AMORE

L'AMORE PIU' GRANDE....

NON PRAEVALEBUNT

..

Canto gregoriano

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LA BEATA VERGINE MARIA

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SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE
PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

Antica Bibbia

Antica Bibbia

LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO


"Una lampada  su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne." 

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata".  "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni  e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".

I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....

TESTI SEGRETI LIBRI

giovedì 14 ottobre 2010

Simboli e icone del cammino neocatecumenale. Testimonianza di un fuoriuscito da Trieste.


Sopra il famoso candelabro a 9 braccia: non ha alcun senso liturgico per gli ebrei,che hanno un candelabro a 8 braccia piu' il "servitore", un'ampolla, per accendere le 8 luci per la  "Channuka" ( la festa delle luci); nè tantomeno per i Cristiani che non usano candelabri. In definitiva, e' solo un'invenzione di K. Arguello,ed il simbolo del cammino neocatecumenale....




"Diletti, non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti, se son da Dio; poichè molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo."
1Giovanni 4:1

"Non so quanti di voi li conoscono, le persone che non hanno frequentato per via della famiglia o altro la chiesa cattolica probabilmente non li ha mai incrociati neanche.
Ve ne parlo perchè sono un cancro, un tumore all' interno della Chiesa.
Sono nato in una famiglia cattolica, e prima che nascessi i miei genitori si trovarono in un momento di crisi, mio padre aveva perso il lavoro, mia madre stava male con la salute e furono consigliati dal parroco che c' era nella chiesa di Trieste a Valmaura di allora a partecipare ad un "corso di fede per adulti" tenuto da delle persone per ricevere un aiuto, infatti non si presentano come Neocatecumenali.
I miei genitori li hanno frequentati per 16 anni e la cosa ha avuto nella loro fede degli effetti fuorvianti, di cui risentono ancora oggi a mio avviso e contro cui sto cercando di combattere.
Ne sono usciti, ma ad oggi mio padre non si fida più di nessuno, mia madre invece accetta e si fa prendere da quasi tutto...ne sono usciti dopo che io (avrò avuto 11-12 anni) dopo una settimana di comunità a Grado tra tutti i giovani saran stati una 20ina dissi a loro di non voler continuare questa cosa, dissi di no in faccia davanti a tutti a quello che è il mio padrino (anche se potrei dire che lo era, non l' ho più visto ne sentito).
Mollato io dopo un anno circa mollarono i miei genitori: la frase di addio che dissero a mia madre fu " perderai i tuoi figli! ".

Ed ora veniamo a cosa consiste esattamente questo percorso di comunità.
Si chiama Neocatecumenale, perchè dovrebbe aiutare le persona a vivere una "fede adulta", riapprezando il significato del battesimo.
I livelli di fede sono fatti a "gradi" e a seconda del grado in cui sei arrivato puoi partecipare alle date "messe".
Infatti alle "messe" non sono aperte, puoi parteciparvi per invito e a seconda del grado in cui sei, pian piano iniziano a venir fuori gli scheletri dall' armadio.
Il passaggio da un grado all' altro si ottiene dopo un tot. tempo, dopo il quale sei sottoposto ad un esame...che consiste nel confessarsi davanti alla comunita' ed i catechisti.
Ed iniziano a giudicarti, a mio padre dicevano di dare un benificenza le proprie cose alla comunità, di non legarsi al materiale, di abbandonare la politica, e che tutte le sofferenze di mia madre venivano dal demonio che era dentro di lui.
Infatti la cosa su cui insistono e la salvezza dei peccati attraverso la sofferenza personale, l' amore di Dio e la salvezza per grazia non esistono praticamente, come peccatori bisogna soffrire e la colpa è sempre nostra del nostro demonio interiore.
Oltre a questo la messa era svolta similmente a quelle ebraiche, tutti in cerchio in mezzo un tavolo da mensa, candelabro con 9 candele, balli ebraici finali ecc...la pasqua la facevamo come da tradizione ebraica, pane azimo ecc...
Ignorando completamente il sacrificio di Cristo nell' Eucarestia. una cosa simbolicamente pericolosissima, praticamente Cristo non è esistito, si è rimasti nell' antico patto, non nella nuova alleanza...e questa cosa la spaccia un gruppo che dice di aiutare a riqualificare il battesimo.
Questa "setta" è stata apprivata dalla chiesa, ed invitata in particolare da Giovanni Paolo II insieme ad altri "carismi" alla nuova evangelizzazione dopo il Conciglio Vaticano II. Ora i Neocatecumenali sono a disposizione dei Vescovi e dei Parroci, come "mezzo". Infatti alcuni li accettano, altri no: il Vescovo a Milano (se non sbaglio) non li ha proprio accettati, mentre a Trieste sono accettati dal Vescovo, però riserva ai Parroci delle chiese in città se accettarli o meno, ad oggi Padre Sergio nella chiesa del mio rione li ha cacciati via.
Una volta infiltrati portano via le persone dal frequentare le messe in chiesa, dicono infatti che non servono, diffidano dalle riunioni dei diversi carismi, si fanno vedere solo quando su muove il Papa, infatti quando venne a Trieste Giovanni Paolo II, si fecero notare con una barca con le vele con sopra i loro simboli, (dei leccaculo) dicono a quelli che li seguono che la vera via sta nel cammino e da quello che dice Kiko, e infatti mio padre mi diceva che più passava il tempo più si sentiva "Kiko ha detto.." "Kiko ha fatto...", "Kiko ha scritto.." e poco di Gesù.
Who is Kiko?
Kiko è il fondatore del movimento neocatecumenale, Kiko Arguello è un pittore spagnolo che dice di essersi convertito e di avere sentito la chiamata per fondare questo movimento, scrive libri e fa quadri, ha delle collaborazioni dirette con le chiese che si fanno fare suoi lavori per adornare.
Ecco alcuni estratto di un intervista a Kiko:
“Noi l’abbiamo finora sempre fatta da seduti, e non per disprezzo – ha affermato - ma perché per noi è sempre stato molto importante comunicarsi anche con il Sangue. Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa”. E qui, aprendo una lunga parentesi, l’iniziatore ha riassunto la sua catechesi sull’ultima cena, sul pane e sul vino: “Quando nelle cena della Pasqua ebraica si scopre il pane si parla di schiavitù, quando si parla della Terra promessa scoprono il calice, la quarta coppa. In mezzo a questi due momenti c’è una cena, quella nel corso della quale Gesù disse “Questo è il mio Corpo” (a significare la rottura della schiavitù dell’uomo all’egoismo e al demonio) e “Questo è il mio Sangue” (a significare la realizzazione di un nuovo esodo per tutta l’umanità). Più tardi – ha continuato Kiko – i cristiani toglieranno la cena e metteranno insieme il pane e il vino. Ora, nel Cammino abbiamo molta gente lontana dalla Chiesa, non catechizzata, e nei segni del pane azzimo (la frazione del pane) e del vino noi diamo visibilità a quei significati”. “Abbiamo scelto di fare la comunione seduti – ha affermato Kiko avvicinandosi al cuore della questione - soprattutto per evitare che si versasse per terra il Sangue di Cristo. La nostra paura era che se si versasse il Vino per terra: se fosse successo per tre volte, saremmo stati denunciati e ce la avrebbero vietata”. Invece, con il fedele seduto, questi ha il tempo – ha spiegato Kiko - di “accogliere il Calice con tutta calma e senza movimenti bruschi, di portarlo alla bocca, di comunicarsi con tranquillità e in modo solenne”. “Seduti come seduto era anche Gesù”, ha specificato Carmen alla sua destra. Dal canto suo padre Mario Pezzi rilevava che la decisione originaria di comunicarsi seduti era stata presa di comune accordo con la Congregazione per il Culto Divino e con il cardinal Mayer, prefetto fra il 1984 e il 1988.


Ora io, studiando l' accademia di belle arti, mi son andato a vedere qualche suo lavoro, è contengono dei messaggi che sono fuori dal cristianesimo, e ve li pongo in analisi qui, tanto per far capire un pò.
Kiko si rifà perlopiù al "codice" di forme e colori che riguardano le Sacre Icone, diffuse in particolar modo in oriente.
Le Icone per chi ci crede sono la soglia, la finestra tra il mondo terreno e quello ultraterreno, si dice che attraverso queste si possa arrivare a vedere, Dio, Gesù, Ali che battono ecc...per queste "evocazioni" ci sono particolari distanze, valori per rappresentare le figure, non è che uno si può mettere li e farle così per divertimento, richiedono anche delle preghiere, il più famoso pittore di Icone è Andrej Rublëv.
E ora mettiamo ad esame:

La Trinità






La prima forse la conoscete tutti, è la trinità di Rubliev, notate le tre figure (il padre, il figlio e lo spirito santo) come si assomigliano, sembrano la stessa figura ed ognua rispecchia i valori di distanze ecc.., al centro c'è rappresentato il sacrificio di Cristo della nuova allenza...ora date un occhiata a quella di Kiko, alcuni dicono che si auto rappresenti come il cristo e che le altre due figure sono i suoi coofondatori una certa Carmen a sinistra e a destra un prete di cui non ricordo il nome, notate al centro cosa c'è, sia il pane che il sangue, riprendendo tutti i suoi discorsi tra le differenza tra essi e il vecchio patto.
Vi invito ora a leggere sopra, è scritto in spagnolo: Dio è comunità, liturigia e parola...lo scrive nel lavoro che rappresenta la Trinità, comunità, liturgia e parola sono tralaltro i motti dei Neocatecumenali, leggeteli qui:


è uno dei simboli sempre fatti da Kiko.

Annunciazione





Questa rappresenta l' annunciazione dell' angelo a Maria, la seconda immagine è quella di Kiko.
Osservate la prima, quella specia di fulmine nero che viene dal cielo rappresenta l' "atto di Dio", ossia che l' annunciazione è seguita da Dio appunto, in tutte le sue forme, infatti i 3 raggi simboleggiano appunto questo: che l' atto è in presenza di Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; guardate un attimo quella di Kiko, c'è solo un raggio, simbolicamente è un altro attacco alla trinità.

La Natività





La scena rappresenta la riflessione che serbava in cuore Maria e Giuseppe della nascita di Gesù, alla quale partecipano in adoriazione, gli angeli, e Re magi ecc..
Stesso ordine di prima, l' immagine di Kiko in questo caso è ribaltata,"la cosa dal cielo" nell' icona si vedono chiaramente i 3 raggi, in quella di Kiko no.
C'è una differenza tra l' atteggiamento dei Magi, che nel primo adorano la nascita, nel secondo che ancora cercano, i Magi rappresentano l' umanità, questo però è relativo rispetto all' ultima cosa.
Tornate alla prima immagine noterete come, in basso a sinistra ci siano delle donne che lavano un bambino, quel bambino è Gesù era infatti da tradizione il lavaggio dei neonati, nella scena però è Gesù che benedisce l' acqua e lava in un certo senso il mondo dai suoi peccati e benedice l' acqua, che ha un bell' aspetto.
In Kiko no, la scena non appare affatto, Gesù non benedice l' acqua, rimane quel lavatoio abbandonato e nero, il nero riprende il colore della grotta, che rappresenta il viaggio che dovrà fare verso gli inferi.
Si può capire che razza di riavvicinamento al battesimo possa portare il cammino Neocatecumenale.

Se questi lavori nascono da confronti, ora vi mostro altri suoi lavori :





Questa è tra i suoi lavori più diffusi, sembra abbia nulla di male, però notate un attimo in alto a sinistra, c'è scritto Maria ad indicare la figura rappresentata, ma a destra? anzichè Gesù c'è scritto Kiko, camuffato come firma.





C'è rappresentata la sacra famiglia, 1-Maria, 2-Giuseppe, 3.Gesù....notate una cosa strana però, quello che dovrebbe essere Giuseppe ha il volto di Cristo come morto, e quindi il bambino chi dovrebbe essere?
Se la cosa qui vi sembra un pò esagerata, allora guardate questo che è un altro lavoro che rappresenta la sacra famiglia:




il volto di quello che dovrebbe essere Giuseppe non è forse il volto contenuto nella Sindone?

Secondo alcuni quando rappresenta Gesù, egli rappresenta se stesso in realtà, abbiamo già visto come non rispetti le norme di raffigurazioni iconiche e di come si rappresenti nelle 3 immagini sopra e quindi guardate questo:

assume un significato un pò diverso...

E adesso passiamo a queste 3 immagini, che rivelano forse la sua situazione spirituale:


La Madonna senza Occhi





Il bambino Gesù senza occhi




Il bambino Gesù senza occhi, vestito di nero, con la mano simboleggia la vittoria, e la Maria come compiaciuta piena di bubboni e lividi sulla mano. Vi voglio far presente che anche i colori hanno la loro simbologia, non troverete mai un Cristo vestito di Nero, di solito lo si veste di Rosso e di Azzurro ad indicare il suo stato terreno di corpo e il suo stato celeste.


abbastanza inquietante, però anche l' ultima non scherza.
Questo è un lavoro fatto per il Papa in occasione di una sia Messa, per qualche giorno in particolare che ora non so, però è indicativo della stima che ha per aver fatto un lavoro per Papa:


 
Sapete tutti qual'è il simbolo o uno dei simboli dell' anticristo : la croce ribaltata. Osservate dove siede Giovanni Paolo II, e sopra anche qua rappresenta Gesù a modo suo.
Ho finito, in rete potete trovare diverse testimonianze di persone che hanno subito plagi psicologici da queste persone e ricevuto messaggi deviati che allontanano dalla pace e serenità di Gesù Cristo.

Ringrazio il Signore di aver allontanato da me e la mia famiglia da questa setta, e che potessi conoscere Dio in verità, ossia dalla Lettura della Parola, cosa che sto cercando di convincere a fare ai miei genitori, e di riscoprire le fede.

E come ho scritto sopra, valutate ogni spirito, la verità è una, non ci sono mezze verità, se 9 cose sono uguali e 1 è lontana, quella non è verità...e se i frutti non sembrano malvagi diffidate comunque, perchè non abbiamo l' intelligenza sempre per capirli, affidatevi alla Parola soltanto.
Perchè potranno anche darti soldi, curare le tue ferite, regalare cose, fare benificenza che son cose buone ma possono ingannare, perchè è la morte dell' anima che a loro interessa, la divisione da Dio ed è questa, la salvezza, la cosa a cui noi dobbiamo porre i nostri pensieri.
L' Anticristo si presenta in tante forme, il male si riconosce perchè è un attacco a Cristo.
Si nega che è Dio, si nega che è Figlio di Dio, si nega che che è morto e risorto, si nega che per lui c'è la salvezza dei nostri peccati, si nega il suo sacrificio, il suo sangue."



Dal cammino neocatecumenale alla chiesa evangelica. I frutti del CN....








Se e' vero che la Chiesa di oggi non risposnde al bisogno di spiritualita' di molti giovani, ecco il rimedio allucinante : il cammino neocatecumenale. 
Pubblichiamo questa testimonianza senza nessuna polemica contro chi l'ha data. Vogliamo solo notare la nefasta influenza del cammino neocatecumenale e dei suoi catechisti. Ecco un frutto tipico  del cammino neocatecumenale e delle vere e proprie umiliazoni cui si è soggetti da laici che si arrogano il carisma di discernere le anime.  Ecco le conseguenze ben note del CN:  abbandono del cattolicesimo o ateismo.
Speriamo che questa nostra sorella non abbia un'altra delusione e preghiamo per lei con tutto il cuore.


Pace a voi, cari fratelli. Mi chiamo Nunzia Sasso, sono nata nel 1976 e vivo a Brusciano, un paesino in provincia di Napoli. Voglio raccontarvi la storia del mio incontro con Gesù avvenuto il giorno 26 novembre del 2005, premettendo importantissimi antefatti.
Fin da ragazzina sono stata una persona dal carattere chiuso ed introverso, piuttosto timida, con grossi problemi di socializzazione, un tipo alquanto solitario, in eterno conflitto con se stessa, facile preda della malinconia, della tristezza, di crisi ansiosodepressive. Ero conscia di essere perennemente infelice e di non poter fare nulla per cambiare questo stato: andavo malissimo a scuola a causa della mia insicurezza cronica (malgrado passassi ore ed ore sui libri, sacrificando le amicizie e gli svaghi adolescenziali), avevo pochissimi amici, il ragazzo di cui m’invaghivo puntualmente non mi calcolava affatto. Cominciai allora ad attaccarmi ai Santi, alla Madonna, a recitare interminabili preghiere, ad andare spesso in chiesa, e avevo tantissimi oggetti sacri (spille, cornici, portachiavi, rosari d’ogni tipo e colore, quadretti, adesivi, immagini sacre, preci, e persino foto di morti) conservati dappertutto, usati come portafortuna. Ricordo che ero molto legata all’immagine della Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, perché lo erano i miei genitori, e ogni giorno le recitavo le preghiere, che ormai conoscevo a memoria, ovunque mi trovassi. Imparai presto anche a recitare da sola il Rosario.
Con gli anni il mio stato emotivo peggiorava, così mi convinsi di consultare delle cartomanti per telefono (come tutte le adolescenti, volevo conquistare un ragazzo che mi piaceva tanto, sapere qualcosa sul lavoro dopo la scuola ecc) e andai persino a Reggio Emilia da una sensitiva, la quale affermava che avevo una fattura a morte addosso, per fare dei bagni purificatori e per la quale spesi molti soldi all’insaputa dei miei. Lei mi diede dei sacchettini (che contenevano del sale) di tre diversi colori da mettere sotto il materasso: uno per il cuore, uno per la salute ed uno per il lavoro, e poi continuava a farmi le carte. Col tempo, sempre più spaventata dal fatto di avere una fattura a morte e di non poter pagare la cifra richiesta per tutti i trattamenti a cui dovevo sottopormi, decisi di rivolgermi ad un sacerdote del mio paese che si diceva facesse anche l’esorcista. Lui mi accolse, gli spiegai tutto e poi mi fece mettere la mano in un calice colmo di acqua santa freddissima. Poi mi rassicurò che non avevo nulla e mi lasciò tornare a casa in pace.
Mi diplomai al liceo e in quel periodo nel mio paese c’era un’opera di evangelizzazione chiamata “Cammino Neocatecumenale”. Incuriosita decisi di andare a sentire cosa dicessero quelle persone. Ci rimasi per ben sei anni e nel frattempo frequentavo tutte le domeniche la chiesa, prendevo la comunione e facevo la confessione come richiesto, ma ogni volta ricadevo negli stessi peccati, malgrado l’assoluzione del prete e tutta la mia buona volontà, e non riuscivo in nessun modo a liberarmene, anzi, ne soffrivo ulteriormente sapendo di doverli nuovamente confessare al sacerdote. Si era creato un circolo vizioso ed oramai mi ero pure stancata di fare la confessione, tanto nessuno poteva aiutarmi, ed io mi sentivo ogni volta sempre più umiliata e privata di ogni dignità che potesse esistere in una persona. Contemporaneamente seguivo delle sedute di psicoterapia perché avevo grossi problemi legati all’ansia e alla depressione (le cosiddette malattie psicosomatiche) ed usavo un ansiolitico, ma decisi di interrompere dopo soli due anni nell’impossibilità di pagarla. Mi arrangiavo con piccole attività ( babysitter, doposcuola, commessa, segretaria …) miseramente fallite sempre a causa della mia forte emotività e dell’ansia sociale che mi impediva di fare qualsiasi cosa. Non avevo un fidanzato, quello che avevo avuto mi aveva lasciata dopo neanche un anno, e dal cui rapporto ero uscita distrutta ed ancora più insicura. Dopo pochi mesi cominciai a vedermi con un ragazzo della comitiva che frequentavo. Fu un rapporto molto tormentato fin dall’inizio perché non tolleravo dei vizi di cui Giovanni era schiavo. Ciononostante il bene tra noi s’intensificava di giorno in giorno, malgrado tutte le liti, le profonde crisi, i numerosi prendersi-lasciarsi.
Avevo circa 26 anni, quando un giorno mio fratello Giuseppe mi mostrò delle pagine stampate da Internet da un sito evangelico. Lui frequentava in quel periodo, assieme alla fidanzata, la comunità di padre Arturo di Visciano, un’opera missionaria che si prodigava soprattutto per gli orfani e gli anziani, ma nel suo cuore si sentiva perennemente insoddisfatto, come se gli mancasse qualcosa ed era alla costante ricerca della VERITA’. Incuriosita mi misi subito a leggerle e ne rimasi talmente colpita ed affascinata che decisi di lasciare definitivamente il Cammino Neocatecumenale (già da mesi abbandonato perché non m’interessava più e perchè si era fatto troppo impegnativo e noioso) e ogni tipo di pratica legata al culto cattolico. Trovai persino il coraggio di affrontare i miei ex catechisti del Cammino ed il sacerdote stesso durante un culto della comunità a cui appartenevo, per esporre personalmente le ragioni per cui avevo deciso di andarmene, ma loro mi assalirono, umiliandomi davanti a tutti i confratelli riuniti. Fu come se fossi entrata nella fossa dei leoni e ne fossi uscita sbranata; ero stata ferita, ma non a morte. Tolsi ogni immagine dalla mia stanza; ho buttato ogni più piccolo materiale iniquo (mi si riempì una grossa busta, non sapevo di averne tanto), cominciai a leggere giornalmente il Vangelo e a studiare con interesse sempre vivo da sola sul computer tutto quello che era scritto in quel sito evangelico.
Erano passati intanto quasi due anni, il mio distacco dalla chiesa cattolica si era fatto netto, ero arrabbiatissima per il fatto di essere stata ingannata per così tanti anni, ed avevo incontrato molti avversari per questo, che mi chiedevano le ragioni per cui avessi “cambiato religione”, ma le spiegazioni non convincevano nessuno, anzi, erano motivo di ostilità soprattutto con familiari ed amici. Intanto sentivo nascere in me il desiderio di condividere con qualcuno la mia “nuova fede”, ma non avevo il coraggio di entrare nella chiesa evangelica del mio paese. L’occasione giunse quando una signora, madre di mio cognato, si ammalò gravemente di cancro e per lei non c’era più nulla da fare. Una sera del mese di febbraio 2005 decisi di recarmi nella chiesa evangelica per chiedere quella guarigione. Ma quello che trovai mi spiazzò del tutto: gli uomini e le donne sedevano in banchi separati; le donne, che erano in netta maggioranza, disturbavano di continuo l’incontro quando pregavano (nel senso che non si rivolgevano al Signore in silenzio) al punto che non riuscivo a concentrarmi sul discorso del pastore, né a porre la dovuta attenzione sull’argomento della serata (il sale), né a pregare come speravo (volevo ottenere la guarigione per quella donna ). A fine serata mi sentivo alquanto confusa ed avvertivo quasi spento il desiderio di ritornarci; mi aspettavo di trovare una situazione differente… il mio desiderio era quello di trovare un luogo dove si pregasse silenziosamente e si praticassero guarigioni.
Qualche giorno dopo chiamai Giacinto, l’autore del sito evangelico, per ricevere dei chiarimenti e lui m’incoraggiò fortemente a frequentare la chiesa evangelica, discorrendo in maniera più che esauriente sulla magnificenza del nostro Signore Gesù, tanto che mi convinse a ritornarci. Il mese seguente purtroppo quella signora morì tra atroci sofferenze. Passarono alcuni mesi ed io frequentavo regolarmente la chiesa, mi trovavo abbastanza bene, mi ero ambientata piuttosto velocemente ed avevo stretto alcune amicizie, anche se non condividevo certi modi di fare e pensare dei nuovi fratelli, che contrastavano con quanto avevo appreso nel sito evangelico (infatti, proprio per questo sono nati alcuni contrasti anche in seguito). Anche mia sorella e mia madre si erano decise a frequentare questa chiesa con notevole entusiasmo. Tuttavia, la mia rimaneva ancora una conoscenza puramente intellettuale; una sera del mese di giugno sotto una tenda a Volla, per invito del pastore che predicava, mi alzai per ricevere la salvezza e feci un patto col Signore, quello di abbandonare definitivamente i miei soliti peccati se in cambio mi avesse concesso di stare bene di salute. Così dal quel giorno non sono più ricaduta in quei peccati, e posso dire in sincerità che non è stata forza mia, malgrado il diavolo abbia cercato incessantemente di farmi cedere con varie tentazioni (lo fa tuttora soprattutto durante il sonno, in cui sono più indifesa, ma sono corazzata con la completa armatura di giustizia). Nel mese di novembre, sabato sera 26, si svolse nella mia chiesa di Brusciano un culto di evangelizzazione. Durante il sermone, la parola del Signore si era rivolta particolarmente al mio cuore; si parlava di riposare in Cristo Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo” (Matteo 11: 28). Quante volte l’avevo letta e riletta quando frequentavo il Cammino Neocatecumenale, ma non aveva mai sortito alcun effetto nel mio cuore. Ebbene, quella sera avvertivo tutta la stanchezza e la pesantezza provenienti dalla miseria, dall’inutilità e dagli innumerevoli fallimenti della mia vita (un lavoro precario, il mio fidanzato inconvertito, i miei problemi psicologici…). Mentre pregavo sottovoce, immaginando che fosse lì presente Gesù stesso in persona circondato di luce, Gli dissi delle semplici parole: “Io Ti do la mia vita”, e poi mi rilassai completamente. Dopo alcuni attimi sentii come se qualcosa scendesse dall’alto e inondasse totalmente il mio essere. Fu talmente intensa quella sensazione d’immenso amore e calore, come se Gesù mi avesse stretta a sé in un forte e caldo abbraccio, che, ricordo benissimo, non ci sentivo più da entrambe le orecchie. E poi mi ritrovai a lodare il Signore con tutto il fiato che avevo in gola, mentre il mio corpo era attraversato da scossoni. Dopo mi sentii talmente euforica ed elettrizzata che di notte non riuscii a prendere sonno, ma continuavo a lodare e ringraziare il Signore per quell’esperienza soprannaturale.
Dopo alcuni giorni, trascorsi nella continua lettura delle Scritture e tenendomi ancora in contatto con Giacinto, finalmente avevo compreso che il Signore quella sera mi aveva salvata donandomi una certa misura di Spirito Santo, che io sentivo in me come una fiamma che ardeva nel mio cuore, simile ad un terremoto. Da allora il Signore ha mantenuto le Sue promesse: mi ha fatto una Sua figliuola, ha perdonato i miei peccati azzerandoli e da buon pastore mi pasce, si prende cura di me ogni giorno e mi preserva dal male. Mi ha tratto dal pantano, dalle tenebre in cui giacevo da 29 anni e dal grigiore di un’esistenza insignificante e vuota, mi ha dato una speranza ed un senso alla mia vita, quello di servirLo, aspettando il Suo ritorno, e di non vivere più per me stessa. Mi ha dato una nuova famiglia nella fede, ossia i miei fratelli di comunità evangelica.
Per il mondo io sono un fallimento ed uno scarto della società, ma agli occhi del mio Salvatore sono preziosa più dell’oro fino. “Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto”(Luca 19: 10), per cui non si può fare più nulla; ma proprio quando l’uomo non può cambiare le situazioni, Gesù può operare ancora molto. Io sono stata così disperata ed umile nel credere in Gesù, nella Sua parola, l’ho cercato con tutto il cuore e sono stata AFFERRATA e salvata per grazia. “ Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore” (Geremia 29: 13). Egli mi fa gustare la vera gioia, la Sua pace, il Suo amore per me ogni volta che Lo cerco e vado ai Suoi piedi; mi ristora l’anima e mi consola quando sono abbattuta, scoraggiata e senza forze, e quando la mia vecchia natura fatta di tristezza, ansia e depressione vuole imporsi ed emergere nuovamente, ecco che il Signore è più forte e mi viene in soccorso rivestendomi di potenza di Spirito (anche se non ho ancora ricevuto il battesimo nello Spirito Santo). Egli è più forte della mia eterna timidezza!!! “Ecco, è per la mia pace che io ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati”(Isaia 38: 17). “Il Signore protegge i semplici; io ero ridotto in misero stato ed egli mi ha salvato. Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il Signore t’ ha colmata di grazie”(Salmo 116: 6-7).
 Adesso vivo giorno per giorno accontentandomi di ciò che il Signore mi dona con ringraziamenti. Venerdì 2 giugno 2006 mi ha donato anche una bellissima nipotina, Fabiana, figlia di mio fratello Giuseppe. Il Signore mi sta formando il carattere, mi sta “lavorando”, mi ammaestra con la Sua parola e sta togliendo tutto ciò che in me non è buono al suo cospetto. A Gesù sia ogni onore e gloria nei secoli dei secoli. AMEN.
Nunzia Sasso
 

lunedì 11 ottobre 2010

IL DIAVOLO secondo F. Hadjadj



Il primo avversario della Chiesa non è l'ateo», perché Satana non dubita di Dio né della sua dottrina. Intervista a Fabrice Hadjadj Conosce alla perfezione le verità della dottrina cristiana e non ne dubita. È perfettamente casto e non ha mai commesso un peccato di lussuria in vita sua. Dona gratuitamente del suo senza esigere contropartite materiali. Eppure è il nemico assoluto di Dio e dell'uomo, menzognero, omicida e tessitore di inganni. È il diavolo, l'angelo ribelle. Questo ritratto geniale e sconcertante di Satana si trova nelle pagine di La fede dei demoni, l'ultimo libro di Fabrice Hadjadj Lo scrittore francese parte di qui per sviluppare una tesi suggestiva: l'ateismo e i peccati della carne, frutto dell'ignoranza e della debolezza umana, non sono i mali peggiori. Molto più gravi per le loro conseguenze sono gli spiritualissimi peccati propri del diavolo, soprattutto quando vengono compiuti dai cristiani: superbia, invidia, odio e disprezzo, vizi .. tradotto in italiano (da Marietti). . 
...  dello spirito, sono la base delle più grandi sciagure e di permanenti divisioni fra gli uomini. Per questo il diavolo li ispira continuamente. Dopo l'estate italiana dei giudizi sprezzanti distillati da tribune cristiane, delle gare di purezza e di sputtanamenti fra politici, difficile dare torto ad Hadjadj. Il quale indica anche la strategia per respingere l'assalto diabolico: affidarsi all'incarnazione, cioè alla carne di Cristo e alla carne di Maria, prefigurata nel Genesi come la donna che senza sforzo o paura schiaccia il serpente demoniaco sotto il proprio tallone. Contro ogni superbia, imparare da Maria l'apertura alla Grazia. Perché Maria è accoglienza della Parola di Dio che si fa carne, mentre il diavolo è il contrario dell'accoglienza. È orgoglioso, trae tutto da sé e non vuole ricevere. Fabrice Hadjadj, il diavolo non è ateo, e perciò, lei dice, l'antitesi fondamentale non è quella fra teismo e ateismo, ma quella fra conoscenza e riconoscimento di Dio. Cosa vuol dire? Anzitutto va notato che il primo riconoscimento di Gesù Cristo come figlio di Dio nel Vangelo non è quello di san Pietro o degli altri apostoli, ma dell'indemoniato di Cafarnao. Nella sinagoga di quella città un indemoniato incontra Gesù e il diavolo che possiede quell'uomo dice: «Io so chi sei tu, il Santo di Dio». Notare questo ci obbliga a rimetterci in discussione, perché forse non abbiamo le idee chiare sull'identità del nemico radicale e della natura della vera lotta: che non è quella contro l'ateo o il libertino, ma contro un'intelligentissima creatura spirituale. Un puro spirito, ovvero uno spirito impuro che è puro spirito. Pertanto non sarà appellandosi alla mera spiritualità che lo si potrà affrontare: quella è una specialità del demonio, che ha per progetto di ridurre il cristianesimo a uno spiritualismo. Lo scopo del mio libro non è soltanto di ricordare che la fede non è mera conoscenza, ma è riconoscimento che anima il cuore; è anche ricordare che la fede non è evasione in un mondo etereo, ma incarnazione. Dio ha voluto donarci la sua Grazia attraverso la carne, ed è nella carne e attraverso la carne che noi lo raggiungiamo. I grandi teologi ce l'hanno spiegato: il primo peccato del diavolo è stata l'invidia, scaturita dal fatto di sapere che il Verbo si sarebbe incarnato. Satana è inorridito all'idea che Colui che era spirito, e dunque aveva una connivenza speciale con gli angeli come lui, potesse farsi carne, e che gli angeli, puri spiriti, avrebbero dovuto adorare la carne, una carne umana. Lei distingue fra la fede come dono di Grazia, che gli uomini sperimentano, e la fede come perspicacia dell'intelligenza naturale, che attribuisce ai demoni. In cosa sono differenti? Gli angeli, compresi quelli caduti, hanno un'intelligenza più sviluppata della nostra. A loro i segni dell'agire di Cristo e della Chiesa sono sufficienti per ammettere che c'è qualcosa che viene da Dio. Per quanto attiene alla fede come dono di Dio, la fede che opera attraverso la carità, questa passa attraverso motivi di credibilità, perché l'atto di fede non annulla la ragione, non è un salto nell'assurdo. Ma i motivi ragionevoli non sono sufficienti a costringere l'intelligenza umana alla fede. L'uomo entra in essa attraverso una sorta d'umiltà, di abbandono. Al cuore della fede come dono c'è un atto di amore: non c'è semplicemente l'intelligenza che riconosce un fatto oggettivo, come nel caso dei demoni, ma un'intelligenza che chiama in causa il cuore e implica un atto di volontà. La volontà pone un atto di adesione, di fiducia, in una sorta di penombra. La fiducia, come ogni atto di amore, non si colloca né in piena luce né nelle tenebre, ma in una penombra. Nel Credo noi non diciamo: «Credo che Dio è così e cosà, è onnipotente e creatore». Noi diciamo: «Credo in Dio». Ed è l'"in" del modo accusativo del latino: «Credo in unum Deum». Cioè c'è un movimento per andare verso. Invece i demoni dicono: «Credo Deum», credo Dio. Cioè c'è l'intelligenza ma manca il cuore. E siccome è una fede prodotto delle sole forze del soggetto, è automaticamente orgogliosa. Lo si è visto a Cafarnao: il diavolo dice «io so chi se Tu». La prima parola è "io". Oggi succede un fatto curioso: la maggioranza della gente non crede nel diavolo come realtà teologica, ma allo stesso tempo è sedotta e intimorita dall'immagine della sua potenza. Film e telefilm propongono in continuazione il tema delle forze malefiche soprannaturali, e tanti si rivolgono a maghi e guaritori convinti di essere vittime di spiriti malvagi. Perché questa contraddizione? Perché quando si abbandona il giusto rapporto con una realtà, immediatamente si manifestano due errori opposti. L'umanità è entrata nel razionalismo, ma il razionalismo non soddisfa il cuore umano. Di conseguenza si produce una reazione uguale e contraria: l'invasione dell'irrazionale. Il razionalismo ha detto: il Mistero è irrazionale, nessun rapporto con esso è possibile. La conseguenza è stata una reazione che instaura un rapporto ossessivo e anarchico con le forze delle tenebre. E che riconosce la potenza del diavolo, ma non la sua intelligenza: lo raffigura folcloristicamente come un caprone, lo associa ai sacrifici di animali. Ma il diavolo agisce più attraverso la sua intelligenza che attraverso la forza, la sua specialità è provocare due o più derive opposte, è orchestrare quelle che Giovanni Paolo II ha chiamato "strutture di peccato": peccati che non sono in rapporto con un'intenzione umana univoca, ma che si creano per l'opposizione di due o più parti. Pensiamo alla Spagna, dove la reazione alle stragi anticristiane è stato il fascismo e da lì tre anni di guerra civile. Pensiamo al trionfo del nulla in tivù: nessuno l'ha deciso a tavolino, eppure si ha l'impressione che qualcuno l'abbia orchestrato. Il fatto è che il diavolo distingue perfettamente l'errore dalla verità, e moltiplica coscientemente gli errori per giocarci. Noi invece, anche quando siamo nell'errore, crediamo di essere nella verità, e ci teniamo. Il diavolo non ci tiene, ed è per questo che è capace di manovrare e di creare strutture che ci spingono a commettere cose che vanno al di là delle nostre intenzioni coscienti. Lei semina il dubbio anche riguardo a parole feticcio sia del cristianesimo che della modernità come "dono" e "amore". Lei dice che donare è cosa buona solo a condizione che il dono non nuoccia a chi lo riceve, e che il valore dell'amore dipende dal valore di ciò che si ama. Dunque anche il dono e l'amore possono essere astuzie diaboliche? A don Luigi Giussani veniva rimproverato di usare poco la parola "amore", e lui rispondeva che nella nostra cultura era diventata una parola equivoca. Aveva ragione. Oggi viviamo in un'eresia dell'amore. Il primato dell'amore è un'invenzione cristiana, ma il diavolo distorce la cosa così: purché sia amore, tutto è legittimo. Se una donna si innamora di un boa constrictor e desidera sposarlo, fa bene, perché è amore. Nel nome dell'amore, si perde di vista l'oggettività dell'amore. Perché amare non è semplicemente avere dei sentimenti per l'altro, è anche volere il bene dell'altro. Quando amo io debbo chiedermi: "Qual è il bene per l'altro?". Ciò che conta di più è questa oggettività. E per quanto riguarda il dono? Intorno al dono effettivamente si è installata tutta una retorica moderna, dovuta soprattutto alla realtà dell'economia capitalista, per cui il dono appare come un argine alla logica del mercato. Ora, non è il dono in quanto tale ad essere una cosa cattiva, ovviamente, ma la logica del "dono di sé", perché al centro mette il "sé". Il punto non è dare se stessi all'altro, il punto è il bene dell'altro. Non devo donare me stesso all'altro, devo ridonare l'altro a se stesso. E ciò implica il Bene. L'ha detto perfettamente Heidegger: «L'amore predispone uno spazio affinché l'altro possa donarsi all'altro, non solo a me che lo amo. E affinché possa essere se stesso, e non è se stesso se non nella sua relazione col bene». La seconda cosa che va sottolineata è che il dono non è mai principio in una creatura. Il proprio di una creatura è di ricevere prima di donare. La creatura non ha l'iniziativa del dono, ce l'ha il Creatore. Come si legge nella lettera di san Giacomo: «Dio ci ha amato per primo». Se si dimentica questo, il dono entra in una logica demoniaca. Il diavolo è uno che vuole dare senza dover ricevere. Accetta la natura con cui Dio l'ha creato, ma rifiuta la Grazia, perché vuole dare da se stesso, con le sue proprie forze. La sua è una posizione di ebrezza e di orgoglio: io non ricevo, io do da me stesso, senza bisogno della Grazia. Il peccato del diavolo e di quanti sono sotto la sua influenza è di voler fare il bene con le sole proprie forze e secondo i propri piani. Pensiamo ai totalitarismi: hanno cercato di dare all'umanità una società perfetta, ma a partire dai propri piani, senza considerare il carattere irriducibile dell'altro, la singolarità di ogni essere umano. Il totalitarismo consiste nel voler dare all'uomo tutto, ma a partire da una teoria, da un'ideologia, e dunque in maniera totalmente riduttiva e soffocante, come si è visto nella storia. Lei considera due errori opposti di ispirazione diabolica anche la riduzione del cristianesimo a cristianità, cioè a istituzione secolare, e l'opzione di una Chiesa dei pochi e dei puri, che rinuncia programmaticamente a influire politicamente. Cosa bisognerebbe fare per non cadere nella duplice trappola? Che i due errori siano diabolici si vede da una cosa: un cristianesimo politicamente realizzato cadrebbe nell'orgoglio di sé, così come il ripiegamento su di sé di una piccola Chiesa di gente pura che ha rinunciato al potere provocherebbe un settario orgoglio spirituale. E l'orgoglio, lo sappiamo, è un caratteristico peccato del diavolo. Nel primo caso, la riduzione del cristianesimo a istituzione secolare ci impedirebbe di donare veramente il nostro cuore, ridurrebbe il paradosso cristiano a slogan, trasformerebbe la vocazione a essere martiri in vocazione a essere signori. Nel secondo caso, l'accontentarci di una piccola Chiesa di puri farebbe di noi una setta che guarda la società dall'alto in basso con disprezzo, e che dimentica che Cristo non è venuto per i cristiani, ma per tutti gli uomini.
Rodolfo Casadei - Tempi