martedì 30 novembre 2010
GESU' E' AMORE. Preghiamo con S. Gemma
O mio Dio Crocifisso, eccomi ai tuoi piedi.
Non volere rigettarmi ora che mi presento come peccatore.
Ti ho offeso tanto per il passato, Gesù mio, ma non sarà più così.
Dinanzi a te, mio Dio, presento tutte le mie colpe… Già le ho considerate e vedo che non meritano perdono, ma deh! dà uno sguardo ai tuoi patimenti e guarda quanto vale quel Sangue che scorre nelle tue vene. Chiudi, mio Dio, in questo momento, gli occhi ai miei demeriti e aprili agli infiniti meriti tuoi,
e giacché ti sei compiaciuto morire per i miei peccati, perdonameli tutti,
affinché mai più senta il peso di essi, perché quel peso, o Gesù, troppo mi opprime.
Aiutami, mio Gesù, vò ad ogni costo divenire buono: togli, distruggi, annienta tutto ciò
che si trova in me non conforme alla tua volontà.
Ti prego però, Gesù, ad illuminarmi affinché possa camminare nel tuo Lume.
Amen.
domenica 21 novembre 2010
MANIFESTO di NON PRAEVALEBUNT.....nuovo titolo del Blog
Carissimi lettori,
date le gravi insinuazioni di cui sono stato fatto oggetto , mi trovo "ob torto collo" a dover replicare. NON faccio parte della redazione di EFFEDIEFFE, di cui non sono nè abbonato nè lettore, non sono nè di destra nè tanto meno della destra estrema. Non sono un tradizionalista men che meno ultra-tradizionalista. Non parteggio per la fraternita' San Pio X. Sono stato bersaglio di critiche , diffamazioni e bugie. Ricevo quotidianamente via mail, insulti pornografici ma non mi sono mai sognato di fare delle "TABULAE PROSCRIPTIONIS" come è successo a me. Collaboro ad un blog "LA gazzetta del catecumeno & Breaking news" ma, il succitato blog, e' per definizione, umoristico, si fanno delle parodie. A scanso di equivoci, ho chiesto ed ottenuto che l'ultimo post di quel blog sia cancellato. Ci tengo a sottolineare pero' che il mio "nickname"( Freedom) è facilmente rintracciabile sul web perchè oggetto di un immeritato editoriale, da diversi mesi, che mi ha ingiustamente immortalato come un distruttore del cammino neocatecumenale nonchè bugiardo. In verità, io non ho mai detto falsita' sul cammino. Testimonio la mia esperienza, per aver vissuto quella realta', di cui denuncio le storture. NON VOGLIO DISTRUGGERE IL CAMMINO NEOCATECUMENALE, come mi si accusa. Non critico il Concilio Vaticano II, ma l'uso distorto che ne è stato fatto. Io auspico che il Papa Benedetto XVI proceda quanto prima ad una "purificazione" del cammino neocatecumenale (sono parole del Papa) e lo assorba nella Chiesa cattolica nel rispetto di quanti, anime generose e in buona fede, non si rendono ancora conto, a causa del controllo psicologico cui sono soggetti, delle eresie , delle prassi anomale e delle ingiustizie presenti al suo interno. Non sono anti-semita, ma critico la ingiustificata MANIA D'EBRAISMO, spesso ridicola, di un movimento cattolico, il CNC, che si presenta come CHIESA PARALLELA e che ha caratteristiche di SETTA e pratica il PLAGIO PSICOLOGICO. La mia critica non sarà dunque mai politica, ma testimonia un'impegno civile, religioso e sociale, contro le vessazioni psicologiche e pecuniarie del cammino neocatecumenale, pur nel rispetto di chi è in buona fede al suo interno. Personalmente, considero il cammino neocatecumenale, cos'ì com'è attualmente, pericoloso per l'integrita' della persona umana.
giovedì 4 novembre 2010
TUTTA LA VERITA' NIENT'ALTRO CHE LA VERITA' SUGLI STATUTI NEOCATECUMENALI
IDENTITA' DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE
L'epistola Ogniqualvolta e gli statuti del cnc.
Dagli statuti:
Titolo I
Natura e attuazione del Cammino Neocatecumenale
Art. 1
[Natura del Cammino Neocatecumenale]
§ 1. La natura del Cammino Neocatecumenale viene definita da S.S. Giovanni Paolo
II quando scrive: «Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione
cattolica, valida per la società e per i tempi odierni».1
1 GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515
COMMENTO:
I neocatecumenali non perdono mai occasione di dire che Giovanni Paolo II avrebbe «riconosciuto il Cammino», citando una lettera del 30 agosto 1990 di papa Giovanni Paolo II a mons. Paul Josef Cordes (vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Laici dal 1980 al 1995), che aveva incaricato personalmente di occuparsi del Cammino. La lettera “Ogniqualvolta” (reperibile sul sito del Cammino), è stata pubblicata in Acta Apostolicae Sedis (periodico della Santa Sede), numero 82, anno 1990, pagine 1513-1515.
Giovanni Paolo II scrive a Cordes a proposito delle «Comunità Neocatecumenali, iniziate dal Signor K. Argúello e dalla Signora C. Hernandez (Madrid, Spagna)» e parla di «copiosi frutti di conversione personale e fecondo impulso missionario» venuti da queste comunità, citando fra l'altro anche un elogio di Paolo VI del 1974.
Il Cammino ha sempre fatto ampiamente sfoggio (perfino nello Statuto) di una frase di Giovanni Paolo II, presente verso la fine della lettera, in cui dice: «riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni».
Ma se esaminiamo meno distrattamente il contesto, vediamo che la situazione è molto diversa.
Giovanni Paolo II ha in realtà detto:
Giovanni Paolo II scrive a Cordes a proposito delle «Comunità Neocatecumenali, iniziate dal Signor K. Argúello e dalla Signora C. Hernandez (Madrid, Spagna)» e parla di «copiosi frutti di conversione personale e fecondo impulso missionario» venuti da queste comunità, citando fra l'altro anche un elogio di Paolo VI del 1974.
Il Cammino ha sempre fatto ampiamente sfoggio (perfino nello Statuto) di una frase di Giovanni Paolo II, presente verso la fine della lettera, in cui dice: «riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni».
Ma se esaminiamo meno distrattamente il contesto, vediamo che la situazione è molto diversa.
Giovanni Paolo II ha in realtà detto:
«avendo preso visione della documentazione da Lei presentata, accogliendo la richiesta rivoltami riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni. Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'Episcopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale».Il testo è stato pubblicato in Acta Apostolicae Sedis con una nota redazionale che precisava che:
«l'intento del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è quello di dare indicazioni vincolanti agli ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le comunità neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi».Cominciamo anzitutto osservando che il Papa ha incaricato Cordes di seguire il Cammino e documentarlo, dunque almeno fino al 1990 il Papa non aveva molti elementi sul Cammino, pur constatandone genericamente “copiosi frutti”. Giovanni Paolo II ha infatti conosciuto solo a Roma il Cammino, dunque solo entro quei dodici anni scarsi di pontificato dal 1978 fino a quell'agosto del 1990 (e già all'inizio del 1983 il Papa aveva da redarguire i neocatecumenali quanto all'isolazionismo e alle norme liturgiche).
Mons. Cordes raccoglie documentazione presso i neocatecumenali, ma esprime anche un giudizio: richiede al Papa di riconoscere il Cammino come “itinerario” e come “valido per la società e per i tempi odierni” (questa è proprio la terminologia del Cammino, con la sua insistenza pluridecennale sull'itinerario per i “tempi odierni”).
Non sappiamo quale sia la “documentazione” presentata: sappiamo che doveva essere convincente per Cordes e pertanto convincente per lo stesso Papa (che gli aveva dato incarico di procurarla), e che infatti gli risponde “accogliendo la richiesta” così come era stata presentata (dunque quel “riconosco il Cammino come un itinerario di formazione valida...” era fondato sulla documentazione citata, non è stata un'idea del Papa, non è stata un'iniziativa personale del Papa, quantunque nella stessa lettera il Papa presenti numerosi elogi al Cammino).
Giovanni Paolo II si augura inoltre che i vescovi “valorizzino e aiutino” (poteva auspicare diversamente?) a condizione che il Cammino sia lì per servire i vescovi, in comunione coi vescovi, ed in unità coi vescovi. Anche pensando che queste ultime siano “formule di rito”, dovremmo chiederci: la lettera va accettata in ogni dettaglio o se ne debbono tagliuzzare le sole parti utili alla propaganda neocatecumenale? Se quel “riconosco” è stato tanto pomposamente utilizzato dal Cammino, allora queste raccomandazioni sul rapporto coi vescovi hanno lo stesso peso, no?
Ma andiamo avanti: la lettera è stata scritta a Cordes, il vescovo che il Papa scelse all'epoca per quello specifico scopo. Dunque non è stata scritta al Cammino, non è stata inviata ai vertici del Cammino, e perciò non è un riconoscimento al Cammino.
Il Papa parla a monsignor Cordes del Signor K. Argüello e della Signora C. Hernández. Non ha inviato a loro la lettera, l'ha inviata a Cordes. Esprime un giudizio che, pur diventando pubblico, resta una questione tra lui e Cordes, fondata sulla documentazione prodotta da quest'ultimo.
Quel “riconosco” tanto vantato dal Cammino è perciò un accettare le richieste di Cordes (per giunta su invito di quest'ultimo, non perché il Papa volesse di cuore “riconoscere” il Cammino), magari interpretabile come incoraggiamento al Cammino, ma non è un riconoscimento pontificio al Cammino.
Infatti, con la pubblicazione su Acta Apostolicae Sedis qualche settimana dopo, viene prudentemente precisato il significato (che pure era ovvio: ma evidentemente già correva voce tra i neocatecumenali di una qualche “approvazione del Papa”): dalla lettera si può cavare al più un incoraggiamento ai vescovi a considerare con attenzione il Cammino, senza fornire loro un'approvazione definitiva: dunque già nel 1990 la documentazione di Cordes veniva riconosciuta come insufficiente!
Molta acqua è passata sotto i ponti dall'invio di quella lettera, e le circostanze successive fanno pensare che papa Giovanni Paolo II non sia stato più tanto propenso come in quell'agosto del 1990.
Nel 1997, infatti, il Papa ancora chiedeva al Signor Kiko e alla Signora Carmen di proporre una regolazione statutaria per il Cammino. Nel giugno 2002, dopo ripetute bocciature, verrà approvato ad experimentum lo Statuto, che però è monco perché rinvia ad un “Direttorio catechetico” tuttora non pubblicato poiché non approvabile (a giudicare dall'esagerata quantità di errori, ambiguità ed eresie che contiene: è infatti composto dai testi delle “catechesi segrete”).
Giovanni Paolo II morirà nel 2005, senza che i neocatecumenali ottengano altro (ancora il 22 febbraio 2006 Kiko si lamenterà di non aver avuto concessioni concrete sulla liturgia da parte di Giovanni Paolo II).
A giudicare dall'ostentazione incessante e accanita di quel «riconosco il Cammino», tra i neocatecumenali non sembrano esserci persone disposte ad ammettere che quel «riconosco» non è un riconoscimento formale ma è stato agitato come tale ed usato come slogan.
LA DEFINIZIONE DEGLI STATUTI
Dagli Statuti:
Art 1
[Natura del Cammino Neocatecumenale]
§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è al servizio del Vescovo come una delle modalità
di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella
fede.
§ 3. Il Cammino Neocatecumenale, dotato di personalità giuridica pubblica2, consta
di un insieme di beni spirituali3:
1°. il “Neocatecumenato”,4 o catecumenato post-battesimale5, secondo la modalità di cui al Titolo II;
2°. l’educazione permanente della fede, secondo la modalità di cui al Titolo III;
3°. il catecumenato, secondo la modalità di cui al Titolo IV;
4°. il servizio della catechesi, di cui al Titolo V, svolto secondo le modalità e
dalle persone ivi indicate.
2 Cfr. PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, 28 ottobre 2004 (Prot. N. 1761/04 AIC-110).
3 Cfr. can. 115 § 3: fondazione autonoma di beni spirituali.
4 Cfr. Il Neocatecumenato. Un’esperienza di evangelizzazione e catechesi in atto in questa generazione. Sintesi
delle sue linee di fondo, a cura del Centro neocatecumenale di Roma, Roma 1976 (pro manuscripto).
5 “Un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni
percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo… (cfr. Catecumenato post-battesimale, in Notitiae 95-96,
1974, 229)” (GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990, AAS 82 [1990] 1514).
Esso si ispira a vari documenti della Santa Sede, tra i quali:
- il cap. IV dell’OICA che suggerisce l’utilizzazione adattata della catechesi e di alcuni riti propri del catecumenato
per la conversione e maturazione nella fede anche negli adulti battezzati.
- PAOLO VI, Esort. apost. Evangelii Nuntiandi, 44: «È ormai palese che le condizioni odierne rendono sempre
più urgente che l’istruzione catechetica venga data sotto forma di un catecumenato».
- GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 44: «La nostra preoccupazione pastorale e missionaria…
va a coloro che, pur essendo nati in un paese cristiano, anzi in un contesto sociologicamente cristiano,
non sono mai stati educati nella loro fede e, come adulti, sono dei veri catecumeni».
- GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Christifideles Laici, 61: «Un aiuto [alla formazione dei cristiani] può essere
dato… da una catechesi post-battesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni
elementi del Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie
ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto».
- Catechismo della Chiesa Cattolica, 1231: «Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un catecumenato
post-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al Battesimo,
ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona».
- CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 59: «“Il modello di ogni catechesi è il
Catecumenato battesimale, che è formazione specifica mediante la quale l’adulto convertito alla fede è portato
alla confessione della fede battesimale durante la veglia pasquale”. Questa formazione catecumenale
deve ispirare le altre forme di catechesi, nei loro obiettivi e nel loro dinamismo»; ibidem, 91: «La catechesi
post-battesimale, senza dover riprodurre mimeticamente la configurazione al Catecumenato battesimale, e
riconoscendo ai catechizzandi la loro realtà di battezzati, farà bene ad ispirarsi a questa “scuola preparatoria
alla vita cristiana”, lasciandosi fecondare dai suoi principali elementi caratterizzanti».
3 Cfr. can. 115 § 3: fondazione autonoma di beni spirituali.
4 Cfr. Il Neocatecumenato. Un’esperienza di evangelizzazione e catechesi in atto in questa generazione. Sintesi
delle sue linee di fondo, a cura del Centro neocatecumenale di Roma, Roma 1976 (pro manuscripto).
5 “Un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni
percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo… (cfr. Catecumenato post-battesimale, in Notitiae 95-96,
1974, 229)” (GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990, AAS 82 [1990] 1514).
Esso si ispira a vari documenti della Santa Sede, tra i quali:
- il cap. IV dell’OICA che suggerisce l’utilizzazione adattata della catechesi e di alcuni riti propri del catecumenato
per la conversione e maturazione nella fede anche negli adulti battezzati.
- PAOLO VI, Esort. apost. Evangelii Nuntiandi, 44: «È ormai palese che le condizioni odierne rendono sempre
più urgente che l’istruzione catechetica venga data sotto forma di un catecumenato».
- GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 44: «La nostra preoccupazione pastorale e missionaria…
va a coloro che, pur essendo nati in un paese cristiano, anzi in un contesto sociologicamente cristiano,
non sono mai stati educati nella loro fede e, come adulti, sono dei veri catecumeni».
- GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Christifideles Laici, 61: «Un aiuto [alla formazione dei cristiani] può essere
dato… da una catechesi post-battesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni
elementi del Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie
ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto».
- Catechismo della Chiesa Cattolica, 1231: «Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un catecumenato
post-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al Battesimo,
ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona».
- CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 59: «“Il modello di ogni catechesi è il
Catecumenato battesimale, che è formazione specifica mediante la quale l’adulto convertito alla fede è portato
alla confessione della fede battesimale durante la veglia pasquale”. Questa formazione catecumenale
deve ispirare le altre forme di catechesi, nei loro obiettivi e nel loro dinamismo»; ibidem, 91: «La catechesi
post-battesimale, senza dover riprodurre mimeticamente la configurazione al Catecumenato battesimale, e
riconoscendo ai catechizzandi la loro realtà di battezzati, farà bene ad ispirarsi a questa “scuola preparatoria
alla vita cristiana”, lasciandosi fecondare dai suoi principali elementi caratterizzanti».
COMMENTO:
cio' che emerso dalla analisi puntuale dello statuto “definitivo” ( per differenziarlo da quello concesso “ad experimentum” ) del 2008 è che viene definita l'identita' di uno dei molti movimenti post-conciliari, il cammino neocatecumenale, e l'identikit che si ricava dagli statuti, ridimensiona assai le pretese elitarie dei suoi iniziatori di rifondare la Chiesa, essendo il cnc, una fondazione laicale autonoma dotata di personalita' pubblica, depositaria di beni spirituali (le catechesi post-battesimali)
con vaghissimi riferimenti agli "orientamenti" di cui non e' citato nè un capoverso ne' una pagina ( per ovvi motivi: le catechesi sono eretiche e hanno suscitato un vespaio di polemiche). Il cammino dovrebbe essere ufficialmente autorizzato dal vescovo, eventualmente anche "ad casum". E' una , non la sola, delle possibilita' di attuazione della pastorale diocesana, dovrebbe essere coordinato da parroco e presbiteri con l'aiuto dei catechisti, su proposta dall'equipe internazionale.
Domanda: Tutto cio' si verifica?
LA RISPOSTA E' : NO.
Il termine cammino, viene citato, in quanto e’ il nome che i suoi fondatori hanno dato alla propria creatura. Molti documenti facenti capo allo statuto vengono a suffragare la realta’ di fatto (non opinione) che il cammino è tale solo di nome. Nella realta’, esso e’ uno dei molti movimenti post-conciliari. Non ha l'esclusiva dello Spirito Santo, ne' e' una sua invenzione il catecumenato e le relative catechesi. Casomai e' il RICA che informa di sè le catechesi ( "Orientamenti" )del cammino neocatecumenale, allo scopo di limitare la deriva eretica del cammino neocatecumenale stesso (per chi volesse consultare "Gli Orientamenti" sono a disposizione su questo blog- n.d.r.). Se la Chiesa non avesse posto questo rimedio come sarebbe stato altrimenti giustificabile uno statuto che rimanda a catechesi non ufficialmente pubblicate?
Cio' non toglie che le catechesi del cnc siano puntualmente e graniticamente attuate da 40 anni senza modifica alcuna: c'e' dunque un "gap" tra cio' che viene ufficialmente detto negli statuti (de jure ) e cio' che e' la normale prassi del cammino neocatecumenale (de facto) !!!
Al prossimo post.....
Iscriviti a:
Post (Atom)