per rispetto a mia madre, cui voglio altrettanto bene.
Mi trovai in una situazione psicologica difficile perché essi mi
dicevano
che di fronte alla Croce non potevo mentire.
Così parlai. Lei non può immaginare come mi sentissi male. Incominciò
un
interrogatorio allucinante che non finiva più. Venni accusata di avere
giudicato mia madre e per questo dovevo inginocchiarmi e chiederle
perdono.
Anche a mio marito dovevo chiedere perdono. Risposi che allora avevo
solo
sedici anni e che non avevo l'età per poter giudicare mia madre. Il
capo
catechista mi disse che sicuramente avevo pensato: Che razza di uomo
mi sta
rifilando mia madre., e molte altre cose.
A questo punto mi sono sentita morire. Mi avevano distrutta: non solo
avevano lesa la mia dignità, ma anche quella di mio marito. Mi sentii
terribilmente in colpa con mio marito, con mia madre e, addirittura,
con i
miei figli.
Quella era una storia che riguardava solo me e mio marito. Che diritto
avevano quei laici a interferire così nella mia vita, mentre il
parroco, lì
presente, non proferiva parola?
Andai a casa disperata e non dormii per tutta la notte. Verso le
cinque del
mattino svegliai mio marito e gli raccontai tutto, ma continuai a
stare
male. Per più di un mese presi dei tranquillanti, anche perché non
potevo
parlare con nessuno.
Andai da don Luigi che quasi mi cacciò. Ritornai da lui per
confessarmi e
gli dissi la mia sofferenza, ma lui mi rispose che ciò era un bene,
perché
voleva dire che il Passaggio era stato valido e che il Cammino andava
bene
per me.
Tanto mi sentivo male che avrei voluto rispondergli che stavo
camminando
verso una struttura psichiatrica.
Il Passaggio si concluse dopo alcuni giorni con il Rito del Sale.
Altre
offerte in danaro e di oggetti vari. Con il dito puntato verso la
porta
della chiesetta delle suore di Viadana, anch'io come gli altri
rinunciai a
satana e a tutte le sue opere
perché, a detta dei catechisti, il demonio si trovava dietro quella
porta.
Il sacerdote ci esorcizzò ancora una volta e tutto si concluse con la
cena.
I catechisti tornarono nelle sere successive per istruirci sulla
questione
delle decime. Praticamente ognuno doveva detrarre ogni mese la decima
parte
dal suo stipendio, e metterla in una cesta per essere devoluta in
opere di
carità, non ben specificate.
A chi, come me, era solo, è stato detto di pretendere dal marito la
metà del
suo guadagno e di detrarre da questa il 10%.
Pian piano mi accorsi come questo Cammino stava rovinando la mia vita.
Venni
a conoscenza di altri Passaggi a dir poco terrificanti.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi consultai con un Padre francescano che mi consigliò di mollare
tutto,
perché ciò non poteva venire da Dio
che non mette mai nessuno nell'angoscia e nella disperazione.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Credo che la conversione sia un fatto personale e graduale. Per ognuno
di
noi, i tempi sono diversi. Solo Dio li conosce.
Ora che sono uscita da questo incubo soffro ancora per le migliaia di
"fratelli" finiti in questa rete, ma soprattutto per i tanti
consacrati.
Come noi sposati ci fondiamo nel matrimonio in un cammino di salvezza
per
mezzo dell'amore, vissuto nella fedeltà e nel dono reciproco, così i
consacrati nella Chiesa dovrebbero cercare in essa, e non altrove,
quelle
grazie e quelle virtù che Gesù, nostro Signore, è venuto a portarci.
Ringrazio Iddio per avermi aperto in tempo gli occhi. Ora posso
finalmente
respirare quella libertà che Lui ci ha procurato morendo in croce per
noi.
Prego sempre per quanti si trovano ancora in questa organizzazione (o,
per
meglio dire, setta).
Spero tanto che gli organismi preposti nella Chiesa predano in seria
considerazione questa mia testimonianza, per far sì che Dio sia
glorificato
e trionfi presto la Sua giustizia.
Ora che sono uscita dal Cammino sono stata esonerata dall'incarico di
catechista. Ciò ha procurato un grande dispiacere ai bambini che hanno
lottato tanto per riavermi, ma non c'è stato nulla da fare. Oltre a me
hanno
colpito anche mio figlio che è stato cacciato dall'oratorio e dalle
opere
parrocchiali, perché aveva la stessa colpa della madre, quella di aver
abbandonato il Cammino neocatecumenale.
Quanto è successo a me è toccato pure ad un'altra catechista, lei pure
uscita dal Cammino.
Speravo che con la venuta del nuovo parroco qualcosa cambiasse, ma con
mio
grande rammarico ho constato che non è cambiato nulla. Oltre al dolore
che
ho provato nell'uscire da questa setta, ora devo subire anche le
derisioni
che il nuovo parroco riserva a coloro che hanno abbandonato il
Cammino.
Al suo arrivo molti erano andati da lui per avere una parola di
conforto,
per essere accolti, ascoltati e amati, come ci si aspetterebbe da un
buon
discepolo del Signore.
Lui però si è schierato subito dalla parte di chi frequentava
assiduamente
il Cammino. Ora la parrocchia è stata completamente trasformata in un
ghetto: l'oratorio è stato definitivamente chiuso ai bambini e ai
ragazzi
che sono stati accusati d'aver commesso chissà quali crimini; gli
anziani
non vengono ascoltati e si lamentano per l'assenteismo del parroco.
La parrocchia è gestita solo da persone che frequentano il Cammino,
che
pensano d'essere i soli veri cristiani e trattano tutti gli altri con
aria
di superiorità, chiamandoli pagani e additano noi che abbiamo lasciato
il
Cammino come indemoniati.
Come è possibile che accada tutto ciò? Fino a quando durerà questo
scandalo?
Cosa devono fare costoro per toccare il fondo dell'illegalità? Non è
questo
il volere di Dio e nemmeno l'esempio che ci ha dato Gesù, nostro
Signore.
Prego Iddio che faccia finire al più presto questo incubo, che faccia
tornare la pace ed il sorriso sul volto dei ragazzi, degli anziani,
degli
uomini e delle donne, e che l'oratorio torni ad essere la casa di
tutti.
Faccio appello alla Vostra coscienza perché serva fedelmente la Santa
Chiesa.
Mi benedica.
Grazie.
Giuseppina Falbo
COMMENTO
Carissimo amico, io credo al 100% alla testimonianza sul Cammino Neocatecumenale, perchè anche io ho sulle spalle 10 anni di questo cammino e ringrazio Gesu' che mi ha aperto gli occhi all'evangelizzazione concreta, per le strade della cittàa, come faceva Lui.Non vengono richiesti soldi? Ogni comunità deve avere: Crocifisso rigorosamente del Cammino, lèggio, copri leggio decorato, cero decorato, tappeti e paramenti, i calici di argento dodecagonali per il vino, i vassoi per l'Eucarestia,Tovaglie per decorare l'Altare,fiori in quantità...potrei continuare con l'elenco, fino a rendere ricchi i negozi di articoli religiosi. Per non parlare del fatto che poi ti chiedono raccolte x questo o per quello. Se per caso non puoi esserci in una celebrazione, allora si inizia a sparlare dicendo che la persona è poco seria etc... e la si giudica. E' una farsa perchèe le persone sono tutte come automi e quando qualcuno esprime un sentimento diverso dal presunto "spirito del cammino", allora ti senti dire: Ma non è vero, tu ascolta noi! Ti "infettano" con la presunzione che fuori dal cammino, non c'è salvezza. Gesù è morto per tutti e la salvezza viene dall'amore e dalle opere fatte in vita e non dal cammino di fede. Che ne sarebbe allora di una persona giusta non cristiana? si merita l'inferno? Poi quando un persona ha un problema, come fosse una cosa automatica di tutti, dice sempre: Signore, che cosa mi vuoi dire? Dopo 10 anni, sentire questo ti comincia a nauseare, invece di metterti in ginocchio e dire: Signore, disponi di me come vuoi, per la salvezza mia e delle anime lontane da te. Si piange, si fanno sceneggiate, si filosofeggia sulla Parola di Dio cercando parole eloquenti, per farsi dire: Ma quant'è bravo questo. Ma come parla bene! Ipocrisia bella e buona! Fariseismo occulto! I catechisti sono i primi che dicono di amare e poi ti sbranano, come dice Gesù: lupi vestiti di agnello. Inoltre sono 10 anni che ero fermo allo shemà e mi sono stancato ad essere sempre buttato tra quelli non pronti. Dio si è rivlato nella mia vita e non devo attendere il benestare di nessuno per proclamarLo e progredire nel Vangelo del Regno. La mia libertà è Cristo! Nel cammino c'è solo una gerarchia come ai tempi di Caifa: ti senti davanti al Sinedrio per il giudizio. Ti guardano dall'alto verso il basso e poi, se gli dici questo, ti rispondono: Signofica che sei tu ad avere questo peccato, noi ti vogliamo bene! Falsità costruite su falsità. Se non addobbi per bene la sala o la Chiesa per l'Eucaristia, ti guardano e dopo ti rimproverano. Ti dicono di essere puntuali e poi sono loro a ritardare, tanto nelle celebrazioni (attese anche di 2 ore) che nelle convivenze. Buffoni! Ritornate a Gesù con umiltà. Non esiste uno scambio amichevole, ma sembra che la cosa si deve fermare ad un rapporto comunitario. Gesù non faceva così. Essendo Dio, si fece il piu piccolo. Quando non sapete le cose, non parlate, ma chiedete conferma a chi è passato da queste sette. Cammino di umiltà? no! Cammino di menzogne! e' davvero un miracolo essere usciti da qui! Ringrazio il mio Gesù perchè mi da la possibilità di essere usato da Lui.
Denuncia di una ex catechista neocatecumenale che conferma il
condizionamento mentale con il quale i responsabili del Cammino - con
l'accondiscendenza dei Parroci - tentano di manipolare
psicologicamente chi
si avvicina alle catechesi del movimento.
Inoltre, ancora una volta si nota che i Parroci sono anch'essi
"gestiti" dai
catechisti neocatecumenali e ormai dobbiamo chiederci se la loro
preparazione sacerdotale sia carente oppure se siano deliberatamente
motivati da qualche altro motivo ad effettuare scelte esclusive verso
il
Cammino Neocatecumenale!
----- o ----
" Al Prefetto del Consiglio per i Laici
Ecc.za Rev.ma,
mi chiamo Giuseppina Falbo e Le scrivo da Cicognara, in provincia di
Mantova. Ho 43 anni. Sono sposata e madre di 3 ragazzi. Per 8 anni ho
fatto
la catechista nella parrocchia di Cicognara e per 6 ho frequentato il
Cammino necatecumenale dove ero entrata su invito del parroco don
Luigi
Pietta (anch'egli del Cammino) che ci aveva presentato dei catechisti
che
dicevano d'essere stati inviati dal Vescovo di Cremona.
Fiduciosa in don Luigi, con altri parrocchiani accettai di partecipare
alle
catechesi, terminate le quali, fummo invitati a partecipare ad una
Convivenza di tre giorni in un lussuoso albergo sul lago di Garda. Lì
ci
istruirono su come proseguire il Cammino fino al Primo Passaggio che,
in
seguito, facemmo sempre nello stesso albergo sul lago di Garda.
Per due mesi, dalle 21 a mezzanotte, ascoltammo una serie di catechesi
massacranti. Ci venne detto in maniera ossessiva e martellante, che
eravamo
delle nullità, dei peccatori che facevano schifo. Arrivati al rito
conclusivo ci chiusero in un salone e dopo una intensa catechesi ci
dissero
che eravamo stati scelti dal Signore, che stava passando in quel
momento.
Ci chiesero se eravamo disposti a vendere i nostri beni per aderire
alla Sua
chiamata e che dietro la porta c'erano tanti demoni scatenati perché
lì si
stava compiendo un'opera di conversione. Ci fecero scrivere i nostri
nomi
sulla Bibbia e tutto si concluse con il Rito dell'Esorcismo, fatto su
ognuno
di noi da parte dei catechisti e del parroco.
Io mi sentii così male che chiesi aiuto ai miei responsabili, una
coppia che
come me aveva aderito a questo Cammino. Tornai a casa psicologicamente
distrutta. Non potevo parlare con i miei, perché avevo ricevuto
l'ordine dai
catechisti di non parlare a nessuno. I catechisti ci dicevano in
continuazione che erano stati mandati da Dio e che noi dovevamo loro
una
totale obbedienza.
Chiamai così don Luigi. Lui mi consolò dicendomi di fidarmi e di
proseguire.
Così feci, nonostante i miei "perché e per come", ma solo
perché don Luigi
mi invitava ad avere fiducia.
Arrivammo allo Schemà, durante il quale ci fu ribadito con insistenza
di
staccarci dai beni. Chiedemmo spiegazioni in merito e ci risposero:
"Hai un
conto in banca? Svuotalo! Hai la macchina? Vendila! Hai beni immobili?
Vendili! Hai preziosi o qualcosa a cui tieni molto? Staccati! Vendili
e il
ricavato mettilo nella cassetta dei poveri della parrocchia. Con tutto
questo ci dovevamo sentire strappare il cuore, altrimenti non
potevamo fare
alleanza con Cristo, che poi ci avrebbe reso il centuplo.
Arrivammo al Secondo Passaggio, quello degli Scrutini. Uno alla volta
ci
hanno portati al centro della stanza, facendoci sedere al fianco della
Croce, di fronte ai catechisti e al parroco. E' cominciato così
l'interrogatorio
da parte del capo catechista. In quei momenti chi non è abbastanza
forte,
con quel interrogatorio viene svuotato della sua vita o, per meglio
dire,
della gioia di vivere e della propria dignità e identità. Per ben due
volte
noi non "passammo"!
A loro dire, non ci eravamo provati abbastanza sui beni; non avevamo
detto
tutto della nostra vita; avevamo fregato i fratelli, ma non Dio! Io mi
ero
"provata" sui beni, offrendo del danaro, nella maniera più discreta
possibile, ad una famiglia bisognosa, ma mi dissero che ciò non
valeva,
perché quella famiglia mi sarebbe stata riconoscente per tutta la
vita.
Così dovetti rifare la prova.
Faccio notare che sono casalinga e non percepisco alcun stipendio, ma
tra
riti, prove ed altre richieste, in breve tempo mi si sono volatizzati
otto
anni di risparmi.
Arrivammo per la terza volta allo Scrutinio. Dopo aver assistito con
sofferenza agli Scrutini dei fratelli, arrivò il mio turno. Mi fecero
la
fatidica domanda: "Che cosa non hai accettato della tua vita?" Mi
risultava
difficile capire.
Risposi che non avevo accettato le decisioni che i miei genitori
avevano
preso sulla mia vita, quali lo studio e l'arte, alla quale tenevo
molto. Il
catechista mi chiese se queste scelte riguardassero anche il mio
matrimonio.
Io non volevo rispondere perché in precedenza privatamente avevo detto
loro
che queste scelte riguardavano il mio fidanzamento e che in seguito il
mio
matrimonio era riuscito bene.
Mia madre non aveva voluto che interrompessi il mio fidanzamento e
forse,
proprio per questo, lei era stata lo strumento di Dio perché il
matrimonio
si realizzasse. Io non ne volevo parlare, per rispetto a mio marito
che amo
molto, e per rispetto a mia madre, cui voglio altrettanto bene.
Mi trovai in una situazione psicologica difficile perché essi mi
dicevano
che di fronte alla Croce non potevo mentire.
Così parlai. Lei non può immaginare come mi sentissi male. Incominciò
un
interrogatorio allucinante che non finiva più. Venni accusata di avere
giudicato mia madre e per questo dovevo inginocchiarmi e chiederle
perdono.
Anche a mio marito dovevo chiedere perdono. Risposi che allora avevo
solo
sedici anni e che non avevo l'età per poter giudicare mia madre. Il
capo
catechista mi disse che sicuramente avevo pensato: Che razza di uomo
mi sta
rifilando mia madre., e molte altre cose.
A questo punto mi sono sentita morire. Mi avevano distrutta: non solo
avevano lesa la mia dignità, ma anche quella di mio marito. Mi sentii
terribilmente in colpa con mio marito, con mia madre e, addirittura,
con i
miei figli.
Quella era una storia che riguardava solo me e mio marito. Che diritto
avevano quei laici a interferire così nella mia vita, mentre il
parroco, lì
presente, non proferiva parola?
Andai a casa disperata e non dormii per tutta la notte. Verso le
cinque del
mattino svegliai mio marito e gli raccontai tutto, ma continuai a
stare
male. Per più di un mese presi dei tranquillanti, anche perché non
potevo
parlare con nessuno.
Andai da don Luigi che quasi mi cacciò. Ritornai da lui per
confessarmi e
gli dissi la mia sofferenza, ma lui mi rispose che ciò era un bene,
perché
voleva dire che il Passaggio era stato valido e che il Cammino andava
bene
per me.
Tanto mi sentivo male che avrei voluto rispondergli che stavo
camminando
verso una struttura psichiatrica.
Il Passaggio si concluse dopo alcuni giorni con il Rito del Sale.
Altre
offerte in danaro e di oggetti vari. Con il dito puntato verso la
porta
della chiesetta delle suore di Viadana, anch'io come gli altri
rinunciai a
satana e a tutte le sue opere
perché, a detta dei catechisti, il demonio si trovava dietro quella
porta.
Il sacerdote ci esorcizzò ancora una volta e tutto si concluse con la
cena.
I catechisti tornarono nelle sere successive per istruirci sulla
questione
delle decime. Praticamente ognuno doveva detrarre ogni mese la decima
parte
dal suo stipendio, e metterla in una cesta per essere devoluta in
opere di
carità, non ben specificate.
A chi, come me, era solo, è stato detto di pretendere dal marito la
metà del
suo guadagno e di detrarre da questa il 10%.
Pian piano mi accorsi come questo Cammino stava rovinando la mia vita.
Venni
a conoscenza di altri Passaggi a dir poco terrificanti.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi consultai con un Padre francescano che mi consigliò di mollare
tutto,
perché ciò non poteva venire da Dio
che non mette mai nessuno nell'angoscia e nella disperazione.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Credo che la conversione sia un fatto personale e graduale. Per ognuno
di
noi, i tempi sono diversi. Solo Dio li conosce.
Ora che sono uscita da questo incubo soffro ancora per le migliaia di
"fratelli" finiti in questa rete, ma soprattutto per i tanti
consacrati.
Come noi sposati ci fondiamo nel matrimonio in un cammino di salvezza
per
mezzo dell'amore, vissuto nella fedeltà e nel dono reciproco, così i
consacrati nella Chiesa dovrebbero cercare in essa, e non altrove,
quelle
grazie e quelle virtù che Gesù, nostro Signore, è venuto a portarci.
Ringrazio Iddio per avermi aperto in tempo gli occhi. Ora posso
finalmente
respirare quella libertà che Lui ci ha procurato morendo in croce per
noi.
Prego sempre per quanti si trovano ancora in questa organizzazione (o,
per
meglio dire, setta).
Spero tanto che gli organismi preposti nella Chiesa predano in seria
considerazione questa mia testimonianza, per far sì che Dio sia
glorificato
e trionfi presto la Sua giustizia.
Ora che sono uscita dal Cammino sono stata esonerata dall'incarico di
catechista. Ciò ha procurato un grande dispiacere ai bambini che hanno
lottato tanto per riavermi, ma non c'è stato nulla da fare. Oltre a me
hanno
colpito anche mio figlio che è stato cacciato dall'oratorio e dalle
opere
parrocchiali, perché aveva la stessa colpa della madre, quella di aver
abbandonato il Cammino neocatecumenale.
Quanto è successo a me è toccato pure ad un'altra catechista, lei pure
uscita dal Cammino.
Speravo che con la venuta del nuovo parroco qualcosa cambiasse, ma con
mio
grande rammarico ho constato che non è cambiato nulla. Oltre al dolore
che
ho provato nell'uscire da questa setta, ora devo subire anche le
derisioni
che il nuovo parroco riserva a coloro che hanno abbandonato il
Cammino.
Al suo arrivo molti erano andati da lui per avere una parola di
conforto,
per essere accolti, ascoltati e amati, come ci si aspetterebbe da un
buon
discepolo del Signore.
Lui però si è schierato subito dalla parte di chi frequentava
assiduamente
il Cammino. Ora la parrocchia è stata completamente trasformata in un
ghetto: l'oratorio è stato definitivamente chiuso ai bambini e ai
ragazzi
che sono stati accusati d'aver commesso chissà quali crimini; gli
anziani
non vengono ascoltati e si lamentano per l'assenteismo del parroco.
La parrocchia è gestita solo da persone che frequentano il Cammino,
che
pensano d'essere i soli veri cristiani e trattano tutti gli altri con
aria
di superiorità, chiamandoli pagani e additano noi che abbiamo lasciato
il
Cammino come indemoniati.
Come è possibile che accada tutto ciò? Fino a quando durerà questo
scandalo?
Cosa devono fare costoro per toccare il fondo dell'illegalità? Non è
questo
il volere di Dio e nemmeno l'esempio che ci ha dato Gesù, nostro
Signore.
Prego Iddio che faccia finire al più presto questo incubo, che faccia
tornare la pace ed il sorriso sul volto dei ragazzi, degli anziani,
degli
uomini e delle donne, e che l'oratorio torni ad essere la casa di
tutti.
Faccio appello alla Vostra coscienza perché serva fedelmente la Santa
Chiesa.
Mi benedica.
Grazie.
Giuseppina Falbo
COMMENTO
Carissimo amico, io credo al 100% alla testimonianza sul Cammino Neocatecumenale, perchè anche io ho sulle spalle 10 anni di questo cammino e ringrazio Gesu' che mi ha aperto gli occhi all'evangelizzazione concreta, per le strade della cittàa, come faceva Lui.Non vengono richiesti soldi? Ogni comunità deve avere: Crocifisso rigorosamente del Cammino, lèggio, copri leggio decorato, cero decorato, tappeti e paramenti, i calici di argento dodecagonali per il vino, i vassoi per l'Eucarestia,Tovaglie per decorare l'Altare,fiori in quantità...potrei continuare con l'elenco, fino a rendere ricchi i negozi di articoli religiosi. Per non parlare del fatto che poi ti chiedono raccolte x questo o per quello. Se per caso non puoi esserci in una celebrazione, allora si inizia a sparlare dicendo che la persona è poco seria etc... e la si giudica. E' una farsa perchèe le persone sono tutte come automi e quando qualcuno esprime un sentimento diverso dal presunto "spirito del cammino", allora ti senti dire: Ma non è vero, tu ascolta noi! Ti "infettano" con la presunzione che fuori dal cammino, non c'è salvezza. Gesù è morto per tutti e la salvezza viene dall'amore e dalle opere fatte in vita e non dal cammino di fede. Che ne sarebbe allora di una persona giusta non cristiana? si merita l'inferno? Poi quando un persona ha un problema, come fosse una cosa automatica di tutti, dice sempre: Signore, che cosa mi vuoi dire? Dopo 10 anni, sentire questo ti comincia a nauseare, invece di metterti in ginocchio e dire: Signore, disponi di me come vuoi, per la salvezza mia e delle anime lontane da te. Si piange, si fanno sceneggiate, si filosofeggia sulla Parola di Dio cercando parole eloquenti, per farsi dire: Ma quant'è bravo questo. Ma come parla bene! Ipocrisia bella e buona! Fariseismo occulto! I catechisti sono i primi che dicono di amare e poi ti sbranano, come dice Gesù: lupi vestiti di agnello. Inoltre sono 10 anni che ero fermo allo shemà e mi sono stancato ad essere sempre buttato tra quelli non pronti. Dio si è rivlato nella mia vita e non devo attendere il benestare di nessuno per proclamarLo e progredire nel Vangelo del Regno. La mia libertà è Cristo! Nel cammino c'è solo una gerarchia come ai tempi di Caifa: ti senti davanti al Sinedrio per il giudizio. Ti guardano dall'alto verso il basso e poi, se gli dici questo, ti rispondono: Signofica che sei tu ad avere questo peccato, noi ti vogliamo bene! Falsità costruite su falsità. Se non addobbi per bene la sala o la Chiesa per l'Eucaristia, ti guardano e dopo ti rimproverano. Ti dicono di essere puntuali e poi sono loro a ritardare, tanto nelle celebrazioni (attese anche di 2 ore) che nelle convivenze. Buffoni! Ritornate a Gesù con umiltà. Non esiste uno scambio amichevole, ma sembra che la cosa si deve fermare ad un rapporto comunitario. Gesù non faceva così. Essendo Dio, si fece il piu piccolo. Quando non sapete le cose, non parlate, ma chiedete conferma a chi è passato da queste sette. Cammino di umiltà? no! Cammino di menzogne! e' davvero un miracolo essere usciti da qui! Ringrazio il mio Gesù perchè mi da la possibilità di essere usato da Lui.
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