AMORE

L'AMORE PIU' GRANDE....

NON PRAEVALEBUNT

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Canto gregoriano

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LA BEATA VERGINE MARIA

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SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE
PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

Antica Bibbia

Antica Bibbia

LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO


"Una lampada  su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne." 

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata".  "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni  e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".

I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....

TESTI SEGRETI LIBRI

venerdì 28 maggio 2010

LUTERO E KIKO IDENTITA' IMPRESSIONANTE

Tra la fine del 1512 e l'inizio del 1514, Lutero provò "l'esperienza della torre" (Turmerlebnis): un'improvvisa rivelazione, mentre egli leggeva e meditava sulla lettera di San Paolo ai Romani ed in particolare su alcuni passi, come:


"Poiché non c'è distinzione: tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo, che Dio ha esposto per espiazione col Suo sangue mediante la fede" (Romani 3, 23-25),

"Poiché noi riteniamo che l'uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge" (Romani 3, 28),

"Giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio." (Romani 5, 1-2).

Lo studio della Bibbia, la preghiera e la meditazione lo aiutarono a pervenire a un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui, derivò l'idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede.

Nella teologia paolina infatti l'apostolo sostiene che se noi avremo fede saremo giustificati da Dio per i meriti di nostro signore Gesù Cristo. Dio, e lui solo, ci darà la grazia, la salvezza giustificandoci. È questo il punto centrale di tutta la dottrina Luterana: egli infatti intende giustificati in senso letterale (iustum facere): essere resi giusti da ingiusti che siamo per natura (cfr. V. Subilia, "La giustificazione per fede", Brescia 1976).

È l'onnipotenza divina che è in grado di fare questo: trasformare il nero in bianco, rendere giusto ciò che per sua natura è profondamente ingiusto.

È inutile che l'uomo "con le sue corte braccia" tenti di raggiungere Dio. L'uomo non può lusingare Dio con le buone opere, tanto più che il peccato originale lo porterà di nuovo irrimediabilmente a peccare. Tutto dipende da Lui, che interviene direttamente sull'uomo. Non c'è più bisogno del mediatore tra Dio e l'uomo: il sacerdote, ma è Dio che nella sua onnipotenza salva chi ha deciso ab aeterno (dall'eternità) di salvare.

Lutero riesaminò mentalmente l'intera Bibbia per determinare se questa nuova conoscenza era in armonia con altre dichiarazioni bibliche, e ritenne di trovarne ovunque la conferma. La dottrina della giustificazione, o salvezza, per fede e non mediante le opere, o la penitenza, rimase il pilastro centrale degli insegnamenti di Lutero, che erano comunque derivati da quelli di Wycliff e di Huss.

Differenza con la teologia cattolica

È dunque esclusivamente Dio che salva, nella misura in cui, in quanto onnipotente, è in grado di trattare come giusto ciò che per sua natura è ingiusto. Per la Chiesa cattolica, invece, c'è una sorta di convergenza tra l'azione dell'uomo e quella di Dio: l'uomo con le buone opere si mette nella condizione di ricevere il perdono, fermo però restando che l'uomo può operare tali opere buone solamente grazie all'intervento di Dio.
I capisaldi della dottrina luterana possono essere così sintetizzati:


• Salvezza per sola fede: la salvezza non si ottiene perché si sono fatte buone azioni; si ottiene solamente avendo fede nella capacità di Dio di salvare chiunque egli voglia salvare.

• Sufficienza delle 'Sacre Scritture': per comprendere le 'Sacre Scritture' non occorre la mediazione di concili o di papi; ciò che è necessario e sufficiente è la grazia divina e una conoscenza completa ed esatta di esse.

• Libero esame delle 'Sacre Scritture': chiunque, illuminato da Dio, può sviluppare una conoscenza completa ed esatta delle 'Scritture'.

• Sacerdozio universale: per ricevere la grazia divina non occorre la mediazione di un clero istituzionalizzato, poiché tra l'uomo e Dio c'è un contatto diretto.


Il concetto che l'uomo non puo' offendere Dio e non puo' con le  buone opere guadagnarsi la salvezza è un concetto luterano non cattolico ma kiko lo dice nelle sue catechesi anzi dice anche che Gesù non è un modello da seguire.
La tavola al posto dell'altare è sempre una cosa introdotta da kiko nella liturgia che è luterana.
Lutero non crede nella reale presenza del corpo e del sangue di gesu' nelle due specie abolisce il significato della messa come sacrificio per lui la messa è soltanto una cena in cui simbolicamente è presente Gesù.
Tra i concetti di Kiko e lutero vi è una terrificante identità
Il siamo tutti sacerdoti che ho sentito dire da un neocat un certo Mel è un concetto luterano non cattolico e lui neanche se ne accorge. Incredibile!
Per Lutero ciascun uomo ha un contatto diretto con Dio e può interpretare da solo le sacre scritture.
E' incredibile che certi fratelli neocat non si documentino e non si accorgano di queste cose che  sono state bollate come eresie e che kiko propina ad ignari e ferventi neofiti della dottrina cattolica. E' sconcertante di come qusti fratelli pensino di essere cattolici e non si rendono conto di stravolgere la liturgia e la dottrina cattolica trasformandola in luterana. Possibile che siano così ciechi?!
La verita' sul Cammino Neocatecumenale


Giovedì 02 Luglio 2009 21:09





Ecco come Kiko Arguello e Carmen Hernandez negano la presenza reale di Cristo nell’ Eucaristia

di Don Marcello Stanzione

CITTA’ DEL VATICANO - Dopo l’ articolo del Direttore Gianluca Barile dal titolo: “Le braccia incrociate di Kiko tra disobbedienza e messaggi in codice”, in redazione, come previsto, sono giunte numerose e-mail, sia di consenso che di critica, da parte dei lettori. In qualita' di vicedirettore di ‘Petrus’, e prima ancora come sacerdote, sento la necessità di intervenire per un ulteriore chiarimento e per ribadire che non stiamo assolutamente conducendo una campagna denigratoria pregiudiziale nei riguardi del Cammino Neocatecumenale



, ne' ci stiamo accanendo a dismisura contro gli ideatori di tale movimento. E’ solo che da cattolici e studiosi della materia, riteniamo, in coscienza, che il Cammino Neocatecumenale abbia gravi falle dottrinali e di prassi e, quindi, per amore della Chiesa, ci permettiamo di far notare ciò che, umilmente, consideriamo sbagliato.



Ciò premesso, andiamo per gradi, tralasciando gli articoli precedenti e soffermandoci solo sull’editoriale-denuncia, firmato nell’area approfondimenti dal Direttore Barile, che tanto ha richiamato l’attenzione dei principali blog e siti cattolici della Rete. Come è noto, Domenica scorsa, in San Pietro, Benedetto XVI ha ordinato 29 nuovi sacerdoti, di cui 9 Neocatecumenali formatisi presso il seminario “Redemptoris Mater” di Roma.



Al momento della Comunione, tra i fedeli che hanno ricevuto l’Eucaristia direttamente dalle mani del Papa, c’era anche Francisco Argüello, meglio conosciuto come ‘Kiko’, l’iniziatore spagnolo del Cammino. Kiko ha ricevuto la Santa particola sulla lingua ma con le braccia conserte, manifestando un atteggiamento esteriore non propriamente consono alla sacralità dell’Eucaristia. Questo atteggiamento esteriore poco rispettoso nasce probabilmente anche da errori dottrinali di Kiko verso la Santa Messa. Servendoci del testo “Orientamenti alle Equipes di catechisti per le catechesi dell’annuncio”, - pro manuscripto - Luglio 1986 (d’ora poi indicato con la sigla Or.), che contiene gli appunti presi dai nastri degli incontri avuti da Kiko e dalla co-inziatrice Carmen Hernandez per orientare gruppi di catechisti di Madrid nel Febbraio del 1972, cioè quando il Cammino muoveva i primi passi, vogliamo dimostrare questa ipotesi.



Proprio grazie a tale testo di formazione di base dei Neocatecumenali, quindi, veniamo a conoscenza di gravi inesatezze prospettate da Kiko e Carmen. Essi, infatti, dichiarano: “La Chiesa primitiva non ha mai avuto problemi circa la presenza reale. Ma se già nella Pasqua Dio era presente... Dio è presente completamente, in maniera efficace, come diciamo noi; è una presenza sacramentale, reale, autentica, memoriale. Come si realizza la Pasqua se non c’è il braccio potente di Jahvé che trae fuori dall’Egitto? Con Gesù Cristo è lo stesso. Il memoriale che egli lascia è il suo spirito risuscitato da morte, fatto vita per portare al Pater tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con lui.



La Chiesa primitiva non ha problemi a proposito di questa presenza” (Or. pp. 345-346); “Quando scoprirete quello che è il centro, tutte le altre cose che vi girano attorno perderanno importanza, a vantaggio del tesoro centrale nascosto” (Or. Pag. 312). Con tali espressioni, gli iniziatori del Cammino nascondono la negazione della “Presenza reale”, che non è espressione di un determinato momento storico contro i protestanti, ma la base necessaria e assoluta dell’Eucarestia, sia come Sacramento che come Sacrificio; è un problema che, nato nella sinagoga di Cafarnào, come primo annunzio dell’Eucarestia, si è realizzato nell’ultima Cena, ed è stato sottolineato da San Paolo (“Chi mangia indegnamente, viola il corpo di Cristo”), ed ha avuto perfino un’eco nel pensiero dei pagani, i quali sospettavano erroneamente che i cristiani uccidessero e mangiassero e bevessero la carne ed il sangue di un bambino; è attestato dai Padri, che anticipano il termine transustanziazione: come Cirillo di Gerusalemme, come Gregorio Nisseno; come Giovanni Crisostomo; come Cirillo di Alessandria; come Giovanni Damasceno; come Sant’Ambrogio, il quale parlando del pane che diventa corpo di Cristo dice: “Se è tanta la potenza delle parole di Gesù Cristo, che le cose che non esistevano incominciarono ad essere, quanto più efficaci saranno per far sì che le cose che già esistevano si convertano in altre!”.



Quindi, con Kiko e Carmen siamo alla demolizione della vera dottrina cattolica sulla Santa Eucaristia. Già nel Medio Evo le eresie di Berengario furono condannate dalla Chiesa, e poi tante altre, fino a Lutero, che non negò la Presenza reale ma, come dice Kiko, negò solo “la parolina transubstanziazione, che è una parola filosofica che vuole spiegare il mistero” (Or. Pag. 345). Ma la più aperta eresia di Kiko e Carmen è la negazione sia del Sacrificio espiatorio della Croce, sia del sacrificio della Messa, perché, secondo loro, l’idea del Sacrificio espiatorio di Gesù Cristo è un’idea pagana da rigettare. Rileggiamoli: “...quando nel Medio Evo si mettono a discutere (i teologi, cioè l’intellighenzia della Chiesa!, ndr) del sacrificio, in fondo discutono di cose che non esistevano nell’Eucarestia primitiva. Perché sacrificio, nella religione, è “sacrum facere”, fare il sacro, mettersi a contatto con la divinità tramite sacrifici cruenti”. In questo senso non c’è sacrificio nell’Eucarestia: l’Eucarestia è sacrificio in un altro senso, perché nell’Eucarestia c’è, sì, la morte, ma c’è anche la resurrezione. Per questo dire che l’Eucarestia è sacrificio è giusto ma è incompleto. L’Eucarestia è sacrificio di lode, una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore. Ma, in quest’epoca, l’idea di sacrificio non è intesa così, ma nel senso pagano. Ciò che essi vedono nella Messa è che qualcuno si sacrifica, cioè Cristo. Nell’Eucarestia vedono soltanto il sacrificio della Croce di Gesù Cristo. e se oggi chiedeste alla gente qualcosa a proposito, vi direbbe che nella messa vede il Calvario” (Or. Pag. 312).



Ora, la gente dice cosi perché questo è l’insegnamento prurisecolare del Cattolicesimo che per generazioni di cattolici è stato offerto dal catechismo. Insegnamento ortodosso che, invece, Kiko e Carmen rinnegano. E ancora: a pagina 353 degli “Orientamenti ai catechisti” i due iniziatori del Cammino neocatecumenale scrivono: “Carmen vi ha spiegato come le idee sacrificali, che Israele aveva avuto ed aveva sublimato, s’introdussero di nuovo nella Eucarestia cristiana. Forse che Dio ha bisogno del sangue del suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di suo figlio, alla maniera degli dei pagani. Per questo gli atei dicevano: che tipo di Dio sarà quello che riversa la sua ira contro suo figlio sulla Croce?... E chi poteva rispondere?...”. “Le razionalizzazioni sull’Eucaristica ci avevano condotto a queste deformazioni. Ma le cose non stavano così.



Dio in Cristo, dice San Paolo, stava riconciliando il mondo in noi, non perché Cristo placa Dio in qualche modo, ma perché vuole dimostrare agli uomini che ci ama nonostante il nostro peccato, aveva bisogno di dimostrarci che anche se ammazziamo suo Figlio continuava ad amarci...”. La dottrina cattolica, al contrario di quella di Kiko e Carmen, è di una logica assoluta: Gesù si è fatto uomo, nostro fratello; non avendo noi come riparare gli oltraggi fatti a Dio, ecco che Egli, uomo come noi, nostro fratello per solidarietà, si è offerto Lui a riparare tutti i nostri peccati! Ma Kiko e Carmen travisavano la Bibbia e la fede che la Chiesa ha sempre professata e definita! Nella Sacra Scrittura è Dio stesso che stabilisce i sacrifici espiatori. A tal riguardo, già nell’Antico Testamento Levitico 16,2 seg. è esemplare ed afferma: “Disse Jahvé a Mosé: ordina ad Aronne tuo fratello... Aronne entrerà nel santuario in questo modo: con un giovenco per un sacrificio espiatorio e con un montone per un olocausto...”. Ora, questa idea non è stata mai corretta o sublimata; difatti, Malachia, ultimo dei profeti (cap. 1), ci parla di sacrifici espiatori che Dio rigetta solo perché i sacerdoti gli offrono gli scarti del gregge, come gli animali storpi; questi sacrifici critici, non solo non Lo placano, ma suscitano il Suo sdegno, e Dio annunzia il degno sacrificio messianico (verso 11): “In ogni luogo si presenta un sacrificio, si offre al mio nome un’oblazione monda. Sì, il mio nome è grande tra le genti, dice Jahvé degli eserciti!”. Dunque, è falso quello che dicono Kiko e Carmen, che è Dio che offre, mentre è vero che, nell’Eucaristia, è l’uomo che offre a Dio l’oblazione monda.



Ecco le parole degli iniziatori del Cammino: “È chiaro che questo offrire a Dio non è affatto una cosa cattiva. Tu puoi offrire a Dio quello che vuoi, ma l’Eucarestia è una cosa ben diversa e nettamente distinta da tutto ciò. Nell’Eucarestia tu non offri nulla! È Dio assolutamente presente quello che dà la cosa più grande e cioè la vittoria di Gesù Cristo sulla morte” (Or. Pag.341). A Conferma della loro inesattezza, proprio nell’ultimo libro storico della Bibbia, il secondo libro dei Maccabei, troviamo l’offerta di sacrifici espiatori: Giuda Maccabeo manda a Gerusalemme 12.000 dracme d’argento per far celebrare un sacrificio di espiazione per i peccati dei soldati morti in battaglia; e l’autore ispirato dice: “Egli era per un pensiero buono e pio riguardo alla resurrezione. Se, infatti, non avesse avuto la speranza che coloro caduti sarebbero risorti, superfluo e vano sarebbe stato pregare per i morti!”.



Dal servo di Jahvè di cui parla il profeta Isaia, “ ...trafitto a causa delle nostre colpe...” (Isaia 53,5), all’Agnello dell’Apocalisse, a cui tutto il cielo innalza il canto: “tu sei degno... poiché fosti immolato e acquistati per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione”, tutta la scrittura parla del sacrificio perfetto di Cristo! A noi basta ricordare le parole stesse della consacrazione Eucaristica: “Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi... Questo è il mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati...”. Kiko e Carmen, quindi, stanno ripetendo esattamente tutte le eresie Eucaristiche già condannate apertamente dal Concilio di Firenze, contro i catari e gli albigesi, e da quello di Trento (sessione XXII, cap. 1) contro i luterani. Il Concilio Vaticano II tratta dell’Eucarestia nel documento sulla liturgia, ai capitoli intitolati: “Magistero e vita sacerdotale” (n° 5); “Chiesa e Mondo” (n°38); “Lumen Gentium” (nn. 3 e 28).



Che dire? E’ molto triste che con tutte queste autentiche ed autorevoli catechesi del Concilio, Kiko e Carmen si ostinino ancora ad inviare ai loro catechisti, che a loro volta la ripetono ‘pappagallescamente’ ai fedeli del Cammino Neocatecumenale, questa loro vecchia catechesi degli anni ‘70 che genera solo confusione sull’autentica dottrina cattolica e sulla Santa Messa. Cosicché è chiaro che, alla fine, si arrivi ad andare a ricevere la Santa Comunione dal Papa addirittura con le braccia conserte

giovedì 27 maggio 2010

kiko ripropone il giansenismo nelle sue catechesi gli nc sono degli "eletti"

Il Giansenismo è una dottrina teologica elaborata nel XVII secolo da Giansenio (1585-1638), il quale ritenne che l'uomo è corrotto e quindi destinato a fare il male, e che, senza la grazia di Dio, l'uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla sua volontà.




Con ciò, Giansenio intese ricondurre il cattolicesimo a quella che riteneva la dottrina originaria di Agostino d'Ippona, contrapponendosi alla morale ecclesiastica allora corrente, cioè quella gesuitica, che concepiva la salvezza come sempre possibile per l'uomo dotato di buona volontà, così com'era stato fissato dal gesuita spagnolo Luis de Molina (1535-1600), padre del cosiddetto molinismo. La posizione molinista era rilevante anche nel contesto della pratica di proselitismo gesuita, tesa a incoraggiare l'ingresso del maggior numero di persone nel seno della Chiesa.



La dottrina giansenista, per il fatto che eliminava quasi del tutto il libero arbitrio dell'uomo di fronte alla grazia divina, favorendo l'idea di una salvezza predestinata, fu condannata come eretica dalla Chiesa cattolica prima da un decreto del Sant'Uffizio del 1641, poi con molti documenti fra cui la bolla In eminenti di papa Urbano VIII del 1642, con la bolla di papa Innocenzo X Cum Occasione, del 1653 in cui furono raccolte cinque proposizioni ritenute riassuntive del libro di Giansenio Augustinus, ma che i giansenisti ritenevano non corrispondenti in realtà col suo pensiero, con le bolle Ad sanctam beati Petri sedem del 1656 e Regiminis Apostolici del 1664 di Alessandro VII.



La risposta cattolica a tale dottrina e spiritualità venne anche con il culto del Sacro Cuore di Gesù, il quale riportò l'attenzione dei cristiani sull'importanza dell'umanità di Cristo e sulla misericordia del Signore. Tale culto giunse alla sua forma attuale grazie a santa Margherita Maria Alacoque, monaca di clausura francese del convento della Visitazione di Paray-le-Monial, negli anni a partire dal 1673 la quale supportò le proprie indicazioni su questa devozione testimoniando alcune apparizioni di Cristo. Tale culto fu inviso ai giansenisti, i quali si consideravano vicini allo spirito originario del Cristianesimo, e in generale ai loro sostenitori, spesso colti ed eruditi, che la ritenevano una stravagante novità.

IL CAMMINO NEOCAT RACCOGLIE SOLDI SOLO PER SE' STESSO

Facciamo un calcolo ipotetico ( è solo ipotetico e molto al di sotto della realtà )


se è vero ciò che dice wikipedia : ci sono circa 40.000 comunità neocatecumenali in tutto mondo

Poniamo che ciascuna sia costituita da 15 elementi : ne vengono fuori un totale di

600.000 adepti ; ci sono comunità con 40 elementi , ma teniamoci bassi....

se ciascuno paga la decima ipotizzando... mettiamo di 80 euro mensili

Questo significa che in un mese le entrate fisse del CN sono uguali a 48.000.000 di euro

moltiplicate per 12 ( un anno) si arriva ad un totale di 576.000.000 + le varie collette extra, ecc il tutto esentasse.

Qui le cifre sono calcolate per difetto, ovviamente,  perché si parla di un milione di adepti nel mondo, dice Arguello.

Ma immaginate queste cifre a 6 zeri moltiplicate per 40 anni. E' pur vero che le comunità all'inizio erano poche,  ma ne risulta, comunque la si voglia mettere, una cifra iperbolica, allucinante! Nei neri sacchi del CN sono finiti soldi per un ipotetico ammontare di cifre a 7 zeri....
Si poteva risolvere il problema dell’Aids in Africa e la fame nel mondo.

Invece, sono stati costruiti 75 seminari redemptoris mater, la Domus Galilaeae, sono state mandate famiglie in missione, ecc…
Tutto questo, PRIMA dell'approvazione degli STATUTI......

E il cibo ai poveri e

i farmaci ai piccoli africani ammalati di AIDS?

IL CAMMINO NEOCATECUMENALE RACCOGLIE SOLDI SOLO PER SE' STESSO.



La struttura gerarchica del Cammino Neocatecumenale è pressappoco così composta:



Equipe internazionale: Kiko – Carmen – Padre Mario

Cerchia dei Dodici: (Apostoli) Inteneranti più anziani, Responsabili nazionali

Cerchia dei settantadue: (Discepoli) Responsabili Nazionali di zone e Resp. Regionali

Equipe Nazionali: Resp. Nazionale, con moglie, un presbitero, socio

Equipe Regionali: Resp. Regionale, con moglie, un presbitero, un seminarista

Equipe Provinciale (di zona): Resp. Provinciale, con moglie, altre coppie anziane nel CN

Equipe Parrocchiali: Resp. Equipe, con moglie, un presbitero, altre coppie

Comunità: circa 40.000 in tutto il mondo

oltre settanta seminari “Redemptoris Mater” sotto il loro controllo
Per far funzionare tutto questo apparato ci vogliono soldi ,tanti soldi. Ci vogliono soldi per mandare le famiglie in missione . Ci vogliono soldi da dare ai vescovi, si peve propagandare il cammino, invitando alla Domus Galilaeae vescovi e cardinali a centinaia e addirittura, come di recente, parroci , tutto a spese del cammino. Qualcuno ha detto che il cammino parla con i fatti. Ammettiamo che sia vero, ma non è lo Spirito Santo ad aprire tutte le porte al CN, ma lo sterco di Satana, i soldi, per l'appunto. Il cn è divenuto una gigantesca macchina fabbrica soldi che corrompe , blandisce, propaganda, organizza, costruisce e, obbligando i propri adepti a procreare in modo sconsiderato, ecco altri soldi da dare ai poveri papa' di queste mega-famiglie, agli "itineranti", a chi ha fatto "l'alzata" e poi è rimasto, come disse un mio amico (che s'era alzato per diventare presbitero, e alla fine ,dopo 7 anni, era stato giudicato inadatto), era rimasto con una mano davanti e l'altra didietro. Il cammino aiuta i suoi poveri per poter sopravvivere , vivere e crescere sempre di più. Pensate come sono ricattabili queste persone, dal cammino : dei veri automi! E questa sarebbe la felicità familiare!? Ma per favore!!!
Avete capito il perchè di queste "missio ad gentes" sempre pagate dal cammino? Magari di intere famiglie? Non fanno altro che annunciare il vangelo, ma, il vangelo di Kiko, naturalmente.
E gli altri poveri?
A quei poveri cristi ci deve pensare il Signore Gesù, perchè Kiko è tutto intento a crearsi la sua nuova chiesa ,una chiesa parallela, che con Gesù ha poco a che fare.

mercoledì 26 maggio 2010

ERESIE NEOCATECUMENALI

NEOCATECUMENALI
di Padre Enrico Zoffoli













DOMUS GALILAEAE (CHIESA NEOCAT.)
ESEMPIO DI TABERNACOLO A DUE POSTI
UNO PER LA BIBBIA L'ALTRO PER LE 2 SACRE SPECIE
I CATTOLICI HANNO UN UNICO TABERNACOLO







I - CHI SONO

— Sono fedeli che intendono ricondurre la società contemporanea al Cristianesimo compiendo e indicando un Cammino di fede volto a riscoprire il senso e il valore del Battesimo.

— Pur non formando un Istituto religioso né avendo delle Regole, i Neocatecumenali compongono piccole "comunità" particolarmente attive, inserite nelle parrocchie di molte diocesi del mondo cattolico.

— Innegabile la sincerità ed il fervore di molti di loro, alcuni dei quali convertiti dal peccato ad una esemplare vita cristiana.

— Sapiente l'ideale di un cammino che, alla luce di una maggiore comprensione del rito battesimale, stimola a vivere il dogma centrale del Cristianesimo nella partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo.

— Lo si deve - quanto alla sua organizzazione - a Kiko Argüello, che ha ripreso un motivo di fede ed un metodo di vita derivati dalla millenaria tradizione della spiritualità paolina, ben nota - anche se sotto altre forme e nomenclature - a tutti i Santi e le istituzioni religiose del passato.

— Ciò spiega il favore di cui il Movimento Neocatecumenale gode presso la Gerarchia, in contrasto con la diffidenza, i sospetti e l'aperta accusa di eresia lanciata da alcuni, informati dei presupposti dottrinali del cammino.

— Tale opposizione non riguarda quei fedeli che, nella migliore buona fede, hanno aderito all'iniziativa attribuendo ad essa il proprio ravvedimento. Non mancano però molti che, durante il cammino, sono rimasti duramente scossi dalla penosa esperienza di alcuni modi di pensare e di agire osservati nel Movimento, incompatibili con le convinzioni dovute all'educazione cristiana ereditata dalla famiglia e ricevuta in parrocchia.

— Esperienze di questo genere - a noi confidate - ci hanno indotto ad un attento studio delle "catechesi" attribuite a Kiko, diligentemente registrate, trascritte e adottate - nel più geloso riserbo - come testo formativo dei Catechisti, unici maestri e responsabili del cammino.

— I risultati del loro esame critico hanno confermato la fondatezza delle accuse accennate, le quali ricadono principalmente su Kiko, i Catechisti e quanti condividono e propagano gli errori contenuti nei copiosi dattiloscritti delle catechesi.

— Di questi errori la stragrande maggioranza dei Neocatecumenali non sembra consapevole, traendo dal cammino soltanto il bene depurato dalla scoria di evidenti e gravi aberrazioni dogmatiche.

— Ciò tuttavia non dispensa dal dovere di informare di tutto il grande pubblico per impedire un'ulteriore diffusione dell'eresia e di una mentalità che insensibilmente dispone ingenui ed ignari ad accettarla.

II - ERRATI PRESUPPOSTI DOTTRINALI

Abbiamo potuto individuarli nei testi dattiloscritti suddetti riservati ai Catechisti e tenuti segreti non solo al pubblico, ma anche ai fedeli impegnati nel cammino.

Si tratta di idee che possono non essere condivise da molti Neocatecumenali e sembrano del tutto ignorate specialmente da coloro che, digiuni di teologia, non sono in grado di giudicarne l'ortodossia con la necessaria competenza.

L'accusa di eresia colpisce le posizioni dottrinali, non le persone, che riteniamo sempre degne di rispetto, potendo essere animate dalle migliori intenzioni.

* * *

1 - Il peccato: l'uomo non può non commetterlo, come non può compiere il bene né acquistarsi dei meriti;

— la conversione è possibile soltanto come riconoscimento, da parte di ciascuno, della propria miseria morale, non come decisa volontà di emendarsi che tenda a realizzare la santità;

— il peccato non può offendere Dio, e l'uomo non contrae il dovere di espiarlo soddisfacendo le esigenze della sua giustizia.

2 - La Redenzione: Gesù non l'ha operata riscattando l'uomo dalle sue colpe e riconciliandolo con Dio;

— la passione e morte di Cristo non è stata un vero sacrificio offerto al Padre per riparare il peccato e redimere l'uomo;

— Gesù ha salvato il mondo in virtù della sua Risurrezione: per godere i frutti della sua opera basta riconoscersi peccatori e credere nella potenza del Cristo risorto.

3 - La Chiesa non è stata fondata da Cristo come suo unico Ovile: anche seguendo altre religioni è possibile salvarsi;

— la Chiesa non è una società giuridica e gerarchica, ma spirituale, carismatica;

— in essa non si dà un sacerdozio derivato dal sacramento dell'Ordine, bastando il Battesimo che, incorporando tutti i fedeli nel Cristo, li rende partecipi della sua dignità sacerdotale.

4 - La Messa non è un "sacrificio": la Chiesa, all'altare, non offre a Dio alcuna Vittima;

— in luogo dell'altare, non c'è che la mensa, che nell'Eucaristia consente di celebrare un convito di festa fra fratelli uniti dalla medesima fede nella Risurrezione;

— il pane e il vino consacrati sono soltanto il simbolo della presenza del Cristo risorto che unisce i commensali comunicando loro il proprio spirito, sì da renderli partecipi del suo trionfo sulla morte;

— la Messa, così concepita, non è celebrata dal sacerdote, ma dall'Assemblea, da cui "sgorga l'Eucaristia".

5 - Il culto eucaristico non ha senso, negata la vera, reale e sostanziale presenza di Cristo sotto le specie sacramentali. Non si giustificano quindi atti di fede come: genuflessioni davanti al Tabernacolo, Comunioni frequenti, ore di adorazione, benedizioni, processioni, congressi, ecc.

6 - La Penitenza si riduce al sacramento del Battesimo: la loro distinzione non risale alla Chiesa primitiva:

— La Chiesa "gesta e conduce alla conversione". "L'importante non è l'assoluzione" del sacerdote, perché il valore della penitenza è essenzialmente comunitario ed ecclesiale;

— nei "passaggi" e negli "scrutini" l'accusa delle colpe anche gravi è pubblica, come può esserlo pure durante la "redditio".

7 - La vita cristiana, come volontario sforzo di autodisciplina, e quindi esercizio e progresso nella virtù, è un'illusione;

— ciascuno resta intrinsecamente peccatore, incapace di conseguire la vera giustizia come perfezione dell'amore di Dio e del prossimo;

— d'altra parte, Gesù non si è presentato a nessuno come "modello" da imitarsi;

— Egli ha comandato di odiare realmente genitori, fratelli, parenti, ecc., non solo, se necessario, di essere disposti a preferirlo ai medesimi;

— per seguire Cristo, bisogna vendere i propri beni; ma, una volta compiuta tale rinunzia, è lecito acquistarne altri e godersi tutte le soddisfazioni della vita. La "povertà" - compresa quella di S. Francesco - è ispirata alla " religione naturale", e fu praticata anche dai pagani: non è una virtù cristiana;

— Gesù, avendo sofferto per noi, ha reso superflue le nostre sofferenze, quindi non giustificabili le austerità degli asceti, il lento martirio dei Santi e la stessa vita religiosa implicante la pratica effettiva dei consigli evangelici;

— la salvezza eterna è a tutti offerta gratuitamente dalla misericordia di Dio, che perdona tutto. L'inferno non dovrebbe esistere, né si parla di Purgatorio, di suffragi e d'indulgenze per i defunti.

8 - La storia della vera Chiesa fondata da Cristo si chiude con la Pace costantiniana e riprende il suo corso non prima del secolo XX col Concilio Vaticano II, restando bloccata per la durata di circa 1600 anni...,

— in questo lungo intervallo, l'esercizio del triplice potere della Chiesa gerarchica (magistero, santificazione, governo) sarebbe stato abusivo, illegittimo...; e specialmente il Concilio di Trento sarebbe responsabile della paralisi della Chiesa, ostinata nel fissare formule di fede, riti liturgici, norme disciplinari...;

— l'interpretazione della Parola di Dio non è riservata alla Gerarchia, essendo possibile a tutti i fedeli: "la Bibbia s’interpreta da se stessa". Questa libertà di esame nell'esegesi prescinde dal Magistero ecclesiastico, dalla tradizione dei Padri, dalla dottrina dei teologi.

Gli STATUTI del cammino neocatecumenale senza le famose catechesi di kikio pur essendo approvati, sono un involucro vuoto e le catechesi sono impubblicabili perchè eretiche.


— Abbiamo tutte le ragioni di credere che il Papa non è stato informato degli errori contenuti nelle "catechesi" di Kiko...; oppure, intervenendo, teme di danneggiare spiritualmente molti fedeli in buona fede.

— Sono numerosi e gravi i punti di coincidenza della dottrina di Kiko con la teologia protestante, in antitesi col magistero del Concilio di Trento e la precedente unanime Tradizione cattolica.

— La dottrina sottesa al cammino, le singolarità della prassi liturgica, la legge del segreto e la severa disciplina imposta ai fedeli hanno motivato l'accusa che i Neocatecumenali ritengono che la propria Chiesa sia parallela ed anche superiore a quella Cattolica, sollevando malumori, contese e aperti conflitti, ben noti specialmente a vescovi e parroci.

— L'accentuato proselitismo e forme intimidatorie usate dai Catechisti perché i fedeli non abbandonino il cammino hanno indotto a supporre erroneamente che questo apra l'unica possibile via della salvezza.

— Le cerimonie spettacolari, l'entusiasmo sollevato attraverso la stampa, la radio, la televisione e l'atteggiamento favorevole di membri del Clero, ecc. vanno facendo credere falsamente che nella Chiesa Cattolica non ci siano altre istituzioni, iniziative, forme e metodi di vita e di apostolato altamente benemerite nella difesa della fede e nella propagazione del messaggio evangelico.

— Livellato il sacerdozio dei "presbiteri" a quello dei fedeli semplicemente battezzati, i Catechisti - in pratica - si attribuiscono un'autorità pari e superiore a quella propria dei membri della Gerarchia, scompaginando la struttura della Chiesa Cattolica.

— La pratica della pubblica accusa dei peccati gravi, oltre a ripugnare al naturale istinto del pudore e al diritto di salvare la propria fama, provoca rancori e pettegolezzi, disgregando le famiglie e mettendo in subbuglio le comunità parrocchiali.

— L'autorità che i Catechisti si arrogano nel commentare la Bibbia e dirigere le coscienze, creando un vero clima di terrore, demolisce la già fragile personalità di alcuni fedeli e provoca reazioni che talvolta spingono fino all'apostasia dalla fede.

— L'obbligo di vendere i propri beni e di versare la "decima" procura l'accumulo di ingenti somme di denaro, la cui amministrazione è affidata in modo incontrollabile ai Catechisti, come non si verifica in nessuna associazione sapientemente ordinata.

— Sostenere che l'uomo non può fare il bene e non gli è possibile evitare il male significa negare la libertà umana e la potenza redentrice della Grazia, rendendo impossibile una vera "conversione" e giustificando ogni licenza morale.

— Se, nella conversione del peccatore, la grazia non rigenera l'anima, sì da trasformarla radicalmente rendendola partecipe della natura e della vita di Dio, non si comprende in qual senso Maria Ss.ma sia proclamata dalla Chiesa universale come "la piena di grazia". Quale culto potrebbe meritare se, soprattutto Lei, non fosse stata elevata ad un livello altissimo di amicizia (= affinità) con Dio, sì da poterne diventare la "MADRE " generando Gesù?...

— Per la medesima ragione, non si spiega come anche i Santi possano essere venerati e invocati, se non sono stati profondamente pervasi dalla grazia, e al punto da celebrare - proprio per essa - l'unione trasformante con Dio.

— Rifiutare il Sacrificio eucaristico significa negare alla Chiesa il dovere del supremo atto di culto, quindi sopprimerla come Società eminentemente religiosa.

— Respingere la transustanziazione equivale sottrarre ai fedeli "il Pane vivo disceso dal cielo"; negar loro il conforto e la gioia dell’Amico assolutamente ideale, il più necessario "viatico" per l'eternità; nascondere alla Chiesa l'unico Sole che la riscalda, creando il clima indispensabile per la sua vita.

— La Messa, declassata a semplice "banchetto", espone il Santissimo alle inevitabili profanazioni dovute alla noncuranza dei frammenti del "pane consacrato" e dei suoi avanzi(*). Purtroppo, anche all'abusiva prassi liturgica dei Neocatecumenali deve attribuirsi la responsabilità della "comunione sulla mano", la cui concessione è stata come estorta alla S. Sede, perché contraria alla volontà di Paolo VI, che ne aveva previsto e deplorato le inevitabili conseguenze, negative sotto ogni aspetto.

— Se, oltre alla Chiesa, altre religioni aprissero alle anime vie ordinarie e oggettivamente valide per salvarsi, le Missioni Cattoliche non sarebbero affatto necessarie né meriterebbero la collaborazione spesso eroica dei fedeli.

— L'attività dei Neocatecumenali itineranti, per quanto possa sembrare lodevole, non è neppure paragonabile all'opera dei missionari cattolici che da secoli, avendo rinunziato a tutto, si dedicano all'evangelizzazione del mondo; mentre i discepoli di Kiko si recano all'estero non solo ben provvisti dalle comunità d'origine, ma anche sostenuti dall'amore e dal conforto morale delle rispettive famiglie, contro l'esempio degli Apostoli, che abbandonarono parenti, averi, comodi, ecc., seguendo il Maestro fino al martirio.

— L'erezione di Seminari, ove si preparano candidati al sacerdozio educati secondo gli errori dottrinali di Kiko, potrebbe essere una delle peggiori minacce per la Chiesa di domani.


(*)

Ancora una volta, recentissimamente, nella basilica di S. Giovanni in Laterano, cattedrale del Papa, la sera del 21 ottrobre ’92, durante il rito dell’ordinazione di alcuni diaconi, i Neocatecumenali hanno dimostrato di non curarsi dei frammenti del «pane consacrato» lasciati sparsi sul tavolo, facendo logicamente supporre di non credere nella «presenza reale» di Cristo derivata dalla «presenza reale» di Cristo derivata dalla «transustanziazione».


Conclusione

Sono "eretici" i Neocatecumenali? — Lo sono soltanto coloro che sanno di esserlo e si ostinano a sostenere gli errori sopra elencati. Ma siccome identificarli singolarmente sfugge ad ogni nostra verifica, resta da riprovare soltanto l’eresia in sé quale risulta dalle "catechesi" di Kiko. In concreto, essa costituisce una delle più temibili insidie per la fede, data la potenza organizzativa ed economica del Movimento.

Spetta alla Chiesa il delicato e arduo compito di discernere il "buon grano" dalla "zizzania"; e ciò non solo encomiando il fervore di alcuni, ma altresì liberando l'essenza del "cammino" da tutto l'ingombrante fardello dei pregiudizi d'indole biblica e teologica, storica e liturgica, impliciti nel "cammino" qual è proposto da Kiko e collaboratori.

L'operazione "chirurgica" è necessaria ed urgente perché la Chiesa conservi la propria credibilità e impedisca il moltiplicarsi dei casi di apostasia di quanti, - anche traumatizzati dalla condotta di certi responsabili del Movimento - attendono con impazienza un autorevole intervento della S. Sede.

Ciò è particolarmente necessario per difendere la dignità del Papa, a cui i Neocatecumenali - in buona o cattiva fede - attribuiscono le proprie idee, peggiorando la posizione della Chiesa davanti al mondo.


Per ampliare l'orizzonte, si consiglia di consultare:

E. ZOFFOLI, Eresie del movimento neocatecumenale, V ed. migliorata e arricchita di sconcertanti testimonianze, Saggio critico, Ed. Segno, Udine, 1992, pp. 168;

ID., Magistero del Papa e catechesi di Kiko. Confronto a proposito del "Cammino neocatecumenale", Ed. Segno, Udine, 1992, pp. 150;

ID., Catechesi neocatecumenale e ortodossia del Papa, Ed. Segno, Udine, 1995, pp. 80;

ID., Verità sul Cammino neocatecumenale – Documenti e testimonianze di presbiteri e laici, Ed. Segno, Udine, 1996, pp. 424;


* * *

I CATTOLICI ESIGONO CHE I NEOCATECUMENALI, ROMPENDO IL LORO SILENZIO, DICHIARINO ESPRESSAMENTE E INEQUIVOCABILMENTE DI:

1° credere nella Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, non solo carismatica, ma anche gerarchica. Chiesa dei Papi succedutisi da Pietro a Giovanni Paolo Il, e dei Concili ecumenici celebrati, da quello di Nicea al Vaticano Il, rimasto fedele al magistero infallibile del grande Concilio di Trento;

2° credere che in essa il potere - e quindi la gerarchia - si fonda sull'Ordine sacro, che conferisce il sacerdozio ministeriale, essenzialmente distinto da quello comune a tutti i battezzati;

3° credere che il supremo atto del sacerdozio gerarchico è l'offerta del Sacrificio eucaristico, ossia del " Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari " (PAOLO VI, Prof. di fede);

4° credere che il Sacrificio eucaristico è condizionato essenzialmente alla transustanziazione, che rende veramente, realmente e sostanzialmente presente Cristo sotto le apparenze del pane e del vino, distintamente consacrati;

5° credere che Gesù s'immola sulla croce e sull'altare per soddisfare la giustizia di Dio, offeso dai nostri peccati, e così redimere il mondo da ogni male, temporale ed eterno;

6° credere che la grazia da Lui meritata rigenera realmente le anime e, mediante l'esercizio delle virtù morali e teologali, dispone alla santità e alla salvezza eterna;

7° credere che la rigenerazione delle anime dipende non soltanto dal battesimo, ma anche dal sacramento della penitenza, nel quale il Sacerdote-Confessore, "nella persona e nel nome di Cristo", rimette i peccati, previa la sincera contrizione del penitente, che promette - e si sforzerà - di emendarsi nella partecipazione alla morte espiatrice e redentrice del Salvatore;

8° credere nell'esistenza del Purgatorio quale condizione necessaria per le anime dei fedeli morti in stato di grazia, ma non ancora pienamente purificati...; e nell'eterna realtà dell'Inferno, morti nell'impenitenza finale.

La misericordia di Dio non esclude, ma suppone il rispetto dell'ordine richiesto dalla sua giustizia.


I NEOCATECUMENALI POSSONO RITENERSI MEMBRI DELLA CHIESA CATTOLICA SOLO A CONDIZIONE DI CONDIVIDERE LA SUA FEDE IN TUTTE E SINGOLE LE VERITÀ ELENCATE; ALTRIMENTI DEVONO RASSEGNARSI AD ESSERNE RESPINTI COME ERETICI, PARTICOLARMENTE PERICOLOSI PERCHÉ SCALTRAMENTE INSERITI E NASCOSTI NEL SUO SENO.


"LO SPIRITO DICHIARA APERTAMENTE CHE NEGLI ULTIMI TEMPI ALCUNI SI ALLONTANERANNO DALLA FEDE, DANDO RETTA A SPIRITI MENZOGNERI E DOTTRINE DIABOLICHE, SEDOTTI DALL'IPOCRISIA DI IMPOSTORI, GIÀ BOLLATI A FUOCO NELLA LORO COSCIENZA..." (1Tm 4, 1-2).

fonte: www.salpan.org

domenica 23 maggio 2010

CIARLATANI


Cari fratelli,
il nostro blog è uno dei più letti su internet riguardo il cammino neocatecumenale. A noi non resta che, rendere opera di testimonianza.La verità come acqua viva scaturirà dalla roccia percossa da Mosè. Per quei ribaldi che ancora qui interloquiscono, pronunciando frasi preconfezionate, propongo di stilare un mini-vocabolario delle espressioni neocat .
Questo si che sarebbe un thread utile! Anche per renderci conto del livello di zombificazione raggiunto dall'interlocutore. Cari neofiti rivolgetevi al CESAP ( centro contro gli abusi psicologici) perchè ne siete vittime. Ricordate che il capo degli "arancioni", altra setta USA, che costruì addirittura una intera città in America e il cui cassiere scappo' con il malloppo (si parla di miliardi)adesso si fa chiamare OsHo
e ha il suo hashram ( ovviamente non in America , in India), la sua musica new age, la sua casa editrice. Nonostante l'evidente fregatura data ai suoi devoti..... altri riesce a radunarne ( è proprio vero che la mamma degli st....è sempre incinta) . Così è Cari fratelli,
per l'Arguello che ha voluto fare questa domus da circo Barnum ,sul monte delle beatitudini, per la felicità di grandi e piccini, Vescovi parroci e teologi , tanto paga il soldatino "Mel" di turno....per la nuova evangelizzazione... è chiaro.
Svegliatevi voi che dormite! Perchè
siete voi , che non potete far domande, che pagate il caravanserraglio di Kiko. A proposito dell'Arguello: A Roma si dice : "Ma ce fai o ce sei?" La risposta poco importa, il danno è fatto.