giovedì 2 dicembre 2010
Testimonianza sul cammino neocatecumenale
"...Mio fratello, che da alcuni anni insieme con la famiglia aveva aderito ai N.C., ha creduto bene, dopo attenta riflessione, di uscire dal movimento, manifestando anche i motivi del suo gesto, che nel gruppo ha suscitato molto scalpore.
"Egli ha premesso che il movimento non gli ha dato nulla di più di quello che già non avesse imparato dall'A.C. — La decisione di lasciare è venuta quando ha incominciato a notare:
1° L'insistenza tambureggiante con la quale i catechisti del gruppo esortano e spingono i membri o donare i loro beni al movimento stesso, perché altrimenti essi "non solo non possono salvarsi, ma neppure entrare nel catecumenato" (p. 340 del Cat.). Nonostante che mio fratello abbia fatto notare ai catechisti che la loro interpretazione di Mt 19, 16-21 fosse sbagliata, questi hanno continuato la loro spiegazione. Egli ha inoltre notato che in ogni convegno dei N.C. questo è il tema su cui ritornano di più, cercando in tutti i modi (spesso anche con urla per esercitare una pressione più forte) di convincere a fare la suddetta donazione a favore del movimento chi ancora non l'avesse fatta.
2° La pretesa di esigere ed imporre la confessione pubblica di gravi peccati, anche segreti, come condizione indispensabile per essere ammessi ad una categoria superiore del loro "Cammino". Ad un uomo, che era stato convinto a rivelare i suoi tradimenti coniugali, i catechisti stanno imponendo di andare a chiedere perdono alla moglie che nulla sa di questi trascorsi, rivelandole così un passato non certo encomiabile. Chi ha partecipato a queste confessioni pubbliche riferisce che sono un fatto estremamente penoso e poco edificante. Il penitente che con voce flebile e piagnucolosa racconta a stento la sua storia, mentre i catechisti premono perché questa sia la più completa possibile.
"Questo fatto, mentre rende succube il soggetto all'influenza dei catechisti, è causa di gelosie, pettegolezzi, distruzione di amicizie, di rapporti, ecc. ecc. Anche su questo punto mio fratello ha fatto notare che mai la Chiesa ha richiesto la confessione pubblica dei peccati. Ma inutilmente.
3° Un terzo motivo di riflessione è stato il nominalismo feroce ed ottuso per cui si cita la S. Scrittura solo e quando e come fa comodo ai loro progetti. A chi in una "convivenza" aveva fatto notare ciò, analogo a quello dei Testimoni di Geova, i catechisti hanno risposto ferocemente urlando all'interlocutore di essere un "indemoniato". è questa la qualifica che essi danno a chi si oppone al loro insegnamento [quella stessa che hanno affibbiato a me che riferisco queste testimonianze ed ho scritto contro le Eresie del M.N.].
"Al sottoscritto è toccato sentirselo affibbiare dalla propria nipote nella conversazione sopra citata: "Tu sei un indemoniato"!. — A questa arroganza veramente unica che si manifesta nei catechisti e che viene pian piano inculcata ai neocatecumenali, si aggiunge l'insistenza di conservare il segreto assoluto su quanto si dice o si fa nelle "convivenza". Anche qui è stato chiesto il perché si debba conservare un segreto su ciò che è buono. Ma la risposta esauriente non è venuta.
"Così pure, mentre i N.C. si vantano di attuare il precetto evangelico del perdono ai nemici, essi poi respingono con i titoli sopra riportati quanti si oppongono o mettono in dubbio le loro teorie.
"Qualcosa di simile avviene nei confronti dei sacerdoti o presbiteri. Chi è succube ai loro principi ed obbedisce totalmente ai Catechisti è "buono e bravo". Ma chi esprime riserve o non li accontenta in tutto "non ha capito niente" e perde ogni stima ed influenza nel gruppo. Si distrugge così la fiducia nei sacerdoti; anche perché insegnano ripetutamente che i maestri della fede, i giudici dei carismi, i possessori e distributori dello Spirito Santo, sono essi, i Catechisti, che per questa prerogativa devono essere ascoltati ed ubbiditi senza discutere...".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento