AMORE

L'AMORE PIU' GRANDE....

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Canto gregoriano

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LA BEATA VERGINE MARIA

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RECITA IL SANTO ROSARIO ON-LINE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE
PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

Antica Bibbia

Antica Bibbia

LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO


"Una lampada  su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne." 

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata".  "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni  e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".

I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....

TESTI SEGRETI LIBRI

giovedì 30 settembre 2010

SAN MICHELE ARCANGELO






Il testo più affascinante in cui compare il nome di Michele è senza dubbio il capitolo dodicesimo dell’Apocalisse, per la precisione Apocalisse 12, 7-9,
:”Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatté insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”.
 La breve descrizione della battaglia in cielo è seguita da un inno di lode che rilegge cristologicamente la battaglia avvenuta in alto: “Infatti l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava giorno e notte presso Dio, è stato scacciato. Lo hanno vinto mediante il sangue dell’Agnello, in forza della loro testimonianza: hanno saputo disprezzare la loro vita sino alla morte” (Apocalisse 12, 10). Il trionfo di Michele sul male è stato possibile mediante il sangue di Cristo. La battaglia di Michele diventa la proiezione all’indietro e in alto di quella di Gesù. Michele è quindi il paladino di Cristo perché si parla del dragone e dell’arcangelo all’interno di un discorso che vuole esaltare la vittoria di Cristo. Michele, inoltre, è anche paladino di Maria perché egli sferra un attacco contro il drago rosso (il colore del sangue versato dalla violenza) con sette teste coronate e dieci corna, simboli del potere oppressivo, e lo fa per difendere la Donna e il Figlio da lei appena partorito, immagine del popolo di Dio e della Chiesa, nella quale è presente il Cristo (la Tradizione vi vedrà Maria, la Madre di Gesù). Sant’Agostino scrive che: “Benché sia il principe della corte celeste, san Michele è il più sollecito nell’onorare Maria e nel farla onorare, sempre pronto in attesa di avere il privilegio di accorrere, ad un suo cenno, in aiuto di un suo servo”.
Ancora il dragone dell’Apocalisse è caratterizzato da una sconfitta già avvenuta in cielo, una sconfitta definitiva. Non è descritta la ragione dello scontro. Il dragone e Michele rappresentano due modi differenti di porsi davanti a Dio: l’uno – quello di Satana – è l’atteggiamento di chi vuole sostituirsi a Dio (così il serpente nel racconto di Genesi 3,5), Michele è invece colui che proclama che solo Dio è Dio. Infatti, come già abbiamo detto, il nome Michele significa “Chi è come Dio?”. Cioè Michele è l’esatto contrario della figura di Satana. Dobbiamo ricordare, se vogliamo comprendere con più esattezza il significato dell’epica battaglia che si è svolta in cielo, la stretta corrispondenza, tipica del genere letterario apocalittico, fra l’alto e il basso. Ciò che avviene in alto ha il suo corrispondente in basso, ciò che avviene in basso ha il suo corrispondente in alto. Attenzione però la corrispondenza non è alla pari: in alto tutto è già deciso e concluso, in basso tutto è ancora in svolgimento. L’alto indica la conclusione anticipata di ciò che in basso ancora non è concluso. Guardando in alto, perciò, l’uomo può vedere in anticipo la conclusione delle cose che continuano ad accadere in basso, per cui il demonio sa che dovrà essere sconfitto e l’arcangelo Michele sa, come dicono numerosi santi e mistici cattolici, di essere il vittorioso angelo  degli ultimi tempi. A noi umani tocca la libera scelta con chi schierarci.
Scrivere dell’amore verso l’Arcangelo da parte di numerosi mistici e santi richiederebbe un enciclopedia di vari volumi, per cui, data la brevità del tempo a nostra disposizione, fornirò alcuni flash. Innanzitutto un grande devoto all’Arcangelo fu l’imperatore Costantino il Grande che fece costruire un santuario in onore del Principe delle schiere angeliche: il Michaëlion. Numerosi re e principi terrestri si affidarono a lui: ad esempio, l’imperatore Carlo Magno, il re Luigi VIII (che creò l’Ordine cavalleresco di San Michele), il re Luigi XI. Numerosi regnanti poi si recarono in devoto pellegrinaggio sia al santuario di Monte Sant’Angelo, in Italia, sia a Mont Saint Michel in Normandia. L’arcangelo Michele è anche chiamato l’Angelo dei tedeschi perché l’apostolo della Germania, San Bonifacio, ebbe una sua particolare apparizione. La Francia con Giovanna d’Arco, nel Medio Evo, fece particolare esperienza della sua protezione. San Francesco d’Assisi ebbe una particolare venerazione per San Michele, ...
...  infatti, ogni anno dal 14 agosto al 29 settembre faceva la quaresima in onore dell’Arcangelo e durante questo periodo, nel 1224, ricevette le stigmate.
San Francesco da Paola, fondatore dei Minimi, ebbe anch’egli una visione del santo Angelo che gli ispirò il motto “CHARITAS” del suo ordine.
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il patrono dei moralisti cattolici e dottore della Chiesa, era talmente devoto che nella sua Curia arcivescovile aveva fatto mettere in ogni stanza un quadro di San Michele e, quando fondò la Congregazione dei Redentoristi, volle che i suoi religiosi rinnovassero, ogni anno, i voti nella festività dell’Arcangelo.
Un altro redentorista, San Gerardo Majella, poiché il parroco gli rifiutò la 1ª Comunione, per la sua tenera età, ebbe una visione dell’Arcangelo che lo comunicò.
Il Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei (NA), aveva un grande amore per l’Arcangelo per cui volle far recitare la supplica alla Madonna di Pompei il giorno 8 maggio, memoria dell’apparizione di San Michele sul monte Gargano.
La famosa Santa Brigida, regina di Svezia, ebbe anch’ella a vedere più volte l’Arcangelo.
San Paolo della Croce, il fondatore dei Passionisti, ebbe numerose visioni dell’Arcangelo e visse per ben venticinque anni in un eremo a lui consacrato e si recò in pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo.
Santa Faustina Kowalska, l’apostola della divina Misericordia, scrisse nel suo Diario: “Il giorno della festa di San Michele Arcangelo, io vidi, vicino a me, questo capo che mi disse: il Signore mi ha raccomandato di avere particolarmente cura di te. Sappi che tu sei odiata  dal male, ma non aver paura. Chi è come Dio? E scomparve. Ciò nonostante io sento la sua presenza ed il suo aiuto”.
Tra i papi fu particolarmente devoto all’Arcangelo, Leone XIII, che è certamente uno dei più grandi papi della storia e che compose sia un esorcismo all’Arcangelo Michele, sia un’invocazione che, fino al 1966, era obbligatorio, per tutti i sacerdoti, recitare al termine della Santa Messa.
Nel Medio Evo, sia San Leone Magno che San Gregorio Magno ricorsero all’aiuto di San Michele, il primo per bloccare gli Unni di Attila, il secondo per fermare la peste a Roma e per questo, infatti, il Mausoleo di Adriano si chiamò Castel Sant’Angelo, perché papa Gregorio, durante una processione penitenziale ebbe la visione del Principe delle milizie celesti che, sulla torre del Mausoleo, riponeva la spada nel fodero per indicare che la peste stava per cessare.

M.S.M.A.

sabato 18 settembre 2010

Neocatecumenali state alla larga!





  Pubblico questo articolo che senza pregiudizi parla del cammino neocatecumenale con meraviglia e , oserei dire, con sconcerto.

Scritto da Il Colle Informa – 26 aprile 2010 – 20:41Un commento
Di Maria Pia GARDINI
Non mi ero mai occupata dei Neocatecumenali ,che, tra l’altro sono riconosciuti dalla Chiesa Cattolica,fino a qualche giorno fa quando ho conosciuto un EX che mi ha voluto raccontare la sua avventura in questo gruppo,la sua Uscita dal CAMMINO e devo dire che quello che mi ha detto mi ha fatto molto pensare.
G.era molto depresso anche perché, parole sue, ”se una persona si rende conto che questo gruppo fa parte della Chiesa può anche decidere di abbandonare per sempre la religione cattolica.Chi esce dal Cammino viene giudicato un Giuda, un apostata e quindi sicuramente è ormai un condannato alla dannazione.”
Questa Organizzazione, che non vuole definirsi Movimento, si presenta coma la Vera Chiesa,e si avvale dell’appoggio di quella religione che c’è da secoli che è la Chiesa Cattolica.
A questo punto ho cominciato ad informarmi anche presso la Curia,a leggere le loro pubblicazioni prima di scrivere qualsiasi cosa,anche perché essendo io cattolica praticante era abbastanza restia a farlo.
I Neocatecumanali nascono in Spagna nel 1968,creati da certo KIKO e da CARMEN HERNANDEZ,lui si era convertito alla Chiesa entrambi avevano alle spalle un passato burrascoso e cosi cominciarono a convertire e predicare tra i baraccati di Madrid usando solo una Bibbia e la Chitarra.Però quando cercarono di affiliare al loro movimento anche i cattolici di Madrid,quelli della zona in cui predicavano,non ci riuscirono trovarono le porte chiuse quindi lasciarono la Spagna e si trasferirono a Roma,sempre però stando in quartieri poveri e baraccati.
Convincono una Parrocchia del Nomentano (Roma) a partecipare ad un “ sacro esperimento” la ribattezzazione dei già battezzati secondo il catecumenato per farli diventare “cristiani veri.”
Dopo la Chiesa del Nomentano un’altra Parrocchia apre la sue porte modificando addirittura l’arredamento per far posto ad un grande tavolo denominato Stomaco,su cui si dice messa e si fa la comunione,non già usando le Ostie Consacrate,ma focacce non lievitate e un gran numero di calici di vino,nel pavimento una vasca in cui i battezzandi si immergono totalmente per uscire “UOMINI NUOVI”:  qui offrono alla Chiesa questa nuova invenzione per far riavvicinare uomini adulti che si vogliono ribattezzare per loro scelta (Kiko E Carmen dicono che questo è il sistema per reindottrinare cattolici solo di nome).
I loro manuali, quelli che usano per il rito, sono tenuti segreti ai fedeli, anche il Sant’Uffizio per averli e studiarli ha fatto un’enorme fatica.
I loro rituali si tengono sempre a porte chiuse, solo per gli invitati, tutto è vietato ad occhi esterni, i neocatecumenali sono divisi in comunità, in nuclei e ciascuno è ad un diverso stadio del suo tragitto.
Anche le messe settimanali sono separate,tante comunità…tante messe e solo per Pasqua le comunità delle varie Parrocchie celebrano messa insieme,ma sempre al riparo da sguardi esterni.
Oggi i NEOCATECUMENALI sono una potenza che si paragona all’Opus Dei. Le ultime statistiche parlano di più di 13.000 comunità sparse in 96 Paesi ed in oltre 700 diocesi; dal 1987 ad oggi sono stati costruiti, nei quattro continenti che toccano, 27 seminari Redemptoris Mater a cominciare da quello di Roma e nella sola capitale pare abbiano conquistato una parrocchia su tre,dopo l’appoggio ricevuto da S.S.Giovanni Paolo II.
I NC inviano famiglie di fedeli nelle varie parti del mondo per fare nuovi adepti e spingere le vocazioni al sacerdozio.
I frutti delle loro campagne sono un gran numero di convertiti,un moltiplicarsi delle loro comunità,di catechisti itineranti,ed anche un gran numero di figli messi al mondo dalle coppie di fedeli su invito dei fondatori,e non dimentichiamo le miriadi di sacerdoti NC,che giudicano “FIACCA” la Chiesa con gente di poca fede e tanti giuda.
Nel 1991 dopo il grande meeting di Porto San Giorgio 400 coppie vennero ricevute dal Papa e ne furono scelte 100 che dovevano partire per le varie parti del mondo, figli al seguito, senza avere un lavoro laggiù o parlare la lingua forti del fatto che “DIO PROVVEDE”,e, io dico:se non provvede come campano??
Un professore NC dell’università di Padova ,che è un pò come fosse il loro portavoce, asserisce che se vi sono crisi personali è perché il Vangelo non è applicato alla lettera e il Vangelo è una spada che abbiamo sulla testa.
Però,e questo mi dà molto da pensare,come mi diceva un loro sacerdote col quale ho parlato, “se in una coppia uno dei due è dentro e l’altro fuori, quello che è dentro DEVE riuscire a portare dentro anche l’altro,se non ci riesce viene buttato fuori, tra gli infedeli, a meno che non si separi”: questo mi ricorda tanto quello che avviene in molte “sette” (o con me o contro di me) e sinceramente non vedo che cosa abbia a che fare con il Cattolicesimo che predica amore e unione (la disconnessione è tipica delle sette, non della religione).
Vi sono però alcuni Cardinali e Vescovi che bocciano completamente i NC,per esempio a Milano fintanto che c’era il cardinale Martini non hanno potuto entrare nelle parrocchie; a Firenze ed a Torino l’allora cardinale Saldarini li ha messi in fuga, fino ad arrivare a Palermo dove l’ultimo atto del Cardinale Pappalardo prima di ritirarsi è stato un editto contro i NC.
Ancora oggi ci sono Cardinali sia al nord che al sud che vietano ai parroci di accogliere i NC nelle parrocchie ed a questi Cardinali i NC hanno dato il nome di Faraoni.
In rete trovate ampi servizi se siete interessati a saperne di più: io per parte mia mi sono già fatta un’opinione, ma non voglio certo influenzare la vostra sebbene vi inviti all’ attenzione ai fanatismi ed agli estremismi.


mercoledì 8 settembre 2010

COS'E' DAVVERO LA "SCRUTATIO"




La Lectio Divina è un modo di leggere la Scrittura che può essere fatto risalire ai primi tempi del Cristianesimo ed anche al Giudaismo dell’era precristiana.
La Lectio Divina comporta vari aspetti. Questi aspetti non vanno considerati come fasi differenziate, ma punti di vista di un singolo atto che è insieme semplice e complesso: semplice, perché fondamentalmente è un tentativo di rispondere alla Parola di Dio con tutto il nostro cuore, complesso perché fondamentalmente è un tentativo di rispondere alla Parola di Dio con tutto il nostro cuore. Nell’atto concreto della Lectio Divina questi aspetti possono essere distinti l’uno dall’altro, ma non separati. In quanto distinti, possono costituire il punto focale dove porre l’attenzione. In tal senso, per esempio, l’aspetto 1 è il momento in cui l’attenzione viene concentrata nello studio accurato della Bibbia, per scoprire il significato del testo nella sua situazione originaria. In realtà, tale studio è spesso visto come separato dalla lettura "spirituale" della Scrittura, quella vista cioè come risposta alla comunicazione di Dio contenuta nel testo.
1. Lectio [Scrutatio]. Questo aspetto consiste in una ripetuta lettura di un passo della Scrittura al fine di comprendere il significato che l’autore originario intendeva comunicare ai suoi lettori o ascoltatori. Leggi il testo con una penna o una matita in mano sottolineando le parole che ti colpiscono di più. Nella Lectio cerchiamo di capire il brano nel suo contesto originale; cerchiamo di avvicinarci il più possibile ad esso dal punto di vista storico, geografico, culturale. Qual era lo scopo religioso che il suo autore aveva in mente? Quando scrisse? Dove? In quali circostanze? Come è stato ricevuto questo messaggio dai destinatari originari?
Per questo aspetto della Lectio i commentari possono essere di grande aiuto. Cruciale è l’elemento religioso. Esso trascende infatti le circoscritte condizioni originarie nelle quali il testo ha visto la luce ed ha perciò una validità universale e durevole. La rilettura continuata può aiutarci a comprendere questo elemento religioso. Inoltre, tale rilettura ci può aiutare a collocare questo elemento nel contesto di tutta la Bibbia. In che modo lo Spirito, che è l’autore ultimo di questo brano e di tutta la Scrittura, vuole che esso si accordi con il resto che Egli ha ispirato?
2. Meditatio. Questo aspetto consiste in una riflessione sullo scopo ultimo del testo - l’elemento religioso originario dell’autore umano e divino - che trascende le limitazioni temporali e spaziali della situazione originale del testo. Meditatio cerca di conoscere ciò che il testo dice a me oggi. Per essere sicuro che quanto io penso che il testo sta dicendo a me oggi sia davvero quanto il testo dice e non ciò che io dico, devo assicurarmi che quanto è rilevante per l’oggi sia connesso con il significato originario (che si deduce dall’aspetto 1, la Lectio). Primo: il significato originale; secondo: la rilevanza di quel significato per l’oggi. Qual è la rilevanza per l’oggi dell’elemento religioso che l’autore, umano e divino, esprime nel testo? In che modo vengo provocato da questo elemento religioso che viene comunicato attraverso il testo? I destinatari originari si sono sentiti provocati dal testo; la provocazione che ricevo io dovrebbe essere come quella che ricevettero loro, anche se le circostanze della provocazione provata da me sono notevolmente diverse dalle loro.
3. Oratio. Questo aspetto consiste in una preghiera che viene dalla Meditatio. è una spontanea reazione del cuore in risposta al testo. è una richiesta di aiuto divino per riconoscere e per rispondere alle provocazioni che vedo nell’elemento originario comunicato attraverso le parole del testo. In questo modo l’Oratio può includere le richieste per una grande varietà di virtù. Lo Spirito ispirò il testo proprio avendo in mente queste richieste. Perciò lo Spirito è anche pronto a rispondere a tali richieste.
4. Contemplatio. Questo aspetto consiste nell’adorazione, nella lode e nel silenzio davanti a Dio che sta comunicando con me. è un tentativo di stare davanti al Dio onnipotente tenendo esposto il nostro cuore. "Cuore" qui va inteso in senso semitico, cioè il centro del nostro essere, quel punto in cui la nostra memoria, l’intelletto, la volontà, gli affetti si incontrano e dove "io" sono davvero "io". La vera contemplazione rivelerà sempre più me a me stesso in quanto rivela Dio sempre più a me stesso. La vera contemplazione mi aiuterà a vedere chi sono realmente, cioè, chi sono destinato ad essere secondo il punto di vista di Dio. Il centro privilegiato della contemplazione cristiana è Cristo, poiché è attraverso di lui che andiamo a Dio: conoscendo Cristo, conosco Dio e conosco me stesso. La Contemplatio conferisce a tutto il processo di lettura di un testo l’aspetto del dilettarsi nel comprendere. Nella misura in cui funziona, libera il processo dal pericolo dell’imporre su un testo una interpretazione ristretta, moralistica, un’interpretazione che è lontana dal perenne scopo di Dio che vuole rivelarsi nella sua parola sempre e ovunque.
5. Consolatio. Questo aspetto consiste nella gioia di pregare che viene da un "gusto" di Dio e delle "cose" di Dio. è un prodotto dello Spirito Santo, anche se naturalmente lo Spirito Santo non è legato alla Lectio Divina, dove questa consolazione spesso viene trovata. Dalla consolazione scaturiscono le scelte coraggiose come quelle della povertà, castità, obbedienza, fede, perdono. La Consolatio crea "l’atmosfera" giusta per queste scelte. Se questa "atmosfera" cessa, cessa anche la plausibilità di scelte cristiane radicali, e il cuore si volgerà a cercare da un’altra parte la sua gioia.
6. Discretio. Questo aspetto consiste nell’abilità di discernere il pensiero di Dio come viene espresso nella sua parola, specialmente come viene espresso nel suo Verbo, cioè in Cristo. Venendo in contatto con la parola di Dio e con il Verbo di Dio noi riceviamo un istinto per le scelte che sono proprie al cristiano, che sono proprie a me stesso come Dio vuole che io sia. Il mio cuore deve essere dominato dal cuore di Cristo, dalle intenzioni di Cristo, dalle scelte di Cristo. E questo non solo per la mia vita personale, ma anche per la mia vita quale membro del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Fondamentalmente è quel discernimento che distingue tra i vari "spiriti" che sollecitano la mia attenzione e la mia fedeltà.
7. Deliberatio. Questo aspetto consiste nella scelta concreta di un’azione da compiere. è qui che si collocano le scelte implicate nell’elezione di una particolare vocazione, o nel portare avanti una particolare vocazione. Dio comunica con me in quanto individuo, ed io gli rispondo in base a questa comunicazione individuale. Se questa comunicazione è interrotta, la mia scelta di vocazione o il mio portare avanti la vocazione è in pericolo di essere distrutto, poiché prevarranno altre comunicazioni, in base alle quali il mio cuore farà altre deliberazioni, altre scelte.
8. Actio. Questo aspetto consiste nel mettere il pratica il frutto di tutti gli altri aspetti descritti sopra. Se mi impegno nella Lectio Divina non è per ricevere la forza di mettere in pratica ciò che io ho deciso, ma per capire meglio ciò che devo rispondere alla comunicazione di Dio attraverso la Scrittura, e come, cooperando con Dio nel dar forma al mio cuore, posso farlo. L’agire segue l’essere. La Lectio Divina cerca di dar forma al mio agire dando prima forma al mio essere. L’Actio riguarda soprattutto la scelta della vocazione e il modo di portare avanti la mia vocazione. Naturalmente devo sempre tenere presente che una vocazione non è una cosa privata tra me a Dio. è una scelta personale che ha conseguenze sociali, in quanto coinvolge sempre il Corpo di Cristo.

La "scrutatio" neocatecumenale parte da un versetto dato dai catechisti, bisogna avere la Bibbia di Gerusalemme, il versetto ha dei commenti che rimandano cosi' ad altri versetti che vengono scritti man mamno su un pezzo di carta per fareil cosiddetto "albero". Ora io ho fatto molte volte la scrutatio e posso assicurare che non ha niente a che fare con la Lectio Divina.
Se comunica qualcosa ciò avviene nonostante la deformazione abborracciata che i neocatecumenali fanno della Lectio Divina. Inoltre se , nella scrutatio devi cercare di collocare quel brano e chi l'ha scritto in un preciso contesto storico è evidente che la Lectio Divina,  è riservata a dei sacerdoti .Cio' non significa che non bisogna leggere la Bibbia ci mancherebbe altro! Ma ammantarsi di un'aura di superiorita' ,di mistero e anche di vanita', chiamando "scrutatio" , una semplice  lettura della Bibbia, mi pare molto superbo,un po' da setta "da 4 soldi" gnostica. La scrutatio dei neocatecumenali, ( ma chiamatela lettura della Bibbia no?! ) fatta da gente che la Bibbia non sa dove stia di casa, purtroppo, ammesso e non concesso, che sia "consentita", da come risultati dei "pastrocchi" o diventa una sorta di divinazione. Cio' non vuol dire che sia proibito meditare sulla Bibbia, magari leggendo anche dei libri di commento, affidandosi alla guida di un sacerdote, ma io purtroppo, piu' di una volta ho ascoltato delle vere castronerie , il "giorno della parola", il piu' delle volte il sacerdote non c'era...risultato:  un gran casino!..Se questo significa avvicinarsi allo studio delle scritture, bah! Fate un po' voi.....alla faccia della "Dei Verbum" !

Freedom

martedì 7 settembre 2010

FREEDOM FLOTILLA




Freedom Flotilla

31 Maggio 2010 
Freedom Flotilla è un convoglio umanitario delle ong diretto a Gaza con un carico di aiuti per la popolazione palestinese. Cinque navi che portano più di 700 passeggeri di 40 nazionalità diverse e migliaia di tonnellate di aiuti umanitari come cemento, medicine, generi alimentari e altri beni fondamentali per la popolazione. L'arrivo a Gaza è previsto per domani, ma il governo di Netanyahu ha già annunciato che non permetterà lo sbarco.
Il "teorema di Luttwak" si applica anche in questa situazione: se tu aiuti la popolazione di Gaza, automaticamente stai dando una risorsa ad Hamas. Israele vuole che i palestinesi muoiano di fame per vincere la guerra, senza ragionare sul fatto che l'odio porta odio.


Medio Oriente: l'Onu condanna il blitz contro la Freedom Flotilla

L'assalto israeliano alla nave turca, costato la vita a 9 attivisti, riaccende le tensioni e mette in moto la diplomazia internazionale. Prese di posizione dure in Europa, mentre la reazione degli Usa è prudente, in un difficile gioco di equilibri.



Fonte: REUTERS/Chip East

Il giorno dopo l'assalto dei commando

  israeliani alla flottiglia pacifista diretta verso la striscia di Gaza, la comunità internazionale è unita nella ferma condanna della violenza che è costata la vita a nove attivisti della nave turca, la Mavi Marmara. La diplomazia si è immediatamente messa in moto, convocando riunioni d'emergenza della Ue, del Consiglio di sicurezza dell'Onu, della Nato e della Lega Araba. Dopo 13 ore di riunione, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato il blitz in un documento che accoglie la richiesta del fronte arabo per un'indagine "indipendente e trasparente" e chiede "il rilascio immediato delle navi e dei civili (480 i pacifisti finiti in carcere)". 

A Bruxelles è in corso la riunione straordinaria della Nato. Al Cairo, vertice

  urgente dei ministri degli Esteri della Lega Araba. E la stampa araba nel Levante e nel Golfo denuncia in coro "il massacro" commesso ieri dai commando israeliani: "Il massacro israeliano sciocca il mondo", ha scritto a tutta pagina il quotidiano giordano al Rai. "Il massacro israeliano colpisce la flottiglia della pace" afferma al Qabas del Kuwait, facendo a sua volta eco al quotidiano governativo siriano Tishrine, secondo cui "il massacro mette la comunità internazionale davanti alle sue responsabilità". 

Mentre il giornale panarabo, Al Hayat, scrive che "il crimine non deve restare

  impunito". "Non è sufficiente che il mondo denunci il crimine, deve anche arrestare l'assassino, ovvero Israele", ha scritto ancora al Hayat, di proprietà saudita. "Lasciare il killer a piede libero, espone la regione (il Medio Oriente) ad ulteriori estremismo, deflagrazioni e fiumi di sangue", ha concluso il giornale. Il Medio Oriente è in fiamme, la tensione attorno alle ambasciate di Israele è alta e l'Onu  è in fibrillazione dopo la morte dei nove attivisti ( e il ferimento di una trentina di persone) della Freedom Flotilla, convoglio Ong in navigazione verso Gaza con un carico di aiuti umanitari. 

Teatro della strage una nave turca, la Mavi Marmara, obiettivo del blitz

 avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, a circa 75 miglia dalle coste israeliane. Che l'attacco sia avvenuto in acque internazionali è l'unico elemento in comune tra le versioni dell'accaduto fornite dai responsabili di Freedom Flotilla e le fonti della difesa dello stato ebraico. Sono 480 gli attivisti della flottiglia internazionale arrestati dagli israeliani dopo il blitz, detenuti nella prigione di Ashdod, nel sud d'Israele, mentre altri 48 stati condotti all'aeroporto internazionale di Ben Gurion per essere espulsi verso i loro paesi d'origine. Altri 45 attivisti, per la maggior parte di origine turca, sono stati ricoverati in diverse strutture. In ospedale anche sei soldati israeliani, secondo i media locali. Sulla base degli ultimi dati acquisiti la Farnesina ha precisato che i connazionali detenuti in Israele sono in tutto sei. 

Cosa abbia indotto i militari israeliani ad aprire il fuoco contro i militanti delle

  Ong è tutto da chiarire. E non sarà facile, visto le accuse reciproche in cui si sono prodotte le parti in causa. In passato, le missioni pacifiste non erano mai riuscite a oltrepassare il blocco israeliano attorno alle acque di Gaza. Questa volta la situazione è precipitata finendo in un "massacro", come denuncia il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen, che ha indetto tre giorni di lutto nei territori. Israele si è difeso parlando di "spari dalla nave" contro i commando che si apprestavano a salirvi a bordo, di "passeggeri armati di coltelli che tentavano di strappare le armi ai soldati". "Di fronte alla necessità di difendere la propria vita, i soldati hanno impiegato dei mezzi anti-sommossa e hanno aperto il fuoco" è stata la prima, logica conclusione delle autorità militari israeliane. 

Più tardi, di fronte alle proteste, nelle piazze come nelle sedi diplomatiche,

  il generale Avi Benayahu, portavoce dell'esercito israeliano, ha ammesso che l'operazione si è svolta in acque internazionali e ricordato che dal 1993, anno degli accordi di Oslo, Israele ha mantenuto il controllo delle acque territoriali a largo della striscia di Gaza per una distanza di 20 miglia. "Capire le dinamiche dell'incidente è fondamentale per attribuire le colpe", l'ultima parola del generale, che ha detto di ignorare da chi sia partito l'ordine di sparare. Nel frattempo, il ministero degli Esteri ha fatto sapere di aver trovato armi a bordo delle navi della Freedom Flotilla. Per avvalorare la tesi di una "reazione" delle proprie forze armate a un attacco da parte dei militanti della Mavi Marmara, la difesa israeliana ha diffuso un video, accompagnato da un commento in sovrimpressione, in cui si descrive, in sequenza, cos'è accaduto.

"È una bugia, non abbiamo aperto il fuoco" , ha replicato seccamente Greta

  Berlin, leader del Free Gaza Movement, una delle ong che ha organizzato la flottiglia della pace. Ma ben presto è chiaro che il vero braccio di ferro di Israele non è con i pacifisti ma con la Turchia, anche perché tra le vittime pare vi sia un deputato di Ankara. Un confronto duro, che è avvenuto mentre i leader dei due paesi  erano lontani. Il premier israeliano Benjamin Netanyhahu era in Canada, prima tappa di una visita in Nord America. Doveva incontrarsi con il presidente Usa Barack Obama, poi la radio militare ha annunciato il suo rientro. 

Obama, chiamato telefonicamente da Netanyhahu per rinviare l'incontro,

  ha espresso "profondo rincrescimento" per la perdita di vite umane nell'attacco delle forze speciali israeliane contro la 'Flottiglia di Pace' a largo di Gaza. Ma ha di attendersi che si venga a conoscenza della dinamica dei fatti dell'incidente "il prima possibile". Il primo ministro turco Tayyip Erdogan, impegnato in un viaggio ufficiale in America Latina, sulla via del ritorno ha definito "terrorismo di Stato" il blitz israeliano contro la nave turca. Per Obama, e per le speranze della Casa Bianca di rilanciare il processo di pace attraverso i proximity talks, i negoziati indiretti, è stato un brutto colpo. 

L'incontro alla Casa Bianca, frutto di delicati negoziati del capo di gabinetto

  Rahm Emanuel in Israele la scorsa settimana, sarà riprogrammato "alla prima occasione possibile", hanno concordato Obama e Netanyahu nella telefonata. Doveva essere l'occasione di un riavvicinamento tra Stati Uniti e Israele dopo la fredda accoglienza riservata da Washington in marzo a Netanyahu. Non è chiaro adesso quando si terrà il nuovo faccia a faccia, e se sarà prima del 9 giugno quando alla Casa Bianca verrà srotolato il tappeto rosso per il leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).  

Un difficile gioco di equilibri per gli Stati Uniti, mentre montavano le pressioni

  per parole di condanna più decise. Washington, con la sua reazione prudente, è rimasta isolata nella comunità internazionale a fronte delle prese di posizione più severe in Europa, nel mondo musulmano e all'Onu.

Spedizione Freedom Flotilla: è massacro

Lunedì 31 Maggio 2010 08:46
di Nadia Redoglia 






E' ormai chiaro a tutto il mondo che Israele può agire impunemente, ignorando la carta universale dei diritti umani e qualunque trattato internazionale.
E' la nona volta che il movimento Free Gaza cerca di portare aiuti umanitari, via mare. La prima spedizione ad agosto 2008. Quella in corso, "Freedom Flotilla" per numeri e contenuti (partecipano 40 paesi), è la più massiccia. In un primo tempo Israele promise che dopo le perquisizioni del caso, avrebbe permesso tramite i corridoi da lei predisposti, l'accesso alla striscia per consegnare gli aiuti. Le sei navi, 700 partecipanti, hanno imbarcato almeno 10mila tonnellate tra cibo, medicinali, utensili di prima necessità, cemento, ma anche sedie a rotelle. Per il cemento, riferiva Israele, sarebbe stato permesso solo se subordinato a specifica utilità.
Invece nulla di tutto questo. Alla stregua del peggior atto di pirateria, la marina israeliana, stanotte verso le 4, ha attaccato. A bordo della Marmara, battente bandiera turca ha massacrato e ferito decine di occupanti. Altri feriti si contano a bordo delle altre imbarcazioni. Solo verso le 6 di stamani le notizie sono cominciate a filtrare, in un primo tempo negate da Israele che ha operato, come sua abitudine, con una vera e propria censura stampa. Da fonti militari le vittime potrebbero essere 19 o più. Dopo di che ha abbordato le altre navi, tra queste la "8000", a bordo della quale ci sono anche italiani (Angela Lano,  torinese, direttrice agenzia stampa Infopal.it ,e che ha collaborato anche con il nostro giornale, Joe Fallisi, Manolo Luppichini, regista e reporter, Manuel Zani, freelance, Fernando Rossi, ex senatore della Repubblica, Monia Benini, presidente Per il Bene Comune). Gli israeliani hanno poi assunto il comando di tutte le navi, isolando tutti gli strumenti di comunicazione. In questo momento possiamo considerare, non avendo più informazioni d'alcun genere, tutti gli occupanti della spedizione, in stato di sequestro. Le ambasciate stesse non sono in grado di fornire aggiornamenti. L'ultimo contatto satellitare di Angela Lano coi familiari, è stato questa notte intorno alle 2, ora italiana. Dopo di che più nulla. Il comandante della "8000" pare sia ferito, si spera non gravemente, ma non intende essere trasportato in ospedale israeliano.
Su questo ennesimo crimine contro l'umanità a opera israeliana, per ora si sono espressi solo Grecia Turchia e Spagna. Gli altri paesi tacciono. La comunità europea butta là una timida proposta di indire una commissione.
La "Freedom Flotilla" ci dimostra cos'è un'autentica "missione di pace", ma di questa i media, disumanamente, se ne fregano. Anche questa volta, come per lo sterminio palestinese "piombo fuso", troveremo il modo per assolvere Israele in quanto ha solo agito per difesa legittima?

AGGIORNAMENTO
ROMA, 3 GIU. – I pacifisti italiani rientrati in patria dopo il blitz israeliano alla nave pacifista “Freedom Flotilla” raccontano di essere stati attaccati con violenza inaudita. La giornalista Angela Lano riferisce di aver temuto per la sua vita e per quella dei suoi colleghi durante l’assalto. Dopo il sequestro di tutte le attrezzature di ripresa con cui cercavano di riprendere l’attacco, la Lano e altre donne sono state trasferite nel carcere di Tel Aviv dove tuttavia non hanno subito alcuna violenza.Un trattamento diverso è stato riservato agli attivisti: nove di loro sono morti e venticinque sono stati feriti.
Oggi rientrano in Italia, oltre ad Angela Lano, Giuseppe Fallisi e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin (a Milano Malpensa), Manuel Zani (a Fiumicino) e Marcello Faracci (in volo per Bruxelles). Il sesto italiano, Manolo Luppichini, è rimasto a Tel Aviv perché sprovvisto di passaporto ma rientrerà in Italia nel pomeriggio insieme al sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi. Fallisi ha riferito che dopo che un ragazzo di origine palestinese si è messo a discutere con la polizia sono volate parole grosse e qualche sberla e che a quel punto Manolo è intervenuto per difenderlo e i poliziotti lo hanno portato via.

Fallisi ha aggiunto che gli attivisti sono stati picchiati sulla nave dai militari e poi ancora poco fa all’aeroporto di Tel Aviv e che la detenzione è avvenuta in un carcere in mezzo al deserto dove non ci sono state violenze e i detenuti avevano a disposizione una doccia. Manuel Zani, il più giovane tra gli attivisti italiani fermati durante il blitz, ha detto che “l’assalto dei soldati israeliani che si sono avvicinati alla nostra nave a bordo dei gommoni sembrava una scena del film Apocalypse now… Io sono andato con i giornalisti nella cabina di pilotaggio per cercare di filmare quello che stava succedendo, ma ci hanno sequestrato tutto: ho perso diecimila euro di attrezzature e non so se le recupererò mai. In Israele non ci torno neanche morto, ma voglio tornare in Palestina al più presto”.
I primi 488 dei circa 700 pacifisti della “Freedom Flotilla” rilasciati dalle autorità israeliane sono arrivati nella notte all’aeroporto di Ankara dove li attendevano 10mila persone che hanno manifestato contro il presidente israeliano Shimon Peres e contro Barak Obama: e’stato inscenato un funerale di Israele e sono state bruciate delle foto dei due capi di stato. Gli attivisti hanno incontrato le autorità diplomatiche nello spazio solitamente riservato all’arrivo dei capi di Stato: i manifestanti sono stati trattenuti da un cordone di poliziotti.
I primi a sbarcare sono stati i diciotto attivisti turchi e un irlandese feriti nel raid che sono stati subito trasferiti in ospedale dopodiché sono arrivati i 466 attivisti, in gran parte turchi, tra cui gli italiani che oggi rientrano a casa. A bordo c’erano anche i cadaveri dei nove attivisti morti lunedì durante l’attacco dell’esercito israeliano alla spedizione pro-Palestina: si tratta di otto turchi e un americano di origine turca. Altri sei o sette attivisti sono rimasti ricoverati a Tel Aviv perché non trasportabili data la gravità delle ferite. Un altro aereo è arrivato stamattina ad Atene con 34 attivisti: 31 greci, due francesi e un americano.
Nel frattempo l’Italia, insieme agli Stati Uniti e all’Olanda, ha votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu approvata a Ginevra che chiede l’istituzione di una missione di inchiesta internazionale sull’assalto israeliano alla “Freedom Flotilla”. La risoluzione è stata approvata con 32 voti a favore su 47. Gli Stati Uniti hanno proposto a Israele di svolgere una sua indagine indipendente con la partecipazione di osservatori americani ma fonti politiche rivelano che Netanyahu non sarebbe convinto della proposta americana. Il quotidiano Jerusalem Post riferisce la notizia, di provenienza americana, secondo cui la Ong turca IHH che ha organizzato la flottiglia umanitaria per Gaza avrebbe avuto contatti con Hamas, inserita nella lista dei gruppi terroristici del Dipartimento di Stato americano.
Il Sudafrica ha richiamato il suo ambasciatore in Israele per dimostrare la sua stretta condanna dell’accaduto mentre il presidente turco Abdullah Gul ha ribadito che i rapporti con Israele hanno subito «danni irreparabili» particolare Ankara ha deciso di sospendere tutti gli accordi nei settori idrico ed energetico. Tra i progetti che sicuramente saranno colpiti c’è il “Manavgat Water”, che prevedeva la consegna di 50 milioni di metri cubi d’acqua all’anno dalla Turchia a Israele. Inoltre lo Stato ebraico sarebbe escluso dal gasdotto “Blue Stream 2″, che porterà il gas russo, attraverso la Turchia, fino a Libano, Siria e Cipro.

Sono sette i militari israeliani implicati nel furto di computer e telefonini di attivisti filopalestinesi che si trovavano a bordo della Flotilla, attaccata lo scorso 31 maggio mentre cercava di forzare il blocco della Striscia di Gaza. Lo ha riferito oggi il quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui gli ultimi ad essere arrestati sono stati un tenente, sospettato di aver rubato e ricettato alcuni computer portatili, e due soldati, accusati di averglieli comprati. Diversi esponenti politici hanno definito la vicenda grave, dato che i militari coinvolti avrebbero commesso i furti durante il sanguinoso episodio in cui sono rimaste uccise 9 persone. Haaretz ricorda anche che gli attivisti avevano denunciato da subito la sparizione di computer, cellulari, portafogli ed affetti personali, citando in particolare le accuse del regista e mediattivista romano Manolo Luppichini, la cui carta di credito era stata utilizzata dopo il suo arresto.


BY  FREEDOM :  NON PRAEVALEBUNT!!!


domenica 5 settembre 2010

INTERVISTA CON alcuni neocatecumenali CIRCA IL LORO NOTO "EBRAISMO"





















Per la nostra serie "INTERVISTE VERITA'":
abbiamo intervistato alcuni neocatecumenali.
Freedom: è vero che voi avete una certa mania per l'ebraismo?
David (sopra): voi fuoriusciti dal cammino neocatecumenale non fate altro che dire,falsita',  mistificazioni, menzogne, per attaccare LA CHIESA! -Freedom: ma , quale chiesa?
-David: il cammino neocatecumenale: cioè la chiesa!
-Freedom : scusa ma il cammino neocatecumenale NON E' LA CHIESA!
-David: guarda, io ti compatisco, sei preda del Demonio, comunque dici solo menzogne NOI NON ABBIAMO ALCUNA MANIA PER L'EBRAISMO. Voi dite questo solo per fare degli attacchi al cammino , per screditare la chiesa, inoltre ci chiamate, non so perche' "zombificati", è il demonio che ti fa parlare fratello, fossi in te ritornerei, DI CORSA nel cammino! Fuori del cammino non c'è la verita' !
Vabbe'....Proviamo con un altro piu' grandino.
-Freedom: Lapace fratello, come ti chiami? Elia ( a fianco). -Freedom: senti Elia come mai questo nome? -Elia: un caso, l ' hanno scelto i miei genitori - Freedom: sei sposato? -Elia: si . Freedom: quanti figli hai Elia ?- Elia: 12. -Freedom: complimenti fratello e come si chiamano mi sa che fai fatica a ricordarteli tutti.... -Elia: no. Dunque vediamo: Giuditta, Sara, Ezechiele, Isaia, Debora, Geremia, Efraim, Gedeone, Daniele, Gioele, Ester e il piccolo Tobia. -Freedom: proprio una bella famiglia numerosa complimenti! Sono tuttti in cammino ? -Elia : si capisce, bisogna trasmettere la fede ai figli! - Freedom: Ok, in tutta franchezza, è vero che voi del cammino neocatecumenale avete una certa mania per l'ebraismo? - Elia: ma da che lo deduci fratello!? Ah!Ho capito sei un ex, di certo in te parla il demonio!

Alla faccia della Verita'! ....si fa per ridere eh! Però qualcuno de' 'sti nomi nel cammino l'ho di gia' sentiti .....voi no? E la cannuchia' a 9 bracci , invece che a 7 ...LA MENORA'?, NO IL CANDELABRO A 9 DELLA RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO. Strano, QUELLO DEGLI EBREI...è A 8 PERLA FESTA DELLE LUCI PIU' UNO CHE SERVE PER ACCENDERE GLI ALTRI LUMI......aOH!  e SE SARANNO SBAJATI!.... CAPITA.....

Vabbe' alla prossima......INTERVISTA VERITA'.........

venerdì 3 settembre 2010

MEDITAZIONE ORIENTALE? NO GRAZIE!


 





Quali differenze ci sono tra la meditazione "occidentale" e quella zen?
Quali differenze ci sono tra la meditazione 
"occidentale" e quella zen?La meditazione "occidentale" consiste generalmente nel riflettere su un'idea, su un testo scritto, per cercare di comprenderlo, di vederne i nessi logici e le possibili applicazioni alla realtà concreta. In campo religioso, la meditazione è una riflessione prolungata su un'idea o un fatto di natura religiosa, su un testo della Sacra Scrittura, per cercare di comprenderlo con l'intelligenza, gustarlo col cuore e applicarlo alle circostanze della propria vita, per conformare il proprio modo di pensare e i propri comportamenti a quanto si è meditato. Poiché ci si rende conto che con le proprie forze non si può realizzare nella propria vita quanto si è meditato, spontaneamente la meditazione si risolve in colloquio con Dio, sia per lodarlo e ringraziarlo di quanto ci ha detto attraverso la meditazione della sua parola, sia per chiedergli la grazia di compiere quanto egli ha fatto conoscere nella meditazione. E la meditazione "zen"? In che cosa consiste? Risponde D. T. Suzuki: "Per meditare, l'uomo deve  ...
... concentrare il suo pensiero su qualcosa, ad esempio, l'unicità di Dio o il suo infinito amore o la temporaneità delle cose. Ma questo è proprio quanto lo zen respinge" (ivi, 43). Infatti la meditazione zen vuole svuotare la mente da ogni pensiero, da ogni affermazione e da ogni negazione, da ogni elaborazione concettuale per giungere al puro vivere, al puro essere, spoglio di ogni determinazione: "Ciò che lo zen aspira a cogliere nel suo modo più vivido e diretto è il fatto fondamentale della vita nel suo darsi [...]. Una volta che l'uomo l'abbia raggiunto in profondità, una pace assoluta subentra nella sua mente ed egli vive come dovrebbe vivere" (ivi, 47), cioè "vive", "è", semplicemente.
Pace che come vedremo insieme è un concetto lontano migliaia di anni luce dal concetto di pace Cristiana, dalla Vera Pace di Cristo, la pace buddhista è piuttosto una forma di quiete prolungata, che più o meno suona così…"non faccio nulla, sto in silenzio dunque sto in pace". Sappiamo bene che la vera pace non consiste in questo! La pace di Cristo non consiste nello stare in silenzio davanti ad un muro, o a spegnere la mente, ma nasce dall'Amore di Dio, dal cuore stesso di Dio che ci invita instancabilmente ad amare i fratelli, con la preghiera, la penitenza, la carità!!! Altro che quiete!!!
La meditazione zen perciò tende a porre la mente in uno stato di perfetta immobilità e incoscienza.
Per abolire il pensiero logico, ci sono tre mezzi.
Il primo è lo shikantaza, praticato dallo zen soto: esso significa "stare quietamente seduti senza fare nulla". Si tratta di fare zazen di fronte a un muro: "Immobili come una roccia. / Pensate al non-pensiero. / Come pensare al non-pensiero? / Non pensando". Come fare? Non compiere alcuno sforzo per bloccare i pensieri che inevitabilmente vanno e vengono, ma lasciare che la mente si calmi e poi si fermi da sola.
Il secondo mezzo per abolire il pensiero è la concentrazione sulla respirazione. Con questo metodo si elimina ogni altra preoccupazione e si raggiunge la pace interiore.
Il terzo mezzo per svuotare la mente dal pensiero razionale è l'uso del koan. Il koan è un aneddoto che non ha un senso logico oppure è una domanda a cui non si può rispondere in maniera sensata.
Conclusioni
In questo itinerario il contemplativo dello zen traversa il vuoto e il nulla, abbandonando pensieri, immagini e giunge a uno stato psichico provocato artificiosamente mediante diverse tecniche. Invece, nella mistica cristiana, "l'incontro con Dio - che è incontro con il Dio uno e trino nella luce della fede - non potrà mai essere ottenuto per mezzo di una qualsiasi tecnica o sforzo umano: esso è dell'ordine del dono gratuito.
È qui che appare ciò che separa più radicalmente le due mistiche che molti purtroppo confondono, facendo tra le altre cose un uso improprio degli altissimi scritti di Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce.
Il cammino dello zen è così uno sforzo per oltrepassare ogni presupposto metafisico o dogmatico, mentre il cammino cristiano è un incontro personale con Gesù, che attraverso il quotidiano abbandono alla Volontà di Dio e il lasciarsi plasmare dal Suo Santo Spirito trasforma e forma il cristiano, guidandolo nell’esperienza di un amore sempre più grande per Cristo attraverso la frequentazione dei Sacramenti, la lettura e la meditazione della Scrittura, gli insegnamenti della Chiesa, la direzione spirituale, la comunione con i fratelli etc…
Un Amore che tuttavia non potrà mai essere raggiunto in pienezza su questa terra, pur nella sua manifestazione mistica più alta, ma solo in Cielo, dove sono rivolti i nostri sguardi, lì dove sarà piena ed eterna comunione con Dio!
 Articolo tratto dall'interessantissimo sito Christus Veritas

giovedì 2 settembre 2010

PREGHIAMO PER SUA SANTITA' BENEDETTOXVI !




Benedizione Santo Padre






Come di consueto, alla stampa e pubblicazione di ogni mio testo, è premura prioritaria inviarne una copia al Sommo Pontefice Benedetto XVI. Con l'occasione, dato anche il verificarsi di numerose rivolte "on line" da parte di comunità a carattere cattofobico, tra cui i gay, i comunisti, gli atei ed altri, ho allegato una lettera in cui chiedevo consiglio ed udienza per disquisire col Santo Padre di tali problematiche (in primis della totalitaria forma di azzittimento che tali lobbyes adattano nei confronti di chi ha idee democratiche e contrarie alle loro forme dittatorirali ed unilaterali di pensiero). Le mie parole sono state semplici e molto chiare, ovvero, nella massima trasparenza chiedevo udienza e consigli al Sommo Pontefice sul come affrontare queste vicende e come rispondere alle pubbliche denigrazioni che quotidianamente ricevono i collaboratori di Pontifex.Roma e della Milizia di San Michele Arcangelo. Orbene, precisando che il primo è un quotidiano "on line" a carattere di blog ... 
... che si occupa di Difesa della Retta Dottrina Cattolica, secondo i dettami della Chiesa di Roma (Apologetica), mentre la seconda è l'Associazione di cui sono cofondatore insieme con Don Marcello Stanzione ed altri pii devoti, che si occupa di diffusione del retto culto Cattolico agli Angeli, di ortodossa Dottrina Demonologica e di lotta alle sette ed ai falsi profeti, ricevo, unitamente a tutti i miei collaboratori, membri e lettori di ambo le succitate Organizzazioni, chiaro accoglimento di udienza da parte del Sommo Padre e nostro Pontefice.
La lettera, di Mons. Peter B. Wells, Assessore presso la Segreteria di Stato Vaticano, oltre a ringraziare il sottoscritto per i sentimenti di filiale affetto e per l'attestato di ossequio e di sottomissione ai dettami della Chiesa di Roma, impartisce la Benedizione di Benedetto XVI a me medesimo ed a tutti i miei cari.
Mi sembra, dunque, obbligatorio e giusto, da parte mia, estendere questo privilegio anzitutto alla mia famiglia, ai miei parenti ed amici e, in secondo luogo a tutti i sani Cattolici che frequentano mediaticamente Pontifex.Roma, nonché a tutti gli iscritti alla Milizia di San Michele Arcangelo, con cui condivido pienamente questo grande gesto di stima e di amore che il Santo Padre ci dedica. Ritenetevi, pertanto, tutti benedetti da Sua Santità ed approfittate di questo fortissimo input spirituale, per esercitare al meglio le virtù Cattoliche, rifuggendo da vizi e tentazioni del Demonio.
Per concludere, invito tutti i lettori di Pontifex.Roma e gli iscritti alla Milizia di San Michele Arcangelo ad inviarmi una personale email all'indirizzo carlomariadipietro@alice.itQuestoIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , con nome e cognome, per poter organizzare un gruppo di fedeli e, come indicato nella Lettera Vaticana, inoltrare la richiesta alla Santa Sede, per essere ricevuti in udienza e far sentire la nostra voce e la nostra vicinanza a Sua Santità. In Ottobre programmeremo l'invio di tutti i nominativi, per ricevere i pass necessari all'accesso in udienza.
Invito tutti i lettori, ora Benedetti da Sua Santità, a pregare per il Santo Padre, per la Chiesa di Roma e per la conversione di tutti i peccatori. E' importante pregare antitutto per noi stessi, affinché possiamo accogliere la Parola di Dio ed operare sempre nel massimo rispetto della Ortodossia Magisteriale Vaticana.
Carlo Di Pietro