martedì 13 aprile 2010
CAMMINO "NEO-CATECUMENALE" - Piaga cancerogena nella Chiesa Cattolica - del sac. dott. Luigi Villa
CAMMINO
"NEO-CATECUMENALE"
- Piaga cancerogena nella Chiesa Cattolica -
del sac. dott. Luigi Villa
La fondazione dei "neo-catecumenali" dello spagnolo Francesco Argüello (detto: Kiko!) è certamente il Movimento più radicalmente permissivo che esista nella Chiesa del Vaticano Il. Ed è da anni che Noi denunciamo questo "Movimento" eretico in seno alla Chiesa, perché è certamente una delle più gravi e pericolose deviazioni dalla dottrina cattolica, e anche la più insidiosa "eresia" che minaccia la Fede cattolica dopo il Vaticano II.
E noi perciò continueremo ancora a denunciarlo, a condannarlo, sia a livello dogmatico che morale e liturgico, per la sua evidente e palese protestantizzazione-calvinista dei suoi adepti che costituiscono, ormai, una autentica "chiesa parallela" a quella dataci da Gesù Cristo e insegnataci da due mila anni dal Magistero di sempre, mentre, invece, quella fondata da Kiko non è affatto diretta dal Magistero ecclesiale né dal sacerdozio ministeriale, bensì da un geloso segreto dottrinale (?!), comunicato, con assoluta incompetenza dottrinaria, dai due fondatori del "Cammino", Kiko e Carmen, alle équipes dei loro presunti catechisti!
Di questo, ci è ancora di sostegno la "mancata approvazione", da parte dei cinque organismi centrali della Chiesa agli "Statuti", dei Movimento, e cioè: dalla "Congregazione per la Dottrina della Fede", del "Culto Divino", del "Clero", dell'Educazione e Consiglio per i Laici", in occasione dell'incontro del 27-29 maggio 1998 sui Movimenti Laicali; come pure ci sono di sostegno tutti coloro che hanno combattuto gli "errori" di questo squilibrato Movimento neocatecumenale, o almeno segnalato da Pastori e da sacerdoti dotti e competenti, come, ad esempio, l'intelligente prof. Padre Enrico Zoffoli.
Comunque, non mi si venga a dire che i neo-catecumenali hanno avuto ora, un "Decreto" che ha dato via libera al loro Statuto, perché se il "Cammino catecumenale" non è una Associazione né un Movimento, ma solo un "itinerario di fede", anche stando al Codice di Diritto Canonico (can. 788 & 3), dovevano essere le varie Conferenze Episcopali nazionali a stendere gli "Statuti" per l'attuazione di quel "Cammino". Infatti, nello "Statuto" non si fa alcun riferimento ad alcuna delle tipologie previste dal Codice di Diritto Canonico per quanto riguarda le aggregazioni laicali. Per questo, lo stesso "Pontificio Consiglio" avrebbe nessuna giuridica competenza a vigilare sul Cammino, contrariamente a quanto ha sostenuto il card. Francis Stafford, e come è stabilito nello Statuto stesso. (Cfr. Disposizione finale). Ma allora, se non serviva uno Statuto, approvato addirittura dal Vaticano, perché si è atteso cinque anni questa approvazione pontificia, che pure aveva lottato contro il "Direttorio catechistico" sub judice?
Certamente, questa discutibilissima approvazione vaticana è stata un'autentica vittoria da parte di Kiko e dei suoi catechisti, evidentemente approfittando della miserevole situazione in cui si trova il Papa, per riuscire ad avere, oltre che l'appoggio morale anche una firma di approvazione, e così porre termine alle polemiche che duravano da oltre 40 anni su quella inaccettabile e discutibilissima esperienza ecclesiale del suo così detto "Cammino".
Difatti, a moltissimi Vescovi e Sacerdoti, questa frantumazione e automizzazione delle parrocchie in piccole comunità, si mostra come una nuova forma misticheggiante che unisce libertà (da ogni autorità!), come soggettività a una proiezione che vuole essere spirituale, verso un nuovo mondo aperto, sì, al senso religioso, ma solo come complemento della soggettiva esperienza umana.
È un altro modo di pensare, quindi, anche a una nuova forma di Chiesa del futuro. Difatti, la sua religiosità è libera, svincolata da ogni autorità, perché soggettiva e a carattere piuttosto trasgressivo. È un Movimento, cioè, che sta modificando, lentamente, la dissoluzione di una Tradizione di due mila anni, fatta credere statica, compiendo attraversamenti e sconfinamenti che lo fa debordare e uscire da tutti gli argini della Tradizione cattolica. Di conseguenza, sta rendendo usuale e familiare ogni suo "cammino" con una aggressività e una infiltrazione che, purtroppo, nessuno, dall'alto riesce (o non vuole?) controllare e fermare.
II discorso del card. Stafford ha alluso, sì, anche chiaramente, agli "errori dogmatici" contenuti nel Movimento, ma non si può esserne soddisfatti, perché non si approvano le ambiguità che segnano la via del compromesso.
Dopo più di dieci bozze, presentate in una atmosfera di duri scontri tra i Dicasteri del Vaticano e i fondatori del "Cammino neo-catecumenale", ci si aspettava che, nel documento, venisse risolta la questione della figura giuridica del "Cammino", perché uno "Statuto" serve soprattutto per questo. Invece, niente!
Come abbiamo già detto, i "neo-catecumenali" non sono né un'Associazione né un Movimento, e neppure un altro tipo di aggregazione laicale. All'articolo § 1 dello Statuto, infatti, viene ripresa la famosa "lettera", inviata nell'agosto del 1990 a mons. Paul Josef Cordes, allora presidente del "Pontificio Consiglio per i Laici" in cui Giovanni Paolo II scriveva che il "neo-catecumenismo" di Kiko Arguello era "un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi moderni". Un dire, questo, comunque, che non definisce che cosa sia il "Cammino", ma solo quello che il "Cammino" fa.
Ora, questo mancato inquadramento del "Cammino", noi lo vediamo come la volontà stessa dei Fondatori! e cioè: di voler mantenere questa loro voluta esperienza proprio al di fuori da ogni schema canonico, con ampi spazi di autonomia dal controllo ecclesiale.
Ad ogni modo, le ombre tenebrose dottrinarie sul "Cammino" sono gigantesche, fino a farci dire che questo indrottinamento (?!) neo-catecumenale è, forse, la più grande sintesi di eresie del nostro secolo. E questo illumina, tra l'altro, anche il perché non sia stato chiarito quale sia il giudizio reale, definitivo, della "Congregazione per la Dottrina della Fede", né di quella del "Culto Divino", né di quello per la "Disciplina dei Sacramenti" né di quella del "Clero", sulla "catechesi neo-catecumenale", rimasta finora ancora segretissima per la massa degli itineranti.
Infatti, i materiali di questa "catechesi kikiana", - in 12 volumi - sono ancora allo studio (?!) di quelle suddette Congregazioni, le quali, finora non hanno saputo emettere un pronunciamento ufficiale! Lo stesso cardinale James Francis Stafford (Presidente attuale del "Pontificio Consiglio dei Laici"), nel corso della cerimonia di approvazione del "Cammino", rivolgendosi agli stessi neocatecumenali, ebbe a dire che l'approvazione della catechesi "sarà il prossimo passo da fare", e che Lui: "vi sarà vicino" e "vi accompagnerà con sollecitudine" (!!).
Incredibile! Dopo averli lasciati liberi, e persino protetti, nella diffusione delle loro evidentissime "eresie", che hanno rovinata la Chiesa cattolica per oltre 40 anni, adesso, il cardinale osa dire: «Nel pieno rispetto della vostra identità ecclesiale e dei vostri modi apostolici propri», (tutt'altro che inclini a sottomettersi nel tessuto ecclesiale! - n.d.r.), «oggi, inizia una nuova tappa nella vostra storia, in cui i rapporti con la Sede di Pietro si fanno più stretti», e che l'approvazione dello Statuto «non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per il "Cammino"".
Nelle parole del Cardinale e nel contenuto dei comunicati vaticani si può vedervi anche un impegno (?) a vigilare sul "Cammino" da parte della Gerarchia, ma, in realtà, si lascia carta bianca al loro procedere catechetico che è solo una sentina e un vulcano di "errori" antichi e nuovi, sia dogmatici che morali, liturgici e disciplinari, oltre che essere un vulcano anche di contraddizioni da cui non si può dedurne una qualsiasi logica di verità, e neppure dedurne un sistema di errori!
Un vulcano, insomma, che non ha nemmeno una qualsiasi originalità, perché è solo una ripetizione di aberrazioni teologiche d'ogni tipo, che il Magistero solenne della Chiesa di sempre aveva rigettato!..
* * *
Vediamo ora, qui, in una breve sintesi, i principali "errori" già raccolti e pubblicati nel 1991, in appendice, sul libro: "Eresie del Movimento neo-catecumenale" - saggio critico del grande padre dott. Enrico Zoffoli.
CHIESA CATTOLICA
NEO-CATECUMENALI
1. Cristo ha redento il mondo.
Cristo non ha operato nessuna redenzione.
2. Fondamentale premessa dell’opera redentrice di Cristo è la realtà storica del peccato.
Il peccato non è possibile, perché l’uomo non può evitarlo.
3. La Grazia, pur essendo necessaria, tuttavia rispetta la libertà umana.
Non si dà alcun problema sui rapporti tra grazia e libero arbitrio, perché l’uomo non può non peccare.
4. Gesù ha soddisfatto la giustizia di Dio quale Mediatore della famiglia umana peccatrice.
Gesù non può aver soddisfatto la giustizia di Dio, essendo Egli soltanto misericordia che perdona.
5. Gesù ha soddisfatto la giustizia di Dio offrendosi liberamente come Vittima dei peccati del mondo sull’altare della croce.
Gesù non si è offerto come Vittima dei peccati del mondo: sulla croce non ha compiuto alcun «sacrificio».
6. Gesù ha salvato il mondo per meriti della sua passione e morte.
Gesù ha salvato il mondo in virtù della sua risurrezione.
7. Gesù continua la sua opera salvifica mediante la Chiesa quale società visibile e gerarchica.
La Chiesa non è una società gerarchica giuridicamente costituita, ma carismatica.
8. La Chiesa compie la sua missione in virtù del sacerdozio che fonda la Gerarchia, distinguendo il «sacerdozio» dei ministri del culto, ricevuto per il Sacramento dell'Ordine, dal «sacerdozio» dei semplici fedeli incorporati al Cristo per il Battesimo.
Nella Chiesa non si dà un sacerdozio derivato dal Sacramento dell'Ordine, bastando il Battesimo per incorporare tutti al Cristo, unico e sommo sacerdote.
9. La Chiesa, all'altare, celebra un vero e proprio «sacrificio» quale «sacramento» dell'unico e perfettissimo offerto da Gesù sulla croce.
All'altare non si offre alcun «sacrificio», come da Gesù non è stato mai celebrato.
10. La Messa è un vero Sacrificio, celebrato da Cristo mediante il suo ministro visibile, indipendentemente dalla presenza e partecipazione dei fedeli...
«Non c'è Eucaristia senza l'assemblea che la proclama (...). È da questa assemblea che sgorga l'Eucaristia...».
11. Il Sacrificio eucaristico è condizionato essenzialmente alla distinta consacrazione del pane e del vino transustanziati nel Corpo e Sangue di Cristo.
La «transustanziazione» non è un dogma di fede, ma un puro tentativo dei teologi, volto a spiegare il «modo» della presenza di Cristo.
12. La Chiesa adora Cristo veramente, realmente e sostanzialmente presente in corpo, sangue, anima e divinità, sotto le specie del pane e del vino consacrati.
La presenza vera e reale e sostanziale di Cristo nell'Eucaristia non può accertarsi, come non è credibile il presunto prodigio della «transustanziazione»: le briciole che avanzano o cadono dall'altare non contengono «presenza», né quindi sono «adorabili».
13. La presenza eucaristica insegnata dalla Chiesa giustifica il culto del SS.mo, donde la pratica della Comunione frequente, le visite, le benedizioni, le processioni, le adorazioni solenni, i congressi; come pure il dovere di osservare le rubriche riguardanti il contegno da tenersi alla presenza di Cristo, e ogni norma volta a coltivare la sensibilità eucaristica dei fedeli, ecc..
Negata la presenza eucaristica, tutte le pratiche relative al culto che ne conseguono sono vane e ridicole.
14. Il sacramento della Penitenza è realmente distinto da quello del Battesimo.
La Penitenza si riduce al sacramento del Battesimo: la distinzione dell'una dall'altro non risale alla Chiesa primitiva.
15. La «conversione» del peccatore, che precede il sacramento della penitenza, è un fatto eminentemente personale.
«La Chiesa (...) gesta e conduce alla conversione...».
16. Dio concede il perdono dei peccati mediante l'assoluzione del sacerdote...
«L'importante non è l'assoluzione...». «Il valore essenziale (...) del sacramento della penitenza è quello comunitario ed ecclesiale...».
17. L'accusa dei peccati è segreta, auricolare...
La confessione in certe circostanze è pubblica, comunitaria.
18. La Chiesa crede nella realtà dell'inferno minacciato ai peccatori ostinati in punto di morte.
In virtù della misericordia di Dio, alla fine dei tempi, tutti saranno salvi.
19. Fuori della Chiesa non ci dà salvezza.
Per salvarsi, non è necessario che tutti appartengano alla Chiesa e si dispongano ad entrarvi come nell'unico ovile di Cristo.
20. Gesù, com'è l'unico Redentore e Maestro, così è l'unico Modello di santità che i credenti devono sforzarsi di imitare.
Egli non si è presentato come «Modello» di vita per nessuno.
21. Il Concilio Vaticano II è in piena armonia con quello di Trento, le cui definizioni sono irreformabili.
Il Vaticano II è il solo Concilio valido per la Chiesa d'oggi e di domani, mentre quello di Trento rappresenta un'involuzione nella vita della Chiesa.
22. Soltanto il Magistero della Chiesa può interpretare autorevolmente la Bibbia.
«La Bibbia si interpreta da se stessa attraverso parallelismi».
Questa elencazione sugli "errori" teologici della catechesi che si tiene nelle adunanze neo-catecumenali, non è totalitaria, ma più che mai bastevole a dare la misura dello smarrimento dottrinale di questo Movimento kikiano che, purtroppo, ha trovato, incredibilmente, persino l'approvazione e l'appoggio di una vasta Gerarchia cattolica... irresponsabile!
Sì, perché la Gerarchia avrebbe dovuto rendersi conto dei numerosi e gravi punti di coincidenza della presunta "dottrina" (?!) di Kiko con quella protestante, tutta in antitesi col Concilio di Trento e con tutta la Tradizione cattolica, mostrandosi parallela se non addirittura superiore a quella cattolica, e mostrando, con cerimonie spettacolari e con l'interesse della stampa, della radio, della TV e del Clero, che non esistevano altre istituzioni con forme e metodi di vita apostolica così benemerite nella propagazione del messaggio evangelico, come quella del "Cammino neocatecumenale.
E così pure la Gerarchia poteva benissimo conoscere la "dottrina" (?) del "Cammino", la sua singolare prassi liturgica, la legge del suo "segreto", la dura disciplina imposta ai loro fedeli!.. Né poteva ignorare l'accentuato proselitismo e le forme intimidatorie dei "Catechisti" per non abbandonare più il "Cammino", proclamato da loro come "unica possibile via di salvezza"!.. E come potevano sottovalutare il livellamento del sacerdozio dei "presbiteri" con quello dei fedeli semplicemente battezzati?..
E come non vedere l'autorità attribuita ai loro "catechisti", superiore persino a quella della Gerarchia?.. E come potevano non sapere della pratica neo-catecumenale della "pubblica accusa" dei peccati, anche gravi, contraria al naturale istinto del pudore e al diritto della propria fama, oltre ad essere anche causa di disgregazione delle famiglie e di subbugli nelle varie comunità parrocchiali?.. E come non sapere dell'obbligo che i neo-catecumenali hanno di vendere i propri beni, per versarne, poi, la "decima", la cui gestione veniva affidata, in modo incontrollabile, ai "Catechisti"?
E come ignorare che la loro "Messa" è declassata a semplice "banchetto", così che il Santissimo subisce inevitabili profanazioni, specie con la "Comunione sulla mano", un traguardo diabolico voluto dalla Massoneria?..
Ed è possibile che la Gerarchia non si sia resa conto che i "neo-catecumenali itineranti" non sono affatto da equiparare all'opera dei missionari cattolici, che hanno rinunciato a tutto - parenti, averi, comodi, ecc., fino al martirio! - per dedicarsi all'evangelizzazione del mondo, come voluta da Cristo ("... euntes docete... evangelizzantes omnes populi"...), mentre i mandati da Kiko vanno all'estero ben equipaggiati e foraggiati dalle comunità d'origine, assieme alle loro rispettive famiglie?...
E per chiudere, possibile che i Vescovi non si siano mai domandati quali garanzie di validità possono avere le ordinazioni sacerdotali che avvengono nei Seminari di Kiko, addottrinati con tutti quegli "errori" dottrinali che contiene la sua "presunta dottrina", che costituisce, sicuramente, una delle peggiori minacce per la Chiesa cattolica di oggi e di domani, perché è una delle più temibili insidie per la Fede, anche per la potenza organizzativa ed economica del Movimento?..
Ora, Noi di "Chiesa Viva" diciamo che è necessaria e urgente, ormai, un'operazione chirurgica su questa opera dei fondatori del "Cammino neo-catecumenale", se la Chiesa vuole conservare la propria credibilità e impedire i casi di apostasia di quanti attendono, con impazienza, l'autorevole intervento del Magistero di sempre della Chiesa. Diversamente e inesorabilmente, la posizione della Chiesa peggiorerà davanti al mondo intero!..
"NEO-CATECUMENALE"
- Piaga cancerogena nella Chiesa Cattolica -
del sac. dott. Luigi Villa
La fondazione dei "neo-catecumenali" dello spagnolo Francesco Argüello (detto: Kiko!) è certamente il Movimento più radicalmente permissivo che esista nella Chiesa del Vaticano Il. Ed è da anni che Noi denunciamo questo "Movimento" eretico in seno alla Chiesa, perché è certamente una delle più gravi e pericolose deviazioni dalla dottrina cattolica, e anche la più insidiosa "eresia" che minaccia la Fede cattolica dopo il Vaticano II.
E noi perciò continueremo ancora a denunciarlo, a condannarlo, sia a livello dogmatico che morale e liturgico, per la sua evidente e palese protestantizzazione-calvinista dei suoi adepti che costituiscono, ormai, una autentica "chiesa parallela" a quella dataci da Gesù Cristo e insegnataci da due mila anni dal Magistero di sempre, mentre, invece, quella fondata da Kiko non è affatto diretta dal Magistero ecclesiale né dal sacerdozio ministeriale, bensì da un geloso segreto dottrinale (?!), comunicato, con assoluta incompetenza dottrinaria, dai due fondatori del "Cammino", Kiko e Carmen, alle équipes dei loro presunti catechisti!
Di questo, ci è ancora di sostegno la "mancata approvazione", da parte dei cinque organismi centrali della Chiesa agli "Statuti", dei Movimento, e cioè: dalla "Congregazione per la Dottrina della Fede", del "Culto Divino", del "Clero", dell'Educazione e Consiglio per i Laici", in occasione dell'incontro del 27-29 maggio 1998 sui Movimenti Laicali; come pure ci sono di sostegno tutti coloro che hanno combattuto gli "errori" di questo squilibrato Movimento neocatecumenale, o almeno segnalato da Pastori e da sacerdoti dotti e competenti, come, ad esempio, l'intelligente prof. Padre Enrico Zoffoli.
Comunque, non mi si venga a dire che i neo-catecumenali hanno avuto ora, un "Decreto" che ha dato via libera al loro Statuto, perché se il "Cammino catecumenale" non è una Associazione né un Movimento, ma solo un "itinerario di fede", anche stando al Codice di Diritto Canonico (can. 788 & 3), dovevano essere le varie Conferenze Episcopali nazionali a stendere gli "Statuti" per l'attuazione di quel "Cammino". Infatti, nello "Statuto" non si fa alcun riferimento ad alcuna delle tipologie previste dal Codice di Diritto Canonico per quanto riguarda le aggregazioni laicali. Per questo, lo stesso "Pontificio Consiglio" avrebbe nessuna giuridica competenza a vigilare sul Cammino, contrariamente a quanto ha sostenuto il card. Francis Stafford, e come è stabilito nello Statuto stesso. (Cfr. Disposizione finale). Ma allora, se non serviva uno Statuto, approvato addirittura dal Vaticano, perché si è atteso cinque anni questa approvazione pontificia, che pure aveva lottato contro il "Direttorio catechistico" sub judice?
Certamente, questa discutibilissima approvazione vaticana è stata un'autentica vittoria da parte di Kiko e dei suoi catechisti, evidentemente approfittando della miserevole situazione in cui si trova il Papa, per riuscire ad avere, oltre che l'appoggio morale anche una firma di approvazione, e così porre termine alle polemiche che duravano da oltre 40 anni su quella inaccettabile e discutibilissima esperienza ecclesiale del suo così detto "Cammino".
Difatti, a moltissimi Vescovi e Sacerdoti, questa frantumazione e automizzazione delle parrocchie in piccole comunità, si mostra come una nuova forma misticheggiante che unisce libertà (da ogni autorità!), come soggettività a una proiezione che vuole essere spirituale, verso un nuovo mondo aperto, sì, al senso religioso, ma solo come complemento della soggettiva esperienza umana.
È un altro modo di pensare, quindi, anche a una nuova forma di Chiesa del futuro. Difatti, la sua religiosità è libera, svincolata da ogni autorità, perché soggettiva e a carattere piuttosto trasgressivo. È un Movimento, cioè, che sta modificando, lentamente, la dissoluzione di una Tradizione di due mila anni, fatta credere statica, compiendo attraversamenti e sconfinamenti che lo fa debordare e uscire da tutti gli argini della Tradizione cattolica. Di conseguenza, sta rendendo usuale e familiare ogni suo "cammino" con una aggressività e una infiltrazione che, purtroppo, nessuno, dall'alto riesce (o non vuole?) controllare e fermare.
II discorso del card. Stafford ha alluso, sì, anche chiaramente, agli "errori dogmatici" contenuti nel Movimento, ma non si può esserne soddisfatti, perché non si approvano le ambiguità che segnano la via del compromesso.
Dopo più di dieci bozze, presentate in una atmosfera di duri scontri tra i Dicasteri del Vaticano e i fondatori del "Cammino neo-catecumenale", ci si aspettava che, nel documento, venisse risolta la questione della figura giuridica del "Cammino", perché uno "Statuto" serve soprattutto per questo. Invece, niente!
Come abbiamo già detto, i "neo-catecumenali" non sono né un'Associazione né un Movimento, e neppure un altro tipo di aggregazione laicale. All'articolo § 1 dello Statuto, infatti, viene ripresa la famosa "lettera", inviata nell'agosto del 1990 a mons. Paul Josef Cordes, allora presidente del "Pontificio Consiglio per i Laici" in cui Giovanni Paolo II scriveva che il "neo-catecumenismo" di Kiko Arguello era "un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi moderni". Un dire, questo, comunque, che non definisce che cosa sia il "Cammino", ma solo quello che il "Cammino" fa.
Ora, questo mancato inquadramento del "Cammino", noi lo vediamo come la volontà stessa dei Fondatori! e cioè: di voler mantenere questa loro voluta esperienza proprio al di fuori da ogni schema canonico, con ampi spazi di autonomia dal controllo ecclesiale.
Ad ogni modo, le ombre tenebrose dottrinarie sul "Cammino" sono gigantesche, fino a farci dire che questo indrottinamento (?!) neo-catecumenale è, forse, la più grande sintesi di eresie del nostro secolo. E questo illumina, tra l'altro, anche il perché non sia stato chiarito quale sia il giudizio reale, definitivo, della "Congregazione per la Dottrina della Fede", né di quella del "Culto Divino", né di quello per la "Disciplina dei Sacramenti" né di quella del "Clero", sulla "catechesi neo-catecumenale", rimasta finora ancora segretissima per la massa degli itineranti.
Infatti, i materiali di questa "catechesi kikiana", - in 12 volumi - sono ancora allo studio (?!) di quelle suddette Congregazioni, le quali, finora non hanno saputo emettere un pronunciamento ufficiale! Lo stesso cardinale James Francis Stafford (Presidente attuale del "Pontificio Consiglio dei Laici"), nel corso della cerimonia di approvazione del "Cammino", rivolgendosi agli stessi neocatecumenali, ebbe a dire che l'approvazione della catechesi "sarà il prossimo passo da fare", e che Lui: "vi sarà vicino" e "vi accompagnerà con sollecitudine" (!!).
Incredibile! Dopo averli lasciati liberi, e persino protetti, nella diffusione delle loro evidentissime "eresie", che hanno rovinata la Chiesa cattolica per oltre 40 anni, adesso, il cardinale osa dire: «Nel pieno rispetto della vostra identità ecclesiale e dei vostri modi apostolici propri», (tutt'altro che inclini a sottomettersi nel tessuto ecclesiale! - n.d.r.), «oggi, inizia una nuova tappa nella vostra storia, in cui i rapporti con la Sede di Pietro si fanno più stretti», e che l'approvazione dello Statuto «non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per il "Cammino"".
Nelle parole del Cardinale e nel contenuto dei comunicati vaticani si può vedervi anche un impegno (?) a vigilare sul "Cammino" da parte della Gerarchia, ma, in realtà, si lascia carta bianca al loro procedere catechetico che è solo una sentina e un vulcano di "errori" antichi e nuovi, sia dogmatici che morali, liturgici e disciplinari, oltre che essere un vulcano anche di contraddizioni da cui non si può dedurne una qualsiasi logica di verità, e neppure dedurne un sistema di errori!
Un vulcano, insomma, che non ha nemmeno una qualsiasi originalità, perché è solo una ripetizione di aberrazioni teologiche d'ogni tipo, che il Magistero solenne della Chiesa di sempre aveva rigettato!..
* * *
Vediamo ora, qui, in una breve sintesi, i principali "errori" già raccolti e pubblicati nel 1991, in appendice, sul libro: "Eresie del Movimento neo-catecumenale" - saggio critico del grande padre dott. Enrico Zoffoli.
CHIESA CATTOLICA
NEO-CATECUMENALI
1. Cristo ha redento il mondo.
Cristo non ha operato nessuna redenzione.
2. Fondamentale premessa dell’opera redentrice di Cristo è la realtà storica del peccato.
Il peccato non è possibile, perché l’uomo non può evitarlo.
3. La Grazia, pur essendo necessaria, tuttavia rispetta la libertà umana.
Non si dà alcun problema sui rapporti tra grazia e libero arbitrio, perché l’uomo non può non peccare.
4. Gesù ha soddisfatto la giustizia di Dio quale Mediatore della famiglia umana peccatrice.
Gesù non può aver soddisfatto la giustizia di Dio, essendo Egli soltanto misericordia che perdona.
5. Gesù ha soddisfatto la giustizia di Dio offrendosi liberamente come Vittima dei peccati del mondo sull’altare della croce.
Gesù non si è offerto come Vittima dei peccati del mondo: sulla croce non ha compiuto alcun «sacrificio».
6. Gesù ha salvato il mondo per meriti della sua passione e morte.
Gesù ha salvato il mondo in virtù della sua risurrezione.
7. Gesù continua la sua opera salvifica mediante la Chiesa quale società visibile e gerarchica.
La Chiesa non è una società gerarchica giuridicamente costituita, ma carismatica.
8. La Chiesa compie la sua missione in virtù del sacerdozio che fonda la Gerarchia, distinguendo il «sacerdozio» dei ministri del culto, ricevuto per il Sacramento dell'Ordine, dal «sacerdozio» dei semplici fedeli incorporati al Cristo per il Battesimo.
Nella Chiesa non si dà un sacerdozio derivato dal Sacramento dell'Ordine, bastando il Battesimo per incorporare tutti al Cristo, unico e sommo sacerdote.
9. La Chiesa, all'altare, celebra un vero e proprio «sacrificio» quale «sacramento» dell'unico e perfettissimo offerto da Gesù sulla croce.
All'altare non si offre alcun «sacrificio», come da Gesù non è stato mai celebrato.
10. La Messa è un vero Sacrificio, celebrato da Cristo mediante il suo ministro visibile, indipendentemente dalla presenza e partecipazione dei fedeli...
«Non c'è Eucaristia senza l'assemblea che la proclama (...). È da questa assemblea che sgorga l'Eucaristia...».
11. Il Sacrificio eucaristico è condizionato essenzialmente alla distinta consacrazione del pane e del vino transustanziati nel Corpo e Sangue di Cristo.
La «transustanziazione» non è un dogma di fede, ma un puro tentativo dei teologi, volto a spiegare il «modo» della presenza di Cristo.
12. La Chiesa adora Cristo veramente, realmente e sostanzialmente presente in corpo, sangue, anima e divinità, sotto le specie del pane e del vino consacrati.
La presenza vera e reale e sostanziale di Cristo nell'Eucaristia non può accertarsi, come non è credibile il presunto prodigio della «transustanziazione»: le briciole che avanzano o cadono dall'altare non contengono «presenza», né quindi sono «adorabili».
13. La presenza eucaristica insegnata dalla Chiesa giustifica il culto del SS.mo, donde la pratica della Comunione frequente, le visite, le benedizioni, le processioni, le adorazioni solenni, i congressi; come pure il dovere di osservare le rubriche riguardanti il contegno da tenersi alla presenza di Cristo, e ogni norma volta a coltivare la sensibilità eucaristica dei fedeli, ecc..
Negata la presenza eucaristica, tutte le pratiche relative al culto che ne conseguono sono vane e ridicole.
14. Il sacramento della Penitenza è realmente distinto da quello del Battesimo.
La Penitenza si riduce al sacramento del Battesimo: la distinzione dell'una dall'altro non risale alla Chiesa primitiva.
15. La «conversione» del peccatore, che precede il sacramento della penitenza, è un fatto eminentemente personale.
«La Chiesa (...) gesta e conduce alla conversione...».
16. Dio concede il perdono dei peccati mediante l'assoluzione del sacerdote...
«L'importante non è l'assoluzione...». «Il valore essenziale (...) del sacramento della penitenza è quello comunitario ed ecclesiale...».
17. L'accusa dei peccati è segreta, auricolare...
La confessione in certe circostanze è pubblica, comunitaria.
18. La Chiesa crede nella realtà dell'inferno minacciato ai peccatori ostinati in punto di morte.
In virtù della misericordia di Dio, alla fine dei tempi, tutti saranno salvi.
19. Fuori della Chiesa non ci dà salvezza.
Per salvarsi, non è necessario che tutti appartengano alla Chiesa e si dispongano ad entrarvi come nell'unico ovile di Cristo.
20. Gesù, com'è l'unico Redentore e Maestro, così è l'unico Modello di santità che i credenti devono sforzarsi di imitare.
Egli non si è presentato come «Modello» di vita per nessuno.
21. Il Concilio Vaticano II è in piena armonia con quello di Trento, le cui definizioni sono irreformabili.
Il Vaticano II è il solo Concilio valido per la Chiesa d'oggi e di domani, mentre quello di Trento rappresenta un'involuzione nella vita della Chiesa.
22. Soltanto il Magistero della Chiesa può interpretare autorevolmente la Bibbia.
«La Bibbia si interpreta da se stessa attraverso parallelismi».
Questa elencazione sugli "errori" teologici della catechesi che si tiene nelle adunanze neo-catecumenali, non è totalitaria, ma più che mai bastevole a dare la misura dello smarrimento dottrinale di questo Movimento kikiano che, purtroppo, ha trovato, incredibilmente, persino l'approvazione e l'appoggio di una vasta Gerarchia cattolica... irresponsabile!
Sì, perché la Gerarchia avrebbe dovuto rendersi conto dei numerosi e gravi punti di coincidenza della presunta "dottrina" (?!) di Kiko con quella protestante, tutta in antitesi col Concilio di Trento e con tutta la Tradizione cattolica, mostrandosi parallela se non addirittura superiore a quella cattolica, e mostrando, con cerimonie spettacolari e con l'interesse della stampa, della radio, della TV e del Clero, che non esistevano altre istituzioni con forme e metodi di vita apostolica così benemerite nella propagazione del messaggio evangelico, come quella del "Cammino neocatecumenale.
E così pure la Gerarchia poteva benissimo conoscere la "dottrina" (?) del "Cammino", la sua singolare prassi liturgica, la legge del suo "segreto", la dura disciplina imposta ai loro fedeli!.. Né poteva ignorare l'accentuato proselitismo e le forme intimidatorie dei "Catechisti" per non abbandonare più il "Cammino", proclamato da loro come "unica possibile via di salvezza"!.. E come potevano sottovalutare il livellamento del sacerdozio dei "presbiteri" con quello dei fedeli semplicemente battezzati?..
E come non vedere l'autorità attribuita ai loro "catechisti", superiore persino a quella della Gerarchia?.. E come potevano non sapere della pratica neo-catecumenale della "pubblica accusa" dei peccati, anche gravi, contraria al naturale istinto del pudore e al diritto della propria fama, oltre ad essere anche causa di disgregazione delle famiglie e di subbugli nelle varie comunità parrocchiali?.. E come non sapere dell'obbligo che i neo-catecumenali hanno di vendere i propri beni, per versarne, poi, la "decima", la cui gestione veniva affidata, in modo incontrollabile, ai "Catechisti"?
E come ignorare che la loro "Messa" è declassata a semplice "banchetto", così che il Santissimo subisce inevitabili profanazioni, specie con la "Comunione sulla mano", un traguardo diabolico voluto dalla Massoneria?..
Ed è possibile che la Gerarchia non si sia resa conto che i "neo-catecumenali itineranti" non sono affatto da equiparare all'opera dei missionari cattolici, che hanno rinunciato a tutto - parenti, averi, comodi, ecc., fino al martirio! - per dedicarsi all'evangelizzazione del mondo, come voluta da Cristo ("... euntes docete... evangelizzantes omnes populi"...), mentre i mandati da Kiko vanno all'estero ben equipaggiati e foraggiati dalle comunità d'origine, assieme alle loro rispettive famiglie?...
E per chiudere, possibile che i Vescovi non si siano mai domandati quali garanzie di validità possono avere le ordinazioni sacerdotali che avvengono nei Seminari di Kiko, addottrinati con tutti quegli "errori" dottrinali che contiene la sua "presunta dottrina", che costituisce, sicuramente, una delle peggiori minacce per la Chiesa cattolica di oggi e di domani, perché è una delle più temibili insidie per la Fede, anche per la potenza organizzativa ed economica del Movimento?..
Ora, Noi di "Chiesa Viva" diciamo che è necessaria e urgente, ormai, un'operazione chirurgica su questa opera dei fondatori del "Cammino neo-catecumenale", se la Chiesa vuole conservare la propria credibilità e impedire i casi di apostasia di quanti attendono, con impazienza, l'autorevole intervento del Magistero di sempre della Chiesa. Diversamente e inesorabilmente, la posizione della Chiesa peggiorerà davanti al mondo intero!..
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2 commenti:
Sono un uomo che sta facendo quest'itinerario di Fede: di tutte quelle eresie descritte non c'è traccia, a parte l'ultima, quella sull'interpretazione ufficiale della Bibbia da parte della Chiesa. Ma non mi è stato MAI detto che durante la Santissima Consacrazione non vi è il Sacrificio di Cristo. Così come mi hanno sempre detto che dalle sue piaghe siamo stati guariti, non dalla Resurrezione. E l'Ostia è il corpo sangue e anima di Gesù Cristo, in ogni atomo.
Chi ha scritto queste cose sono convinto non le ha fatte con cattiveria ma sono frutto di vecchia disinformazione. E' possibile anche che anni e anni fa c'erano presenti queste eresie, ma sicuramente OGGI non ci sono nel Cammino Neocatecumenale.
Caro Anonimo,
sta di fatto che il cammino neocatecumenale è basato su gli "orientamenti alle equipes di catechisti"
e negli "orientamenti" c'è un'arsenale di eresie da far paura.Gli "orientamenti non sono stati ancora pubblicati. Se te ne vuoi sincerare leggitele. Stanno sul blog. E, no, non c'è nessuna cattiveria in quello che scrivo.
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