giovedì 10 marzo 2011
LIBIA:La Francia è pronta a bombardare
ROMA - In Libia le forze fedeli a Gheddafi continuano a martellare dall'aria e dal mare le postazioni dei ribelli attorno alla città petrolifera di Ras Lanuf, e l'offensiva si spinge sempre più a est, mentre in Tripolitania il regime assicura di aver riconquistato Zawiya.
'Bengasi stiamo arrivando'. Il figlio di Gheddafi, Saif al Islam, preannuncia un attacco totale contro gli insorti. E mentre la Nato spiega che le azioni militari arriveranno solo con un mandato dell'Onu, la Francia si dice pronta a colpire, anche da sola. La Casa Bianca annuncia: contatti diretti con gli insorti.
Parlamento europeo: prepararsi a possibile istituzione di una 'no-fly zone'. Presidente Ue Van Rompuy: il Raìs deve lasciare il potere. E per le monarchie del Golfo il regime libico ha perso la sua legittimità e devono essere stabiliti contatti con gli insorti.
NATO, AZIONI MILITARI SOLO CON RISOLUZIONE ONU - Qualsiasi azione di tipo militare della Nato, necessiterà di "un chiaro mandato del consiglio di sicurezza delle nazioni unite", ha sottolineato il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, nel corso dei una conferenza stampa. Rasmussen ha specificato che tale nuovo mandato servirebbe anche per un "monitoraggio rinforzato dell'embargo sulle armi" imposto alla Libia dalla risoluzione 1970.
SAIF, PRESTO OFFENSIVA TOTALE CONTRO RIBELLI - La Libia sta preparando un'offensiva totale contro i ribelli. Lo ha detto il figlio del leader libico Muammar Gheddafi, Saif al Islam, in un'intervista all'agenzia Reuters. "E' tempo per la liberazione. E' tempo per l'azione. Adesso é tempo di agire", ha aggiunto il figlio del colonnello. "Il popolo libico non accoglierà mai la Nato, non accoglierà mai gli americani. La Libia non è un pezzo di torta", ha detto Saif Gheddafi.
"Voglio dire una cosa a Bengasi, stiamo arrivando. Vedo la vittoria davanti ai miei occhi". Lo dice Saif al Islam intervenendo davanti al comitato popolare giovanile di Tripoli.
"I disordini nel Paese sono organizzati da gente che vive all'estero, a Londra e a New York. Avete visto i loro figli con le armi combattere a Bengasi?", così Saif Gheddafi arringando i giovani in una tenda a Tripoli. "Quattromila volontari solo ieri si sono arruolati nell'esercito: vogliono marciare verso est per liberare i propri cari, ostaggio di queste bande di criminali. Vedo la vittoria chiaramente davanti ai miei occhi. Li faremo fuggire sulle navi britanniche che hanno attraccato a Bengasi", ha aggiunto concludendo con ironia "sempre che la regina d'Inghilterra non voglia mandare a combattere qui i soldati con la gonna". "Libereremo la Libia" ha poi assicurato il figlio del leader libico scatenando le grida di gioia del migliaio di giovani presenti.
FRANCIA PRONTA A COLPIRE DA SOLA, NOUVEL OBS - Secondo fonti ben informate citate da Le Nouvel Observateur, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha assicurato ai due interlocutori libici rappresentanti dell'opposizione che ha ricevuto all'Eliseo stamane, che Parigi è pronta, "se necessario, ad effettuare bombardamenti anche da sola".
CASA BIANCA, CONTATTI DIRETTI CON INSORTI - Gli Stati Uniti sono in contatto diretto con la opposizione in Libia, ha ribadito oggi il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. "Siamo in contatto diretto con la opposizione - ha detto Carney durante il briefing quotidiano - questo include importanti membri del Consiglio e altre persone in Libia". "Ci stiamo coordinando con la opposizione per determinare il modo migliore per sostenere le loro aspirazioni", ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca.
BBC, LIBERATO GIORNALISTA BRASILIANO - Il giornalista brasiliano Andrei Netto è stato liberato e si trova adesso alla Ambasciata brasiliana di Tripoli: lo ha riferito il suo giornale, 'O Estado de Sao Paulo' alla BBC. Il reporter era in stato d'arresto dal 6 marzo scorso, dopo essere stato fermato nella zona di Zawiya, insieme a un reporter del Guardian, del quale invece, stando alla BBC, non vi sarebbero ancora notizie.
VAN ROMPUY,REGIME GHEDDAFI LASCI SUBITO POTERE - "L'attuale leadership libica deve lasciare il potere senza ritardi": lo afferma il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, in un messaggio inviato ai leader europei che si riuniranno domani a Bruxelles per fare il punto sulla crisi in Libia.
"La situazione in Libia è molto preoccupante - afferma Van Rompuy - e il nostro messaggio alle autorità libiche sarà molto chiaro: l'uso della forza contro i cittadini deve finire" e il regime deve lasciare il potere subito. Il Consiglio europeo di domani discuterà quindi su come la Ue può aiutare il popolo libico, spiega il presidente della Ue, sottolineando come l'obiettivo sia quello di "assicurare una transizione verso la democrazia". C'é poi da affrontare "la crisi umanitaria che si sta sviluppando in Libia e ai suoi confini". "Quello che sta accadendo ai confini meridionali dell'Europa - aggiunge Van Rompuy - è veramente unico. Un cambiamento irreversibile è già avvenuto in Egitto e in Tunisia, e il Consiglio europeo discuterà su come offrire all'intera regione prospettive positive. Dobbiamo aiutare a trasformare la Primavera araba in un vero nuovo inizio".
FRATTINI, NO ITALIA A BOMBARDAMENTI MIRATI - "L'Italia non parteciperà a bombardamenti mirati su territorio libico". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini a Bruxelles al termine della riunione straordinaria dei capi delle diplomazie dei 27 sulla Libia. Il titolare della Farnesina ha comunque riferito che durante la riunione di questo non si è discusso.
SARKOZY PROPORRA' A UE BOMBARDAMENTI MIRATI - Il presidente francese Nicolas Sarkozy intende proporre ai partner dell'Unione europea "bombardamenti aerei mirati" in Libia. E' quanto riferiscono fonti vicine al dossier, spiegando che il capo dell'Eliseo vuole anche criptare i sistemi di trasmissione del comando del colonnello Muhammar Gheddafi.
STRASBURGO, UE RICONOSCA CNT E PENSI NO FLY ZONE - Il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza (584 sì, 18 no, 18 astenuti) una risoluzione che chiede ai governi Ue di riconoscere il Consiglio nazionale della transizione libico come l'autorità che rappresenta ufficialmente l'opposizione libica. Il testo invita inoltre l'Unione europea a prepararsi alla possibile istituzione di una 'no-fly zone' per impedire a Gheddafi di colpire la popolazione e aiutare il rimpatrio di chi fugge dalla violenza.
L'eventuale istituzione della "no-fly zone" dovrebbe avvenire non unilateralmente ma solo dopo una risoluzione in tale senso dell'Onu ed in coordinamento con Lega Araba e Unione Africana. Nel testo infatti si invitano i governi Ue a "tenersi pronti per una decisione nell'ambito del Consiglio di sicurezza dell'Onu circa ulteriori misure, compresa la possibilità di prevedere una zona di interdizione al volo". Durante il dibattito di ieri, solo il gruppo GUE (Sinistra Unita) si era espresso contro la "no-fly zone". Nella risoluzione si chiede alla rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, di "stabilire contatti" con i rappresentanti dei ribelli del Consiglio nazionale per la transizione, con l'obiettivo di dare il via al riconoscimento internazionale dell'ente. Martedì scorso tale contatto informale è già avvenuto in un incontro a Strasburgo con una delegazione del Consiglio nazionale di transizione libico guidata dal 'ministro' Mahmoud Jebril che era stato invitato al Parlamento europeo dal gruppo liberaldemocratico (Alde). Il Parlamento chiede anche a Gheddafi di lasciare il potere e condanna con forza la sistematica violazione dei diritti umani in Libia.
L'Italia per il momento, oltre a non aver aderito alle iniziative, per ora unilaterali, della Francia, ha ribadito anche nelle ultime ore la sua posizione: quella cioe' di essere pronta a tutte quelle iniziative che verranno decise di comune accordo in ambito internazionale, a partire dalle eventuali determinazioni del Consiglio europeo di domani fino alle risoluzioni dell'Onu. E' anche vero pero' che il nostro paese si trova, come detto, in una delicata posizione geopolitica. E' il paese europeo che tradizionalmente ha rapporti (soprattutto commerciali ed economici) piu' di altri con la Libia ed e' di fatto la frontiera mediterranea dell'Ue. Una posizione, quella del nostro paese, che la porterebbe ad essere il primo paese ''invaso'' dalle migliaia di profughi che decidano di scappare dalla polveriera nordadfricana.
E quindi forse nel ruolo che l'Italia ha ormai da decenni con la Libia, eni suoi rapoproti economici che la vedono un partner privilegiato (Basta citare l'Eni) negli scambi commerciali con il paese di Tripoli che va cercato il motivo dell'azione francese. E' forse questa l'occasione, potrebbero aver pensato in Francia, per mettere una volta per tutte in difficolta' l'Italia e i suoi legami in campo energetico con la Libia per poi magari prenderne il posto attraverso nuovi rapporti, nuove amicizie, nuovi governi.
ULTIM'ORA
(AGI) Londra - Per la Francia e il Regno Unito Muammar Gheddafi deve lasciare il potere e il Consiglio Nazionale Provvisorio di Bengasi e' un'entita' politica affidabile e Parigi e Londra sono pronti ad aiutare concretamente l'opposizione istituendo una no-fly zone. Questa la posizione espressa in un comunicato congiunto dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal premier britannico David Cameron, capofila del 'redde rationem' tra i Ventisette .
'Bengasi stiamo arrivando'. Il figlio di Gheddafi, Saif al Islam, preannuncia un attacco totale contro gli insorti. E mentre la Nato spiega che le azioni militari arriveranno solo con un mandato dell'Onu, la Francia si dice pronta a colpire, anche da sola. La Casa Bianca annuncia: contatti diretti con gli insorti.
Parlamento europeo: prepararsi a possibile istituzione di una 'no-fly zone'. Presidente Ue Van Rompuy: il Raìs deve lasciare il potere. E per le monarchie del Golfo il regime libico ha perso la sua legittimità e devono essere stabiliti contatti con gli insorti.
NATO, AZIONI MILITARI SOLO CON RISOLUZIONE ONU - Qualsiasi azione di tipo militare della Nato, necessiterà di "un chiaro mandato del consiglio di sicurezza delle nazioni unite", ha sottolineato il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, nel corso dei una conferenza stampa. Rasmussen ha specificato che tale nuovo mandato servirebbe anche per un "monitoraggio rinforzato dell'embargo sulle armi" imposto alla Libia dalla risoluzione 1970.
SAIF, PRESTO OFFENSIVA TOTALE CONTRO RIBELLI - La Libia sta preparando un'offensiva totale contro i ribelli. Lo ha detto il figlio del leader libico Muammar Gheddafi, Saif al Islam, in un'intervista all'agenzia Reuters. "E' tempo per la liberazione. E' tempo per l'azione. Adesso é tempo di agire", ha aggiunto il figlio del colonnello. "Il popolo libico non accoglierà mai la Nato, non accoglierà mai gli americani. La Libia non è un pezzo di torta", ha detto Saif Gheddafi.
"Voglio dire una cosa a Bengasi, stiamo arrivando. Vedo la vittoria davanti ai miei occhi". Lo dice Saif al Islam intervenendo davanti al comitato popolare giovanile di Tripoli.
"I disordini nel Paese sono organizzati da gente che vive all'estero, a Londra e a New York. Avete visto i loro figli con le armi combattere a Bengasi?", così Saif Gheddafi arringando i giovani in una tenda a Tripoli. "Quattromila volontari solo ieri si sono arruolati nell'esercito: vogliono marciare verso est per liberare i propri cari, ostaggio di queste bande di criminali. Vedo la vittoria chiaramente davanti ai miei occhi. Li faremo fuggire sulle navi britanniche che hanno attraccato a Bengasi", ha aggiunto concludendo con ironia "sempre che la regina d'Inghilterra non voglia mandare a combattere qui i soldati con la gonna". "Libereremo la Libia" ha poi assicurato il figlio del leader libico scatenando le grida di gioia del migliaio di giovani presenti.
FRANCIA PRONTA A COLPIRE DA SOLA, NOUVEL OBS - Secondo fonti ben informate citate da Le Nouvel Observateur, il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha assicurato ai due interlocutori libici rappresentanti dell'opposizione che ha ricevuto all'Eliseo stamane, che Parigi è pronta, "se necessario, ad effettuare bombardamenti anche da sola".
CASA BIANCA, CONTATTI DIRETTI CON INSORTI - Gli Stati Uniti sono in contatto diretto con la opposizione in Libia, ha ribadito oggi il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. "Siamo in contatto diretto con la opposizione - ha detto Carney durante il briefing quotidiano - questo include importanti membri del Consiglio e altre persone in Libia". "Ci stiamo coordinando con la opposizione per determinare il modo migliore per sostenere le loro aspirazioni", ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca.
BBC, LIBERATO GIORNALISTA BRASILIANO - Il giornalista brasiliano Andrei Netto è stato liberato e si trova adesso alla Ambasciata brasiliana di Tripoli: lo ha riferito il suo giornale, 'O Estado de Sao Paulo' alla BBC. Il reporter era in stato d'arresto dal 6 marzo scorso, dopo essere stato fermato nella zona di Zawiya, insieme a un reporter del Guardian, del quale invece, stando alla BBC, non vi sarebbero ancora notizie.
VAN ROMPUY,REGIME GHEDDAFI LASCI SUBITO POTERE - "L'attuale leadership libica deve lasciare il potere senza ritardi": lo afferma il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, in un messaggio inviato ai leader europei che si riuniranno domani a Bruxelles per fare il punto sulla crisi in Libia.
"La situazione in Libia è molto preoccupante - afferma Van Rompuy - e il nostro messaggio alle autorità libiche sarà molto chiaro: l'uso della forza contro i cittadini deve finire" e il regime deve lasciare il potere subito. Il Consiglio europeo di domani discuterà quindi su come la Ue può aiutare il popolo libico, spiega il presidente della Ue, sottolineando come l'obiettivo sia quello di "assicurare una transizione verso la democrazia". C'é poi da affrontare "la crisi umanitaria che si sta sviluppando in Libia e ai suoi confini". "Quello che sta accadendo ai confini meridionali dell'Europa - aggiunge Van Rompuy - è veramente unico. Un cambiamento irreversibile è già avvenuto in Egitto e in Tunisia, e il Consiglio europeo discuterà su come offrire all'intera regione prospettive positive. Dobbiamo aiutare a trasformare la Primavera araba in un vero nuovo inizio".
FRATTINI, NO ITALIA A BOMBARDAMENTI MIRATI - "L'Italia non parteciperà a bombardamenti mirati su territorio libico". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini a Bruxelles al termine della riunione straordinaria dei capi delle diplomazie dei 27 sulla Libia. Il titolare della Farnesina ha comunque riferito che durante la riunione di questo non si è discusso.
SARKOZY PROPORRA' A UE BOMBARDAMENTI MIRATI - Il presidente francese Nicolas Sarkozy intende proporre ai partner dell'Unione europea "bombardamenti aerei mirati" in Libia. E' quanto riferiscono fonti vicine al dossier, spiegando che il capo dell'Eliseo vuole anche criptare i sistemi di trasmissione del comando del colonnello Muhammar Gheddafi.
STRASBURGO, UE RICONOSCA CNT E PENSI NO FLY ZONE - Il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza (584 sì, 18 no, 18 astenuti) una risoluzione che chiede ai governi Ue di riconoscere il Consiglio nazionale della transizione libico come l'autorità che rappresenta ufficialmente l'opposizione libica. Il testo invita inoltre l'Unione europea a prepararsi alla possibile istituzione di una 'no-fly zone' per impedire a Gheddafi di colpire la popolazione e aiutare il rimpatrio di chi fugge dalla violenza.
L'eventuale istituzione della "no-fly zone" dovrebbe avvenire non unilateralmente ma solo dopo una risoluzione in tale senso dell'Onu ed in coordinamento con Lega Araba e Unione Africana. Nel testo infatti si invitano i governi Ue a "tenersi pronti per una decisione nell'ambito del Consiglio di sicurezza dell'Onu circa ulteriori misure, compresa la possibilità di prevedere una zona di interdizione al volo". Durante il dibattito di ieri, solo il gruppo GUE (Sinistra Unita) si era espresso contro la "no-fly zone". Nella risoluzione si chiede alla rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, di "stabilire contatti" con i rappresentanti dei ribelli del Consiglio nazionale per la transizione, con l'obiettivo di dare il via al riconoscimento internazionale dell'ente. Martedì scorso tale contatto informale è già avvenuto in un incontro a Strasburgo con una delegazione del Consiglio nazionale di transizione libico guidata dal 'ministro' Mahmoud Jebril che era stato invitato al Parlamento europeo dal gruppo liberaldemocratico (Alde). Il Parlamento chiede anche a Gheddafi di lasciare il potere e condanna con forza la sistematica violazione dei diritti umani in Libia.
L'Italia per il momento, oltre a non aver aderito alle iniziative, per ora unilaterali, della Francia, ha ribadito anche nelle ultime ore la sua posizione: quella cioe' di essere pronta a tutte quelle iniziative che verranno decise di comune accordo in ambito internazionale, a partire dalle eventuali determinazioni del Consiglio europeo di domani fino alle risoluzioni dell'Onu. E' anche vero pero' che il nostro paese si trova, come detto, in una delicata posizione geopolitica. E' il paese europeo che tradizionalmente ha rapporti (soprattutto commerciali ed economici) piu' di altri con la Libia ed e' di fatto la frontiera mediterranea dell'Ue. Una posizione, quella del nostro paese, che la porterebbe ad essere il primo paese ''invaso'' dalle migliaia di profughi che decidano di scappare dalla polveriera nordadfricana.
E quindi forse nel ruolo che l'Italia ha ormai da decenni con la Libia, eni suoi rapoproti economici che la vedono un partner privilegiato (Basta citare l'Eni) negli scambi commerciali con il paese di Tripoli che va cercato il motivo dell'azione francese. E' forse questa l'occasione, potrebbero aver pensato in Francia, per mettere una volta per tutte in difficolta' l'Italia e i suoi legami in campo energetico con la Libia per poi magari prenderne il posto attraverso nuovi rapporti, nuove amicizie, nuovi governi.
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(AGI) Londra - Per la Francia e il Regno Unito Muammar Gheddafi deve lasciare il potere e il Consiglio Nazionale Provvisorio di Bengasi e' un'entita' politica affidabile e Parigi e Londra sono pronti ad aiutare concretamente l'opposizione istituendo una no-fly zone. Questa la posizione espressa in un comunicato congiunto dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal premier britannico David Cameron, capofila del 'redde rationem' tra i Ventisette .
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