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LA BEATA VERGINE MARIA

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SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE

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PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

Antica Bibbia

Antica Bibbia

LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO


"Una lampada  su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne." 

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata".  "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni  e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".

I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....

TESTI SEGRETI LIBRI

giovedì 24 febbraio 2011

LIBIA: LA SITUAZIONE.



 «La rivolta è una farsa cui porre fine, le richieste dei ribelli sono dettate da Bin Laden». Muammar Gheddafi torna a farsi sentire in collegamento telefonico con
la tv di Stato libica, mentre secondo notizie provenienti da Tripoli raccolte dal presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia Foad Aodi, il rais starebbe facendo preparare un aereo per la fuga. Poco prima al Arabyia aveva diffuso la notizia che il leader libico si era asserragliato in un bunker nella capitale.

Intanto, la rivolta si estende verso ovest, con alcune città come Zuara controllate dai comitati
popolari anti-governo, mentre si preparerebbe un attacco in forze contro Tripoli, ultimo vero bastione del regime dove si stanno concentrando le truppe dei fedelissimi di Gheddafi e dove il tam tam annuncia per domani una nuova imponente dimostrazione.

La Ue annuncia di tenersi pronta per un intervento militare umanitario nel Paese. Stamani, forse proprio per tagliare le linee dei rivoltosi, l'esercito ha lanciato una offensiva a Zawia, a ovest di Tripoli: «Un massacro», ha detto un ex militare. Violenti combattimenti anche a Misurata.

«Dovreste ascoltare Dio, non Bin Laden», quello sta facendo nel Paese è «terrorismo internazionale», ha detto il leader libico Gheddafi, aggiungendo che «non ci deve essere misericordia». «Questa gente non ha richieste. Le loro richieste vengono dettate da Bin Laden. I vostri figli sono manipolati da Bin Laden», ha aggiunto. La rivolta in Libia «è una farsa portata a cui dovremmo porre fine, una farsa portata avanti dai giovani» che «vengono manipolati anche attraverso l'uso di droghe», ha continuato il leader libico.

Al Qaida «vuole creare un emirato islamico in Libia»: sono state ancora parole di Gheddafi, che nel suo discorso in diretta tv, via telefono, ha invitato «il popolo libico a non unirsi agli uomini di Bin Laden», che ha sostenuto, «ha distribuito delle pillole stupefacenti e droghe agli abitanti di Zawya per combattere contro il nostro caro Paese». Questa non è stata l'unica dichiarazione stravagante di Gheddafi: la Libia «è vittima di un malocchio», ha detto ancora il colonnello, riferendosi alla proteste in corso nel paese. Gheddafi ha affermato che sono stati «gli invidiosi» a lanciare un malocchio contro il paese. Poi un bizzarro paragone: la Regina Elisabetta è al potere da più tempo di me, ma a lei non accade nulla, ha detto ancora Gheddafi.

«Se la situazione peggiorerà si interromperanno i flussi di petrolio», ha poi detto il leader libico.

Le milizie di Gheddafi hanno bombardato in mattinata la città di Zawia, nell'ovest della Libia, dove le forze fedeli a Muammar Gheddafi avevano lanciato stamani una offensiva militare. «E' un massacro, ed è difficile stimare il numero di morti» ha detto un ex ufficiale all'emittente tv panaraba Al Arabiya descrivendo la situazione nella città. Secondo altri testimoni oculari citati da Al Arabiya i morti sarebbero già centinaia.

«Gheddafi asserragliato in un bunker». Intanto, secondo al Arabiya, che parla di una Tripoli «sigillata», il leader libico sarebbe asserragliato con una decina di uomini della sicurezza a lui fedeli in un bunker sotterraneo della caserma di Bab al Aziziya (sobborgo meridionale di Tripoli) che, estesa per circa sei km quadrati, è tradizionalmente il luogo dove Gheddafi risiede. La struttura militare è dotata di una ampia rete di cunicoli e bunker sotterranei e di strutture per ospitare le cerimonie di Gheddafi e della sua famiglia.

«Stanno bombardando Zawia - racconta una testimone - con tutti i mezzi, con l'artiglieria pesante. Stanno ammazzando le persone che erano in piazza da giorni, armate con solo qualche fucile, stanno ammazzando anche i medici venuti in soccorso C'erano poche persone in piazza, che sono state colte di sorpresa. Gli altri sono usciti quando hanno sentito i bombardamenti e si stanno facendo uccidere come topi in trappola. Il mondo deve fermare Gheddafi, sta facendo una strage prima di andarsene via».

Migliaia di mercenari e fedelissimi armati hanno raggiunto Tripoli
nell'apparente tentativo del leader Gheddafi di assicurare la difesa della capitale libica. Il rais ha richiamato le forze speciali guidate dai figli, segmenti dell'esercito fedeli alla sua tribù e i loro alleati, mercenari africani addestrati in questi anni e che hanno probabilmente già combattuto in Sudan. La presenza di queste forze è visibile nella capitale, dicono testimoni citati dal New York Times: «Dozzine di posti di blocco sono stati istituiti sulle strade principali da mercenari e uomini in borghese. Chiedono non solo i documenti, ma anche di dimostrare il proprio sostegno a Gheddafi, altrimenti sono problemi».

Zuara in mano ai manifestanti. La città libica di Zuara, in Tripolitania, a 100 chilometri a ovest di Tripoli, sulla costa, è da questa mattina nelle mani dei manifestanti che chiedono da giorni la caduta del regime di Muammar Gheddafi: lo ha annunciato la tv araba "al-Jazeera".

Esponenti dei «comitati rivoluzionari» al soldo di Muammar Gheddafi fanno irruzione negli ospedali di Tripoli e uccidono i feriti che hanno manifestato contro il regime. A riferirlo una fonte medica, citata da Sliman Bouchuiguir, segretario generale della Lega libica per i diritti umani.

Al Qaeda: Gheddafi assassino, sosteniamo la rivolta. Il ramo nordafricano di al Qaeda (Aqmi) si schiera a fianco dei dimostranti anti-regime in Libia, e accusa Muammar Gheddafi di essere un «assassino di innocenti»: lo riferisce il Site, il gruppo di monitoraggio dei siti estremisti islamici, citando un comunicato dell'Aqmi pubblicato online. «Siamo addolorati dalla carneficina e dai vili massacri perpetrati dall'assassino di innocenti Gheddafi - si legge nel testo - contro la nostra gente e i musulmani disarmati che si sono levati contro la sua oppressione e la sua tirannia. Facciamo appello ai musulmani libici perché abbiano fermezza e pazienza, e li incitiamo a continuare la propria battaglia e rivoluzione per cacciare il tiranno criminale». Al-Qaeda condanna anche «l'uso di mercenari nel Paese» e per questo annuncia: «sosteniamo la rivolta». Il comunicato si conclude con le parole pronunciate da Omar al-Mukhtar ai tempi del colonialismo italiano: «Noi non ci arrendiamo, vittoria o morte».

Il figlio di Gheddafi: false le notizie sui raid aerei. «Sono false le notizie sui raid aerei contro i manifestanti in Libia» ha affermato Seifulislam Gheddafi, figlio del leader libico durante una visita effettuata stamattina alla sede della tv di Stato libica. Secondo Seifulislam Gheddafi «è assurdo quanto annunciato da alcuni media circa gli attacchi aerei sui civili. Sono notizie ridicole, noi non potremmo permettere delle stragi nel Paese».

Il secondogenito di Gheddafi: controlliamo l'85% della Libia. «Controlliamo l'85% della Libia - ha detto oggi Saad Gheddafi, secondogenito del colonnello Muammar Gheddafi - Nella maggior parte delle città del Paese la situazione è tranquilla, sono in mano ai manifestanti solo le città sulla costa della Cirenaica».

Maroni: preoccupato per al Qaeda, l'Europa passi dalle parole ai fatti. «Sono molto preoccupato per quanto accade in Libia - ha detto stamattina il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - Stamattina al Qaeda ha detto che supporta i ribelli ed è contro Gheddafi. Noi cosa facciamo? Serve un differente approccio da parte dell'Europa. Tutti dicono di essere pronti, ma bisogna passare dalle dichiarazioni alle azioni: si deve costituire il Fondo di solidarietà per attuare le iniziative che noi dei sei Paesi del Mediterraneo abbiamo proposto per affrontare l'emergenza Nord Africa. L'Italia può fronteggiare l'emergenza immigrati causata dalle rivolte in Nordafrica, ma non per tanto tempo».

1 commento:

mardunolbo ha detto...

la situazione è ancora molto fluida e tragica per le violenze inferte da un dittatore ignorante e pericoloso, giustamente definito da Reagan, ai tempi, :"cane pazzo". da capitano delle forze aramte libiche si autoproclamò generale. Anche questo dice parecchio della personalità di questo individuo senz'altro ambizioso.Al di là di queste considerazioni basate su fatti, rimane il grave problema di una rivolta che parte da esigenze di democrazia e libertà, ma non ha alcun leader. Come successe in Iran ed in altri stati arabi come l'Algeria, dove non vi sono leader arrivano gli ajatollah islamici!L'Algeria è stata poi salvata da un colpo di sato militare che ha fermato l'arrivo dell'islam al potere. In realtà, se si considera la religione coranica, non si può non ammettere che i governi attuali, escluso Arabia Saudita e pochi altri, non seguono i precetti coranici che integrano perfettamente politica e religione. Quindi in realtà Bin Laden ha tutte le ragioni (nella sua ottica) poichè l'Islam è una religione aggressiva e incardinata sulla sottomissione piena e la maggior parte dei governi islamici sono un compromesso folle tra la cultura occidentale ed un islam addomesticato per sopravvivere in un mondo ormai dominato dalla cultura e dalla democrazia, impste da un occidente potente nella sua teconologia che serve il mondo intero.L'Asia è meno colpita da questi compromessi per via di una maggiore condiscendenza e senso di pace che anima quei popoli, ma gli arabi sono i più vicini e soffrono maggiormente l'impossibilità della loro religione di capire e giustificare il moderno ed la conoscenza.