AMORE

L'AMORE PIU' GRANDE....

NON PRAEVALEBUNT

..

Canto gregoriano

Canto gregoriano

LA BEATA VERGINE MARIA

LA BEATA VERGINE MARIA

RECITA IL SANTO ROSARIO ON-LINE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE
PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

Antica Bibbia

Antica Bibbia

LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO


"Una lampada  su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne." 

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata".  "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni  e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".

I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....

TESTI SEGRETI LIBRI

martedì 27 luglio 2010

ORIENTAMENTI SECONDO SCRUTINIO

ORIENTAMENTI ALLE
EQUIPES DI CATECHISTI
PER IL SECONDO SCRUTINIO BATTESIMALE
Appunti tratti dai nastri
dei secondi scrutini fatti da
Kiko e Carmen ad alcune comunità
di Roma, Madrid e Barcellona
nel 1977.

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pro manuscripto
——————————————————————
pubblicazione a cura del
Centro Neocatecumenale «Servo di Jahvè» in San Salvatore
P.za San Salvatore in Campo - 00186 Roma - 5541589


INDICE
1. CONVIVENZA INIZIALE Pg. 5
Venerdì sera
Celebrazione della Parola Pg. 11
Sabato
Lodi Pg. 28
Questionario Pg. 45
Eucaristia Pg. 50
Domenica
Lodi Pg. 68
Introduzione allo scrutinio individuale Pg. 85
2. CATECHESI DEL SALE Pg. 93
3. RITO DEL SALE Pg. 113
4. CATECHESI DEL CAMMINO Pg. 139
5. APPENDICE
Alcuni dialoghi di scrutinio Pg. 167
Articolo di O. Culmann su il sale Pg. 191
Catechesi di Giacobbe Pg. 203
Estratto dalle catechesi di S. Cirillo Pg. 217
Estratto dalle catechesi di
S. Giovanni Crisostomo Pg. 223
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C O N V I V E N Z A I N I Z I A L E
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SCHEMA DELLA CONVIVENZA
Venerdì sera
- Arrivo e distribuzione delle camere
- Cena
- Presentazione della comunità e dei catechisti
- LITURGIA DELLA PAROLA
. Ammonizione ambientale
(alla convivenza e alla celebrazione)
Saluto del Presidente
Invocazione allo Spirito Santo
. Ammonizione alla I lettura
I lettura: Matteo 25, 1-13
Catechesi
Canto: "Che mi baci coi baci della sua bocca"
Ammonizione alla II lettura
II lettura: Matteo 25, 14-30
Passo al canto
Canto: "Salmo 94"
. Ammonizione alla III lettura
III lettura: Luca 12, 54-59; 13, 1-9
Preghiera del Presidente
Padre nostro
Benedizione
. Ammonizione al silenzio
(Divisione in gruppi: dopo che è terminata la liturgia
lo fanno solo i catechisti)
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Sabato
LODI: Saluto del Presidente e preghiera
Salmo 94
- Ammonizione al canto:
"Il Signore mi ha aperto l'orecchio"
- Ammonizione al canto:
"Ho sperato nel Signore"
- Ammonizione al canto:
"Il Seminatore"
- Ammonizione alla lettura delle tre tentazioni
Lettura: Matteo, 1-11
Catechesi
Canto: "Shemà Israel"
Preghiere
Padre Nostro
Pace
Benedizione finale
INTERVALLO
QUESTIONARIO
- Introduzione al questionario (due edizioni)
- Questionario
- Come lavorare sul questionario
PRANZO
LAVORO INDIVIDUALE: mezz'ora o tre quarti d'ora
LAVORO PER GRUPPI
EUCARESTIA alle 20
(Dopo molti scrutini si è visto che in questa convivenza
manca un annunzio del Kerygma che ci sembra fondamentale. Pensiamo
che si debba approfittare delle ammonizioni e dei passi al canto
dell'Eucarestia, partendo se possibile dalla Parola del giorno. E'
imprescindibile fare l'annuncio del Kerygma. Le ammonizioni
riportate forse vi possono aiutare:
- Esempio di Eucarestia: Roma 1977
- Esempio di Eucarestia: Madrid 1977
- Kerygma da inserire nell'Eucarestia
CENA
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Domenica
LODI: Saluto e preghiera del Presidente
Salmo 94
- Ammonizione al Cantico dei tre giovani
- Ammonizione al canto:
"Vi scongiuro figlie di Gerualemme"
- Ammonizione alla lettura
Lettura: Luca 14,25-35
Catechesi
Mezz'ora di preghiera personale
Canto: "Il seminatore" o "Vi scongiuro figlie di Gerualemme"
Preghiere spontanee
Padre Nostro
Pace
Benedizione finale
INTERVALLO E PRANZO
INIZIO SCRUTINI INDIVIDUALI
- Spiegazione del significato del sale
- Introduzione agli scrutini
- Note per i catechisti
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CONVIVENZA DEL SECONDO SCRUTINIO BATTESIMALE
VENERDI' SERA
Ammonizione alla convivenza e alla liturgia
Prima di cominciare vorrei dire due parole. Questaconvivenza è così
impostata: adesso faremo una celebrazione della Parola che riprenda un po' lo
Shemà come preparazione al lavoro di domani; domani entreremo in un terreno
nuovo con delle catechesi completamente nuove. Capisco che forse siamo un po'
stanchi, anch'io lo sono, ma spero che il Signore ci aiuti.
La prima difficoltà è che forse alcuni di voi che non ci conoscono
possono aspettarsi da noi chissà che cosa: in questo senso vogliamo dirvi che
questo cammino non è basato su persone speciali, carismatiche. Chi pensa così
sbaglia assolutamente perché nella Chiesa è diverso: nelle altre cose, anche
nella politica, è molto importante parlare bene, avere quello che si dice
"carisma", saper governare le masse, saper influire sulla gente. Non è così
nel Cristianesimo: se fosse così si laverebbe il cervello alle persone. Cioè
le persone crederebbero se è bravo o non è bravo il catechista. Così molti vi
stupirete, se vi aspettate da me non so che cosa non rispetterò nulla. Perché
nella Chiesa è diverso: il Signore Gesù Cristo ci impedisce di chiamare
maestro qualcuno. Il maestro tra noi è lo Spirito Santo, cioè è lo Spirito
che gisce in voi, che apre le vostre orecchie. Anche se i catechisti dicono
delle cose che possono essere incomplete, mal dette, questo si chiama
stoltezza della predicazione.
Anche se i catechisti fossero così, lo Spirito Santo corregge, ti apre lo
orecchio, ti situa le parole nella condizione più completa, più totale di cui
tu hai bisogno. Infatti molte volte una persona si converte per una frase che
tu neanche hai detto così, ma che lui ha sentito così. Chi gliel'ha fatta
sentire così? Pelagio, un eretico, diceva che di fronte all'annunzio del
Kerygma quello che noi dobbiamo fare è dire sì o no e questo dipende dalle
nostre forze. Questo è stato condannato dalla Chiesa. Nessuno può dire di sì
senza lo Spirito Santo, nessuno può dire: "Gesù Cristo E' il Signore" senza
lo Spirito Santo.
E' il Signore che ti ha portato qua, non siamo stati noi, anche se ti
ha chiamato per telefono il responsabile. Siete venuti non per curiosità,
perché ci sono Kiko e Carmen, siete venuti perché il Signore vi ha portati
qua, per prima cosa. Seconda cosa, voi sentirete delle parole. E' lo Spirito
Santo che sta agendo dentro di voi che siete seduti. Voi potete
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fare una cosa, resistere, cioè dire di no. Vi spiego come succede questo: noi
stiamo facendo una catechesi, forse io, o Carmen o chi sia, parlo molto bene
o molto male; voi sentite che vi piace, che state bene, avete dimenticato le
preoccupazioni che avete a Roma, vi commuovono certe cose, e lo Spirito vi
dice: "E' il momento in cui devi cambiare vita e buttarti seriamente". Ma se
lo Spirito sta agendo dentro di te, invitandoti, non può far nulla senza il
tuo spirito, senza il consenso del nostro spirito.
Lo Spirito è dentro di noi dicendoci: "Coraggio!", dialoga con noi in
modo che tu, che noi siamo sempre un essere riflessivo, parliamo
costantemente dentro noi stessi. Essere intelligenti significa dialogare con
noi stessi, per questo sapete che chi non sa parlare, i sordomuti, non
possono pensare perché non hanno sviluppato il cervello, non hanno coscienza
di se stessi, non possono fare un ragionamento, non possono dire "Io esisto",
perché non sanno parlare, non sanno costruire una frase.
Allora in questa autoriflessione che avrete in tutta la convivenza, lo
Spirito vi starà aiutando, vi starà invitando. Senza fare molta violenza,
semplicemente lasciando passare il tempo. Ma tu puoi resistere all grazia del
Signore. Noi parliamo dello Spirito Santo, dello spirito che abita in noi,
invece di parlare della grazia che sembra una cosa esterna a noi.
San Paolo invece di dire: "Se voi vivete in grazia", dice: "Se voi
vivete nello Spirito o vivete nella carne"; la teologia di Trento diceva: "
Se voi vivete in grazia o vivete nel peccato": è la stessa cosa. A noi sembra
più completo vivere nello Spirito di Gesù di Nazareth, nello Spirito di Gesù
servo di Jahvè, vivere nel Suo Spirito, cioè essere d'accordo con il suo
spirito, collaborare con il suo spirito, o vivere nella carne, nel mondo,
cioè vivere nei desideri di cupidigia, nel desiderio di primeggiare, vivere
nella carne. Sono queste le due forme con cui si può stare nel mondo.
Questo vuol dire che io qui posso fare della catechesi meravigliosa e
non convertire nessuno, perché chi converte è Gesù Cristo attraverso lo
Spirito Santo.
Questa convivenza è molto importante per tutti voi, è importantissima:
Spero che vi rendiate conto, vi invito a partecipare con tutto il cuore
perché da questa convivenza dipendono molte cose per voi. Per molti dipende
la vita o la morte, cioè qui non stiamo a giocare, non siamo venuti a questa
convivenza per passarcela bene, siamo venuti qui per una cosa molto più
importante, per un incontro con Gesù Cristo. E' Gesù Cristo che vi ha
chiamati qui perché è Lui che vuol fare con voi una cosa importante. Gesù
Cristo non fa mai cose inutili. Il tempo è denaro e io non sarei qua né voi
sareste qua se non fosse una cosa molto importante.
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Abbiamo il pericolo di situarci in questa convivenza in una forma
idolatrica, cioè soltanto pensando a noi stessi, pensando a passarcela bene,
pensando che qui si venga a risolvere i vostri problemi? Vedremo che non è
questo il motivo per cui siete venuti qui.
Cominceremo con una preghiera, invocando lo Spirito Santo, poi faremo
una lettura e io farò una catechesi con letture intercalate, faremo le
letture del Vangelo di Luca e di Matteo; poi faremo il Padre Nostro e andremo
in silenzio a dormire. Possiamo cominciare.
- Saluto del Presidente.
- Invocazione dello Spirito Santo.
- Ammonizione alla I lettura (Carmen).
Non pensare che apriamo la Scrittura stasera come un pensierino per
andare tranquilli a dormire. Dirò qualcosa brevemente, perché avete sonno,
perché la Parola che stiamo per proclamare è un po' lunga. Vediamo che i
catechisti hanno molto sonno, e anche io. Mentre stavamo venendo pensavo:
"Perché dobbiamo fare questa celebrazione? Ho un sonno che non ne posso più
davvero, potremmo andare tranquilli a dormire questa notte e domani mattina
potremmo gridare, toccare, palpare questa Parola che è così ricca, così
impressionante". Per me queste cose sono così strane, noi che facciamo queste
cose di notte, molto tardi, e la mattina dobbiamo alzarci presto, siamo
morti.
Io vi dico che se avete molto sonno e se siete addormentati questa è la
Parola giusta. Ancora peggio: questa Parola ci dovrebbe sorprendere tutti
addormentati, a letto, a metà della notte, alle tre del mattino.
Questa Parola ha il suo senso e la sua situazione: è un grido nel mezzo della
notte.
Nella situazione in cui vivo questa Parola è per me una presenza
impressionante: tantissime volte l'abbiamo proclamata in questa stessa sala.
E' la realtà di Cristo presente veramente nella Chiesa, che ci fa svegliare
da tutte le nostre situazioni e vedere questa Parola come potente.
Proclameremo adesso una serie di parabole, scandalose così come la
figura di Gesù Cristo. La croce di Gesù Cristo sopra la storia e sopra la
realtà è così scandalosa, così sconvolgente, che ci mette di fronte la
storia, il mondo, l'universo intero in un'altra prospettiva. Sarà vera la
realtà che io vivo tutti i giorni nel lavoro, a casa? O forse sto
completamente sbagliando, forse sto a metà della notte, forse si può vivere
in un'altra realtà, in un altro binario, in un altro universo, un'altra
orbita, forse la vita è un'altra cosa.
Le parabole che escono dalla bocca stessa di Gesù Cristo situano chi
ascolta nella possibilità di entrare in un altro mondo, in un mondo diverso.
Per questo io sono contenta di poter rendere in questa notte questo servizio
a Gesù Cristo, come questi servitori che vengono ad annunziare che
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Gesù Cristo viene, che sta già alla porta; e che questo Gesù Cristo che
viene non è un signore che viene per esaminare come all'università: non ho
mai visto a scuola o all'università che l'esame sia come un banchetto.
Qui il grido che si dà a metà della notte è un grido di gioia e di
allegria. Ecco, svegliatevi e illuminate il vostro cuore perché ecco che
viene alla porta lo Sposo. Si invita l'umanità alle nozze. La presenza di
Gesù Cristo sopra la storia apre all'umanità la possibilità dell'amore, di un
amore di nozze con Dio.
Questo è l'invito di questo scrutinio: non è un esame, non uno
scrutare, una psicologia, è un invito, una porta che si apre e una chiamata,
una possibilità che si dà a tutti di entrare veramente a vivere, a vivere non
nell'altra vita, a vivere qui il Regno di Dio, a vivere in una pienezza
completa che si dà in Gesù Cristo.
Inizieremo con questa parabola delle vergini. Voglio solamente dirvi,
alcuni già lo sapete, che la mentalità che noi abbiamo, che abbiamo
utilizzato tante volte per questo Vangelo nelle messe di tutti i giorni per
le vergini, per le monache, ha tratto completamente fuori della realtà di cui
parla Gesù Cristo. Questo non è un Vangelo applicabile a gente che fa un voto
di verginità. Gesù Cristo sta parlando di un evento normale della vita che
sono le nozze in Palestina.
Parla di nozze normali e partecipano a queste nozze in un paese tutte
le ragazze. Le vergini sono ragazze ancora non sposate, non sono quelle che
hanno fatto voto di verginità. Le nozze lì sono sempre un evento molto
importante. Si fanno delle trattative fra le famiglie, e un momento
importante delle nozze è quando lo sposo viene con i suoi amici a casa della
sposa a cercarla. Tutte le ragazze del paese vengono con delle torce: queste
torce non sono lampadine né lumini delle monache di clausura, sono grandi
torce che tutte le ragazze del paese portano come un mare immenso di luce,
sono luci con le quali vanno a ricevere lo sposo. Ancora oggi gli arabi le
utilizzano: noi stessi abbiamo visto un paese intero di luce che va a
ricevere lo sposo che va a cercare la sposa, la prendono, e con queste torce
fanno delle danze meravigliose per portarla alla casa del padre, per entrare
nel banchetto. Gesù Cristo usa per esplicitare la realtà che lui inaugura
sopra la storia, delle nozze normali.
Ma il meraviglioso, di ogni parabola è che sempre chiude nel nocciolo
uno scandalo, come è la stessa figura di Gesù Cristo che è sempre paradossale
come sarà la sua croce. Dentro queste nozze meravigliose c'è una cosa che non
succede mai in un evento normale di nozze, ed è che si chiude la porta. Voi
sapete che nelle nozze normali non si chiude la porta a nessuno. Qua si
chiude la porta. Questo è il punto scandaloso per la nostra mentalità
giuridica, moralistica, ma è il punto chiave della parabola. Perché questa
irruzione gratuita del Regno, delle nozze, non ai presenta né per domani, né
per la tua programmazione, né per domani mattina dopo che tu hai fatto un
sonnellino: è adesso che ti si invita alle nozze. E' la
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chiamata impressionante di quello che è la vita, come la stessa vita che noi
abbiamo. Non ci hanno detto che noi moriremo il 24 nove-bre alle 13 e 45.
Il sorprendente dell'esistenza è che ci invita a vivere con pienezza
l'oggi, perché il domani non ci appartiene. Così è anche il Regno, questa
irruzione di Gesù Cristo. Non è una programmazione nostra ma é assolutamente
imprevedibile, inafferrabile, per noi, una realtà che si presenta e si
impone: ecco le nozze. Io sono contenta di dare questo grido di gioia in
mezzo alle nostre sonnolenze, alla nostra incredulità, e invitarvi con questo
grido a svegliarvi.
Vedete che queste ragazze sono tutte addormentate e questo grido a metà
della notte le mette in piedi e iniziano a togliere queste torce che sono già
bruciate, iniziano a togliere gli stracci e a mettere l'olio. Questa notte,
anche se mi sembra che siete stanchi, è già molto seria, vi invita a
svegliarvi e a prendere questo olio, a illuminare il vostro cuore che si
incendia in questo amore, perché viene veramente Gesù Cristo in questa
convivenza e vi fa entrare nel suo Regno. Ascoltiamo questa Parola.
- I lettura: Mt. 25, 1-13
Catechesi dopo la lettura (Kiko)
La prima cosa che voglio dirvi è questa: gli apostoli Gli domandano
"Perché parli in parabole?" e Gesù Cristo dà una risposta sorprendente, dice:
"Perché ascoltando non ascoltino nulla, udendo non sentano niente, vedendo
non vedano, perché così non si convertano ed io non debba guarirli"! Così
risponde Gesù Cristo. Questa è una parola per tutti voi oggi. Alcuni non
sentono nulla, non vedono niente. Che significa questo? Che significa questa
parola di Gesù Cristo?
Dice il Vangelo che Gesù soltanto spiegava il contenuto delle parabole
agli apostoli in segreto. Ai farisei, a tutti gli altri, parlava soltanto in
parabole. Perché? Che cosa vuol dire Gesù Cristo con questa frase: "Sentendo
non capiscano nulla, vedendo non vedano"? Questo non si capisce, vero? Te lo
spiego, e lo capirai subito.
Una parabola è un raccontino che si può interpretare in moltissime
forme, ciascuno può dargli una interpretazione. Allora dimmi che
interpretazione gli dai tu e ti dirò la tua intenzione. Questo vuol dire Gesù
Cristo. Io parlo in parabole perché si veda chiaramente che hanno un cuore
malvagio, non stanno a sentire con cuore leale, non stanno a sentire quello
che voglio dire, noi stanno qui a vedere come possono cacciarmi, come possono
distruggermi, stanno ascoltando con cuore cattivo. Vogliono prendermi al
laccio? Bene! E io invece di parlargli di cose semplici gli parlo
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in parabole, proprio perché possano dire che ho detto una stupidaggine,
proprio perché interpretandola così male possano vedere le loro intenzioni,
dove sta la loro cattiveria.
"Perché sentendo non sentano niente". Proprio perché la parabola non si
capisce, uno che sta ascoltando con buona intenzione non la capisce e va a
chiedere: "Che hai voluto dire? Spiegamela!". Uno che va con buona
intenzione. Uno che sta con cattiva intenzione dice: "Ma quello è scemo!
Figurati, paragonare il Cristianesimo alla notte, alla porta che si chiude!
E' un moralista". Ha già interpretato male. Fra noi che siamo qui c'è di
tutto. Ci sono molti demoni qua dentro, moltissimi.
Io vengo stanco, abbiamo passato tante notti senza dormire, dormendo
quattro ore, andando a letto all'una o alle due e alzandoci la mattina alle 6
perché stiamo facendo l'ultimo passaggio. Ma venendo qui una cosa mi aiutava
e cioè il potere che Dio ha dato agli apostoli per esorcizzare, per cacciare
i demoni con il potere della sua Parola, per liberarvi, perché i demoni vi
odiano, i demoni fanno della vostra vita una miseria, un inferno. Ma la
Parola che portiamo di Gesù Cristo è una Parola che temono. Anche se voi non
la capite i demoni la capiscono e la temono e scappano. Perché Gesù Cristo
dice "Io non parlo per me stesso: dico ciò che ho sentito e udito da Colui
che mi ha inviato".
Che significa questa parabola? Voi siete vita perché voi siete
discepoli di Gesù Cristo e vi si spiega il contenuto di questa parabola di
nascosto. Altri non sono degni di ricevere la spiegazione. Che vuole dire
Gesù Cristo con questa porta che si chiude, con queste persone che non hanno
olio? Perché quelle vergini più simpatiche sono quelle che non hanno olio, le
altre sono un po' strane, egoiste, non vogliono dare l'olio a quelle rimaste
senza. Le parabole hanno sempre un contenuto un pochino scioccante perché
come diceva Carmen Gesù Cristo vuole mettere l'uomo in una prospettiva
diversa da quella normale; per questo sempre nella parabola c'è qualcosa di
anormale: Gesù Cristo vuole invitare a guardare la realtà da un altro punto
di vista.
Che vuol dire questa parabola? Questa parabola, lo diceva già Carmen,
dice una cosa soltanto. Prima ti voglio dure una cosa: se tu sei qui oggi,
stanotte, ringrazia moltissimo il Signore, perché sei qui oggi, non dico
domani, e altri fratelli non ci sono. Forse alcuni fratelli non sono neanche
più in comunità. Tu puoi dire: “Ma a me che me ne frega della comunità, sono
stufo!". Bene, ma se per caso risulta che è vero che esiste Gesù Cristo e che
Lui ha inviato noi veramente, figurati che tu fratello mio sei qui ad
ascoltare Gesù Cristo. E si dà il caso che è vero l'inferno, è vero il cielo,
come è vera la morte, com'è vero il contenuto della vita, come è vero Gesù
Cristo che è risorto e si presenta oggi . in noi per aiutare te, anche se tu
stai resistendo, a Dio. Dio ti ha fatto violenza e ti ha portato qui per i
capelli, perché ha moltissima pietà di te, perché capisce che nel fondo tu
non sei cattivo, lo capisce benissimo che sei dominato
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da moltissimi guai, da moltissimi problemi.
Gesù Cristo è uno che pensa sempre bene di noi, sapete? Quando lo
stanno uccidendo sulla croce Lui dice che in fondo non sono cattivi, non
sanno quello che stanno facendo, li sta scusando. Noi apparteniamo a un
momento storico nel quale il comunismo, il fascismo ci insegnano sempre a
guardare la cattiveria nell'altro. Padroni schifosi che ci fregano i soldi,
che succhiano il sangue dei lavoratori. Gesù Cristo, il Figlio di Dio che
conosce l'uomo, lo vede in una forma diversa.
Questa é una parabola impressionante, che vuol dire questo: nella tua
comunità hai sentito molte volte direi "Quando io sarò cristiano, quando avrò
il Battesimo, quando mi convertirò...; ecco, come se la conversione fosse in
un dato giorno, e allora sarai cristiano. Questa Parola ti dice: " Oggi devi
essere cristiano!". Oggi, neanche domani, neanche tra un quarto d’ora perché
forse tra un quarto d’ora tu dormi. Il Signore ti chiama adesso. Il
contenuto di questa parabola qual è? Te lo spiego in modo semplice.
Le vergini non hanno preso olio. Perché non l'hanno preso?
Semplicemente perché hanno trascurato le nozze. Hanno pensato che e nozze non
erano importanti. Cosi allo Shemà tu hai pensato che non era importante e non
hai preso l'olio: e allora da quanto tempo non vieni in comunità? Da quanto
tempo non hai più olio? Ma per la sua misericordia il Signore ti dà oggi
l'occasione. Ecco, era in quel momento dello Shemà che il Signore ti invitava
a convertirti, era in quel momento che ti si poteva dare l'olio; tu non l'hai
preso, non c'è più. Questa convivenza stessa: è questo il momento in cui il
Signore ti dà l'olio, non ci sarà più tardi, non c'è un altro momento.
Noi siamo stati adesso in Palestina, gli Arabi ci invitano nelle
comunità, e ancora oggi i matrimoni non si fanno per amore, ancora oggi nei
paesi dove non è arrivato il progresso i matrimoni li contrattano i genitori.
Voi sapete che in quest'epoca esisteva il ripudio, esisteva la dote; allora
le due famiglie si riunivano per contrattare tutta la realtà della dote, i
campi, la casa, e se si separavano, in caso di ripudio, contrattavano anche
le varie cose economiche che erano molto serie. Quanto importanti erano le
nozze, più erano lunghe le trattative: in Oriente si fa tutto per le lunghe.
Se un arabo ti invita a casa te ne puoi andare soltanto dopo aver preso il
caffé, ma il caffé non te lo danno mai perché prima ti portano i piattini,
poi ti portano il formaggio, poi ti portano non so che cosa, e non te ne puoi
andare perché in Oriente l'ospitalità è tutto un rito. Tutte le trattative
vanno per le lunghe.
Allora tutte le vergini, le ragazze del paese, sono invitate perché si
sposa una loro amica, ma siccome le nozze sono molto importanti le trattative
vanno per le lunghe, e alcune ragazze hanno trascurato, hanno pensa
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to che queste nozze erano una cosa da poco e le trattative sarebbero state
brevi. Come molti di voi che siete qui pensate che questa convivenza non
vale tanto, siete venuti per curiosità, per non so che. Tutto quello che fa
Dio è molto importante, quando Dio attua nella tua vita ti chiama a
conversione in quel momento preciso.
Queste vergini non hanno preso olio, non hanno pensato che le
trattative potevano essere lunghe, non hanno portato olio. Le loro lampade si
sono spente perché lo sposo ritarda, e non hanno olio di riserva. Allora
hanno chiesto olio alle altre. Bene, io vi dico una cosa: questo è il
cammino catecumenale. Il cammino catecumenale sono le trattative. Tutto il
cammino catecumenale è lungo, perchè molto importante, perché importanti sono
le nozze che Dio sta per fare con te, perché è in gioco la tua vita. C'è
gente che disprezza queste trattative e prende sotto gamba il cammino, ci
sono altre cose più importanti. Il Cristianesimo non è un flash, non è una
emozione, non è una convivenza che tu senti così e dopo... no! Chi ha capito
che questo è una cosa seria non si lascia portare dall'emozione, dal
sentimento, ma prende l'olio. Capisce che è una cosa seria, qui c'è in gioco
la vita, questo è serio, è meraviglioso, e come tutte le cose serie nella
vita costa tempo e ha una maturazione. Questa è l'immagine.
Poiché le trattative sono lunghe tutte si sono assopite; anche voi,
poiché il Cammino é lungo vi siete addormentati. Da quanto tempo non
venivate in comunità? Non hanno più amore. Altri che hanno un poco d'amore
che hanno preso l'olio, che leggono la Parola, anche loro per routine, per
stanchezza si sono un po' addormentati. Bene, questa convivenza è questa
parabola. Noi siamo gli amici, gli amici dello Sposo che vengono a dirvi:
"Svegliatevi, perché viene lo Sposo!". Non quando vuoi tu. Adesso che siete
stanchi, a mezzanotte. E' adesso mezzanotte, è adesso che viene lo Sposo,
quando tu nemmeno lo aspetti, perché la vita è così, la morte è così. Non
puoi dire: "Non muoio domani". Il Signore ti ha portato qui a calci, anche se
hai una vita di peccato anche se sei ribellato, il Signore ti ha portato qui
perché ti vuole convertire, perché va in gioco la tua vita, la tua salvezza e
la tua felicità. Se non vuoi sei sempre libero, puoi resistere. Di fronte
alla nostra resistenza Dio sia inchiodato, impotente, si è fatto debole in
Gesù Cristo.
Tu puoi dire: "Non voglio", questa è la grandezza impressionante; a me
un uomo che resiste a Dio mi fa lodare Dio. Come è possibile? Nessun tiranno,
nessun capo di stato permette uno che si ribella, lo mette in galera, lo
uccide. Dio no. Non perché sia un prepotente che alla fine vi frega tutti,
no, il contrario! Perché è amore, ci ha dato una libertà immensa, grande
quanto se stesso. Questo è un aspetto che noi dobbiamo capire. Noi abbiamo
uno spirito molto fascista, molto borghese, molto moralista; noi ci
scandalizziamo sempre della sofferenza altrui, cioé della sofferenza che è
conseguenza della libertà del peccato. E il peccato cos'è? E' l'uso che noi
facciamo della nostra libertà. Secondo noi non ci dovrebbe
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essere libertà, vorremmo fare come Hitler: tutti quelli un po' anormali li
sterilizziamo, quelli cattivi li mettiamo in galera, quelli malvagi li
sterminiamo. Lasciamo solo i buonini, in modo che io mai possa avere una
sofferenza, in modo che io possa stare tranquillo, nessuno può sbagliare.
Chi sbaglia lo mandiamo in Siberia in un lager. Non è così Gesù Cristo. Non
abbiamo lo spirito di saggezza, la saggezza di Dio, per questo non capiamo
niente della vita. Abbiamo una mentalità completamente contraria al Vangelo.
Questo scrutinio è molto importante perché chi ancora continua con quella
mentalità non può andare avanti, perché quella mentalità è la mentalità del
demonio, è la mentalità che uccide Gesù Cristo, è il contrario del Vangelo.
Allora fratelli dicevo che tutti voi siete addormentati. Svegliatevi
che viene lo Sposo. Per molti questa convivenza li sta già svegliando, le mie
parole, le parole di Gesù Cristo. E poiché hanno olio si accende di nuovo in
loro il fuoco dell'amore e la convivenza li aiuta.
Per molti è inutile, non c'è più olio, non si accende nulla. Non c'è
più olio perché quando Dio gli ha detto di convertirsi -nell'altra
convivenza- non ha voluto. Dio passò vicino in quella convivenza, lo chiamó,
gli ha detto:"Disgraziato, ne va della tua vita", ma lui ha resistito e per
questo molti oggi non sono qui; perché nel momento in cui Dio stava dicendo:
"E' ora che tu ti converti. Convertiti adesso", non hanno voluto. E più tardi
quando si sono resi conto di quello che stava succedendo e voleva nono
convertirsi, non hanno potuto entrare. Diranno: "Signore, Signore, aprici!",
non potranno entrare perché la verità non si può fare menzogna. il Signore
è il Signore. Non sei tu il Signore.
Allora vuol dire che alcuni di voi sono destinati a questo? Sono
destinati a che si veda che sono rigettati. Fanno un gran servizio. Perché
quel fratello è rigettato e tu no? Non penserò mai che è rigettato perché è
più cattivo di me, ma tutto il contrario. Questo dicono gli Apostoli: sono
destinati ad essere rigettati perché si veda, perché tutti possiamo avere
paura e dire: "Poteva capitare a me, perché io non ho fatto meno peccati
dell'altro; ho le stesse cose, le stesse resistenze. Perché a lui?" Questo è
un mistero. Ho amato Giacobbe e rifiutato Esaù. Soltanto una cosa a loro: se
tu sei qui, in questa convivenza, è perché ti ha portato il Signore non per
rigettarti ma per convertirti. Ma state attenti perché non sapete fino a che
punto ci sarà un dopo, non lo sapete. Né sapete se stanotte avrete un infarto
o domani la morte. Non conosci tu la tua storia, Dio la conosce.
Non credere che queste cose le diciamo perché le abbiamo dette in tutte
le convivenze. Io sto parlando a voi concretamente, sul serio. E' la verità
più grande. E alcuni che siete stati bocciati, diciamo così, non pensate di
conoscere già questa convivenza. Non la conoscete. Perché voi
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non siete la stessa persona. Per questo vi abbiamo invitato, perché oggi
siete persone nuove: perché da un anno a questa parte o da due mesi a oggi vi
sono capitati fatti.
Ho visto ad esempio un parroco che ci ha fatto la guerra tutta la vita
e che ci odiava. E' basato un momento, una tachicardia un po' forte una notte
perché quest'uomo ha ripreso la sua vita seriamente, è cambiato
completamente. Quel fatto lo ha portato a ripensare. Ogni giorno ci capitano
tantissimi fatti. E' orribile etichettare le persone e pensare che quello è
un fesso e sarà così per tutta la vita. Non è vero. Noi pensiamo che anche la
persona più dura Dio può fare miracoli e può cambiarla.
Per questo abbiamo invitato molti di voi da cui umanamente non ci si
poteva aspettare nulla, ma noi non guardiamo a voi, guardiamo alla azione
dello Spirito dentro di voi, del Signore che vi ama infinitamente e che è
capace di fare in voi meraviglie perché voi gli apriate un minimo, uno
spiraglio, vi lasciate andare un pochino; fidatevi un minimo di lui e non
pensate che è un tizio che in fondo vuole fregarvi. Per questo fratelli
questa è la prima Parola di tutta la convivenza. Questa Parola vuol dire:
"Convertiti oggi", alcuni in questa convivenza possano prendere l'olio.
Prendi adesso l'olio perché forse non c'è un dopo. E guarda che quando tu
vorrai prendere l'olio sarà troppo tardi; la porta sarà chiusa. Il Signore
dice: "Convertiti adesso". Sarà per qualche cosa, no? Se ti puoi convertire
dopo perché ti dice il Signore "Convertiti adesso"? Per farti soffrire?
L'ultima cosa che dice oggi la Parola un po' seccante, è: "Non vi
conosco”. Vedete che tutte le Parole sono dure. Questa è una Parola molto
dura:”'Signore, Signore, aprici!'. Ma Egli rispose: 'In verità vi dico: non
vi conosco'.” Questo l'abbiamo sperimentato anche noi in questo scrutinio.
Non solo io ma anche i vostri catechisti diremo a molti di voi: "Non vi
conosco, non vi conosciamo... Ma chi vi ha catechizzati? Voi pensate come il
mondo, pensate come quelli che hanno ucciso Gesù Cristo. Dopo 5 anni pensate
così: ma chi vi ha catechizzato?". A noi è capitato, ci capita negli
scrutinii di vedere gente che ha una mentalità, un modo di pensare
assolutamente assurdo, il contrario di Gesù Cristo, come se il demonio avesse
tolto completamente il seme, il piccolo seme della Parola, del Kerygma, dello
amore al nemico, della non resistenza al male, della comprensione verso il
peccatore; e appare uno spirito di orgoglio, di moralismo, di giudizio verso
gli altri, una mentalità completamente opposta al Vangelo.
"Vegliate dunque perché non sapete né il giorno né l'ora".
Rispondiamo a questa Parola con un canto, il canto che dice: Portami
dietro a te, corriamo. E sia il Signore che ci prenda Lui dalla nostra
debolezza, perché siamo tutti addormentati, che ci prenda lui e abbia
misericordia di tutti noi.
Canto: Che mi baci coi baci della sua bocca.
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Ammonizione alla II lettura (Kiko)
La seconda Parola che sentiremo è la parabola dei talenti. Vi ricordate
che dopo il 1° Scrutinio la convivenza dello Shemà è venuta a far presente il
1° Scrutinio e a parlarvi del 2°. Qui stiamo ricordando lo Shemà e il 1°
Scrutinio che sono un tutt'uno e che oggi vengono a voi, perché siete
arrivati a un momento del cammino molti importante.
Anche qui abbiamo una parabola che si può interpretare in molti modi.
Io vi darò il senso profondo di questa parabola, ve ne darò
l'interpretazione.
E' chiaro che quando nella Chiesa non esiste più il catecumenato,
quando non esiste più il cammino con tappe, né un cammino di gestazione, ma
tutti si dicono cattolici perché sono nati da una famiglia cristiana, tutte
queste parabole hanno acquistato un senso differente e si sono dovute
interpretare in forma allegorica. Così si è detto che questi talenti di cui
si parla saranno l'intelligenza, i genitori, la società, il denaro etc. Noi
non l'interpretiamo così; è chiaro che anche questi sono talenti, ma non sono
questi i talenti di cui il Signore ti parla in questa parabola. Quando queste
parabole si guardano in un contesto catecumenale ecco che le cose sono
diverse.
Abbiamo sentito che nella prima parabola si parla di una porta che si
chiude; anche qui si parla di entrare: "Entra, servo buono e fedele". Bisogna
entrare da qualche parte.
Voglio dirvi soltanto una cosa: a uno vengono dati 5 talenti e la
Parola dice che il padrone che gli ha dato i 5 talenti dopo parte. Questo è
molto bello perché ci ricorda quello che noi catechisti facciamo con voi:
facciamo una catechesi e poi ce ne andiamo. Anche nel 1° Scrutinio so no
stati dati a voi dei talenti. Cosa sono i talenti? La Parola di Dio che è
stata data a voi, lo Spirito Santo che è stato dato a voi, questa Parola
accompagnata da gesti che ha fatto crescere in voi il vostro Battesimo, che
ha reso operante in voi il vostro Battesimo, di modo che la Chiesa ha fatto
di tutto affinché il vostro Battesimo cominci ad essere in voi una realtà.
Ecco, adesso sa per ritornare il padrone e si farà uno scrutinio.
Vedete in questa Parola c'è uno scrutinio; il padrone va a domandare ad a
ognuno di voi: "Che cosa hai fatto con i talenti che ti ho dato?" Tu rispondi
quello che vuoi. Qui succede una cosa interessante: a chi ha molto gli si
darà di più, a chi ha poco gli si toglierà quello che ha. Così finisce la
parabola. Cosa significa questo? E' chiaro che non si poteva capire. Adesso
si capisce tutto.
Cosa significa: Cinque talenti mi hai dato, ecco qui altri cinque; due
talenti mi hai dato, ecco qui altri due? Perché non dice: "Cinque talenti mi
hai dato, ecco qui altri tre"? Oppure: "Due talenti mi hai dato,
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ecco qui altri quattro"? Noi sottolineiamo questo fatto. Tu mi hai dato
cinque talenti. Cosa sono i talenti? La Parola di Dio che mi ha annunziato
qualche cosa vera, autentica, meravigliosa. Ma perché ti abbiamo dato questa
PArola? Te l'abbiamo data accompagnata dallo Spirito Santo perché si adempia,
è una Parola profetica che portava la potenza di adempiersi nella tua vita.
Cinque talenti ti abbiamo dato: sono arrivati a te questi cinque talenti,
questa Parola operante accompagnata dallo Spirito Santo; adesso che tu hai
obbedito alla Parola, che la Parola si è adempiuta in te, questa Parola ha
prodotto altri cinque talenti. Adesso tu me ne puoi ridare dieci: i cinque
che ti ho dato io più la tua esperienza, la Parola compiuta, sperimentata.
Già non sono più chiacchiere, adesso l'ho sperimentata, adesso so che quella
Parola che tu mi hai dato è vera perché si è avverata in me. Cinque talenti
mi hai dato, ecco qui altri cinque; due talenti mi hai dato ecco qui altri
due. Ognuno secondo quello che ha ricevuto.
Un talento mi hai dato e ho avuto paura, l'ho nascosto perché ho avuto
paura che lo rubassero. Tra i semiti l'unico modo per essere si curi che il
denaro non venisse rubato non era di metterlo in banca, ma di nasconderlo
sotto terra, soltanto tu conosci il posto. Quello si è voluto assicurare
davvero perché ha avuto paura di Dio, lo dice la Parola di Dio: capendo che
tu sei duro, che vuoi raccogliere li dove non hai neanche seminato, ho avuto
paura di te e ho nascosto il mio talento. Ecco il talento che mi hai dato.
E' come quei fratelli tra di voi che quando noi li scruteremo ci
sapranno ridare unicamente la nostra catechesi, come pappagalli, come un
disco, ma non hanno sperimentato niente. Mi hai dato un talento, ti ridò il
talento. Ma no, io non ti ho dato il talento perché adesso tu me lo ridia
così. Noi ti abbiamo detto: Va' e fa presto, sperimenta che quello che ti ho
dato è autenticamente vero, non sono chiacchiere! Allora non perdere tempo
qui con noi, il tempo vale denaro oggi.
Vi invito ad ascoltare questa Parola.
II lettura: Mt. 25, 14-30
Passaggio al canto.
In risposta a questa Parola voglio insegnarvi un canto nuovo, il Salmo
94, che dice: "Se oggi ascoltate la sua voce", se veramente sentite che
questa voce che arriva a voi è la Parola di Dio, è la voce del Signore che vi
chiama personalmente, non indurite il vostro cuore.
Canto: Salmo 94
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Ammonizione alla III lettura
Finiremo questa celebrazione con una Parola molto breve; capisco che
siete stanchi, ma forse non vi rendete conto del privilegio di stare seduti
qui, di essere stati convocati qui dal Signore per ascoltare questa Parola.
E' chiaro che le parole che io posso dirvi non sono nulla se il Signore
non ve le fa risuonare interiormente, se lo Spirito Santo non vi unge
interiormente e vi dice che questo è veramente Dio e ve le fa mangiare, ve le
fa assimilare in modo che in voi diventino carne, ve le fa guardare, capire.
Sapete che la parabola del seminatore dice: la semente che cade sulla
strada è come quelli che ascoltano la Parola di Dio e non la capiscono,
arrivano i passeri e la portano via. Quelli che ascoltano la Parola e la
comprendono sono come la semente che cade in buona terra e dà frutto alcuni
60, alcuni 40, altri 100.
Vorrei dirvi una parola soltanto: il Signore ci invita a convertirci e
ci invita a convertirci prendendo spunto da questo: ci invita a meditare la
sofferenza della terra. Ci dice: quella signora che tu conosci che ha un
cancro, che è una signora buona, in una famiglia per bene, meravigliosa,
perché pensi tu che lei ha un cancro e i suoi figli resteranno senza madre e
il marito sarà disperato, pensi che è un castigo di Dio? Pensi forse che le è
capitato questo perché è peggio di te? Quelli che vivono oggi distrutti, che
soffrono la fame, quelle che hanno i mariti che si ubriacano, quelli che
hanno i figli che si drogano e sono distrutti, o quell(altro a cui sono
successe quelle cose, o quegli altri su cui è caduta la torre di Siloe -come
dice la Parola- e li ha massacrati tutti (siccome per Israele tutti gli
eventi sono permessi da Dio e quando Dio ha permesso quello forse voleva dire
che avevano qualche peccato tremendo che doveva essere castigato, perché per
un israelita è molto importante morire in una liturgia, con la sinagoga, con
i presbiteri, non morire così in maniera orribile in un incidente, e la gente
allora ha pensato che dovevano essere dei grandi peccatori dal momento che
Dio ha per messo che morissero così), voi credete che quelli erano più
peccatori di voi? O quell'altro fatto ancora più terribile, di quelli il cui
sangue un pagano ha mescolato con il sangue dei sacrifici pagani, facendo un
sacrilegio. Quando Dio ha permesso per quelli questa cosa spaventosa certo
dovevano essere dei grandi peccatori! Voi pensate che erano più peccatori di
voi? Io vi dico di no.
Vi dò la mia esperienza, fratelli: io sono stato per tre anni in una
borgata e prima per un anno in un'altra borgata. Una delle cose che più mi ha
spaventato è stata questa: io sono andato a vivere in borgata perché la donna
che veniva a fare le pulizie in casa dei miei genitori un giorno di Natale si
mise a piangere ed io le domandai il perché. Lei mi
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raccontò la sua vita, che sua figlio era in galera ed io sono rimasto
allibito, forse ero ingenuo, cretino, mi sono cadute le braccia quando mi ha
raccontato quello che le capitava, e non esagerava. Quella donna era sposata
con un uomo zoppo che si ubriacava tutte le notti, arrivava alle due di
notte, prendeva un bastone e la bastonava tutte le notti, aveva tentato di
violentare i figli e altre cose orribili. Perché a quella donna le è capitato
questo? Lei che si alzava alle cinque del mattino per fare le pulizie in giro
per le case. Spiegatemelo! Io voglio sapere il perché. Perché quella donna
aveva una vita di inferno e a me sembrava una santa. Che peccato aveva
commesso? Io sono andato a vivere con lei, aveva dieci figli e ho cercato di
aiutare il marito e i figli...
Il Signore mi ha permesso, vivendo là, di prendere contatto con il
servo di Jahwè, mi sono trovato con il servo sofferente faccia a faccia e io
sono rimasto muto e ho detto: qui non si salva nessuno, quando arriva il
Signore non mi pesca al di fuori di questi poveracci, vado a vivere in una
baracca, mi metto a vivere come un monaco poveretto buono ai loro piedi, a
lavarglieli, a dir loro che io sono un peccatore.
Questo è quello che ho fatto nella mia vita. Ho visto cose
impressionanti, gente con il morbo di Parkinson, costretto a chiedere
l'elemosina, ladri, etc...
Io vi invito fratelli, con questa Parola, a meditare questa sera sulla
vostra realtà. Vi invito a vedere che tutte le cose che succedono, che
succedono anche ai vostri familiari, non sono castighi di Dio ma sono eventi
che il Signore permette anche per la vostra conversione, per farvi un
discorso molto più profondo, per non permettere che voi restiate seduti
borghesemente sulla vostra realtà. La vita dell'uomo è qualche cosa di serio,
noi siamo pellegrini qui, la nostra vita deve camminare in tensione verso
qualche cosa, e Dio non sopporta quel matrimonio con la pancia così, che si
siede con la sua televisione, con la macchina bella, con la sua casa al mare,
con la sua coppiettina di bambini, che non vuole nessun problema. Dio non
tollera che uno riduca a questo la vita e manda i ladri e manda le malattie
affinché l'uomo non rimpicciolisca la sua vita e ne faccia una schifezza,
quando la vita è una cosa molto seria e importante. Quelli che hanno qualche
anno in più e che hanno fatto la guerra sanno che cosa è la vita, che è
veramente seria. La vita è in funzione di qualche cosa, per questo c’è nella
vita un qualche cosa che si chiama tempo, invecchiamo; benedetto sia il
Signore che invecchiamo, benedetto sia il Signore che moriamo. Che noia
sarebbe altrimenti la vita! Questi fatti ci obbligano a riflettere sulla vita
realmente, su dove andiamo, su cosa sia realmente la nostra esistenza. Il
Signore vi sta portando qua perché vuole portare la vostra esistenza verso
qualche cosa.
Qualcuno ancora sta pensando che vuole venire in comunità per essere
felice lui e gli dà fastidio terribilmente che in comunità non ci si ama, che
quello è un peccatore, che l'altro è insopportabile; vorrebbe un gruppo di
amicotti, un club di gente per bene, che ci aiuti a rendere
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ancora più borghese la nostra vita, più schifosa. No, fratelli miei, non è
possibile questo. Voi siete in questo cammino perché Dio vi sta chiamando
veramente a fare una missione sulla terra molto importante, perché il mondo
soffre, perché esistono veramente nel mondo le tenebre, la morte e la gente
che soffre.
Quelli delle comunità più vecchie che sono andati per sei mesi a
predicare il Vangelo per le case lo possono dire che sofferenza hanno trovato
e così adesso che stiamo ascoltando la Redditio vediamo come tantissima gente
si trovava nella sofferenza più tremenda.
Il Signore vi sta chiamando qui, fratelli, per aiutarvi a salvare
l'umanità dalla morte, dalla sofferenza, dal peccato e mettere gli uomini in
un cammino, in una tensione verso quella dimensione che Dio ha voluto
predisporre per l'umanità.
Per questo nello stesso contesto si può leggere questa ultima parabola
del fico. Molti possono pensare: "Ma che mi importa, se mi chiudono la porta
io me ne vado nella comunità di dietro, potrò sempre ascoltare la Parola di
Dio”: Se uno chiede alla gente per bene che sempre è stata nella Chiesa, che
mai riconosce di non avere fede, l'ha avuta sempre, che cosa le sembra questo
cammino, vi dice: "Io vengo in comunità perché mi spiegano la Parola di Dio,
perché mai me l'hanno spiegata". Come se le mancasse soltanto quello! Non
capisco come si possa essere cristiano senza nessuna Parola di Dio. Se uno
pensa che può stare qui ascoltando la Parola di Dio tranquillamente io gli
dico che questo non è possibile.
Questa parabola non si potrebbe capire assolutamente al di fuori di un
contesto catecumenale. Il catecumenato nella Chiesa primitiva dura 4 anni.
Qui dice che il padrone viene tre anni a cercare frutti da questo fico e
durante questi tre anni non ne ha trovati. Allora dice al giardiniere:
"Taglialo!" Il giardiniere, leggasi catechista, dice: "No Signore, aspetta un
poco, lasciamolo ancora un anno, lo poterò, gli zapperò la terra; ecco, farò
catechesi, gli farò ascoltare la Parola di Dio, gli urlerò, , lo picchierò,
andrò a mangiare con lui, gli farò uno scrutinio, gli dirò che è un cretino,
che si va a condannare. Se dopo un anno non troverai ancora frutti lo
taglierò".
Cioé esiste un tempo, non si può stare qui in eterno; quelli di voi che
non passeranno questo scrutinio passeranno per un anno in una altra comunità,
per aiutarvi ancora, ma se in quell'anno voi non fate frutti, frutti di vita
eterna che dimostrino che voi avete messo in opera questa Parola di Dio, non
potrete continuare. Qualcuno potrà dire che se anche non lo passeremo al
catecumenato se ne starà bene in un'altra comunità ascoltando la Parola di
Dio due volte alla settimana. Questo non è vero fratelli. Questo non lo dico
io; se la mia interpretazione non vi sembra giusta datene voi una più giusta.
"Perché deve sfruttare il terreno? Tagliala. Signore, lasciala ancora
per quest'anno, per darmi tempo di scavare attorno...". Questa parabola è
messa nel contesto di prima; cioé viene subito dopo il brano del
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la torre di Siloe, perché il Signore ci sta chiamando a conversione. Il
Signore vi ha dato un momento di conversione, per questo terminiamo questa
notte con questa lettura che chiude questa celebrazione della Parola che ha
voluto essere una voce dell'amico dello Sposo che viene a svegliarvi e che è
stata un pochino forte, se volete, proprio per questo: perché viene lo Sposo,
si vanno a fare le nozze e si chiude la porta e forse alcuni di voi non
entreranno. Non si scherza con Gesù Cristo, non si scherza. Come che non si
scherza? Non si scherza con Gesù Cristo.
Ve lo posso dire perché mio padre non è cristiano e soffre e la sua
vita è una miseria. Perché questo? Attento, può succedere anche a te, che
stai qui scherzando, si chiude la porta, o entri in crisi, vai fuori da
questo cammino e la tua vita può trasformarsi in una miseria, afferrato a 4
denari e trasformato in un mostro, insofferente con le malattie, con i figli,
con il marito, con il lavoro, con tutto. Guardate le statistiche dei suicidi
che avvengono tutti i giorni, sui drogati; perché noi no e gli altri si? Vi
invito, fratelli, a prendere in mano con coscienzala realtà che stiamo
vivendo e a non venire qua a sentire soltanto delle belle parole, a sentire
soltanto un tipo che urla di modo che il vostro cuore batta un pochino di
più. Per questo fratelli prima di questa Parola, il Vangelo di Luca dice:
"Voi che sapete il cielo e quando vedete il cielo rosso dite che domani farà
tormenta, voi che sapete giudicare lo aspetto del cielo, perché non guardate
i tempi presenti, perché non capite? Ipocriti", dice il Vangelo. "perché voi
stessi non pensate che cosa è giusto fare;guarda, dice il Signore, che se vai
con il tuo avversario, procura di metterti d'accordo con lui mentre sei con
lui per strada per andare dal magistrato, perché se arrivi lì e ti consegna
al magistrato io ti assicuro che non uscirai di là fino ad aver pagato fino
all'ultimo centesimo e ti si metterà in galera".
Il Signore ci vuole dire che la vita che ti si dona è come un tempo in
cui sei stato preso in flagrante, ti ha preso un tipo a cui tu sati rubando,
ti ha preso, pieno di odio, ti ha incatenato e ti sta portando alla polizia,
ti odia con tutto il cuore perché gli satvi rubando il suo denaro. Adesso, in
questo tempo che manca per arrivare alla polizia, mettiti per terra, piangi,
fa' quello che vuoi, fai in modo che ti perdoni perché se arrivi alla polizia
ti picchieranno per bene. Queste sono parole del Signore: "Tu non uscirai di
là fino a quando non avrai dato fino all'ultimo centesimo". Cosa credi, che
la vita sia così? No, la vita non è un giochetto in cui si gioca
tranquillamente. La vita è qualche cosa di molto serio e io sto parlando in
nome di questo Dio duro, duro perché ci ama; perché ha amore è duro e anche
tremendamente misericordioso, tremendamente buono e una prova della sua
misericordia sono io stesso che vi sto parlando.
Che cosa devo fare? Umiliarmi, ecco cosa devo fare. Umiliati con il tuo
avversario, chiedi perdono, cedi, china il capo che è di fer
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ro, di fronte alla moglie, al marito, ai figli, nel lavoro, di fronte a Dio
stesso. Riconosci che Lui ha ragione, la tua vita non è né
fredda né calda, la tua vita non vale nulla, e chiedigli che ti peroni.
Vedrai come il Signore pieno di misericordia per te ti dona
tutto, perché vuole darti tutto, ma non può darti nulla se tu non glielo
chiedi e chi chiede è il povero, colui che riconosce che ha bisogno.
Chi ha il collo di ferro non ha bisogno di nulla; questo è un popolo
che ha la nuca di ferro, più cose gli mando più bestemmia, più si rivolta
contro di me perché non si vuole convertire. Voi no, perché il
Signore vi ha portato qui perché vuole convertirvi, perché Lui
Stesso vuole farlo. Per questo io sono l'amico dello sposo che viene a
gridare a voi: "Ecco che arriva lo sposo, convertiamoci!"
Mettiamoci in piedi.
III lettura: Lc. 12, 54-59; 13, 1-9(letta dal Presidente)
Preghiera del Presidente
Padre nostro
Benedizione
Ammonizione al silenzio
Si va a letto in silenzio fino alle Lodi del mattino dopo.
Kiko dopo dice ai catechisti presenti che si sarebbero dovuti leggere anche
l'ultima parte di Lc. 12, di cui ha parlato nell'ammonizione.
I responsabili delle varie comunità consegnano ai catechisti gli elenchi
delle loro comunità perché i catechisti possano formare i gruppi per il
questionario della mattina dopo (separare le mogli dai mariti, i figli dai
genitori, etc., per avere più libertà nel questionario).
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SABATO MATTINA
L O D I
Salmi del giorno con i seguenti tre canti:
Passo al canto: "Il Signore mi ha aperto l'orecchio"
Il terzo canto del Servo di Jahwé dice: "Mi hai aperto l'orecchio
perché possa ascoltare come un discepolo".
Sapete che essere catecumeni significa avere l'orecchio aperto. Finora
siete stati nel pre-catecumenato, un periodo in cui la Chiesa non riconosceva
in voi che avevate l'orecchio aperto. Entrare nel catecumenato significa
avere l'orecchio aperto non perché adesso sentite la Parola, ma perché
significa una cosa molto più importante: aver capito che Dio parla con noi
attraverso la storia e pertanto non mormorate più oggi nella vostra vita.
Chi non ha l'orecchio aperto mormora contro Dio perché gli capitano dei
fatti che non gli piacciono; come il popolo di Israele mormorava nel deserto.
Come dirà la parabola del Seminatore: "Chi ascolta le mie parole e non le
comprende..."; c'è bisogno di una illuminazione interiore del cuore alla
propria storia. Precisamente il canto terzo del Servo di Jahwè mette in
relazione l'aprire l'orecchio con l'entrare ne gli eventi spiacevoli della
propria esistenza. "Mi hai aperto l'orecchio perciò offrii le mie spalle a
chi mi bastonava, offrii le mie guance a chi mi strappava la barba", non
schivò gli insulti né gli sputi. Tutto questo significa aprire l'orecchio,
significa entrare nella croce perché ha capito che Dio parla attraverso la
nostra storia; non soltanto che Dio parla attraverso la Scrittura, ma che Dio
si è fatto un popolo nella storia dove Lui si realizza. Il nostro essere
cristiani è nella storia, nel la vita. Fare cristianesimo di tempio è una
alienazione, va contro lo Spirito della Scrittura. Tutti i Salmi diranno
tutto il contrario: "Sacrificio ed olocausto tu non vuoi, per questo hai
aperto a me l'orecchio, per ciò ho detto: 'Ecco io vengo per fare la tua
volontà'." Ecco, questo è quello che significa Gesù Cristo.
Dice il Signore: "Che mi importa dei vostri canti, delle vostre
liturgie, delle vostre assemblee sante, che me ne faccio? Dei vostri altari e
dei vostri sacrifici che mi importa? Se dopo avete le mani piene di
immondizie, di sporcizie, siete ladri, egoisti, cattivi?".
Dio non voleva una religione per non entrare nella storia, e lo ha
dimostrato in Gesù Cristo: "Mi hai dato un corpo, per questo vengo, per
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fare la Tua volontà". Passare al catecumenato significa questo: che avete
capito, anche se ancora non entrate del tutto in questa croce, avete capito
dove sta la vita; siete passati dall'idolatria, da una religione idolatrica
che serve solo per risolvere i vostri comodi - tutte le religioni hanno lo
stesso scopo: risolverci i problemi. Nessuna religione è una alienazione:
tutte le religioni servono per le cose pratiche, per guarire i malati, per
chiedere aiuto alle forze superiori dell'uomo; se non servono a questo, a che
servono? Se tu vai a un popolo africano ti diranno che nella loro religione
hanno un aiuto immenso, che senza la loro religione non potrebbero rispondere
ai grandi fenomeni dei disastri, delle malattie, della morte, ma con la
religione loro hanno una forma di comunione, di Koinonia con la natura, con i
terremoti, con tante cose - ma il cristianesimo supera la religione. La
religione è solo una fase: importante, ma semplice, egoistica: la religione
serve a me. Essere catecumeni, dicevo, significa aver superato una certa
tappa, aver capito che non sia mo qui soltanto per risolvere i problemi di
felicità o di infelicità. Dio vi ha chiamati, come Abramo, con la cosa che
più desiderava ma dopo dovrà spostare questa proiezione che ha fatto di se
stesso, Dio dovrà purificarlo per portarlo alla promessa, al popolo,
esattamente quello che il Signore farà con noi.
Cantiamo fratelli perché il Signore ci apra l'orecchio. Le Lodi si
fanno cantando assieme a Gesù Cristo: i Salmi sono la preghiera che Lui fa al
Padre attraverso la Chiesa. Cristo è il nostro capo e noi siamo il Suo
popolo, il Suo corpo, e Lui in mezzo a noi eleva questo canto.
Passo al canto: "Ho sperato nel Signore"
Canteremo: "Ho sperato nel Signore". Lo canteremo assieme a Gesù
Cristo, è Lui che lo canta per noi. Lui ha sperato in Suo Padre, ha sperato:
"E Lui su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido, mi ha tratto
dalla fossa della morte". Infatti in noi si adempie e ci “ha tratto dal fango
della palude". Il peccato è come, una palude e l'uomo non può uscire, resta
invischiato, resta appiccicato, non riesce a liberarsene, si sente affondare:
c'è gente che mai si libera. "Tu mi hai tolto dal fango della palude e i miei
piedi hai stabilito su una cosa sicura", non su una cosa appiccicosa,
sinuosa, sempre dubbiosa: se sarà il vero, se sarà una cosa seria, se sarò
nella verità o no, sempre con questa non-felicità al profondo dello spirito
dell'uomo, perché dove si dà il segreto del la felicità è al profondo dello
spirito dell'uomo.
C'è gente alienata con se stessa che mai tocca questo fondo di se
stessi che è lo spirito dell'uomo. Voi sapete che tutti saremo giudica ti
nella rettitudine del cuore cioé nella sincerità profonda dell'intenzione, là
dove lo spirito umano, là dove si dà la fede; la fede è che lo Spirito di
Cristo risorto testifica al nostra spirito che siamo figli di Dio.
Nel fondo il Kerygma, le catechesi, vogliono far toccare questo fondo.
Molta gente vive perifericamente, mai ha scoperto che ha uno spirito, credeva
di avere solo un corpo che quando ha caldo si spoglia, quando ha
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sete beve, quando é annoiato va al cinema, quando non si sente amato vuole
fare l'amore, ecc., soltanto così e pensa soltanto a passarlo bene e se per
passarlo bene occorrono i soldi vuole fare soldi, e col lavoro e se non gli
piace ne vuole uno più bello, e se gli piacciono le ragazze va con le
ragazze, così, a questo livello, non si rendono conto che hanno uno spirito.
E dopo soltanto scopre che non è felice, che non sa cosa gli succede e
allora quando non si sente pagato bene nel lavoro lo lascia, si sente
schiacciato interiormente; dopo se la ragazza non va come lui pensa si sente
adirato, dopo coi genitori ha altri problemi.... Lui credeva che al suo
problema si rispondesse così: ma non basta andarsene di casa perché la madre
ti fa una testa così grossa... Non basta, non basta andarsene di casa perché
la moglie non ti accontenta... Non basta neanche dire che la felicità è
un'utopia... Scoprire questo Spirito fratelli è dire: "Ecco, il mio piede è
sulla roccia, su Gesù Cristo, ha reso sicuri i miei passi, in un cammino di
salvezza". In questo salmo di nuovo ripetete "sacrificio ed offerta non
gradisci per questo mi hai aperto l'orecchio..."
Ecco, come Dio non voleva sacrifici, che una persona vada al tempio e
faccia riti - c'è gente che ha un senso di religione così lo stesso che
siccome Dio ha creato la natura così se 6 giorni lavori per te allora la
domenica devi lavorare per Dio - questo Dio non lo ha accettato, per questo:
"Hai aperto a me l'orecchio, non hai chiesto vittime per la colpa", non
accetta né agnello, né sacrifici per riparare la colpa, per questo ho detto
"Ecco io vengo per fare la Tua volontà". Cantiamo questo, fratelli.
Passo al canto : Il Seminatore.
Ora faremo il canto de "Il seminatore". Udremo come questa mattina
tutto sarà centrato sulla Parola dello Shemà. La parola Shemà é una parola
ebraica che significa "Ascolta": "Ascolta Israele! Il Signore tuo Dio è
l'Unico Signore; amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente,
con tutte le tue forze, con tutta la tua anima".
Per Israele anima vuol dire vita, con tutto te stesso, nello spirito
dell'uomo dove l'uomo non vuole perdere se stesso, rischiare se stesso; con
tutte le sue forze vuol dire con tutto il suo lavoro. Vediamo che questo che
è il centro dell'Antico Testamento si é compiuto perfettamente in Gesù Cristo
ed anche qui in questa Parola succede questo.
Cioè, chi ascolta... Sono terribili le beatitudini di fronte al
Vangelo, di fronte all'annunzio... Sono quelli che ascoltano senza capire,
senza conoscere, perché sono rivoltati contro se stessi, contro la storia:
non comprendono, non vogliono comprendere, non vogliono ascoltare, sono
questa la sementa che cade nella strada, perché hanno il cuore pieno di mormo
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razioni. Mormorare significa giudicare; e mormora l'altro e sta giudicando le
cose cattive dell'altro perché non sopporta l'altro, la sua vita, quello che
gli è capitato, i figli che ha, la moglie insopportabile che ha, il lavoro,
ama la vita e quello che non comprende, non vuol comprendere, non lo accetta:
chiaro! Perché comprendere Dio significa accettare la propria storia, allora
meglio mettersi in una posizione di rifiuto totale e dice: "Non comprendo,
non comprendo niente, non capisco nulla! Sono nella confusione più totale".
Chi dice questo ha risolto tutto?
Ecco, allora questi, la Parola, la semente cade e se la portano via i
passeri perché è lì in terra, non è penetrata nella terra, non è penetrata
nell'uomo, la Parola è lì. Questa è la prima tentazione, questa del cuore:
"Ama Dio con tutto il tuo cuore”. Un'altra è quella che cade tra le pietre:
sono quelli che accolgono la Parola, ma non c'è la terra. Questo di chi
accoglie la Parola in una convivenza, come dico a voi, perché vi piace,
perché la Parola è bella, la Parola viene proclamata con forza e chi la
predica sembra che la crede veramente e allora prende della Parola solo
quello che gli fa piacere, solo quello che lo costruisce, perché tutta la sua
vita sta centrata nella sua pace, nel passarla bene. Allora fintanto che la
comunità ti dà bene, ti aiuta, ti costruisce, ti risolve i problemi tutto va
bene e tu sei disposta. Ma quando qua dentro si rischia la vita, allora viene
la persecuzione per colpa del Vangelo, viene a scoprire che "Ah, no! Io non
ci sto!". Allora si capisce: quello che cade sulla pietra sono quelli.. cioè
"Amerai il Signore Dio tuo con tutta l'anima" vuol dire con tutta la vita,
dare la vita, per amore tuo, rischiare per questo.
La terza: "Amare Dio con tutte le forze, con tutto il denaro, con
"tutto il lavoro", quando dice il Signore: “le spine” che sono? Sono quelli
che ascoltano la Parola, la ascoltano con gioia; poi dopo le preoccupazioni
della vita, le ricchezze la soffocano, è chiaro. Lo Shemà è uno scrutinio.
Gesù Cristo è stato messo davanti a questo scrutinio; anche Gesù dice: "La
Parola è uno scrutinio, è dove si vedono le persone".
Bene, fratelli, questo ci aiuti a non essere né mormoratori nel cuore,
a non avere una pietra al posto del cuore senza terra; né ad essere spine che
soffocano la Parola per i problemi del lavoro, con i problemi del la vita...
Ma che siamo la terra ove Gesù Cristo possa crescere in noi fino ad arrivare
a germgliare, alla sua natura.
Preghiera del Presidente (in piedi)
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Ammonizione alla lettura (Carmen)
Ieri sera abbiamo proclamato lungamente la Parola e non so se
avete dormito bene questa notte; avete visto ieri che abbiamo proclamato a
lungo la Parola che nel fondo diceva sempre lo stesso: penso che se con
questa PArola sarete molti di voi scomodati, la Parola ha compiuto il suo
scopo che era di svegliarvi, di togliervi la stabilità che noi abbiamo per
metterci forse in qualche direzione.
In contrasto con ieri sera oggi avremo una Parola molto breve tratta
dal Vangelo di Matteo, che apre la porta di questo scrutinio, una Parola che
avremo presente in questi 10 giorni. Sono contenta che nonostante non vi
conosca a molti questa Parola si alza per noi questa mattina come un
talismano meraviglioso che contrasta tutta la realtà, e tutte le generazioni,
e tutto il nostro futuro nella storia e la nostra realtà di oggi stesso. Per
me questa perla meravigliosa che contrasta tutte le nostre acquisizioni il
più buono che abbiamo acquisito, lottato, accumulato nel nostro cuore, questo
lo viene oggi a contrastare e ci viene a chiamare a camminare nella libertà,
perché abbiamo accumulato tanto grosso, abbiamo ingrossato tanto e non siamo
veramente liberi di godere la vita, la pienezza per la quale Dio ci ha
creati.
Io vi dico che sono contenta perché per me questa mattina è una
chiamata veramente di libertà e di amore: questo lo dico anche per i
catechisti che sono quelli che conosco di più. Questa Parola ci interroga
oggi profondamente a tutti noi in una maniera nuova; questo non lo sappiamo
niente, questa non è una Parola che già sappiamo, questa è una Parola che è
oggi viva e nuova assolutamente.
Questa Parola apre questo scrutinio e oggi qua non c'è nessuno che si
liberi da essa. Questa PArola ci presenta oggi davanti lo stesso Gesù Cristo.
Gesù Cristo è contrastato per questa PArola: Israele sottometterà Gesù Cristo
a questo scrutinio.
Io vedevo questa mattina come è veramente impressionante questa Parola,
che è questa pietra di contrasto, che mette a sangue tante realtà, che rompe
le nostre realtà e dà la possibilità di appoggiarsi in una realtà nuova, che
crea veramente la realtà più autentica, rompe le altre cose: una Parola così
per discendere a noi. Non c'è Parola più accombinata, più realtà che abbiamo
usato tanto per superare per questo le acquisizioni più grandi che abbiamo
fatto dai nostri genitori, dove noi abbiamo pensato qui di costruire
veramente, questa Parola che è l'amore. Andiamo a vedere come Dio si
manifesta e fa splendere cosa sia l'amore. L'amore meraviglioso con il quale
Dio si è manifestato agli uomini: veramente tutte queste accurazioni con le
quali si appesantisce il nostro cuore e soffre tanto, tutte si spengono, per
questo non abbiamo veramente costruito un amore, abbiamo costruito un
succedersi falso di amore.
Il tanto accumulare delle nostre ricchezze si contrasta con questa
meravigliosa ricchezza di Gesù Cristo; vediamo che tutte le nostre ric
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chezze sono putrefatte. E perciò Dio con questa Parola che è molto bella,
contrasterà non questi l0 giorni dello scrutinio ma tutta la nostra
esistenza; come sarà quella di Gesù Cristo. Vedremo come Israele sottomette
Gesù Cristo per vedere se questo Gesù Cristo è un pentecostale, un
carismatico qualsiasi o veramente è un figlio dell'Alleanza; se veramente ha
ascoltato la voce di Dio: per questo incentrerà, infronterà Gesù Cristo con
il Sinai. Israele non ha altro cuore che l'essere stato testimone della
presenza di Dio.
Per questo scrutinio non abbiamo fatto programmi... Solamente si
contrasta con la Prima Parola, il primo Comandamento dell'Amore di Dio.
Israele mette Gesù Cristo davanti a questo primo comandamento. Con questo
primo comandamento non ci scontriamo questa mattina con un codice, anche se
siamo propensi a pensarlo con il nostro giuridicismo. Il primo
Comandamento... Già non è normale: Israele non lo chiama comandamento, sono
10 Parole.
Volete vedere Dio? Volete sperimentare la sua presenza? Non ha né occhi
né capelli. Dio ha voluto essere conosciuto attraverso la PArola. Si è
manifestato come comunicazione con amore, e per me il vincolo dell'amore e
della comunicazione è la Parola. Il Sinai ha visto la gloria di Dio e l'ha
sperimentato il popolo attraverso 10 Parole. La prima Parole di tutte "Io
sono il Signore, il tuo Dio": è la Sua presenza quella che irrompe e
precedetutto. Non è un codice di esigenze ma è una presenza che prende
possesso di un popolo perché l'amore prima di tutto è un'esperienza gratuita,
la gratuità di Dio che ha stravolto sopra la terra un popolo che ha
sperimentato la sua presenza. Che cosa sia l'amore, la realtà dell'essere che
ha senso nella sua esistenza, nel deserto, la vita.
Per questo la prima cosa che va ad aiutare la presenza di Gesù Cristo è
se questo veramente ha ascoltato la voce perché il primo comandamento é:
Ascoltare, " Ascolta Israele". Se Dio si è manifestato come PArola, la prima
cosa é sentirla. Questa notte ascoltavate Gesù Cristo, se lui ha veramente
ascoltato Dio o è stato cosa come un cattedratico qualsiasi, se veramente è
un figlio del Sinai, un figlio che ha veramente ascoltato la voce del PAdre;
per questo gli diranno "Se tu sei un figlio di Dio", e non solo questo ma se
questa voce è stata una realtà di Dio.
Se hai sperimentato veramente cos'è amare Dio con tutto il cuore, con
tutta l'anima e con tutte le forze: cose che per noi sono la stessa cosa o
una cosa letteraria, questo dinamismo che il racconto delle tentazioni ci
sembra una cosa di fantascienza, una cosa fuori della storia. E questo
significa che Israele non fa fantascienza con Gesù Cristo ma al contrario
sottomette Gesù Cristo al cuore proprio della storia di Israele che è il
deserto. Il più duro della storia d'Israele è stato il deserto: lo sottomette
là alla prova del cuore, di tutta la sua vita, di tutte le sue forze, di
tutti i suoi denari, di tutta la sua esistenza.
E queste stesse cose vanno a contrastare tutto quello che dà senso alla
nostra esistenza, e non una volta per sempre ma continuamente avremo
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questo contrasto, per questo si alza Gesù Cristo davanti a noi...: con questa
Parola rompe tutto il sentimentalismo, tutte le proiezioni di un paradiso
meraviglioso fondato sopra la legge.
Questo è l'amore che Dio dona nella storia che contrasta con tutte le
nostre creazioni di tutti i giorni. L'unico che invito - dico anche ai
catechisti -è a lasciare che si innalzi davanti a noi Gesù Cristo, questa
verità, perché questo che Dio ha dato non è un ideale, che noi adesso
possiamo sforzarci di essere buoni, ma è un regalo totale che Dio ci fa
questa mattina. Dio irrompe qua come nel Sinai ed apre davanti a noi una
strada vera, gratuita da percorrere in Gesù Cristo. Per questo é un
banchetto, si è imbandita una Parola in un banchetto, un amore che ci
presenta già Gesù Cristo. La realtà è che questa strada è l'unica che sboccia
alla resurrezione, alla vita. Io vi invito ad ascoltare con umiltà e a
lasciarci invadere, guidare da quello che il Signore vuole darci oggi. E non
pensate che già sapete tutto, sia voi che rifate lo scrutinio o voi
catechisti, ma che questa Parola salta a Vita Eterna.
Lettura: Mt. 4, 1-11
Catechesi sulle tre tentazioni (Kiko)
Matteo presenta Gesù Cristo come il vero Israele, vuole dimostrare che
Gesù non è un ispirato o un inviato qualunque ma che è veramente un figlio
dell'Alleanza, un figlio di Dio che ha adempiuto lo Shemà. Gesù Cristo è
stato messo davanti allo Shemà che è il cuore della Legge, questo capitolo
6 del Deuteronomio: “Ascolta Israele: amerai il Signore tuo Dio con tutto il
tuo cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze". I Dieci Comandamenti si
riassumono in due: Amare Dio al di sopra di ogni cosa e il prossimo come te
stesso. Infatti quando domandano a Gesù Cristo: "Maestro, qual è il primo
comandamento della Legge?", Gesù risponde: "Shemà Israel, Ascolta Israele:
Dio è l'Unico Signore, amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta
l'anima e con tutte le forze". "E' vero, Maestro, hai ragione: Amare Dio val
più di tutti i sacrifici".
Gesù Cristo è esaminato sullo Shemà, che ancora oggi nelle,
sinagoghe si recita 2 volte al giorno, al mattino e alla sera. Perché per
gli Ebrei la conversione è costante: ogni mattina dici: "Signore, proclamo
con tutto il mio popolo che sono disposto oggi ad amarti con tutto il cuore,
con tutta l'anima e con tutte le forze", vai al lavoro però forse nel
pomeriggio già non sei più tanto disposto ad amare Dio. E allora nella sera
lo Shemà viene a chiamarti, a invitarti a riconoscere che hai abbandonato
Dio;
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e la mattina dopo, di nuovo. Così è anche il Cristianesimo: stamattina ho
potuto dire di amare Dio ma stasera non lo amo. Questo Shemà che Gesù Cristo
ha adempiuto completamente dice: "Ascolta Isarele ...: metterai queste parole
sulla fronte, le legherai ai tuoi polsi, le metterai sugli stipiti delle
porte". I rabbini per tenere la Scrittura hanno i lilatteri, delle cassettine
nere che mettono sulla fronte con una cintura di cuoio, le legano ai polsi;
in tutte le case, sugli stipiti delle porte, c'è una di queste cassettine con
dentro la Parola dello Shemà.
Gesù Cristo compirà sulla croce lo Shemà: porterà sulla fronte una
corona di spine, avrà i chiodi ai polsi e il cuore trafitto. Cioé ha compiuto
fino in fondo questo Shemà: con tutta l'anima, con tutta la mente, con
l'intelletto -Gesù ha amato il Padre con tutte l'anima, il simbolo sono le
spine- con tutto il cuore -trafitto completamente-, con tutte le forze. Si
lavora con le braccia, con le mani, con i pugni, e con le gambe: Gesù Cristo
era inchiodato alla croce. Queste cose, fratelli, non sono scritte in nessun
libro, noi non le abbiano mai sentite perché avevamo abbandonato la radice
del Cristianesimo che è l'ebraismo. Si è applicato sul cristianesimo
l'ellenismo, le religioni pagane, Platone, si è messo questo coperchio sul
cristianesimo e si sono abbandonate le radici. Oggi c'è tutto un movimento
nella Chiesa cattolica fondamentale, promozionato dal Papa, per ritornare
alle radici. E anche in America c'è un movimento che si chiama "Ebrei per
Gesù Cristo", ebrei che credono in Gesù Cristo.
Bene, adesso vediamo queste tentazioni: Gesù Cristo è stato messo due
volte nella sua vita di fronte allo Shemà. E' stato esaminato su queste
tentazioni perché sono le stesse con le quali Dio ha esaminato il suo popolo,
lo ha preparato con queste tre cose: cuore, anima, forze, nel deserto. Anche
il nostro catecumenato è tutto cosi: quello che pretendiamo durante questo
catecumenato è esaminarvi, è mettervi di fronte a queste tre cose cecostituiscono
la vita cristiana, che fanno un cristiano.
Nel primo scrutinio quando nel primo dialogo il Vescovo ti ha chiesto:
"Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio?" hai risposto: "La fede”. "E che cosa ti
dà la fede?" - "La vita eterna". Allora il Vescovo ti ha detto: "Se vuoi
avere la vita eterna: Ascolta Israele amerai il tuo Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze”. Perché questo è il
cammino della vita, nel Deuteronomio è scritto che chi ama Dio con tutto il
cuore, con tutta la mente e con tutte le forze avrà la vita eterna. Cristo ha
amato il Padre così e Dio lo ha resuscitato, e oggi è qui: questa Parola si è
adempiuta perfettamente in Gesù Cristo. Io vorrei sapere se voi amate Dio con
tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze: adesso voi sarete
esaminati su questo. Sappiamo che nessuno può, ma questo scrutinio è anche
una catechesi che ti mette in una posizione giusta, è un aiuto. Tutta la
catechesi, gli scrutini, servono per scrutare i fratelli.
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Prima tentazione: la tentazione del pane.
Vorrei dirvi alcune parole sul pane, perché è molto importante: nella
nostra società oggi vige la frase del demonio: "Non solo di Parola di Dio
vive l’uomo ma anche di pane". Per questo bisogna dare pane all'uomo, al
Terzo Mondo, alla gente che soffre: di Dio si parla dopo, come se all'uomo
non potesse bastare Gesù Cristo; la natura dell'uomo non è servire Dio ma
lavorare: vediamo che significa questo.
Il tentatore si avvicina a Gesù Cristo e gli dice: "Se sei il Figlio di
Dio di a queste pietre che diventino pane". Perché Gesù Cristo ha questa
tentazione? E' molto semplice: questa è la tentazione che ha avuto Israele
nel deserto. Israele nel deserto mormorava "Paneó", non gli piaceva la manna
diceva che non serviva a niente, voleva mangiare carne. Ricordava e cipolle
d'Egitto, dolci, squisite, e camminava nel deserto dicendo che Dio era un
bugiardo, un disgraziato, mormorando nel cuore, non amando Dio con tutto il
cuore. Come noi! Mormoriamo nel nostro cuore perché non ci piace il lavoro,
perché ci sta arrivando il terzo figlio e la moglie non lo vuole e dà la
colpa al marito egoista, alla pillola che non ha funzionato ecc. "Stanno
mormorando nel loro cuore contro Dio". Il demonio allora si avvicina a Gesù
Cristo e lo tenta sul pane perché sono 40 giorni che Gesù non mangia e ha
fame, una fame tremenda, terribile, si sente consumato senza mangiare. E gli
dice: "Perché devi soffrire? Perché Dio, se Dio è amore, deve darti questo
schifo, questa fame? Se tu sei il Figlio di Dio!"
Il popolo nel deserto dice: "Se Dio è Onnipotente, se c'è Dio, se dice
di volerci bene, perché non ci dà da mangiare carne?". Se dicono ceh Dio è
amore allora perché mi capita questa cosa? Io questo non lo capisco, non
comprendo bene che succede. Non dice cosa la Scrittura, che Dio è
Onnipotente? Tutto è possibile a Dio! Non dicono che Dio è amore? Allora, se
Dio è amore e onnipotente io per esempio non mi sposavo. O perché, se Dio è
onnipotente e buono, mi ha fatto così brutto, con un naso cosi grosso, o mi
ha fatto gobbo, tutti mi disprezzano e non trovo lavoro. Se Dio è così buono
e onnipotente perché ci porta nel deserto? Spiegatemelo voi!
Questi ragionamenti così carini, così belli, bastano perché lo uomo
mormori: sono ragionamenti che facciamo nella nostra vita per mormorare
contro Dio. Dio potrebbe benissimo mandarti un angelotto che si siede vicino
a te e ti racconta tutto: perché sei gobbo, perché non ti sei sposata,
perché... Dice il Deuteronomio: "Ti ho portato nel deserto perché lì
imparassi una cosa: ti ho dato la manna perché tu imparassi che non di solo
pane vive l'uomo ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio". Questo lo
devi imparare con l'esperienza. Non lo vuoi imparare? Bene, allora tu
passerai la vita cercando il pane.
Bene, allora il demonio dice a Gesù Cristo: "Dì a queste pietre che
diventino pane". Il pane è un simbolo, un simbolo importantissimo. Che
signifcia questo pane? Perché Dio porta nel deserto? Perché vuole insegnare
una cosa: che l'uomo non vive soltanto per soddisfare la fame: che
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quando l'uomo fa della sua vita soltanto un borghesismo completo, vivere
felici senza problemi, ha distrutto la sua vita. Ma siccome la prima
tentazione, per il peccato, che l'uomo ha nell'esistenza è questa Dio deve
metterlo in una situazione sociologica diversa perché se no l'uomo si
frustra, si castra. E l'unico modo che ha Dio di aiutarci è di metterci in
una condizione dove non sia possibile alienarci: una malattia, un deserto,
una guerra, qualsiasi cosa. Perché se per poco è possibile alienarsi l'uomo
si prende la tentazione, si aliena, si castra e fa della sua vita uno schifo:
abbandona la sua missione.
Prima il pane, fare della mia vita uno stomaco, un letto morbido, una
sessualità, una donna... e dopo? Ti pare vita questa? Ma questa è la
tentazione che presenta costantemente la Svrittura: già Abramo abbandonerà
Dio per il pane. Nella storia di Abramo c’è una grande carestia e allora
scende in Ehitto a cercare pane, disconoscendo Dio. E per riempire la pancia
prima di obbedire a Dio Abramo dovrà mentire e dire che sua moglie è sasorella.
Anche Esaù venderà la sua primogenitura per il pane, cioé preferirà
mangiare oggi, non soltanto lenticchie: Giacobbe è astuto, é furbo, è
l'immagine d'Israele; ha capito che essere primogenito non è una cosa da
disprezzare, ed era invidioso di suo fratello che era primogenito cioé
eletto. Vedendo che il fratello disprezzava questo e gli piaceva soltanto
spassarsela, ha visto come avrebbe potuto carpirgli la primogenitura. E Dio
ha premiato questo amore di Giacobbe per la primogenitura. Molti di voi siete
qui perché siete stati chiamati come primogeniti ad essere il popolo di Dio.
Ma a voi piace passarvela bene: se essere primogeniti comporta delle
scomodità, delle preparazioni, lasciare certi peccati, voi abbandonate questa
primogenitura perché... qui si tratta di passarsela bene! Giacobbe,
astutissimo, ha saputo come rubare la primogenitura al fratello. E infatti
molti di voi sarete cacciati e verranno altri che vorranno questa
primogenitura. Giacobbe prepara un pranzo, Esaù viene pieno di fame e
preferisce mangiare oggi anziché essere felice domani: ecco quelli che
preferiscono peccare oggi ed essere rovinati per la vita. Perché vale di più
ecco, un passerotto in mano che cento anni. 'Dicono che c'è un'altra vita
dopo ma io intanto me la spasso, poi vedremo che sccede'. Ecco, Esaù dovrebbe
ereditare tutto come primogenito ma è ancora lontano, ancora il padre è sano,
mancano molti giorni per diventare il primogenito ed ereditare tutto, molti
anni: e vede la primogenitura per mangiare, meglio la vita adesso che la vita
dopo.
La prima tentazione che abbiamo tutti è questa: la sicurezza.
Il pane significa la sicurezza, assicurarsi adesso la comodità, il pane, la
felicità, l'avidità intesa come pane, come soldi, come possibilità di
mangiare. Pensiamo alla società del consumo: è tutta basata su questa
sicurezza e pertanto è una società antievangelica, completamente. Io dico
sempre nelle catechesi che la mia famiglia che si chiamava cattolica, una
famiglia che crede in Dio ecc. , a me non mi hanno mai detto: "Cerca la
verità, ma tu sai chi sei?" . Noi Mio padre mi ha detto "Studia!". Cioé la
mia famiglia mi ha imposto di farmi la vita su questa tentazione: "Io devo
farmi una po
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sizione, tutto è possibile. Ma che Dio, ma che religione, ma che filosofia!
Tu ti fai una posizione, ti cerchi un bel lavoro, hai un buon stipendio, e
dopo fa' quello che ti pare". Prima il pane. Il contrario: non di sola Parola
di Dio vive l'uomo, no! Vive di pane. Lo dice il demonio: "Non di sola Parola
si vive, si vive di pane", per questo prima cercare il pane, sicché studi,
lavori, ecc.
Il problema è che Gesù Cristo dice il contrario: "Non di solo pane vive
l'uomo, la vita viene da ogni Parola che esce dalla bocca di Dio". Na questo
quanta gente lo crede? Dalla bocca di Dio viene la vita? Sì, voi ascoltate la
bocca di Dio e vedrai dopo come vi riducete! Io mi ricordo la esperienza che
ha avuto un compagno mio di scuola che ha voluto fare l'industriale. In
Spagna c'è un gruppo ridotto, non c'è un'università aperta come qui, e
l'esame di ingresso è molto duro. In quest'epoca era preoccupato di Gesù
Cristo, aveva 21 anni. Io ho parlato con lui quando studiava gié ingegneria
da cinque anni, e lui diceva: "Guarda, fratello mio, io lavoro molto. Per me
queste cose sono assolutamente vere, ma io non posso neanche andare al cinema
se voglio veramente essere ingegnere. Sì, io capisco che è necessario, che è
bello, che è la verità, tutto quello che ti pare! Ma io devo laurearmi se no
dò un dispiacere immenso ai miei genitori, io devo farmi una posizione. Però
ti faccio una promessa: quando finisco l'università ti assicuro, vado al
cursillos, parliamo di queste cose". E dopo non aveva mai tempo, aveva sempre
qualcosa da fare. Per moltissima gente perdete il tempo con queste cose, ma
dove lo prendete tutto questo tempo da perdere per ascoltare la Parola di
Dio... Non c'è tempo! C'è da lavorare. In questo senso è molto importante un
cambio di mentalità, perché molti avete ancora la stessa mentalità del mondo.
"Che vuol dire allora, che smetto di lavorare?" Questo lo stai dicendo tu, lo
stai pensando tu: "Allora lasciamoci andare..!
Ma la cosa importante, se leggi il Vangelo, è che la Parola di Dio,
dove Dio ha parlato, parla degli uccelli del ceilo proprio perché Dio sa
qual'è la tentazione che abbiamo. Vi posso mostrare una rivista che porta una
statistica mostruosa su quello che sta succedendo in Svezia oggi, oggi non
ieri. Oggi sta succedendo un fatto: quando gli uomini superano i 70 anni si
uccidono, a due al giorno. Non si trova un vecchio che superi i 70 anni:
tutti ammazzati. La civiltà più avanzata, la società dove tutto è assicurato,
lì i vecchi hanno tutto assicurato. Guardate come Dio ama quella società che
si preoccupa soprattutto del pane: i vecchi che hanno tutto televisore,
calore, ville, i migliori ospedali, tutto un bel meccanismo in questa società
socialista che si preoccupa molto dei vecchi, i vecchi non vogliono vivere,
non ci vogliono stare e si uccidono, due al giorno. Oggi, in questo momento,
tocca a due vecchietti spararsi. E questo capita tutti i giorni. Nel giorno
di oggi, a Stoccolma, due vecchi si stanno mettendo d'accordo per aprire il
gas e uccidersi. La scena é terribile: vedere due vecchietti poveracci, che
come due bambini arrivano ad aprire il gas. E domani altri due si uccidono
con le pasticche, e domani ancora altri due vecchietti: questo è storico, si
può dimostrare. Due al giorno, né pazzi né isterici né nevrotici si uccidono.
Superati i 70 anni i vecchi si ucci
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dono, non ne trovereste neanche uno. Perché? Ma hanno tutto, hanno il pane,
hanno tutto per la vita. Ma la vita non sta nel pane, la vita sta nell'amore:
questi vecchi non si sentono amati, ecco. Non hanno nipotini, perché non si
fa più di un figlio (c'è l'aborto, non bisogna avere più di un figlio),
perché ci sono le statistiche che dicono che ogni uomo sporca tanto, butta
tante scatole, inquina. Perché l'importante adesso è l'ecologia, la nuova
religione è l'ecologia: e costantemente la religione sta dando lo indice di
inquinamento dell'acqua calda, dell'aria, dei polli. Non ci sono più
religioni ma ci sono 5000 sette religiose: quelli che proteggono le piante,
quelli ce- proteggono gli animali, gli orsi bianchi, quelli che proteggono i
seprentelli, quelli che proteggono i pesci rossi, e cosi tutto un affanno.
Questa religione che protegge i cani o i pesci, questi come vedono uno che
inquina l'acqua lo uccidono, per salvare i pesci rossi. Hanno fotografie,
cantano al pesce, scrivono libri sul pesce, ecc. E siccome siamo troppi non
si possono fare figli, allora i vecchi non hanno nipotini che si siedano
sulle loro ginocchia. I figli non vogliono i vecchi in casa, e il vecchio ha
la sua casa, e aspetta che quell'unico figlio, divorziato sette volte, vada a
trovarlo. Ma il figlio ha un macello a casa con l'ultima moglie, la settima,
e non ha tempo di andare a trovare il padre; anche perché alla nuova moglie
scoccia quel vecchio, e non vuole vederlo. Sicché quel vecchio, poveraccio,
aspetta tutto il giorno ma il figlio non viene mai. E qaundo va non ha tempo,
ha una brutta faccia, sta un momento: "Scusami nonno, ma io devo andare
perché ho il lavoro". "Ma vieni cosi poco a trovarmi!". E la moglie: "Non
posso stare qui perché ho il lavoro!" E il marito: " Ma come stai, babbo,
stai bene?". "Sì, mi trovo bene, ho solo un po' di reumatismi". "E hai visto
il nuovo dottore?". "Sì, si; ma come sta il nipotino?". Il nipote ha dodici
anni. "Sta bene, ma siamo un po' preoccupati perché ci hanno detto che si
droga. Va bene, ciao! Ti saluto, eh?". Ma il mese prossimo non viene più
perché li chiama la polizia, tornano sconvolti dal lavoro, lui col cappotto
nuovo, e vanno a vedere la salma del povero vecchio: "Era il babbo, quello".
Ma dopo venti minuti deve andare subito al lavoro: "Che cose terribili
succedono!
Poveraccio! Ma, forse è meglio così, sì, è molto meglio!"
Va bene. "Non di solo pane vive l'uomo". Vi ho raccontato questa scena
perché capiate un po'. Anceh noi andiamo verso quella società. Tutti i
partiti politici, socialisti, comunisti, stanno lottando perché la società
abbia la vasca, il riscaldamento, il televisore; la vita è lì: vedremo quello
che succede. Questo è quello ce dicono i falsi profeti; Gesù Cristo dice: Non
è vero, la vita non è così. La vita non viene dal pane ma da un'altra cosa:
dalla Parola di Dio, da ogni Parola che esce dalla bocca di Dio viene la vita
all'uomo! E questo l'ha dimostrato Gesù Cristo. Ma questo lo deve capire
anche il popolo d'Israele nel deserto. Perché Dio lo porta nel deserto? Per
ché capisca. Siccome l'uomo crede che la vita viene dal pane, semina il
grano: e se vede un altro nel suo terreno lo uccide perché deve difendere la
vita. E fa un idolo di tutto, della casa: senza la casa per la villeggiatura
non puoi vivere, senza il riscaldamento, senza la comodità non puoi vivere;
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la vita viene dal pane. Allora si deve difendere tutto questo. Allora si
fanno gli scipoeri. Dico questo perché adesso siamo venuti da TEl Aviv e per
me è sempre una cosa pietosa: alle 8 del mattino eravamo all'aereoporto e
siccome c'era lo sciopero ci hanno tenuto lì fino alle 6 di sera. Poi siamo
partiti, già stanchi. abbiamo mangiato sull'aereo, dopo 4 ore siamo arrivati.
Quando arriviamo a Roma non ci lasciano scendere perché c'era lo sciopero e
ci portano indietro. Va bene, il problema non è quello, c'è gente di 40 anni,
ancora giovane. Ma c'era anche un gruppo di giapponesi, vecchiotti: erano le
5 del mattino quando entravamo di nuovo all'aereporto di Tel Aviv, distrutti!
Dopo 8 ore di volo, seduti, ti rendi conto che è passato molto tempo, credi
di essere arrivato, ti alzi pronto per scendere, e ti accorgi che sei a Tel
Aviv. Ma io mi ricordo che quando ho visto quei giapponesi di 60 anni mi
hanno domandato: "Si può sapere perché c'è questo sciopero?" "Ma, per
l'aumetno!". "Beh, speriamo bene, perché se dopo tutta questa faticaccia ceh
stiamo facendo noi per loro risulta che neanche gli danno l'aumento..!". Cioé
stavano facendo una violenza su di noi in quel momento.
Allora vi faremo una domanda su questa tentazione: "Dove hai oggi le
tue sicurezze, dove è la tua vita", come l'hai impostata, se per te è ancora
importante avere il pane assicurato, non avere rischio nella vita. La gente
non si rende conto, vuole avere sempre un lavoro statale, e la sua vita
diventa una cosa orribile; oggi c'è molta possibilità, ma molta gente si
accontenta di un posto sicuro, di una pagnotta sicura e dopo la vita è una
barba. Perché la cosa più importante nella società, nel mondo è il pane. E il
Signore dice: Ma guardate gli uccelli, non lavorano, non filano; guardate i
fiori, non tessono e guardate come vestono bene. Ma Dio... non c'è, e siccome
Dio non c'è devo provvedere io.
Seconda tentazione: la tentazione della storia.
Seconda tentazione: "Il diavolo lo condusse sul pinnacolo del Tempio e
gli disse: 'Se sei il Figlio di Dio buttati giù, poiché sta scritto ". Che
significa questa tentazione così stupida, che significa andare sul pinnacolo
del tempio? Questa è la tentazione della vita, è una tentazione molto vicina
a te e a me, è quella di voler tentare Dio. La prima tentazione, la prima
cosa che facciamo è assicurarci. E quando Dio ci mette in una situazione che
non ci piace noi mormoriamo contro Dio. Camminiamo, se vuoi camminiamo, ma
mormorando contro Dio. La seconda è la stessa ma ancora più approfondita:
cioé è la gente disposta ad accettare la sua vita difficile, le cose che gli
sono capitate, accettare anche che c'è un disegno di Dio li, ma per accettare
questo bisogna che Dio si dimostri, bisogna che Dio venga lì. E' la
tentazione che ha avuto il popolo d'Israele nel deserto: mormoravano nel loro
cuore e non volevano continuare a camminare, è la tentazione di Massa e
Meriba. A un certo punto il popolo dice: "Noi non camminiamo più,
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non c'è acqua, noi pensiamo che per il deserto non arriviamo da nessuna
parte, noi pensiamo che qui moriamo". Hanno dubitato di Dio, e vanno da Mosé.
Mosé dice: "Ma non vi rendete conto che è Dio che vi ha tratto dall'Egitto, è
Dio che vi ha aperto il mare... " Ma loro non vogliono sapere più nulla, loro
vogliono acqua. Cioé: Dio è qui in mezzo a noi? Va bene! Che lo dimostri! Tu
dici che non mi sono sposato perché sono figlio di Dio? Che lo dimostri! Tu
dici che sono zoppo perchè...? Allora, che Dio mi appaia in un angelo nella
notte che mi dica perché il cancro, perché gli spastici. Che arie lo dica!
Perché se no io...
Il popolo in questo momento sta abbandonando Dio: "Tu dici che Dio c'è,
che ci ha fatto uscire dall'Egitto, ma questo Dio chi lo ha visto? L'hai
visto te? Perché io non l'ho visto. Io ti dico che il mare si è aperto perché
a volte capita che si ferma il vento, c'è poca acqua e si passa. lo ti dico
che tutte le cose che dici tu si possono interpretare anche in un altro modo,
tutto si può interpretare in un'altra forma, chiaro! Allora io l'unica cosa
che so è che mio figlio ha sete. Come può Dio a mio figlio far capitare una
cosa così!" Questo dicevano a Mosé e lo volevano lapidare. Tu dici che Dio
c'è qua? Che faccia un miracolo, ecco, allora... Che cambi la storia, che mi
cambi quello che mi sta male, Dio faccia un po' la mia ombra ogni tanto, e io
cammino. Vogliono che in un deserto arido e terribile Dio faccia sorgere una
fontana, un miracolo meraviglioso. Se Dio riuscirà a fare questo forse, forse
crediamo. Allora Mosé va dal Signore e gli dice: "Signore, vogliono
uccidermi". E il Signore dice: "Va bene. Vai alla prima roccia che trovi,
prendi il tuo bastone e colpisci con forza: uscirà un acqua meravigliosa".
I rabbini dicono che Mosé ha dubitato di Dio non perché dubitasse che
Dio fosse capace di far uscire l'acqua dalla roccia (la roccia è simbolo di
Cristo, l'acqua del Battesimo), no! Ha dubitato che Dio fosse capace di
abbassarsi, di umiliarsi per loro fino al punto di farsi loro schiavo, Dio
schiavo dell'uomo, fare un miracolo al loro servizio, e allora lo uomo
diventa Dio; Dio deve fare il comodo dell'uomo, Dio deve mettere la sua
volontà al servizio dell'orgoglio umano: Mosé ha avuto il dubbio che Dio
fosse capace di questo. E Dio in Cristo si è fatto servo, si è fatto peccato
per noi. E per questo ha colpito la roccia la rpima volta e non è uscita
l'acqua, perché ha dubitato; la seconda volta è uscita. Per aver dubitato di
Dio, per questo piccolo dubbio che ha avuto Mosé sulla grandezza di Dio, Mosé
è stato castigato e non entrerà nella terra, soltanto la potrà vedere da
lontano. Neanche lui entrerà nella terra.
Allora questa tentazione che cosa è? E' la tentazione che abbiamo tutti
noi di non accettare la nostra storia quando nella nostra storia capitano dei
fatti orribili, quando a nostra storia non ci piace. Allora andiamo a Gesù
Cristo: il demonio gli viene a dire "Ma tu disgraziato. tu, che vuoi fare
nella vita? Accettare la tua storia? Sai che sei tu? Sei un falegname!". In
una comunità c'è uno che è falegname e non vuole essere fa legname, non lo
sopporta, perché nessuno lo rispetta. Quando finisce di la
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vorare si toglie la tuta, si mette una bella cravatta e un vestito elegante
sperando che lo chiamino 'signore'. Ma nessuno lo chiama 'signore', nessuno.
E un ingegnere che abita lì vicino, quello entra così, da signore. E lui
niente, restava falegname. Questo l'ha raccontato al secondo scrutinio. E
tutta la sua ambizione era non essere più falegname e studiare, diventare un
signore. E io pensavo: "Guarda un po': Gesù Cristo era un falegname ed era
Figlio di Dio".
Il demonio tenta Gesù Cristo perché non adempia la sua storia, perché
non accetti quello che non capisce della sua storia. Perché GEsù Cristo come
uomo si è fatto vicino a noi; allora gli ha offerto tentazioni, cioé gli ha
dimostrato prima: se tu sei un operaio, tu non hai studi, non hai posizione
sociale, non trionferai, cioé non riuscirai a fare niente. Una possibilità:
tu hai fede? Sì. Tu credi nella Parola di Dio? Sì. E tu sai che la PArola di
Dio mai fallisce, sempre si adempie. Per l'ebreo la Parola di Dio non può
passare. Bene, non dice il Salmo 91 "I suoi angeli lo sollevarono con le loro
mani perché non cada il suo piede sulla pietra"? Perché il demonio gli dice
così? Non dicono i rabbini che il Messia apparirà sul "pinnacolo del Tempio?
Sì, allora tu mi capisci. Tutti si radunano prima di incominciare il sabato,
tu appari sul Pinnacolo del Tempio e che, fai? Siccome sai che, il Signore
non può fallire e che questa Parola si adempie, ti butti al fondo sorretto
da questa Parola e siccome questa Parola si adempie Dio deve proteggerti e lo
costringi a fare un miracolo. Gli angeli vengono ti prendono. Tutti i
farisei e gli scribi diranno: "E' arrivato il Messia" Tutti si convertiranno
e la società verrà salvata. Perché devi passare per la sofferenza? Perché
dobbiamo sopportare il cancro? Le malattie? E l'infarto miocardico? Perché
siamo così poco felici? Perché ha fatto una creazione così? Perché? Infatti
Gesù Cristo sa che questa è una tentazione, ed è gravissima.
Quando S. Pietro gli dice prima della passione: perché questa
persecuzione? Perché dobbiamo soffrire? No, no!, Gesù gli dice a S. Pietro:
"Vattene, satana". Ha visto satana in Pietro, perché è questa la tentazione.
Perché devo passare per la sofferenza? Allora Gesù Cristo viene invitato a
tentare Dio, a tentarlo, che Dio faccia quello che vuole. E' la tentazione
che abbiamo tutti noi. Perché dobbiamo sopportare la malattia? La sofferenza?
Perché devi passare per il fallimento? Perché devi accettare il peccato di
tua moglie? Perché devi sopportare il peccato di tuo marito? Perché devi
sopportare il peccato dei figli? Perché devi sopportare tutti i tuoi peccati?
Perché? Non vuoi. Se voglio che Dio mi faccia un miracolo, che Dio mi spieghi
perché tutte queste cose, che mi dica tutte queste cose, forse accetterò il
cammino della storia, forse accetterò la mia storia. Tutti vogliamo essere
allo stesso tempo Sofia Loren e San Francesco insieme. Non sopportiamo la
croce. La sofferenza è una tentazione che abbiamo in noi. Il maligno
prendendo spunto dalla sofferenza ci tenta e ci invita a rinnegare Dio, ci
invita a lasciare il Cristianesimo.
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Terza tentazione: la tentazione degli idoli
La terza tentazione è quella della gloria del potere. In fondo la
religione è una cosa che mi serve, che mi dà felicità somma. E se non mi dà
la felicità io non mi trovo. Allora nel deserto quando Mosé è andato alla
montagna, il popolo era ormai stufo di questo Dio che li porta al deserto,
che lì fa caldo, che gli dà un cibo molto debole, molto miserabile, hannno
fatto allora come facevano le religioni dei Caldei, dei Babilonesî. Queste
religioni avevano i loro idoli, Perses, avevano il dio della fecondità che se
uno lo invoca lui risponde. Viene, perché il demonio c'è. Se tu invochi il
demonio e gli chiedi gloria lui ti risponde, viene e te la dà. Era così per
la Chiesa primitiva, tutti gli idoli erano sorretti dal demonio. Se tu hai
una malattia e vai da uno stregone e glielo chiedi, ti guarisce. Ma come..?
Chiaro! O il demonio non c'è? Chi lo dice? Se l'unica cosa che t'importa è
la tua volontà, quello che vuoi tu!
Allora gli ebrei si sono fatti un'immagine, perché in relatà, che
importava a loro? Fecondità, felicità, gloria. Allora il demonio gli dice a
Gesù Cristo.... guarda l'uomo: in definitiva cosa vuole? Essere amato, essere
stimato, la gloria. La gloria significa l'amore. Guarda, per esempio, io sono
pittore e questa tentazione l'ho sentita molto, cioè realizzandomi come
artista, come genio, come tutti gli artisti: la gloria umana, riuscire,
essere qualcuno, chiediamogli tutto. Il demonio gli chiede a Gesù Cristo: "Ma
che!! Perché devi passare per il fallimento?"Gesù in fondo è un fallito.
'Guarda, se tu mi adori puoi prendere tutti questi regni", giacché il demonio
è il re di questi regni, del rispetto umano. Gesù si rende conto che il mondo
gli potrebbe dare la vita. Gli dice a Gesù che lui lo potrebbe far diventare
un grande, molto grande, un monumento importante come oggi si ricorda
Socrate. "Vuoi la gloria? Io te la dò se tu mi adori". Allora Gesù gli disse:
"Vattene satana, sta scritto: Adora il Signore Dio tuo, a lui solo rendi
gloria".
Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore. Tentazione del pane.
Quello che mormori quando la vita non ti è comoda. Si tratta della prima
tentazione, qui entra anche la sessualità, che dio é Eros. Una forma della
comodità è la sessualità.
La seconda tentazione è quella della vita. Amare Dio con tutta la tua
anima, con tutta la tua vita. Essere cristiano significa rischiare la vita.
No, non voglio soffrire, non dò la vita. Se vuoi fammi un miracolo, cambiami
la storia, allora sì.
Terza tentazione, le forze: Amare Dio con tutte le tue forze, con il
lavoro, con il denaro. Perché vogliamo denaro? Perché denaro significa
stima, attenzione! Denaro, gloria... Figlio, lavora, tu devi essere il primo.
Questo è quello che mi diceva un prete: "Pensa Kiko se tu fossi Picasso che
gloria per la Chiesa". E tutti a diventare il numero uno. Andiamo alla
conquista della società, impiantiamo il nostro regno. Gesù é chiamato a
caricarsi su di sé i peccati del mondo, quando in realtà il monco pensa il
contrario.. Allora fratelli con questo finisco. Bene, per Israele le
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forze significano il denaro e con il denaro cerchiamo la gloria. Per esempio
Al Capone che ha fatto tanto denaro ed era uno dei più stimati in Chicago,
popolarissimo tra la gente, era l'uomo più rispettato di Chicago. Al suo
funerale c'era tanta gente come se fosse morto il sindaco. Il demonio ti
offre il denaro, la gloria. Perciò dice Gesù: "Non potete servire Dio e
Mammona. Se ami uno disprezzi l'altro". Se tu ami il denaro disprezzi
l'altro. Non hai tempo di pregare, di andare in comunità, di fare catechesi,
allora disprezzi Dio. Ma se tu ami Dio allora disprezzi il denaro. Per la
convivenza chiedi permesso al lavoro, ma stai chiedendo tanti di quei
permessi che alla fine ti cacciano dal lavoro. E questo significa rischiare.
Sta significando che tu disprezzi il dio denaro. Se segui il demonio allora
ami il denaro, ma se servi Dio allora via il denaro. Bisogna decidere! Questo
2° Scrutinio significa scindere: se volete seguire Dio o il danaro.
Perché in qeusta società dove siamo, che è una società di consumo, c'è
gente che sono dei sacerdoti del proprio lavoro, dandogli quel culto che è
solo dovuto a Dio; anche lavorano la domenica, lavorano 18 ore, bravissimi
come lavoratori, danno il sangue, danno la vita. C'è gente che adora il
denaro, tutto ha come base il denaro. Le sofferenze di tutte le famiglie,
dove stanno? Nel denaro! Il 99,9% dei problemi dei matrimoni, dove sta? Nel
denaro. I problemi dei figli con i genitori e dei genitori con i figli, dove
stanno? Nel denaro!
Il dio che muove la nostra vita, dove sta? Nel denaro. Qui si tratta di
vedere.
Abbiamo 42 parrocchie a Roma e 120 comunità qui a Roma. A cosa servono
120 comunità? Ai Martiri Canadesi ci sono 10 comunità. A cosa servono 10
comunità? Che cosa fanno? Sono gente buonina, fanno catechesi ai bambini, che
prima non lo facevano. A cosa servono? Non servono a niente se fanno
catechesi ai bambini e non sono cristiani, se non si dà l'uomo nuovo che non
resiste al male, che ama Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e le sue
forze, è un'associazione in più in parrocchia, di gente brava che aiuta i
preti, e la gente di fuori dice: "Beati loro che hanno tempo da perdere: io
no!"
Possiamo cantare lo Shemà insieme a Gesù Cristo che lo ha adempiuto
pienamente, che lo vuole dare adempiuto a noi nello Spirito Santo.
Canto: Shemà Israel (in piedi)
Preghiere spontanee
Padre nostro
Pace
Benedizione
Intervallo (mandare i fratelli a prendere carta e penna)
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Introduzione al questionario
Come avete visto queste tre tentazioni racchiudono tutto il
cambiamento, tutto il cammino della conversione. Infatti nel 1° Scrutinio il
Vescovo vi domandava: "Che cosa chiedete?". Voi avete detto "La fede", e il
Vescovo: "Questa fede cosa vi dona?". E voi: "La vita eterna!". La Chiesa vi
ha messo davanti il cammino della vita eterna che è questo: ama Dio con tutto
il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze. Dopo la Chiesa vi ha messo
davanti il cammino per percorrerlo, vi ha dato il veicolo lo Spirito Santo:
questo ve lo ha dato il Vescovo nel I° Scrutinio con l'imposizione delle
mani. Per non lasciarvi uscire dalla strada vi abbiamo dato la segnaletica,
cioé la Croce Gloriosa.
Nel 1° Scrutinio si è aperta una porta, ora questa si chiude perché se
ne sta aprendo un'altra per alcuni di voi per farvi entrare nel catecumenato.
Sulle tre tentazioni noi abbiamo fatto tre domande. Per esempio la tentazione
del pane: vi invitiamo a considerare la v-stra vita prima del cammino
catecumenale e vedere se c'è stato una cambiamento: com'era la tua vita prima
rispetto alla tentazione, alla sicurezza del pane, della pace, della
comodità? Se c'è stato, che cambiamento è avvenuto durante il cammino? Non
vogliamo sapere se siete cristiani o no, vogliamo sapere se c'è stato un
cambio di direzione, una forma di veduta diversa. Ci basta questo: oggi,
concretamente dopo aver sentito questa Parola in questa convivenza, oggi,
come la pensi? Forse oggi dai una risposta, ma fra 5 giorni dopo che ti sono
capitati altri fatti, che hai sentito lo scrutinio di altri fratelli, anche
la risposta che tu avevi dato può essere arricchita, più vera. Così per le
altre tentazioni. La prima tentazione corrisponde ad amare Dio con tutto il
cuore, la seconda corrisponde ad amare Dio con tutta la tua vita cioé
accettando la storia e a volte anche accettando di perdere la vita, 1a terza
corrisponde ad amare Dio con tutte le tue forze, cioé con tutto il tuo
denaro, con tutti gli idoli del mondo.
Queste domande si devono fare in una forma personale, individuale. Lo
schema è questo: prima rispondere da soli, poi in un piccolo gruppo, e lo
scopo è quello di essere un pochino sinceri cioè a guardare meglio
interiormente. Questo perché noi fuggiamo davanti a noi stessi, rapidamente
sempre ci facciamo un certificato di buona condotta. Gli altri che sono più
obiettivi di noi ci possono aiutare a non ingannarci, a fare di più la
verità. Dopo celebreremo l'Eucarestia.
Dovete conservare le risposte, perché poi su queste sarete scrutati dai
vostri catechisti; domani potete anche modificarle o cambiarle, non ha
importanza, l'importante è che quando sarete scrutati voi siate sinceri.
L'importante è veramente toccare il fondo di noi stessi in maniera tale che
più cercate di fare luce su queste domande più profondamente sarà illuminata
la vostra realtà. Infatti abbiamo dentro di noi molte tane con molti demoni
accovacciati, che stanno nascosti. In questa convivenza sono tutti impauriti,
buoni, zitti lì dentro i buchi; con la Parola, con i canti, con il Vangelo li
abbiamo ammutoliti, li abbiamo resi inoperanti e oggi sono come se non
esistessero aspettando che finisca la convivenza e tu dimentichi completa
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mente questo per dire: "Ma che fai? Non vedi che sono tutte parole, non
vedi che ti stanno fregando, ti vengono odii, ti vengono rancori e la tua
vita comincia già ad essere un inferno, la poca pace che portavi dentro
quando sei arrivato qua cominci a non averla più.
Noi vogliamo arrivare a quelle tane e a buttarle via, vogliamo stanare
i demoni. E solo Gesù Cristo ti può aiutare a stanarli, solo Lui può darti la
forza per riconoscerli, ma questo solo se tu sei d'accordo.
Se tu gli dici: "No, tu resti, non andare via che mi aiuti perché mi stai
benino", allora noi non possiamo fare niente.
Questo viaggio in fondo a voi stessi è un viaggio che non possiamo fare
senza di voi, tutto si fa con la nostra partecipazione. Bene, scrivete il
questionario. Ogni tentazione l'abbiamo divisa in tre punti:
a) - Prima del cammino
b) - Durante il cammino
c) - Oggi.
Introduzione al questionario (è in alternativa o intergrazione)
Adesso vi leggeremo le tre domande del questionario perché tutti le
possiate copiare. Questo questionario è importantissimo. Su queste domande
lavorerete questo pomeriggio e su di esse sarete scrutinati uno ad uno,
davanti a tutti durante questo scrutinio. Dovete scrivere le risposte bene,
perché quando sarete scrutati dovrete leggere le risposte".
Così come Gesù Cristo è stato scrutato in questo Shemà, cos' sarete
scrutati tutti voi. Lì dove tutti noi uomini cadiamo Gesù Cristo ha vinto per
noi. Egli ha compiuto questa Parola perché la Chiesa ce la potesse consegnare
compiuta. Voi riceverete questo Shemà compiuto nel nostro Signore Gesù
Cristo; perché Egli ci dona la vita eterna, la Sua stessa vita, il suo
Spirito, viene per vivere dentro di noi così che cristiano è colui che può
dire: "Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me". Gesù Cristo viene in
noi e noi possiamo compiere questo Shemà ogni giorno. Adesso no. Adesso
stiamo entrando, cominciando; adesso, prima di entrare nel catecumenato, è
necessario metterci davanti a questo Shemà che è la porta della vita.
Possiamo dire che state alla porta della vita e prima di entrare dobbiamo
farci queste domande.
Questo questionario ha tre domande: le tre tentazioni; i tre aspetti
dello Shemà, vale a dire: le sicurezze nelle quali vi siete sempre
appoggiati; quello che non accettate della vostra vita; e gli idoli nei quali
tu, ancora oggi, ti appoggi. Ancora tutti voi siete pieni di sicurezza,di
cose che non accettate e di idoli ai quali esigere e chiedere costantemente
la vita.
Ora leggo le domande. Ciascuna di esse ha tre aspetti: prima della
catechesi, se c'è stato un cambiamento durante il cammino, soprattutto a
partire dal I° Scrutinio, e oggi.
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QUESTIONARIO
1a tentazione: del pane
a) - Prima della catechesi dove mettevi la tua sicurezza? Dì fatti concreti.
b) - Durante il cammino hai sperimentato un cambiamento di direzione? Dì
fatti concreti.
c) - Oggi, in quali cose concrete ancora metti la tua sicurezza?
Luca 12, 13-40
2a tentazione: del tentare Dio - della storia
a) - Prima della catechesi quali fatti concreti non accettavi della tua
realtà di vita?
b) - Hai sperimentato durante questo cammino un cambiamento? In che cosa? Dì
fatti concreti.
c) - Oggi, concretamente, ancora che cosa non accetti della tua vita o ti
risulta difficile capire?
Matteo 16, 24-26
Luca 14, 25-35
Giovanni 3, 8 ss,
Giovanni 12, 24-28
3a tentazione sugli idoli
a) - Enumera gli idoli del mondo di oggi. Prima della catechesi sei stato
loro schiavo?
b) - Durante questo cammino hai sperimentato qualche vittoria di Gesù Cristo
su questi idoli? Dì fatti concreti.
c) - Oggi, concretamente, di quali idoli sei ancora schiavo?
Luca 16, 10-15
Luca 18, 24-28
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Spiegazione sul modo di lavorare sul questionario
Allora fratelli, dopo pranzo rispondete nella vostra camera da soli,
senza leggere il Vangelo. Dopo vi riunirete in èquipes e ciascuno, senza
discutere nulla dei fratelli, rispettandovi molto, confrontate un poco le
risposte. L'èquipe è un aiuto, non c'è segretario, responsabile: è un aiuto
dai fratelli affinché tu risponda meglio. Dopo si fa l'Eucarestia e poi si
cena.
È molto importante rispondere a questo questionario con totale
sincerità. Sarete scrutati non da uno qualunque ma dallo stesso Gesù Cristo
che è presente nella sua Chiesa e che oggi ci scruta e ci aiuta. Questo
scrutinio ha lo scopo di aiutarci, non di condannarci. E per fare conoscere
meglio la vostra realtà. Pertanto molta sincerità.
Per prima cosa vi daremo un tempo perché possiate rispondere
individualmente, da soli. Vi mettete in preghiera e poi scrivete le vostre
risposte, ad una ad una, senza leggere alcun brano del Vangelo. Le risposte
scritte: non tralasciate nulla per dopo, per improvvisare. Rispondete
spontaneamente.
Dopo aver lavorato individualmente vi riunirete in gruppi di 5 o 6, che
ora leggeremo. In questo gruppo non c'è nessun segretario né qualcuno che
deve fare un riassunto. Lo scopo di questo gruppo è di aiutarvi a pregare, a
leggere il Vangelo, e a rispondere più concretamente, dialogando sulle
risposte che avrete dato. Questo vi aiuterà ad approfondire le risposte, non
a controbattere. Leggete la prima domanda e uno dopo l'altro rispondete. Se
vedete che un fratello risponde superficialmente che vi sembra che non va,
gli potete fare delle domande, dialogando in gruppo, non per scrutarvi uno
all'altro né per arrivare ad una conclusione, ma per aiutarvi uno all'altro
confrontandovi e ripensando più profondamente le risposte. II gruppo aiuterà
a non ingannarsi, ad essere più sinceri, a rispondere più nella verità. Le
èquipes le abbiamo mescolate, separando le coppie e i familiari, perché
possiate essere completamente sinceri nel parlare di sesso, di denaro, ecc.,
ed essere molto onesti di fronte a Gesù Cristo e ai fratelli della comunità.
Così facendo potrai andare correggendo le risposte che hai dato; perché hai
visto che il fratello ti ha aiutato, perché alcune volte ti sei ingannato.
Questo lavoro in èquipes è un momento di riflessione su queste tre tentazioni
e la Parola vi aiuterà ad illuminarle.
Dopo aver letto tutte le risposte alla prima tentazione e aver
commentato, leggete la Parola di Dio. Lo potete fare in piedi per stare più
attenti. Dopo passate alla seconda tentazione e poi alla terza.
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Ora leggo le èquipes. I membri di ogni èquipe vi vedete fuori un
momento per accordarvi sul luogo dove vi incontrerete. Da adesso e fino al
momento del pranzo lavorerete individualmente. Dopo mangiato ed un tempo di
riposo vi riunite per lavorare in èquipe. Dopo celebreremo l'Eucarestia e
infine la cena.
Vi ripeto l'importanza di lavorare seriamente sopra questo questionario
perchè su di esso sarete scrutati nei giorni seguenti.
EUCARISTIA (ore 20,00)
-NOTA: Dopo molti scrutini si è visto che in questa convivenza manca
un annunzio del Kerygma che ci sembra fondamentale. Pensiamo
che si debba approfittare delle ammonizioni e dei passi al
canto dell’Eucarestia, partendo se possibile dalla Parola del
giorno. E’ imprescindibile fare l’annunzio del Kerygma. Le
ammonizioni riportate appresso forse vi possono aiutare.
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Dall'Eucarestia fatta a Roma nel '77
Ammonizione ambientale (Kiko)
Gesù Cristo ci dà la domenica come giorno di riposo, come giorno di
trionfo di Cristo sulla morte. Così tutta questa settimana avremo avuto delle
catechesi contrarie: che Dio non ci ama. Il demonio si serve di fatti
concreti nella nostra vita. Il demonio si serve di tante catechesi per dirci
il contrario. Se Dio ti ama, perché non sei felice? Perché tutte queste cose?
Perché sei ammalato?...
La Pasqua, la domenica, viene a riprenderci da tutta questa
debolezza. Ci viene a dire che non è vero, che Cristo è morto e
risorto per noi, ci viene a invitare a una festa, a un banchetto per
sollevarci. Allora questa Eucarestia entra nel contesto di questo
giorno del Signore, inaugura oggi con il sabato sera la domenica.
Questa inizia al tramonto del sole del sabato e ci invita al riposo e
alla festa. Per noi si fa presente qui la Pasqua, il memoriale del
nostro Signore Gesù Cristo attraverso un Sacramento, un pane che si
spezza, sacramento del Corpo di Cristo che si rompe, che entra nella
morte per noi, che penetra nella morte confidando nel Padre. Una coppa
che significa il Regno, il banchetto messianico che si è inaugurato
nel Sangue di Gesù Cristo che si è versato per noi perché noi possiamo
partecipare del corpo e del sangue del nostro Signore Gesù Cristo che
è vivo. Partecipare a questi Sacramenti significa entrare in comunione
con Gesù Cristo, con quello che significa, con quello che lui ha fatto
con il Suo Spirito.
Attraverso questi Sacramenti si dona a noi il Corpo vero del nostro
Signore Gesù Cristo, il corpo vero che è vivo e resuscitato, in maniera tale
che noi diventiamo i templi dello Spirito di Dio stesso. L'Eucarestia,
sapete, perdona i nostri peccati. Che cosa predica l'Eucarestia? Il Servo di
Jahvé.
San Pietro dice: "Voi avete chiesto grazia per un assassino e rifiutato
il giusto". Questo lo facciamo noi quando la moglie ci fa una cosa cattiva:
perché non accetti di subire l'ingiustizia. Nel lavoro, perché non accettiamo
l'ingiustizia? Diciamo che quella attitudine del servo, dell'agnello, così
passiva, è un assurdo. Diciamo che quella Croce del Cristo non serve a nulla,
che quel che serve è fare la giustizia, insegnare a fare la giustizia,
contestare la giustizia, che è quello che voleva fare Barabba, che
contestava, che voleva cacciare i Romani. Era un politico, perché gli
sembrava ingiusto che un popolo fosse occupato. Fare giustizia con le nostre
mani, diventare assassini. Quando noi, nella nostra vita, facciamo questo,
cioè all'ingiustizia che ci viene inflitta noi ci opponiamo, poniamo
resistenza. Tentiamo di far capire che così non si può fare, che deve
cambiare; diciamo che Gesù Cristo non serve per nulla, rinneghiamo il
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giusto e diciamo che quel che vale è la violenza, che hanno ragione i
comunisti, che ha ragione il mondo, che si deve fare violenza, che si devono
fare gli scioperi.
Tutto questo si deve a che non abbiamo creduto che Dio ha resuscitato
il suo Servo. Perché chi crede che questo è l'Unico, che questo è amore, non
giudica l'altro, che rispetta che l'altro sbagli, che prende su di sé
l'ingiustizia, che si lascia uccidere. Questo Dio lo ha resuscitato come
l'unica verità. Credi che questo è l'unico che sta vivo, che questa lode è la
vita eterna, perché tutto passerà. Cristo viene a giudicare tutte le cose.
Tutto passerà, l'arte, la politica..., tutto morirà. Cristo rimane, perché
Dio lo ha resuscitato. Questo lo farà il catecumenato, vivere nella
comunione, vivere nello Spirito di Gesù Cristo servo di Jahvè e non vivere
nella carne.
Dice S. Paolo: "Chi vive nella carne si adira, è invidioso; chi vive
nello Spirito è tenace, ha pazienza, ha benignità, tutto questo. Chi vive
nello Spirito di Gesù Cristo", dice S. Pietro agli schiavi, "serve anche ai
padroni ingiusti”, perché Gesù Cristo non ha risposto a schiaffo con schiaffo
né a sputo con sputo, ma ha rimesso a Dio la giustizia. Lui, il Giusto,
l'unico che, poteva giudicare ha preferito non giudicare. Dice Gesù: "Io non
sono venuto a giudicare, ma a salvare". I cristiani non si sentono di
giudicare, ma di assumere i peccati di questa generazione, perdonando i
nemici, senza resistere al male. Non resistere al male, non opporre
resistenza al malvagio.
Se qualcuno non ha capito bene, Gesù dà degli esempi; dice: "Se
qualcuno ti offende gravemente, se qualcuno ti schiaffeggia nella guancia
destra..". Schiaffeggiare significa perdere l'onore, disprezzarlo; questo
anche nel Medioevo, quando si poteva fare un duello dopo un'offesa subita, si
prendeva il guanto e si schiaffeggiava come dicendo: "Bene, tu mi hai offeso;
io ho diritto a battermi anche fino alla morte, ho diritto a farmi giustizia
anche fino alla morte". Perció che significa questa frase: "Se uno ti
percuote nella guancia destra"? Anche se vi offendono nell'onore
profondamente e voi avete il diritto cioé la legge vi aiuta, anche se vuoi
fare giustizia, fare causa a qualcuno, voi non lo farete anche se avete tutti
i diritti, voi porgerete l'altra guancia. Se qualcuno ti ruba, tu non glielo
reclamare. Se qualcuno ti toglie del tuo, tu non lo disturbare.
Ecco, così va dicendo il Signore; sono segni concreti della vita
pratica perché nessuno si inganni di questa attitudine del Servo di Jahvé,
che è il carisma che il Signore ci invita a vivere nelle comunità
profondamente. Apparirà in voi un’attitudine diversa, apparirà una missione
universale: dobbiamo amare anche i padroni.
Oggi partecipare a questo Corpo di Gesù significa dire amen a questo
corpo che si spezza, che si lascia uccidere, che si lascia rompere senza
opporre resistenza. Noi non sopportiamo questo. Questo è uno scanda
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lo, è un assurdo. Questo uomo scandaloso, questa assurdità si chiama: lo
scandalo della Croce; è follia per il mondo, dice S. Paolo.
Quando gli Apostoli predicavano questo li chiamavano pazzi, folli,
questo scandalo va contro la natura umana. L'uomo deve perdere la libertà.
Perché non resistere al male? Una cosa semplice, perché Gesù Cristo è
risorto. Lui ha vinto il male. Il male non ha più potere contro di Lui,
contro il cristiano, perché i cristiani sono resuscitati con Cristo. Uno che
vi resiste, si resiste perché ha paura. Ha paura del male. Voi avrete una
paura sola: di perdere Dio, che è l'Unico che ha potere di salvarci. Cristo
non ha bisogno di difese come pensano i fascisti, i guerriglieri di Cristo
Re; pensano che bisogna difendere Gesù Cristo con le catene, con le
squadracce ...., hanno delle idee maniache. Pensano: c'è una lotta nel mondo,
il bene contro il male. No! Cristo ha già vinto il male e regna nei cristiani
dove il male non ha potere: perciò i Padri della Chiesa non avevano paura
neanche del maligno anche se gli appariva fisicamente. Cristo ha vinto
definitivamente. Queste idee stanno nel popolo: in Spagna i soldati facevano
prima la comunione e poi uccidevano meglio, come in Libano. Oggi Dio ci
chiama a vivere diversamente.
Chi crede che quell'amore è la verità può partecipare al Corpo di
nostro Signore Gesù che è vivente, che si fa vita e che si farà presente.
Perciò abbiate rispetto di questo Corpo, mettete le mani come dicevano i
Padri della Chiesa in forma di croce, e su questa tua croce ti si porrà il
Corpo di Gesù Cristo che è già spezzato. In questo spezzare, la Chiesa
primitiva vedeva i segni della Passione: perciò è molto importante la
frazione del Pane, "Ecco il mio corpo che si consegna alla morte per voi, per
il perdono di tutti i peccati". Ora in quel corpo spezzato stanno i tuoi
peccati. Li puoi guardare i tuoi peccati perché possano essere perdonati. I
peccati sono cose contrarie a questa attitudine.
Voi ascolterete in tutte le letture: "Appianate i monti, abbassate le
colline". Cosa sono questi monti? L'orgoglio, la mormorazione. Sono tutto un
impedimento. Bene, fratelli, il Signore ci chiama come una sposa, ci chiama
dalla nostra tenebra, dalle nostre sozzure, dalle nostre infermità. Riceviamo
il Presidente che è segno di Gesù Cristo, lo Sposo, con il collegio dei
presbiteri simbolo degli Apostoli, che viene a prendere la sua Chiesa e viene
ad introdurla nella casa del Padre attraverso questa Pasqua, questo memoriale
della Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Mettiamoci in piedi.
Canto: Vieni dal Libano
Ammonizione alla I lettura (Carmen)
Questa Parola ci presenta una bellezza meravigliosa e sorprendente. Non
si tratta di una pagina letteraria di un grande poeta, ma è scritta al di
dentro di una storia non così romantica. E' una parola del
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profeta Baruca, il 5° capitolo. Israele è in pieno esilio, Israele sta
passando il vero scrutinio. Il popolo è chiamato al pentimento, a
riconoscersi peccatore. Dice il profeta Baruc: "Abbiamo peccato e abbiamo
peccato contro il primo Comandamento perché non abbiamo ascoltato la Tua
voce, siamo andati dietro ad altri dei". Il popolo è in esilio e così la
Chiesa oggi, si apre come in un nuovo esodo con il cammino di ritorno. E' una
Parola splendente.
Io vi invito a non fare del commercio con questa Parola, a fare dei
propositi con false umiltà, indegni di questa Parola. Questa è per noi, ce la
dona la Chiesa e capita a proposito in questo scrutinio perché vedremo, come
diceva Kiko, queste montagne, questo orgoglio, questa arroganza, il nostro Io
che si alza su tutte le cose, e queste valli che sono tutte le mancanze che
non possiamo riempire. Il Signore ci dà una missione molto grande e molto
importante in funzione di tutte le nazioni.
Lasciamo che questa Parola splenda in tutta la sua grandezza.
Ascoltiamo.
Ammonizione al canto (Kiko)
Questa Parola si sta compiendo, questa Parola che Dio ci sta dando è un
ritorno dal nostro esilio, dove abbiamo trovato tante valli orribili, come
diceva Carmen, che sono delle mancanze di affetti che abbiamo fin
dall'infanzia, tante cattiverie che ci hanno fatto nel lavoro, nella vita...,
tante cose brutte.
L'alterigia che è il collo di ferro, che sono le montagne
dell'orgoglio, superbia... Il Signore vuole fare una strada tutta spianata
dove le valli siano colmate e le montagne siano abbassate e possiamo
chiamarci fratelli e vivere nell'amore, dove non ci sono in noi queste
differenze tremende che soffriamo noi nella storia di tutti i giorni.
Questo cammino, fratelli, è un esodo che stiamo facendo, che ci porta
dall'esilio alla Gerusalemme celeste, al Regno di Dio che sta arrivando. Oggi
questo scrutinio, che è uno stringere il passo, ci permette il riposo.
Incominciamo a gustare un pochino quel riposo che sa di vita eterna.
Esperimentiamo una cosa meravigliosa in questo cammino, un perdono che viene
dal Signore, un olio che scende dentro noi stessi e guarisce le nostre ferite
profonde. E non c'è cosa più bella, è quello che la Chiesa chiama la Pace.
Probabilmente tanti non hanno assaggiato mai questa pace. Sempre
preoccupati,, affannati, senza riposo. Qui c'è un riposo, la domenica
inaugura questo riposo. Il Signore ci ama, vuole introdurci lì.
Cantiamo fratelli questo Salmo 125 che dice "Grandi cose ha fatto il
Signore per noi, perché all'andare si va piangendo e al ritorno si viene
cantando. La nostra bocca si riempiva di risa". E' quello che Dio sta facendo
in noi. Stiamo ritornando, non siamo ancora arrivati. Ecco, noi
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cantiamo come quelli che si stanno avvicinando gioiosi alla liberazione e
alla Casa, che vengono dalla schiavitù e dalla sofferenza.
Canto: Salmo 125
Ammonizione al Vangelo (Kiko)
Sono persuaso che Colui che ha iniziato in voi questa opera buona la
porterà a compimento nel giorno di Cristo Gesù.
Dice S. Paolo che Gesù ritornerà a giudicare tutte le cose. Per la
chiesa, per questa sposa, questo giudizio è già stato anticipato per noi.
Tutte le nostre cose, le nostre ingiustizie sono perdonate. Cristo è venuto a
portarci il tempo della misericordia. Dice S. Pietro: "Alcuni dicono: 'Ma
tarda molto ad arrivare questo Gesù?'". Dice S. Pietro: "Mille anni sono per
Dio come un giorno". Il Signore vuole dare tempo a ciascuna generazione. Noi
ci siamo adesso, ma fra cento anni non ci saremo più, ci sarà un'altra
generazione.
Vorrei dire una cosa: noi quest'anno abbiamo invitao 20 équipes di
itineranti di tutta la Spagna a tutte le città dove non c'è ancora questo
cammino, ad annunziare questo Kerygma, questo Servo di Jahvé, per predicarlo
ai parroci e per predicarlo ai Vescovi. E' impressionante che di questi 30
Vescovi che hanno visitato, chiamandoli a conversione come tre poveri,a
dirgli che questa è l'unica verità, quest'atteggiamento di Gesù Cristo:
"Forse finora sei stato chiamato ad appoggiarti nelle persone, nel successo,
nel denaro..., ed in tante altre cose. Noi, in nome del Signore, ti diciamo:
convertiti, perché Dio ha resuscitato il suo Servo Gesù come l'unica verità.
Questa è l'unica verità, l'unico che vive". Il resto morrà, e guardate che
oggi questa generazione tutto il mondo vive nella menzogna perché tutte le
nostre attitudini sono basate su cose contrarie, cioè il Servo di Jahvé è una
follia, è una assurdità. Bene, i Vescovi hanno accettato impressionatissimi
questi profeti che li richiamano alla conversione a questo Servo. Perfino
chiedevano la benedizione a questi tre poveri.
Ad ogni uomo di questa generazione deve arrivare un itinerante, uno di
voi che gli annunzi questo. Sapete che nella Traditio voi annuncerete a
questa gente la verità, di casa in casa, che Gesù Cristo viene, che Dio ha
risuscitato il suo Servo, che voi siete testimoni. Io, fratelli, sono
testimone di questo, che Gesù Cristo vive, che questa non è una bugia, una
utopia, non è una stupidaggine; che è vero che Gesù Cristo vive, che io mi
sono trovato con Lui, che ha cambiato la mia vita, che viene e che Dio vi
chiama a conversione. Chi non si vuole convertire perirà e il Signore viene a
giudicare vivi e morti perché questa forma d’amore, di questo Agnello che si
prende i peccati degli altri, questa è la verità. L'amore non
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è costringere l'altro a fare giustizia, a che l'adempia con la legge. No,
l'amore è prendersi i peccati degli altri. Questo é l'amore di Dio. Lui ha
rivelato in Gesù Cristo una luce radiante di se stesso, come Dio ci ama. Lui
ci ama senza resistersi al male. Dio ci ha amato quando noi eravamo nemici.
Qui ci sono molti nemici di Cristo, molti, anch'io sono nemico di Dio. Io non
rispetto la natura che ha fatto Dio, io non rispetto le persone che ama Dio.
Lui ama anche l'ultimo disgraziato di questa terra. Lui ha dato il sangue del
Suo Unigenito in riscatto per noi. E io ho mancato. E lui mi perdona una
volta, due volte, mi segue chiamando. Lui non resiste al male, quando io
pecco, che distruggo la vita, Cristo si lascia uccidere perché Cristo è morto
per tutti i peccati che io commetterò, non solo per quelli che io ho
commesso. Se Dio mi ha amato così, quando ero suo nemico, Lui vuole che ami
anche i nemici, che non resista al male degli altri, in modo che vedano gli
altri in me praticamente che Dio esiste.
Come mi ama Dio? Pensate che quando io sono cattivo Dio mi castiga?
Mandandomi malattie.., terremoti..., quelle cose. Ieri abbiamo sentito nel
Vangelo che quello non é vero, che le malattie, i terremoti siano castighi.
Questo lo può pensare la nostra ragione, l'uomo che vuole razionalizzare in
ogni modo le cose che non capisce. Allora fratelli Dio cosa sta facendo in
voi? Fratelli, Dio sta aprendo nelle vostre parrocchie un cammino di salvezza
perché dopo noi dobbiamo percorrere la terra. In questa generazione non deve
rimanere una persona che non conosca la verità. Se non vogliono accoglierla è
un'altra cosa. Ma quando tu annunzi alla gente che la verità è questo amore e
Lui dice: "Ma se questo amore è la verità, allora sono nella menzogna, perché
io faccio il contrario tutti i giorni. Allora io che devo fare? lo sono
impotente. Quando mia moglie mi parla un po' più alto mi distrugge; quando i
figli non studiano mi distruggono. Quanto ho sofferto perché non mi danno lo
stipendio che voglio! Faccio tutto il contrario! Che devo fare?"
Quando S. Pietro predicava lui diceva: "Fratelli, voi avete rinnegato
il Giusto anche per ignoranza, voi avete detto che la verità sia un
assassino, Barabba." Dice S. Pietro: "Bene, io so che lo avete fatto per
ignoranza, ma Dio lo ha resuscitato per voi, e noi siamo testimoni". Che cosa
dobbiamo fare? Pietro gli rispose "Convertitevi, pentitevi e fatevi
battezzare e riceverete il dono di questo stesso Spirito".Bene, quando voi
andrete di casa in casa chiamando alle porte come profeti, come inviati da
Dio in quella famiglia, perché la gente lasci di essere peccatrice... Nei
peccati c'è la punizione, sapete che i peccati non si puniscono dopo: qui c’è
la punizione, qui si puniscono i peccati. Il peccato è abbandonare Dio,
significa abbandonare la vita; ed è vivere nella morte, e sperimentare
l'odio, l'invidia, la gelosia, la morte... Non esperimentare la pace.
Quando la gente vi dice: "Cosa dobbiamo fare?" Allora: "Fatevi
battezzare". Ma dove? Se non c'è un cammino dove si riceva lo Spirito Santo!
Bene, la prima cosa è aprirlo e portarlo alle parrocchie e le nazioni
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verranno da un esilio, e Dio lo vuole fare in questa generazione. Noi stiamo
preparando la via del Signore perché questi uomini possano entrare; molti
rifiuteranno, rideranno sopra , ma molti stanno aspettando questo annuncio,
questa predicazione.
Siamo chiamati a correre senza tempo di sosta su tutta la terra, perché
c'è poco tempo; possiamo morire presto: a me forse mancano due anni, non so
che tempo mi dia il Signore. Forse 3 anni o 5, non lo so. Vedete, mi manca un
rene, l'altro lo tengo male..., non so! Magari una macchina o un aereo cade
in uno di questi viaggi che devo fare. Non so, non so niente. Questo mondo
passa e passeremo tutti.
Bene, fratelli, il Signore ci dice nel Vangelo: "C'é qui una voce che
grida nel deserto, che dice 'Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri perché viene il Signore, ogni valle sarà riempita, ogni colle sarà
abbassato, i passi tortuosi saranno dritti'."
Ecco fratelli, abbassate le vostre altezze, le vostre difese perché
possa entrare il Signore, perché il Signore ci possa salvare. In piedi per
cantare il canto al Vangelo.
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Dall'Eucarestia fatta a Madrid nel '77
Ammonizione ambientale
In verità non siamo qui solamente per compiere un precetto,, per
ascoltare la Messa, visto che domani è domenica e dobbiamo andare a messa.
Questa festa dell'Eucarestia è nella cornice del secondo scrutinio che stiamo
vivendo. E' il momento in cui il Signore ha preparato una mensa di fronte ai
nostri nemici, di fronte alla nostra realtà di debolezza e di rifiuto della
storia e delle persone.
Mi rendo conto che per voi potrà essere una cosa difficile perché si
tratta veramente di cambiare religione. E' molto difficile passare da
maomettano ad ebreo o qualcosa del genere. Dal concepire la religione in
certi contesti che avevamo prima, passare ad una religione completamente
nuova. Perché ciò suppone una vera rivoluzione nei nostri concetti, anche di
spazio, di situazione, di storia, di tutto. Per questo faremo ora un rito,
una celebrazione: celebreremo una festa. Forse molti tra di voi non
comprendono il significato profondo di questa festa o lo vivono poco. Adesso
canteremo, faremo un canto.
Gesù Cristo ha istituito per noi un banchetto. Nostro Signore Gesù
Cristo si farà presente in mezzo a noi per aiutarci, per distruggere in noi
il principio della morte ceh ci attanaglia, per aprire un cammino attraverso
la morte, per mezzo del quale noi possiamo realmente passare, attraverso
appunto il cammino che lui ci apre, alla felicità. Perché gli avvenimenti di
morte che incontriamo ogni giorno nella nostra vita ci negano, ci chiudono
l'accesso all'amore. Perché questi avvenimenti sono un linguaggio che ci
assicura che Dio non c'è, che Dio non è amore, che non ci ama. Non siamo
amati perché tuo marito è insopportabile, ed è vero, perché tua moglie, i
tuoi figli... perché i fatti di morte ci consumano. Il maligno, nella storia,
ci dà una catechesi per dirci che Dio non ci ama. Ora lo stesso Gesù Cristo
si farà presente in questo Pane, che trasformerà nel suo Corpo, e si darà
come cibo per noi perché possiamo mangiare la Morte di Cristo, il suo
ingresso nella morte, la sua obbedienza alla volontà del Padre, senza
mormorazione nel cuore, sapendo che il Padre ci ama.
Cominciamo questa festa. Io vi invito a celebrare la Pasqua, questa
Pasqua, con nostro Signore Gesù Cristo. La domenica, la resurrezione del
Signore, viene ad aiutarci e ci invita ad entrare nella Festa, nell'allegria,
ci invita a non aver paura, a non pensare che dopodomani sarà la stessa cosa.
Noi stiamo camminando di Pasqua in Pasqua. Dobbiamo costantemente passare
attraverso la storia senza affogare nella disperazione,senza che si
decomponga il nostro essere più profondo.
Questa Eucarestia è nuova, non la conoscete.Ancora non è stata
inaugurata. Mai l'abbiamo vissuta e non sappiamo ciò che può succedere. Vi
posso assicurare, per esperienza, che c'è gente che è venuta in comunità per
quattro anni senza capire nulla ed improvvisamente, in una convivenza, la sua
esistenza è cambiata radicalmente. Perché il momento del Signore è
insospettato. Perché nessuno di noi può conquistare Dio con le sue mani,
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con le sue forze. Alcuni dicono - ne parlavo prima con Carmen -: "Quello che
mi succede è perché prego poco". Questa è una stupidaggine. Non perché tu
faccia molta preghiera sarai più cristiano: questo te lo dico io. Cristo non
te lo puoi comprare né con l'orazione, né con i sacrifici, né con il digiuno.
Con niente. E' Dio Colui che ci precede. Il nostro Dio non funziona a
gettoni. Affatto. Mettendo molti gettoni ciò che succede è che diventi ogni
volta più ipocrita e fariseo e ti credi ancora qualcuno e, al fondo al fondo,
non hai affatto misericordia. Se il Signore ti permette di pregare ora,
benedicilo, perché ti ha fatto un dono molto grande, perché puoi pregare.
Accogliamo, fratelli, i presbiteri che sono la testa della nostra
assemblea perché possiamo, attraverso il cammino nel quale Cristo ci ha
preceduto e che ci ha aperto, attraverso questa celebrazione, attraverso la
Parola, i canti, la festa, ritrovarci in questo banchetto, nell'Amore, nella
comunione. Perché possiamo saziarci dei cibi del banchetto che Dio ci dona,
che sia come un olio, un balsamo sulle nostre ferite più profonde e cominci a
metterci in comunione gli uni con gli altri. E' Lui che viene per fare
quest'opera in ciascuno di noi. Questa Eucarestia non ti cura nessuna ferita?
Tu sei qui incavolato, nero perché non ne puoi più e quando finisce
l'Eucarestia non è successo nulla? Molto bene. E con questo? Quello che è
vicino ed è venuto qui veramente fatto a pezzi ed il Signore lo ha visitato
in questa Eucarestia ed è potuto entrare in comunione con gli altri? Allora
benedica il Signore!
Accoglieremo i presbiteri cantando. "Alzate o porte", che si aprano le
porte dell'egoismo e della morte perché entra Gesù risuscitato.
(Si può cantare anche: "Verso te, o città santa")
Canto: Alzate, o porte
Ammonizione alla I lettura (Carmen)
La notte di Pasqua, che penso tutti avrete celebrato, sapete che
inaugura nella Chiesa cinquanta giorni di festa. In questa notte dell'Esodo,
che è servita come sfondo, in questa notte si sta aprendo il mare che sbocca
nella figura di Cristo che trionfa sulle acque, risuscitato. Questa
esperienza della Resurrezione, che ha avuto la Chiesa, inaugura cinquanta
giorni di festa che culminano nella festa di Pentecoste. Gli Apostoli sono
meravigliati della presenza di Cristo e non riescono a crederci. Tant'è vero
che nella festa dell'Ascensione avrete visto, come raccontano gli Atti degli
Apostoli, che diede loro molte prove del fatto che lui era vivo. Voglio dire
che non li invia al mondo perché sì... o così. No. Ha dato loro prove
evidenti che Lui è vivo.
Inizieremo questa Eucarestia come tutte quelle delle domeniche di
Pasqua: con una lettura dagli Atti degli Apostoli. L'Antico Testamento è
rimasto sullo sfondo della Pasqua, nella notte di Pasqua, e tutti questi 50
giorni sono una meravigliosa festa della presenza di Cristo nel cammino che
porta alle primizie che è la festa di Pentecoste.
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Già per gli Ebrei la primizia di questa festa sarà lo Spirito Santo. Gli
apostoli sperimentano in se stessi che è stata donata questa vittoria nella
carne dell'uomo: la resurrezione. Per questo leggeremo un brano che forse è
un po' lontano per noi, nel futuro. Ed è questo vedere gli apostoli tutti
riuniti in preghiera. Ed è quello di cui stavo parlando con Kiko: come la
preghiera non nasce dal proposito di fare un'ora di orazione tutti i giorni e
neppure nasce da una tecnica di tipo yoga. Così come la croce di Cristo li ha
dispersi tutti, altrettanto li ha convinti di peccato.
Forse questa è la condizione nella quale ci troviamo tutti in questo
scrutinio: che è molto difficile convincersi di peccato. Lo stesso San Pietro
che diceva: "Io non ti rinnegherò mai", ha visto il peccato nelle sue mani,
palpabile. In questo scrutinio vedremo non solamente i nostri peccati, ma che
siamo nati nello stesso peccato. Siamo nati già in peccato, nella
dispersione, nell'assoluta incapacità di passare all'altro, di amare. E
vedremo come gli apostoli ricevono il perdono e come questa esperienza di
amore assoluto in mezzo ai loro peccati è come una cura ed immediatamente
unisce gli uni agli altri, unisce l'uomo con l'uomo. Per questo la più grande
manifestazione della risurrezione di Cristo sarà vedere gli apostoli riuniti
in un solo cuore. Da qui nasce, allora, la contemplazione dei fatti che hanno
vissuto. Questa morte, questa resurrezione, questa meravigliosa ascensione di
Cristo esaltato nella Gloria del Padre. Hanno visto elevarsi, hanno visto
trascendersi veramente la terra in questo Gesù. E Lui ha aperto un cammino
così meraviglioso di speranza che si trovano già riuniti in preghiera senza
nessun tipo di proposito. Quasi non possono far altro che contemplare e
sperare un'infinita sepranza già aperta, primizie che sperimenteranno in
Pentecoste.
Per questo vi invito, fratelli, voi che siete angosciati, attanagliati
dai vostri peccati, a non aver paura di riconoscere i peccati. Il Signore
viene, in questa Eucarestia, a farci passare dalla morte, dal peccato,
dall'ansia, dall'angoscia, dalla diaspora, all'unità della resurrezione di
Cristo.
Prima lettura: Atti 1, 12-14 (7a domenica del tempo di Pasqua)
Passaggio al canto
Vi inizieremo all'orazione, nel catecumenato, l'anno prossimo. Quelli
che passeranno questo scrutinio. Non potete essere iniziati all'orazione
senza aver prima sperimentato un po' la morte di Gesù Cristo nella vostra
vita, la sua resurrezione di tra i morti, e che tutti i tuoi peccati sono
stati perdonati. Così come questo Gesù è stato costituito nell'Ascensione,
come questo Servo di Jahwé, che si fece peccato per noi, Dio lo elevò ed è
l'unica verità così avverrà per noi, nell'orazione; possiamo essere rivestiti
dello Spirito Santo, di una nuova condizione umana, di una nuova creatura. Lo
speriamo per molti di voi perché siccome tutte queste cose ci superano tutto,
e siccome la religione cristiana non é una serie di riti, per questo è
necessario questo scrutinio prima che il Signore cominci a fare in voi questa
nuova condizione umana.
Perché molti fra voi non hanno assolutamente cambiato mentalità, né
hanno sperimentato realmente Gesù Cristo, questa morte, e neppure hanno
sperimentato un po' questo perdono dei loro peccati; e questo si dimo
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stra con il fatto che non perdonano, non perdonano i difetti e le mancanze.
La mormorazione che esiste, il pettegolezzo e le stupidaggini sono tutte cose
necessarie perché si veda fino a che punto voi avete una mentalità, un modo
d'essere interiormente, che è contraria al cristianesimo. Dio lo permette e
questo avviene. Perché? Per questo motivo. La cosa terribile è quando ciò non
è illuminato, quando uno sta pettegolando e mormorando e, nel fondo, dice:
"Io non faccio niente di male"; ovvero non ha coscienza neppure di ciò che
sta facendo. E gli sembra una cosa ottima passare la sua vita ad esigere cose
dagli altri. Esigendo cose agli altri in nome della legge, del suo "io", del
suo essere, della sua legge che è la legge che gli han dato nel suo essere,
dell'essere che gli han dato gli altri, la soceità, la famiglia, che gli ha
dato l'educazione, che gli hanno dato tutti gli altri. Che peccato! Questo
essere tanto stupido che hai in te non assomiglia affatto a Gesù Cristo
perché Lui non esige nulla da te, ma si è fatto peccato. Lui è l'anarchia,
Lui è l'assurdo. La figura di Gesù é lo scandalo per la società, per la
famiglia. Inoltre Lui viene a distruggere la famiglia, così come ha detto
molto bene: "A creare la divisione" e "Chi non odia suo padre, sua madre, sua
moglie, i suoi figli non può essere mio discepolo". Queste sono parole che
fino ad oggi, siccome si son dovute tenere nascoste, distrutte,
addomesticate, non hanno avuto nessun senso nel contesto della società
cattolica spagnola, perché sono un assurdo, è chiaro. Adesso la Chiesa
comincerà ad essere, così come lo aveva capito la Chiesa primitiva, un resto,
un sale diverso dalla patata, dalla carne. Questo sale ha un immenso potere e
l'unico modo di dare sapore è sparendo, morendo a se stesso. Se non muore non
sala. Un cristallo di quarzo sembra sale, ha tutte le proprietà apparenti del
sale, ma non è sale: non sala nulla. Così come molti di noi che sembriamo
sale perché veniamo all'Eucarestia, perché cantiamo molto bene, perché
abbiamo una comunità, perché andiamo non so dove. Sembriamo sale ma non
abbiamo il principio del sale perché non ci dissolviamo, non moriamo a nulla.
Perché non appena tua sorella, tuo cugino o tuo cognato cercano di ammazzarti
un pochettino, tu spacchi la testa a tutti, oppure non gli rivolgi la parola,
o non vai più in comunità. Per questo la cosa importante è che non si tratta
di avere cristalli di sale che sembrano sale ma non lo sono. Questo non ha
nessun senso. Siamo 300 comunità, 60.000 persone circa che stanno facendo il
cammino in questo momento. A che cosa serve tutta questa gente se tutto ciò è
un rito, un rito in più, un'associazione molto carina? Non avrebbe senso,
vero? Io non mi metterei a farvi questo servizio se non credessi veramente
che il Signore, che è Colui che porta avanti questo cammino, vi porterà
veramente e realmente al cristianesimo. Allora ecco, fratelli, che qui
vediamo gli Apostoli in una Parola che il Signore ci dà, oggi, nella quale ci
promette che ci porterà veramente alla preghiera, ad un'orazione profonda, a
spogliarci del nostro uomo vecchio e giungere alla semplificazione, a farci
piccoli come bambini. Tutto ciò non è possibile se il Signore non ci porta,
attraverso l'azione dello Spirito Santo, ad una orazione profonda.
Perciò canteremo, fratelli, il Salmo 117 che dice: "Rendete grazie al
Signore" perché Lui ci chiama ad essere questo sale, perché ci chiama ad
edificare la nostra vita sulla pietra angolare, la pietra rifiutata dai
costruttori; perché Lui veramente ci garantisce, per mezzo di questa
Eucarestia, che noi non moriamo, che vivremo. Non perché siamo migliori degli
altri ma perché questo si possa annunciare agli uomini: farà un'opera in voi!
Canto: Salmo 117 - Seconda lettura: I Pt. 4, 13-16
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KERIGMA (Inserito dopo la seconda lettura della celebrazione eucaristica
della convivenza - in questo caso I° Pietro 4, 13-16)
Oggi volevo annunciarvi Gesù Cristo ed ho voluto riservarlo brevemente
per questa Eucarestia. Come vedete questa Eucarestia, questa Parola, ce la
vuole dire il Signore in questa Eucarestia a tutti: soffrire per il nome di
Gesù.
Indubbiamente è una cosa grande in questo contesto che stiamo vivendo,
visto che tutte le letture, dopo la Veglia Pasquale dovrebbere essere per
gente che è stata battezzata appunto durante la Veglia Pasquale, per adulti.
Allora tutto è basato su questo: sul vivere la figura del Servo di Jahvé.
Tutto il cammino Catecumenale ti ha portato a questo, a questa nuova
condizione umana. Costantemente S. Pietro, ogni domenica, ce lo va
ricordando. Va dando dei consigli che già si possono realizzare perchè in noi
è già presente la condizione umana per cui è Cristo che vive dentro di noi,
che ci ha spogliato dell'uomo della carne, dell'uomo orgoglioso, dell'uomo
superbo e ci ha dato il suo Spirito: ha creato in noi una nuova natura.
Questo è qualcosa di molto importante e voglio annunciarvelo: il
Signore vuol fare in noi una nuova natura, così come dicevo ieri. Noi abbiamo
tutti una natura, un essere, l'essere dell'uomo; non siamo solamente una
macchina che ha bisogno di mangiare per funzionare, che ha una pompa che si
chiama cuore e che ti fa camminare con i piedi. Se gli Manca la mente può
funzionare vegetativamente, senza dubbio, ma non è sufficiente. L’uomo è
qualcosa di più: non è solo un corpo.E' qualcosa di più, vero? L'altro giorno
un ragazzo, in una comunità diceva: "Io voglio essere". Essere. Che cosa è
essere? Ogni essere è: essere amato. Lui diceva questo perchè non era
nessuno, perchè non aveva finito gli studi perchè non era arrivato ad essere
qualcuno, perchè ancora non era qualcuno nella vita... Tutti i popoli
primitivi hanno dei riti d'iniziazione. Un ragazzo per passare da adolescente
ad adulto deve passare attraverso una serie di prove, ha bisogno, per
esempio, di andarsene nella foresta e passare cinque giorni cacciando da
solo. Il ragazzo ha paura della vita, per questo i ragazzi giovani corrono il
pericolo di rifugiarsi fra le sottane della mamma e di rimanere
infantilizzati; per questa ragione la società tenta di aiutarli con questi
riti di iniziazione che lo fanno essere adulto. Dopo che ha cacciato l'aquila
o che è stato per cinque giorni da solo nella foresta, allora si considera
adulto. Anche i ragazzi d'oggi hanno bisogno di andarsene in giro facendo
autostop: hanno bisogno di superare le paure che hanno di fronte alla vita,
devono superare se stessi, le paure che hanno di fronte al lavoro. La società
moderna, anche se sembra che siamo molto distanti dall'uomo primitivo non lo
siamo poi tanto, ha anche lei un rito. ....[parte illeggibile]............
Per questo esige da te che studi,
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che lavori, che ti costruisci un avvenire, da solo, altrimenti non ti ama.
Allora ti fa un ricatto affettivo: se non fai così non ti ama, allora tu:
"non sei". Nessun uomo è considerato se la società non gli dà un documento di
cittadinanza, se non gli dice: "Tu sei".
La cosa tremenda è che tutti noi, e lo vedrete nello scrutinio che
faremo, abbiamo un essere che ci è stato dato dagli altri: dalla famiglia,
dalla società. Abbiamo un essere, potremmo dire, familiare, un essere
sociale, un essere politico interno e perfino un essere religioso che può
essere completamente deforme e serve solo come ciliegina su tutto questo
essere sociale e culturale; e non ha niente a che vedere con il
cristianesimo.
Questo essere che ti ha dato la società è un essere nel quale la figura
di Cristo, il Servo sofferente, è uno scandalo. Questo non può essere! Non si
può tollerare! Questo è un'anarchia! Allora immaginatevi il problema che
abbiamo. Avete una natura che ha sempre rigettato questa pietra angolare così
come il mondo la rigetta. Vedremo come nel Vangelo Gesù ci dirà: "Io non
prego per il mondo, Io vi ho tratti dal mondo". Non può pregare per il mondo
perché il mondo ha rifiutato Gesù, perché il mondo non può sopportare Gesù,
non può mai sopportarlo. Mai il mondo ha sopportato chi non studia, chi è
inutile, chi non lavora, chi, per qualche ragione, è inferiore, chi non ha
soldi, chi è sporco, chi vive in mezzo agli zingari. Mai, in nessun modo, il
mondo ha potuto sopportare quest'immagine, in qualsiasi parte e nei suoi
molteplici aspetti d'inferiorità, di essere un piccolo, di farsi l’ultimo,
non può sopportarlo.
E nessuno di voi, mai nella vostra vita, ha voluto essere lo ultimo in
qualcosa; dovete sempre essere i primi in tutto, avere tutti i soldi che sia
possibile, avere lavoro, possedere una serie di cose. E non avete potuto
sopportare l'idea di essere l'ultimo. Questo vi proviene dall'essere che il
mondo, la società, ha dato a ciascuno di voi. Quest'essere che vi ha dato non
può amare il nemico, perché mai la società né il mondo vi ha amati quando
eravate cattivi, quando non sapevate lavorare, quando non avevate valori. Mai
il mondo vi ha amati così. A voi infatti è stato dato un essere che in
definitiva vi ha obbligati a crearvi un posto al sole, a farvi un avvenire,
ad essere capaci di guadagnare soldi. Allora voi adesso, siccome mai vi hanno
amati quando eravate inferiori, non potete amare chi è inferiore; chi ti
deruba. Perché hai una natura interna che ti ha creato il mondo, che ti è
stata data.
L'amore non nasce spontaneamente: dev'essere ricevuto. Noi abbiamo
ricevuto l'essere quando siamo stati amati. Cristo è venuto a mostrare al
mondo come quest’essere, che ci ha dato la società, sia deteriorato per il
potere del peccato. E’ un essere che è alla mercè del peccato, del male. E’
il peccato originale. Ed è debilitato fino al punto che il peccato, con tutte
le sue potenze, il maligno con tutte le sue forze, domina in lui, governa su
di lui. Perché? Perché questo essere che abbiamo è così debole che deve
essere continuamente amato. Vivere significa essere amato. Ed allora,
cercando di essere amato, si vende agli idoli del mondo. Non sopporta di non
essere amato ed usa tattiche di violenza.
Non voglio adesso raccontarvi tutto questo. Solamente vi dirò una cosa:
che vi annuncio oggi una buona notizia, ed è che Dio questo povero
disgraziato che uccisero a Gerusalemme su di una croce, Dio l’ha risusci
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tato e lo ha costituito Signore e Kyrios e lo ha elevato al di sopra di ogni
potere, di ogni principato, di ogni virtù e di ogni dominazione. Non c'è
altro nome sulla terra nel quale l'uomo possa avere una vita autentica, vita
eterna. A te non interessa la vita dopo questa vita? Perché me lo racconti?
Molto bene, muori come un cane. A me che importa?
Ma a colui al quale importi veramente, a colui che è preoccupato per
ciò che è la vita, come dobbiamo viverla, che noi moriamo, per lui è una
buona notizia che Dio abbia costituito giudice e salvatore questo Gesù. Lo ha
posto come Pietra angolare, sulla quale noi possiamo costruire un nuovo
edificio. Però, perché Cristo possa costruire un nuovo edificio, ha bisogno
che noi prima veniamo sommersi nella sua croce, giudicati dalla sua Croce;
sperimentare in noi stessi la crocifissione. E cosa significa questo?
Significa che Gesù, con la sua morte sulla croce, denuncia realmente che la
tua vita è totalmente sbagliata, che tu cammini con una vita che volge le
spalle alla verità, perché tu credi che la verità sia ciò che tu sempre hai
pensato. Ma il fatto è che io vengo, da parte di Dio, a dirti che la verità
non è quello che pensi tu, che la verità si chiama Gesù di Nazareth sulla
croce. Che significa Gesù di Nazareth sulla croce? Significa che noi tutti
abbiamo, come dicevo prima, una legge, un io, un essere creato ed un uomo che
è ciò che abbiamo accumulato attraverso la nostra esperienza ed i nostri
studi. E questo uomo ha già un'idea di come deve essere la famiglia, di come
dev'essere la casa, pulita e a posto, una idea di come dev'essere la
relazione con i figli, di come dev'essere la politica, un'idea di tutto,
assolutamente di tutto. Io ho una proiezione, un'idea: costantemente cerco la
verità, che si realizzi la mia verità, quello che io credo sia la verità, e
passo la mia vita dicendo: "Stai attento, non gettarmi la cenere lì..." a mio
marito, "Perché vieni così tardi? Con te non si può vivere!". Ma anche il
marito ha la sua idea. In nome della nostra legge trascorriamo la nostra vita
giudicando costantemente gli altri perché crediamo che quello di cui c'è
bisogno é di fare giustizia.
"Bisogna fare giustizia!" Dobbiamo vivere nella realtà... chiaro! Tu hai
un'idea della verità. Ognuno ha la sua e ogni volta che questa verità viene
meno, la verità che tu proietti, soffri moltissimo. Ogni volta che vedi come
tua moglie tratta i figli, e tu non sei affatto d'accordo, soffri moltissimo.
Ti viene voglia di picchiarla perché, la testona!, non si rende conto che
così non si può andare avanti. Ed ogni volta che vedi un altro che fa una
cosa che tu non puoi tollerare allora non lo sopporti.
Questa verità che tu possiedi è il prodotto atavico della tua famiglia,
di ciò che hai visto fare da tuo padre e tua madre, dai tuoi fratelli... di
molte cose, quello che vuoi..., da ciò che hai studiato, che hai visto, che
hai progettato.
Ma Cristo in un certo momento viene a te in una predicazione e la fede
viene da questo annuncio ed immaginati che tu passi tutta la vita giudicando,
e in conseguenza di questo soffri moltissimo. Gesù viene a dimostrarti che
Lui è la verità. Lui non viene a giudicare nessuno. Lui si è lasciato
uccidere per il peccato dell'altro. Noi invece passiamo la vita giudicando in
nome della nostra legge; in definitiva vogliamo affermare la nostra giustizia
perché non ci sentiamo amati. Perché non mi ama se io tento di compiere la
legge da quando mi alzo a quando vado a dormire? Perché non ama me che compio
la legge e invece ama quelli che non la compiono?
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L'importante, in tutto questo, è solo una cosa: che Dio ha mostrato in
Gesù Cristo che cosa è l'amore, che cosa è la verità. E la verità è questo
Servo di Jahwé crocifisso, che non ha protestato, che come pecora muta
davanti ai tosatori è entrato nella morte, che, si è lasciato distruggere per
il peccato degli altri. Io vi invito a contemplarlo. In questo Cristo, con
questo atteggiamento, Dio ha amato tutti gli uomini ed ha consegnato la sua
vita. Dio è morto in Cristo per te, per i tuoi peccati; per mostrare a te
quale è la verità. Dio, il Padre, ha resuscitato Gesù di Nazareth, lo ha
rialzato dalla morte ed ha mostrato qual'è l'unica verità. Questo è l'Amore.
Perché la Verità è l'Amore, e non c'è altra verità: il resto sarà passato per
il fuoco.
Siccome c'erano molti itineranti che predicavano in giro per amore al
soldino, e siccome gli itineranti non guadagnavano la gente dava loro del
denaro..., allora S. Paolo dice: "Questi predicano per interesse: che
predichino! Io sono contento, almeno, che Cristo sia predicato, lo facciano o
no per interesse. In ogni modo vi dirò una cosa: vedremo su che fondamenta si
è edificato perché se è sopra Cristo allora si sosterrà la costruzione, ma se
no, no! Perché null'altro resiste che non sia edificato su questa pietra
angolare, perché tutto sarà passato per il fuoco".
Con l'annuncio di Cristo, con la proclamazione di Cristo, si annuncia la
condanna. Devo anche annunciarvi un giudizio che viene su di voi in questo
scrutinio Perché se io non sto dicendo stupidaggini, se sto dicendo la
verità, se Cristo è l'unica verità, se questo atteggiamento è l'unica:
verità, allora convertiti, fratello, perché stai andando molto male, e se
domani arriva la fine del mondo attento che non ti diano un sacco di botte
perché con il metro con il quale hai misurato gli altri sarai misurato tu,
fino all'ultimo centesimo. E questo è Parola di Dio. Se per caso tu non
continui a credere che la verità è quel "dio" che ti sei costruito tu a tua
misura, di manica larga, grassoccio, con le ciglia depilate... Quel Dio non è
la verità. Non esiste quel Dio. Mi dispiace molto per te. Il Dio che esiste è
il Dio che è nella Chiesa. E Cristo dice alla sua Chiesa: "Quello che
legherete sulla terra sarà legato anche nei cieli". Non crediate che se voi
non lasciate passare un tizio si possa dire: Bene...
Dio non è quello di S. Pietro, o quello di Kiko, o di quell'altro...
Attenzione! "Quello che legherete su questa terra sarà legato nei cieli". Voi
potete accedere a Dio solamente attraverso la porta di Cristo; ed a Cristo si
accede attraverso la Chiesa che è la sua immagine e che è il suo corpo sulla
terra. Nessuno si può costruire un Dio a sua misura, come ti pare - buono,
cattivo, piccolino, grande, un po' severo... - no, amico mio. Per questo
quando S. Paolo predica al re Agrippa questi resta atterrito, perché gli
predica che la verità è il contrario di ciò che fa il re, lui che sempre
cerca di vivere in un altro modo, che ama in un altro modo. Non può
continuare ad ascoltare perché la predicazione del Kerygma del cristianesimo
chiama anche la condanna della nostra vita, ci chiama al fatto di lasciarci
giudicare dalla Croce di Cristo, se tu lo guardi innalzato: - "Guarderanno a
colui che hanno trafitto" - perché bisogna guardare... Fai bene a guardarlo
crocifisso. Quando Mosé innalza il serpente nel deserto ordina che tutti lo
guardino. Sappiamo che nel cristianesimo, lo dice S. Giovanni, "guarderanno a
colui che hanno trafitto.” Bisogna guardare verso questo Cristo. Per questo
ci piace avere in chiesa un Cristo. Occorre guardarlo e contemplarlo: vedere
che quest’immagine è l’immagine della verità, un’immagine di Dio, dell’amore
che Dio ha avuto per te.
Ma tu ti rendi conto che non puoi imitare quell’immagine, che tu sei
assolutamente il contrario di essa; che tu non puoi veramente
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amare così e che Dio te lo sta facendo vedere, costantemente, nella comunità.
Tu non ami così e allo stesso tempo neppure puoi riuscirci con lo sforzo.
Nessuno può essere Servo di Jahwé semplicemente perché decide di esserlo. La
prima cosa è lasciarvi giudicare da questo Cristo e riconoscere realmente che
siete peccatori, ossia lasciarvi sommergere in questa croce di Gesù; poi
appoggiarvi in questo Gesù che è stato riscattato dalla morte e resuscitato,
che è stato costituito Signore, Kyrios, Sommo Sacerdote che intercede per noi
e che noi possiamo pregare, nel quale possiamo chiedere al Padre, nel Nome
suo, una nuova coscienza. S. Pietro dice che il Battesimo non è lavare la
sporcizia del corpo ma è entrare nell'acqua invocando il potere di Dio che è
stato dato a Gesù, chiedere a Dio un nuovo essere, una nuova natura. E questa
nuova natura viene dall'alto.
Convinti di peccato - perciò questo catecumenato dura molti anni,
perché non c'è chi ci convinca di peccato - convinti che noi, realmente,
siamo un essere che è totalmente egoisticizzato, che tu sei un egoista, che
tu in verità non ami. Ci sono cose molto buone: c'è un amore umano, un amore
di famiglia, un amore per i figli, abbiamo cose molto buone, nessuno dice che
siano cattive; ma quello che stiamo dicendo è che questo non è l'amore, che
Dio ha voluto mostrare in Gesù che cosa è l'amore. Poi, convinti di questa
Croce e sommersi in essa (il simbolo di immergersi nell'acqua), insegnandovi
ad appoggiarvi su questa pietra angolare per mezzo del cammino catecumenale,a
chiedere a Dio che ci dia una nuova coscienza, che ci dia lo Spirito di Gesù
(la preghiera ha il potere di darci lo Spirito di Gesù e questa Eucarestia è
un invito a ciò), allora, dopo questa preghiera e questa richiesta, viene su
di noi la Pentecoste. Dopo che siamo stati giudicati dalla Croce, che
abbiamo sperimentato la croce su di noi, dopo che abbiamo contemplato la sua
resurrezione davanti a noi e la sua ascensione ai cieli come Kyrios, anche
noi come Lui potremo ricevere una nuova natura. Però, per questo, dobbiamo
prima ripudiare la natura che ci ha dato il mondo, quella che ti hanno dato
il babbo e la mamma; devi odiare la tua mamma, devi odiare il tuo papà, colui
che tanto ami, i tuoi figlioletti Non lo dico io: lo dice Gesù Cristo. E "chi
non comprende queste parole - dice la parabola del Seminatore - è il seme che
cade lungo la trsada. E' colui che ascolta la Parola di Dio e non la
comprende... allora viene il demonio e se la porta via. Il seme che cade
nella terra buona è colui che ascolta la Parola di Dio e la comprende".
Mentre tu stai dicendo che questo no, che veramente non possiamo, allora non
ti lasci giudicare dalla Croce di Cristo. Però nessuno, questa notte, ti sta
dicendo di appoggiarti in te stesso, nelle tue forze: assolutamente. Ti
stiamo dicendo che ti appoggi in Gesù Cristo che ha misericordia di te , che
veramente vuole darti un nuovo Spirito.
Bene, fratelli, adesso cantiamo; perché come cristiani, siamo chiamati
ad essere Cristo, a soffrire l'ingiustizia del mondo. Questo che abbiamo
letto è una cosa tale che chi la può sopportare?
Ma noi siamo chiamati a soffrire ingiustamente l'ingiustizia. Cioé a
soffrire l'ingiustizia che un tale ti fa, nel tuo corpo, offrendoci come
vittime in favore di colui che ci uccide, per colui che ci distrugge, per il
peccato che ti fa l'altro (che ha macchiato la tua casa, denunciato,
criticato, che ha mormorato contro di te) e invece di giudicarlo e dargli
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un colpo in testa così, perché non ci riprovi, la Parola di Dio dice:
"Lasciati distruggere, accetta che ti insozzino, accetta che ti distruggano,
ed offri questa sofferebza che ciò ti provoca per quel fratello: amandolo".
Questo è il cristianesimo. Una bazzecola! E questo dovrebbe essere
senza giudicare e senza sforzo. Perché se un tizio per sforzo, per virtù lo
fa, poi dentro gli viene la voglia di cantargliene quattro a quello che gli
ha combinato quel pasticcio, però... siccome "bisogna scusare tutto" reprime
ed esternamente sorride come può ma dentro è pieno di odio. No! Questo è il
contrario. Questa sarebbe un'ipocrisia. Perché il Signore dice che non
bisogna pulire la coppa di fuori ma dentro. Perché è dall'interno che nascono
gli odi. Chi fra di voi abbia, questa notte, il minimo risentimento, sappia
che non ha lo Spirito di Cristo. Questo è indiscutibile. Lo Spirtio di Gesù
non ha risentimenti. Se qualcuno tra di voi ha un risentimento contro qualche
fratello, allora ha questa notte la possibilità di fare Pasqua, l'opportunità
che il Signore gli offre di cedere. Perché, infatti, nasce il nostro
risentimento? Perché noi ci sentiamo sua Maestà la Regina e a sua Maestà la
Regina non si può mancare di rispetto, ed al Principe Non so chi non gli si
può fare uno sgarbo... Per questo non cediamo, perché abbiamo una stima
smisurata di noi stessi. Perché se conoscessimo bene la nostra condizione e
la nostra realtà non giudicheremmo nessuno.
Bene, fratelli, il Signore ci invita a cedere, a umiliarci. Cantiamo
che il Signore mostri su di noi il suo Volto, la Gloria del Padre che brilla
sul Volto di Cristo. Il Vangelo dice: "Mostra la tua gloria". Dio ha mostrato
la sua gloria, ha mostrato quanto ti ama in suo Figlio; che perdona i tuoi
peccati. Sapete una cosa? Dio ci ha perdonati e noi siamo incapaci di
perdonare. Tu puoi, nel fondo, scusare quello che uno ti ha fatto, puoi
sminuire l'importanza del peccato contro di te: ma questo non è perdonare.
Perdonare non è togliere importanza al peccato: al contrario è perdonare
quella cosa veramente orribile che qualcuno ti ha fatto, un vero crimine,
qualcosa di veramente ingiusto, non togliergli importanza.
Que-to è ciò che ha fatto Dio con te e questo solamente Dio lo può fare. Tu
invece, per togliere la tensione che hai verso un fratello, trovi mille scuse
cioé togli importanza al peccato, seppellisci il fatto. E sotterrando quella
realtà tutto ti risulta più facile. Ma Dio ci ha perdonati in Cristo, perdonò
il peccato più grande che è quello di uccidere suo Figlio. Io non credo che
un fatto così possa trovare delle scuse. E' il peccato di farci noi stessi
Dio, il peccato di volere che Dio si metta al nostro servizio -come la nostra
segretaria- e voler maneggiare la nostra vita come ci pare. Siamo veramente
delle bestie! Tu vuoi guidare la tua vita come ti pare... però neppure sai
come funzionano i tuoi reni. Sai per caso come funziona il tuo pancreas?
Com'è possibile che tu ti creda tanto importante? Com'è possibile che tu ti
creda il Dio delle cose? Com'è possibile che tu evada così dal cosmo? Tu che
sei una cosa tanto piccola rispetto alla terra, e la terra è una piccola
pallina nell'infinito del cosmo! Com'è possibile? Credi di essere l'unico
dio. Fai quello che ti pare! Torni a casa e ti devono ascoltare, e tua moglie
deve fare quello che vuoi tu altrimenti sono litigate e cazzotti...
Per questo Dio, per aiutarti, deve disalienarti. Perché poi la gente
dice: "Com'è possibile che a me è successo questo? Perché un in
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cidente di macchina proprio a me? Che orrore!". Chiaro, a te mai! Tu non puoi
morire, no, neppure ti puoi rompere un braccio, né tua moglie ti può essere
infedele. No, a te no..! Agli altri invece, sì. Viviamo in un'alienazione
tanto grande che il Signore, con questi avvenimenti, ci sta chiamando a
conversione.
E in questa festa il Signore ci invita ad acquistare sapienza, a
umiliarci, a chiedere perdono e a dire al Signore che abbia misericordia. E
nessuno pensi che può pretendere: nessuno, qui, può pretendere lo Spirito
Santo per quella data. Nessuno, per favore! Lo Spirito Santo cade quando gli
pare. Neppure gli Apostoli, ed erano gli Apostoli, potevano pretenderlo. Il
Vangelo ci insegnerà come dobbiamo chiedere lo Spirito Santo: Chiederemo lo
Spirito Santo con insistenza... e se vuole donarcelo... Oppure tu credi di
poter pretendere che dentro di te abiti Dio? Dio dentro di te? Ma se questa è
una cosa che neppure si può pensare!
Cantiamo, fratelli, cantiamo in piedi, prima del Vangelo: "Il Volto di
Cristo".
Canto: "Lo stesso Iddio"
Vangelo: Gv. 17, 1-lla (della liturgia del giorno)
Invito alla risonanza:
Se qualcuno ha ricevuto dal Signore, in questa assemblea, lo Spirito,
qualche parola che veramente testimoni quello che qui si é proclamato, in
questa convivenza, e sente dal Signore una parola da comunicarci perché noi
la possiamo compartire, lo può fare adesso. Si alzi in piedi, dicendo di che
comunità è, e brevemente, senza isterismi ed a voce alta dia la sua
esperienza (non discorsi né catechesi). Quello che lo Spirito gli sta dicendo
lo partecipi agli altri fratelli.
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DOMENICA MATTINA
L 0 D I
Saluto del Presidente
Salmo 94
Salmi del giorno con questi due canti:
Ammonizione al "Cantico di Daniele"
Sapete che questi tre giovani nella fornace di fuoco sono simbolo della
Chiesa; il re Nabucodonosor ha obbligato ad adorare la sua statua. Questo di
adorare la statua ci sembra una cosa stupida, di altri tempi, e non è vero in
assoluto, è una cosa che succede oggi e in tutti i tempi: è uno sforzo di
unificare religione con politica, quello che si è cercato di fare in tutte le
epoche: fare della politica una religione. Se tutte le energie religiose
l'uomo le mette nella politica allora si può assoggettare la religione alla
politica, fare una unità completa; fare elevare il faraone a dio è una forma
di connessione, di unificazione completa dello Stato, di elevare lo Stato
alla categoria di Dio. E' quello che fa il comunismo e anche così col
cesarismo, è la stessa cosa anche in altro modo, l'unica forma per fare...
Molti gruppi di estrema sinistra che contestavano la politica di
Nabucodonosor, per sapere chi sono questi gruppi che non accettano la sua
politica e che nel fondo contestano, stanno minando la sicurezza dello Stato,
una forma di scoprirli è fare una statua ed obbligarli ad adorare questa
statua; perché a questi che odiano lo imperatore gli ripugna assoggettarsi,
anche se fanno finta di assoggettarsi, e inchinare il capo a una statua è una
stupidaggine tuttavia è un segno di assoggettarsi. Se è stato capace di fare
quello già non ha la potenza di fare una rivoluzione politica seria.
Interiormente l'hanno obbligato ad umiliarsi e far vedere che è un cretino.
Non crediate che queste cose che leggiamo dell'antichità sono cose sciocche,
stupide, per nulla. Se un sistema qualunque potesse a tutti i gruppi
extraparlamentari di sinistra obbligarli a fare un rito pubblico di
assoggettarsi alla democrazia cristiana toglierebbero loro tutta la forza,
non avrebbero più il coraggio per fare là rivoluzione, perché nel fondo a
tutti hanno piegato il capo.
Qui c'è una cosa importante: al popolo di Israele è proibito adorare
qualsiasi statua né fare dell'imperatore dio, anche se quello è molto utile
all'imperatore per fare una politica: che tutta la gente gli obbedisca senza
critica.
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Ecco che questi tre giovani si negano ad aorare la statua e vengono
condannati a morte: vuol dire che non accettavano il sistema sociale e
politico che veniva rappresentato dalla figura dell'imperatore.
Come nel fondo chi si metteva contro Cesare non si metteva contro
Cesare soltanto ma contro tutta la "pace romana", contro tutto il sistema
giuridico e di governo che aveva Roma: allora era un rivoluzionario, era uno
che minava la sicurezza dello Stato e doveva essere eliminato. Qui, sapete
che Dio fa un miracolo: vengono gettati in un fuoco immenso, a Babilonia, e
vedono una quarta figura in mezzo a loro, che camminava in mezzo a loro,
l'angelo del Signore che è inviato per vivere in mezzo a loro, nel forno, e
una brezza soave accompagna questo angelo e loro non si bruciano. E questi
tre con questo angelo in mezzo cominciano ad elevare, a battere le mani e a
cantare, ed esultano una Berakà al Signore che li ha preservati dal fuoco. In
tutte le catacombe romane ci sono questi tre giovani con le mani alzate,
simbolo della Chiesa nel mondo, che è un fuoco che divora, nelle passioni,
delle cose tremende: loro hanno il loro angelo che è lo Spirito Santo che è
Gesù Cristo stesso che vive in mezzo a loro e non si bruciano. Noi viviamo
come in mezzo al fuoco senza bruciarci, con una missione sacerdotale di
benedire il Signore.
Già arrivate alle fasi finali del cammino dove canterete tutti i giorni
Lodi, come oggi facciamo con le comunità ultime alzandoci alle 6 del mattino
per cantare Lodi. Ci sarà un momento in cui vi si inizierà alla preghiera e
vi si consegnerà il Salterio. Adesso che i preti già cominciamo molti a non
dirlo, noi pregheremo tutti: Lodi, Vespri, Ora media, tutti come popolo e non
solo i monaci; noi pregheremo sul serio e come un bisogno e non some uno
sforzo, un rito, ma come un respiro assoluto del quale abbiamo bisogno.
Sono parole per più avanti: quando arriva vedrete che la cosa non vi
appesantirà. Per oggi, in queste Lodi possiamo benedire il Signore con questo
canto, benedire il Signore, fare una benedizione: infatti comincia dicendo:
"Benedetto sei tu Signore".
Benedire il Signore significa chiamarlo già "Benedetto", Tu sei buono,
Tu sei santo. Quando il Signore ha fatto una cosa per te, per esempio, ti
senti un po' così... ti spaventi perché pensi di avere un cancro terribile
che devi morire, e vai dal dottore e ti dice di no. Hai pregato durante tutta
la strada "Signore, Signore, per favore, per favore..'r ed ora ti senti
leggero e allora ti esce una benedizione al Signore: "Signore tu sei grande,
hai avuto pietà della mia debolezza...". Magari c'è moltissima gente che
viene dal medico e gli dice "E' vero: é un cancro!",
ma con me hai avuto pietà. Allora ti esce un canto, viene voglia di benedirlo
perché ha avuto pietà... con me, non so degli altri ma con me hai fatto
così,"con me", dice questa persona. Questo è il senso della benedizione. Nel
Magnificat la Madonna ringrazia il Signore perché ha fatto meraviglie "in
me". Gli altri non so, magari avranno altre cose. I cristiani non fanno della
benedizione una cosa esterna a noi, che non ci tocca, dei preti: non è il
senso della benedizione per i cristiani. Voi siete un popolo di sacerdoti, un
popolo a parte, il popolo della benedizione.
Non siete come i pagani. I pagani il Signore li chiama ipocriti, cioé
quelli che portano sempre una maschera, che sono doppi di cuore. Voi siete
chiamati dal Signore qui per essere un popolo. Prima la Chiesa si vedeva
sempre nei preti, il Vaticano, il Papa, i cardinali. Adesso
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quando la gente dirà: "Ecco la Chiesa" mai dirà "Ecco i preti", ma “quei
cristiani che conosco". "Io nel mio lavoro ho un cristiano"; e un altro: "io
nella mia famiglia ho mio cognato che è un cristiano". _iranno così perché
loro non saranno più cristiani. Ora col Concordato già si propone che il
matrimonio religioso non è più valido civilmente ma si deve andare al comune,
così le separazioni. Non esiste più la religione di Stato, ecc. Si va così
verso una società di tipo laico secolarizzato. In questa società la Chiesa
apparirà con una nuova forma, come un corpo, come un popolo, dove non ci sono
più cristiani di classe A e cristiani di classe B, ma soltanto il Corpo di
Gesù Cristo con diversi carismi. Come nel corpo, dice S. Paolo, alcuni sono
naso, altri occhio, altri mano, e tutti insieme formano il corpo; e nessuno
può dire alla mano "Tu non sei corpo perché sei diversa dall'occhio", e così
sono necessari ciascuno dei fratelli. Una delle missioni fondamentali che noi
avremo quando arriveremo ad entrare in questo corpo: ancora siete precatecumeni
perché ancora vi manca per entrare in questo Corpo.
Per entrare in questo Corpo dovete essere rivestiti di un vestito
splendente, di un manto di gioia, dello Spirito del nostro Signore Gesù
Cristo, dovete essere rivestiti di questo Spirito, questa forma di amare deve
essere attivata nella vostra esistenza, nella vostra praxis nella vita vostra
di tutti i giorni. Chi ha questo amore, chi va così già si può chiamare
cristiano soltanto. Gli altri no: chi ama così tutti i giorni. Chi non ama
così non appartiene a Gesù Cristo anche se è prete, se è vescovo. Dice S.
PAolo ai Corinti: "Chi non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene".
Perché c'erano alcuni che avevano fatto il catecumenato, ricebuto il
Battesimo, tutte quelle cose, ma non avevano ricevuto lo Spirito di Gesù.
Simone il Mago ha fatto il catecumenato, ha ricevuto il Battesimo e
ancora sta pensando a fare soldi, e allora dicono che ha ricevuto il
Battesimo ma nell'acqua non ha lasciato la salma dell'uomo vecchio. E' uscito
dall'acqua non risorto con Cristo ma con tutti i suoi peccati. Dice
Tertulliano che quando cominciano ad entrare masse di gente nella Chiesa, il
catecumenato si annacqua, già non ci sono più gli scrutini e la gente già non
lascia nella vasca del Battesimo tutti i suoi peccati. Già uscivano con tutti
i lroo peccati addosso. Perché non li lasciavano? Uno era cristiano ma la
praxis non c'era.
Per salvare lo spirito del Vangelo deve nascere il monachesimo, deve
andarsene nem deserto, perché non esiste più la comunità naturale, esiste già
tutto annacquato. Si pretende attraverso il monachesimo vivere lo spirito
delle primitive comunità cristiane che tutti gli ordini religiosi ambivano. E
grazie agli ordini religiosi, questi carismi, si è mantenuto vivo questo
desiderio di vivere gli Atti degli Apostoli sul serio. Cantiamo, fratelli, il
canto di Daniele.
Dice S. Pietro in una delle sue lettere - che dicono sia un'omelia
nella Veglia pasquale per i battezzati - dice così: "Voi siete stati chiamati
ad ereditare la benedizione". Perché il popolo che aveva la missione di
benedire Dio era il popolo di Israele: "voi che ora siete il nuovo Israele, e
siete chiamati ad ereditare la benedizione".
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Dice il Salmo: "Dove abita Dio? Nelle lodi del suo popolo", quando noi
benediciamo Dio. Dice quel Salmo che due angeli si incontrano ed uno domanda
all'altro: "Dov'è il luogo della sua Gloria?". E l'altro risponde: "Nella
benedizione", e così vanno ripetendo mutuamente. Cioé nelle Lodi, quando noi
benediciamo Dio con questo canto che esce da noi, Dio si siede, Dio appare.
La parola Messa significa benedizione, berakà; tutta la nostra eucarestia é
una benedizione che esce a Dio perché ha fatto una meraviglia che ci richiama
la resurrezione del suo Figlio Gesù Cristo , la sua morte per i nostri
peccati e la sua resurrezione: questo fatto che abbiamo sperimentato. Chi non
l'ha sperimentato non può benedire, noi eleviamo una lode al Signore.
Oggi lo facciamo perché oggi è il giorno del Signore.
Dice un midrash ebraico che siccome Dio ama tanto il suo popolo - tanto
che suo Figlio, l'unigenito ha preso la nostra natura - non gradisce tanto la
lode degli angeli ma la nostra, e tutti gli angeli devono stare ad aspettare
con gli strumenti musicali, le arpe, e quando cominciamo: "Se oggi..." tutti
si uniscono a noi, alle nostre Lodi. Questo midrash è per i bambini e voi
dovete passare la vostra fede ai bambini con le Lodi nelle case; e così loro
imparano che sono un popolo di sacerdoti e quando loro diranno che vogliono
andare a giocare al pallone tu dirai: "No fratello, tu non puoi oggi andare a
giocare a pallone perché tu sei figlio di sacerdoti e tu hai una missione
sacerdotale che è quella di benedire il Signore. Comincia ad imparare che tu
sei un figlio diverso da tutti gli altri ragazzi: per questo quando ti menano
nella scuola tu non puoi menare come fanno tutti, tu dovrai subire
l'ingiustizia, fratello. Tu sei un ragazzo che sei nato già segnato, sei nato
in una famiglia cristiana, sei nato per il macello". Noi cristiani siamo nati
per portare sulla nostra pelle le sozzure del mondo, chi non ha voglia che se
ne vada.
Sta nascendo qua un nuovo popolo che è il frutto del Concilio Vaticano
II. Questo lo ha detto il Papa: "Ecco i frutti del Concilio Vaticano II",
quando ha visto le comunità neocatecumenali. Ma il Concilio Vaticano II ha
aperto la porta ad una nuova era nella Chiesa. Adesso è cominciata una
battaglia con Lefebvre e gli altri che vorrebbero sradicare il Concilio; ma
non potranno perché l'ha fatto lo Spirito del Signore il Concilio. Bene,
benediciamo il Signore con questi tre giovani che sono in paradiso, che sono
in cielo, e loro saranno contentissimi,e con le loro parole insieme alla
Vergine Maria e a tutti i Santi e tutti gli angeli eleviamo al Signore questa
lode.
Canto: "Benedetto sei tu Signore" (Cantico di Daniele)
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Passaggio al canto: "Vi scongiuro figlie di Gerusalemme"
(Può essere cantato al posto del "Benedictus" dopo la preghiera silenziosa)
Canteremo adesso "Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se incontrate il
mio diletto ditegli che muoio d'amore".
Questo canto ci dice una cosa importante, necessaria per tutti noi che
siamo qui, ed è bene ripeterla anche se già la sapete. Dice: "Il mio cuore
vegliava mentre io dormivo. Questo è un modo di farci vedere che noi tutti
dormiamo nella vita, tentando di essere felici a modo nostro, alienandoci e
cercando la nostra felicità. Il nostro cuore veglia ma non è felice. Così
come dice S. Agostino: "Il mio cuore è stato creato da Dio ed è inquieto fino
a che non riposi in Te". Effettivamente il nostro cuore veglia perché anche
se hai una casetta in montagna, una macchina, anche se guadagni abbastanza
tu, in verità, non sei felice. Il tuo cuore veglia e tu sei addormentato con
tutto quel calcio, la televisione, la gita in campagna, e non sei realmente
felice. In questi avvenimenti che l'uomo vive, in uno qualsiasi, lì dove Dio
ci ha incontrati, ascoltiamo la Voce dell'Amato che chiama come un innamorato
la sua sposa. Questa è la immagine della chiamata di Dio: un amato che tenta
di sedurre, che tenta l'amata perché apra; la invita, di notte, ad aprire la
porta, a lasciarlo entrare. Dice il Talmud commentando questo testo che dice:
"Aprimi, colomba, aprimi sorella", che se l'uomo non apre anche solo un poco,
anche solo una fessura fine come un ago, Dio rimane chiuso visto che Dio,
l'essenza stessa di Dio, è amare, è trascendersi, è donarsi a noi, alla
creatura che ha creato. Se l'uomo non apre la porta Dio rimane bloccato. Non
è lo uomo a rimanere chiuso; è Dio che rimane, per così dire, frustrato,
secondo il modo di parlare rabbinico, paradossale perché la gente capisca
meglio. Dio sta desiderando di unirsi all'uomo, di amarlo. Ma la cosa curiosa
in tutto ciò è che Dio non solamente ti ha parlato nelle catechesi, ha
parlato al tuo spirito e ti ha svegliato, ma che inoltre ha introdotto la
mano nella fessura della porta per cercare di aprire il chiavistello e si è
comportato in modo da commuoverti: ti ha fatto sentire cose meravigliose
nella catechesi o non so quando fino al punto che ti ha obbligato perfino ad
alzarti dai tuoi sogni e ad andare ad aprire la porta. La cosa paradossale è
che quando si apre la porta l'Amato non c'è. L'Amato se ne è andato. Bene! Mi
ha addirittura obbligato ad alzarmi ed ora non c'è. Perché non c'è?
Esattamente per questo, perché l'amore, da quando ti sei alzato a quando hai
aperto la porta ed hai visto che non c'era, che Gesù Cristo non c'era,
l'amore non è diminuito, l'amore è cresciuto fino al punto che tu sei uscito
a chiedere "Dove sei?" dicendo: "Figlie di Gerusalemme, se incontrate il mio
Amato, ditegli che muoio d'amore". E cercando l'Amato è arrivata la
persecuzione. E ti hanno spogliato, ti hanno picchiato al punto che tu, come
l'amata, hai detto: "Se tu fossi mio fratello ti potrei baciare senza che si
scandalizzassero". Cioé: in Gesù Dio si è fatto nostro fratello; e,
nell'abbraccio della pace, noi cristiani ci possiamo abbracciare e realizzare
questo: baciare Gesù Cristo nei fratelli della comunità. Perché l'importante
non è essere amato ma amare, arrivare ad amare. Per qeusto il cammino che Dio
sta facendo con te è portarti all'Amore.
Dio scappa anche dalla tua vita, sparisce, perché tu scopra che non di
solo pane vive l'uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di
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Dio. Molte volte, quando te ne sei andato dalla comunità credendo che qui non
ti veniva dato molto, e hai cercato di vivere di pane, sei poi tornato alla
comunità perché non solo di pane vive l'uomo, perché non ti soddisfa tutto
ciò che hai nella vita, - ma c'è qualcosa che veramente ti manca.
Dico queste cose perché forse qualcuno, molto sentimentale, vede che
Gesù Cristo se n'è andato e non sente nulla e non sa perché. Io vi invito
sempre alla Sapienza, all'illuminazione sulla vostra storia, a non essere -
come vi dicevo ieri - ciechi come dei mattoni, incavolati perché tutto vi
riesce male, senza avere assolutamente nessuna illuminazione, in un
atteggiamento di costante mormorazione del cuore. Fate attenzione perché per
questo atteggiamento di costante mormorazione del cuore, Dio ha castigato il
suo popolo ed essi non entrarono nel suo riposo. Neppure Mosé. E San Paolo
dice che questo è accaduto per noi.
Cantiamo questo canto.
Canto: "Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme"
Dopo il terzo Salmo un canto di acclamazione in piedi (oppure il Salmo 150).
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Ammonizione alla lettura
Per andare dove non sai devi andare per dove non sai. Voi siete entrati
in questo cammino e vedrete che questo cammino vi porta a dei passaggi,
meravigliosi, non conosciuti, mai pensati da voi. Arriverete a costituire una
cosa diversa da quella che voi non potete neanche pensare, a dove arriveremo.
Sinceramente. E le gioie che vi aspettano, gioie immense, profonde, a quelli
che il Signore ha scelto e ha eletto per costituire oggi nel mondo questo
popolo, questo popolo come un lievito, come un sale in mezzo al mondo: un
popolo di sacerdoti. Sacerdote significa anche ponte: il vero sacerdote è
Gesù Cristo. E Gesù Cristo dov'è? Gesù Cristo è presente non nei preti
soltanto ma in un corpo. Questa la differenza che c'è tra prima del Concilio
e dopo il Concilio. Papa Giovanni XXIII ha profetato, lo Spirito Santo
parlava attraverso di lui quando ha presentato la Chiesa come "popolo di
Dio". Questo ha rivoluzionato tutto il contesto della Chiesa. Perché prima
per Chiesa si intendevano i preti, ecc., tanto che all'apertura del Concilio
il Papa ha parlato della Chiesa come "popolo di Dio", cioé come Dio ha
affidato la storia a un popolo e non soltanto ai capi di questo popolo. In
questo popolo importante è che ci siano dei carismi, dei servizi; il più
importante però è appartenere a questo popolo.
S. Agostino diceva che prima di essere vescovo è cristiano.
L'importante è essere cristiano, l'essere vescovo è un servizio. Qualcuno
deve fare quel servizio. Sacerdote è Cristo in quanto è il vero, lo unico
Sacerdote; attraverso Cristo, vedendo Cristo, conosciamo il Padre e vedendo
la Chiesa conosciamo Cristo. Ma la Chiesa. Quale Chiesa? Sono parole assurde!
Ma che Chiesa? Vedendo i preti dire messa? Vedendo il Papa, il Vaticano? Che
è la Chiesa? Vedete la confusione che esiste. Vedendo la Chiesa vedete Gesù
Cristo. Ma che Chiesa? Spiegatemelo voi! Vedete come questa parola è assurda?
Vedendo la Chiesa vediamo Gesù Cristo. Vedendo S. Pietro vediamo Gesù Cristo!
Qui c'è qualcosa che non va bene. Vedendo la Chiesa... La Chiesa primitiva!
Vedendo la Chiesa... Vedendo i cristiani che formano il Corpo di Gesù Cristo,
i cristiani! La Chiesa sono i cristiani, il Corpo di Gesù Cristo. Ma quando
in una società tutti sono cristiani... Anche i ladri che sono in galera
allora formano il corpo di Gesù Cristo, anche le prostitute, anche i drogati,
anche la mafia, tutti so no battezzati, hanno fatto la prima comunione. Sono
confusioni tremende!
Guardate: il momento nel quale viviamo si deve vedere il cristianesimo
in una dimensione molto più forte e più seria. Le comunità più avanti nel
cammino incominciano a fare catechesi ai bambini in parrocchia per prepararli
alla comunione. E in questo servizio ci rendiamo conto fino a che punto la
gente che si crede cristiana si trova in una situazione particolare. Una
catechista che fa le catechesi ai bambini mi ha raccontato che mentre faceva
la catechesi per la prima comunione, il giorno prima di ricevere la comunione
2 ragazzi hanno fatto a pugni. Lei ha detto: "Ma come, dopo un anno che
stiamo parlando di non resistere al male...". "Ma mi ha picchiato...". "Ma
non abbiamo letto nel Vangelo: Se uno ti picchia sulla guancia sinistra...".
"Ah! A questo non ci sto!", dice. "Come non ci stai?". "No, anche mio padre
mi ha detto che se mi insegnano queste cose non mi ci porta più, anzi mio
padre mi ha detto che se qualcuno mi picchia, io più forte...". Allora, se si
insegna il Servo di Jahwé nel cristia
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nesimo... Tutti i borghesi cristiani diranno che siamo matti e non porteranno
più i loro figli alla Chiesa.
L'altro giorno ai Martiri Canadesi un signore: "Ma queste cose di Gesù
Cristo, della fede .... a me che importa d'Abramo ...Non m'importa niente di
queste cose, loro sono cattolici, apostolici romani; sono... non rubano non
adulterano .... vanno a messa la domenica; che cosa volete di più? "Questo
Gesù Cristo che non resiste al male?" "Ma quello era Dio, io non sono dio,
non sono santo, sono un peccatore, un povero disgraziato". La gente dice
cosi. Sono buonissimi sono in gamba. Non ci rendiamo conto della distanza che
c'è: grandissima, profonda.
Il Papa Paolo VI°, e oggi sono in pochi nel mondo che hanno un poco di
coraggio, adesso che è un vecchietto, è un anno intero che continua a parlare
di "ricostruire la Chiesa". Guardate che quantità immensa di queste prediche.
Li ha scandalizzati il Concilio perchè in fondo il Concilio ha detto che
qualcosa andava male, loro credevano che tutto andava benino, tanto perfetto.
Noi abbiamo raccolto tutte queste prediche di Paolo VI°. Guardate: è una cosa
impressionante. "Oggi dobbiamo ricostruire la Chiesa come se si incominciasse
di nuovo; .... è un'avventurosa sfida con un lavoro fresco e geniale". Cioè
dice delle cose impressionanti. "Oggi dobbiamo ricostruire la Chiesa
psicologicamente e pastoralmente come se dovessimo incominciare di nuovo".
Parla di come si è... Non si sa più che é essere cristiano. In alcuni essere
cristiano significa liberazione politica, per altri... Mah... Con coraggio
sta parlando. Cercare di ricostruire la Chiesa. Questo tempio dove deve
abitare la Spirito Santo non c'è. Tuo cognato che va a messa tutti i giorni,
va a vedere se è tempio dello Spirito Santo, vediamo che tempio è, come è
quello. I cristiani sono il tempio dello Spirito Santo. Che cos'è lo Spirito
Santo?
Il mondo intero è scandalizzato di questo Spirito. Neanche lo sa cosa
significhi essere cristiano. Dio ci ha offerto Gesù Cristo in riscatto per i
nostri peccati, ci ha aperto le porte, l'altare , la croce .. Queste sono
parole. Che hanno un senso più o meno.
E' molto di più. Dio ci dona in Cristo la possobolità di diventare
figli di Dio, con una nuova natura. Ma cosa è essere figli di Dio? Per noi
"figli di Dio" vuol dire partecipare della sua natura, perchè un cane non può
essere figlio, perchè ha una natura anumale; un cane non ha la natura umana.
Mai potrai essere figlio di cane perchè ha un'altra natura. Ma Dio ha natura
divina, io ho natura umana. E' impossibile. E qual'è la natura di Dio?
Spiegatemelo. Che differenza c'è tra la natura umana e quella di Dio. Beh!
Dio nessuno lo ha visto, mai. La natura di Dio, la natura divina si è
mostrata in Cristo. Che cos'è la natura divina. Secondo la teologia più
profonda della Chiesa la natura di Dio è la Carità. Che cos'è la Carità?
Tutto scusa, tutto crede... Che cos'è la natura di Dio? L'Amore, l'Agapè,
l'amore al nemico, l'amore senza nessun egoismo, l'amore all'altro
totalmente, trascendersi nell'altro. Amare l'altro non perchè sia buono con
te, perchè quello non è amore, quello è egoismo. Amare l'altro perchè sia
buono con te, quello non si chiama amare, si chiama corrispondere. Quello non
è amare. Amare è un'altra cosa. Amare quello che ti accusa, che ti ruba.
Amare significa donaqione totale all'altro. Senza chiedere nulla; perchè lo
ami. Sia brutto, sia schifoso, sia cattivo, sia malvagio, tu lo ami... Non
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esige nulla. Amare è la sua natura stessa. Amare! Dove lo vedi? Mai. Non si
conosce. Non c'è nel mondo questo amore. Nel mondo c'è l'amore di
sopravvivenza, dove l'uomo cerca di realizzarsi nell'altro. Una madre ama il
figlio perché si realizza con il figlio; anche i padri nei figli. Anche i
mariti. Quell'amore è una cosa tremenda. Ma questa prova di amore come si è
manifestata è considerata dagli uomini come una stoltezza, una cosa assurda,
una stupidaggine. Questa forma così (indicando la croce), questa forma di
amore al nemico, l'amore al malvagio, l'amore al peccatore, che tutti i... si
è mostrato come la cosa... proprio per questo amore ai peccatori. Anche la
parola peccatori mi sembra completamente... Peccatore è un malvagio, quello
che ti fa venire i nervi, quello è peccatore. Peccatori sembrano quelli.
Quando nella Chiesa si è dovuto vivere a un livello sociale questo, si
è dovuto togliere lo scandalo della Croce. Questo tipo di amore è uno
scandalo, infatti quando nella Chiesa si è dovuto vivere a livello sociale si
è dovuto togliere lo scandalo della Croce di Gesù, se no questo non si poteva
capire. Ma Gesù dice: "Se voi amate quelli che vi amano, che fate di più? In
che cosa siete diversi dagli altri? Questo lo fa pure la gente normale, chi
ha un amico lo ama così. Non così voi, voi amate i vostri nemici".
Io sto ancora vedendo dove si trova l'amore al nemico; se voi
razionalizzate questa idea capite che è mostruosa: il nemico che ci fa una
cosa cattiva non lo puoi amare. Io credo che la giustizia è una cosa, la vita
la metto in quello che io penso è la verità, in quello che io penso è la
giustizia. Chi minaccia il mio concetto di giustizia? E' il mio nemico perché
minaccia quello che io ho di più bello. Se quello minaccia la verità, la mia
vita, come lo posso io amare? Amarlo significa farmi peccato, significa
rinnegare la mia verità, quello che io penso è la vita. Ecco qui il problema:
e questo è quello che ha presentato Gesù Cristo come un copernicano, che ha
detto che c'è una nuova legge, l'amore al nemico, al disgraziato. Questo è
mostruoso, non si può accettare, la società non lo può accettare. Infatti
quelli che attaccano il Vangelo e il cristianesimo dicono: "Dov'è questa
carità?". Allora dimostrano che il VAngelo è utopico, questo la Chiesa non
poteva metterlo in pratica. Con l'amore al nemico distruggeva se stessa. Noi
pensiamo che questo sia possibile farlo perché lo ha fatto Gesù; ma Gesù era
Dio, dice la gente. Ma non sapete che Dio con il Battesimo ci può donare la
Sua natura? Questa natura ci fa figli di Dio.
E come si sa chi ha questa natura? Chi agisce come Dio, chi ama come
Dio. E come ti ama Dio? Non ha resistito al tuo male, si è lasciato uccidere
dal tuo peccato, ti ama anche se sei cattivo. Se non ti amasse quando sei
cattivo come potresti alzare gli occhi al cielo dopo aver fatto un peccato,
senza aspettarti una botta terribile? Immegina un peccato grave sul serio,
come potresti pregare? Impossibile! Ma puoi pregare perché Gesù ha aperto un
cammino attraverso la nostra carne, è stato sacerdote in quel senso. Che cosa
ha dimostrato Gesù? Che Dio è capace di amarti anche se sei una carogna. Là
dove gli uomini sapessero quello che tu hai fatto ti sputerebbero e direbbero
che tu sei uno schifo, Dio non farebbe così. Questo dimostra Gesù Cristo e
con la croce noi abbiamo accesso al Padre e con la Croce di Gesù hanno
accesso al Padre tutti i peccatori e i disgraziati della terra.
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Per questo dovremmo andare a Regina Coeli a dirlo ai carcera ti, ad
annunziare la salvezza perché loro non lo sanno. La società li ha sconfinati.
Voi state in questo cammino con una missione: diventare cristiani non con uno
sforzo nostro ma con lo Spirito. Nessuno può ricevere questo Spirito senza
sapere che cos'è questo Spirito che noi chiamiamo Santo, lo Spirito di Dio.
Per questo Gesù Cristo ci dice: "Dovete nascere di nuovo perché quello che
nasce dalla carne è carne e quello che nasce dallo Spirito è Spirito."
Dovete nascere dall'alto, dal cielo per entrare nel Regno di Dio.
Vediamo chi è nato dall'acqua dello Spirito. Chi ha questo Spirito agisce,
attua, ma senza sforzo. Non ha più risentimento, non vuol fare più la
giustizia. Perché i cristiani, fratelli, non alzano il pugno, non si fanno
giustizia con le loro mani? Il perché è molto semplice. La prima cosa che ha
il Battesimo è una Kenosis, cioé ci porta al fondo di noi stessi, a conoscere
la realtà di chi siamo noi; ma questa Kenosis, questa discesa non si può fare
senza lo Spirito dei Signore. Ci distruggerebbe se Cristo non si
accompagnasse in questa discesa. Bene. Quando tu hai toccato il fondo e stai
vicino alle acque della morte e hai conosciuto te che cosa sei: che tu sei un
assassino capace degli stupri,, delle barbarità, delle mostruosità più
grandi. Sono un mostro. Bene, se io vedo che la stessa società prende uno di
questi mostri e li mette ai muro e lo manda alla ghigliottina, io che penso?
Prima cosa che io sono capace di fare quello, che è solo questione di
circostanze. In questo sono stato illuminato dallo Spirito Santo. E pertanto
ho l'amore verso quelle persone che la società non può avere; mi sento
identificato con lui. C'è tutta una situazione nuova. Non mi sento di
giudicare anche la canaglia più canaglia perché io sono capace di questo. E
questo lo dice il Sermone della Montagna: Ma voi credete che sono assassini
solo quelli che stanno in galera! Voi siete anche assassini quando dite alla
vostra moglie: tu sei pazza. E voi credete che sono adultere solo le
prostitute. Quando voi guardate una donna desiderandola già siete adulteri.
Ma voi dite: non con la stessa intensità! Bisogna guardare la
intensità, la gradualità del peccato, le circostanze. Questo lo dite voi.
Questo non lo dice il Vangelo. Per questo S. Paolo dice che Dio ha voluto
racchiudere tutti sotto il peccato per avere con tutti misericordia. Anzi
Gesù Cristo dice che prostitute e assassini vi precederanno, a voi che mai
credete di avere adulterato. C'è gente capace di uccidere. Quando leggete sul
giornale che un uomo ha infilato il coltello ad un altro, credete che lo
volesse uccidere? No, fratelli, non se ne era reso conto. E quante volte sei
stato nel tuo matrimonio tentato di prendere il coltello? Forse non c'era la
mano. Ti può capitare che una frase detta ti faccia uscire fuori dai gangheri
e quando ti sei reso conto là davanti a te c'è il sangue. Allora andate alla
polizia. Tu questo lo leggi ogni giorno sul giornale: ma pensi che questo
capiti agli altri, tu non c'entri in questo: è la cecità che esiste in tutta
la società. Voi pensate che se siete un padrone non sareste un fascista, voi
dite: "Io fascista no!" E allora..in Italia non c'è fascista. Non capisco
come abbia fatto Mussolini, allora! In televisione a tutte le ore sentiamo
parlare di antifascismo, ma forse che Stalin non era un peccatore? No, io no,
sono gli altri peccatori e carogne. Noi siamo buoni.
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Bene, fratelli, ora facciamo una lettura; ascoltiamo il Vangelo di S.
Luca; in piedi, Questo Vangelo è molto importante e forte e vi chiedo
soltanto di non tagliare questa Parola e di farla arrivare così com’è.
Ascoltiamo.
Lettura: Lc. 14, 25-35
Catechesi
Questa Parola appartiene a questo scrutinio, al passaggio dal
Precatecumenato al Catecumenato. Come si deve interpretare? Se uno viene a me
e non odia suo padre: come si deve interpretare? Bene, fratelli, così com'è.
Se non odia. Ma come si può se Dio è amore? Noi lo diciamo sentimentalmente.
Bene, chi ha orecchi per intendere intenda. Non lo capisci tu? Dice il
Signore molto chiaramente: la semente che cade nel cammino sono coloro che
ascoltano la Parola ma non la intendono. Gesù dice che chi non odia suo
padre, sua madre non può venire a me. Non lo capisci. E io non te lo spiego.
Ma la Parola dice: ODIARE. Lo puoi capire benissimo. Ma chi non sta
ascoltando Dio con cuore retto significa che Dio non glielo ha permesso o che
lui non vuole perché ascolta il demonio. Dice: Vedi che qui si dicono pazzie.
Puoi dirlo! Vai a denunziarci ai Vescovi; qui si dicono pazzie, qui si dice
odiare, non amare. Chi lo vuole interpretare male lo faccia. Noi diciamo solo
quello che dice il Vangelo, Gesù Cristo quando sta predicando arriva la madre
con i fratelli. In Palestina non esiste altro che la famiglia, nella comunità
di Betlemme ci dicono che se tocchi, attacchi una persona te ne presentano
duecento. E' una cosa tremenda. E' un clan, sono famiglie; e le mogli e le
donne non hanno nessuna parola. Sono gli uomini che vanno avanti. Se vai in
casa di un arabo e non trovi una donna, entri e senti un fruscio di dietro.
Non permettono di vederle.
Gesù Cristo, fratelli, mentre sta predicando vede arrivare la Vergine
Maria accompagnata da tutti i suoi parenti e si suppone che la abbiano
obbligata a venire perché le donne lì non hanno voce in capitolo. Supponete
che in una convivenza come questa arrivi qualcuno ad avvisare che c'è sua
madre e i suoi fratelli. Gesù Cristo neanche scende a vederli e dice: "Chi è
che mi sta aspettando li sotto?" Tua madre e tutti i tuoi fratelli! "Mia
madre? Io nemmeno la conosco. Ecco mia madre (rivolgendosi a coloro che
ascoltavano). Miei fratelli, ecco i miei fratelli." Supponete che la madre
stia ascoltando, che dolore! Direbbe una signora tutta sentimentale, ha
sconfessato la Vergine MAria! Che figlio snaturato!
Ma questo dice il Vangelo, o no? E i parenti pensavano che era fuori di
senno, pazzo; un tipo che abbandona la madre vedova, poveraccia, un
fannullone che abbandona la madre! Dopo la devozione, dopo il lavoro, prima
deve prendersi la madre con lui e non lasciarla ai cugini, chiaro no? I
cugini erano tutti arrabbiati perché questa povera vedova che non lavorava -
dato che a quei tempi le donne non lavoravano - deve mangia re a casa di...
(era gente molto povera), perché suo figlio è andato a fare il falso profeta.
E' chiaro, no? Pure a me, dice il cugino, piacerebbe
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girare il mondo. E queste cose sono accadute nella mia vita quasi uguali.
Immaginate io con la carriera avviata. Mio padre ha pensato che io
fossi pazzo e potevano per esempio venire un giorno con tutti i parenti miei.
Ho avuto un cugino che è venuto alle catechesi perché si diceva che io ero un
pazzo. Mi ha detto: "Sono venuto per vedere. Io ti ho conosciuto prima che
diventassi pazzo e voglio vedere se lo sei diventato e questo è storico. "E
sono venuto per ascoltare le catechesi". E' venuto 5 volte e ha detto: "Tu
non sei pazzo, ma a me non interessano", e se ne è andato via. Questo perché
nessuno è profeta in casa propria: né mia madre, né il padre, né i fratelli
vengono in comunità.
Nemici dell’uomo saranno quelli che stanno nella famiglia, dice Dio e
questa Parola si deve adempiere. Ditemi un po’, Gesù Cristo in quel momento
ha odiato sì o.no sua madre? Lo volevano allontanare dalla missione del suo
Padre. E ancora, che ha detto a Pietro che era il suo migliore amico?
“Vattene Satana", lo ha insultato. Ma gli altri dicono: Che religione è
questa? Ma che carità, un uomo che insulta un altro così! Perché quelli che
intendono la carità come una cosa morbida e mielosa.. mi diceva una signora:
"Oh, Kiko, quando parli tu mi sembra di vedere Gesù Cristo; quando ti arrabbi
no!"
Perché ciascuno si fa un'immagine di Gesù Cristo a modo suo, un Gesù
Cristo tutto candido. E allora che cosa pensate di Gesù Cristo quando dice ad
Erode: "Quella volpe"? Non può essere Dio, colui che insulta tutti, che
chiama ipocriti i farisei; no, non è di Dio perché tutto quello che è di Dio
è tutto soave, tutto dolcezza. Questo lo dirai tu. Solo quelli che vivono la
vita a livello sentimentale dicono cosi. Meno male che la vita non è un
sentimento.
Sapete voi che il cammino catecumenale ci deve far passare da una fede
sentimento alla storia. La fede non è un sentimento. Che significa una fede
infantile? E’ quando uno crede che la fede è quando sente Gesù Cristo. Ecco,
se sente Gesù Cristo sente amore per il poveraccio e gli scendono le lacrime.
Ah che amore sento, ho fede. Quando non sente più questo, niente! S. Teresa
diceva che è stata 18 anni senza sentire Gesù Cristo, anzi sentiva una
barriera che la separava da Gesù Cristo, allora non aveva fede. Molta gente
pensa allora che non ha fede e non è vero. Anzi, è il contrario. Il
sentimento è un gusto interno, molto falso, e il demonio può influire
sull'animo, basta una cattiva notizia che già ti lascia triste e viceversa.
L'animo nostro è soggettivo, falso e deformiamo la storia. Che cosa è la
storia e i fatti? Questa è verità; è storia.
Prima cosa, ritorniamo alla parola odiare. Dico che questo è autentico.
Noi abbiamo visto che tanta gente non ha continuato nel cammino perché non ha
odiato la moglie. Bisogna imparare ad odiare quando gli altri sono un
ostacolo, sono nostra rovina. Ma questo non lo dice Gesù Cristo, lo dice già
l'Antico Testamento, il ) euteronomio, cose tremende. La Parola dice: Sì, tua
moglie ti vuole insegnare gli idoli, la ucciderai. Anche oggi se una famiglia
ha un figlio che si sposa con un pagano dice che per te sarà come un gentile,
un pubblicano. E tu non parlerai mai con lui. Per te sa una persona morta.
Gesù Cristo si presenta come Adonai, come il Signore del Sinai
che sta al di sopra di ogni amore. In fondo è la stessa cosa che dice
la psicologia; soltanto chi si stacca dai rapporti di tipo nevrotico
con i genitori è autonomo per non essere condizionato, per fare quello
che per lui e giusto fare. Ma noi ci portiamo sempre dietro dei lacci
che ci condizionano (Dt. 13, 7-12).
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Dice ancora il Vangelo: chi non porta la propria croce. In questa
convivenza il Signore vi chiama a conversione, che significa:
chi non porta la propria croce, accettare la propria realtà di oggi. Che cosa
non accetti? Per passare in questo scrutinio dovete accettare la vostra
realtà, accettare fino in fondo. Che cosa sei? Un omosessuale? Che cosa hai
che non sopporti? Che sei un viziato? Che il tuo matrimonio è sbagliato
perché sei sposato con una collerica che non ti ama, che hai abortito? Che
hai rubato? Che sei un superbo? Che sei una persona che si adira? Che cosa ti
fa soffrire?
Bene, chi oggi non prende la sua croce non può essere mio discepolo.
Chi vuole che il Signore gli tolga la sua croce e poi lo segue, no!
Accettarsi radicalmente. Dio lo ha permesso, anzi attraverso quella croce tu
vai a trovare la salvezza. E’ proprio quella croce che ti ha portato fin qua,
quello che ti ha ridimensionato, che ti ha fatto capire che tu non sei Dio di
te stesso, che ti ha fatto mettere la bocca nella polvere. Per questo soffri,
perché vuoi essere Dio, questo è il peccato, perché vuoi essere amato da
tutti. Ma grazie a quella nevrosi, grazie a quelle ingiustizie che hai dovuto
soffrire nella tua storia, grazie al fatto che sei la quarta sorella, che hai
dovuto sempre vestire le cose delle altre, hai visto che tua madre non ti
voleva bene, che hai dovuto fare i letti di tutti, che ti ha ucciso; va bene
grazie a quella tua storia, grazie a quello il Signore ti fa giustizia e tu
hai capito molto più
di tua sorella, la prima che si credeva una reginetta, che cosa sia la verità
perché tu hai dovuto subire l’ingiustizia del mondo.
Quello che tu stai rinnegando è proprio quello che ti sta salvando. Ma
a te non te ne importa niente. A te importa essere la reginetta. Quella è la
gente che non ha niente nella baracca. Con me c'era un uomo paralitico e la
sua più grande felicità era di avere tutte e due le gambe: che vuoi fratello
che mi taglio tutte e due le gambe per farti capire le cose? Ma non vedi che
chi ha le gambe non è felice? Ma niente! Lui pensava che con tutte e due le
gambe sarebbe stato completamente felice. Il cieco pensa: Tu hai gli occhi e
sei felice. Guardate che alienazione! Chi non prende la sua croce e mi segue
non può essere mio discepolo.
Bene, chi sta in questo cammino pensando che il Signore ti toglie la
croce, sei uno sciocco! Ma come te la toglie se è proprio quella che ti sta
salvando, che ti sta ridimensionando, che ti fa essere umile. Ricorda S.
Paolo. Dicono che avesse l'angelo di satana. Ma forse aveva delle crisi
colleriche. Pensate un cristiano con le crisi colleriche! E queste crisi gli
facevano perdere la faccia. Tutti pensavano che fosse un santo e invece si
trovavano davanti uno che perdeva le staffe. Questo demonio lo umiliava, lo
faceva soffrire e siccome soffriva tanto si decise a chiedere al Signore che
gliele togliesse. E quasi idolatricamente suppongo che sia stato in ginocchio
nella sua stanza. E prega al Signore: "Signore, toglimi questa croce, non ne
posso più". Ma il Signore non risponde quella notte, continua così la seconda
notte, digiuno ecc. La terza volta che lui lo fa con difficoltà il Signore
gli risponde e gli dice: "Ma non sai che io sono forte nella tua debolezza? E
tu vuoi che io te lo tolga?" Tutti vedono che tu sei uno schifo e allora la
gente pensa che le comunità non sono opera di S. Paolo perché noi ci siamo
avvicinati a lui e puzza. Ma allora è Dio? Infatti, Egli appare nella tua
debolezza. E questo
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ti sta molto bene perché sei un superbo tremendo e vorresti che tutti
i frutti dell'evangelizzazione venissero a te. Così questo ti tiene umile
e la mia grazia e il mio Spirito ti è sufficiente per sopportare. S. Paolo è
rimasto contentissimo perché la sua croce è diventata gloriosa. La croce ci
fa in definitiva molto soffrire perché il demonio la usa per dirvi che Dio
non ti vuole bene. Ma se Dio te la illumina, allora ti dice che quella croce
non è la prova che Dio non ti vuole bene, ma è la prova che io ti voglio bene
in relazione agli altri. E questo perché l'uomo non vive solo. Tu hai bisogno
di quella croce in relazione agli altri per ché tu diventi più efficace,
migliore servitore. Allora lui sa che si porta a beneficio
dell'evangelizzazione. E allora sia benedetto il Signore perché è una sua
prova d'amore.
Un omosessuale in una catechesi ha detto di aver fatto 7 anni di
psicoanalisi ma non era servita a niente. Ma la comunità lo ha salvato. E
oggi è un grande apostolo. E diceva che Dio gli aveva dato quella croce
perché mai si staccasse da lui. Quando toglieva lo sguardo da Gesù Cristo lui
cadeva e ringraziava il Signore. Questo è stato per lui una cosa orribile, lo
aveva distrutto, aveva odiato Dio per primo, la società e soprattutto se
stesso in modo spaventoso. Adesso era diventata una croce glorio sa. Dio
sapeva che era infantile, che era uno che voleva primeggiare in tutto, ed
aveva permesso questo perché così si attaccasse solo a Cristo.
Dice la parabola: "Chi di voi che vuole costruire una torre non si
mette a calcolare le spese per vedere se può portarla a compimento, facendo
bene le fondamenta in modo che se piove non caschi la casa". Lo avete visto,
la gente dice che quello è uno scemo perché prima di costruire non si è messo
a calcolare le spese. Dio dice: Questo succederà anche a voi! Come potete
calcolare le spese? Rinunciando a tutte le vostre ricchezze. Tu sei disposto
ad amare Dio sopra ogni cosa? Comincia a vendere i tuoi beni. Dimostralo a te
stesso. E’ chiaro che odiare tua moglie in senso evangelico è difficile. E'
molto più facile nel senso che dà a questa parola il mondo.
Una cosa ti abbiamo detto in questo cammino che ti può aiutare: prova
te stesso nel denaro, cerca di calcolare se nel fondo di te stesso c'è una
rettitudine di intenzioni. Questo è quello che devi calcolare. Tu ti credi
sicuro di te perchè sei abituato ad ingannarti, sei alienato, non ti conosci.
Una forma di conoscere te stesso è: Vai e vendi i tuoi beni e resta povero e
avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni, a me e sarai mio discepolo. E questa
è una Parola per tutti noi e non solo per i frati.
Chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi per ricevere da Gesù Cristo una
nuova creatura perché il denaro, gli affetti non ti salvano dalla bara, dalla
morte ma la nuova natura entra con te nella bara e ti salva, nella bara resta
la vita eterna, vita che non può morire.
Quello che dice il cristianesimo è che la morte è stata spezzata ed è
stata distrutta nella risurrezione di Gesù Cristo. Per questo il giorno che
faremo il Passaggio al Catecumenato riceverete un cristallo di sale, quella
pietra bianca che, dice l'Apocalisse, ha un nome che nessuno conosce,
soltanto chi la riceve. Perchè si parla del sale? Diceva S. Agostino che il
sale era il sacramento dei catecumeni; è un segno che esprime un contenuto.
Faremo una catechesi sul sale e vedrete che esprime il
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contenuto della sofferenza. In questo momento devi provare a te stesso se
sei disposto a soffrire. Durante il precatecumenato hai cominciato a vedere
in te il mostro, l’uomo del peccato, per questo i tuoi peccati sono stati
molto importanti perché ti hanno aiutato. Allora il Signore deve distruggere
questo uomo del peccato, questo uomo dell'alterigia, della superbia, questo
uomo arrogante, questo uomo dal cuore duro che non lo china, che non dice
davanti alla moglie: Tu hai ragione. Bene, quest’uomo deve essere distrutto
perché è contrario assolutamente al bambino che entra nel Regno di Dio. Nel
Regno di Dio entrano solo i fanciulli e quelli che si fanno come loro. Questà
é Parola del Signore. Perché noi siamo chiamati ad essere agnelli tutti i
giorni, a questo sacerdozio, ad essere tutti i giorni come pecore al macello.
S. Paolo dirà che tutti i giorni siamo pecore al macello per causa di Cristo,
portando sempre nel nostro corpo la forma di morire di Gesù, perché si veda
nel nostro corpo che Gesù vive e che quando in noi attua la morte, in voi
attua la vita. Questo, 2 Cor. 4, è un riassunto perfetto di quello che è il
cristianesimo nella pratica. Vedremo se tu nella tua vita ti sai prendere un
pochino di peccati. In un'altra lettera dice S. Paolo: Ecco, voi attuate la
legge di Cristo e portate sulle vostre spalle i fardelli, i pesi dei fratelli
più deboli. Questa è la legge di Cristo: portare i peccati del mondo in
questa generazione su di noi. Perché il male genera sempre una catena di
male. Dove si ferma questa catena? Si ferma nel costato di Gesù perché non ha
risposto a questo male che è stata la sua morte con il male ma con il perdono
e la vita. Questo è il cristianesimo.
Vi dico che qui dentro c'è gente che mai in tutta la sua vita ha dato
al male il bene. E ha avuto la faccia tosta di andare a messa e di chiamarsi
cristiano. Chi fa questo significa che ha lo Spirito di Dio, perché senza lo
Spirito queste cose non si possono fare e queste persone sono quelle che Dio
ha eletto ad essere cristiani. Per questo deve cadere su di voi
l'ingiustizia, la mormorazione, la calunnia, il lavoro che non vi pagano e
allora lavori con una smania dentro perché il denaro è molto importante, è un
simbolo.
Supponiamo che quest'uomo ti ruba 1.000 lire: perché ti ruba?
Perché è un ladro! E perché è un ladro? Perché nessuno mai lo ha
amato, come a lui hanno rubato così lui ruba. Comincia tu a non
giudicarlo, ad amarlo, e spezzerai questa catena; se lo chiami ladro
lui si difende, ha capito che nel mondo c'è una legge del più forte
perché l'hanno sempre fregato da piccolino e allora dice bene: "Allora
frego anch'io, adesso sto io sopra qualcuno".
Noi siamo chiamati a spezzare questa catena. Allora a quel tizio che
sente qualcuno che lo capisce gli si pone un punto interrogativo. Prima pensa
che tu sei un'eccezione fra tutta la gente che ha conosciuto, ma se tu sei
un'eccezione lui sa che sua cugina conosce un'altra eccezione, dice: "Ma chi
sono questi? Dicono di essere cristiani, ammazza! Pensano e dicono che non
devono giudicare perché anche loro sono ladri come te, pensano che anche loro
se avessero vissuto come te e avuto la tua infanzia e le tue circostanze
avrebbero fatto come te e per questo ti capiscono profondamente. Amano anche
il boia che li uccide. Allora se tutti la pensassero così, via le guerre, via
tutto! Sì, è una gran saggezza".
Dove sta questa saggezza nel mondo? Questa è la saggezza di Gesù
Cristo, la saggezza dei primi cristiani: tutti li odiavano, ma tutti
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dicevano: "Guardate come si amano!" I filosofi pagani erano contrariati
dall'attitudine dei cristiani di fronte alla morte, dicevano che erano pazzi,
gente che disprezzava la vita, che va cantando alla morte, dicevano che
questa era una dottrina barbara, e li odiavano. Diceva un filosofo che noi ci
trasformiamo in quello che odiamo: infatti l'Impero romano odiando il
Cristianesimo si trasforma in cristianesimo. Quando odiamo fortemente
qualcuno è perché quello ci sta dicendo qualche cosa che non ci lascia
vivere, non ci lascia in pace. Infatti dicono i Padri della Chiesa che _i
primi cristiani erano odiatissimi_: "Tutti ci odiano perché non ci conoscono”
se gli domandate perchè ci odiano non sanno dire perché. Ma chi ci conosce si
converte.
Se noi abbiamo un po' di verità, un po' di Spirito di Gesù Cristo
cominciano a odiarci tutti. Questo è rivelato nella Scrittura: hanno
giudicato Gesù Cristo senza ,motivo, e cominciano a fare i processi
alle intenzioni, che noi vendiamo i beni perché li avevamo rubati, che
noi siamo gente che fa il lavaggio del cervello, che togliamo la
libertà alle persone. L'estrema sinistra dice che siamo l'arma della
Chiesa per fare di nuovo del popolo dei pecoroni, così i ricchi
continuano a sfruttare i poveri: noi siamo l'arma fascista a favore
dei ricchi. Tu sei disposto a passare per fascista? No? Allora non
fare lo scrutinio, non farlo. Perché la prima cosa che ti succederà
sarà di passare per fascista Oggi. Dopo passerai per un'altra cosa
èeggio ancora: dopo per un’altra peggio.
Per questo noi vediamo se tu sei capace di rinunciare ai tuoi beni.
Questa frase: "Se il sale perde il sapore con che cosa lo si salerà?" Bene,
dice il Signore: Prima di andare avanti con questi fratelli fermatevi,
vediamo dove vanno, a cosa vanno incontro perché dopo se si trovano con una
persecuzione non potranno andare avanti. Se non hanno calcolato un pochino le
spese allora che faranno? Allora se ne vanno via, e come se ne vanno via?
Distrutti! Perché tutta l'illuminazione che avete non ve la toglie più
nessuno. Una persona che è andata via dal cammino dopo 5 anni, che ha capito
la Parola di Dio, che tutto quello che è nel mondo sono idoli, questa luce
non gliela toglie più nessuno. Prima di conoscere Gesù Cristo voi eravate
cosi semplici che vi alienavate con una donna, con il lavoro, con la
famiglia, con il calcio, con il cinema, vi alienavate. Oggi non potete più
alienarvi.
Dice il Signore: Prima che il sale perda il sapore, ecco, fate lo
scrutinio, fermatevi, fateli pensare un pochino alle cose; meglio che non
passi, meglio che attenda _un poco, che aspetti. Mi ricordo che noi abbiamo
in una comunità un uomo molto ricco che non è passato ad uno scrutinio perché
incapace di vendere i beni; però faceva molta elemosina, ha molti miliardi, è
un industriale. L'abbiamo lasciato persino 3 anni nel secondo scrutinio, dopo
3 anni gli abbiamo detto: "Non puoi continuare" . Adesso è andato ad una
conversazione religiosa, l’Opus Dei, un’organizzazione religiosa composta di
laici che pretendono di conquistare i posti della società. E lui ha detto a
questa gente: "Non mi venite più con surrogati. Io so dove sta la verità". E'
venuto a parlare con lui la Legione di Maria, l'Azione cattolica, il parroco
l'ha mandato a chiamare perché ritorni e lui ha risposto: "Non mi ingannate
più. oggi non posso fare lo
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scrutinio perché mi rendo conto che sono un uomo debole. Però ritornerà, un
giorno ritornerà dicendo: "Ecco, qui sono tutti i miei beni fratelli, vengo
con voi, partiamo con questa nave verso la Terra promessa".
Questo è un uomo illuminato, lo scrutinio gli ha fatto un bene immenso.
Non è una persona facile, lo sta aiutando a cambiare, a responsabilizzarsi, a
trasformarsi, a diventare cristiano, e quando tutto questo farà il suo
effetto lui si presenterà a noi.
Perché qui faremo le cose sul serio a questo scrutinio, non è molto
duro, il duro viene dopo, viene ad esempio per Franco e Giampiero. Questo
scrutinio se volete lo facciamo noi, siamo noi che vi diciamo: "Fratelli,
attenti, pensate alle cose", ma il 2° Scrutinio è uno scrutinio che fa il
Signore perché passino soltanto quelli che hanno lo Spirito di Gesù di
Nazareth, il Servo di Jahwé, solo questi possono rinnovare il loro Battesimo.
Mezz'ora di preghiera individuale
Ammonizione al canto: “Vi scongiuro figlie di Gerusalemme"
(se non è stato fatto durante le Lodi)
Canto
Preghiere spontanee
Padre Nostro
Pace
Benedizione
INTERVALLO
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POMERIGGIO
INIZIO SCRUTINI INDIVIDUALI
Spiegazione del significato del sale
Nell'antichità il sale era la cosa più preziosa, infatti la parola
"salario" viene da sale perché il primo denaro è stato il sale. Infatti a
Paolo Vi appena arrivato in Palestina è stato dato il sale, simbolo di
accoglienza, di alleanza, di benvenuto.
Nei paesi dove c'è molto sale come in Africa, siccome ci si disidrata
facilmente allora hai bisogno di sale, perché contiene molti liguidi. Tu hai
bisogno di sale e non di acqua. Ecco perché quando arrivi in questi posti
subito ti danno il sale. Il sale ti toglie la sete perché non si disidrata e
non ti toglie i liquidi. L'importante è che noi faremo una catechesi sul
sale, riceverete un cristallo di sale che dovrete mangia re, brucia, cura,
preserva dalla corruzione, è un antipasto che preannunzia un cibo più
sostanzioso che è l'Eucarestia.
Voi farete un rito con un giuramente e con le mani alzate,
pubblicamente, rinnegherete il demonio e - come dicono i Padri della Chiesa -
come se il demonio fosse presente stenderete il dito e direte pubblicamente
che rinnegate e che vi attaccate a Gesù Cristo: questo lo direte e farete un
segno serio in denaro, segno esteriore di quello che avete detto
pubblicamente perché il demonio non abbia più potere.
E' chiaro che molta gente rinnega un demonio che si immagina perché
crede che il demonio sia una cosa brutta e schifosa. Il demonio mai ci tenta
con cose brutte, ma con cose belle perché è intelligente, ci dice: "Ma perché
devi soffrire con quel lavoro orribile, perché devi subire le in giustizie,
perché?" Il demonio sempre ci dice cose che ci appagano, che sembrano buone,
e dopo ci frega, ci invita al sesso, ci dice: non vedi quella donna? E'
sposata? Ma non vedi che il marito non le vuole bene? E tu, non senti amore
per lei? L'amore è meraviglioso, è l'amore di Dio. Sempre ci inganna il
demonio; è il padre della menzogna e sempre ti porta alla sofferenza, nella
vita, qui. L'inferno , comincia qui sulla terra. Per questo Gesù Cristo viene
anche a fare una liberazione, un esorcismo: mediante la rinuncia sarete
esorcizzati dal demonio, non avrà più potere su di voi se voi lo rinnegate.
In questo tempo dovreste aver sperimentato che in voi ci sono delle zone, dei
demoni più forti di voi e dovete fare delle cose che non vorreste perché da
soli non potete liberarvi. Ha potere, regna su di voi il peccato, vi
schiavizza, vi obbliga. Come uno che è avaro: poveraccio, è come una malattia
che lo obbliga a mancare di carità a tutti; passa la vita dicendo: "Quella
luce, spegnila!", tirare fuori dal portafoglio 1000 lire è una sofferenza
orribile, chiede conto alla moglie di tutto quello che ha comprato: è
un'infermità, una mostruosità. Non avete sofferto sulla vostra pelle queste
cose? Non avete sofferto di questa taccagneria, di quewww.
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sta meschinità, di questa avarizia? Pensate a quella moglie: già il marito ha
fatto un giudizio su di lei - che è molto spendacciona - non le dà più soldi
e lei deve subire questa umiliazione, di non avere soldi. E' una cosa
spaventosa. Infatti adesso vogliono fare una legge diversa di comunione dei
beni, così che la moglie non debba subire l'umiliazione che il marito è il
padrone che dà i soldi contati. E un giorno, quando il marito non le dà più
soldi, lei non prepara la cena e lui prende un coltello e la uccide. Tutto un
inferno. Conoscete tutte questeccose, l'avete visto forse nei vostri
genitori. L'avarizia, dice la Scrittura, è una idolatria; chi ama i soldi non
ama Dio. Dovete sperimentare queste zone di voi sia sulla sessualità che sul
denaro: che l'uomo è schiavo, non può liberarsi, ha bisogno dell’aiuto di
Gesù Cristo per essere liberato. I soldi sono una malattia, una sicurezza
psicologica, per questo se togli i soldi alla gente si spara; se l'uomo non
ha una riserva di soldi non vive, gli manca la terra sotto i piedi, si sente
distrutto. C'è gente che ha miliardi in banca e non può prenderli perché
muore, al solo pensiero di togliere qual cosa dalla banca si sente che gli
tolgono un pezzo di carne, perché in quei soldi sta tutto se stesso.
Vi ricordate quel miracolo di S. Antonio di Padova? C'era un uomo che era
molto avaro, un ricco di Padova, un usuraio. Nessuno a Padova ascoltava S.
Antonio perché tutta la città era piena di questo affanno di ricchezze, e il
Signore per aiutare la predicazione di S. Antonio ha voluto fare un miracolo.
Allora, quando quell'uomo morì S. Antonio disse che non aveva più il cuore, e
il cuore era nella cassaforte. Lui diceva sul serio ma nessuno gli credeva:
allora ha chiesto il permesso alla famiglia di aprire il corpo per dimostrare
che dentro non c'era il cuore. La famiglia ha pensato che fosse pazzo, ma in
fondo era un cadavere, non sente niente, apriamolo così vediamo se è vero.
Allora i dottori hanno aperto il corpo di quell'uomo, e non c'era il cuore
(questo è storico, ci sono testimoni oculari, è storia della Chiesa), non
c'era il cuore, c'era un buco. Allora S. Antonio ha detto: "Adesso andate a
vedere nella cassaforte di ferro, quella che pesa tonnellate, lì troverete il
suo cuore". Sono andati e hanno aperto con 30.000 chiavi e dentro c'era il
cuore. Questo per spiegare che dove è il denaro, lì è il tuo cuore. E così,
siccome devi difendere il tuo denaro con tonnellate d'acciaio altrimenti te
lo rubano, tutte quelle tonnellate di acciaio ti separano dai tuoi fratelli.
Per questo dice S. Francesco che chi possiede difende quello che
possiede, e nella misura che difende non ama. Chi non ha, non ha niente da
difendere. Difendiamo il nostro tempo libero, se ti chimano nel tuo giorno
libero imprechi. Difendiamo il deanro, la casa perché ce la sporcano,
difendiamo la macchina, tutto, tutto quello che possediamo lo difendiamo.
Allora il Signore per permetterci di amare deve staccare il nostro
cuore da tutte queste cose, altrimenti è impossibile l'amore, impossibile.
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Introduzione allo scrutinio individuale
Vi dico sinceramente di non aver paura di questo scrutinio.
Questo s rutinio ha lo scopo di aiutarvi e servirvi.
Guardate: c'è molta gente che pensa che il nostro cammino è un metodo
Per questo qualche persona, qualche prete che pensa cosi ha preso le
catechesi e sta facendo lo stesso che noi, si sono inventati il loro
catecumenato. E, naturalmente, non sono riusciti che ad estendersi in due
parrocchie. Perché questo cammino non è un metodo. Né il segreto né il potere
del cammino sta in che noi diamo una catechesi molto razionale che convince
la sapienza. No. Non è questo il segreto. Il segreto non è che uno: che Gesù
Cristo sta qui con il potere per esorcizzare. Abbiamo più potere che i vostri
demoni.
Carmen ed io saimo giunti a Roma con un prete, come tre di sgraziati,
senza una lira, senza conoscere nessuno né la lingua, invitati semplicemente
da un prete anziano, con la sua veste, molto tradizionalista. Visitammo con
lui molti parroci e tutti si sono risi di noi. Dicevano: "Questec ose
mancheranno in Spagna, ma non in Italia". Perché a Roma, in quell'epoca, era
il 1968, non c'era crisi di preti né alcun problema nei seminari, tutto stava
molto bene. Allora come è possibile che oggi ci siano in Italia circa 700
comunità in 100 diocesi con circa 300 catechisti itineranti? Con che potere è
successo tutto questo? Appoggiati su quale potere? Senza una lira, senza
conoscere nessuno, senza avere influenti amicizie. L'unica cosa che portavo
era una lettera di presentazione per il Card. Dell'Acqua che ci fece Mons.
Morcillo, il Vescovo di Madrid, e che ho perduta... Dopo tre anni che stavamo
in Italia, prima fu impossibile vederlo, lo andammo a visitare e io gli
dissi: "Ho qui una lettera nella Bibbia". Carmen era presente. Sono stato
mezz'ora sfogliando la Bibbia ma la lettera non c'era. Era una lettera che ci
aveva dato Mons. Morcillo nella quale diceva che questo cammino aveva fatto
molto bene in Spagna.
Voglio dire questo perché vediate con che potere va avanti questo
cammino. Per esempio ci sono stati molti santi nella Chiesa, e se voi leggete
quello che dicevano in quell'epoca vedrete che non dicevano nulla di
straordinario. Tuttavia nella loro epoca hanno rinnovato la Chiesa. Perché?
Perché avevano potere. In queste persone era presente lo Spirito, il potere
dello Spirito. Questo potere è quello che Dio ci ha dato sopra i demoni.
Perché sapete che in ogni luogo ci sono "demoni locali". Per esempio a Roma
ci sono demoni locali. Ci avevano detto: "E' impossibile che tre tipi di
Madrid possano predicare il Vangelo a Roma". A Barcellona la prima cosa che
mi disse l'incaricato, il delegato della catechesi della diocesi, quando mi
chiamò, fu: "Ti assicuro, il miracolo più grande è che in Barcellona possano
nascere comunità; perché è impossibile. E' impossibile che un parroco di
Barcellona possa accettare questo cammino; queste comunità qui debbono stare
fuori della parrocchia, perché voi siete di Madrid. Nulla da fare, bisogna
imparare il catalano: e che non si noti che voi siete di Madrid. Inoltre
dovete correggere il metodo: un catalano - ce lo diceva con assoluta serietà
- mai darà l'abbraccio di pace ad un altro.
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Qui sono freddi: pesetas, lavoro. Io non comprendo come voi pretendiate
applicare lo stesso metodo da tutte le parti. Guarda, Kiko, ti consiglio:
vieni a Barcellona, mettiti a lavorare, impari il catalano, ti incarni con la
gente, conosci il suo regionalismo, i suoi costumi, il suo ambiente". "Quanti
anni devo stare qui?", gli risposi io. Ma aveva ragione perché loro hanno
fallito completamente,non hanno potuto: hanno fallito contro il regionalismo
ecc. E noi, al contrario, no! Perché? Perché c'è un potere che ha vinto la
conoscenza della lingua, ha vinto le nostre stupidaggini, la mia e di tutti,
in definitiva: i demoni locali.
Per esempio ora tutti i vostri demoni in questa convivenza stanno tutti
calmi, hanno panico che li mandiamo via. Sono scomparse le tentazioni. Nelle
convivenze i demoni si nascondono, perché non vogliono andarsene via. Però
vedrete quando ce ne andremo da qui, cominciano a farti nelle orecchie una
controcatechesi. Ora invece se ne stanno buoni buoni perché se appaiono noi
li rendiamo manifesti. Allora tutti voi state qui molto umili con noi, molto
buoni, perché se vediamo il tuo orgoglio peschiamo questo demonio. Per questo
preferiscono starsene ben nascosti, perché non li scacciamo fuori.
Ecco che Gesù dice agli Apostoli: "Andate, che io vi invio con potere
per scacciare i demoni, per calpestare serpenti e scorpioni e anche se
berrete del veleno non vi farà male. Io sarò con voi". Questo é l'invio.
Questa è la nostra esperienza. Noi siamo qui con il potere di Gesù Cristo,
inviati da Lui per scacciare i demoni. Questa è la cosa sorprendente. Perché
è impossibile convertire un adulto. Per esempio quando stavo nelle baracche
mi sembrava impossibile che lì sarebbe sorta una comunità. Ai gitani le cose
di Dio non interessano. Impossibile! E invece no. Quando Dio vuole tutto
diventa possibile: realmente!
Per questo vi dico di non aver paura davanti a questo scrutinio, perché
siamo qui inviati da Gesù Cristo per aiutarvi a liberarvi dai vostri demoni.
Alcuni di voi non passerete, eh? E le comunità come sono adesso sicuramente
spariranno, ci saranno dei cambiamenti: vedrete che è una cosa stupenda.
Perché il pericolo che corriamo nel cammino è fare della comunità un
"gruppetto”, una setta. dare importanza alla nostra amicizia. Questo é un
idolo che ci chiude all'azione di Gesù Cristo. Qui non siete che
precatecumeni; passeranno al catecumenato quelli che hanno l'orecchio aperto.
Perché )Dio sta eleggendo, scegliendo fra tutta la massa che sta qui. Perché
l'importante è che Dio si sta eleggendo un popolo.
Questo non vuol dire che gli altri sono peggiori, né che sono
condannati,
nulla di questo. Non sto dicendo nulla di questo. Semplicemente che il
signore ci ha scelti per questa missione di essere il sale della terra. Il
sale sala sciogliendosi, distruggendosi. Pertanto i segni sono se tu ti lasci
sciogliere, distruggere, dai peccati di tua moglie, di tuo marito, di
qualsiasi. Chi non ha lo Spirito di Gesù Cristo non si lascia distruggere da
nessuno e per nessuna cosa; non accetta in assoluto portare sopra di sé
l'ingiustizia. I "giustizieri" sono giustizieri perché vogliono togliere
l'ingiustizia dalla terra. Per esempio tutti gli assassini che sono nelle
carceri sono giustizieri. Una sorpresa enorme che ho avuto è che tutti i
ladri che stavano con me nelle baracche erano tutti giustizieri.
Rubavano perché erano tutti dei giustizieri. Avevano visto, per esempio,
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che sua madre era una prostituta perché suo padre l'aveva abbandonata e la
avevano buttata nella strada perché aspettava un bambino non essendo sposata,
e quel figlio era lui. E aveva visto la sofferenza terribile di questi donna
che aveva portato sulle spalle l'ipocrisia di una società che si chiama
cattolica; dunque questo ragazzo rubava per togliere ai ricchi, come Robin
Hood. Era un giustiziere; non sopportava l'ingiustizia assolutamente. Per
prima cosa era un moralista e un esigente con sé stesso; e quando commetteva
qualche peccato si autodistruggeva, non lo poteva sopportare. E' sempre lo
stesso. C'è sempre un giustiziere, un moralista, un esigente con se stesso:
quello che detesta negli altri è sempre quello che c'è in lui, nel profondo
di se stesso. Un giustiziere è uno che non sopporta l'ingiustizia.
Bene. Il cristianesimo è il contrario. L'unico che poteva veramente
aver fatto giustizia, Gesù, non ha fatto giustizia, ha preferito accettare
l'ingiustizia. Il giustiziere è il contrario. Per esempio nelle carceri, fra
i carcerati, se qualcuno fa una ..... lo menano. Mi ricordo di un ragazzo
nelle baracche: siccome non sopportava il peccato - sempre lo stesso
scandalo: il peccato - doveva andar togliendo l'ingiustizia. Mi ricordo che
uno gliene aveva fatto una, in un ballo l'aveva insultato. Bene. In quel
momento non successe nulla. Lasciò passare la cosa. Quasi un anno dopo si
presentò davanti a questo che l'aveva offeso - che figurati se si ricordava
la cosa - con una pietra avvolta in un giornale e bum, bum... l'ammazzò: gli
aprì la testa a metà. Questo era uno che stava nella, mia baracca. E
contentissimo, non aveva alcun rimorso: ha tolto di mezzo un'ingiustizia e il
mondo ora è migliore. Questo ragazzo, con altri, andava con omosessuali
ricchi e si prostituivano con essi per guadagnare denaro. Quando, un giorno,
prendevano coscienza di quello che facevano, in quattro ammazzavano
l'omosessuale, ed erano tanto contenti "perché avevano tolto di mezzo una
vipera... era uno svergognato". Giustizieri, facevano giustizia.
Perché sempre è la stessa cosa: lo scandalo del peccato e della sofferenza.
Non ci devono essere peccatori: il peccatore lo calpestiamo.
Bene, essere cristiano è il contrario. In questo scrutinio Dio si sta
formando una Chiesa, un popolo, un corpo; una Chiesa nuova nella parrocchia,
che è il Corpo di Cristo risuscitato. Questo Corpo è Cristo stesso. Cristo è
Colui che prende sopra di sé il peccato della moltitudine. Ma questo la gente
non lo sa. Ed è inutile che tu lo dici perché la gente non lo crede. L'unico
modo perché la gente lo possa credere è che veda che Cristo, dentro di te,
continua caricando con i peccati di tutti. Allora, il Signore si sta formando
qui un corpo per prendere sopra di sé il peccato di questa generazione. La
vostra missione consisterà nel rispondere col bene al male che fanno. E
sarete molto contenti di essere umilia ti, ovvero che ci facciano
ingiustizia, perché avrete occasione che si mostri il vostro cristianesimo,
spezzando la catena del male che provoca la ingiustizia, nel vostro corpo.
Questo è terribile, perché il mondo non sopporta una ingiustizia senza
risolverla, si deve risolverla. Se tua moglie ti fa un'ingiustizia devi
menarla, devi fermare questa ingiustizia; deve imparare perché non lo faccia
più: due schiaffi e così sta. Bisogna togliere di mezzo queto tipo, questo
mostro. Sono sicuro che se ora vogliamo vedere quanti peccati degli altri vi
siete addossati vedremo nessuno. Tutta
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via siete chiamati a fare questo. Questo lo dico perché capiate un poco che
cos'è questo scrutinio.
Manca in voi una completa rivoluzione, un cambiamento copernicano, un
cambiamento assoluto e completo di mentalità, di direzione. La legge di
Cristo è questa, dice S. Paolo, portare sopra di voi i pesi dei deboli. Tu
questo non lo puoi fare, per questo Gesù Cristo si sta incarnando dentro di
te per continuare a portare sopra di sé le ingiustizie di questa società.
Però qualcuno può dire: "Questo non può essere! Perché accettare mia
moglie o mio marito così com'è, senza correggerlo, significa farmi complice
del suo peccato in qualche maniera; farmi peccato con lui significa che sono
d'accordo con lui". Ma precisamente per questo Gesù Cristo si é fatto
peccato, perché l'importante non è la legge, é la Misericordia. "Misericordia
voglio e non sacrifici”. Gesù Cristo ha mostrato che la verità non è la legge
ma l’amore e la misericordia. Dice qualcuno: "Allora perché a qualcuno voi lo
allontanate dalla comunità e non passa?" Non si devono confondere le cose!
Cristiano e quello che non fa danno agli altri. Allora se c'è qualcuno qui
che arreca danno, noi avremo misericordia di lui e lo ameremo, e gli
restituiremo al male che ci fa il bene; però gli diremo che quello che fa non
è cristiano. Pertanto egli non può stare fra noi come cristiano. Questo no.
Perché sarebbe ingannarlo. Uno che arreca danno agli altri non può stare qui,
fra noi, a titolo di cristiano. Noi saremo suoi amici, lo ameremo, lo
accoglieremo, però non è cristiano. Perché il cristiano non adultera, non
fornica, non mente, non arreca danno. Cristo non danneggia nessuno. I peccati
danneggiano, distruggono. Cosicché se uno si ubriaca tutte le notti, o è un
autoritario e un despota, e dice che questo è essere cristiano, noi gli
diremo: "No, questo non è essere cristiano. Ti comprendo, e io non sono
meglio di te. Nella tua situazione farei così e di più ancora. Però
mettiamoci d'accordo questo non è essere cristiano. Sei d'accordo? Sì. Bene.
Allora stiamo d'accordo". Perché qui, quello che si tratta è essere
cristiani, per salvare questa società in questa generazione. Voi avete la
responsabilità in questa società di Barcellona di salvare la Chiesa, di
ricostruirla. Ditemi dove esiste un maggior seme di rinnovamento, in questo
momento, nella Chiesa catalana. Non voglio dire con questo che voi siete gli
unici. Però in quale parte della regione c'è oggi una speranza di
rinnovamento seria per la Chiesa. Ditemi dove sta oggi una sintesi teologica
reale di misericordia per la gente. Per questo il Signore ci sta dando una
responsabilità e norme di fronte a salvare questa zona in questa generazione.
Per questo vi dico di non avere paura di questo scrutinio. Siate
contenti se possiamo scrutarvi. Pensate, quando sarete scrutati, che state
davanti a Gesù Cristo, anche se io sono un imbecille, una canaglia e un
idiota; quando starai seduto parlando con me, in quel momento starai parlando
con Gesù Cristo. Noi facciamo un servizio nel Suo nome e Dio ci ispira. Molte
volte diremo cose che non pensavamo di dire. Davanti a un fratello, per
esempio, non sappiamo che dire, siamo ciechi, non sappiamo, non lo
conosciamo. Al contrario davanti ad un altro vediamo con chiarezza qual è il
suo problema e, come bene, gli diciamo una parola che lo salva in quel
momento. Per esempio a un uomo, l'anno passato, pensava mo che tutto il suo
problema era la sessaulità, perché sempre aveva macel
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li di quel tipo; al contrario quest’anno il Signore ci ha fatto vedere che
no, che il suo problema era il denaro. L'anno passato con tutto quello che
gli abbiamo detto, nulla, non era felice. Al contrario quest'anno il Signore
ci ha dato la chiave per aiutarlo e gli si cambiò il volto e ora é un uomo
liberato. E gli abbiamo detto: "Lascia in pace i tuoi conti, vai a casa e
vendi tutto quello che hai. Hai molti milioni? Bene, vai a casa e dona tutto
ai poveri". Oggi è assolutamente trasformato. Tutti i suoi problemi erano lì.
Aveva un problema di sentirsi potente, di potere, di essere di più, aveva i
suoi complessi e tutto era fondato sul denaro. E l'anno passato non l'avevamo
visto e gli avevamo detto: "Lascia quella donna" e non era successo nulla,
non era stato liberato e non aveva risolto nulla.
Però l'importante è se desiderate essere cristiani. Se essere cristiani
è per voi più importante che avere una casa al mare, o una casa stupenda. Non
si tratta qui di essere poveri, capito, né di portare i pantaloni rotti.
Perché il Signore ci ha promesso che a chi vende uno riceverà cento, qui. C'è
molta gente che in questo scrutinio ha dato molto denaro per i poveri e ora
vai a domandarle se si è impoverita o se il Signore, veramente, non gli ha
dato il cento per uno. Però, questo si che è importante, in questo scrutinio
tu devi scegliere tra Dio e Mammona. Mammona è un simbolo di potere. Vendere
i tuoi beni, dare il tuo denaro, è un simbolo per umiliarti. Essere cristiano
significa umiliarsi, essere l'ultimo: quelli che hanno denaro sono i primi.
Per questo è importantissimo che tu provi te stesso in questo. Che non ti
senti la forza, che dubiti, che stai...? Aspetta un poco, non succede nulla.
Adesso cominceremo a scrutare, a sorteggio, a chi gli tocca, e poi
continueremo i giorni successivi, alla sera in parrocchia, a scruta re. Un
pericolo che correte voi che siete scrutati per la seconda volta è di fare
confronti: cioè ora è più delicato, è più blando, sta meglio che l'anno
passato... Non fate comparazioni. Noi e voi siamo altre persone. Ed è un
altro momento. Per alcuni saremo più blandi, per altri più duri, come il
Signore vuole. Sarà diverso.
(Per i catechisti: I TRE PRINCIPALI CRITERI DI DISCERNIMENTO,
NELLO SCRUTARE LE PERSONE SONO: SE HANNO CAMBIATO MENTALITA',
SE SI SONO PROVATE COI BENI, SE HANNO FATTO IL CAMMINO. NON VI
METTETE CON LA PSICOLOGIA. L'IMPORTANTE E' LASCIARE LEGGERE
ALLA PERSONA IL SUO QUESTIONARIO. IL SIGNORE VI ISPIRERA'
QUELLO CHE DOVRETE DIRE. ALLA FINE DI OGNI SCRUTINIO DITE AD
OGNUNO SE ACCETTA DI NON PASSARE. E DOPO:"IL SIGNORE VUOLE
FARE UN'ALLEANZA CON TE, PER QUESTO TI DICE: ODIA TUO PADRE,
TUA MADRE, TUA MOGLIE, TUO MARITO, I TUOI FIGLI, I TUOI
FRATELLI E SORELLE, E LA TUA STESSA VITA. PRENDI LA TUA CROCE
E VENDI TUTTI I TUOI BENI. POI VIENI E SEGUIMI. PENSA UN SEGNO
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IN DENARO CHE MANIFESTI (esprima, concretizzi) CHE SEI DISPO STO A
FARE QUESTO...
PREGA MOLTO IN QUESTI GIORNI, DIGIUNA E DOMANDA AL SIGNORE CHE TI
AIUTI").
La convivenza termina con un Salmo, un canto, una lettura breve del Vangelo
al caso, il Magnificat, una colletta, il Padre Nostro, la pace e la
benedizione finale.
Si comunica alle comunità la data del successivo incontro.
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C A T E C H E S I D E L S A L E
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CATECHESI DEL SALE
Prima di dirvi chi passa e chi non passa e prima del rito che faranno
quelli che passano, vi farò una catechesi sul sale. Per prima cosa voglio
dire una cosa a coloro che non passeranno: non è che non passate, il fatto è
che lo scrutinio dura per voi un periodo, qual che mese. Vi facciamo
aspettare un pò per aiutarvi. Tutto lo scrutinio che abbiamo vissuto insieme
è stato qualcosa di molto importante. Queste catechesi, questo ascoltare,
dura ancora un poco. Fra qualche mese ascolterete un'altra volta e vedrete
che sarete molto più illuminati. Allora, credo, potrete passare; forse.Per
questo pensiamo che è importante far aspettare qualcuno prima di fare il
rito. Perché, come capirete adesso dalla catechesi che vi darò, vedrete più
chiaramente il significato di tutto questo e capirete che la cosa più
importante è che il rito sia efficace per voi; che questo rito che faremo, di
rinuncia a Satana, di passaggio al catecumenato, di rinuncia agli idoli del
mondo, sia un rito efficace per voi e non una cosa cosi, un rito che non dice
nulla.
Tutti voi quando siete stati battezzati da piccoli, avete ricevuto in
bocca un poco di sale. Il battesimo incominciò quando il sacerdote domandò al
padrino il nome del bambino: "Come si chiamerà?", "Rodolfo". Poi c'è un
dialogo: "Rodolfo, che cosa chiedi alla Chiesa Santa di Dio?". Il padrino ha
risposto: "La fede". "E che cosa ti dà la fede?", "La Vita Eterna". "Allora,
se vuoi avere la Vita Eterna: amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la
tua anima, con tutte le tue forze, ed il prossimo come te stesso". Questo fu
il primo dialogo. Poi si doveva sbottonare il vesti tino del bambino sul
collo e gli si ungeva il petto con olio, ed anche la spalla e la fronte. Poi
il sacerdote metteva la mano sulla testa del bambino e si pronunciava il
primo esorcismo: "Spirito del male esci da questa creatura di Dio..." ecc.
Poi si prendeva un pizzico di sale e lo si poneva nella bocca del bambino
dicendo: "Ricevi il sale della sapienza... " ecc.
Adesso, nel nuovo rito del battesimo dei bambini, hanno tolto questo
segno del sale, ma viene mantenuto nel battesimo degli adulti. Tutti voi ,
però, avete ricevuto il sale nel vostro battesimo. Proprio per questo voi, in
questo rito del secondo scrutinio, rinnoverete il rito del sale. Noi abbiamo
parlato con la Congregazione per il Culto Divino ed abbiamo spiegato tutto
ciò che abbiamo scoperto su questo ed altri riti, quello che significa oggi
per noi, ed essi sono entusiasti del fatto che oggi si possano veramente
riscoprire questi segni con tutto il loro conte nuto. Perché il mondo di oggi
a causa della tecnica o di quello che sia, sta perdendo il senso ed il valore
dei segni.Non perché non abbia bisogno di segni efficaci che gli illuminino
il senso più profondo della vita ma per ché non c'è una catechesi. Per questo
la gente crede che, oggi, i segni non servono a nulla; e questo non è vero.
E' in funzione del vostro battesimo che noi faremo con voi questo rito e, per
questo, vi ho ricordato il vostro battesimo.
Perché la Chiesa conserva questo segno del sale nel sacramento del
battesimo? Che cosa significa il sale?
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Sant'Agostino chiama il segno dei sale: "sacramento dei catecumeni", il segno
dei catecumeni. Perché capiate ciò che è il sale vi ricordo breve mente la
quarta catechesi che avete ricevuto all'inizio. In quella catechesi vi
presentammo un grafico che adesso vi ricordo. In questo grafico, dicevamo, se
questo rettangolo sono i tre miliardi di abitanti che sono sul pianeta terra,
e vogliamo vedere chi è oggi la Chiesa, quanti cristiani ci sono oggi nel
mondo, allora, vi dicevamo, le statistiche ci dicono che i cristiani sono
solo un terzo del mondo. I cristiani, quindi, sono so lo un miliardo. Due
miliardi di persone, oggi, non conoscono Gesù Cristo, o non sono cristiani.
Sono buddisti, cinesi, comunisti, sono atei: due miliardi di persone. Solo
questo miliardo di persone ha, in qualche modo, un rapporto con Gesù Cristo.
Del miliardo, un poco più della metà sono cattolici. Questi sono i cattolici.
Quest'altri sono di altre confessioni cristiane: copti od ortodossi o
protestanti. Fra i cattolici solo un pò di più del 10%, fra tutta questa
gente ed in tutte le nazioni, osserva il precetto domenicale: va a messa la
domenica. E, fra quelli che vanno a messa la domenica, si calcola che solo
l'1,5% sono cristiani adulti. Che cioè non vanno a messa la domenica perchè
la moglie dice: "Giuseppe, va a messa, altrimenti che diranno i bambini!", o
cose del genere. E lui va a messa perchè non può far altro, va a messa perchè
bisogna compiere un precetto. Però non fa la comunione. Solo l'1,5% sono
cristiani adulti veramente. E so lo questo pezzettino è composto di questa
gente. Questo lo dicevo per invitarvi a riflettere.
Dopo aver visto questo grafico, dicevamo: "Che cosa succede? Dopo
duemila anni Gesù Cristo ha fallito?". Perchè qual'è la prima meditazione che
potevamo fare su questo fatto? E la prima meditazione era che forse Gesù
Cristo aveva fallito. D'altra parte noi vedevamo che Gesù Cristo aveva
concepito la Sua Chiesa come sale, come un lievito, come luce. Ed allora,
nelle prime catechesi avevamo detto che se questa fosse veramente una stanza
al buio e questa fosse una lampadina, la lampadina potrebbe illuminare tutta
la gente. Che se questa fosse una pentola nella quale avessimo messo della
carne, delle patate, della verdura ed avessimo fatto cuocere tutto solo con
acqua, sarebbe rimasto tutto con poco sapore, scipito. Gettiamo invece un pò
di sale e tutto acquista il suo senso, il suo sapore. Lievito, sale e luce
sono cose piccole, ma tutte fanno riferimento ad una missione. Ad una
missione. In questa sala che cosa è più importante? La luce o noi? Siamo noi.
La luce, questa lampada, sta facendoci un servizio. Sta lì, poveretta
tranquilla nel lampadario, illuminando la sala. Ha la missione di star lì
facendo un servizio a noi. Questo è quello che abbiamo detto anche per la
Chiesa. La Chiesa ha la missione di essere innalzata per il mondo, non per se
stessa. Per questo il Concilio intitola la Costituzione sulla Chiesa "Lumen
Gentium" "Luce delle Genti". Come una luce, come il sale. Il sale è una cosa
per un servizio a..., non esiste per se stesso. Esiste in funzione di
qualcosa. Dicevamo che se tu getti il sale nella minestra e poi, mangiandola,
trovi i grumi di sale, la sputi. Non è questa la missione del sale. E' dare,
recuperare il senso più profondo di tutte le cose. Con questo discorso
volevamo cambiare la mentalità di molta gente. Perché non si tratta del fatto
che tutta questa moltitudine sia sale, che entri in questo gruppettino, ma
che il gruppettino che sta qui compia la sua missione. E la missione è
questa: "Perché vedendo le vostre buone opere, dice Gesù, glorifichino il
Padre vostro che sta nei Cieli"; perché vedendo la Chiesa, la
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gente passi al Padre, veda Dio. Questo non vuol dire che molta gente entri
nella Chiesa ma che tutti siano, veramente ed efficacemente, salati. Perché,
nel mondo, tutto influisce.
Noi dicevamo: "Che cosa è il sale?". Questo è quello che oggi ci
interessa; ed è la stessa cosa, se volete, per il segno della luce. Quando
Gesù parla della luce, parla della candela, di una lampada. La lampada,
illuminando, si consuma sempre. Anche queste lampadine si stanno consumando
perché hanno un filamento di carbonio ed anche un'energia che, in qualche
modo, si sta consumando. Ossia: la candela, illuminando, muore a se stessa.
Dunque vediamo: che cosa è il sale? Io non vi darò una catechesi di tipo
moralista, ma vi illuminerò un poco l'importanza di questo sacramento:
"Sacramento dei catecumeni", il segno dei catecumeni.Qui potranno entrare
veramente quelli che abbiano capito che cosa è il sale. Inoltre capire che
cosa è il sale è una catechesi eucaristica, pre-eucaristica, è cominciare a
capire che cosa è l'Eucarestia. Perchè il sale preannuncia veramente, fa
gustare e fa mangiare; lo stesso fa l'Eucarestia.
Voi riceverete,nel rito, un cristallo, una pietra bianca, una
pietruzza, non piccola, bianca: un cristallo di sale che dovete degustare.
Non riceverete il sale fino, ma un cristallo, una pietruzza bianca. Di questa
pietruzza parla l'Apocalisse: "Al Vincitore Io darò una pietruzza bianca che
ha un nome che nessuno conosce, lo conosce solamente colui che la riceve".
Perché nella Chiesa primitiva i misteri del catecumenato erano conservati nel
segreto, si chiamavano l’ "arcano". Non si poteva raccontare quello che
sarebbe successo dopo. Tu non puoi raccontare ad uno che viene dopo di te i
segreti più profondi del Catecumenato. Oltretutto non servirebbe a nulla e la
gente penserebbe che sono cose ridicole. Se in paese corre la voce che per
entrare in queste comunità bisogna vendere i beni, nessuno viene più al le
catechesi. Potrete fare le catechesi che vorrete ma non verrà nessuno. Questo
è successo a Barajas (Baracas) un quartiere di Madrid. Si è sparsa la voce
che bisognava dar via i beni e non c'è modo che la gente venga alle
catechesi. Dicono: "Vacci tu! Io fare come quello che ha venduto la casa?
No!". Per questo è molto importante che non vi vantiate né facciate
pubblicità Perché la gente che è fuori del contesto non lo capisce. Se ti
avessero detto che avresti venduto delle cose, prima di cominciare il
cammino, avre sti detto che neppure a parlarne, che era una cosa impossibile,
mai e poi mai, che il denaro per te era molto importante. Eppure tu hai visto
come Dio è stato potente con te in tutto questo tempo. Perché Gesù Cristo è
vivo e risorto ed opera, con il potere della sua Parola, in noi. Per questo
l' "arcano" era molto importante nella Chiesa primitiva. Per questo sta
scritto: "Nessuno lo conosce". Questo fatto del sangue era molto importante.
Al sale si possono dare molti significati, molti. Perché è un segno
polivalente come tutti i segni della Chiesa: come l'acqua. L'acqua è un
simbolo che significa morte e vita. Ci sono acque che servono per uccidere:
un'inondazione uccide e distrugge. Il diluvio universale uccise tutti i
peccatori. E ci sono acque che servono a dare la vita, a pulire dai peccati,
dalla sporcizia, a dare la vita nel deserto. Dove arriva l'acqua sorge
un'oasi: la vita, incomincia ad esistere la vita. Senz'acqua non si può
irrigare, ecc. Lo stesso succede con il sale. E' un segno ambivalente di
morte e vita. Il sale, come segno, ha molte accezioni.
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Il sale serve per curare. Sempre il ale è stato usato come medicina, ed
ancora si usa moltissimo. Acqua salata per i piedi stanchi o se ti fa male il
naso... ha usi differenti in medicina, soprattutto serve per cu rare. Ma il
sale serve anche per uccidere. Se tu semini sale in un campo non nasce nulla.
Tutta la depressione del Mar Morto è piena di sale, dovunque vai c'è morte.
Il sale brucia, è come il fuoco. Se metti del sale su qualche cosa lo brucia,
brucia tutto. Il sale brucia l'erba, brucia la terra. Nulla può crescere dove
c'è il sale. Si semina sale per distruggere un terreno: li non crescerà più
nulla. Il sale ha il potere purificatore di bruciare. Per questo la
depressione del Mar Morto, dove c'erano Sodoma e Gomorra, oggi non è altro
che un terribile deserto. Se fai il bagno nel Mar Morto, che è pieno di sale,
e ti entra un poco di questo sale negli occhi, ti brucia completamente. E'
come un fuoco che ti irrita moltissimo.
Il sale preserva anche dalla corruzione. Si sala la carne di maiale o
quella che sia, il prosciutto ad esempio, e si preserva dalla corruzione. Il
sale cura uccidendo, distruggendo il male, facendo il male, bruciando.
Potremmo sottolineare molte accezioni. Nel libro dei Numeri si par la
del sale: "l'Alleanza del Sale del tuo Dio". Sta scritto: "Non offrirai al
tuo Dio nessuna cosa senza sale". Non si poteva offrire nessun sacrificio,
nessun agnello, nulla a Dio senza sale. Questo è molto importante. Quando si
facevano le alleanze, dove si facevano con un banchetto, non si potevano fa
re senza sale. Anche nell'antica Roma per esprimere l'amicizia fra due perso
ne si diceva che avevano mangiato insieme molto sale. Dire: "Abbiamo mangiato
molto sale insieme" voleva dire: "Abbiamo banchettato bene insieme". Cicerone
usava questa frase, a Roma. Perché gli alimenti senza il sale perdono tutto
il loro sapore.
Quello che voglio dire è che il sale ha molti sensi. E' anche un
aperitivo. Prima di mangiare si prendono mandorle salate, salatini, patate
fritte salate, un bicchierino di vino... E' un perfetto aperitivo, apre lo
appetito per altri cibi migliori. Il sale ha molto significati. Dice il Libro
dei Numeri: "Non potrai offrire al tuo Dio nessuna alleanza senza sale.
Nessun sacrificio senza sale". Anche il Talmud dice che tutto deve essere
salato. Anche il denaro, per esempio, deve essere salato, dice, con
l’elemosina: "Chi ha denaro e non lo sali con l'elemosina, gli si
corromperà"! Lo perderà, gli andranno male gli affari. Deve essere salato.
Tutto nella vita deve avere una base, un senso. Il sale è un simbolo che
rappresenta ciò che è più vero, più profondo. Il denaro viene anche chiamato
salario. Perché il sale è stato il primo denaro che è esistito. Il sale era
tanto necessario che la gente veniva pagata con il sale. Da qui viene il
termine per la paga: il salario dell'operaio.
Il sale ha anche un'altra capacità molto importante, per la quale è
stato usato come segno di accoglienza: quando il Papa Paolo VI è andato in
Terra Santa, la prima cosa che ha ricevuto è stato un sacchetto di sale in
segno di accoglienza. Perché? Perché i pekkegrini venivano ricevuti con il
sale. Per esempio in Africa, in un posto dove fa molto caldo, o in Palestina,
se tu devi rimanere molto tempo al caldo o all'aria secca, corri il pericolo
di disidratarti. L'acqua che c'è nel tuo corpo evapora. Sapete che quasi il
90% del nostro organismo è composto di acqua. Se l'acqua evapora puoi morire
disidratato. Perché l'acqua non evapori rapidamente hai bisogno di sale che
trattenga i liquidi del corpo. Allora, infatti, per toglierti la sete devi
mangiare del sale. Un'acqua senza sale non ti to
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glie la sete. Se bevi molta acqua che viene dalla neve, non ti togli la sete.
Deve contenere del sale. Per questo in Africa, se cammini, la prima cosa che
fanno quando arrivi è darti un pugno di sale, perché non ti disidrati. Il
sale trattiene i liquidi e non devi bere acqua costantemente. L'uomo non può
vivere senza sale. Muore. Per questo il sale, in alcuni posti vale più
dell'oro. Dove scarseggia, il sale vale più del denaro, più dell'oro, più di
tutto. Sopratutto il sale dà senso e sapore alle cose.
Potremmo trovare molte più accezioni al termine sale e potremmo vederne
molti altri sensi. Allora potremmo pensare che questo rito è un rito di
accoglienza, di entrata al Catecumenato, che ti viene dato il sale perché tu
entri, ecc. E molte altre cose. E' vero che questo sale ha tutti questi
significati. Però c'è un significato fondamentale che ancora non conoscete.
E' quello che dice l'Apocalisse: "... che nessuno conosce se non colui che lo
riceve". E siccome lo riceverete ve lo si comunica, come un mistero per così
dire. Un mistero vuol dire qualcosa che è nascosto a tutti ma non a voi. I
misteri nella Chiesa, si definivano così: "Ciò che è nascosto a tutti, che
neppure gli angeli conoscono, e che è stato rivelato, in Gesù Cristo, ai
cristiani". Nella Chiesa primitiva, siccome il Catecumenato non terminava con
il Battesimo ma continuava anche dopo, molte catechesi venivano date dopo il
Battesimo. Una delle cose che si facevano dopo il Battesimo dell'acqua erano
le catechesi mistagogiche che venivano date sopratutto dopo il Battesimo, che
avveniva nella Veglia di Pasqua, fino alla Pentecoste, o addirittura per un
intero anno. I neofiti dovevano venire tutti i giorni a ricevere le catechesi
sui misteri, sui sacramenti che avevano ricevuto. Perché la Chiesa molte
volte faceva il contrario di quello che faccio io adesso, che vi dà la
catechesi prima di ricevere il segno; prima dava il segno e poi la catechesi.
Per questo il Catecumenato si può fare anche dopo il Battesimo. Tu hai
ricevuto il Battesimo da piccolo e adesso ti diamo le catechesi. E' quello
che dice il Papa: "Voi lo fate dopo". "L'istruzione che non abbiamo potuto
fare prima -dice Sant'Agostino - la faremo dopo il Battesimo". Ed è quello
che stiamo facendo adesso, alla vostra età. A qualcuno è toccato quand'era
molto giovane, ad altri da adulti. Per questo le catechesi mistagogiche erano
sull'Eucarestia, su ciò che significava il pane e tutta una serie di cose.
Noi lo facciamo prima e dopo.
Bene, vediamo quello che ci interessa. Di tutti questi significa ti del
sale qual'è quello che Gesù Cristo ha dato ai suoi Apostoli? Gesù Cristo ha
parlato qualche volta del sale? Sì, ha parlato del sale. Altrimenti la Chiesa
non l'avrebbe messo nell'istruzione ai catecumeni. E che cosa ha detto del
sale? Quando parlava con i suoi Apostoli, che cosa diceva loro? E gli
Apostoli, che ci hanno riferito le parole di Gesù, che senso hanno dato loro?
Hanno dato lo stesso senso che ha dato Gesù Cristo stesso. Per sa pere che
significato ha dato Gesù Cristo e come lo ha interpretato la Chiesa (perché
la Chiesa interpreta sempre le parole del suo Maestro che è vivo e presente
in essa), c'è bisogno -dicono gli esegeti - di vedere il contesto dei
Vangeli. Una regola per interpretare i testi della Scrittura è: il contesto.
Dove è inserita questa Parola? Che senso le è Stato dato?
Adesso ve lo leggo. Ci sono tre evangelisti che parlano del sale. I
quattro Vangeli, infatti, si completano, non sono una ripetizione. E' molto
bello e per questo noi cerchiamo i parallelismi. Vediamo un parallelismo, ne
vediamo un altro ed i parallelismi ci dicono aspetti differenti. Ma una
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cosa che dimostra la verità è che mai escono dall'aspetto originario e
fondamentale. Per questo, se volete, vedremo quello che dicono.
Iniziamo con la Parola di questo scrutinio dove parla del sa le: la
porta che esprime ciò che è questo scrutinio di entrata al Catecumenato. E'
il Vangelo di Luca, al cap. 14. Ascoltiamo che cosa dice del sale. Per capire
quello che significa il sale, leggiamo il contesto: quello che viene prima.
(Voi sapete che cosa è un "Logion", parola, la parola di Gesù. Dicono che i
Vangeli sono stati preceduti da riassunti delle parole di Gesù. Gli apostoli
devono essersele appuntate mentre andavano a predicare il Vangelo. Anche se
al principio era una tradizione completamente orale, poi, a forza di
ripeterle era possibile dimenticare qualche cosa, anche la vecchiaia ti fa
dimenticare..... Allora gli apostoli si sono messi a scrivere, come facciamo
anche noi. catechisti per avere un riassunto delle catechesi).
Dice Gesù: "Buono è il sale, ma se il sale perde il sapore con che cosa
glielo si ridarà? Non è buono né per la terra né per il concime, sarà gettato
via . ..."(Lc.14,34-35). Questa è una frase di Gesù. Bene, che cosa significa
questa frase? che cosa vuol dire Gesù Cristo? dove l'ha messa San Luca? In
che contesto è questa frase del sale? Vediamo dove l'ha messa S.Luca e
sapremo che cosa ha voluto dire Gesù Cristo con questa frase che se il sale
perde il sapore non serve a nulla. Uno potrebbe dire: "questa frase può
servire così com'è". No. Le si possono dare mille interpretazioni. Vuol dire
che se uno cessa di essere un buon cristiano non serve a nulla. Eppure non è
questo il con testo. Vediamo dunque qual'è. Vediamo come lo ha inquadrato
S.Luca e rispetto a che cosa.
Lettura: Lc. 14, 25-35
Abbiamo visto ora una frase di Gesù inserita in un contesto. Quale con testo?
E' riferita ad un discepolo. "Chi vuol essere mio discepolo". Per prima cosa:
state attenti voi tutti che siete qui. Il Signore vi sta chiamando perché
siate discepoli di Gesù. Discepoli. Non solamente i preti, non solamente i
religiosi, ma tutti voi. Noi stiamo illuminando, stiamo dando alla luce, se
volete, una nuova era, un nuovo modo d'essere la Chiesa nel mondo, come un
Popolo di Dio, Sacramento di salvezza.
Tutti sono discepoli. Nel futuro non esisteranno cristiani di classe A
e cristiani di classe B. Ah, Kiko è un cristiano di classe A ed io sono un
cristiano di classe B. Non si possono fare paragoni.E' ina menzogna. Io ho un
ministero in favore tuo così come tu hai un ministero in favore mio. E così
come io avanzo, per la mia fede, in certe virtù a favore tuo, così tu avanzi
in altre, che io non ho, in favore mio. Può essere il lavoro, l'umiltà, il
matrimonio, o una serie di cose nelle quali tu sei, sicuramente, molto più
santo di me. Occorre capire che cosa è la Chiesa.
Prima dicevo, dunque, che il sale viene riferito a: discepolo. E qual'è
la condizione per essere discepolo di Gesù? Che cosa fa che un uomo sia
discepolo di Gesù Cristo? LA CROCE. Allora Gesù dice: Un momento, dove va
tutta questa folla? volete essere miei discepoli? Allo
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ra sappiate questo: dovete essere disposti a salutare per sempre vostro
padre, vostra madre, lasciare la vostra casa, i vostri gioielli, la vostra
automobile. Essere mio discepolo significa partire con me verso una nuova
terra. Essere un uomo che non ha dove posare il capo. E anche se si oppongono
tuo padre, tua moglie, i tuoi figli, tu vieni con me". Questo è ciò che
significa essere discepolo: sradicato, parrochiòs, parrocchiano. Parrocchiano
significa straniero, straniero in questo mondo: uno che parte con Gesù. Che
cosa significa il segno del sale? La Croce. Che significa la Croce? La
rinuncia. Odiare. Essere disposti a rinunciare. Ad avere veramente come unico
appoggio Gesù Cristo. La Croce significa soffrire, fratello. La Croce
significa essere disposto a soffrire per Cristo. Soffrire per Cristo. La
separazione dai tuoi parenti, dai tuoi familiari ed amici. La separazione dai
tuoi beni. Questo significa essere discepolo, questo significa la Croce: per
amore verso Gesù Cristo, per amore verso la missione che Gesù Cristo ti
conferisce per l'umanità. E siccome è questo quello che veramente significa,
che vuol dire essere discepolo, allora Gesù Cristo vuol dire "Alt! Dove state
andando voi, egoisti, o quello che siete, voi che cercate voi stessi? Che
cosa state cercando qui? una pace borghese? che vi siano risolti i vostri
problemucci interiori? State scappando dalla sofferenza e venite dietro a Me?
Siete matti! Stai scappando dalla sofferenza che ti provoca il carattere di
tuo marito e vieni dietro a Me? Stai scappando dalla sofferenza che ti
provoca l'assurdità di tua moglie, dei tuoi figli, della ingiustizia e vieni
dietro a Me? Non hai capito nulla, fratello. Guarda, Io ti dico: per essere
cristiano, per essere mio discepolo, tu devi odiare tuo padre, tua madre,
rinunciare a tutti i tuoi beni etcetera...". Questo ti dice Gesù Cristo.
Allora oggi, in questo scrutinio, si pone l'uomo profondamente nella
sua realtà, non gli si permette la fuga. Allora ti dice: "Se tu oggi,
seguendo Me, scappi dalla croce della tua storia, domani tu abbandonerai
tutto questo. Se oggi non ti rendi conto e non sei disposto ad accettare la
croce oggi (la croce di rinunciare a tuo padre, a tua madre, ai tuoi figli e
ai tuoi beni), domani perderai la croce. E se domani tu perdi il senso della
Croce, e non sei più disposto a soffrire per Cristo, allora hai smesso di
essere discepolo, il sale ha perso il sapore. (N.d.T. Kiko usa il termine
"desvirtuar" della traduzione spagnola della Bibbia di Gerusalemme e che,
letteralmente significa "togliere la virtù", togliere la forza).
Se un discepolo perde il senso della Croce non è più un cristiano.
Perchè quello che ti fa cristiano è la Croce di Gesù Cristo Nostro Signore,
la Croce Gloriosa. Allora un sale che ha perso la sua efficacia, che ha perso
la possibilità di salare, come salerà? Che cosa è che sala il mondo? E' la
Croce che sala. Se tu hai perso il senso della Croce non puoi salare ed il
sale che non sala non serve a nulla. Solo serve ad essere calpestato dagli
uomini.
Adesso vediamo gli altri evangelisti perchè magari, fra tutti, solo
Luca ha preso questo contesto. Vediamo che dicono gli altri evangelisti del
sale, quando parlano del sale. Quando hanno introdotto nel Vangelo questa
frase di Gesù, che hanno udito dalle sue labbra esattamente così, come un
ritornello, dove l'hanno messa? in che contesto? A che cosa si riferisce
concretamente questa frase? Vediamo ciò che dice San
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Marco.
Lettura: Mc. I0, 41-50
Qui l'evangelista Marco mette il sale in un contesto ancora più forte.
Dice: "Voi siete miei inviati, inviati di Dio." Per questo dice: "Chi dà da
bere un bicchiere d'acqua..." abbiamo detto che dar da bere un bicchiere
d'acqua in un posto dove fa molto caldo non è affatto una stupidaggine perché
potrebbe salvare la vita ad un uomo. Tu cammini per un paese dove fa un caldo
tremendo ed hai bisogno d'acqua, altrimenti muori. Voi siete discepoli nel
mondo. Avete, nel mondo, una missione, però attenzione! Perché potreste
scandalizzare il mondo. Così come avete la missione di salvare il mondo
potete anche condannarlo perché ora siete un sacramento. Potreste
scandalizzare un uomo e questo, per colpa vostra, non incontrerà mai più Gesù
Cristo.
" Colui che scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in Me..."
E chi sono questi "piccoli che credono in Me"? Sono quelli che vengono alle
catechesi, la gente che sta cercando Dio, i piccoli, quelli che sono oppressi
nel mondo. Allora dice: "Altolà! fratello. Tu sarai discepolo di Gesù Cristo.
Ed essere discepolo di Gesù cristo significa qualcosa di molto importante.
Significa essere luce, una lampada innalzata. E se tu sei una persona che
cerca se stessa, se tu sei una persona che sta qui perché le piace essere
considerata, che ti ammirino, che ti vogliano bene, che tutta la gente parli
bene di te, se tu stai cercando i primi posti, scappando dalla Croce, quando
arriverà la sofferenza, quando arriveranno i priblemi..." Allora ti dice: "Se
la tua mano ti è occasione di scandalo, tagliala. E' meglio entrare monco..."
Il che vuol dire che essere discepolo significa che ci sono momenti in cui
devi soffrire. Ci sono momenti in cui dovrai tagliarti la mano e strapparti
un occhio. Essere cristiano, essere discepolo di Gesù Cristo implica avere
una missione nel mondo e questa missione implica anche una serie di rinunce.
Mi dispiace molto. Chiaro che l'essere catechista ti può dare l'occasione di
andare a letto con tutte le donne. Ma stai attento! Stai attento, molto
attento! Perché colui "che scandalizzi uno di questi piccoli che credono in
Me, sarebbe meglio per lui legarsi una macina al collo e gettarsi nel mare".
Per questo ti dico: " Se la tua mano ti è occasione di peccato, tagliala. E'
molto più importante che tu entri con una sola mano nel cielo piuttosto che
con le due mani vada all'inferno, là dove il verme non muore ed il fuoco non
si spegne". Perdi te stesso. Stai attento! E' più importante che tu entri con
un solo occhio ."...se il tuo occhio ti scandalizza,cavatelo". Nella tua
missione ci saranno momenti di debolezza, di lotta, di tentazione. Tu
resisti! Non cedere perché ti ho mandato per salvare il mondo. Ti ho eletto
per salvare gli uomini. Non cedere per la tua comodità, per una debolezza o
per quello che sia, per il tuo essere borghese, avanti! E se non hai questo
spirito non servi come cristiano. Ritirati e vattene da quì. Allora fai
attenzione a quello che dice: "Tutti devono essere sala ti con il fuoco". Nel
fondo chi si rifugia nel sesso, chi si rifugia nel denaro, chi si rifugia
nella comodità, nella televisione... ecc., sta scappando continuamente dalla
Croce. Stupido! dice il Signore, tutti passeranno attraverso la sofferenza.
Tutti saranno salati con il fuoco. Qui si fa riferimento al fuoco. Ogni uomo
passerà per la vecchiaia e per la morte, ed un giorno dovrà scoprire che è
solo. E' inutile, questo è necessario alla vita. L'uomo matura e si fa uomo
nella sofferenza. Per questo ti di
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ce: "Buono è il sale, ma se il sale diventa insipido...". Qui il sale è
riferito al tagliarti la mano, allo strapparti l'occhio. Perché se tu oggi
non sei disposto a far questo, domani sarai gettato fuori di qui. Finirai
come sale che non sala. Ed un sale che non sala non serve a nulla. Per questo
dice: "Abbiate sale dentro di voi".
Adesso vi si darà questo sale, lo si metterà dentro di voi. A vere sale
in voi vuol dire accettare la persecuzione, accettare le contraddizioni.
Quando proverai che nessuno ti comprende perché sei cristiano, che perfino
tua moglie ti abbandona, che i tuoi figli ti dicono che sei uno scemo e che i
preti ti hanno lavato il cervello perché tu hai venduto le vacche, o il
vitello, o perchè hai venduto un terreno, o perché hai dato via i soldi che
avevi in banca; quando tutta la gente ti riderà appresso, non spaventarti,
non rifugiarti nel peccato, non spaventarti. Abbiate sale dentro di voi,
resistete. "Abbiate sale dentro di voi ed abbiate pace gli uni con gli
altri". Che significa avere pace gli uni con gli altri? Chi ha il sale? Colui
che accetta di soffrire. Ed il sale è il simbolo della Croce. Chi ha il sale
é in pace con la sorella. Se una sorella ti calunnia con una menzogna, con la
sua linguaccia, ti dice una parola di troppo, una parola inutile di quelle di
cui tutti dobbiamo rendere conto, (la parola inutile di cui si chiederà conto
ad ogni uomo che l'ha pronunciata, è quella che manca alla carità con il
fratello; la parola inutile è la parola di mormorazione, non è il dire
parolacce) se una persona, in qualche modo, ti fa soffrire, ti crocifigge con
la sua superbia e tu non hai sale e non hai capacità di soffrire, allora che
cosa fai? La odî. Non hai pace con lei. Non puoi aver pace con lei. Vedete
com'è semplice? Il Signore vuol dire: "Fratello, tu stai per entrare nel
Catecumenato, avrai una missione: essere sacramento, sarai innalzato nel
mondo come una lampada che si mette sul candeliere. Allora stai attento
perché la tua caduta può trascinare molta gente. Devi essere disposto,
seguendo Gesù Cristo, a rinunciare a te stesso. Dovrai rinunciare a te stesso
se vuoi seguire Gesù Cristo ed essere suo discepolo. Dovrai accettare la
croce in favore degli altri".
Adesso il Vangelo di San Matteo. Qui il senso cambia. Prima è stata
detta la frase di Gesù: "Se il sale perde il sapore". Anche qui verrà detta
ma le anteporrà una cosa stupenda. Dirà: "Voi siete il sale del la terra".
Solamente questo Evangelista lo dirà. E lo dirà, se leggiamo quello che viene
immediatamente prima, dopo le Beatitudini. Fate attenzione, fratelli, quelli
che piangono non sono beati perché soffrono, no, no, lo sono perché saranno
consolati. Per questo saranno beati. Beati i poveri, non perché sono poveri
ma perché erediteranno il Regno dei Cieli, per questo sono beati. Occorre
capirle, le cose. Felici voi perché vi si darà il Regno. La felicità è una
cosa fantastica. Felici perché sarete consola ti. Il senso delle Beatitudini
non è: 'Beati quelli che stanno male per" ché stiano peggio'. E' assurdo.
Lettura: Mt. 5, 1-13
Il contesto del sale è la persecuzione. E'...: "Quando vi
ingiurieranno, quando vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi, rallegratevi e gioite.. ecc., perché avrete una
ricompensa grande". Perché questo è un segno. La persecuzione è sempre un
segno di
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autenticità perché è quello che hanno sempre fatto, nella Storia della
Salvezza, con i profeti autentici. Ai falsi profeti il mondo ha innalzato
monumenti. Il mondo li ha innalzati quando erano vivi. Per questo Gesù dice
ai farisei: "Voi innalzate monumenti ai profeti che i vostri padri hanno
ucciso, e con questo - alzando monumenti ai profeti che i vostri padri hanno
ucciso - dite che siete figli di quei padri. Allora già si capisce la vostra
radice". Per questo Gesù dice che tale il padre così il figlio. Se i padri
sono capaci di uccidere i veri profeti, vuol di re Gesù, allora che cosa non
farete voi?
Ecco, fratelli, il contesto. _ui l'Evangelista Matteo rivela un aspetto
molto importante. Ha detto: "Voi siete il sale della terra". Vedete che il
contesto che appare in tutti e tre è sempre lo stesso: il discepolo, missione
per la Chiesa, missione nei confronti del mondo. E che cosa implica questa
missione? Qual'è la missione del cristiano? La Croce. Ecco che dovrete essere
sorretti dalla Chiesa. Questa Croce vi verrà consegnata. Così come vi è stata
presentata, nel Primo Scrutinio, la Croce Gloriosa ed è stata innalzata
davanti a voi e foste segnati, con essa, sulla fronte; così adesso vi si dà
una pietruzza bianca che nasconde un segreto. Il segreto della missione
d'essere discepolo. Essere catecumeno significa essere discepolo di Gesù
Cristo. Cominciare ad essere discepolo di Gesù Cristo. E che cosa ti
costituisce come discepolo di Gesù Cristo? La Croce. Un segreto. Un mistero
nascosto nel vostro petto. Consegnato a voi, questo mistero, per mezzo di un
alimento, di una pietruzza bianca che si scioglierà nella vostra bocca e che
discenderà dentro di voi. E vi salerà. Vi costituirà come sale della terra.
Catecumeno significa colui che ascolta Dio. Catecumeno signifcia colui che ha
l'orecchio aperto. Per questo non possono entrare quelli che non hanno
l'orecchio aperto. Per questo il Pre-catecumenato era molto lungo nella
storia della Chiesa: perché c'era bisogno di molto tempo perché si apra
l'orecchio. Catecumeno significa colui che ascolta. Se leggiamo i testi ed il
conte sto in cui appare l'orecchio aperto (e già sapete il Terzo canto del
Servo: "Tu mi hai aperto l'orecchio, per questo offrii le mie guance a chi mi
percuoteva"), avere l'orecchio aperto significa accettare la Croce, essere
discepolo. Dice il canto: "Mattina dopo mattina, risvegli tu il mio orecchio
perché possa ascoltarti come un discepolo". Vedete? Essere discepolo. E'
perché io possa ascoltare come un discepolo: "Il Signore mi ha aperto
l'orecchio, per questo io ho offerto le mie spalle a chi mi picchiava. Per
questo il mio volto non schivò gli insulti né gli sputi". Essere discepolo è
sedersi ad ascoltare Dio. Ed ascoltare Dio non significa solamente sedersi ad
ascoltare la sua Parola, ma avere scoperto che Dio ti sta parlando nella tua
storia. E che cosa ti dice Dio? Che l'amore è questo, che l'amore è portare i
peccati degli altri, lasciarti distruggere a causa dei peccati degli altri.
"Per questo offrii le mie guance a chi mi strappava la barba, per questo il
mio volto non schivò gli insulti né gli sputi". Ho capito, ho imparato che
cosa significa vivere. Ho capito: questo è un miracolo. Ecco, l'ho capito,
mai avevo capito nulla. Mi sono sempre ribellato contro la sofferenza dei
bambini, contro le ingiustizie sociali, mi sono ribellato contro tutto e
sempre ho cercato la mia felicità. Il Signore mi ha aperto l'orecchio: ho
capito il segreto; il mistero profondo della storia, che cosa è ciò che salva
il mondo. La Croce di Gesù. Chi non abbia capito questo non può entrare nel
Catecumenato.
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Essere discepolo significa essere Cristo. E Cristo che cosa ha fatto?
Che cosa ha fatto Cristo nel mondo? E' stato la scogliera su cui si è
infranto il mare del peccato. Se qualcuno ti insulta, se nel lavoro ti
riescono male le cose, arrivi a casa arrabbiato e la prima cosa che fai è
strillare a tua moglie e picchiare i figli. Tu non vorresti picchiarli ma il
fatto è che sei nervoso, stanco, hai visto l'egoismo della gente e hai
scoperto che non c'è amore in ufficio. Hai visto fino a che punto la gente é
capace di certe cose... E questo lo pagano i tuoi figli e poi, se appena tua
moglie ti dice qualche cosa, esci dalla cucina e ti viene la voglia di
sbattere la porta e di andartene di casa, e non tornare più. Non è vero?
Nessuno di noi vuole caricarsi, accettare il peccato degli altri. Gesù Cristo
ha preso questa catena dei peccati del mondo, Lui è la scogliera. L'umanità
lo ha portato alla croce e l'ha inchiodato, lo ha distrutto. E da questo
fatto non scaturì la condanna per noi e la distruzzione. Era il Figlio di Dio
e se suo Padre fosse stato un Dio collerico, la sua ira sarebbe divampata per
la bestialità che era stata commessa contro un innocente ed avrebbe distrutto
l'umanità per sempre, l'avrebbe rasa al suolo totalmente. Perché Dio, dice la
Scrittura, si pente di aver creato l'uomo nel Diluvio Universale. Si penti di
aver creato l'uomo. Così come Dio si può pentire di averti eletto. 0 no? Però
Dio non distrugge l'umanità. Estrae da ciò, mostra in ciò, in questa Croce
che abbiamo qui, un'asta, una Croce innalzata, mostra che è la verità. Lo ri
suscita dalla morte e lo innalza glorioso rivelando che questo e l'amore.
Guardate che cosa ha provocato tutto ciò. Vedete quello che ha fatto Gesù di
Nazareth? Questo è ciò che salva il mondo. Guardate come sono sbaglia te
tutte le convenzione sociali, tutte le convenzioni legali, tutto. Come ama
tua madre? E tua zia? E tua cognata? Cosa pensa tuo padre? Menzogna. Tuo
padre non pensa così. San Paolo dice che su Cristo brillò la luce di Dio.
Questa è l'immagine. Chi voglia vedere Dio guardi quest'immagine. Così che
io, Kiko, posso avvicinarmi a Dio per mezzo di questa immagine. Ed anche se
sono un porco o uno svergognato se vedo Gesù Cristo che muore per i miei
peccati, posso avvicinarmi al Padre, ho un accesso libero. Per ché che cosa
significa questa croce? Significa che la santità di Dio s'è fatta presente
per me e per te, fratello. Questa croce significa questo. Questa croce
significa che Dio è l'unico che ama il nemico. Che ama me nemico, che ama me
egoista. Allora il mio egoismo non mi separa dall'amore. Lui si lascia
uccidere dal mio egoismo ed il Padre lo resuscita e lo innalza, e me lo invia
nella Chiesa, questo Gesù Cristo, perché mi perdoni quel peccato di egoismo.
In modo che Cristo é vivo ed, attraverso me, ti sta parlando oggi, sta
parlando a te, sta parlandoti di Dio. Perché Dio ti sta parlando? Io stesso,
qui, sono un testimone della Resurrezione di Cristo, una testimonianza. Sono
una prova dell'amore che Dio ha per te. Perché Dio dovrebbe sforzarsi di
parlarti? Se tu hai vissuto tutta la tua vita voltando le spalle a Dio. Se,
in fin dei conti, non te ne importa nulla. Sì,hai strumentalizzato ogni cosa
per denaro, che è la cosa che ti interessa di più. Ed anche la religione
l'hai strumentalizzata come una religiosità naturale, come qualche cosa di
cui servirti in tuo favore. Allora, perchè Dio non tiene conto dei tuoi
delitti, non fa il conto dei tuoi peccati, ma, al contrario, ancora
misericordioso esce ad incontrarti lungo la strada e ti manda profeti fin
dentro casa per chiamarti a conversione, ed essi ti introducono in un cammino
di conversione, di salvezza, ed in questo cammino ti guidano con
misericordia, per anni, e con amore? Perché il Signore
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ti guardò quando eri nuda nel tuo sangue e nelle tue sozzure. Quando eri
stata abbandonata dai tuoi falsi amanti che ti avevano portato all
distruzione come dice l'Antico Testamento. Ti avevano abbandonata, in mezzo
alla strada. Quando tutta la gente ti osservava, fosti tu a lasciarmi e ti
prostituisti con quegli uomini così belli e così pieni di soldi e di forza. E
dopo, guardati: nuda nel tuo sangue, gettata nel fango e nella sporcizia.
Quando eri così, io passai, ti vidi ed ebbi pietà di te. Allora ti ho coperta
con il mio manto, ti ho accolto ed introdotto nella mia casa, ti ho lavato e
ti ho fatto mia sposa. Io ti ho detto: mia sposa sei tu. Questa è una parola
che si compie esattamente in te. Perché questo è l'amore di Dio che si è
manifestato nel volto di Gesù Cristo.
Ed allora che cosa è il sale, fratello? Perché diventerai tu il sale?
Perché Dio ti ha amato per primo. E adesso, qui, fratelli, chi ancora non ha
sperimentato la misericordia di Dio attraverso tutti i suoi peccati è meglio
che non passi. Per questo è molto importante aver sperimentato che tu
continui a peccare e Dio continua a perdonarti. Non perché tu debba peccare,
ma perché tu sperimenti in tutto questo tempo (perché ci vuole molto tempo)
chi è Dio. Dio è l'unico che ti ha amato quando tu eri un nemico, che ti ha
perdonato una volta, poi due, tre, diciassette. Colui che si e lasciato
distruggere dai tuoi peccati. Hai visto come è morto Cristo, ha dato tutto il
Suo sangue per te, si è lasciato dissanguare, si è lasciato torturare. Egli
ha offerto il Suo corpo a Dio come sale. Ecco Cristo, sale della terra. Lui è
la luce. Cristo, Lui, è la luce del mondo, ed è anche, Lui, il sale della
terra. Lui sì che s'è lasciato distruggere come un cristallo di sale. Nessuno
ha obbedito a Dio, al Padre. Lui sì, Lui ha obbedito. Lui ha detto: "Padre,
Tu vuoi mostrare agli uomini che non fai cose mostruose, che Tu li ami
veramente. Eccomi, o Dio, per fare la Tua volontà. Tu mi hai aperto
l'orecchio, per questo ho detto: eccomi qui, Signore, per fare la Tua
volontà". Ed ha offerto sé stesso perché nel Suo corpo Dio mostrasse l'amore
che ha per te. Ma quello che ha fatto Gesù, lo farai anche tu: offire il tuo
corpo. Ma questo non lo puoi fare senza il sale. Offrire il tuo corpo perché
in te sia mostrato agli uomini che Dio li ama. Come? Come si mostrerà, per
mezzo del tuo corpo, agli uomini che Dio li ama? Che cosa è che sala il
mondo? L'amore di Dio, l'amore che Dio ha per i peccatori. Ma come possono
sapere i peccatori che Dio li ama? Che Dio li ama come Cristo? Non perché tu
sia molto dolce con loro, tutto soave: perché questo non è l'amore, fratelli.
Questo è una meringa. E' una meringa abbastanza appiccicaticcia. L'amore che
cosa è? E' l'amore che Dio ha per il peccatore, per il nemico. E come lo può
manifestare? Attraverso di te. Che il nemico ti uccide, che ti sta
distruggendo e tu non hai odio per lui. Ricambi con il bene. Tu distruggi il
sale ed il sale dà sapore al la minestra. Guarda cosa succede! Tu attacchi il
sale, l'acqua attacca il sale, lo dissolve, lo distrugge. Ed il sale ricambia
con un amore che dà sapore. Ricambia il male che gli vien fatto con il bene.
E questo è il sale. Per questo S. Paolo, nella lettera ai Corinti, dice.
"Portiamo sempre, in ogni luogo, il morire di Gesù perché si manifesti nel
nostro corpo che siamo figli di Dio. Perchè si manifesti nel nostro corpo la
vita di Cristo. In modo che quando in noi opera la morte, in voi opera la
vita. Per questo, ogni giorno, siamo come pecore condotte al macello". Mi
dispiace che ci sia gente che é passata e non accetta nulla. Appena suo
marito faccia un gesto fuori del normale, se suo marito non è perfetto ...
subito fà una faccia schifata, un gesto terribile. Non sopporta nulla. Mi
dispiace, fratello. Noi non ci lasciamo distruggere perché non abbiamo lo
Spirito di Gesù. Perché tu non puoi lasciarti distruggere, per prima cosa
devi ricevere il sale; devi ricevere lo Spirito Santo che ti faccia discepolo
e sale del
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mondo. Non so se avete capito qualcosa. Io ho letto ciò che dice il Vangelo.
Non è un moralismo: è Cristo stesso. Nel cristianesimo vi si sta dando un
vestito, vi si sta vestendo.
Adesso c'è una cosa importante. Lo scrutinio di questa sera inizia il
tempo del Catecumenato. Il tempo del Catecumenato è un combattimento, un
tempo di combattimento. Cosi come dicevamo che nel tempo del Pre-Catecumenato
il Signore deve illuminare, porci nella verità (e per questo si chiama tempo
dell'umiltà, dello scoprire chi siamo), ora entri amo nel tempo della
semplicità, della semplificazione, perché Dio deve distruggere quest'uomo
vecchio. Attuerà in lui e lo farà anche attraverso la Croce. La Croce della
nostra vita è la nostra salvezza. Perché? Perché ci mette di fronte al nostro
orgoglio. La Croce è la spada con la quale Dio sta attaccando il nostro
orgoglio. Gli orgogliosi non sopporta no il fatto di essere attaccati, si
ribellano subito e dicono: "Peccatore lo sarai tu:". Ma adesso voi entrerete
nel tempo del Catecumenato, un combattimento. Dio deve distruggere il vostro
orgoglio dalle radici. Nel l'orgoglio è dove si annida il risentimento, dove
ci sono queste radici. Non crediate che è facile far questo, far gestare in
voi le viscere, i sentimenti di Gesù: questo non è facile. Questo è
impossibile, impossibile che tu abbia, nel profondo del tuo spirito, gli
stessi sentimenti che nutre Gesù per i peccatori. Immaginatevi che voi
dovrete essere da oggi, non proprio da oggi, da quando sarete Chiesa, ed è
molto vicino, il sacramento di Gesù Cristo. Così come Cristo è il sacramento
del Padre, il sacramento di Cristo è la Chiesa, e la Chiesa siete voi. E che
cosa è Gesù Cristo? La salvezza. Per chi? Per ladri e prostitute, per gli
omosessuali, per gli svergognati, per le canaglie. Il che vuol dire che tutte
le canaglie, che tutta la gente malvagia, che tutti i ladri e le prostitute
devono incontrare in te Cristo sulla terra, il Salvatore e la misericordia.
Guarda come devi cambiare la tua mentalità! Perché essi non hanno altro segno
nel quale appoggiarsi all'infuori di Cristo. Ma Cristo dov'è? Nella Chiesa,
in te, se tu sei Cristo. Dico questo perché tu ti renda conto fino a che
punto tu debba veramente cambiare mentalità. Per ché tu lascerai d'essere te
stesso per essere Cristo. E le tue azioni sa ranno le azioni di Cristo.
Allora, fratello, stai attento. Perché tu sarai l'immagine di Cristo
Risuscitato. Perché, inoltre, non sei un'immagine moralistica, come se Gesù
Cristo fosse un'immagine da imitare. Sei consostanziale, hai la natura,
autenticamente la stessa natura di Dio. E qual’é la natura di Dio? Questa,
fratelli, è la natura di Dio: l’amore al nemico. Guardate com è stupendo,
Cristo non ci ha detto: “Amate i vostri amici", ma "Amate i vostri nemici".
Quindi vediamo quanti nemici hai ai quali, ogni giorno, regali caramelle, fai
regalini, che chiami per telefono, che ami, che ami. Perché abbiamo la
missione di amare i no stri nemici. Questo é un comandamento che non ha
nessuno nel mondo, da nessuna parte: "Amate i vostri nemici”. Dai nostri
nemici ci separiamo e non ci parliamo più. Da colui che ti attacca, che ti
distrugge, ti allontani. Bene, fratelli, noi abbiamo la missione di amare i
nemici. Non come un moralismo, adesso, ma come una realtà che sta sorgendo in
noi per quest'essere curati a fondo. Allora, fratello, voglio dirti una cosa.
Il sale. Perché hai bisogno di sale? Perché devi essere curato al fondo di te
stesso. Da che cosa? Dal tuo orgoglio. E come sarai curato se dopo d’essere
entrato nel Catecumenato, per esempio, Dio permette che nella tua vita
succeda un qualche pasticcio, un buon pasticcetto, e tu ti ribelli contro Dio
e contro tutti? Ma ancora non lo sai, fratello? Non hai anco
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ra l'orecchio aperto? Non t'abbiamo annunciato che Dio deve mettersi a
combattere contro di te e deve smontare e distruggere il tuo orgoglio? Ma se
appena ti si tocca un poco te ne scappi correndo, come ti si può curare nel
più profondo di te stesso? "Ah, no, questo io non posso tollerarlo, lasciami
in pace con questi discorsi confusi, questo no". Vedrai, vedrai.
Il Signore fà un’alleanza con voi, questa sera, nella quale Lui
semplifica, distrugge, vi cura. Il sale cura. Però, fratelli miei, cura anche
con il fuoco. Cura uccidendo. Cura facendo male, facendo un po' male. E
questo è una cosa stupenda, non vuol dire che sia una cosa cattiva. Vuol dire
che è una cosa stupenda. Cura uccidendo. Vi cura uccidendo. Uccidendo cosa?
Uccidendo l'orgoglio che avete dentro. Però siccome amavate tanto il vostro
orgoglio, il vostro spirito di vendetta, la vostra invidia, amavate tanto
quella maschera che portate, quel vestito interiore che avete, questo "me
stesso", guarda!, quando vi si distrugge ne va della vostra vita: allora
nulla, non volete. Nulla dunque, non servite per essere cristiani. Non
preoccupatevi, andatevene di qui, tranquillamente. Non succede nulla. E' più
grave dirlo dopo. Perché é più grave? Perché se il sale perde il sapore con
che cosa lo si salerà? Per che motivo noi non dobbiamo lasciarvi passare ora?
Che cosa vuol dire Gesù Cristo con quella frase: "Se il sale perde il sapore,
con che cosa lo si salerà?" Qual'è il contenuto fondamentale di questa frase?
Molto semplice. Perché io ti dico che te ne puoi andare e non succede nulla.
Allora che cosa succede? Succede che è qualcosa di molto serio. Tu non puoi
dimenticare che hai ricevuto la verità e la luce. Anche se vuoi, non puoi
dimenticarlo. E' inutile che ti alieni quando ti cacceremo di qui, quando te
ne andrai. E' inutile che ti alieni. Se tu hai veramente scoperto attraverso
la Parola che la vita non è nel sesso, né nelle donne, né nel matrimonio o
nel lavoro, non è nell'essere il primo: tutto questo non te lo puoi togliere
di dosso. Ed allora la tua condizione finale sarà disastrosa. Perché prima di
conoscere il cammino tu ti alienavi con il lavoro, pensando a migliorare e
desideravi tanto la promozione ... vivevi come un bambinetto pensando di
comprarti una macchina più bella ... andare la domenica in campagna ... avere
una casetta ... Vivevi a livello vegetativo, però, in fin dei conti ...
vivevi felice. Ma adesso, fratello, tu sei illuminato, ed anche se tu vuoi
dimenticare, tornare a quella specie di infantilismo, non potrai. E se prima
tu da quegli idoli ricevevi un poco di vita, perché sei stato in quella
condizione, adesso già nulla. Non ti danno la felicità che ti davano prima.
Cosicché la tua condizione ultima è spregevole, non servi a nulla. Oppure sì,
per una cosa solamente: essere calpestato dagli altri. Perché qualsiasi uomo
ha una vita migliore della tua. Prima che questo succeda nella tua vita e ti
spari un colpo (perché la gente che ha rinnegato Cristo degenera, de genera e
cade sempre più in basso, e non può scappare perché la verità è la verità e
tu non puoi liberartene), guardate che cosa dice il Signore: che non passino.
Perché,se no, questi fratelli li distruggete. Dice: "Voi siete il sale della
terra, ma se il sale perde il sapore con che cosa lo si salerà? Non serve che
ad essere gettato fuori e calpestato dagli uomini". Guardate che cosa
significa ciò: gettati fuori, non potete più stare nella comunità, gettati
fuori dalla comunità e per giunta cal pestati dagli uomini. La gente dirà: "E
quello era così cristiano. Guarda com'è ridotto. Credo che la moglie lo abbia
lasciato, sai? E adesso vive da qualche parte con un'altra. E i figli? Ah, li
ha abbandonati. Sì, sì, questi cristiani ... Te lo dicevo io che finiscono
tutti allo stesso modo, che lì c'era un pasticcio". Solo per essere
calpestati da gli uomini. E prima che questo succeda ... fermati, alt,
fratello.
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Bene, fratelli, per questo dovete essere aiutati dalla Chiesa. La
Chiesa ha bisogno di salarvi, darvi sale interiormente e dovete essere
esorcizzati e ricevere lo Spirito di Gesù. Però non preoccupatevi. Io non vi
sto dicendo adesso cose che tu debba fare, che dobbiamo fare. Abbiamo detto
che abbiamo tolto dal nostro vocabolario il "dobbiamo". Guarda quant'è grande
Gesù Cristo! Prima 5 anni per dimostrarti che tu sei un ragazzaccio, un
comodo, un superbo, che sei un orgoglioso... 5 anni gli é costato a Gesù
Cristo dimostrarti questo. Operando, mandandoti demoni, facendo arrabbiare
tua moglie o i tuoi figli, facendo non so che pasticci... Però credo che
adesso, almeno un pochino, hai capito che non puoi continuare ad appoggiarti
in te stesso. Adesso Gesù ti dice: "Bene, adesso ti vuoi appoggiare a Me?
Perché io sono disposto a fare una Alleanza con te. Ma non sulle tue forze,
perché tu non hai più forze. Non ti rendi conto che tu sei uno che tradisce?
Tu mi hai tradito. Mi hai tradito 75.876 volte. Vuoi che te lo dica un'altra
volta? 75.876 volte mi hai tradito. Non continuare ad appoggiarti a te
stesso, fratello, perché tu mi tradisci; perché tu t'incavoli, perché tu sei
capace di fare delle bestialità. L'alleanza falla con Me, Io la faccio con te
se tu, adesso, ti appoggi a Me". Questo è quello che vedremo questa sera
nello scrutinio: e significa Giacobbe, Israele: forte in Dio, colui che si
appoggia a Dio.
Perché, lottando contro Dio, Giacobbe ha scoperto una cosa: chi è Dio.
Perché mi attacchi davanti e mi attacchi alle spalle. Labano lo in segue
attaccando per uccidere, non può scappare tornando indietro. Davanti viene
Esaú, che siccome gli è stata rubata la primogenitura viene con 400 uomini
armati per farlo fuori. Non ha via di scampo, non ha uscita. Indietro non può
scappare e davanti neppure. Il fiume Jaboq é davanti a lui, e lui deve
passare il fiume. Passa le sue donne, passa i suoi figli, passa tutti i suoi
beni ma lui non passa perché ha paura, panico. Adesso è senza beni, la moglie
non gli serve a nulla, i figli, tutti i suoi beni sono sull'altra sponda. Lui
sta su questa sponda, solo. Il poveretto ha fifa, paura della morte, panico.
Perché sa che Esaù sta lì per ucciderlo e non ha via di scampo. Allora in
questa situazione nella quale si trova solo, in cui i soldi non gli servono a
nulla, né le mogli, né i figli né nessuna altra cosa gli serve, quando è
solo, in questo momento, quando viene la notte, quando tutto è buio, sente
due braccia che lo stringono al collo, lo afferrano e cominciano a stringere.
Chi è? Un tizio che mi vuole uccidere, un bandito che mi vuole uccidere. Chi
mi sta soffocando? E’ molto interessante questo fatto della Scrittura.
Guardate che meraviglia, come Dio si materializza lì per far scoprire a
Giacobbe quello che è la sua vita. E continua a lottare, un sacco di tempo
per sciogliersi da questo laccio che lo sta stringendo, tutta la notte, per
molte ore. Per fuggire, per scappare da questo tizio che vuole ucciderlo.
"Qui io muoio! questa notte mi ammazza ed io muoio. Ma chi sarà mai questo
disgraziato?" Durante questa lotta riesce a liberarsi un poco ma non sa chi
è, è solo una figura oscura, è di notte. Non ha nessuna idea. In quel momento
sen te un dolore acutissimo alla gamba, comincia a zoppicare, crede che gli
abbia rotto la gamba, non vede nulla ed allora si afferra a lui con tutte le
sue forze. Sono arrivati ad un punto in cui anche Giacobbe è riuscito a far
presa e lì rimangono e improvvisamente la voce gli dice: "La sciami". Ha
capito che non lo vuole uccidere. In questa lotta titanica che dura tutta la
notte, e questa notte, se volete, vuol dire un'eternità, nella quale si é
giocata la vita, dove ha visto la morte da vicino, da molto vicino, ha
scoperto una cosa: che colui che stava lottando con lui era Dio. E quella
paura che lui aveva di incontrare Esaù, adesso è curata. Adesso ha scoperto
che tutti gli avvenimenti che gli succedono: il fatto di Labano, quello di
suo fratello o quello che volete, tutto il
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pasticcio, tutto ciò che è successo, è Dio! Ecco! Adesso l'ho capito, nel la
lotta di questa notte. Adesso ho capito, Nel fondo della mia vita che cosa mi
stava accadendo sempre? Chi era? Io credevo che fosse il demonio. No... Era
Dio che mi attaccava perché mi sta perseguitando. Perché mi at tacca? Perché
mi separo da Lui. Perché cerco la mia comodità, il mio egoismo. Ecco che si è
reso conto, in questa lotta, che Dio esiste. La grande scoperta di questa
notte atroce e terribile di Giacobbe è che Dio esiste, fratelli. Che è Dio
Colui che sta lottando con lui. Che è Dio Colui che lo attacca alle spalle e
lo attacca di fronte. Che è Dio che chiude le porte. Perché, fratelli, lo sta
chiamando a una missione. Perché Dio ti sta chiamando a una missione. Questa,
fratelli, è la grande scoperta. Per questo Giacobbe, ora aggrappato (simbolo
dell'orazione) gli dice: "Ora che ho scoperto che Tu esisti, anche se ho
sofferto un poco per scoprirlo, adesso però so che tu esisti; ora, Signore,
io non ti lascio. Ora Tu mi bene dici. Tu adesso mi devi benedire". Perché la
Parola di Dio è profetica e si compie sempre. Ed allora Dio gli dice: "Come
ti chiami?". "Mi chiamo Giacobbe". "Non ti chiamerai più Giacobbe, ti
chiamerai Israele. Perché oggi tu hai scoperto la tua debolezza. Hai
scoperto, lottanod con me, che tu non servi, che non ti puoi appoggiare in te
stesso. Tutta la vita ti sei appoggiato in te".
Tutta la vita ti sei appoggiato in te. Secondo te Dio non face va bene
le cose perché tuo figlio non voleva studiare, secondo te. Tutta la vita hai
creduto di essere più intelligente di Dio. Sempre credi di essere più furbo
di Dio, vero? Adesso, fratello, hai scoperto una cosa impor tante: che tu non
ti puoi appoggiare in te stesso. Hai scopertgo che Dio è il forte. E
appoggiandoti, afferrandoti a Dio tu sarai invincibile contro tutti i tuoi
nemici. "D'ora in poi ti chiamerai Israele, che vuol dire forte con Dio". E
gli cambiò il nome.
Questo scrutinio è anche per cambiarvi il nome. Per questo io spero,
fratelli, che in questi giorni stiate tutti lottando a braccio di ferro con
il Signore. Con alcuni Dio non ha potuto far nulla, avete fatto resistenza
come Giacobbe e Dio non ha voluto rompervi una gamba. Bene, avrete un poco
più di tempo. Se continuate a resistere a Dio io spero che il Signore, in
questa lotta, vi rompa una gamba o un braccio. Il fatto è che vi rendiate
conto, che usciate da questa lotta zoppicando, zoppicando. Che vi rendiate
conto che siete deboli. Che vi rendiate conto che non potete appoggiarvi nel
vostro orgoglio, e neppure nella vostra intelligenza. Cosicché, uniti a Gesù
Cristo, possiate vincere tutti i vostri nemici che sono dentro di voi e che
sono i sette peccati capitali: l’ira, la lussuria, l'invidia, ecc. Che sono
le sette nazioni che dominano la terra, che circondano la Terra promessa e
che non ti lasciano entrare. Perché nessun adultero, né fornicatore, né avaro
entrerà nel Regno dei Cieli. Per superare queste barriere devi essere
Israele.
Allora domani, fratelli, nel Rito che faremo c'è una prima parte
durante la quale si rinuncia agli idoli del mondo. Cioé: dopo il cammino precatecumenale
forse ti sei reso conto che quando Dio lo chiamò, Abramo era un
politeista: l'unica cosa che gli importava era di avere un figlio e Dio si
serve di questo desiderio umano, buono, egoista se vuoi, per farlo padre dei
popoli; cos; come tu, forse, sei venuto alla comunità cercando un affetto,
cercando amici perché eri sola, perché eri solo, perché avevate i vostri
problemi ed allora Dio si è servito di tutto ciò per portarti ad essere sale
della terra. Ma Dio non dice ad Abramo di essere l'unico Dio, per ché Abramo
non lo poteva capire visto che credeva che ci fossero molti dei.
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Dio gli dice che Lui é un Dio potente, piú importante degli altri, che quello
che gli altri dei non gli hanno dato lo darà Lui. Poi, più avanti, per mezzo
della Storia della Salvezza, ad Israele, al popolo, quando arriverà al monte
Sinai dirà "Io sono l'unico Dio. Gli altri non sono dei. Gli altri dei non
esistono."
Anche voi, all'inizio del cammino, eravate politeisti anche se vi
credevate cristiani come Abramo dunque, perché stavate chiedendo a molte
cose, alla vostra carriera, al matrimonio, ai figli, stavate chiedendo loro
la vita e forse, quando incominciaste il cammino questi idoli non vi avevano
dato la vita. Questi idoli ai quali vi consegnavate anima e corpo: il denaro,
il lavoro..., con tutta la vostra anima vi consegnavate ad essi. Allora noi
non ti dicemmo che tutto quello non aveva valore, perché anche quello ha
valore, non ti dicemmo che quelli non erano dei; ti dicemmo che qui ti
potevamo togliere quella sete e ciò che ti mancava. Adesso, dopo quattro anni
di cammino ti diciamo una cosa che forse hai già scoperto per tua propria
esperienza: che mai nella vita né la famiglia, né la carriera, né il successo
umano, né l’evasione che ti sei cercato nella religione ti possono dare la
felicità. Già hai capito che gli altri sono idoli perché quando l'uomo dedica
tutta la sua vita, per esempio, alla fami glia si è prostituito perché l'uomo
non è chiamato solamente a dedicarsi alla famiglia. No, l'uomo è chiamato a
vivere in una proiezione eterna e se sta dando tutto il suo essere, la sua
ragione, la sua comodità, la sua ricchezza ad una famiglia, allora sta
facendo una idolatria. Che cosa vuole dire questo? Che sta rendendo culto ad
una creatura, ad una cosa fatta da Dio: la famiglia. Sta dando una parte del
suo essere a qualcosa, sta piegando il suo ginocchio davanti a qualcosa
(quello del ginocchio è un simbolo) mentre il ginocchio non si deve piegare
se non davanti a Dio. Quando un uomo consegna la parte più profonda di se
stesso per esempio a una donna, a qualche cosa, ad una creatura, si fa
idolatra, e se la con segna al denaro, al lavoro o alla realizzazione
personale, si fa idolatra.
Allora domani vi si inviterà ad una rinuncia che faremo pubblicamente.
Già vi dirò come si fa: la farete con il dito steso, come dicono i Padri
della Chiesa, come se il demonio, satana, stesse davanti. Verrete in mezzo
agli altri e direte le rinunce che fate nella Veglia Pasquale, e farete
un'altra rinuncia il giorno della rinnovazione del vostro Battesimo, la
rinnovazione finale. Si dice infatti: "Io rinuncio a te, Satana..” come se
stesse lì presente. Domani vi dirò come fare. Domani direte... Cirillo di
Gerusalemme racconta come si facevano queste cose e che i catecumeni dicevano
cose molto belle, quelli che stavano per essere battezzati. E dopo di ciò
gettavano il segno, il segno di questa rinuncia a non ricercare più negli
idoli del mondo - nel successo, nei soldi, nell'amore umano, nell'affetto
degli altri - la tua sicurezza personale, la tua realizzazione, la tua
autonomia totale, la tua completa autodeterminazione, la tua completa
realizzazione, perché mai un idolo ti potrà realizza re. Gli uomini sono
grandi quanto l'idolo che hanno.
Allora lascerete un simbolo in denaro che sarà distribuito fra i poveri
di ciascuna delle vostre parrocchie e sarà amministrato dal responsabile
aiutato dal vostro parroco. Fatto questo allora avete abiurato pubblicamente
al potere che ha, per il timore che avete della morte, al potere che ha avuto
su di voi il male e vi mettete in ginocchio guardando verso la Chiesa dove
c'è Gesù Cristo (la faranno presente i presbiteri) e direte con le mani
alzate: "Voglio entrare nel Catecumenato per poter arri
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vare a vivere il Battesimo". La Chiesa allora rivivrà in voi, farà un
esorcismo e dirà: "Spirito del male, esci da questa creatura di Dio"; poi
verrà invocato lo Spirito Santo su di te e ti si imporranno le mani. Questo
si chiama l'esorcismo del sale, così lo chiamavano i Padri della Chiesa. Poi
ci sarà la seconda parte del Rito. Questa è la prima parte. Dopo che siete
stati esorcizzati con il potere della Chiesa e grazie al fatto che voi avete
dato la possibilità alla Chiesa perché vi cacci i demoni (poiché la Chiesa
toglie il potere che il male ha su di voi per il vostro egoismo) allora vi si
darà lo Spirito Santo con l'imposizione delle mani. Ci sono molte imposizioni
di mani durante tutto il catecumenato. E' una cosa praticata in tutta la
Chiesa. Poi si farà il rito del sale. Ci siederemo come in un'Eucarestia, si
fa un'Anafora di benedizione per il sa le, si benedice il Signore per il
sale, si invoca lo Spirito Santo su questo sale e poi vi si darà a ciascuno
di questo sale, questo sale della sapienza, questo sale dell'alleanza.
Prendere questo sale che ti dà sete, se te della Parola di Dio, sete di un
cibo più importante, sete del Corpo di Gesù Cristo, questo sale che è un
segno, un sacramento della Croce Gloriosa di nostro Signore Gesù Cristo, vuol
dire che chi la riceve conosce il mistero nascosto agli angeli ed alle
potenze: lo conosce e già il demonio non lo può ingannare. Sa che la sapienza
di Dio passa per la Croce, ed allora non si scandalizzerà quando gli arriverà
una croce concreta, di suo figlio, di suo marito, di sua moglie; già non avrà
paura: sa che li c'è Dio che parla, che sta parlando a lui, e costui è un
catecumeno. Già sa, sta scoprendo il segreto profondo del cristianesimo: il
sale della sapienza di Dio, e questo sale ci porterà alla vita eterna.
Inoltre questo sale ti dà la capacità che quando arriverai alla tua croce
concreta, domani, a non avere paura, ad affrontare la tua croce
tranquillamente, accettando (non si tratta di fantasie) con un atteggiamento
completamente diverso.
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R I T O D I I N G R E S S O
A L C A T E C U M E N A T O
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SCHEMA DEL RITO DI INGRESSO AL CATECUMENATO
A. INTRODUZIONE
1. Spiegazione e prova del Rito
2. Ammonizione ambientale
3. Canto d’ingresso: “Alzate o porte”
4. Saluto del Presidente
5. Preghiera del Presidente:
“IL SIGNORE ONNIPOTENTE, NOSTRO PADRE,
CI CONCEDA, PER MEZZO DEL SUO FIGLIO GESU’
LO SPIRITO PER COMBATTERE CON CORAGGIO LA
BATTAGLIA DELLA FEDE E PER CONTINUARE NEL
CAMMINO DOCILI AL SUO STESSO SPIRITO,
PER CRISTO NOSTRO SIGNORE”.
B. RITO DELLA RINUNCIA AGLI IDOLI
1. Celebrazione della Parola
. Ammonizione alla I lettura
I lettura: Genesi 15, 1-11. 17-21
Passo al canto
Canto: “Abramo”
. Ammonizione alla II lettura
II lettura: Genesi 32, 23-33; 35, 1-12
Passo al canto
Canto: “Giacobbe”
. Ammonizione alla III lettura
III lettura: Giosué 24, 1-27
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2. Dialogo di invito alla rinuncia agli idoli
. Ammonizione al dialogo
. Esortazione del Presidente: (Tutti seduti-anche il Presidente)
“CARI FRATELLI, OGGI SI COMPIE IN VOI QUESTA PAROLA
CHE E’ STATA PROCLAMATA.
IL SIGNORE HA COMINCIATO CON VOI UNA STORIA DI
SALVEZZA COME CON I VOSTRI PADRI DI ISRAELE.
EGLI VI HA TRATTI DALLE TENEBRE E DALLA SCHIAVITU’,
VI HA DATO IN POTERE NEMICI POTENTI E NUMEROSI,
VI HA INTRODOTTI IN UNA TERRA DA VOI NON LAVORATA
E VI HA FATTO GUSTARE FRUTTI, DA VOI NON PIANTATI.
ORDUNQUE-ADORATE IL SIGNORE CHE VI HA CHIAMATO,
E SERVITELO CON SINCERITA’ E FEDELTA’.
OGGI PER MEZZO DELLA CHIESA
SIETE INVITATI A SCEGLIERE LIBERAMENTE,
SE SERVIRE AGLI DEI DI QUESTO MONDO
O AL DIO DEL NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO.
CHI SI SENTE CHIAMATO DA DIO, SI ALZI E RISPONDA”.
(Il Presidente e tutti quelli che vogliono si alzano)
Presidente:“SCEGLIETE OGGI, FRATELLI, CHI VOLETE SERVIRE:
SE IL DIO UNICO RIVELATO IN GESU’ CRISTO
O GLI IDOLI DI QUESTO MONDO”.
Tutti: “Lungi da noi abbandonare il nostro Dio per
servire altri dei”.
Presidente: “SIETE DUNQUE TESTIMONI CONTRO VOI STESSI
CHE AVETE SCELTO DIO PER SERVIRLO”.
Tutti: “Siamo testimoni”.
Presidente: “VOLGETE DUNQUE IL VOSTRO CUORE VERSO IL SIGNORE
DIO NOSTRO”.
Tutti: “A Lui solo serviremo e ascolteremo la Sua voce”.
Presidente: “ALLONTANATE DI MEZZO A VOI GLI IDOLI DEL MONDO,
RINUNZIATE AD ESSI DI FRONTE ALLA CHIESA”.
Tutti: “Amen!”.
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3. Rinuncia agli idoli – Esorcismo – Imposizione delle mani
(Il catechista ricorda brevemente come si deve fare.
Nel centro dell’assemblea al lato opposto della presidenza
si deve aver posto un grande cesto dove buttare i segni di
rinuncia agli idoli e di fronte al Presidente – o a ciascun
presbitero – un cuscino per terra a 1-2 metri di distanza)
. Rinuncia agli idoli
Il Catecumeno si alza e butta il suo segno nel cesto; do
po in piedi e di spalle alla presidenza con il braccio di
steso e puntando il dito verso la porta della chiesa, ri
volgendosi a Satana dice:
Catecumeno: “Io, N. (dice il suo nome di Battesimo) rinun
cio a te satana, perché (spontaneamente e bre
vemente dice il perché)… e da oggi accolgo
Gesù Cristo”.
(Detto questo si rivolta e si va ad inginocchiare sul
cuscino che è stato preparato, con le braccia aperte
e stese, guardando il Presidente, dice:)
Catecumeno: “Io, N. chiedo alla Chiesa di entrare nel Cate
cumenato”.
. Esorcismo minore
Il Presidente in piedi:
“PADRE SANTO,
TU CHE PER MEZZO DEL TUO FIGLIO CI HAI LIBERATO
DALLA SCHIAVITU’ E DAL POTERE DEL MALIGNO,
ALLONTANA DA QUESTE TUE CREATURE OGNI SPIRITO DI
MALVAGITA’, DI IPOCRISIA E DI MENZOGNA.
(Il Presidente si avvicina al catecumeno, stende le
braccia verso l’alto e dice:)
Presidente: “VIENI SPIRITO SANTO
SCENDI SOPRA N. (e impone le mani)
PERCHE’ SIA TEMPIO VIVO DI DIO”.
Tutti: “Amen!”
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(Dopo che chi vuole ha fatto la rinuncia, si portano
via gli idoli. Tutta l’assemblea si alza in piedi e
il Presidente introduce, cantando, lo Shemà:)
. Preghiera del Presidente:
“DIO PADRE ONNIPOTENTE, CHE HAI CREATO L’UOMO
A TUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA
NELLA SANTITA’ E NELLA GIUSTIZIA,
TU, CHE NON LO HAI ABBANDONATO NEL PECCATO,
ANZI GLI HAI DONATO LA SALVEZZA
PER MEZZO DI TUO FIGLIO,
GUARDA QUESTI TUOI FIGLI, CHE HAI CHIAMATO
IN QUESTO CAMMINO PER RIVIVERE IN ESSO
I TESORI DELLA GRAZIA BATTESIMALE,
LIBERALI DALLA SCHIAVITU’ DEL MALE E DEL NEMICO,
ESTIRPA DA ESSI LO SPIRITO DI MENZOGNA,
DI CONCUPISCENZA E DI MALVAGITA’;
ACCOGLILI PADRE NEL TUO REGNO,
APRI GLI OCCHI E I CUORI PERCHE’ COMPRENDANO
IL TUO VANGELO E PERCHE’, FATTI FIGLI DELLA LUCE,
GIUNGANO AD ESSERE MEMBRI VIVI DELLA TUA CHIESA,
TESTIMONI DELLA VERITA’
E REALIZZINO OPERE DI VITA ETERNA
SECONDO LA TUA VOLONTA’.
PER CRISTO NOSTRO SIGNORE.
Tutti cantano : “Shemà Israel”.
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3. RITO DEL SALE
Nel centro dell’assemblea si pone un tavolo con una
tovaglia bianca e sopra essa si pone il sale – in
grani grossi – possibilmente entro una coppa d’argen
to.
.Ammonizione al rito
.Lettura: Apocalisse 2,17; Matteo 5, 13-16
.Anafora del Sale (cantata)
Presidente: “O DIO, CHE CON LA TUA INVISIBILE POTENZA
PER MEZZO DEI SEGNI SACRAMENTALI
OPERI MIRABILI PRODIGI,
TU CHE HAI PREPARATO LA CREATURA DEL SALE
AFFINCHE’ IN VARI MODI PREFIGURASSE
IL MISTERO DELLA NOSTRA PARTECIPAZIONE
AL MISTERO DELLA MORTE E RISURREZIONE
DEL TUO FIGLIO;
O DIO, CHE NELLA TUA SAPIENZA
HAI ORDINATO AL TUO POPOLO DI OFFRIRTI
OGNI OBLAZIONE CON IL SALE DELL’ALLEANZA,
AFFINCHE’ ANCHE NOI PURIFICATI DA TE
SIAMO TRASFORMATI IN UN’OFFERTA A TE GRADITA;
O DIO, CHE INVIANDO SULLA TERRA
LA TUA SAPIENZA HAI DATO IL VERO SAPORE
AD OGNI REALTA’ CREATA
E NEL TUO FIGLIO GESU’ CRISTO
HAI ESTESO IL FUOCO SU TUTTA LA TERRA,
PER LIBERARE L’UMANITA’ DALLA MENZOGNA
E DALLA SCHIAVITU’;
O DIO, CHE HAI DISPOSTO CHE I TUOI ELETTI
FOSSERO SALATI PER MEZZO DEL FUOCO
AFFINCHE’ ABITANDO IN ESSI IL TUO STESSO AMORE
POTESSERO DIVENTARE SALE DELLA TERRA:
GUARDA AL VOLTO DELLA TUA CHIESA
E DA’ A QUESTI SUOI FIGLI DI GUSTARE OGGI
QUANTO NELLA TUA SAPIENZA HAI VOLUTO SIGNIFICARE
NELLA CREATURA DEL SALE.
FA’ CHE QUESTO SALE RICEVA LA GRAZIA
DEL TUO SPIRITO SANTO
AFFINCHE’ QUANTI LO STANNO PER DEGUSTARE,
PURIFICATI DAL FUOCO,
PORTINO NEI LORO CORPI IL MORIRE DI CRISTO
PERCHE’ APPAIA LA SUA STESSA VITA.
EFFONDI, PADRE SANTO, SOPRA QUESTO SALE
IL POTERE DELLO SPIRITO SANTO
TE LO CHIEDIAMO PER CRISTO NOSTRO SIGNORE”
Canto dell’Assemblea: “Amen” (forma breve)
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. Brevissima catechesi sul sale
e invito a riceverlo (chi vuole) mettendo le mani
a forma di croce come nella comunione.
. Distribuzione e degustazione del sale
(Tutti seduti. I presbiteri distribuiscono il sale,
cominciando dal Presidente e dicendo:)
Presbiteri: “Ricevi il Sale della Sapienza di Dio,
che esso ti conservi per la Vita Eterna”
Catecumeno: “Amen!”
Canto durante la distribuzione del sale: “Lo stesso Iddio”
(Chi riceve il sale mette le sue mani a forma di cro
ce, la sinistra sopra la destra, come nella comunio
ne del Pane, e aspetta, contemplando il sale. Una
volta distribuito il sale a tutti, il Presidente lo
presenta dicendo:)
Presidente: “ECCO IL SALE DELL’ALLEANZA DEL NOSTRO DIO
SALE DELLA SAPIENZA;
CHE ESSA CI CONSERVI PER LA VITA ETERNA”.
Assemblea: “Amen!”
Canto:”Terzo canto del Servo”
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D. CONCLUSIONE
1 .Preghiera del Presidente:
“BENEDETTO SEI TU, SIGNORE PADRE NOSTRO,
DIO ONNIPOTENTE ED ETERNO
CHE CI HAI BENEDETTO
CON OGNI TIPO DI BENEDIZIONE
NEL TUO FIGLIO GESU’ CRISTO.
A TE, CHE PER TUA GRANDE MISERICORDIA ED AMORE
HAI INTRODOTTO QUESTI FRATELLI NEL CATECUMENATO,
TI SUPPLICHIAMO CHE APRA LORO L’ORECCHIO
PERCHE’ POSSANO RISPONDERE AL TUO AMORE
NELLA LORO STORIA, SENZA RIGETTARE LA CROCE;
E CHE QUESTO SALE CHE OGGI HANNO RICEVUTO
LI PRESERVI DALLA CORRUZIONE
DAL DUBITARE DEL TUO AMORE
E LI CUSTODISCA NEL TUO NOME
PERCHE’, SIGILLATI DAL BATTESIMO,
POSSANO ESSERE SALE DELLA TERRA.
TE LO CHIEDIAMO PER CRISTO NOSTRO SIGNORE”.
Assemblea: “Amen!”
Preghiere spontanee e Padre nostro
2. Abbraccio della Pace:
Presidente: “Il SIGNORE SIA CON VOI!”
Assemblea: “E con il tuo spirito!”
Presidente “FRATELLI, ABBIATE SALE IN VOI
E SIATE IN PACE GLI UNI CON GLI ALTRI.
DATEVI FRATERNAMENTE
IL BACIO DELLA PACE”
3. Canto finale: “Se il Signore non costruisce la casa”
4. Benedizione
(Terminato il rito si invita la gente alla riunione
al giorno seguente per la catechesi sul cammino e
si va tutti ad un ristorante per un grande banchetto)
(I parroci e i responsabili fanno l’inventario del se
gno raccolto redigendo un documento e firmandolo con
giuntamente. Questo si deve fare con moltissima serie
tà e assoluto segreto specificando nell’atto tutto
quello che si è raccolto)
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RITO DI INGRESSO AL CATECUMENATO
Spiegazione del Rito
Il rito inizia con una celebrazione della Parola, con tre letture, che
ci preparerà al rito della rinuncia agli idoli. Faremo una lettura su Abramo,
un'altra su Giacobbe ed un'altra su Giosuè che è in relazione diretta con il
rito della rinunzia che faremo. Per prima cosa, quindi, leggeremo la Parola
di Dio e poi la Chiesa farà un dialogo con tutti voi. E' lo stesso dialogo
che ascolteremo nella terza lettura: è il dialogo che Giosuè fa con il popolo
prima di entrare nella Terra Promessa. Questo dialogo è una delle cose più
antiche raccolte dall'Antico Testamento: una delle più antiche liturgie.
Proveremo ora questo dialogo perché poi, nel rito, riesca bene. Il
Presidente dirà: "SCEGLIETE OGGI, FRATELLI, CHI VOLETE SERVIRE: SE IL DIO
UNICO RIVELATO IN GESU' CRISTO, O GLI IDOLI DEL MONDO". Questa è la prima
domanda che vi si farà. Tutti voi, in piedi, dovrete rispondere così: "LUNGI
DA NOI ABBANDONARE IL NOSTRO DIO PER SERVIRE ALTRI DEI". Proviamo (Si fa la
prova). Poi il Presidente continua: "VOI SIETE TESTIMONI CONTRO VOI STESSI
CHE AVETE SCELTO DIO PER SERVIRLO". A questa frase risponderete tutti: "SIAMO
TESTIMONI". (Si fa la prova). Poi il Presidente dice: "VOLGETE DUNQUE IL
VOSTRO CUORE AL SIGNORE DIO NOSTRO". E voi risponderete: "LUI SOLO SERVIREMO
E ASCOLTEREMO LA SUA VOCE". (Si fa la prova).
Ricordate che catecumeno è colui che ascolta. Voi oggi entrate nel
catecumenato per ascoltare la voce del Signore. Oggi, con una testimonianza
pubblica, affermate che siete disposti a servire solamente Dio, il vero Dio,
il Dio di Gesù Cristo, e ad ascoltare la sua voce. Per questo oggi potete
vedere che la Chiesa vi sta aiutando; la Chiesa madrina che vi sta portando,
i presbiteri che rappresentano, in questa assemblea, la Chiesa adulta, che vi
introduce oggi al catecumenato. Proviamo nuovamente queste tre risposte.
(Si prova nuovamente fino a che tutti rispondono bene e con forza).
Poi il Presidente vi dirà: "ALLONTANATE DI MEZZO A VOI GLI IDOLI DEL
MONDO E RINUNCIATE AD ESSI DI FRONTE ALLA CHIESA". In questo momento
metteremo qui in mezzo un cesto, un grande recipiente ed allora, nello ordine
che vorrete, uno alla volta, vi alzerete per fare la vostra rinuncia pubblica
agli idoli. Si farà così: uno si alza e, per prima cosa, getta nel cesto il
segno che ha portato, con il quale rinuncai a suo padre, a sua madre, ai suoi
fratelli, ecc. Getta così nel cesto degli idoli, per così dire, il simbolo
degli idoli. Poi, dando le spalle alla presidenza, di fronte al cesto degli
idoli e puntando il dito verso la porta della Chiesa - fuori della Chiesa c'è
il demonio - come se il demonio fosse lì presente e rivolgendosi a lui, dice:
"IO (dice il suo nome: Marco,
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Giuseppe, Pietro... ) rinuncio a te, Satana, perché ... (ed a questo punto
con parole spontanee e con tutta sincerità e realtà, dici ciò che ha fatto
con te il demonio fino ad oggi e perché rinunci a lui)". Poi concludi
dicendo: "Per questo oggi mi accosto a Gesù Cristo e mi pongo sotto la sua
protezione". Detto questo vi voltate e vi avvicinate alla presidenza, vi
inginocchiate su questo cuscino e, con le braccia aperte e distese, dite:
"Io... chiedo alla Chiesa di entrare nel catecumenato". Allora il presidente
farà l'esorcismo e l'imposizione delle mani che conclude dicendo: "Perché tu
sio TEMPIO VIVO DI DIO". Allora risponderete: "AMEN! " e tornerete al vostro
posto. Poi si alza un altro e fa la stessa cosa.
Questa rinuncia a Satana è importante che la facciate bene, con
fermezza, rivolgendovi realmente al demonio. Dev'essere breve e spontanea.
Dovete pensarci bene. Tutta la Chiesa è testimone di quello che dite. Poi la
Chiesa vi esorcizzerà. Guardate che Cristo è vivo nella Chiesa e continua a
liberare, a cacciare i demoni, continua oggi, a curare la gente, nella sua
Chiesa e in questa generazione. Per questo nelle liturgie si realizza e si
attua la salvezza. Oggi in quest'aula si realizza la salvezza per voi, Gesù
Cristo si fa presente e salva.
Su questo fatto del demonio voglio dirvi una cosa. Il Vangelo dice che
al demonio non piace uscire da voi perché dentro di voi si trova molto bene;
per questo, quando viene cacciato, vaga per luogo tenebrosi dove incontra
sempre demoni peggiori. Ma lui non si trova a suo agio e sempre cercherà di
ritornare al luogo dal quale è uscito: alla vostra casa. Ed il Vangelo dice
che se torna e la trova vuota... Questo del trovarla vuota è molto
importante. Fate attenzione: la Chiesa nel cacciare il demonio dalla vostra
casa, la vuota; Gesù Cristo fa uscire da voi lo spirito di lussuria,
d'egoismo, di vendetta, di superbia, di tutte quelle cose con Le quali il
demonio ti provoca perché tu non taccia, perché tu scoppi e cominci a
gridare. Gesù Cristo, per mezzo della Chiesa, ti caccia quei demoni. Però
osservate una cosa importante: dopo aver fatto ciò la Chiesa riempie questa
casa di Spirito Santo, in modo che il demonio quando voglia rientrarvi, la
trovi piena, trovi dentro Gesù Cristo e non possa entrarci. Ma se il demonio
torna e la trova vuota, perché dopo tre giorni tu hai dato un calcio allo
spirito Santo, perché ne avevi voglia, perché non ti andava... allora torna
il demonio con sette amici suoi, molto peggiori, e s'installa nuovamente
nella tua casa in modo che la tua nuova situazione é molto peggiore di quella
di prima. Avete capito? L'importante è che la vostra casa sia piena, che sia
abitata dallo Spirito di Nostro Signore Gesù Cristo. Coraggio Fratelli! non
spaventatevi, perché se i demoni vedono che in voi c'è Gesù Cristo non
possono entrare. Oggi la Chiesa vi darà lo Spirito Santo. Forse ti durerà due
ore, forse un giorno, tre anni, un mese... non lo so; ma voi oggi riceverete
lo Spirito del Signore. Questo rito farà crescere in voi il vostro battesimo.
Dopo questo rito di rinuncia, dopo che sarete stati purificati,
perdonati dei vostri peccati, dopo che saranno stati cacciati i vostri
demoni, e sarete stati curati in questo modo, il Signore vi salerà: farà con
voi l'ALLEANZA DEL SALE. Faremo una breve lettura sul sale e poi riceverete
dalla mani della Chiesa, una pietruzza bianca di sale e la mangeremo tut
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ti assieme come facciamo per la comunione. Dopo aver gustato questo
meraviglioso alimento faremo orazioni, ci daremo la pace e finirà il rito.
Forse la parte della rinuncia sarà un pò lunga (se c'è molta gente) ma
vedrete che sarà una meraviglia e vi aiuterà molto. Questi segni hanno una
forza impressionante, e lo vedrete. Anche noi catechisti abbiamo pregato,
abbiamo digiunato come voi; siamo tutti armati per questo combattimento
contro i vostri demoni.
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AMMONIZIONE AMBIENTALE
Dio ha dato alla Chiesa viva un dono: Gesù Cristo è presente in essa.
Una Chiesa adulta che sarà rappresentata dai presbiteri vestiti di bianco -
l'alba è segno di Gesù Cristo risorto -. Gesù Cristo è presente qui oggi per
liberarvi dai vostri demoni, dai vostri egoismi interiori, dai vostri
complessi, dalle nevrosi; per aiutarvi. Gesù Cristo è presente qui, oggi, per
mezzo dei presbiteri, per mezzo del presidente dell'assemblea che rappresenta
il capo, nel nome del Vescovo. Ed è pure presente per mezzo di noi catechisti
che siamo qui, alla destra della presidenza, e che come Chiesa adulta siamo
incaricati di gestarvi alla fede, di far rivivere, il vostro Battesimo.
Oggi si fa presente la seconda parte del vostro Battesimo, che la
Chiesa vi ha dato quando eravate piccolini; la grazia del vostro Battesimo
crescerà in voi, si farà reale, con il vostro amen, con i vostri gesti, con
gli atteggiamenti che oggi assumerete pubblicamente, davanti a tutti, con la
vostra libertà, con la vostra volontà di persone adulte.
Per prima cosa ascolteremo la Parola di Dio, canteremo chiedendo,
ciascuno di noi, che la Parola ci aiuti a far sì che i segni che esprimeremo
qui siano più profondi, più reali, e che ci aiutino a convertirci. ` Cosicché
se un fratello, dopo tutto lo scrutinio che ha fatto, non si trova bene,
questa Parola lo aiuti e lo prepari a fare questo rito sinceramente; perché
questi riti operano, sono potenti, tanto in quanto si danno in noi le
adeguate disposizioni visto che non sono magici, non operano senza di noi.
Dice Sant'Agostino: "II Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà
senza dite". Il Signore non opera senza di voi. Per questo il Battesimo vi è
stato dato nella speranza, nella fede, come segno dell'elezione gratuita di
Dio che confidò nella speranza che la Chiesa vi avrebbe poi educati, in modo
che quando foste stati adulti questo Battesimo potesse giungere ad essere,
per la vostra adesione ad esso, efficace in voi. C'è molta gente che è stata
battezzata eppure il Battesimo non è stato efficaace in loro; sono ladri,
gente che neppure va a messa; il Battesimo non ha operato nulla in loro,
neppure una conversione; eppure sono stati battezzati. Ma quel Battesimo non
ha operato nulla in loro, nessun atteggiamento di fede. Perché il Battesimo
operi in noi c'è bisogno della nostra adesione di fede libera nella misura in
cui andiamo crescendo.
Cristo risorto è oggi qui presente, in questa Chiesa con potere, per
liberarvi, per veramente liberarvi. Per questo noi vi diciamo: state molto
attenti a prepararvi a questo rito, che non sia una magia, che non sia senza
di voi, perché se voi non siete preparati a questo, se voi non rinunciate
concretamente ai vostri idoli, se voi non credete che qui c'è Cristo, non si
fa niente. Cristo stesso, quando era presente nel mondo, non liberava di
nulla chi non credeva in lui: diceva che a Nazareth non poteva fare miracoli,
perché non credevano in Lui; ma chi crede in Lui, come quella donna che
pensa: "Se lo tocco, guarirò" lo tocca e guarisce. Qui c'è Cristo risorto
nella sua Chiesa oggi per liberarti. Perciò che sia un giorno di gioia enorme
e di alleanza. Il Signore fa oggi con voi
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un'alleanza basandosi su di Lui. Tu soltanto hai bisogno di Dio e Dio ha
bisogno della tua disponibilità, che tu dica: "Signore io con te vado fino
alla fine del mondo, con te dove tu vuoi, perché tu non mi mancherai mai,
perché anche se io sono infedele, tu mai sarai infedele".
Ascoltiamo questa Parola. Poi farete la rinuncia a satana, sa rete
esorcizzati e poi riceveremo il sale dell'alleanza del nostro Dio, questo
sale della Sapienza, questo simbolo della Vita eterna, della Croce Gloriosa,
che ci salverà interiormente, che ci preserverà dalla corruzione, che curerà
il nostro orgoglio. Questo sale, questa croce gloriosa, è il simbolo, il
sacramento dell'entrata nel catecumenato. In questo rito di accoglienza, di
ingresso al catecumenato riceverete il sale che vi per metterà di avere
dentro di voi la capacità di sostenere la croce della vostra esistenza.
Discepolo di Gesù Cristo, senza capacità di sofferenza non c'è discepolo,
senza rinuncia, senza che sappiamo tacere di fronte al fratello che si
scandalizza e che ci chiama prima a cavarci l'occhio, ecc. , senza questa
rinuncia, implicita nell'essere cristiani, non c'è discepolo. Perché ci
troviamo in un combattimento costante; perché la fede è un combattimento e lo
vedremo per mezzo del la Scrittura.
Accogliamo, riceviamo Gesù Cristo che viene per aprirci le por te
dell'egoismo, per aprire le porte della menzogna, della morte, per toglierci
dalla nostra morte e portarci attraverso questa liturgia; è ora che la
salvezza si attualizza, è ora il momento della salvezza, il momento
favorevole, è ora che i morti possono risuscitare, che i ciechi posso no
vedere, è ora che Gesù Cristo è presente nel sacramento della sua Cile sa per
curare e per salvare.
Accogliamo Gesù Cristo che viene a salvarci, a rompere le por te del
nostro egoismo, della nostra morte e del nostro peccato.
Canto d'ingresso: "Alzate o porte".
Saluto del Presidente
Colletta
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RITO DEL PASSAGGIO
Ammonizione alla prima lettura.
Nella liturgia che celebreremo insieme questa sera leggeremo tre
letture ed una, molto breve, alla fine. Vedremo ampiamente l'antico Testa
mento: il libro del Genesi. Non spaventatevi perché ampiamente non vuol di re
tanto quanto vi state immaginando.
Stavo pensando adesso come incarnarvi veramente questa Parola di Dio ed
anche come questa Parola dell'Antico Testamento si compie tutta in noi, oggi.
Dio ha fatto un catecumenato, un cammino di preparazione: l'Antico
Testamento. E' veramente meraviglioso vedere come noi stiamo camminando nel
Genesi, nell'Esodo; come quest'opera che Dio ha realizzato sta aprendo un
cammino in mezzo a noi perché arrivi Gesù Cristo a prendere veramente
possesso della nostra vita.
Leggeremo per prima cosa una lettura del Genesi. Se qualcuno tra di voi
ha paura, è angosciato o qualcosa del genere, ascolti come inizia: "Non
temere, Abramo". E' meraviglioso. Dio conosce ciascuno per nome e questa
notte chiamerà per nome ciascuno di noi. Abramo è chiamato per nome; Dio ha
eletto una persona con il suo proprio nome, cosi come è stato per noi. Ed
anche se Dio lo Ha preferito, anche se lui ha sentito pronunciare il suo
proprio nome dalla voce stessa di Dio, ciononostante questa voce lo ha messo
in cammino con pieno rischio: giunge un momento, come forse molti di noi
stanno sperimentando, che dopo quattro anni ci sembra che il cammino non
porta da nessuna parte. Per questo, in questo momento Dio ci darà con questa
Parola, oggi, questa sera, in questa notte, Dio ci darà la garanzia che il
cammino che ha aperto davanti a noi conduce a qualcosa di molto più grande di
quello che possiamo immaginare. Anche Abramo talvolta pensa che forse da
Israele potrà venirgli la discendenza e pensa: "Che cosa mi darai? " così
come forse lo stiamo pensando noi adesso. Perché noi abbiamo fatto pro getti
su ciò che vogliamo: che Dio ci dia precisamente quello che immaginiamo. Ma
senza dubbio quello che Dio ci darà oltrepassa infinitamente i nostri
progetti. Ci dona che nella nostra propria carne di morte, non in un'anima
che vola verso l'immortalità... nella nostra carne di morte crea la
resurrezione e la vita. E' Gesù Cristo che si incarna nella nostra realtà e
risuscita questa nostra vita, questa vita d'uoma. E quest'alleanza la
realizza in noi.
Prima lettura : Gen. 15, 1-11. 17-21.
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Passaggio al canto dopo la prima lettura:
Questa celebrazione è una Parola che Dio sta dando a ciascuno di voi,
personalmente. Tu sei Abramo, ora. Questa Parola che abbiamo appena ascoltato
è una Parola che si compie in noi, visto che la discendenza di Abramo è Gesù
Cristo. Di Lui ha fatto un popolo più numeroso delle stelle del cielo. E noi
siamo del popolo d'Abramo, stiamo entrando in questo popolo. Che stupido era
Abramo, potremmo pensare, a credere una cosa incredibile all'uomo! Per prima
cosa Dio lo ha fatto uscire dalla sua famiglia, gli ha parlato; ha dovuto
abbandonare i suoi affetti in un'epoca nella qua le nessun uomo può camminare
da solo, nella quale occorre camminare con un clan, cosi come ancora oggi,
nel deserto si deve camminare in carovana, perché da soli si è alla mercè dei
abnditi, dei tuareg, dell'attacco. Dio lo invita al rischio: ha dovuto fare
un grande sforzo. E' un rischio lasciare la sicurezza della tribù, dei
famigliari. Deve cominciare a camminare da so lo e senza sapere dove andrà.
Poi risulta che, dopo tutto questo, Dio si rinchiude nel silenzio, non parla
più. Passano gli anni e... nulla. Ecco, tu sei a questo momento del cammino.
Dio ti ha fatto camminare, e forse con meno rischi di quelli di Abramo; ti ha
fatto camminare per quattro anni e magari, per molti fra voi, Dio è tornato a
tacere, sembra che non appaia più dopo che tu lo hai visto in qualche
catechesi. Sei tornato a camminare nella stessa routine di sempre, nelle
stesse cose. A questo punto del cammino Dio appare nuovamente ad Abramo. In
questo momento, quando Abramo comincia ad avere paura, Dio appare dicendogli:
"Non temere". Tu sei Abramo. A questo punto, quando anche tu forse hai paura,
Dio ti dice: "Non temere, Abramo".
Tu puoi dirmi: "Mi hai promesso la felicità ed io non la vedo da
nessuna parte; tu mi hai promesso molte cose, durante la catechesi ... . che
io sarei stato cristiano, così e così ... . ed ora non vedo nulla; questo non
lo capisco, non riesco a spiegarmelo; ogni volta mi scopro più egoista, mi
piacciono sempre di più le ragazze, o i ragazzi, ogni volta vedo che non
sopoorto la mia storia quando è diversa da come io la penso. Come mai può
succedere questo? ". "Ti farò padre dei popoli; guarda il cielo - e Abramo è
così scemo che guarda il cielo - Io farò di te un popolo più numeroso di
tutte le stelle che vedi". E Abramo ci credette. Abramo credette che Dio era
capace di compiere ciò che aveva promesso. "Abramo credette e ciò gli fu
computato come giustizia". Fu sufficiente questo perché Dio lo eleggesse. .
Questa Parola, dunque, ti invita a non dubitare di ciò che Dio ti
promette. Che cosa ti promette Dio? Di darti la Terra promessa, introdurti
nella Chiesa, farti entrare nel Regno di Dio. Una terra meravigliosa, una
terra che oggi appartiene a popoli come i Gebuseí, gli Amorrei... : i sette
peccati capitali; una terra dominata dall'invidia, dall'orgoglio, dall'ira.
Sette nazioni ti chiudono il passo verso questa terra: l'ira, l'invidia, la
gola, la lussuria, la superbia, l'accidia, la cupidigia. Ti chiudono la
strada; sono tutti ben equipaggiati con le loro armi e non ti lasciano
entrare. Stai per entrare e sei un invidioso, e gli invidiosi non possono
entrare; stai per entrare e la lussuria non ti lascia, ecc. Ma il Signore ha
promesso che consegnerà in tuo potere queste sette nazioni che oggi sono
molto più potenti di te. Egli stesso le annichilerà, senza uno sforzo da
parte tua. Ma come portò sapere io che questa è verità? "Io farò un'alleanza
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con te". Però osservate come in questa alleanza Dio non permette che Abramo
passi in mezzo agli animali divisi. Dio è l'unico che passa, perché questa
alleanza è basata sulla potenza di Dio.
Oggi il Signore farà un'alleanza con te per mezzo di questo rito. E
sarà Dio colui che giura. E' Dio colui che mette il sangue del Figlio suo
come garanzia di questa alleanza. A te chiede solamente, per fare quesat
alleanza, di fidarti di Lui. Che ti fidi di Lui e non delle tue forze.
Rinuncerai a Satana non in base alle tue forze ma fidandoti di Lui che ti
ama.
Risponderemo a questa PArola cantando "Abramo", dicendo, con Abramo:
"Signore, non passare, ti prego, senza fermarti". Non passare senza
afferrarmi. Tu stai passando per questa celebrazione ed io non sono seduto
qui per caso. Se Tu ti sei fermato, se ti sei preoccupato tanto di me, è per
qualche motivo.
Canto: "Abramo"
Ammonizione alla seconda lettura
Qui appare un altro uomo e un'altra alleanza. Tu non solo ti chiami
Abramo, ti chiami anche Giacobbe. Tutte queste figure, questi personaggi,
queste persone concrete che Dio ha eletto, sono in funzione di te.
(Nota: Per questa ammonizione, per il successivo passaggio al canto e per
cosa dire al momento in cui, precedentemente, deve essere stato insegnato il
canto, vedi la "Catechesi di Giacobbe" in appendice).
Seconda lettura: Genesi 32, 23-33; 35, 1-13
Passaggio al canto:
Dio ha eletto Giacobbe ed ha rifiutato Esaù. Perché? Per mostrare, in
questa elezione, la sua gloria, la gloria di Dio. La cosa importante è
riconoscere la gloria di Dio. Dio può eleggere chi vuole in modo che l'uomo
conosca la gloria di Dio e così sia salvato, entri nella felicità. Dio sta
scegliendo te per mostrare la sua gloria. Tu puoi dire: "Perché ha pensato a
me? ". Bene, il fatto è che ha scelto te, ti sta eleggendo. Tu sei Giacobbe.
Per questo ti cambierà il nome. Non ti chiamerai più Giacobbe, ti chiamerai
Israele. Se è vero che hai riconosciuto la tua debolezza, se è vero che ne
sei venuto fuori zoppicando.
Se ancora non ti è accaduto ciò non preoccuparti, perché questo è un
rito profetico che precede ciò che verrà, che annuncia quello che succederà
in seguito. Perché, se ce n'è bisogno, puoi aspettarti che Dio ti lasci
zoppo. Se tu stai facendo resistenza, magari, siccome Dio ti a ma, c'è
bisogno che ti tocchi il nervo sciatico, che ti accada qualche grosso
pasticcio, qualcosa che ti lasci veramente conciato per le feste (cioè che il
Signore ti vinca) in modo che tu non opponga più resistenza a Dio e non
continui ad appoggiarti nella tua intelligenza, nella tua sapienza, in te
stesso; ma che ti appoggi in Colui che tu conosci, in Colui che ti invita ad
appoggiarti nella storia che Lui pone davanti a te. Siccome tu non lo
conosci, l'unico mezzo perché tu ti appoggi a Lui è la
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storia che ti prepara, che ti pone d'innanzi. Così, attraverso la storia,
impari a camminare senza appoggiarti alle tue idee ma a Colui che cammina
davanti a te, a Colui che è l'autore della tua storia. Quando, di fronte agli
avvenimenti di morte di ogni giorno (impressionanti per te) non proietterai
le tue idee sulla storia, allora scoprirai che la storia comincia a non farti
danno, siano i problemi di tuo marito o di tua moglie. Avrai, di fronte alla
storia, una atteggiamento diverso che ti viene donato esattamente grazie a
questo combattimento che Dio ha fatto con te, grazie a questa elezione.
Come aveva promesso ad Abramo, così a Giacobbe, cambiando il suo nome
in quello di Israele, gli promette che gli darà la Terra promessa. Questa è
la Terra nella quale tu entrerai, terra meravigliosa, terra che è il Regno di
Dio. Sapete che cosa la Chiesa annuncia al mondo? Gesù dice ai suoi apostoli:
"Andate ed annunciate che il Regno di Dio è vicino a tutti; è arrivato, sta
arrivando". La Chiesa annuncia al mondo l'arrivo del Regno di Dio. Perché
insieme agli apostoli arriva il Regno di Dio, allo stesso modo in cui il
Regno di Dio si sta avvicinando oggi, a voi più che mai. Grazie a questo
cammino catecumenale il Regno di Dio si sta avvicinando a te. Il Regno di Dio
non è il cielo: il Regno di Dio è la Chiesa in mezzo a voi. Un regno nel
quale la morte sarà vinta, un regno che balza fino alla vita eterna. La Buona
Notizia è il Regno di Dio presente qui, in terra. Perché se il Regno di Dio
fosse semplicemente il cielo, nell'altra vita, dopo la morte... non
servirebbe a nulla. Il Regno di Dio si sta avvicinando a te, adesso. Già è
vicino a voi. E' già in mezzo a voi, come dice Gesù ai farisei.
Cantiamo, fratelli, questo canto che racconta la lotta, questa lotta
che Dio sta facendo con te per distruggere il tuo orgoglio, per abbattere la
tua superbia, perché Tu lo conosca e ti possa appoggiare solo a Lui che è
fedele. Rispondiamo a questa Parola con questo canto che è come un credo. In
piedi.
Canto: "Giacobbe"
Ammonizione alla terza lettura
Penso che dopo tanti anni, con tutte le esperienze che anniamo fatto,
forse qualcuno sta qui aspettandosi un cristianesimo intimista, una
esperienza mistica. E penso anche che Gesù Cristo non è quest'esperienza. E'
necessario veramente sedersi a tavola con Abramo, con Giacobbe. E vedo che
veramente noi siamo seduti a questa tavola: questa Parola di Giacobbe e di
Abramo è già per noi un alimento, un banchetto.
Adesso ascolteremo una Parola, quella che proclamiamo oggi, che è il
cuore di tutta questa liturgia che celebreremo. Questa è una delle Parole
della Scrittura, la più antica che sia stata scritta. Uno dei testi più
antichi scritti nel Vecchio Testamento è questo capitolo 24 di Giosué. Lo
proclameremo interamente perché è il cuore di questa liturgia. Questo stesso
dialogo, che appare in questa Parola, lo farà la Chiesa attraverso il
Presidente, con tutti voi.
In questa Parola Giosuè mette il popolo di fronte ad una decisione. Ma
non lo fa così di colpo: prima mette il popolo di fronte a tutta
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la tua storia. Cosi come abbiamo vissuto noi tutti questi giorni di
scrutinio, quando vi abbiamo aiutati come catechisti e davanti a te è stata
messa tutta la tua vita, tutta la tua storia, dal principio, tutte le cose
che hai fatto, tutti gli interventi di Dio nella tua vita, tutti i tuoi
peccati. Giosuè mette di fronte al popolo la sua storia, cosi come Dio la ha
messa davanti a noi. Gesù è veramente fatto carne nella nostra propria
esperienza e ti pone oggi di fronte ad una decisione: "Scegli oggi chi vuoi
servire. Vuoi continuare con i tuoi ideali di Dio nella famiglia, in tutto
ciò che vuoi, o veramente vuoi il Dio manifestato in Gesù Cristo? " Questa
elezione la faremo noi nel rito.
Io sono contenta di vedere come il Regno irrompe in mezzo a noi perché
stiamo sedendoci a mensa con Abramo, con Isacco, e stiamo facendo questa
liturgia che sarà cosa viva in questa generazione. Questa Parola è una vera
liturgia. Io vi invito ad ascoltare perché poi sarà realtà in voi stessi, nel
rito.
Terza lettura: Giosuè 24
RITO DI RINUNCIA AGLI IDOLI
Ammonizione al dialogo
Adesso, fratelli, faremo il dialogo. Vi ricordo le risposte. La prima:
"Lungi da noi abbadnonare il nostro Dio per servire altri dei"; la seconda:
"Siamo testimoni"; e la terza. A Lui solo serviremo e ascolteremo la Sua
voce".
Quello che avete visto fare agli inizi, quello che Dio ha voluto fare
con il suo popolo, che ha eletto, con il popolo di Israele, adesso la Chiesa
lo farà con voi, per mezzo del Vescovo. Allora adesso, chi vuole fare questo
rito, si sente cioé di rispondere, di abbandonare gli idoli realmente, e oggi
di aggrapparsi al Dio che si è mostrato in Gesù Cri sto, che ti ha amato
così, che ti ha amato in Gesù Cristo senza resistere al male, che ti ha
perdonato tutti i peccati, che ti ha promesso la vita eterna, che ti salva
dalla morte, si alzerà in piedi, e risponderete alle parole che vi dirà la
Chiesa attraverso il Presidente e i presbiteri.
Esortazione del Presidente: (Tutti seduti - anche il Presidente)
Presidente: "Cari fratelli, oggi si compie in voi questa Parola che è stata
proclamata. Il Signore ha iniziato con voi una storia di salvezza come con i
vostri Padri di Israele. Egli vi ha tratti dalle tenebre e dalla schiavitù,
vi ha dato in potere nemici potenti e numerosi, vi ha introdotto in una terra
da voi non lavorata e vi ha fatto gustare frutti, da voi non piantati.
Ordunque adorate il Signore che vi ha chiamato, e servitelo con sincerità e
fedeltà. Oggi per mezzo della Chiesa, siete invitati a scegliere liberamente,
se servire agli dei di questo mondo o al Dio del nostro Signore Gesù Cristo.
Chi si sente chiamato da Dio, si alzi e risponda".
Il Presidente e quanti vogliono si alzano e si fa il dialogo.
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Pr.: "Scegliete oggi, fratelli, chi volete servire: se il Dio unico
rivelato in Gesù Cristo o gli idoli di questo mondo".
Ass.: "Lungi da noi abbandonare il nostro Dio per servire altri dei".
Pr.: "Siete dunque testimoni contro voi stessi che avete scelto Dio per
servirlo".
Ass.: "Siamo testimoni".
Pr.: "Volgete dunque il vostro cuore verso il Signore Dio nostro".
Ass.: "Lui solo serviremo e ascolteremo la sua voce".
Pr.: "Allontanate di mezzo a voi gli idoli del mondo, rinunziate ad essi di
fronte alla Chiesa".
Ammonizione alla Rinuncia agli idoli
Allora fratelli, nell'ordine che volete e in una forma breve, vi ripeto
come si deve fare la rinuncia agli idoli del mondo attraverso dei quali il
demonio ci invita a non obbedire a Dio, attraverso il successo, la
sessualità, il denaro, il primeggiare, ci invita a non fare la volontà di Dio
e a non accettare i fatti che non ti fanno rpimeggiare, che ti fanno essere
solo nella vita.
Per questo voi, prima buttate il segno che avete portato in questa
cesta, se è un pacco un po' grosso lasciatelo vicino. Dopo venite al
microfono, perché si deve sentire, stendendo il dito, segnalando la porta
della chiesa, come se voi vedeste presente il demonio, e dite: "Io (dite il
vostro nome) rinunzio a te Satana, perché tu mi hai ingannato cosi e così, e
mi appoggio a Gesù Cristo, oggi".
Andate là dietro, vi inginocchiate davanti al vostro presbitero e con
voce bassa gli chiedete: "Io voglio essere accolto nel catecumenato".
Immediatamente, come il microfono è libero, può venire un altro, perché
se no aspettare che faccia tutto il rito ognuno, stiamo qui tutta la notte.
Allora, quando vi mettete in ginocchio davanti al presbitero dite: "Io,
Marco, io Giovanna... , chiedo alla Chiesa di entrare nel catecumenato" e
allora il presbitero con voce bassa - già non sentiremo noi - vi farà lo
esorcismo e ti imporrà le mani. Quelli che noi abbiamo detto che potete oggi
fare la rinuncia. Allora potete cominciare.
Rinuncia agli idoli
1) Io Mariele, rinuncio a te Satana, che da quando sono nata mi
hai ingannata dicendomi che Dio non esiste, mi hai ingannato con
menzogne a me e a tutta la mia famiglia, e da oggi accolgo Gesù
Cristo.
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2) Io Giuseppina, rinuncio a te Satana, che mi hai sempre ingannata e che ti
sei servito di me per buttare fango davanti al mio Signore che mi ha dato
la vita; da oggi sarà il mio Signore ad essere padrone di me.
3) Io Manlio, rinuncio a te Satana, che mi hai oppresso per trent'anni
dicendomi che Dio non esiste, e a tutto quello che mi hai lasciato credere
fino ad oggi, e che oggi mi appoggio in Gesù Cristo.
4) Io Giovanna, rinuncio a te Satana, che mi hai ingannata tutti i giorni
della mia vita, dicendomi che Dio non esiste, e accolgo Gesù Cristo.
5) Io Luigi, rinuncio a te Satana, che mi hai sempre ingannato mostrandomi
degli idoli che mi hanno reso schiavo; adesso voglio servire solo Gesù
Cristo.
(Prosegue il Rito)
Adesso il Presidente farà una preghiera ringraziando il Signore, e
tutti noi risponderemo concludendo questo esorcismo, questo rito, cantando lo
Shemà.
Presidente: "Preghiamo. O Dio Padre onnipotente che hai formato l'uomo a tua
immagine e somiglianza nella santità e nella giustizia, Tu che non lo hai
abbandonato nel peccato, anzi gli hai donato la salvezza per mezzo del Tuo
Figlio, guarda questi tuoi figli che hai chiamato a questo cammino per vivere
in esso i tesori della Grazia battesimale. Liberali dalla schiavitù del male
e del nemico, estirpa da essi lo spirito di menzogna, di concupiscenza e di
malvagità; accoglili Padre nel Tuo Regno, apri gli occhi e i cuori perché
comprendano il tuo Vangelo e perché, fatti figli della luce, giungano ad
essere membri vivi della tua Chiesa, testimoni della verità e realizzino
opere di vita eterna secondo la Tua volontà. Per Cristo nostto Signore.
Canto: "Shemà Israel"
(Seduti)
RITO DEL SALE
Ammonizione al rito del sale
Ora inizia la seconda parte del nostro rito, il rito dell'alleanza del
sale, dopo che voi avete espresso pubblicamente davanti alla Chiesa il vostro
desiderio di aderire a Gesù Cristo, a Gesù di Nazareth, il servo umile, che
fallisce, che prende su di sé la realtà e anche i peccati degli altri. Ecco,
il Signore adesso vuole cominciare questa opera, perché sarà Lui a cominciare
questa opera perché voi diventiate figli di Dio,
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templi dello Spirito di Dio, un popolo sacerdotale, un popolo di dei, la
famiglia di Dio; Dio che si fa presente nel mondo attraverso l'umiltà e
l'amore, il Signore deve bruciare dentro di voi la malignità, e il sale ha un
potere meraviglioso, brucia come un fuoco le ferite. Se tu hai una ferita e
ce lo metti sopra, brucia, ma cura allo stesso tempo. E' un simbolo di morte
e di vita: ammazza e dà la vita, preserva dalla corruzione. Il sale: quando
noi abbiamo una carne la saliamo, e la corruzione non penetra. Ecco, avete
bisogno di essere salati per preservarvi dalla corruzione del peccato e allo
stesso tempo avete bisogno di essere curati interiormente attraverso la croce
di Gesù Cristo che farà quest'opera di combattimento durante tutto il tempo
del catecumenato, fratelli, per portarvi all'elezione, al tempo della lode,
alla semplificazione, alla semplicità profonda che ha avuto la Madonna, la
Vergine umile di Nazareth, immagine della Chiesa, immagine di ciascuno di
voi.
Che nessuno di voi si spaventi perché non sente nulla o perché vede che
un altro piange e sente. Quello che qui faremo oggi è qualcosa di molto più
importante che sentire o non sentire, va oltre questo. E qui intorno a questa
Chiesa piccolina, si trovano tutti gli angeli, tutti i santi e la Vergine
Santissima e San Giovanni Battista e tutti i San ti celesti e tutte le
schiere, e stanno facendo festa perché c'è più festa in cielo per un solo
peccatore che si pente che per 99 che non hanno bisogno di penitenza.
Allora, fratelli, adesso ascolteremo una Parola brevissima, la Parola
del sale, la Parola dell'Apocalisse cui seguirà il Vangelo di Matteo.
Letture: Ap. 2, 17; Matteo 5, 13-16
Adesso fratelli, su questi cristalli di sale, su queste pietruzze
bianche si farà una catechesi, si farà l'Anafora, una preghiera al signore,
come sul pane e sul vino; è la preghiera del Battesimo, ossia sul sale,
chiedendo che lo Spirito Santo scenda su questo sale perché diventi
sacramento, segno, ed operi in ciascuno di voi ciò che esso significa.
Anafora del Sale
Canto: "Amen" (in forma breve)
Brevissima catechesi sul sale
Noi attraverso questo sacramento, fratelli, attraverso questo segno,
parteciperemo alla morte e alla resurrezione di Gesù Cristo, nella forma del
sale sacramentalmente. Il sale è duello elle dà sapore a tutte le cose, le
cose per il peccato hanno perso il sapore, il mondo ha perso il sapore, ha
perso il senso. La patata bollita non ha senso, non ha sapore, non sa di
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nulla. Non si sa neanche che sia patata, è una cosa molle; la carne senza
sale non sa di nulla. Voi siete il sale della terra, fratelli, e il mondo ha
perso il senso. Tanti architetti che fanno le case si sparano perché a che
cosa serve fare tante case? Tanti ingegneri, tanti scienziati, tanti artisti,
che io conosco, amici miei, che si sono sparati. Che senso ha la arte se non
esiste l'amore, che senso ha l'arte, che senso ha la vita, perché fare figli
se dopo soltanto esiste la morte!
Voi siete il sale della terra. Voi dovete rendere il sapore, cioè il
senso a tutte le realtà sociali. E qual è questo senso? Quale cosa rende
senso a tutte le realtà create? Cristo! E' Cristo crocifisso. L'amore di Dio,
la misericordia, il non giudizio, il farsi peccato per gli altri è a vere
misericordia, è lasciarsi uccidere anche per i peccati degli altri senza
giudicare. Questo è l'amore, questo fatto. Se questo amore c'è, allora
possiamo morire e possiamo anche essere torturati, possiamo anche subire i
peccati degli altri, se questo amore è vero, se c'è l'amore sul serio al
mondo, fratelli, venga su di noi la malattia, che ce ne importa, c'è davvero
Dio, c'è l'amore. Questo sta attendendo questa generazione, che qualcuno
dimostri che l'amore c'è.
Bene, fratelli, voi riceverete questo sale, questo cristallo che
brucia, che voi degusterete. Metterete le mani come nella comunione, la
destra sotto la sinistra, in forma di croce, farete una croce con le vostre
mani dove verrà posta questa pietra bianca, questa pietruzza, e dopo la
contemplerete questa pietra bianca, simbolo di voi stessi, simbolo di Cristo
che si è lasciato distruggere per darci la vita.
Questo sale, nella tua bocca, si lascerà distruggere per dare a te la
vita, per salarti, per dare a te il sapore. Senza sale gli uomini non possono
vivere, non possiamo vivere. Sapete che in Africa, dove c'è molto caldo, gli
uomini debbono mangiare sale. Il sale vale molto più dell'oro, molto di più,
perché l'uomo senza sale non può vivere. Ecco il sale, come il pane, un
segno. Si lascia uccidere per dare la vita a te. Ecco. Ma nello stesso tempo
il sale ti farà tossire forse, ti farà male; devi succhiarlo poco a poco
nella bocca, non sputarlo, lascia che ti faccia un po' di male, e un pochino
sembra che ti fa male ma dopo ti lascerà la bocca buona e soave, simbolo
della croce. Quando viene nella tua vita sembra molto brutta, ma dopo sempre
ti lascia la bocca buona. E' il contrario del peccato: come il frutto
dell'albero del giardino, che all'apparenza sembra bello ma poi ti lascia con
la vita amara, distrutta. Dio è venuto in aiuto tuo, ti ha purificato, fa
delle cose meravigliose, ti santifica con un segno, un sacramento. Questo
Sant'Agostino lo chiamava il sacramento dei catecumeni.
Allora fratelli, ricevetelo con devozione e dopo quando vi si dirà:
"Ecco il sale della sapienza" voi risponderete: "Amen". Rispondere Amen a
questo sale, mangiare significa che voi accettate di essere cristiani,
cominciate ad essere cristiani, cominciate ad accettare di essere questo
sale. Essere sale con la suocera, nel lavoro, con la moglie, con la cognata,
un pochino, il Signore ti aiuterà: non ti spaventare, il Signore farà questo.
Canto: "Lo stesso Iddio" (durante la distribuzione del sale)
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Presidente: Ecco il sale dell'Alleanza del Nostro Dio, Sale della Sapienza;
che Essa ci conservi per la Vita Eterna.
Assemblea: Amen!
Canto: 3° Canto del Servo
CONCLUSIONE
Preghiera del Presidente
Abbraccio della pace
Canto finale: "Se il Signore non costruisce la casa"
Benedizione
(Terminato il Rito si invita la gente alla riunione del giorno seguente
per la catechesi sul cammino e si va tutti ad un ristorante per un
grande banchetto)
I Parroci e i responsabili fanno l'inventario del segno raccolto
redigendo un documento e firmandolo congiuntamente, questo si deve fare
con moltissima serietà e assoluto segreto specificando nell'atto tutto
quello che si è raccolto. L'atto si redige secondo il modello seguente:
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ORIENTAMENTI PER L'ATTO
(città)______________ data ______________________________
Riuniti nel ____(locale) della Parrocchia ____(nome)
Don (nome del Parroco) Parroco della Parrocchia ___(nome)
Don (nome del 2° Parroco) Parroco della Parrocchia (nome)
Sig. (nome e cognome)Responsabile della comunità N° della
parrocchia (nome della parrocchia) (si elencano gli altri responsabili o il
viceresponsabile se la comunità è una sola), si constata che
a causa del secondo scrutinio e per destinarli ai poveri si sono raccolti
i seguenti beni:
. denaro in contante £___________
. assegni £___________
. biglietti £___________
TOTALE £____________
. altri oggetti:
N° 1 auto FIAT 126
N° 2 televisori (di marca________ e________)
N° 1 pelliccia di volpe rossa
……………………………………
. gioielli:
N° 1 collana di perle
N° 1 parure di brillanti
N° 4 anelli d'oro
……………………………………
Con il denaro in contante e con gli assegni si aprirà un conto corrente
presso la Banca ________agenzia N°______a nome del Parroco, del
Responsabile (o dei parroci e responsabili). Il conto è a firma congiunta
in modo che non si possano prelevare soldi senza il consenso e la firma di
tutti.
Al responsabile (nome) si consegnano i seguenti oggetti (fare
l'elenco) e all'altro responsabile i seguenti altri oggetti (nome) e
_(elenco) e mano a mano che li venderanno i soldi verranno versati sul
conto corrente sopra aperto e citato.
. Firma dei responsabili e dei Parroci
. Timbro della Parrocchia
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P R E S E N T A Z I O N E
D E L C A M M I N O
D O P O L' I N G R E S S O
A L C A T E C U M E N A T O
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CATECHESI SUL CAMMINO
Leggeremo adesso gli atti del bottino che abbiamo strappato a gli idoli
nella vittoria sui demoni. Quando Israele termina una battaglia raccoglie un
bottino, no? Anche noi. Questo bottino, che è per i poveri, era il denaro che
l'egoismo aveva tolto ai poveri: per questo ci sono poveri nel mondo. Ci sono
poveri e miserabili e gente che soffre perché c'è l'egoismo nel mondo, perché
c'è il peccato.
(Lettura dell'elenco)
Già è stato aperto un conto in una banca dove è stato depositato tutto
questo denaro. I responsabili si occuperanno di vendere i gioielli, ecc., e
depositeranno i soldi fino a che tutto il bottino sia trasformato in denaro.
Poi, quando tutto sarà cambiato, si faranno tante parti quante sono le
parrocchie che hanno fatto lo scrutinio e un terzo lo daremo al Vescovo di
questa Diocesi. L'équipe dei responsabili visiterà i poveri della parrocchia
e le famiglie bisognose. Andranno a nome della parrocchia: questo non si fa a
nome delle comunità neocatecumenali, ma a nome delle parrocchie. I
responsabili faranno questo servizio di visitare i poveri della parrocchia,
tutta l'équipe dei responsabili, come un servizio di tipo diaconale, e poi,
in due giorni, si distribuiranno questi soldi perché risolvano i loro
problemi. Quando tutto il denaro sarà stato consegnato ai poveri, il secondo
scrutinio è finito. Vi sembra bene?
Questi soldi sono assolutamente intoccabili nel senso che sono dei
poveri: è un denaro sacro. Si dà alle parrocchie per i poveri: il parroco non
può utilizzarlo per altri scopi, né per aggiustare la parrocchia né per darlo
agli itineranti, né per altre cose. Questo denaro è dei poveri, della gente
che ne ha bisogno: questo denaro è per chi non abbia una casa, perché la
abbia; perché chi non ha da mangiare lo abbia, perché chi ha bisogno di una
macchina per andare a lavorare abbia la macchina. Cioè per il necessario. Che
ve ne pare? Questo è ciò che il Signore ci ha ispirato per questo scrutinio.
Oggi, fratelli, spiegheremo un poco come continueremo il cammino e poi
faremo l'elezione del nuovo responsabile della comunità.
Prima di tutto voglio dirvi una cosa, dirvi che facciate bene
attenzione a non credere che già non peccherete più, che mai più cadrete
perché il demonio se n'è andato ed ora avete lo Spirito Santo. State attenti
perché non è proprio così: è così e non è così. E' molto importante che
sappiate quello che vi abbiamo già detto: che l'amore di Dio non ci
condiziona fino al punto da toglierci la libertà. C'è molta gente che
desidera che, in questo cammino, le venga lavato il cervello; perché siccome
in definitiva non si accettano come sono, devono essere accettati e ciò che
vogliono è essere cambiati loro, e strumentalizzano Dio e Gesù Cristo per non
irritarsi più, per poter amare, per diventare dei santi da altare e questo
titolo non si dà alla gente come loro.
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Il Signore ti cambierà, però non come credi tu, perché tu non sai che
cosa è la santità. Tu ti basi magari su un perfezionismo umano, di tipo
nieztchiano; ma questo magari non è il cristianesimo, non è la perfezione
alla quale ti chiama Gesù Cristo. La perfezione alla quale ti chiama Gesù
Cristo è il Vangelo di ieri: è l'amore al nemico: "Siate perfetti come è
perfetto il Padre vostro dei Cieli". E quando dice "Com'è perfetto il Padre
vostro dei Cieli" non dice, perché si alza alle cinque del mattino, fa tre
ore di ginnastica, non fuma e non beve, perché lavora 18 ore, perché mai
commette un peccato o ha mai un cattivo pensiero, perché mai si irrita,
perché è un uomo così... No'. Dice: "Il Padre vostro dei Cieli è perfetto
perché manda il suo sole sui cattivi". Il sole, che è una cosa meravigliosa,
lo fa sorgere, lo dà, che uno sia cattivo o che sia non so che cosa. La
pioggia tanto necessaria, senza la quale l'uomo non può vivere, la dà anche
alla gente che è peccatrice. "Siate perfetti voi cosi com'è perfetto il
vostro Padre dei Cieli". Ecco: l'essere perfetto significa essere buoni con
quelli che sono cattivi nei nostri confronti. Questo è, in definitiva,
l'amore al nemico. Questo è autenticamente cristiano. In questo contesto tu
puoi irritarti, ti puoi arrabbiare, ti puoi arrabbiare con tua moglie.
Quello che vi voglio dire è che dovete imparare, attraverso il cammino
catecumenale, a vivere cristianamente. E cosa è vivere cristianamente? Vivere
cristianamente significa vivere nella precarietà. Che cos'è vivere nella
precarietà? I religiosi fanno voto di povertà, fanno un voto molto
importante. Ma questo non è più molto chiaro; per povertà si intende, a
volte, non avere soldi in tasca, si capisce lo stoicismo di essere poveri:
per esempio viaggiare in autobus e non in taxi, o altri segni di povertà di
questo tipo. Questa non è la povertà cristiana autentica. Per questo dava
scandalo Gesù Cristo che aveva un manto così bello che neppure vollero
dividerselo, che mangiava meravigliosamente, che non faceva sacrifici. La
povertà, nel Vangelo, è un'altra cosa: è la precarietà. E che cosa è la
precarietà? Vivere senza sicurezze, senza la sicurezza spirituale.
Precisamente senza la sicurezza spirituale.
Io mi ricordo di una delle prime esperienze che ho avuto nella mia vita
dopo che Dio mi ha chiamato. Io volevo farmi monaco. Da quando il Signore mi
aveva chiamato ad essere cristiano io pregavo moltissimo e sentivo l'amore di
Dio in modo fisico. Allora pensai che la mia vocazione era quella di essere
cistercense, trappista. E avevo trovato dei monaci, a Segovia, la cui
attività era pregare l'Ufficio Divino: facevano sei ore di canto e lavoro
manuale e silenzio ed allora pensai che forse questo era ciò che Dio voleva
da me. Bene: allora conobbi un domenicano vecchio e molto santo che mi disse
di no, che finissi i miei studi. Io dissi di-no, che era impossibile. per me
stare nel mondo... tutte quelle cose-che si dicono quando uno è giovane... Mi
disse che terminassi i miei studi, che mi mancavano due anni, e così terminai
i miei studi. Ma io mi ricordo che una delle cose che il Signore mi fece
sperimentare nella mia vita era che, in fin dei conti, io non mi sopportavo
peccatore. Ero un orgoglioso come tutti i neofiti che cominciano: tutti
quelli che cominciano sono orgogliosi, non accettano di peccare.
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Ho visto un uomo, donnaiolo e pieno di lussuria per tutta la vita, che
dopo le catechesi passò un anno e mezzo, per pura forza di volontà, senza
andare con altre donne o fare cose del genere, ma un giorno si arrabbiò - è
un fatto vero - ebbe una lite, in casa, con la moglie e le tirò la zuppiera
sulla testa. Ebbe un tale schifo di se stesso che ricominciò ad andare a
donne.
E' un atteggiamento che potete avere anche voi. Perché? "Perché dopo
che mi sono sacrificato cosi, dopo tutto quello che ho sopportato... non è
servito a nulla, Dio non mi ha cambiato a tal punto che io non mi arrabbi
più; allora niente! Ho peccato? Allora continuerò a peccare. E' lo stesso un
peccato che cinquanta? Non è vero. Non è la stessa cosa un peccato o
cinquanta. Non è lo stesso un peccato o due, o tre, o quattro. Un peccato è
un peccato, due sono due e tre sono tre. La Scrittura dice: "Non accumulare
peccato a peccato". L'uomo ha un numero, un massimo di peccati, se li supera
gli può succedere qualsiasi cosa. Per questo il Talmud dice: " Hai peccato?
Ti sei pentito? Allora smetti di peccare". Ora puoi cominciare a pregare
un'altra volta. Adesso comincia a fare un'opera positiva. Coraggio, non
succede nulla, è finito, ora puoi cominciare a fare qualcosa di buono, il
Signore ora è con te, ora puoi già tornare al Signore. Hai già fatto una cosa
buona? Ora stai meglio di prima, adesso stai uscendo dalla palude, dal pozzo
profondo.
Bene, quello che voglio dirvi è questo. Io mi ricordo che nei Cursillos
o anticamente negli esercizi spirituali, bisognava fare delle promesse: prima
morire che peccare. Facevi gli esercizi spirituali, ti confessavi e
promettevi che mai più, mai più, mai più... Duravi un anno con la messa tutti
i giorni, tutti i giorni il rosario, tutto il resto e poi quando sbattevi il
muso, allora... "questo non vale". E se tu domandi agli ottomila cursillisti
che hanno fatto i cursillos a Madrid? Nulla. Siccome pensavano che essendo
cristiani non avrebbero peccato più, non potevano accettare che, dopo,
fossero cosi. Questa è una grandissima deformazione di quello che è il
cristianesimo, una deformazione grandissima.
Perché succede questo? Perché questo non è il cristianesimo. Il
cristianesimo significa che qui, fratelli, non vi si laverà mai il cervello
fino al punto da non lasciarvi liberi di peccare quando lo vorrete.
Ieri il Signore vi ha donato una grazia enorme. Ha fatto un'alleanza
con voi. Dopo che vi siete conosciuti, dopo che avete scoperto che non potete
appoggiarvi in voi stessi, vi ha invitati ad appoggiarvi in Lui, come
Giacobbe che si è stretto a colui con il quale stava lottando. Ma questo non
vuol dire che tutte le volte che tu hai peccato, che tutta la storia che hai
dietro di te, che tutte le esperienze positive e negative che hai avuto, ti
hanno condizionato al punto che tu oggi sei un uomo traumatizzato. Dicono che
in Spagna la guerra civile ha traumatizzato tre generazioni. Tutto nella vita
ci condiziona. E traumatizzato vuol dire che ci ha fatto diventare imbecilli,
gente che non può più pensare, gente che non ha scelte politiche o cose del
genere, perché è traumatizzata. Traumatizzato significa: condizionato
all'estremo, fino al punto che non sei libero. L'amore umano ci condiziona
sempre. Tua madre, l'amore che tua ma
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dre sente per te, ti ha condizionato; l'amore della tua fidanzata ti ha
condizionato, l'amore di tua moglie, di tuo marito, tutti gli amori ti
condizionano. Cosa vuol dire che ti condizionano? Che ti legano, che esigono,
che non ti lasciano libero, che in qualche modo, se tu non ricambi l'amore
che ti hanno dato, li fai soffrire e te lo rinfacciano. Allora non ti
permettono di peccare. Devi amarli per forza. Cioè nel momento in cui ti
amano ti mettono un cappio al collo, prendono una catena e ti trascinano con
la catena dell'amore che ti danno. Ci sono amori che uccidono. Ogni amore
umano. Distrugge, lega, incatena, soggioga, schiavizza. Non così l'amore di
Dio. Dio ha fatto meraviglie con te e tu non sentirai mai una catena al
collo: "Che hai l'obbligo ed il dovere di ridare quell'amore a Dio".
Assolutamente. Neppure ti sentirai nevroticamente legato a Dio fino al punto
di non poter peccare. No! Sei libero. Ieri hai visto meraviglie e questa
mattina, se hai voluto, hai potuto peccare in tutta libertà. Come se Dio non
avesse realizzato nulla con te. Questo è di una grandezza impressionante.
Nello stesso tempo questa è una cosa che non ci piace perché ci lascia liberi
e noi non vogliamo esserlo. Non sapete che nel mondo nessuno vuol essere
libero? Per questo ci leghiamo. Per questo un uomo si sposa e magari si cerca
una donna più vecchia di lui perché vuole avere una madre. E se deve decidere
o scegliere qualcosa lascia che sia lei a farlo. Per questo i partiti
politici hanno tanto successo nelle università: perché i giovani hanno il
problema di scegliere. Essere uomo significa scegliere liberamente. Ed essi
hanno paura di scegliere, perché scegliere significa decidere e decidere
significa poter sbagliare. L'uomo ha paura di sbagliare. Per questo, se
arriva un leader, se vedono qualcuno che decide per loro sono disposti a
consegnargli la loro libertà: "Dimmi quel che devo fare, dimmelo tu, decidi
tu per me". E' una forma estremamente adolescenziale di vivere la vita. Il
cristianesimo non è così. Per questo anticamente dicevano: "I buoni direttori
spirituali sono quelli che non ti dicono nulla". Se tu vai da un direttore
spirituale ed egli ti dice che cosa devi fare, non è un buon direttore
spirituale. Esattamente perché la Chiesa questo lo aveva già scoperto. C'era
moltissima gente che cercava un direttore spirituale perché non voleva
decidere da sola. Dice il Talmud che chi domanda quello che deve fare non ha
capito la legge. Non ha capito lo spirito della legge chi domanda: che cosa
devo fare?
Tutto ciò è una novità per voi. Vivere il cristianesimo nella libertà
significa vivere nella precarietà. Perché in qualsiasi momento tu puoi
peccare, tu puoi abbandonare il Signore, tu puoi contemplare la tua
sporcizia, puoi contemplare che nel fondo sei un disgraziato e che è vero che
Dio ti ha amato; eppure tu lo abbandoni.
Perché l'importante non è la legge. La soluzione di questo enigma è che
non è la legge l'importante. Siccome quello che vuole Dio è che tu non pecchi
più, Dio ti dà il suo amore perché tu non pecchi più; non è questo. Non è che
Dio non voglia che tu non pecchi più, anche se questo è una conseguenza-Dio,
quello che vuole è amarti. Se tu pecchi sono affari tuoi. Ma Dio è colui che
ti ama. Dio ha segnato una legge (nell'Antico Testamento gli ebrei non la
chiamavano "legge" ma "il cammino della vita") per amarti; ti dà una strada
che è quella della vita e ti promette che, vivendo in questo cammino, tu
troverai la vita ma se uscirai da esso troverai la morte.
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Nient'altro. Non c'è da compiere una legge rispetto ad un legislatore. Se tu
studi il Vecchio Testamento che tutta la legge, tutto l'Antico Testamento, è
in funzione della tua vita, e si promette a colui che viva in quel cammino
che Dio ci ha dato per conoscere la verità, che vivrà e sarà felice. Non
perché a Dio interessi una legge: è perché l'uomo sia felice. E' lo stesso
problema del Genesi: Dio non ha detto all'uomo di non mangiare il frutto
dell'albero perché era geloso, come dice il diavolo, ma perché amava l'uomo,
perché se l'uomo avesse mangiato del frutto dell'albero sarebbe morto e Dio
lo voleva preservare dalla morte. Dio ti ama. Chiaro che Dio vuole che tu
compia la legge nel senso che tu viva, perché chi segue la strada segnata da
Dio, siccome Dio è amore, vive e chi si allontana da quella strada, muore.
Ad ogni modo la cosa più grande, quella in cui ci appare una nuova
creazione ed una assoluta novità è esattamente che siamo il contrario di
tutti i fascismi, di tutti i totalitarismi, di tutti i comunismi. Siamo il
contrario di tutto quello che è il mondo. Il mondo è sempre moralista, esige
sempre. Vedrete se vengono quelli di sinistra: non ci si muove più. 0 vedrete
se vengono quelli di destra: non ci si muove più. Perché quelli del mondo
sono sempre moralisti. Tutto il mondo è scandalizzato. Da che cosa? Dalla
libertà. Da quale libertà? E' scandalizzato dal peccato. E' scandalizzato dal
fatto che un uomo possa peccare, possa far del male, possa far danno. Non lo
sopporta. Non lo sopportiamo. Invece Dio lo sopporta.
Per me, vi dico, è stata un'esperienza: il Signore mi ha formato
attraverso una storia. Io non ho studiato teologia, non ho imparato nelle
università. Il Signore me lo ha fatto sperimentare con la mia vita. Mi
ricordo nelle baracche, è una storia che vi ho raccontato altre volte, che io
avevo come vicino un ragazzo che era stato molte volte in prigione: un
ragazzo terribile che beveva e rubava, che s'era sposato e picchiava la
moglie. La moglie si metteva a strillare e mi chiamava. Io non sapevo che
cosa fare, se abbattere la porta perché la stava ammazzando. Ma avevo notato
che dopo tanti strilli, al mattino, si alzavano buoni amici e dandosi
bacetti. In tutti i modi però mi distruggevano, per prima cosa perché non mi
lasciavano dormire e poi perché era una cosa tremenda. Oltretutto questo
ragazzo arrivava ubriaco, si drogava, beveva roba esplosiva. La moglie quando
vedeva che alle otto, dopo il lavoro, non era tornato sapeva che sarebbe
successo un pasticcio. Io in quel periodo stavo molto male, non dormivo ed
inoltre, in quel periodo, proprio in quel momento, succedevano le cose tutte
allo stesso tempo nelle baracche, un periodo molto brutto. Io stavo lavorando
con Josè Agudo, in un quartiere di Madrid, in un cantiere e facevo
marciapiedi di cemento. Con la livellatrice che mi avevano dato mi si
spaccarono le mani, non ce la facevo e mi sanguinavano le mani, mi vennero i
calli, e faceva un freddo terribile in inverno. In quel periodo dovevamo
alzarci alle cinque e mezza perché il cantiere era distante e siccome i
ragazzi delle bande venivano alla mia baracca fino a tardi, di notte, io non
riuscivo a dormire. Mi addormentavo sul lavoro, completamente. Credevo di
morire perché avevo anche una tremenda tosse. Passavo le notti senza dormire.
Mi ricordo che una di quelle notti il Signore mi aveva fatto vedere una cosa
importante e mi riferisco a questo fatto della libertà. Venne da me quella
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donna come tutte le altre notti. Era terribile. Sapevo che ci sarebbe stato
un altro pasticcio, ma non ne potevo più, morivo di sonno, sapevo che non
avrei potuto resistere perché ne avevo piene le tasche. Oltretutto io avevo
paura di questo ragazzo perché una volta aveva tentato di uccidermi con un
coltello: era drogato e mi aveva fatto una gran paura. Allora provai a
tentare Dio; siccome non ne potevo più, decisi, di tentare Dio. Entrai nella
mia baracca, chiusi la porta e mi inginocchiai con le braccia in croce, prima
a pregare un rosario e poi un altro e un altro ancora, e cominciò a passare
il tempo mentre io continuavo con le braccia in croce, con un dolore che non
ne potevo più. Io chiedevo a Dio che quella notte il tizio venisse e non
succedesse il solito pasticcio, che il tizio si potesse curare perché io non
ne potevo più... E quando non ce la facevo più cominciai a sentire gli
strilli e le botte. Come se Dio non esistesse. Come se Dio mi stesse
prendendo in giro. Proprio quando io non ne potevo più, quando io lo stavo
chiedendo a Dio con più forza, lui mi stava concedendo il contrario. Però il
Signore mi fece capire una cosa: che io, in fin dei conti, stavo tentando Dio
in favore mio contro quella persona. Perché capii questo: "E se c'è bisogno
che quest'uomo pecchi, che perda la sua vita per trovarla? Forse tu non vuoi
permetterlo? 0 io, quando tu hai peccato, non te l'ho permesso? Forse che tu
non sei dovuto scendere fino in fondo per capire chi eri? Rispondi si o no?
Tu sì, ed ora tu stai qui a chiedermi che io tolga a quel l'uomo il diritto
alla sua libertà in tuo favore". Questo l'ho sentito profondissimamente. Ero
molto nevrotico e penso che, da quel momento in poi, ho cominciato ad essere
un pò meno nevrotico. Cominciai a capire un sacco di cose: che in fondo io
non amavo mai i poveri, che non li avevo mai amati, che ero andato nelle
baracche per la mia nevrosi. Capii che Dio si era servito di quel fatto,
quello che volete, ma cominciai a capire moltissime cose.
Bene, voglio dirvi queste cose perché capiate che abbiamo dei concetti
molto diversi. Quello che io potevo fare era pregare per quel ragazzo ed
abbandonarmi al Signore. Ed effettivamente il Signore ha avuto cura di lui
perché si pensava che l'avrebbe ammazzata e non è successo. Io pensavo che
nelle baracche tutti sarebbero finiti male: e non è successo. Quelli che
erano nella comunità continuano il cammino.
Volevo dirvi che essere cristiani è vivere nella precarietà, ossia
nella libertà, e che questa libertà Dio non ce la può mai togliere. Allora
vuol dire che dopo questo scrutinio io sono quello di prima? No, non sei quel
lo di prima. Tu hai visto un'azione di Dio su dite. Il Signore ti ha
liberato, il Signore ti esorcizzato, il Signore ha fatto crescere il tuo
Battesimo. Questo tu lo vedrai e, senza questo, tu non potrai arrivare
all'ultima tappa. Senza che facciamo tutto questo con te. Tu hai bisogno di
ciò per arrivare alla tappa seguente. Ora tu entri in una fase di
combattimento. Sai che cosa è il combattimento? Lottare. Tu devi combattere.
Il Signore combatterà contro i tuoi demoni. Quello che il rito ha significato
non termina, questo è ciò che continuerà. Il rito attuerà in te per tutto
questo tempo.Perché i riti non solo hanno un potere al presente ma hanno
anche un potere sul passato verso l'avvenire. Questo rito si proietta in
avanti in modo che tu sappia che il Signore ha fatto una alleanza con te. Non
dubitare del Signore perché Lui ti ha giurato e promesso nel sale che ti darà
il Regno dei Cieli e che ti farà sale della terra. Coraggio.
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Ma lascia fare al Signore perché la Terra la si conquista poco alla volta. Il
Signore ha promesso al suo Popolo di dargli la Terra Promessa, ma non l'ha
promessa immediatamente: ha detto che la conquisteranno poco a poco. E per la
debolezza che ha. verso di loro, ha spiegato perfino il perché. Dice:
"Guarda, se tu conquisti la Terra in un colpo solo ed uccidi tutti i suoi
abitanti, siccome voi siete ancora pochi e la terra è molto vasta, non la
potete occupare tutta e, nella terra che rimane abbandonata, cominciano a
proliferare predatori, animali, cani selvatici e tutti questi animali
selvaggi potrebbero rivoltarsi contro di te e recarti danno. Per questo è
meglio che tu avanzi poco alla volta. Allora quei nemici che abitano ancora
la Terra, ti stanno facendo un favore perché la stanno preservando, la
conservano per te e continuano a coltivarla per te. Togli loro un pezzetto e
ti stabilisci". Questo lo dice la Scrittura, lo potete leggere nel
Deuteronomio (Dt. 7, 22) e nel libro dei Numeri. Dice loro che poco a poco
conquisteranno la terra.
Anche noi conquisteremo la nostra terra poco alla volta. Non quando né
come vuoi tu. Pecchi, ti arrabbi, fornichi, sei orgoglioso? Bene, convertiti
rapidamente. L'unica cosa che posso dirti è: alzati, alzati in fretta. Perché
se stai li molto tempo sperimenterai l'angoscia e la morte. E se io ti amo
non voglio che sperimenti la morte e l'angoscia; ma se hai bisogno di
sperimentarla la sperimenterai. Che ci possiamo fare? Dice la Scrittura che
ciò che distingue il giusto da colui che non è giusto è che il giusto pecca
sette volte e tutte e sette si rialza, mentre colui che non è giusto pecca le
stesse sette volte ma da nessuna si rialza. Non dice che chi non è giusto
pecca quattoridici volte ma che pecca le stesse sette senza rialzarsi da
nessuna. Il giusto pecca sette volte ma sa che il peccato non è una cosa
buona. Però il peccato lo aiuta ad aumentare l'umiltà, lo aiuta a non
sentirsi migliore degli altri. Il sentirsi migliore degli altri ha portato al
disastro della seconda guerra mondiale. Il popolo nazista, fondato da Hitler,
era un popolo di perfetti: la razza ariana. Si credevano gente superiore, per
questo disprezzavano profondamente gli altri popoli. Questo è il fariseismo:
i farisei disprezzavano il popolo. Colui che si crede buono disprezza sempre
gli altri. Io molte volte, quando il Signore mi permette di vivere momenti di
tortura o di angoscia, o momenti di paura, o momenti di peccato...mi ricordo:
"E se c'è bisogno che sperimenti questo per aiutare i fratelli nel prossimo
scrutinio? Perché, che. cosa credete? Che io voglia peccare? O che voglio far
qualche cosa, masturbarmi, arrabbiarmi con qualcuno, lasciare la preghiera?
No. E se c'è bisogno che io pecchi per te? Chi sono io? Un marziano? Io non
voglio essere un marziano in mezzo a voi; sarebbe mostruoso se lo fossi. Io
sono uno come voi, un idiota, un peccatore. E "maledetto l'uomo che confida
nell'uomo". Guai a voi se vi appoggiate in me. Per questo sono oggi il vostro
catechista ma domani mi investe una macchina ed avrete un altro catechista e
non succede nulla. Perché l'importante non è che voi vi appoggiate in me;
l'importante è che voi sperimentiate realmente Gesù Cristo. Questo lo dico
rispetto alla precarietà.
Ho parlato molto e quando si parla molto magari si dice poco. Non so se
avete capito quello che vi ho voluto dire. Voglio dire che entriamo in un
modo nuovo di vivere il cristianesimo. Il cristianesimo lo viviamo giorno per
giorno. A te non è stato dato un buono perché tu non pecchi più; non è vero.
Oggi non hai peccato, sei stato contento ed in pace? Benedici il Si
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gnore, questa notte, perché è meraviglioso. Domani mattina: ti è successo
qualcosa? Converti rapidamente ed entra nuovamente nella gioia del Signore e
nella libertà interiore. Non preoccuparti. Non succede nulla. Rialzati in
fretta. Vai a confessarti dal primo prete che trovi, fai quello che vuoi: il
Signore ha capito. Ti rialzi e sei nella libertà. Non succede nulla. Vivremo
nella libertà. Non rimanere nel peccato, questo sì: non rimanere in un buco.
Se rimani nel peccato sarà una cosa terribile per te: può succedere che non
ne possa uscire.
Prima vi stavo dicendo che io avrei voluto essere monaco perché io, in
fondo, ero molto orgoglioso e quando il Signore mi chiamò ad essere cristiano
avrei voluto essere perfetto. Come molti altri. Volevo non peccare più perché
non mi accettavo Smisi di fumare, senza fumare ero molto debole, e facevo
anche moltissimi sacrifici. Un'altra cosa che mi fece scoprire il Signore, vi
racconto la mia esperienza perché forse vi può servire, fu questa: che io, in
fin dei conti, volevo farmi monaco perché non accettavo la povertà. Io ero un
tipo molto esigente con me stesso e volevo essere povero. Ma non povero solo
fisicamente, io volevo essere povero nel campo spirituale: volevo entrare in
convento perché la vita mi faceva paura. Non nel senso di aver paura della
vita ma perché volevo che la mia vita fosse spiritualmente assicurata.
Scoprire questo fu una cosa enorme perché mi fece vedere che la vera povertà
non consiste nel fatto che io mi metta in un convento, in un posto dove avrò
la sicurezza di non peccare mai più, perché sono in convento e sono molto
buono, dove viene a trovarti la tua mammina ed i tuoi fratellini e la gente,
tu sei un monaco che canta, di quei monaci molto buoni che si alzano a metà
della notte ed hanno molto prestigio in società, con i fratelli che dicono:
"Si, io ho un fratello certosino"; ma che la vera povertà è vivere l'oggi,
vivere accettando la tua storia. Da quel giorno, quando Dio mi diede questa
possibilità nel più profondo di me stesso e mi giunse la pace, io non pensai
più a ciò: accettai completamente che il mio direttore spirituale mi dicesse
di non farmi monaco. Questo è quello che volevo dirvi al principio, ma poi me
ne sono dimenticato.
Qui, in questo scrutinio, c'è molta gente che ancora non ha cambiato
mentalità e vuole in definitiva assicurarsi un futuro spirituale. E invece
no, no. Tu sarai sempre libero, sempre, sempre. Per questo Karl Rahner,
riferendosi ai seminari ed ai seminaristi, diceva che non si ha diritto a
castrare i preti e lo diceva nel senso di metterli in un seminario, con una
educazione siffatta che non vedano mai una donna parlando sempre della loro
mamma, della Vergine e cose del genere, chiudendoli con barriere tali che
quest'uomo non abbia mai problemi di tipo sessuale. Karl Rahner, un teologo
gesuita, diceva che questo non si deve fare, che questo non è quello che
vuole Dio. Ogni presbitero è un uomo che deve avere la stessa lotta di ogni
altro uomo. La lotta con il sesso è una lotta che l'uomo ha dalla sua pubertà
fino alla morte, sempre, mai gli sarà tolta. E forma il suo carattere, lo fa
vivere in una tensione che tutti abbiamo sempre e che è fondamentale per
l'uomo. Togliere questa lotta è attaccare la natura umana. anche se viene
fatto a favore di uno "statu quo" della Chiesa, di una situazione ... ...
etc.
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Il camino catecumenale ci insegnerà a vevere il cristianesimo nella
precarietà, nell'oggi, nell'adesso. Adesso sto sperimentando l'amore di Dio,
rendo grazie a Dio che ha sentito questa mattina l'amore di Gesù. In che
senso? Che Gesù mi ama e basta. Se tu sentissi che Dio ti ama e questo ti
bastasse, il fatto che ti ama, che Dio non ha bisogno che tu cambi, che ti
ama e basta, sarebbe sufficiente. Ti ama immensamente e non permetterà che tu
sprofondi. Uscire dal moralismo, uscire dalla legge per entrare nella
gratuità totale, nell'amore che Dio ha per te. Questo è ciò che speriamo che
il cammino catecumenale vi possa dare poco a poco.
La parola "Satana", nell'Antico Testamento, si usa per nominare il
demonio e significa: "L'accusatore"; lo Spirito si chiama "Il Paraclito". La
contrapposizione a Satana è il Paraclito. Satana significa l'accusatore,
colui che accusa; il Paraclito significa colui che difende, l'avvocato.
"Paraclito" in greco significa l'avvocato, colui che ci difende.
Da che cosa? Il demonio ti dice: "Tu sei un porco, non sei buono a
nulla, tu sei un peccatore". Ti fa guardare il tuo peccato. Ti sta accusando
perché tu ti ribelli. Lo Spirito Santo è colui che ti dice che tu sei buono,
che Dio ti ama, che non devi preoccuparti, che Dio ti ama, che Dio ti
perdona; è colui che ti dice chi è Cristo. Lo Spirito Santo ti sta dicendo
dentro: "Non preoccuparti uomo, guarda che Cristo è la santità di Dio. E che
cosa è la santità di Dio? E' che ti ama anche se sei peccatore". Questo è ciò
che fa in noi lo Spirito Santo: ci mostra Cristo perché arriviamo al Padre.
Lo Spirito Santo dentro di noi è colui che ci chiama, l'avvocato, il
consolatore. Lo Spirito Santo ci dice: "Non lasciarti ingannare dal demonio.
Coraggio, stai attento, guarda Gesù Cristo. Lo vedi sulla croce? Tu guarda
verso Cristo. Hai visto cosa è Gesù Cristo? Guardalo. Che cosa significa
quell'immagine? Guarda: Cristo significa che Dio ti ama quando tu sei suo
nemico. Non lo vedi? Tu lo stai uccidendo e Lui ti sta perdonando dalla
croce. Tu non devi pensare: sono una canaglia". Quello che voleva mostrarci
Dio era questo: che ti amava. Perché il demonio ti ha sempre fatto la
catechesi che Dio non ti ama. Cristo ti sta dicendo che Dio ti ama sempre
anche quando sei peccatore. Dice San Paolo: "Se quando Cristo viveva ed era
l'unigenito di Dio lo abbiamo ucciso - l'unigenito di Dio - e Dio ci ha
perdonato, ora che il suo Figlio è vivo come non ci darà in Lui, tutte le
cose? ". Per questo Gesù Cristo ha aperto una strada per mezzo della quale io
peccatore, uomo ipocrita, iracondo, posso avvicinarmi a Dio senza che la
santità di Dio mi distrugga, e precisamente perché la santità di Dio si è
mostrata in Cristo. Come? Come l'unico che mi ama, ama me peccatore. Ho la
strada aperta. Fate bene attenzione: ho il cammino completamente aperto,
gratis, in Gesù Cristo. Per questo Gesù Cristo è sacerdote, è ponte.
Sacerdote significa ponte fra i miei peccati, la mia realtà e l'amore di Dio.
Cristo è venuto per essere intermediario, per prenderrmi da qui e portarmi al
Padre. Allora la santità di Dio s'è mostrata in Cristo in pienezza, in
modoche chi vede Cristo vede Dio. "Filippo, chi vede me vede il Padre".
Allora io, che sono un povero disgraziato, che oggi mi sono arrabbiato -
pensa che sono cinque o sei giorni che non prego, che sono tanto stanco che
preferisco vedere la televisione e non prego - io, come, posso avvicinarmi al
Signore? Gesù Cristo mi dona la strada fatta, aperta. E' una cosa
straordinaria quello che significa Gesù Cristo: in Lui io mi posso appoggiare
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in Lui io posso avvicinarmi a Dio e posso trovare la santità di Dio. Il volto
di Dio, la santità di Dio brillano sul volto di Gesù Cristo. Sul volto di
Cristo ha brillato chi è Dio per me. Allora com'è possibile che io non ve lo
annunci?
Mi ricordo che un ragazzo era stato processato perché l'avevano visto
con una bambina: un ragazzo, mezzo mostro, che aveva il problema che gli
piacevano le bambine, che aveva di questi problemi, era un uomo perseguitato
ecc. Quest'uomo cominciò a convertirsi perché io gli dimostrai di non essere
migliore di lui. Lui infatti pensava guardate ciò che fa il demonio che
nessuno lo poteva amare. La solitudine quasi lo distruggeva e cosi era stato
sul punto che lo impiccassero. Non era una cosa irrefrenabile in lui, non era
malato, non era un vizio. Ma la società voleva farlo fuori. Perché si
trattava di una bambina, perché poi la bambina rimase traumatizzata... E se
la gente trova un tipo così, lo afferra e lo lincia, non è vero? "E' una
schifoso, bisognerebbe ammazzarlo". Questo lo dico perché vediate che cosa è
una folla. Poco tempo fa siamo stati in Portogallo, in pochi minuti avevano
linciato un negro. Avevano ammazzato due operai in un attentato e c'era una
signora che era presente al funerale: le rubarono la borsa. C'era un negro
dietro, che era malvestito e la signora disse: "E' stato lui". La situazione
era un pò difficile, complicata: pensavano che se un uomo era capace di
andare ad un funerale per rubare... lui tentò di rifugiarsi sotto una
macchina. Quando arrivò la polizia era già distrutto, spacciato, morto. E'
successo pochi giorni fa. Era gente di Lisbona. Quando lo tirarono fuori non
aveva il portafoglio, non era stato lui. Quell'uomo aveva figli, era sposato,
era un uomo bravissimo ed era lì al funerale come tanti altri. Ma neppure lo
lasciarono parlare, non gli lasciarono dire nulla. Il primo gli diede un
pugno in faccia "Volevi fare il furbo! ", poi incominciò la gente; un altro
lo colpì allo stomaco... l'uomo cadde, non ne poteva più. Non si sa come si
nascose sotto una macchina ma lo assassinarono. E tutti sono cattolici, tutti
vanno a messa: gente normale. No, non ridere: se tu fossi stato lì anche tu
avresti picchiato, anche tu. Stai li e cominci a dire: "Questi svergognati
che si approfittano perfino dei funerali, dei morti degli altri... selvaggi!
". Certo! Perché tutti la pensiamo cosi, siamo tutti uguali. Non ci si può
neppure guardare.
Stavo parlando di quel ragazzo. Cominciò a convertirsi ed ora è un uomo
sposato, normale, perché il cristianesimo lo aiutò totalmente. Perché ha
creduto che io non ero migliore di lui, e perché io non mi credevo migliore
di lui, veramente. II Signore me lo ha concesso... Il fatto è che io non sono
migliore di qualsiasi degenerato. Che colpa ne ha lui, poveretto, se ha dei
conflitti che gli vengono dal fatto che magari sua madre voleva abortire
perché lui era il quinto figlio? Che colpa ne ha, il poveretto, di queste
cose? E poi soffrono conflitti, angosce e non so che altro. No, "Questo è un
mostro, bisogna ammazzarlo! ", così pensa il mondo. Perché vi rendiate conto;
se tu ami il mondo è questo quello che tu ami. Se tu sei figlio di mamma tua
non puoi essere cristiano, perché cosi la pensa tua madre, tua cognata, tua
cugina, tuo padre. La Chiesa ti sta togliendo dal mondo e ti metterà nel
mondo come sale perché il mondo ha bisogno del contrario. Ha bisogno di
misericordia e di comprensione.
Adesso devo dirvi qualche altra cosa riguardo al fatto che, dopo il
secondo scrutinio, la comunità comincia a vivere nella comunione. I beni si
cominciano a vivere in comunione. Questo è un fatto che dobbiamo chiarire un
po'. Voi siete chiamati, il Signore vi sta chiamando, sce
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gliendo per essere un sacramento. Come sacramento c'è bisogno che, in mezzo a
noi, non ci siano né poveri né ricchi, Sarebbe una cosa mostruosa che io ti
dicessi che ti amo molto se tu non hai da cenare ed io ho il superfluo in
casa. Ma come si può fare questo? E' difficile farlo. Noi non faremo una
cassa comune. Nei primi tempi della Chiesa, nei primi secoli, nei primi
momenti, sembrava che fosse così, poi immediatamente si resero conto che non
si poteva vivere così; allo stesso tempo, però, vivevano la comunione
dell'amore nella comunione dei beni. Diceva S. Paolo: "Così come vi scambiate
i beni spirituali, scambiatevi anche i beni materiali".
Noi lo facciamo così. Il responsabile è chiamato, nel nostro cammino, a
svolgere la funzione del servizio diaconale, di diacono: diacono è il
servitore, colui che serve gli altri e lo fa in tre modi. Serve, nella
carità, le necessità dei fratelli, serve nella liturgia e serve nella Parola.
Allora, come si fa questo? Noi abbiamo scoperto, non dico che questo non si
perfezionerà nel futuro, ma abbiamo visto come a poco a poco si può fare
questo così: il responsabile è il mezzo attraverso del quale si realizza
questa comunione. Come? Se c'è qualche fratello che ha un qualche bisogno lo
dice al responsabile ed il responsabile fa una colletta nella comunità per
quella necessità.
Questo dei soldi è una cosa difficile perché noi possiamo sempre
pensare che qualcuno se ne approfitta e vive alle spalle degli altri. Ci sono
sempre persone che possono dare e possono pensare di dare perché il denaro
venga usato bene, ma non che lo si spenda in "stupidaggini". Penso che è per
questo che abbiamo avuto bisogno di fare questo rito di rinunziare un poco al
potere che il denaro esercita su di noi. In tutte le comunità che camminano
davanti a voi non ci sono molti problemi in questo senso. Può succedere, in
alcune, che il responsabile lo faccia male o la moglie del responsabile è
un'impicciona, una donna ossessionata dal denaro, ed allora lo guarda male...
Allora bisogna toglierlo da responsabile; a volte invece il responsabile è
uno che non ha ancora risolto questa faccenda del denaro e lascia il denaro
alla moglie o cose così... Dipende molto dal responsabile. Conosco meglio, ad
esempio, le comunità d'Italia: quelle che noi portiamo più avanti risolvono
questo molto bene. Ogni mese danno, se è una comunità medio-borghese, circa
settecentomila lire per i bisogni dei fratelli. C'era un fratello che viveva
molto lontano ed in una casa molto brutta: gli hanno comprato un appartamento
nuovo, più vicino e più bello di quello che aveva. Anche un altro fratello,
della comunità di Carmelo, lo hanno aiutato per un appartamento... E poco a
poco, senza violenze, si scoprono le necessità dei fratelli. Un fratello ha
bisogno per una operazione? Viene aiutato. Un altro non ha lavoro? Gli viene
trovato. Si va creando una cosa naturale, senza essere, una cosa forzata.
Abbiamo, rispetto ai soldi, una deformazione totale perché siamo
vissuti in una Chiesa protetta. Una cosa assurda che forse, nel futuro, non
ci sarà più. Io credo che non sarà così, anche se hanno aumentato lo
stipendio ai preti. Ho letto un articolo sul giornale in cui dicevano che la
gente protestava e diceva perché si devono pagare dei preti nei quali non si
crede, con cui non si è d'accordo, ecc. Un problema trattato da varie
riviste. E' una cosa assurda. Per colpa di questo fatto la Chiesa, molte
volte, non è libera di esercitare la sua missione profetica nei riguardi
dello Stato, perché è pagata dallo Stato anche se attraverso la gente. Stiamo
andando verso un'autonomia in questo senso perché pensiamo che la
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Chiesa, nel futuro, potrà essere autonoma. Perché? Perché lo è sempre stata.
Nell'Antico Testamento sta scritto che davano le decime e le primizie. Nella
religione che Dio ha rivelato dice che le primizie del tuo olio, del tuo
grano, delle tue pecore, dei tuoi agnelli, le darai ai sacerdoti; ed inoltre
darai una parte dei tuoi beni. Per questo Gesù dice ai farisei: "Voi che
tassate la decima del cumino", cioè voi che se una persona ha un seme esigete
perfino che paghi la decima su di esso, la decima parte di tutto quello che
ha in casa, e "inghiottite cose più grandi". Questo lo dice Gesù Cristo che
si stava preoccupando molto...
Questo fatto della decima è poi passato alla Chiesa: è un comandamento
della Santa Madre Chiesa. "Pagare decime e primizie alla Chiesa di Dio"; è un
comandamento della Chiesa che si studia nel catechismo. Anche se poi nessuno
paga mai nessuna decima, nessuna primizia di nessun tipo. Nella Didaché, che
è la prima catechesi„ sta scritto che le primizie e la decima parte dei tuoi
beni le darai ai profeti. Se non hai profeti nella tua comunità la darai,
dice la Didaché, ai poveri che sono Cristo.
Oltretutto questo fa si che l'uomo non possa accumulare e mette l'uomo
in una situazione che fa si che pensi l’economia in modo diverso. Non vive
pensando al risparmio ma approfitta di più della vita ed ha tutto in
abbondanza perché ciò che impoverisce è il risparmio, l‘accumulo dei
capitali. E' tremendo pensare che la maggior parte delle gioie e dei beni più
ricchi d'arte sono nelle cassaforti delle banche. Chi ha un Velasquez non lo
tiene in casa, lo tiene nella cassaforte, in banca, ben custodito; chi ha una
collana magnifica non la tiene in casa, la conserva, controllata, nella banca
e la tira fuori solo rarissime volte, se c'è una grande festa molto
importante. La gente importante che ha diamanti preziosissimi si è fatta fare
copie false e portano queste. Tutto ciò impoverisce. Alla fine tutto sarà in
cassaforte, tutto sarà nascosto: la bellezza, l'arte, i soldi, l'amore. Sarà
tutto seppellito sotto il cemento, sotto metri e metri di acciaio. Questa è
la verità. E' una cosa tremenda. Meno male che di tanto in tanto vengono i
ladri: meno male. Ho fatto un sacco di risate quando ho saputo di quel fatto
di Nizza, quando i ladri sono arrivati a quelle cassette di sicurezza, le
hanno scardinate e hanno rubato tutto. Ognuno aveva la sua cassettina con i
suoi gioielli, i quadri, tutto. E magari vive poveramente nella sua casa
pensando di avere là una sicurezza, in banca. E magari succede che gli viene
un infarto e tutta questa sicurezza lui non l'ha mai sfruttata e se la prende
un cugino che ha una faccia di bronzo e che non appena ci mette le mani sopra
(male accumulato e male speso) siccome non se lo è sudato non gli importa
nulla: lo vende al primo che trova e se lo spende in cinque giorni. Se lo
vedesse il tizio che ha passato tutta la sua vita pensando a quel gioiello, a
quella statuetta, a quella cosetta... Ironie della vita, fratello! Ma questa
è la vita. Carmen mi ricordava un racconto indù. Vi racconto una parabola
indù che è molto interessante per ciò che riguarda l'avarizia, l'affanno per
le ricchezze. Racconta che c'era un uomo più o meno felice come lo siamo
tutti. Era un sarto e viveva tranquillamente. Poi un giorno gli successe
qualcosa: incontrò un tesoro. Era un uomo povero ma riusciva a mantenersi con
il suo lavoro, lui, la moglie ed i suoi figli. Non era un uomo che avesse
molte sofferenze o molte difficoltà e neppure era eccessivamente felice. Un
gior
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no che gli stavano andando un poco male gli affari era seduto sotto un albero
ed uno spirito come il demonio gli disse: "Vuoi essere ricco? " Lui rispose:
"Certo che voglio essere ricco, mi piacerebbe essere ricco! "; "Allora ecco:
qui ci sono sette tinozze piene d'oro, sette tinozze piene di monete d'oro
tutte per te'". Però ad una di queste tinozze mancava un poco d'oro. Il fatto
era che quest'uomo non riusciva a capire perché ce n'erano sei piene ed una
alla quale mancava un poco d’oro. Allora pensò: "Quello che devo fare forse è
terminare di riempire quest'ultima tinozza di oro, così sarò l'uomo più ricco
della terra, il più ricco del paese". E trascorse tutta la sua vita lavorando
e lavorando per riempire la tinozza senza mai toccare le altre. Cominciò a
dimagrire, ad essere intrattabile con la moglie, e ad essere un avaro, un
tipo tale che magari in casa sua non si mangiava, non c'era allegria nella
sua casa. Fino a che in uomo, vedendo quanto costui soffrisse e come era
diventato avaro, gli disse: "Certamente qualcuno ti ha ingannato con il fatto
delle tinozze: non è vero che tu hai sette tinozze?". A lui era successa la
stessa cosa e si era disfatto delle tinozze. E l'altro a dire che non era
vero, che non era vero nulla. Era una malattia. I soldi scatenano nell'uomo
una tale corrente di egoismo che lo possono trasformare. Questo è il racconto
indú. L'uomo disse all'altro che ciò che doveva fare era liberarsi
rapidamente di tutto quell'ora: così sarebbe tornato libero. Ed
effettivamente entrò l'allegria nella sua casa, tornò ad essere nuovamente un
tipo normale e se si sciupava la luce o si consumava la candela, oppure si
spendeva un poco di più, anche se l'indomani non ci sarebbe stata tanta luce,
non gli importava. Viveva con quello che c'era oggi e, domani, con quello che
ci sarebbe stato domani: perché oggi è oggi e domani è domani.
Questo di vivere nell'oggi è qualcosa che dovete imparare tutti voi.
Io, ad esempio, penso che lo sto imparando ora un poco. Proprio per il fatto
di avere tantissimi scrutini, tanti e tanti scrutini, non mi faccio più
illusioni su nulla e sono stanco. L'unica cosa che mi aiuta è vivere
nell'oggi, il vivere adesso; perché se penso al dopo, siccome non mi piace
molto umanamente... Allora la cosa migliore è vivere ora. E questo fatto mi
ha donato il miglior modo di vivere, completamente in pace. Questo me lo ha
concesso il Signore, ultimamente, ed anche a Carmen. Vivere veramente l'oggi.
Non vivo pensando che me ne andrò a Roma o che quest'anno andrò in vacanza
tutta l'estate, o quello che volete. Siccome non ho vacanze... mi risulta
impossibile vivere pensando a ciò che viene dopo; fra poco tempo il prossimo
scrutinio, il fatto che devo rimanere tutti i giorni fino alle due o alle tre
del mattino con tutti questi problemi: uno che si ribella, un responsabile
che si è ribellato e se ne è andato e non vuol più tornare... Questo è un
modo di vivere l'ora, vivere questo scrutinio senza voler scrollarlo di
dosso, ma vivendo l'oggi, la realtà: vivere l'oggi sapendo che qui c'è Dio.
Questa è una cosa che anche se si può dire a parole è poi molto difficile
viverla. Ma se il Signore ve la concede è una cosa meravigliosa.
E' una cosa poco piacevole parlare dei soldi ma abbiamo bisogno di
imparare a non averne paura. Ci sono uomini molto nevrotici rispetto ai
soldi: lo dico perché anch'io sono uno di quelli. occorre imparare a non
avere paura dei soldi, C'è gente che li butta via e c'è gente che li
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ammucchia, li conserva: noi non sappiamo utilizzare i soldi, ne abbiamo timor
panico. Questo perché ha valore in quanto segno dell'affetto.
Ma c'è una cosa che vi stavo raccontando prima: che ora, nel cammino
catecumenale dovrete arrivare a dare le primizie e la decima. Questo fatto è
già presente nei comandamenti della Chiesa.Noi non pretendiamo fare degli
itineranti una associazione con le banche riservate, con una banca privata
cosi come deve avere ogni associazione. Il problema più grave, uno dei
problemi che ci sono nelle associazioni, è che siccome devono tirare fuori i
soldi, e non sanno da dove perché la gente non sgancia cinque lire, allora
sapete che cosa hanno fatto? Si sono messi a dare lezioni per poter
guadagnare, a fare seminari. Perché non hanno soldi. Allora vien fuori che un
ordine religioso che era nato per le missioni si è trovato dopo a fare
lezioni, a costruire collegi ma senza avere un professore normale perché quel
tale che è laureato vuole molti soldi ed allora non c'è più guadagno. Come
faranno allora per dar da mangiare ai cinquecento ragazzini del Seminario?
Allora devono mettere un sacerdote. Allora quel povero ragazzo che entrò in
quell'ordine per andarsene in missione al Congo si scopre imbrogliato, perché
invece di essere missionario al Congo sta dando lezioni di matematica in una
scuola. Questa è la catastrofe e la tragedia di un sacco di religiosi. E
tutto proviene dalla stessa cosa. Ma vediamo, attacchiamo: dov'è il male? Nel
fatto che noi non viviamo il cristianesimo come dovrebbe essere. Noi, grazie
a Dio, non abbiamo bisogno di fondare, di formare un'associazione. Quando
fondi un'associazione hai bisogno di un seminario. Questo seminario, per
funzionare, ha bisogno di moltissimi milioni; non diciamo poi se c'è anche da
costruirlo! Chi lo ha costruito? Chi lo ha pagato? Ed i seminaristi, che cosa
mangiano? Visto che non lavorano! Chi ha dato loro da mangiare ogni giorno?
Allora: chi paga tutte questo? La gente? Il popolo? Quale popolo? E da dove
viene? Dalle elemosine che si danno nelle messe? Le elemosine date nelle
messe risolvono solo in parte, ma ci sono preti che guadagnano cinquantamila
lire. Ci sono preti, in Spagna, che stanno veramente, autenticamente
soffrendo la fame. Il parroco di Zamora ieri, per esempio, ha detto che mai
aveva potuto andarsene in vacanza. Con le cinquantamila lire vive tutta la
sua famiglia a un piccolissimo orto di suo padre in cui pianta cipolle ed
insalata e dove alleva conigli e galline. Di ciò e delle cinquantamila lire
vive la sua famiglia perché le elemosine che raccoglie sono pochissime e lui
non vuol farsi pagare i funerali. Ma il miracolo più grande è che sia capace
di tirare fuori l'ultimo pezzo di salame per i suoi catechisti. Perché hanno
fame.
Ecco che per poter arrivare a questa comunione dovete esservi educati,
dovrete avere un'altra educazione. Di ciò che guadagni al mese la decima
parte sia per la Chiesa, sia per i poveri, per aiutare gli itineranti, per
aiutare i vostri catechisti... Io non vi chiedo nulla, ma voglio dirvi che
pensiate ai catechisti. Perché se noi non prepariamo la comunità perché aiuti
un poco i catechisti allora, chiaramente, arriverà un momento in cui...Deve
essere una cosa normale, che nasce da voi stessi. Noi abbiamo detto agli
itineranti che non possono chiedere soldi, non possono chiedere soldi alle
loro comunità. Altrimenti sarebbe molto facile: ogni volta che rimani senza
soldi, chiedi e... Abbiamo detto che i
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soldi si chiedono solamente per i viaggi. Allora, quando la comunità si
ricorda, quando la comunità vuole ricordarsi, ci dà qualcosa. In questo
viviamo completamente abbandonati al Signore: quando la comunità si ricorda,
bene; e quando no, meglio. In ogni caso. In ogni caso io dico ai responsabili
che vigilino un pò e si rendano conto di tutte queste necessità. Voglio dire
cioè che la comunità deve iniziare tutto un nuovo modo di vivere questi
problemi. Cosicché il denaro noi possiamo disprezzarlo e non gli diamo
importanza; che sia l'ultima cosa in casa tua, non la prima. Che il denaro
non sia ciò che ti divide da tua moglie, che i soldi non siano ciò che
comanda nei tuoi rapporti affettivi, ma l'ultima cosa. Che mai si lasci
perdere una cosa per denaro. E' una formula che ho adottato fino ad ora e,
fino ad ora, è andato tutto bene. Non ho mai fatto una cosa perché costava
denaro, naturalmente se questa cosa era la volontà del Signore. Ho pensato
che si doveva andare con gli itineranti al monte Sinai, ed era una cosa che
costava milioni, e siamo andati al Monte Sinai perché gli itineranti
vedessero l'Alleanza del Monte Sinai. Poi c'è bisogno del Centro diaconale...
La stessa cosa! Poco a poco si va creando questa realtà dentro le comunità.
Speriamo che questo scrutinio abbia attuato in voi in modo che si crei, fra
di voi, questa comunità di beni.
Ed ora, brevissimamente, vi dirò alcune cose del cammino.Il Cammino
catecumenale, fratelli, si divide in tre fasi: prima una fase di annuncio,
poi, dopo questa fase di annuncio, abbiamo il pre-catecumenato. Fatti i due
mesi di catechesi abbiamo due anni di ascolto della Parola di Dio. Entriamo
nel pre-catecumenato facendo i temi biblici che voi tutti ricordate. Dopo due
anni facciamo il Primo Scrutinio; dopo un altro anno, nel quale cominciamo a
studiare i temi della Storia della Salvezza attraverso le sue tappe, si fa lo
Shemà ed ora stiamo facendo il Secondo Scrutinio (Kiko sta illustrando il
disegno sulla lavagna). Voi siete in questo momento qui.
Tutto questo è il tempo del pre-catecumenato: il tempo del
precatecumenato è un tempo di umiltà. . Adesso entriamo nel
Catecumenato.Siete gente che è entrata nel Catecumenato. Il primo tempo, del
pre-catecumenato, è un tempo nel quale si deve aprire l'orecchio. Precatecumeno
è colui che ancora non ha l'orecchio aperto; è un tempo di
discesa, nel quale cominciamo a scendere questa scalinata, a conoscere
profondamente la nostra realtà. E' un tempo di Umiltà, intendendo per umiltà
la verità: conoscere veramente chi siamo. Quando sia stata illuminata questa
realtà profonda che c'è in noi di orgoglio, di superbia, ecc..., entriamo in
un tempo di combattimento, di lotta, di semplicità! Ossia un tempo di
semplificazione interiore. Adesso occorre smontare, semplificare, occorre
distruggere. Dobbiamo arrivare alla semplicità, questo tempo del Catecumenato
è un tempo di combattimento, un tempo importantissimo. Dobbiamo arrivare alla
semplicità perché la semplicità è la santità. E' un tempo nel quale tu hai
già la tua storia illuminata, in definitiva sai che Dio opera negli
avvenimenti della tua vita. Ora non puoi dire che non lo sai, hai l'orecchio
aperto. Se ti accade qualcosa tu sai che lì c'è Dio che ti sta dicendo
qualcosa, se lo vuoi ascoltare. altrimenti non saresti dovuto passare. Ma Dio
ti sta dicendo qualcosa sia che tu stia soffrendo moltissimo o no. Ora Dio
sta agendo, sta operando nella tua storia per smontare radicalmente il tuo
orgoglio.
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L'immagine del catecumenato è Dio che lotta con Giacobbe. Tu devi
vedere realmente che Dio agisce nella tua storia, nella tua esistenza per
distruggere il tuo orgoglio. "Perché mi attacchi alle spalle e di fronte?
“Perché mi chiudi le porte? Perché mi soffochi? Perché? Perché Dio distrugge
il tuo orgoglio. Ora scoprirai che è Lui, è Dio che sta combattendo con te.
Ecco che quello di cui tu hai bisogno ora è aggrapparti adesso a questo Dio,
fortemente, perché Lui è il Potente. E' il Dio di fronte al quale tu sei
zoppo. Di fronte a questo Dio tu sei zoppo perché sei pieno di peccati,
pecchi, zoppichi. Tu non cammini: zoppichi. Tu sei una persona che zoppica
bene. In questo momento hai bisogno che noi ti insegnamo ad aggrapparti a
questo Dio. E come ti aggrapperai a questo Dio?. Per mezzo della preghiera
che è l'immagine dell'afferrarsi a Dio. Questo tempo ha tre esorcismi
fondamentali. Perché, se c'è un combattimento, chi è colui che combatte? Dio
combatte, contro i tuoi demoni. Non sei tu, è Dio colui che combatte.Ecco che
allora devi vedere che è Dio colui che combatte, la Chiesa combatte con te,
Cristo. E' Dio colui che combatte, ma Dio dove sta? L'immagine di Dio è
Cristo. E Cristo dov'è? Nella Chiesa. Allora la Chiesa deve essere presente
in questo combattimento: aiutarti. La Chiesa sarà vicina a te, vicina,
aiutandoti. Adesso avremo un tempo nel quale vedremo la Storia della Salvezza
attraverso le differenti figure bibliche; l'abbiamo già vista attraverso le
tappe, adesso la vedremo attraverso le figure bibliche: Adamo, Noè ... E,
dalla prima figura biblica fino a Gesù Cristo, vedremo una storia che Dio va
facendo con una serie di persone che hanno dei nomi ben precisi, come te;
perché Dio ti sta chiamando a far parte di questa Storia della Salvezza per
questa generazione.
Finito questo primo anno avrai una iniziazione alla preghiera; in
quest'anno ti insegneremo a pregare: sarà una cosa stupenda. Al termine di
questa iniziazione la Chiesa ti esorcizzerà nuovamente e ti consegnerà il
Salterio, il libro dei Salmi: ti insegnerà a pregare con i Salmi.
L'anno seguente ti sarà consegnato il Kerigma: il Credo, e sarai
inviato. Perché il Battesimo fa di noi tutti degli inviati. Qui non ci sono
cristiani di prima classe o cristiani di seconda classe, già l'abbiamo detto.
Tutti siamo itineranti. Tutti siamo apostoli. Allora in quell'anno tutta la
comunità si divide in piccoli gruppi di tre, vi riunite in una casa,
cominciate a pregare, a leggere la Scrittura e poi andate nella strada che vi
è toccata in sorte, di casa in casa, e ricevere ciò che riceverete; a bussare
alle porte, ad annunciare Gesù Cristo a quei fratelli, come profeti che
vengono a portare una Buona Notizia: la Pace del Signore sia con voi. Non
vorranno ricevervi, vi crederanno Testimoni di Geova, vi daranno cento lire
perché ve ne andiate... quello che sia. Alla fine di questa Traditio dovrete,
per tutta la quaresima, confessare nel presbiterio della vostra Parrocchia e
davanti alla Chiesa piena di gente la vostra fede in Cristo. Con la Chiesa
piena di gente, nel presbiterio della vostra parrocchia, con tutti i preti:
venite al microfono e confessate la vostra fede. Questo si chiama Redditio.
Vi abbiamo, cioè, dato il Kerigma, il Credo -il Credo è il riassunto del
Kerigma - e dopo aver ricevuto questo Credo voi siete andati per sei mesi a
"predicare per le case... poi lo restituite alla Chiesa. Redditio significa
restituzione: lo restituite a noi, ce lo date. Partendo dalla vostra
esperienza confessate questo Credo. "Io, Tizio, credo in Dio Padre
Onnipotente,
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Creatore del cielo e della terra, per questo a quest'altro motivo". Così vai
sviluppando ogni articolo del Credo, i dodici articoli del Credo, partendo
dalla tua esperienza. Come i talenti: non dando solamente la catechesi ma,
ora, dando la tua esperienza. Cinque talenti mi hai dato - tu mi hai dato il
Credo - ora te ne restituisco altri cinque in più - questo Credo compiuto in
me -.
Questo deve durare per tutta la Quaresima: e viene tua zia, tua
cognata, viene gente di tutte le comunità, tutti possono andare. Prima la
Quaresima era questo. La Quaresima, anticamente, era un tempo di conversione:
era il tempo forte dei catecumeni, e c'erano molti catecumeni e la gente
faceva un sacco di cose... Alla fine di tutto ciò, la domenica delle Palme,
il Vescovo ti consegnerà una palma: segno che tu sei un martire. Se hai
superato tutto ciò già ti si può consegnare la palma del martirio. Allora si
fa una processione con il Vescovo, speriamo che venga (a Roma c'è stato il
Vescovo ausiliare ed è stato magnifico). Quella palma che ti viene data nella
domenica delle Palme, noi la metteremo alla porta di casa nostra, seriamente.
E' un annuncio che lì c'è un cristiano e significa che lì vive una persona
che è disposta a dare la vita per confessare Cristo. La palma significa la
palma del trionfo del martirio. Precisamente confessare Cristo con i fatti
perché la palma è un simbolo: è come la colonna vertebrale, è come una spina
di pesce; dicono che la colonna vertebrale del cristianesimo è la confessione
di Cristo come Kirios nel la vita, con i fatti. Questo è ciò che ti sarà
consegnato e faremo una processione con il Vescovo tutti cantando: "Osanna,
osanna a colui che viene nel nome del Signore". Il cammino quanto più va
avanti è più bello, vero? Più facile, molto più facile. Il cammino va di male
in meglio. E' il contrario di molte cose. Prima, in altre cose, si cominciava
molto bene e poi la gente si stancava. Qui i più difficili sono i primi anni
quando la gente non capisce nulla, nascono i pasticci nella comunità...
quello non viene più... A cominciare da ora vedrete come vengono praticamente
tutti e quelli che non vengono è per una causa giustificata. Il cammino si va
facendo molto più serio, molto più bello: si sta solidificando.
Vi sono stati consegnati i Salmi per pregare, vi è stata con segnata la
spada a doppio filo per lottare: la PAROLA, predicare il Vangelo, predicare
il Vangelo nelle case: così il demonio è già mezzo morto. Se vi vede
predicare il Vangelo per le case, non gli rimane più nulla da fare. Se siete
capaci di andare di casa in casa a ricevere insulti per amore di Gesù Cristo,
il demonio vi lascia quasi in pace. Però, se per caso non vi lascia, viene
un'altra iniziazione alla preghiera. Ancora più forte. In questa preghiamo
anche di notte... In questo tempo ci alziamo tutte le notte alle cinque,
tutti i giorni preghiamo Lodi prima di andare a lavorare. Prima del lavoro,
al mattino, ci riuniamo in una chiesa per cantare al Signore e poi andiamo a
lavorare; tornando poi, alla sera, ci sono le catechesi sul Padre Nostro.
Catechesi sulla preghiera. E' un tempo forte e potente e così diamo l'ultimo
attacco al maligno. Non vi preoccupate: è un tempo meraviglioso; la gente,
poi, ne ha nostalgia, vuole continuare. Il fatto di alzarsi al mattino è
meraviglioso. Alzarti per pregare, per offrire, un'assemblea che canta le
Lodi al Signore. Ora vi si consegna il Padre Nostro. Con questo ci
avviciniamo già al tempo successivo, al Terzo Scrutinio, all'ultima fase che
è la fase della LODE.
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In questo tempo, dopo essere passati per di qua, si arriva a quella che
è la spiritualità cristiana, a vivere la vita pensando che è meravigliosa.
Perché? Perché Dio ti ama, ti ama profondamente e tutto ti sembra poco per
ringraziare il Signore. Non hai più bisogno di nulla; nella tua vita, nel
fondo del tuo cuore, nasce un canto spontaneo, non forzato. E' orribile
obbligare qualcuno a pregare per forza. No, questo è un canto, è una lode che
nasce nel tuo cuore, un atteggiamento, un modo di essere nella tua vita.
Questo è ciò che si chiama l'atteggiamento eucaristico: Eucarestia è azione
di grazie, è un'attitudine, un modo di essere nella vita. Di qui passano solo
quelli ai quali il Signore abbia concesso questo per tutto questo tempo. C'è
gente che ancora non lo ha per nulla, nessuno di quelli che sono qui oggi.
Voglio dire che arrivare a questo è un dono. E' la terza fase del cammino.
Già questo Terzo Scrutinio è un poco più forte: è il tempo nel quale
cominciamo già a guardare verso questo discorso della Montagna, ai fatti
dell'amore ai nemici. Potete passare o no a seconda che cominciate a portare
su di voi l'ingiustizia della gente. Poi viene la rinnovazione del Battesimo
nella Veglia Pasquale, quando vi si impone la veste bianca, e faremo una
Eucarestia con le vesti bianche. Nell'altro Scrutinio c'è una nuova rinuncia
a Satana. Ci sono tre rinunce: una nel Secondo Scrutinio, una nel Terzo ed
una nella Rinnovazione Battesimale. E già quest'ultima rinuncia si farà ogni
anno. Perché sapete che il Battesimo, da tempi immemorabili, occorreva
riviverlo ogni Veglia di Pasqua e di questo fatto qualcosa è rimasto nella
Veglia di Pasqua: ancora oggi, nella Veglia, la gente rinnova le promesse e
la rinuncia a Satana. Perché il Battesimo si deve rivivere, farlo presente
perché attui in noi.
In questo punto, vi dicevo, vi si consegnano i Salmi, il Credo ed il
Padre Nostro. Dopo l'Elezione c'è l'Effeta, la Lode, il Neofitato che è un
tempo di catechesi molto bello e molto breve. Poi già si è fedeli; Fedeli
vuol dire coloro che sono fedeli dopo tante prove, quelli che hanno finito
essendo fedeli, quelli che sono rimasti fedeli a questa Alleanza fatta qui.
Bene, vediamo, qui ho scritto i temi. Daremo una visione dell'Antico
Testamento fino a Gesù Cristo attraverso le figure bibliche, più o meno
nell'ordine in cui appaiono nei libri. Per primi abbiamo i Patriarchi:
FIGURE BIBLICHE
PATRIARCHI CONDOTTIERI Giudici (continua)
Adamo Mosé (3 cel. ) Jefte
Eva Aronne Sansone
Caino Giosué Il delitto di Gàbaa
Abele Samuele
Noé
Abramo (2 celebrazioni) GIUDICI RE
Isacco Deborah e Barach Saul
Giacobbe Gedeone Davide (2 cel.)
Giuseppe Abimelek Salomone
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FIGURE PROFETI PROFETI (cont.) RESTAURATORI
Tobia Elia Amos Esdra
Giuditta Eliseo Abdia Neemia
Ruth Isaia (3 cel.) Giona
Ester Geremia (3 cel.) Michea
Giobbe (2 cel. ) Ezechiele (3 cel.) Naum
Daniele (2 cel.) Abacuc
Baruc Sofonia
Osea Aggeo
Gioele Zaccaria (2 cel.)
Malachia
Come si fanno queste figure bibliche? Ora c'è una novità; mi pare che
per voi è una novità, no? E' una liturgia domestica: non ne avete mai fatte,
vero? Allora, una settimana ci riuniamo nelle case in gruppo e facciamo una
liturgia di tipo domestico. In questa liturgia domestica cominciamo, per
esempio, con Adamo. La prossima settimana, cioè, la comunità si riunisce per
piccoli gruppi e che cosa fanno? Il padrone della casa nella quale vi riunite
fa da presidente del gruppo, inizia con l'orazione; vi riunite attorno a un
tavolo, ciascuno con la sua Bibbia, e cominciate a scrutare le Scritture.
Leggete: uno legge a voce alta, gli altri seguono sulla loro Bibbia: Adamo.
Adamo è breve. Leggete tutto Adamo. Quando avete letto Adamo cominciate a
leggere i parallelismi della Bibbia di Gerusalemme. Una volta letti tutti i
parallelismi vi fate questa domanda: "Come si realizza questa figura in Gesù
Cristo?”. Poi c'è un'altra domanda: "Come si realizza oggi in noi? Che cosa
ci dice, oggi, questa figura? A che cosa mi chiama, oggi, questa figura?".
Allora ciascuno parla e, per prima cosa, dice come pensa lui che questa
figura si sia compiuta in Gesù Cristo; e per questo vi hanno aiutato i
parallelismi; potete tornare a vedere quello che dice la Bibbia... Poi
ciascuno dice come si realizza in lui. Fate le preghiere e ve ne tornate a
casa vostra.
Una cosa importante: non si tratta, riguardo a questo fatto della
Parola, di essere esaurienti. Noi non vogliamo che voi vi avviciniate alla
Scrittura con una mente greca: nel senso di imparare delle cose. Questo non
lo fate per imparare molto, per conoscere molto. Qui non si tratta di sapere
delle cose. Lo dico per quelli che hanno meno formazione: non si fa questo
per darvi una formazione. La Scrittura racchiude la Parola di Dio. Solamente
con il fatto che voi vi sediate con la Parola, all'aprirla e leggerla Dio già
sta parlando, siete in contatto con il Signore. Io faccio sempre un esempio.
Come dobbiamo avvicinarci alla Parola? Due fidanzati non si danno
appuntamento la domenica per vedersi e dirsi delle cose. Se prendessimo un
magnetofono e potessimo sentire la conversazione non sarebbe certamente:
"Sono felicissimo di stare con te, adesso ti spiego la teoria della
relatività". E l'altra giù a chiacchierare di quello che sta studiando. No,
non è così. Non è per imparare, non è per insegnare delle cose. Se mettiamo
un registratore non si sente nulla perché si stanno dando bacetti. Perché già
il fatto di stare insieme è importan
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te: stare insieme. Tenersi per mano, guardarsi, stare. Con la Parola succede
la stessa cosa. Vi avvicinate alla Parola che è una presenza molto
importante: se Cristo è presente nei poveri, prima ancora lo è nella Parola.
Chi si avvicina alla Parola si avvicina a Cristo. Quando vi riunite per
leggere la Scrittura si compie questa Parola: "Dove sono riuniti due o più,
nel Mio Nome, Io sono lì". "Scrutate le Scritture - dice Gesù nel Vangelo -
perché esse parlano di me". Allora ecco che lì sta apparendo Gesù Cristo.
Se la figura che avete quella sera è molto lunga e già avete fatto
molto tardi, allora la spezzate. Non c'è bisogno che la riunione duri più di
due ore. Potete fare un'ora di lettura e nella seguente parlare. Per prima
cosa leggete. Alcune figure sono molto lunghe, allora le dividete. Per
esempio Mosè è molto lungo, anche Davide, lo potete fare in tre volte. Voglio
dire che cominciate a leggere Mosè e quando ne avete letto abbastanza
smettete e cominciate a leggere i parallelismi. Quando finite passate alla
seconda parte: "Come si compie in Gesù Cristo?". Se si divide la figura
allora le èquipes sono le stesse. Avete capito? Voglio dire che non si tratta
di capire che cosa significa Mosé, se è un profeta o quello che sia... Basta
leggere la Scrittura, fratelli, che è piena del Signore. Dio vi sta parlando
e voi state ascoltando Dio. Adamo lo fate una volta in casa e, la volta dopo,
nella comunità. La stessa figura. Questo vi durerà più di un anno; anche il
secondo anno continuerete così. Il primo mercoledì, allora, avete visto Adamo
e avete parlato. Per il mercoledì seguente il responsabile avrà formato
un'èquipe diversa da quella delle case, che si riunirà per preparare una
celebrazione della Parola sul tema: Adamo. Questa sarà una celebrazione della
Parola normale, con quattro letture: una dai libri storici, una dai Profeti,
una dalle Epistole e l'ultima dai Vangeli. Avete capito?
Adesso eleggeremo il responsabile della comunità.
Questa votazione sarà più seria, parlando umanamente, nel senso che vi
conoscete di più e conoscete anche il fratello che ha più condizioni nel
senso della fede, della dedizione, che crede veramente che il responsabile
opera; oggi forse credete che c'è un altro fratello che si è distinto e forse
lo può fare meglio: potete votare un altro fratello, senza nessun problema.
Scrivete solo un nome, non si possono votare i preti e le monache. Facciamo
una breve preghiera.
- Invocazione cantata allo Spirito Santo
(Si distribuisce un fogliettino e ciascuno scrive un nome. Votano anche i
catechisti. Poi si eleggono tre corresponsabili con tre votazioni diverse ed
un solo nome alla volta).
Adesso eleggeremo anche un ostiario. E' un carisma molto importante. La
sua missione è quella di preparare la sala per le celebrazioni: aprire la
porta, spazzare, mettere a posto i banchi, l'ambone, la mensa, tutto ciò di
cui c'è bisogno sia per la Parola che per l'Eucarestia. Questo fratello,
senza sforzo e senza mormorare nel suo cuore giudicando gli altri che forse
non lo aiutano, rappresenta Cristo servitore di tutti
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che fa i lavori più umili. Prepara la sala, e alla fine, rimette tutto a
posto. Arriva per primo e se ne va per ultimo. Si incarica anche di
presentare al responsabile le persone nuove o aiutare quelli che arrivano
senza saper bene che cosa fare. Altri fratelli della comunità lo aiuteranno a
spostare i banchi o a disporre i fiori ma lui è il responsabile di tutto ciò.
Si preoccupa anche di scrivere agli itineranti ed ai fratelli assenti. Se non
avesse il carisma di scrivere lo può fare il responsabile o un altro
fratello. Fa il pane, anche se lo può fare un altro. Se in qualche occasione
il responsabile si accorge che questo fratello fa le cose con sforzo, lo si
solleva dall'incarico e si elegge un altro.
Alzino la mano quelli che sono disposti a fare questo servizio. (Alzano
la mano e si fa una votazione fra tutti i volontari).
Dovrete anche eleggere, più avanti, un solo cantore. Non vuol dire che
gli altri non siano cantori ma che in costui la comunità riconosce il
carisma, che non è uno che rompe i timpani cantando per conto suo. Questi
sarà, per così dire, il maestro dei cantori e potrà farsi aiutare da altri
fratelli che lo aiutino a cantare, e così la comunità sarà più ricca, non
avrà un solo cantore. Ma lui è il responsabile dei canti. Per questo dovete
eleggere uno che sia responsabile di ciò. Infatti se se ne elegge più di uno
comincia la concorrenza. Noi artisti siamo molto vanitosi e insopportabili ed
allora cominciano le invidie: improvvisamente nessuno vuol cantare ed
altrettanto improvvisamente tutti vogliono cantare. Avendo un responsabile
dei canti può cantare un giorno uno ed un giorno un altro... Ad ogni modo la
comunità deve esprimere il suo parere in questo senso. Non ci sono leggi.
Eleggete anche tre lettori che abbiano il carisma di proclamare la
Parola. Il che non vuol dire che nessun altro possa leggere. Questi possono
educare altri a leggere perché la comunità non si stanchi di ascoltare sempre
gli stessi. Ma se un giorno legge un altro non può essere uno che non ne ha
la minima idea. Per questo i tre lettori hanno la responsabilità in questo
senso. Bisogna leggere adagio, a voce forte, sillabando e con Spirito. Le
ammonizioni ai canti normalmente le fa il cantore ma può anche essere uno di
quelli che hanno preparato la celebrazione. Voi vedrete come fare.
Come catechisti restate quelli che già siete. Più avanti vi
confermeremo o no. Preoccupatevi molto dei segni. Che ci sia molta luce nella
celebrazione, tappeti (se è necessario mettete la moquette). Tutti i segni
con molta gelosia.
Avremo una riunione con le vedove per organizzare l'ordine delle
vedove. Già vi diremo ciò a cui si dedicano le vedove all'interno della
comunità; qual'é la loro missione: à molto importante. Una delle loro
missioni fondamentali è porre i loro beni al servizio dell'evangelizzazione.
Così come dice il Vangelo che Gesù era seguito da alcune donne che lo
servivano con i loro beni. Nella Chiesa primitiva le vedove avevano dei
servizi da svolgere: lavare i piedi ai santi - in questo caso i santi erano i
profeti itineranti e "lavare i piedi" significava mettersi ai loro servizio,
mettevano la loro casa a disposizione degli itineranti, dei profeti
itineranti, che erano impegnati nell'evangelizzazione. Inoltre si dedicavano
alla preghiera ed agli infermi in un modo maggiore perché avevano più tempo.
Tutta la comunità era presente in queste sorelle che aveva
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no questo tipo di missione con quelli che soffrono, con la preghiera e, in
grado maggiore, con i profeti itineranti. In Italia già ci sono, hanno
riunioni con me ed ospitano nelle loro case gli itineranti, il servizio di
ospitalità; ogni comunità ha una o due vedove e se, per esempio, arriva
qualche fratello alla comunità, quella sorella lo accoglie. Ha una missione
molto bella, stupenda. Ad ogni modo chi non vuole può non farlo. Io parlo a
chi si senta chiamata a fare questo servizio, veramente. Che ha un
appartamento e vive sola e vuol mettere l'appartamento al servizio dei
profeti itineranti perché ne hanno bisogno. Quando verranno gli itineranti,
siano della sua comunità o di un'altra, lei gli accoglierà in casa, darà loro
da mangiare e laverà i loro vestiti. Nella parrocchia le vedove visitano i
malati e gli anziani della parrocchia. Fanno visite negli ospedali, alcuni
giorni alla settimana fanno un servizio in questo senso. Ma non lo fanno a
nome proprio, lo fanno a nome di tutta la comunità, così come è a nome di
tutta la comunità che i catechisti stanno predicando. Tutto ciò che è Cristo
è rappresentato dai diversi carismi. C'è un aspetto di Gesù, che è l'inviato,
l'apostolo che va a predicare di villaggio in villaggio: Gesù è presente
nell'itinerante. E' Gesù il Maestro, che va con il catechista, Gesù che educa
alla fede. Gesù compassionevole verso quelli che soffrono è presente nella
vedova. Tutta la comunità deve essere compassionevole verso quelli che
soffrono, ma c'è una sorella che sta vivendo questo come carisma in servizio
di tutta la comunità. Gesù è il servo dì Jahweh al servizio di tutti nel
responsabile, nel diacono. Gesù è anche la testa, il primogenito, il
sacerdote; allora il sacerdote, il presidente della comunità, il presbitero,
sta facendo presente che tutti siamo sacerdoti così come il diacono sta
dicendo che tutti dobbiamo stare ai piedi del mondo, come la vedova dice che
tutti dobbiamo essere ospitali, ed il catechista dice che tutti dobbiamo
catechizzare, l'itinerante dice che tutti dobbiamo essere sradicati, lo
capite? Questa è la teologia della comunità. Come il matrimonio dice che
tutti dobbiamo amarci come ami tua moglie e lei ama te. Capite? Nella
comunità ciascuno avrà un carisma, un modo concreto di vivere il
cristianesimo.
Niente altro. Pregate per noi. (Preghiere. Padre Nostro. Pace.
Benedizione.)
N. B.
Se le comunità sono molte l'elezione dei corresponsabili e dell'ostiario si
può lasciare a loro perché lo facciano in una convivenza. Durante questa
catechesi si fa solo l'elezione del responsabile.
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TEMI PER LA CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DELLE COMUNITA' CHE NON PASSANO
Il sale La creazione e Adamo
Il fuoco La nuova creazione e Cristo
La croce Il peccato ed il demonio
Satana Il diluvio e Noè
Esorcismo La Torre di Babele e lo Spirito Santo
Idoli La fede ed Abramo
Ricchezze L'obbedienza ed Isacco
Diavolo L'elezione e Giacobbe
Prostituzione Il servo di Jaweh e Giuseppe
Acqua La schiavitù e l'Egitto
Allegria Il saltatore e Mosè
Alleanza La Pasqua e l'Agnello
Anticristo Il mare e la morte
Discepoli Il canto di Mosè e la gratitudine
Combattimento Il deserto e la prova
Volontà di Dio La manna e l'Eucarestia
Imposizione delle mani L'acqua della roccia e Cristo
Spirito Santo L'alleanza e le promesse
Libro della vita Il codice dell'Alleanza ed il cammino della vita
Vita Eterna Il vitello d'oro e la religione naturale
Elezione Lo Shemà e la croce di Cristo
Fede L'assemblea del deserto e la Chiesa
Prova - Tentazione La terra promessa e la resurrezione
Ricchezze Preghiera
Legge Digiuno
Sofferenza Elemosina
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A P P E N D I C E
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A P P E N D I C E I
A L C U N I D I A L O G H I
D I S C R U T I N I O
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ALCUNI DIALOGHI DI SCRUTINIO
Kiko: Prima del cammino catecumenale, in che cosa mettevi la tua sicurezza?
– X.: Io mettevo la mia sicurezza nella mia posizione, in un preteso
prestigio. Ero un uomo che voleva distinguersi molto. Nella
personalità, nell’amicizia, nel denaro, nel conseguire una posizione
sociale il più alto possibile; in qualche colpo di fortuna che mi
permettesse di occupare il posto cui credevo avere diritto. In tutto,
nel sesso, in qualsiasi cosa.
Kiko: Cioè, fondamentalmente tu mettevi la tua sicurezza nel prestigio, nel
denaro, nel poter trovare nella vita il posto che volevi per te. Hai
visto un cambio di direzione nel cammino?
– X.: Sì, In questi anni Dio si è incaricato di farmi fallire e di pormi
nella verità, mi ha mostrato che sono solo un codardo che cerca se
stesso in tutto. Un vanitoso, un sempliciotto; che sono un imbecille
che si crede furbo, che sono insicuro per natura. Però benedico Dio
perché questa illuminazione mi sta avvicinando all’amore.
Kiko: Oggi, in quali cose metti ancora la tua sicurezza?
– X.: Oggi ho scoperto un’opera molto profonda e molto dolorosa che Dio sta
facendo in me, che nel fondo continuo a credere che la vita mi viene
dal denaro; me l’ha fatto vedere nel fatto che non sopporto di avere
debiti. Non accetto, nella professione, di dovermi lasciare aiutare
economicamente. Cioè la mia vita continua ad essere nel denaro come
cosa molto importante.
Kiko: Seconda tentazione: prima del cammino che cosa non accettavi della tua
vita?
– X.: Non accettavo la incultura di mia madre, la povertà e la poco energia
di mio padre. Mio padre lo sto scoprendo nel cammino. Non accettavo
l’ingiustizia sociale, perché mi credevo giusto, anche se mi sapevo
ladro. Non accettavo il peccato di mia moglie né dei miei figli. Non
accettavo di non occupare un posto migliore nella vita. Non accettavo
che qualcuno mi comandasse, benché fingessi di obbedire. Non accettavo
di essere un uomo debole. Mi coprivo col cinismo e l’ipocrisia, se non
incontravo in casa ciò che volevo, lo cercavo fuori.
Kiko: Ho visto un cambiamento di direzione nel cammino?
– X.: Ho visto chiaramente che io sono un blasfemo che ho sempre cercato la
mia vita. Che non posso amare in Gesù. Che ho traumatizzato i miei
figli. Che mai sono stato giusto con alcuno. Giudico tutti. Tutto è
sempre stato in funzione mia. Sono un uomo che si cerca in tutto. Non
ho mai accettato di essere dominato da mia moglie e costantemente sono
stato in ribellione di fronte agli avvenimenti che Dio mi ha posto, in
quanto non erano conformi al mio gusto. Che ho invidia del coraggio di
mia moglie e la giudico costantemente.
Kiko: Ancora oggi ti riesce difficile capire che cosa, cosa non accetti?
– X.: La catechesi di questa mattina mi ha illuminato molto perché ho visto
che era verità il fariseismo che c’è in me. Io pure carico gli altri
di pesi che non posso portare, filtro il moscerino ed ingoio il
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cammello. Sono un fariseo che si sforza nel compiere la legge e mi
ribello di fronte alla mia impotenza. Benché abbia esperimentato la
gratuità non la posso accettare perché non è sparito da me il
moralismo. Pure ho scoperto che esigo da Dio che mi faccia cristiano
come se io avessi qualche diritto. Ho scoperto pure che non posso
pregare quando voglio e questo mi ha fatto ribellare molte volte. Sono
un superbo che deve sedersi tutti i giorni nel trono di Dio. In
definitiva passo il giorno esigendo da Dio che mi cambi perché la
croce mi scandalizza. Solamente quando son potuto entrare nel tempo di
Dio – e questo è successo poco tempo fa, allo Shemà – ho visto quanto
sia ridicolo tutto questo; cioè che io ho problemi che ingrandisco,
che mi distruggono e mi ammazzano. Che sono un comodo e un pigro.
Cerco una vita che non è quella che Dio mi pone davanti.
Kiko: Terza tentazione: gli idoli del mondo. Per te quali sono? Enumerali.
– X.: Denaro, titoli, sesso, prestigio, potere, famiglia, salute, l’età, la
razza...
Kiko: Tu sei stato schiavo di questi idoli, prima del cammino?
– X.: Di tutti assolutamente.
Kiko: Hai esperimentato qualche vittoria concreta che puoi spiegare come
dovuta a questo cammino, sopra qualcuno di questi idoli?
– X.: Solamente riguardo al sesso. Senza alcuno sforzo il Signore mi ha
permesso di guardare le donne come sorelle, con occhi limpidi, ed è
sparita o si è camuffata, non lo so perché nel fondo sono lo stesso,
la mia ossessione sessuale. Lo sto scoprendo oggi, domani non lo so.
Kiko: Ancora oggi di quale idolo ti senti schiavo?
– X.: Bene, eccetto il sesso, per la misericordia di Dio, di tutti gli
altri.
Kiko: (domanda alla moglie) Vediamo un po', io vorrei chiederti, davanti a
tutti i fratelli, qui pubblicamente, se tu credi una cosa sola: se tuo
marito ha avuto veramente un principio di conversione, grazie al
cristianesimo. Se sta cambiando di mentalità. E tu, siccome hai visto
il suo comportamento in casa, puoi testimoniarlo. Se hai prove e fatti
di che tuo marito, grazie all’incontro con Gesù Cristo che ha avuto in
questo cammino, ha reazioni diverse che prima non avrebbe avuto.
– X.: Sì.
Kiko: Puoi sederti. (Chiede adesso al presbitero della comunità).
– P.: Io conosco X dall’anno 70 e posso testimoniare che è un altro
differente, completamente cambiato.
Kiko: Un momento. Tu come presbitero puoi testimoniare... Primo, ha fatto il
cammino nella sua parte tecnica, ha fatto i temi, è venuto alla
comunità?
– P.: Sì.
Kiko: Indipendentemente da questo. Tu come presbitero, e che lo conoscevi da
prima, puoi dire che c’è stato un cambiamento in lui, un principio di
conversione?
– P.: Assolutamente.
Kiko: Puoi sederti. Adesso voglio sapere dalla comunità, sinceramente, se
qualcuno di voi conosce un fatto che sia cristiano, che vada a suo
favore, o alcun fatto che non sia cristiano, che sia scandaloso, che
possiate dire negativo, se qualcuno crede di poter dire qualche cosa,
potete dirla.
– C.: Credo che in suo favore...
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Kiko: No, nulla di giudizi, che sembrano a te. Fatti.
– C.: Le difficoltà che ha avuto molto gravi per infermità nella sua
famiglia, come ha potuto superarle.
Kiko: Tu ti sei provato con il denaro?
– X.: Credevo di sì, ma ho visto che no perché quello che ho fatto è stato
in qualche modo per giustificarmi, mi costruiva molto, ma non mi
serviva a benedire Dio perché cercavo me stesso, se potevo dare
qualcosa mi sentivo molto orgoglioso.
Kiko: Vediamo: in questo momento tu vuoi entrare nel catecumenato?
– X.: Sì.
Kiko: Il Signore sta per fare con te un’alleanza. Si chiama l’Alleanza del
sale. In questa alleanza il Signore si impegna, giura per il sangue di
suo Figlio Gesù Cristo di introdurti nella Terra Promessa, cioè di
farti cristiano. Non sulle tue forze, ma sulle sue proprie forze. Ma
perché il Signore possa agire ha bisogno solamente di una coda; che tu
sia d’accordo che distrugga gli idoli nei quali ti eri appoggiato fino
ad oggi. Perché il Signore ti rispetta, è un cavaliere e non può
operare in noi se noi non lo lasciamo. Perché egli possa operare,
prima di entrare a conquistare la Terra Promessa con Giosué – lo
abbiamo visto nello Shemà – il Signore chiede che lo si abbia come
unico Dio per fare un’alleanza con loro. Dopo si incaricherà Lui
perché vincano tutti i loro nemici. Tu hai una serie di nemici, che
sono l’ira, la lussuria, i sette peccati capitali, le sette nazioni
che ci dominano e il Signore te li distruggerà. Quando Egli ti dica:
“Adesso puoi attaccare”. Prima non potevi. Quando Egli ti dica:
“All’anatema”, tu non tirarti indietro, non aver compassione di loro.
Vedrai che io ti dò la forza e senza alcuno sforzo potrai vincere
questi nemici. Perché questo si realizzi in te, perché Egli possa
agire in te e distruggere il corpo di peccato che ti ha portato ad
appoggiarti al denaro, nella tua idea moralista, nel sesso, nella tua
giustizia..., hai bisogno di essere aiutato. Io vedo qui una cosa con
rispetto alla tua famiglia. Secondo quello che abbiamo visto questa
mattina, ti senti capace di odiare tua moglie e tua madre?
– X.: Sì.
Kiko: Tu hai dietro di te tutta questa situazione che hai raccontato un po'
di tua madre e di tuo padre che vorresti fossero stati diversi... Non
accetti la realtà in cui Dio ti ha posto. È molto importante
l’accettare la storia che Dio ci dà. Chi si ribella contro la sua
storia si ribella contro Dio che in definitiva è l’Autore della storia
o perlomeno l’ha permessa. In questi momenti il Signore ti chiede che
tu lo faccia l’Unico Dio. Che tu sia disposto ad odiare tuo padre, tua
madre, te stesso, il concetto che hai di te stesso. Perché se sei
sempre fuggito da ciò che ti abbassava socialmente, perché tua madre
credeva che una condizione sociale più alta perché tu ti sei sempre
creduto non so chi, per qualsiasi motivo, se non hai accettato questo,
se sempre hai cercato te stesso, come puoi seguire Gesù che è il Servo
di Jahwè, che sarà considerato sulla terra come uno straccio sporco,
colui che si prende gli schiaffi di tutti, nella società in cui ti
trovi, nel lavoro... Non potresti.
Bene, tu ti senti oggi capace di rinunciare a Satana che per la paura
che hai della morte ti ha portato ad appoggiarti nel prestigio, nel
denaro, nel sesso, ecc? Rinunceresti ai falsi idoli del mondo e
davanti a tutti proclameresti che l’unica cosa che credi veramente,
nella quale tu puoi ottenere la vita eterna, è la Roccia in...
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– X.: Nel nome di Gesù, sì.
Kiko: Allora devi dare un segno. Un segno che deve essere con Dio, in
segreto, di denaro, che esprima realmente questo gesto. Voi
rinuncerete pubblicamente a Satana, come dicono i Padri della Chiesa,
come se stesse presente. Vi alzerete pubblicamente nel Rito dicendo:
“Io, tizio, rinuncio a te Satana, che per il timore che ho della morte mi hai
ingannato sempre in modo che io mi appoggi nell’affetto, nel denaro,
nel sesso, nel prestigio, e mi hai obbligato sempre a scappare dalla
croce, mi hai detto che Dio non mi amava, mi hai ingannato con...”.
Così direte con il braccio disteso e indicando Satana. “E io oggi,
tizio, pubblicamente, davanti a tanti testimoni, e solennemente,
rinuncio al potere che hai avuto su di me e mi accosto alla Chiesa e
lo esprimo con questo segno”. Allora chiederete alla Chiesa – in
ginocchio e con le mani stese, di poter entrare nel catecumenato.
Siccome voi con la vostra libertà avete rinunciato a Satana, la Chiesa
ha il potere di esorcizzarvi. I riti non sono magici. Cristo non può
espellere da voi il male, se voi credete che il male è un bene e siete
d’accordo con esso. Dopo di questo il presbitero dirà: “Spirito del
male, nel nome di Gesù di Nazaret, esci da questa creatura e lascia il
posto allo Spirito Santo Paraclito”.
Quindi invocherà lo Spirito Santo che discenda sopra di te e avrai lo
Spirito Santo che comincerà a farti poco a poco un tempio di Dio. Una
cosa voglio dire: nessuno si fa cristiano una volta per sempre, non
pensate che dopo questo scrutinio già è finito, già non pecchi più.
Attenzione, eh! Sempre il cristiano vive nella precarietà, in
combattimento costante. Precarietà significa che non si può essere un
borghese né un ricco spirituale: “Già abbiamo assicurato il cielo, già
siamo nel cielo”. Mai! In quanto camminiamo, mai! Sempre saremo
cristiani che vivono nella precarietà quotidiana. Che ogni giorno può
rovesciarsi tutto, ogni giorno possiamo scacciare a pedate lo Spirito
Santo. Per questa ragione dice il Vangelo che quando lo Spirito
maligno esce da noi, se ne va al deserto e siccome non gli piace stare
nel deserto, prende con sé altri sette demoni peggiori di lui e tenta
di entrare nella casa, e trovandola vuota e ben adorna vi entra dentro
e lo stato che segue è peggiore di quello anteriore. Che vuol dire
questo? Questo non si capisce, non è vero? Bene, ma io ve lo spiego
molto bene, sono qui per questo, per spiegarvi. L’accento di questa
parabola sta nel “vuota”. Mai la Chiesa ha espulso nessun demonio dal
corpo dell’uomo senza riempire il corpo in questo momento di Dio,
dello Spirito Santo. Quando il demonio tenta di entrare, se trova la
casa “piena” dello Spirito Santo non può entrare. Anche se viene con
cinquemila demoni. Ma se la trova “vuota”, perché lo Spirito Santo se
n’è andato, e se n’è andato perché l’hai scacciato... Lo Spirito Santo
è un po' come una damigella, è molto gentile, si contrista
rapidamente. Si trova dentro di te, ma se tu la obblighi a fare
qualcosa che gli ripugna se ne va, non collabora con te. Capite? Se ne
andò. E adesso viene il demonio e trova la casa vuota ed entra
rapidamente perché Gesù Cristo non c’è. E questo può succedere. Vi
sarà successo già nel primo scrutinio, non è vero? E vi succederà
forse dopo. Bene, voi darete un segno, serio, in segreto, tra Gesù
Cristo e voi. Questo denaro assolutamente si darà ai poveri. Le altre
comunità prima di voi che sono di gente molto
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povera – perché i ricchi non li abbiamo lasciati entrare – hanno dato
2 milioni di pesetas. Questi due milioni di pesetas (= 20 milioni di
lire) si consegneranno assolutamente ai poveri delle parrocchie.
Ciascun responsabile, con la parte della sua parrocchia, visiterà i
poveri della medesima e si darà alle famiglie bisognose in nome della
parrocchia e non a nome delle comunità. I poveri della città sono i
primi che beneficiano della poca conversione che incomincia ad esserci
tra di voi.
Non c’è bisogno che andiate a dire a quelli dell’impegno, che già noi
ci impegnamo con i poveri, perché è inutile, non lo comprenderebbero.
E' importante per voi, in questo momento, che questo segno sia un
fatto chiaro ed inoltre che vi facciate un tesoro nel cielo, perché
questo denaro che state per dare si pone in cielo e nessuno lo può
toccare più, anche se ve ne andate dal cammino, anche se ve ne andate
fuori, anche se cadrete in mille peccati, questo denaro intercede per
voi, stà lì aiutandovi, vi aiuterà in alcuni momenti. Sta intercedendo
per voi. E inoltre questo denaro che si trova messo lì, sarà
restituito al cento per uno su questa terra. Magari non
immediatamente, ma vi sarà restituito. In modo che nessuno possa dire:
“Un momento, io ti ho dato un milione e non mi hai dato cento milioni
sulla terra”. Ti assicuro che il Signore ti darà cento milioni.
Pensate una cosa: forse mai più il Signore ti dirà che tu venda i tuoi
beni, e l’idiota che sei stato che, giunto il momento in cui il
Signore ti offriva un affare al cento per uno, non l’hai fatto. Come
questo racconto di R. Tagore, di un povero vagabondo che andava
chiedendo l’elemosina per le strade e una signora in un momento di
carestia tremenda, di fame, gli diede un pugno di frumento. Andava
entusiasta perché aveva una fame pazza, e andava verso casa per farsi
un po' di farina e alcuni pani. Era una ricchezza immensa nel tempo di
carestia, quello che la pia signora gli aveva dato, perché normalmente
in questo tempo non gli davano nulla. E quando andava contento
correndo verso casa passò la carrozza del re che ordinò di fermare la
carrozza e un soldato lo chiamò. Aprendo la porta il re gli disse:
“Che cosa porti gelosamente nel sacco? Dammi quello che porti lì
dentro”. Ed egli, atterrito di fronte al re che era tanto ricco, mise
la mano nel sacco e tirò fuori un grano di frumento e glielo diede. Il
re guardò il grano, vide che era frumento e ordinò di proseguire.
Quando arrivò a casa sua, il vagabondo rovesciò il sacco sopra la
tavola e aveva un grano d’oro. E disse: “Imbecille che sono stato, se
avessi dato tutto il sacco oggi sarei ricco per sempre”. E da allora
mai più gli si chiese lo stesso, né si ripeterà questo momento.
Questo sembra un racconto indù, invece non è nessun racconto indù
perché si trova nella Scrittura. In un momento di carestia tremenda in
cui la gente stava morendo di fame, una vedova di Sarepta di Sidone
che ha un figlio e le restava solamente un poco di farina, un figlio
unico e piccolino... E vedendo la fame che aveva pensò: “è finita, non
ne posso più con questa fame e questa miseria; farò una pagnotta e mio
figlio e io mangeremo, ci sazieremo e moriremo”. Avendo detto questo,
il profeta Eliseo è inviato da Dio a questa vedova. Eliseo dice a
questa vedova: “Dammi da mangiare”. Pensate quanto sia importante per
questa vedova il figlio, e solo ha questo pane. Potrebbe dire: “Prima
il mio piccolino che sta morendo ed ha solo questo pane”. “Dammi da
mangiare”, e la vedova fu
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capace di dare da mangiare a un pidocchioso profeta, ad un pazzo, come
li chiamavano. Dio, come il re, venne a chiederle, e quella vedova fu
capace di dargli il pane. E il profeta le disse: “Che mai più manchi
dalla tua giara la farina né l’olio”. Detto e fatto. Le giare si
riempirono di farina e di olio. Negli Atti degli Apostoli vediamo come
i cristiani vendevano tutto quello che possedevano, i campi. E questo
è messo nel Vangelo perché sappiate che i primi cristiani davano
molto. Tanta era la fama dei cristiani, dei milioni che davano, che i
pagani quando vennero sapete che torturarono i diaconi perché
consegnassero loro i tesori della Chiesa. Il diacono Lorenzo prima che
lo torturassero disse: “Io ti porterò ai tesori”. Lo condusse ad un
lebbrosario e indicando i lebbrosi disse: “Questi sono i tesori della
Chiesa”. Perché la Chiesa manteneva i poveri. Facevano opere immense.
Se non fosse così, non ci sarebbe nel Vangelo una catechesi tanto
forte sulla vendita dei beni. E già gli Atti degli Apostoli parlano
del fatto che vendevano i campi e depositavano la vendita ai piedi
degli Apostoli, come segno che lo davano ai poveri. Avevano i loro
diaconi, come noi faremo con voi, vogliamo elevare al diaconato i
responsabili delle vostre comunità ed essi si incaricheranno di fare
questo servizio. Bene, allora gli Apostoli erano ammirati di quanto
davano, Gesù dice loro: “Siete ammirati di questo, guardate invece
quella povera vedova che ha appena consegnato più di tutti quelli,
perché non ha dato del superfluo. Questa donna ha dato esattamente
tutto quello che aveva per vivere”. Questo è uno scandalo. Come
possiamo dare quello che abbiamo per vivere? Allora noi moriamo di
fame. Ma Gesù sa che il denaro è simbolo dell’IO. Questa vedova, dando
al Signore tutto quello che aveva, ha dato il simbolo del suo essere
più profondo, del suo affetto, ha offerto se stessa, si è data
totalmente. Perché non potete servire a Dio e al denaro. Un’altra cosa
che vi debbo dire è che a partire da questo momento tutti i
responsabili cessano. Perché stiamo per entrare in una nuova tappa del
cammino catecumenale. Non continuano gli stessi responsabili e ci
saranno nuove elezioni. E i catechisti pure, alcuni saranno confermati
ed altri no. È terminata una tappa del cammino ed entriamo in un’altra
tappa nuova. Si farà tutto nuovo. Perfino i temi. Adesso entriamo in
una liturgia di tipo diverso, di tipo familiare. Entriamo seriamente
in una fase del cammino molto più importante.
Io non vi dirò adesso quelli che passeranno al catecumenato o no.
L’ultimo giorno lo diremo. Quelli che non passerete avrete un tempo in
più di aiuto, spero che non vi ribelliate, passerete alla comunità
seguente e starete ascoltando la Parola di Dio per sei mesi. Dopo di
questi sei mesi se il Signore vi ha aiutati vi si inviterà di nuovo a
passare alla vostra comunità.
(Kiko parla nuovamente a X: “Se vuoi passare al catecumenato pensa un segno
in denaro che esprime il tuo io. Che tu offri a Gesù Cristo perché faccia in
te la sua opera. Puoi sederti”.)
Pranzo. (Dopo pranzo chiama un'altra persona. Sono le 4 del pomeriggio)
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Kiko: Prima del cammino catecumenale dove ponevi la tua sicurezza?
- y.: La ponevo nel denaro, nel dare una buona impressione di me stessa,
nell'essere buona, nei compiere la legge.
Kiko: Dopo il cammino catecumenale hai visto un cambio di direzione?
- y.: Si. Ho visto l'impossibilità di amare e di compiere la legge. Ho visto
pure che do meno importanza al denaro, che non mi importa che mio
marito non lavori. Che accetto meglio i miei peccati. Ho visto che
accetto meglio le persone, in un caso concreto quando un frate mi
disse che io non contavo per nulla, che il responsabile era mio marito
e che io me ne andassi a casa. E io, con il mio tempera mento,
sarebbe stato una cosa che mai avrei tollerato, e invece l'accettai e
non gli serbo rancore. Vedo in queste un'azione di Dio.
Kiko: Dopo chiederò a lui. Ancora oggi in che cosa metti la tua sicurezza?
- y.: io credo che la mia sicurezza la metto nell'affetto di mio marito, che
non si arrabbi e non si rompa la pace familiare. Anche nei miei figli
nell'evitare le arrabbiature di loro con il padre. Metto pure la
sicurezza in qualche aspetto del cammino catecumenale.
Kiko: Prima del cammino catecumenale che cosa non accettavi della tua vita?
- y.: Non accettavo di aver poco denaro, il fare la ridicola, l'essere
donna. Non accettavo il mio temperamento. Il manifestare sempre le mie
impressioni e le mie opinioni.
Kiko: Tu hai sperimentato nel cammino un cambio di direzione?
- y.: Si. Perché già accetto meglio l'essere donna. Lo stare sotto gli altri
e il manifestare una opinione anche se dà fastidio agli altri.
Kiko: Oggi concretamente che cosa è quello che non accetti o che ti è più
difficile comprendere della tua vita di oggi? Sinceramente.
- y.: Mio marito, perché c'è una parte di mio marito che non accetto. Io
sono secondo la mia legge, e quando egli esce dal aio schema non
l'accetto. Lo stesso con le mie figlie, voglio condurre la loro vita.
Tanto meno accetto che Dio non voglia togliermi il peccato ora, e
continui a lasciarmi peccare. Pure non accetto le discordie familiari.
Accetto molto male i fratelli che vanno nel cammino a metà, che non
entrano nel cammino catecumenale.
Kiko: Gli idoli di questo mondo per te.
- y.: Denaro, Potere, bellezza, sapere, sport, sesso, fumo, viaggi,
famiglia, divertimenti. Di questi io trovo che sono stati miei idoli:
il denaro, il potere, il sapere, i viaggi e la famiglia.
Kiko: Oggi di che idoli ti senti schiava?
- y.: Mi sento schiava in primo luogo della famiglia in un aspetto...
Kiko: Famiglia in che senso?
- y.: Delle mie figlie, di mio marito. Più di mio marito che delle mie
figlie infatti con queste mi sento un pò più libera.
Kiko: Le tue figlie in che senso ti schiavizzano?
- y.: Perché non sono come io voglio che siano, perché non compiono la legge
che io le impongo. Ho scoperto pure che io non posso dare loro la
felicità e questo mi stimola un poco.
Kiko: Di tuo marito in che senso?
- y.: Perché lo vedo un poco imbranato, un pò cattivo e non accetto che sia
malato e che muoia. Ho paura di restare sola.
Kiko: Perché hai paura di restar sola?
- y.: Perché io sono figlia unica e sono nata dopo la morte di mio padre e
non ho avuto fratelli. Per questo mi rifugio in mio marito.
Kiko: Gli idoli che ancora ti restano quali hai detto che erano?
- y.: La mia famiglia. Il denaro che non mi importa troppo fino a che non
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manchi alle mie figlie. Se manca loro, allora mi ribello.
Dell'opinione di me stessa un pò meno, benchè suppongo che mi rimanga
abbastanza. Del sapere pure mi sembre che sono un pò liberata. Quello
che più mi rimane è di trovarmi sola, cioè, mio marito e le mie
figlie.
Kiko: Vediamo. Tuo marito (chiede al marito). Tu sinceramente hai visto attraverso
il cammino catecumenale un cambiamento in tua moglie, serio,
grande?
- m.: Si. Nelle sue attitudini c'è qualcosa che la spinge, che è superiore a
lei; si nota che ha fede.
Kiko: In che cosa noti tu che ha fede? in che fatti?
- m.: Semplicemente, nel fatto che non le importi del denaro. In ciò che ha
detto delle figlie. Adesso una di loro vuole andare itinerante e ne è
contenta. Lei stessa fu che volle andare itinerante. Inoltre la vedo
molto dedicata all'orazione. Le piace mettersi in orazione, va alla
Parola con desiderio.
Kiko: Ma con te cede? Sinceramente. Ti sta ascoltando in Signore.
- m.: Beh, in alcune cose si ed in altre no.
(Kiko chiede al fratello con il quale ebbe lo scontro)
Kiko: Tu avvertisti che non restava in lei risentimento? Questo lo crede va
lei, però tu nel fondo notavi che c'era qualche cosa? Sinceramente.
-Fr.: Io sinceramente penso che dopo la celebrazione della Pasqua non restò
nulla.
(Chiede alle figlie)
Kiko: Dentro le tue possibilità, perché forse ti sbagli essendo condizionata
dalla situazione familiare, tu hai visto in tua madre nel cammino
catecumenale un cambiamento dentro la comunità, in modo che tu hai
detto che si nota che sta nella comunità, o no?
Prima figlia:Io penso che ha cambiato perché prima ci stava sgridando ad
ogni momento, discuteva con mio padre, e adesso discute moltissimo
meno.
Kiko: Tu questo lo attribuisci alla comunità?
Prima figlia: Sì.
Kiko: Siediti. L'altra. Sinceramente, tu puoi dire che in tua madre hai
visto un cambiamento attraverso la comunità?
Seconda figlia: Si.
Kiko: In quali fatti concreti?
Seconda figlia:Io credo che adesso si trovi più libera da ciò che dice la
gente e da quello che facciamo noi. Adesso è più libera.
Kiko: Tu hai visto che era molto legata a questo prima?
Seconda figlia: Si.
Kiko: Puoi sederti. L'altra sorella. Tu hai visto un fatto in cui tu possa
apprezzare un principio di conversione in tua madre?
Terza figlia: Sì. A me mi accetta molto di più.
(Chiede alla comunità)
Kiko: Della comunità volete dire qualche cosa di più? Conoscete qualche
fatto positivo o negativo?
- C.: Io ne conosco uno che non successe con nessuno della comunità: una
volta stavamo facendo merenda e, alla fine, si mise a scopare la stan
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za. E la padrona della sala che era stata domestica quando lei era
piccola disse che le pareva impossibile vederla scopare avendola
conosciuta prima, che se non l'avesse visto non l'avrebbe creduto. E
io vidi che quella signora aveva visto qualcosa di buono in lei.
Kiko: Questa signora aveva visto qualcosa di buono. Tu hai visto qualche
volta qualcosa di buono? Tu.
- C.: Molte cose, sì. Sapendo che è molto superba e che nella sua infanzia è
stata molto coccolata, la vedo adesso a disposizione degli altri e
credo che sia un cambiamento.
Kiko: Puoi sederti. Vediamo un po', a me pare che l'idolo più grosso che
hai, ti dico sinceramente quello che ho pensato, sei tu stessa. Questo
che hai detto che non accetti di essere donna è molto importante. E la
solitudine, questa caratteristica che tu hai di solitudine, è che tu
nel fondo vuoi essere indipendente, forse. Se no, non penseresti tanto
a queste cose. Ti piace essere indipendente e comandare, condurre
tutto tu stessa.
- y.: Sì, sì, d'accordo.
Kiko: Sei d'accordo? Allora facilmente puoi cercarti nell'essere itinerante,
cercarti in tutto, perché trovi una forma di indipendenza, di
femminismo, perché mai hai sopportato che ti si tenga sotto e hai
dovuto sopportare e vivere con tuo marito. E puoi usare questo come un
mezzo per essere tu, per autoaffermarti, in definitiva. Cioé, per
scappare dall'atteggiamento del Servo che nel fondo mai nella tua
vita hai accettato, e se l'hai dovuto accettare è per la condizione
spagnola della donna, che è veramente catastrofica.
Bene, tutto questo va molto bene;ma qui l'importante è che appaia Gesù
Cristo nella tua vita, perché nella nuova condizione umana non c'è né
uomo né donna, né greco né scita, né schiavo né libero; c'è una
creatura nuova. Tu vuoi passare al catecumenato?
- y.: Si.
Kiko: Il Signore sta per fare con te un'alleanza. Sei disposta a dare un
segno nel quale tu rinunci agli idoli? Anche il cammino come idolo.
Cioé, sei disposta a lasciare l'itineranza? E che tuo marito si metta
a lavorare. Lasciarti guidare in casa.
- y.: Sì, totalmente.
Kiko: Veramente? Ti interessa il cammino?
- Y.: Sì, sì, cioé mi interessa fare quello che tu dica.
Kiko: Allora pensa un segno in soldi che esprima che tu accetti che il
Signore ti conduca dove Egli voglia, senza che tu strumentalizzi il
cammino per affermare nel fondo te stessa. Puoi sederti.
(Chiama un altro)
Kiko: Prima tentazione. Prima del cammino, dove cercavi la tua sicurezza?
- Z.: Io credo in tutto, perché io ho avuto una vita molto intensa. Questo è
quello che io penso, non so...
Kiko: Non ti preoccupare della comunità, tu rispondi davanti a noi, non ti
preoccupare della comunità, quello che può pensare o no. Preoccupati
di me.
- Z.: Però nulla mi aveva dato la felicità. Non avevo ottenuto mai nulla.
Dopo grandi disillusioni ero giunto ad essere un misantropo. Io credo
di esserlo ancora. E a non porre la mia sicurezza in nulla. Ho passato
la vita cercando la felicità, nell'amore, nel lavoro, nel prestigio,
nel denaro. Non l'ho incontrata in nulla. Io mi sono chiesto molte
volte se Dio esisteva. Nel fondo questo sentimento, il credere in un
Dio misericordioso, manteneva la mia esistenza senza arrivare alla
disperazione totale, perché è possibile che sia stato alcune volte
all'orlo del suicidio.
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Kiko: Durante il cammino hai cambiato di direzione?
- Z.: Io credo di sì, ho esperimentato un cambio di direzione. Dopo le
catechesi e il cammino, credo che è rinata in me la speranza. Accetto
molto meglio i problemi familiari. E fra questi c'è, naturalmente, la
questione economica, il denaro. Nella mia casa c'è una lotta tra due
generazioni antagoniste, che è stato un grande tormento per me e
continua ad esserlo. Da una parte (ieri ridevamo molto quando Kiko
parlava della suocera, e questo è vero) il matriarcato di mia suocera
e dall'altra la libertà dei miei figli. La schiavitù di mia moglie,
persa totalmente, senza libertà di fronte a sua madre, che ha
migliorato molto ultimamente. E i problemi professionali che so no
alla mercé degli altri che mi circondano.
Kiko: Un momento. Tu hai detto che prima del cammino cercavi la tua
sicurezza nell'amore, lavoro, prestigio e denaro. Però senza
raggiungerLa. Avevi una grande disperazione. Il cammino ti ha fatto
rinascere questa speranza nonostante i conflitti familiari, dei quali
ci hai dato una pennellata. Molto bene
- Z.: ...Ho masticato molto.
Kiko: Molto bene. Hai masticato molto e questo fa sì che non ti perda in
questo mare di lotta interna. Molto bene. Avanti. Oggi in che cosa
cerchi ancora la tua sicurezza?
- Z.: Io credo che ancora oggi il Signore conta poco per me perché prima
pretendo di aggiustare le cose per conto mio, cioé non mi fido. Voglio
continuare spalleggiato da una vita comoda, un lavoro ben remunerato e
facile.
Kiko: La seconda tentazione. Ossia che nella prima tentazione ti ci trovi
messo pienamente. Ancora continui a cercare la comodità - il pane
significa la comodità - continui cercando il lavoro, il prestigio,
denaro sufficiente, e vuoi molta pace nella tua casa. Prima
tentazione. Molto bene. Come tutti, eh! Avanti. Prima del cammino che
cosa concretamente non accettavi?
- Z.: Be', nulla o molto poco. Perché debbo riconoscere che coloro che mi
angustiavano erano i vicini. L'amore in famiglia e tra gli uomini. La
possibile povertà per il lavoro, il non aver prestigio, la mancanza di
pane, ecc. Pure ho pensato che se questi problemi si fossero risolti
nel momento, dopo ne sarebbero sorti altri. Questo è quello che sembra
a me.
Kiko: Nel cammino hai visto un cambiamento di direzione?
- Z.: Credo di sì, però molte volte dunito se questo sia solamente
rassegnazione. Siccome io mi scopro impotente per risolvere i problemi
della mia vita, visto che non posso fare nulla, ora il riconoscermi
impotente... questo si che è un cambiamento, perché nella misura in
cui ho accettato i problemi familiari di cui parlavo prima, questi
sono andati migliorando. Io non so se è perché il Signore, me li fa
vivere in un altro modo o se è mia moglie o gli altri che sono
cambiati.
Kiko: Ancora oggi che cosa è che non accetti? Sinceramente.
- Z.: Credo le stesse cose di prima. Di fatto non mi resta altro rimedio che
accettare quello che sono e quello che mi succede con gli altri. Molte
volte mi sento solo e questo mi angoscia perché, a parte la mia
apparente o reale misantropia, io voglio amare ed essere amato dagli
altri. E questo è un problema da notare di mancanza di fidu
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cia in Dio. Sono allergico totalmente all'incongruenza, non la posso
comprendere. Però molte volte mi chiedo pure se l'incongruente non
sarò io.
Kiko: Spiega questo dell'incongruenza che non mi è chiaro. Che cosa vuoi
dire con questo di incongruente?
- Z:: Per esempio, che vi mettiate tutti a dire che, è notte e io veda che è
giorno e mi imponete che è notte. Per me questo è incongruente.
Kiko: Molto bene. Però, questo riferito a che cosa? A che nella comunità ti
fanno vedere le cose bianche e tu le vedi nere e ti cambiano le cose.
- Z.: Se io vedo un fratello che è avaro mi chiedo se l'avaro sono io. E se
lo giudico come superbo dico che possibilmente lo sono io. E così mi
succede con tutto.
Kiko: Ma questo non è essere incongruente.
- Z.: Bene, l'incongruenza è che mi impongano le cose, la legge, gli altri.
Però io mi chiedo pure: è che io sto imponendo la mia legge a gli
altri?
Kiko: Oggi concretamente che problema hai tu? Che cosa non sai accettare o
non comprendi della tua vita?
- Z.: Che non mi chiarisco.
Kiko: In che senso non ti chiarisci?
- Z.: Nel fatto che non so se potrò continuare nella comunità o no. Quel lo
che mai accetterei è che io mi possa ingannare, benché non lo credo,
ma Dio sono sicuro che no; e voi pure.
Kiko: Ma tu perché pensi che non potrai continuare nella comunità? Che
proclemi hai con la comunità? Hai qualche problema grave?
- Z.: Problema grave nella comunità? Be', quello di tutti. Che alcuni non mi
accettano, che io non accetto loro. E questo è il problema e il
circolo vizioso che io credo che è quotidiano nella vita. Alcuni
giorni mi arrabbio, altri sopporto meglio. C'è molta gente - io penso
la maggioranza - che non mi sopporta. Questa è una mia impressione, e
forse non corrisponde a verità.
Kiko: Perché pensi che non ti sopportano?
- Z.: Per alcune manifestazioni che io vedo. Per esempio, concretamente, nel
viaggio per venire qui, mi è parso che si erano già scelte le
macchine, che nella mia macchina non voleva venire nessuno, che ne so,
cose simili. Perché io potrei avere la peste o qualcosa, ma non lo
credo.
Kiko: Vediamo un po'. Della seconda domanda non mi sono reso conto bene. Che
cosa ti riesce difficile accettare oggi. Tu hai li una confusio ne.
Dici: "Non mi chiarisco". In che senso non ti chiarisci?
- Z.: Nel fatto che gli altri non mi accettano.
Kiko: Ah! Cioé che a te piacerebbe che ti amassero, vedi che non ti amano e
non sai che fare perché ti amino.
- Z.: No, no!
Kiko: Perché tu hai tentato di essere sincero, no?
- Z.: Sì.
Kiko: E allora vedi che gli altri ti rifiutano perché sei sincero.
- Z.: Sì.
Kiko: Come non sarai incongruente. Ciò significa che ti manca l'essere
illuminato su una cosa importantissima: l'affetto, che ti amino, che
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ti rispettino, che ti accettino.
- Z.: A me è parso di vedere lungo questo cammino che Dio ci ama tutti in
maniera uguale.
Kiko: Vediamo, la terza tentazione.
- Z.: Enumero qui: denaro, prestigio, potere, fama, affettività, in
definitiva amore. Prima il denaro, forse perché con esso si può
comperare tutto il resto; poi il potere, per le stesse ragioni, perché
si può ottenere il denaro e ti assicura tutto.
Kiko: Tu oggi ti senti schiavo di qualcuno di questi idoli?
- Z.: Mi manca la seconda.
Kiko: Va bene, la seconda, dì.
- Z.: Io prima mi ero dato per vinto, non potevo fare nulla. Non potevo
essere amato, non potevo avere queste cose che erano quelle che mi
avrebbero dato la felicità. Però posso dire che ho lasciato di esserne
schiavo? Beh, non lo so. Soltanto so che a partire dal cammino,
nonostante le tante crisi e le molte volte in cui il Signore mi ha
mandato al deserto, sono convinto che la verità può stare solamente in
Cristo. Non mi fido degli uomini. Sono ancora molte le cose che mi
schiavizzano e che mi legano a questo mondo, ma credo si avere la
sensazione che ogni volta mi angustiano meno i miei problemi enormi.
Kiko: Oggi di quali idoli ti senti schiavo.
- Z.: Del denaro, mi atterrisce la povertà. Mi spaventa l'essere povero. Non
so se questa è schiavitù del denaro... Della famiglia: credo che
ancora mi spaventa la povertà più per coloro per i quali mi sento
responsabilizzato, cioé per mia moglie, i miei figli. Capisco e penso
- quando posso pensare, il che non mi capita spesso che nulla è mio e
che la povertà di qualsiasi tipo mi può giungere in qualsiasi momento,
perché è Dio che in definitiva comanda. E io credo di sì, che lo
credo. In questi momenti, molto pochi, quando mi sento così, sono
abbastanza liberato. Un altro idolo è la mancanza di amore da parte
degli altri. Però io mi chiedo: ne ho io, dimostro affetto agli altri,
dò loro qualcosa? Io credo che non dò loro nulla perché mi
corrispondano. Alcune volte penso di sì. Credo di non desiderare per
gli altri ciò che non desidero per me. Però da questo ad amare come il
Signore vuole che ami, c'è un abisso. Inoltre ho molto rispetto umano.
Kiko (Chiede alla moglie): Tu credi che tuo marito ha fatto il cammino? ha
cambiato in qualche cosa?
- M.: Io lo trovo cambiatissimo. Un cambiamento radicale.
Kiko: Grazie, puoi sederti. Vediamo: la comunità; un momento, il
responsabile. Ha fatto il cammino?
- R.: Sì. Inoltre io devo dire riguardo a lui che è un uomo che conosciamo
tutti; che forse è il miglior componente della comunità per il suo
temperamento.
Kiko: Un momento. Qui non c'è bisogno di panegirici. Quello che tu devi dire
è un fatto concreto nel quale tu hai visto un segno cristiano.
- R.: Sì
Kiko: Dimmene uno.
- R.: Mi pare che si arrabbia meno di prima.
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Kiko: Puoi sederti. (Chiede al presbitero) Tu hai visto in lui un inizio di
conversione?
- P.: Credo di sì. C'è stata in lui una evoluzione e alcuni segni chiari.
Kiko: Puoi sederti. Brevemente quelli che vogliano dire qualcosa.
- F.: Io volevo dire che sempre ho ammirato il fatto che egli si sia sentito
non accettato dalla comunità e sempre sia stato assiduo alle
celebrazioni.
Kiko: Tu credi che era una impressione sua o era vero che la comunità non
l'accettava?
- F.: Io non credo che la comunità non l'accettava.
Kiko: Vediamo un po': vi dirò una cosa, a tutti, importante. Se voi
conoscete, quando io chiedo nello scrutinio, qualche situazione di
scandalo del fratello, avete l'obbligo di dirlo. Ancora adesso
nell'ordinazione dei presbiteri e diaconi, il Vescovo davanti a tutta
la gente diceva se era degno. Passare ad essere catecumeni è qualcosa
di molto serio, è passare ad essere testimone di Gesù Cristo. E' molto
grave che una persona si chiami cristiana (catecumeno è essere già
cristiano) e stia facendo qualcosa che scandalizzi e rompa tutto il
senso del corpo di Cristo. Per esempio se schiavizza i suoi operai e
conduce una vita sessuale completamente sregolata. Qui nel
catecumenato chi abbia un'amica deve lasciarla, se no non può passare.
Le relazioni prematrimoniali, che finora non abbiamo detto nulla, a
partire da questo momento devi lasciarle, se vuoi passare, se no non
puoi passare. C'è una serie di cose che solamente in questo momento si
incomincia a dire. Per questo avete l'obbligo di manifestarlo per
poterlo aiutare. Normalmente non c'è bisogno perché in tutte le
comunità tutto viene tranquillamente alla luce. Questa catechesi
morale che dicevano alcuni preti che non davamo, appare nel suo
momento, nel suo luogo, nel momento adeguato e conseguente. Bene,
vediamo. Io ti dirò una cosa, fratello: A te interessa passare al
catecumenato?
- Z.: Sì.
Kiko: Tu veramente ti sei provato con il denaro?
- Z.: Non lo so.
Kiko: Cioé non ti sei provato.
- Z.: Non lo so. Se ho dato qualcosa è stato in un piano di prova o...
Kiko: Quello che dice il Signore di provare te stesso con i beni al fine di
calcolare dentro di te la spesa, perché, conoscendo un po' di più te
stesso possa sapere...
- Z.: Qualcosa sì che ho dato, ma è difficile dire se è sufficiente...
Kiko: Che succede, che lo Spirito di chiede di più e non vuoi? A te
interessa questo cammino?
- Z.: Sì.
Kiko: Al di sopra della comunità?
- Z : Sì.
Kiko: Non ti importerebbe passare ad un'altra comunità?
- Z.: No. Però non voglio essere un peso.
Kiko: Non lasciare entrare il demonio e sta' attento alla superbia. Qui.nel
cammino non si può dire: "Buon per me che non mi passano e io resto
nell'altra comunità". Perché nella Chiesa primitiva c'era la
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catechesi del fico, che non mi sono inventato io, dove dice:
"Lasciamolo ancora un anno in più, lo concimeremo e se dopo un anno
non dà frutto lo si taglia". Altrimenti uno potrebbe passare tutta la
vita nel catecumenato, con una religione a suo piacere, ascoltando la
Parola e nulla di più. Tutta la vita lì, ascoltando la Parola di Dio.
Questo non era permesso nella Chiesa primitiva.
Noi stiamo scoprendo un cammino catecumenale. Siamo dei primi
movimenti della Chiesa che oggi sono in questa linea di scoprire ciò
che è realmente un catecumenato. Noi vogliamo aiutare te e tutta la
comunità. Ci sono comunità intere che noi vediamo poco illuminate e
non le lasciamo passare. Se la comunità non è matura le lasciamo
ancora un tempo per aiutarla a passare. Io vedo che c'è in te un idolo
molto grande che è l'affetto. Hai un atteggiamento affettivo per cui
hai bisogno di essere amato in una dimensione molto grande, e questo
dimostra che il fatto che gli altri ti ami no è molto importante per
te. L'odiare gli altri fino all'estremo che ti importi l'amore di Dio
al di sopra degli altri, cioé che ti incontri con Gesù Cristo, questo
è qualcosa che io vorrei: che ti trovi in una situazione nella quale
stia Gesù Cristo realmente. Tu accetti questo cammino, che Gesù vada
davanti a te con amore? E saresti disposto - a dare un segno forte di
denaro che esprima la tua rinuncia a questi affetti del mondo che mai
ti potranno dare la vita eterna? Perché ti possono amre tutti adesso e
farti qui un monumento ed essere capo di casa, amarti molto i tuoi
figli, ed allora ti viene una malattia che stai per morire e non puoi
passare alla vita eterna. Il Signore non ci chiama a che stiamo tutti
molto tranquilli e in pace e che tutti ci amino... Il Signore ci
chiama a qual cosa di molto più importante e in funzione di questo
qualcosa più importante deve lavorare in noi. Perché una cosa che mi
sorprende è che nel fondo ancora sei cieco (parlo di te e di tutti gli
altri). Non capiamo nulla. Chediti: Perché Dio mi permette questo? Tua
suo cera, i macelli con tua moglie, i tuoi figli, la comunità...
Chiedi telo! Mi attacchi di fronte, mi stringi alle spalle, tu stesso
mi ammazzi e allo stesso tempo... Io non lo capisco... Mi dai la
speranza, non ti comprendo. Questo è scritto molto tempo prima di Gesù
Cristo: si interrogano sulla loro storia. Noi l'unica cosa che
vogliamo è pace: "No, i problemi no!". Il Signore dovrà mandare la
spada e la divisione se vuole convertirci, farci scoprire qualcosa.
Allora tu saresti disposto a dare un segno di denaro che esprima che
sei disposto ad accettare il cammino che il Signore ti mostri? Anche
se sia di macelli in casa?
- Z.: Sì.
Kiko: Puoi sederti.
(Chiama un presbitero)
Kiko: Dove ponevi le tue sIcurezze?
- P.: Io penso che ponevo le mie sicurezze nella perfezione etica, una vita
di sacrificio, nell'obbedienza portata fino all'estremo nella povertà
totale, nella castità, nell'autodominio, nell'onorabIlità. Cioè, in
quello che io intendevo essere un buon prete, e per esser lo ben
riuscito.
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Questo mi portava a superare i complessi della mia infanzia, l'essere
di un paese, il fisico. lo mi ricordi che leggevamo a scuola un
racconto di due sorelle, e una era molto brutta e non so che, e
l'altra era molto bella. E la brutta disse: "Bene, io sarò molto
buona", e finirono tutti per amarla molto di più. Beh, un po' questo.
La gente diceva: "Che prete santo!", avevo amici e io mi sentivo
realizzato. Mi dava libertà per parlare con gli altri e di giudicarli
senza sentirmi colpevole perché io giudicavo secondo alcuni principi
che credevo di compiere almeno esteriormente. Di fronte ai miei
superiori non mi intendevo del tutto perché sempre mi dicevano che ero
un po' estremista, che non bisognava prendersela tanto. Io così
pensavo che mi accettavano di più, sempre avevo questa speranza.
Kiko: Concludendo: avevi un complesso di brutto. E questo complesso di
brutto ti ha portato ad avere paura che non ti amassero e ad adottare
una linea di perfezionismo perché ti amassero. Quindi dove cercavi la
tua sicurezza? Nel fatto che ti amassero, no?
- P.: Nella perfezione, nell'essere prete...
Kiko: Però la tua sicurezza era l'affetto, che ti amassero, no?
- P.: Sì, effettivamente l'essere buono senza che nessuno lo sapesse non mi
attraeva molto.
Kiko: C'è stato qualche cambiamento di direzione nella tua vita?
- P.: Quello che so è che mi sembra che mi importi meno l'essere buono. Io
credo di sì. Continuo ad aspirare alla stessa perfezione e a ve dermi
perfetto, però c'è una cosa che vedo chiara ed è che l'apparire buono
non mi importa tanto, benché mi importi qualcosa. Non dico che sono
già buono.
Kiko: Tu hai detto che non ti importa tanto di fronte agli altri ma sì
davanti a te stesso.
- P.: Non lo so, non sono sicuro. Però credo che no, che anche di fronte a
me stesso mi importi meno. Certamente io mi vedo con difetti e vedo la
falsità di tutto ciò. Penso che se continuassi nella stessa linea la
gente continuerebbe ad amarmi, continuerebbe a pensare che sono un
prete straordinario o cose simili. Di fronte a me stesso non mi
importa tanto vedermi così e credo che di fatto non lo sono. Credo che
sì, ho visto un cambiamento. E non solamente in questo, ma anche in
altre cose, nel denaro, nei rapporti con le persone. Per esempio io
mai avrei portato una ragazza in macchina per accompagnarla a casa sua
dopo una celebrazione, e adesso non mi importa.
Kiko: Ancora oggi in quali cose cerchi la tua sicurezza?
- P.: Questa è una domanda alla quale non ho saputo rispondere. Cioè io vivo
oggi in una specie di scetticismo.
Kiko: In che senso, scetticismo?
- P.: Credo che non si tratti di sfiducia. Non lo so. E' come una mancanza
di sicurezza.
Kiko: Hai perso il senso del cammino? Tu credi che qui arriverai veramente
ad essere cristiano?
- P.: Non ho perso l'idea del cammino, però ciò nonostante nella mia
sensibilità non ho una esperienza forte di Gesù Cristo in modo che
Gesù Cristo sia la mia sicurezza. Ora, tutto il resto non lo so.
Kiko: Un momento. Gesù Cristo non è la tua sicurezza, allora qual'è la tua
sicurezza oggi?
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- P.: Io penso che non è nessuna cosa.
Kiko: All'infuori di Gesù Cristo non cerchi la tua realizzazione in nessuna
altra cosa?
- P.: Pensando che mi si va a dare qualcosa? No.
Kiko: Cioé che quando qualcuno ti critica tu non ti arrabbi.
- P.: Sì, mi arrabbio, però...
Kiko: Se non fosse una sicurezza per te l'affetto che gli altri hanno verso
di te, non ti arrabbieresti se qualcuno ti rifilasse una
punzecchiatura, così, con noncuranza.
- P.: Ti assicuro che non so se sarà per autoeducazione, ma io realmente
cerco di non aver bisogno dell'affetto di nessuno, che nessuno mi
creda buono né che nessuno mi ami. Chiaro, è che non ho avuto tempo
per raccontarlo. lo ho avuto un momento di crisi molto forte in questo
aspetto, in cui tutto, umanamente, mi veniva meno e io mi so no
sentito totalmente solo, tutte queste cose che avevo lasciato non le
cercavo perché so che non servono; e tutto questo di che la gente mi
ami, non lo so. Oggi cerco di non aver bisogno dell'affetto di
nessuno.
Kiko: Ah, cerchi. Però forse non puoi averlo, no?
- P.: Certamente a volte ho bisogno che la gente mi ami, però io reagisco,
c'è un momento in cui reagisco, non resto in questa situazione. Questo
è quello che volevo dire.
Kiko: Vediamo. Io vorrei dirti una cosa, non solo a te ma anche a tutti gli
altri. In questo momento la Chiesa esercita attraverso i catechisti un
potere di discernimento, di aiuto, di esorcismo, attraverso la vostra
realtà; e io credo in questo potere, e che è una grazia di Dio che dà
al catechista, come la darà a voi quando sarete catechisti di altri
fratelli per poter aiutare, e che ci è dato nella buona intenzione che
ha la Chiesa, attraverso questo catechista, di aiutare il fratello.
Pertanto approfittate di questo momento non per difendervi ma per
ricevere questo atteggiamento, questa correzione, questa cosa dalla
Chiesa. La Chiesa prima lo faceva sempre per mezzo delle direzioni
spirituali, e oggi la direzione spirituale sta cambiando nella Chiesa
in un'unica direzione che è la PArola di Dio nel Tempio, corretta ed
illuminata in certi momenti, come sono gli scrutini, nei qua li si
aiuta il fratello quando la vite si incastra e non va né indietro né
avanti, ed allora c'è bisogno di un intervento della Chiesa che lo
aiuti e l'illumini. Proprio per questo non scruteremo tutti, ma solo
quei fratelli che abbiamo bisogno di aiutare. Tanto più per ché questo
serve a tutti, perché al sentire come un fratello è scrutato state
vedendo la vostra vita, vi state scrutando.
- P.: Be', io una cosa mi dimenticavo. A me piace che le cose riescano bene,
che la gente pensi: "Che bella cerimonia delle prime Comunioni)", "Che
celebrazione dell'Eucarestia stupenda!".
Kiko: Questo cosa vuol dire? Che ti importa ciò che dicano gli altri?
- P.: Beh, un poco quello che ho detto prima, questa perfezione. Che mi
piace che si vedano le cose che faccio bene.
Kiko: Seconda tentazione: che cosa non accetti della tua vita?
- P.: Ho avuto sempre una paura terribile del ridicolo, non ho mai accettato
secondi posti, non ho accettato il ricevere dagli altri, mi è piaciuto
molto dare, mai ricevere, e se ho ricevuto qualcosa è stato pensando
che facevo un favore a coloro che mi davano qualcosa.
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Kiko: E questo perché? Perché non ti è mai piaciuto ricevere?
- P.: Non lo so. Possibilmente per quello che ho detto prima, perché mai mi
sono creduto inferiore a nessuno, perché ho bisogno di essere
superiore.
Kiko: Un momento. Perché hai avuto bisogno di crederti superiore. E perché
hai avuto necessità di crederti superiore? Perché ti sentivi
inferiore!
- P.: Sicuramente, chiaro.
Kiko: Se si sente bisogno di credersi superiore è perché ci si sente
inferiori.
- P.: Tutto questo fino al punto di incrociare uno per le scale e se ci
diciamo qualcosa, restare a pensare che gli avrei potuto dire tale
cosa, perché cosi ho fatto l'indiano.
Kiko: Non puoi ricevere perché non puoi accettare di sentirti inferiore.
Ricevi cose dagli inferiori. Tu hai relazionato il non ricevere con
l'affanno che hai di sentirti superiore. E perché vuoi sentirti
superiore? Ah!, sarà perché ti sentivi inferiore. Se vuoi essere
superiore è per ché ti senti inferiore. Per questo non sopporti il
ridicolo, i secondi posti, gli inferiori, gli animali, che dice la
gente "poverino", "poverino". Avanti, hai visto un cambio di
direzione? Cioè che tu non accettavi il tuo complesso, di brutto o di
quello che sia (perdonami) che ci porta a non accettare il ridicolo,
ecc .... Bene, nella comunità hai visto un cambio di direzione?
- P.: Beh, non lo so. Io vedo alcuni segni di si, in quanto accetto le cose
degli altri.
Kiko: Un segno sarebbe per esempio incominciare ad accettare di fare il
ridicolo, dico, no?
- P.: No, lì non sono arrivato.
Kiko: Questo si trova ben radicato.
- P.: E i secondi posti, tantomeno. Nemmeno qui se vuoi, in questi giorni.
Kiko: Devi essere il primo.
- P.: Posso non aver nessun ruolo, ma fare il secondo... Nemmeno nel canto.
Io devo fare sempre una seconda o terza voce...
Kiko: Un momento, un momento. Questo è molto importante. Dici che hai una
vera impossibilità (questo lo dico perché impariate tutti) a ricevere,
per complesso psicologico, forse non hai ricevuto nulla dalle
catechesi, perché ciò significa ricevere e se stai con la chiave
chiusa. Questo è molto importante. Se sei stato chiuso a chiave,
ascoltanto so lo ciò che ti va bene, come il primo, mai il secondo.
Beh, non ti dico nulla! Voglio dire se tu credi che questo complesso
che tu hai è giunto a questo estremo o no? 0 realmente la catechesi
per te è impossibile che abbia influito però non...
- P.: Me lo chiedi?
Kiko: Te lo chiedo.
- P.: Io credo che non è arrivato a questo punto, credo di aver accettato.
Kiko: Meno male.
- P.: Credo che mi sono staccato dalla mia teologia, dalla mia linea di vita
e di tutto questo, penso che si, che ho accettato. Forse non da tutti.
Degli stessi catechisti ci sono alcuni che non accetto, però alcuni li
accetto come superiori a me e ne accetto delle cose? Anche se son
solito passare pure il conto, cioè che restituisco loro qualcosa.
Kiko: Cioè che se ricevi qualcosa devi restituire. Ancora oggi che cosa non
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accetti della tua vita o non comprendi?
- P.: Lo stesso di prima, già l'ho detto, i secondi ruoli e il ridicolo.
Kiko: Allora il responsabile della comunità lo avrai accettato sempre male.
- P.: Si, si, male, si.
Kiko: Vediamo un pò. Gli idoli di questo mondo per te.
- P.: Il denaro, le cose che da il denaro, il successo, i figli come opera
maestra della propria vita.
Kiko: Durante il cammino hai sperimentato una vittoria di Gesù Cristo?
- P.: Senti, non lo so. Quello che ho sperimentato è che adesso non so che
cosa sia essere povero, essere efficace, essere umile. So che con il
mio sforzo non posso ottenere nessuna di queste cose, perché io ho
voluto essere povero e umile e poi non lo ero. Son vissuto molti anni
pensando che amavo tutti e poi risulta che non amavo nessuno, questa è
una esperienza lunghissima nella mia vita. E in generale non so cosa
sia essere povero né nulla, per questo dico che non so se sono
cambiato o no. C'è una cosa in cui, si, ho avuto una luce da Dio
riguardo a questo aspetto ed è quello che mi mantiene nella vita e nel
cammino, l'essere come Gesù Cristo, essere felice con Gesù Cristo,
essere povero come Gesù Cristo ed essere crocefisso come Gesù Cristo.
Allora chiedo a Dio perché me lo dia, perché questo è meraviglioso,
però io non so come si arriva a questo ne cosa sia, ma voglio che me
lo dia. Io non so se sono cambiato o no. E quali sono i miei idoli?
Beh, io stesso, e lo stare su un piedistallo che mai si affonda. Molto
bene. Tu vuoi entrare nel catecumenato? Sinceramente. Io voglio
giungere ad essere la presenza di Gesù Cristo nel mondo. Ma il fatto è
che ....
Kiko: Bene. Io volgio chiedere a te, indipendentemente dal fatto che sei par
roco, che sei nella parrocchia e che questo fatto del cammino ti da
buona fama davanti al vescovo della diocesi, adesso, e che si diano
catechesi; perché tutto questo il Signore te lo può togliere
tranquilla mente, ti mette in crisi e ti secolarizzi entro venti
giorni. Io ti chiedo: come persona, a te interessa questo cammino,
vuoi entrare nel catecumenato?
- P.: Bene, è che a me, da quando abbiamo incominciato il cammino, ci sono
varie cose che mi mettono in crisi, che a volte mi fanno dubitare. Più
che dubitare, a volte mi fanno sentire a disagio.
Kiko: Quali cose?
- P.: Del cammino. Ne ho già parlato con voi. Non le ho digerite. Ho molta
vogliache nel cammino entri la storia della Chiesa, non solamente come
secoli, ma che appaia più chiara la vita della Chiesa e in concreto
che questa esperienza ci arrivasse dalla parola dei vescovi e ciò non
succede. Perché la Chiesa non è stata perdendo il tempo da Costantino
ad ora. La Chiesa ha continuato a camminare, non tutto è male, ci sono
pure cose buone e lo Spirito Santo ha agito. E mi pare che. manchi una
illuminazione di questa Chiesa che in questi momenti vedo
rappresentata dalla gerarchia. Il cammino in fondo è chiaro che lo
voglio, ora, ci sono certe cose esteriori, per il fatto che lo
conduciate voi, che mi creano problemi.
Kiko: Chi preferiresti che lo conducesse?
- P.: Vedo un problema anche nel fatto che nella comunità abbiamo gettato
dietro le spalle la legge di Dio e la abbiamo sostituita con la legge
di Kiko, abbiamo cambiato una legge per un'altra legge.
Kiko: Però, chi ti piacerebbe che conducesse il catecumenato?
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- P.: No, se a me non importa che lo conduciate voi. Mi sembra una cosa
buona, però credo che sarebbe importante che ci fosse pure la
gerarchia. Ti dico che di fatto io sono stato contento semplicemente
perché il Vescovo mi ha detto: "Continuate avanti con l'esperienza", e
io pensavo che questo era sufficiente. Però mi avrebbe dato molta più
allegria avere la ricchezza dell'esperienza della Chiesa attraverso il
mio Vescovo.
Kiko: Però adesso il Vescovo della tua diocesi vi accetta il cammino, no?
- P.: Sì, sì.
Kiko: Accetta questo cammino e non ha nessun problema.
- P.: Sì, ha pure detto che è ciò che ha più consistenza di quello che ci è
nella sua diocesi.
Kiko: Allora perché credi che non siamo con la gerarchia?
- P.: No, io non dico che non siamo con la gerarchia. Quello che dico è che
il cammino si arricchirà quando la gerarchia lo prenderà sul serio.
Kiko: Tu sei stato a Roma quando abbiamo fatto la riunione di parroci? Lì
parlò il Papa pubblicamente e c'erano presenti vari vescovi. Bene, ti
dirò una cosa che può servire per tutti. Mi dispiace che nel fondo di
tutto questo ci sia la tua situazione psicologica e tutte queste cose,
ma i carismi Dio molte volte non li dà ai Vescovi, li può dare a un
tipo qualsiasi. Precisamente se i vescovi pensassero esattamente come
noi, non ci sarebbe bisogno che ci fossimo noi, il catecumenato, non
avremmo una ragione di esistenza. Precisamente perché non lo sanno,
noi abbiamo una ragione di esistenza. Come disse l'Arcivescovo
Morcillo: "Io non ho ricevuto il carisma, lo avete ricevuto voi". In
quella riunione c'eri tu. Il vescovo non è il padre dei carismi.
L'autore dei carismi è Gesù Cristo. Il vescovo ha il discernimento dei
carismi e decide se un carisma è da Dio o non è da Dio. Colui che
discerne i carismi nella tua diocesi è il tuo vescovo. E il tuo
vescovo che ti può dire di più? Ti ha detto che questo è quello che ha
più forza e più entità nella diocesi, la cosa più seria che c'è. Ed
egli stesso va aprendo il cammino e dicendo a voi parroci che potete
accettare. Vi sta comandando di fare catechesi, lo stesso vescovo. E'
curioso come in te c'è una cosa contradditoria. In altre diocesi le
cose non staranno così bene, il vescovo ha i suoi dubbi, ma qui il
vescovo sta così bene e invece tu hai gelosie perché noi portiamo il
cammino, ti piacerebbe che lo portasse di più il vescovo. O ti
piacerebbe condurlo di più tu? Perché in definitiva tu hai detto qui
che non ti piace aver secondi ruoli.
Bene, vediamo. Con tutto questo non mi hai risposto alla domanda che
ti ho fatto prima, se tu volevi passare al catecumenato, cioé che
autorità dai tu a questo cammino, nel senso che ti può condurre
personalmente alla fede, ad una fede più adulta.
- P.: In questo aspetto sì, lo voglio, sì lo credo, però penso che posso
creare problemi. Di questo si potrebbe parlare più lungamente.
Kiko: Che tipo di problemi?
- P.: Già sapete che vengo così da altre convivenze ed ancora non l'ho
digerito.
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Kiko: Ma che cosa non hai digerito in concreto? Il fatto della legge di
Kiko? 0 il fatto che io conduca il cammino? Che cosa?
- P.: Sì, questo: il vedere come di fatto, per lo meno io vedo così, si
sostituisce la legge di Dio con la legge di Kiko. Lo stesso che dico a
voi, io l'ho messo in discussione nella parrocchia e in questo momento
io devo parlare al vescovo, e molto tranquillamente.
Kiko: Vediamo. Se il Signore ci porta qui, tu devi discernerlo come parroco
della tua parrocchia. Devi considerare che il Signore va a creare uno
scombussolamento tremendo nella tua parrocchia e questo disorienterà
molto le persone. Se noi apriamo un cammino, dobbiamo portare una
interpretazione della Parola e se stiamo aprendo un cammino che in
definitiva vuole essere per gente non adulta nella fede,
secolarizzata, allora dobbiamo portare una interpretazione della
Parola. E ai Vescovi toccherà, in ultima isatnza, sapere se questo è
un carisma da Dio, o se è che io sono un idolatra di me stesso, mezzo
pazzo; se qui veramente si sta facendo del bene alla gente o se la si
sta distruggendo. Nessun vescovo ci ha proibito mai nulla. E quando
giunse il momento che il Papa parlasse, non credo che abbia detto
nulla di negativo, e il Papa non parla a casaccio. Qui in Spagna non
abbiamo fatto nessuna propaganda, né abbiamo voluto parlare di questo,
però il Papa chiamò Mons. Romero de Lema, che è il vescovo di Jesus e
oggi è il Segretario della Congregazione del Clero, e stette tutto un
pomeriggio, circa sei ore parlando di questo cammino, perché questo
vescovo è quello che più lo conosce. Ma bene, tutto questo è il meno
importante. Voglio dirti che tutto questo non ti servirebbe, perché è
un problema tuo, personale, che ti nasce un poco da questa realtà che
hai dietro di te, che se la hai illuminata è stupendo. Tu forse esponi
qui tutto questo forse per farti notare, però è necessario sapere se
questo è illuminato in te. Allora, se si trova illuminato, se è
illuminato che tu nel fondo hai un complesso molto profondo di
inferiorità perché non ti sentivi amato dal superiore, o per altri
motivi, ed hai paura di fare il ridicolo, tutto questo influisce nel
tuo ministero e ti condiziona. Se questo fosse illuminato la prima
cosa che succederebbe è che saresti molto più cauto di fronte a te
stesso, alle tue proprie convinzioni, e ti appoggeresti di più in Gesù
Cristo. Non lo so, ne parleremo se vuoi, però pensa:da altre
convivenze fino ad oggi tutto questo si trova non illuminato. C'è una
zona in te che non è chiara.
- P.: Il problema tremendo per me è stato che la maggioranza dei conflitti
con la comunità è venuto da qui, ma forse in altro senso perché io mi
son visto fino ad oggi tra quello che vuole il mio vescovo e quello
che permette il mio vescovo. Ciò che il mio vescovo voleva era un tipo
di parrocchia, e quello che il mio vescovo permetteva erano le
comunità.
Kiko: Ma adesso hai un vescovo nuovo e questo già è finito. Perché la causa
non era questa. Abbiamo passato la vita lottando con i preti: che se
si tocca il calice, se non si tocca. E risulta che poi abbiamo
scoperto che nel fondo non c'era la questione di "se il Vescovo lo
permette, o se il Vescovo non lo permette", ma che era una questione
affettiva che non sopportava che un altro lo comandasse. Però ci sono
altri casi e come dici tu molto bene bisogna vedere le condizioni.
Bene, ne parleremo. Vediamo il responsabile. Tu come responsabi
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le, hai visto se il presbitero ha condotto il cammino, o questi
problemi sono stati sempre in primo piano? Sinceramente.
- R.: Io credo che il problema viene dall'inizio. Quest'uomo aveva nella sua
mente uno stile di comunità. Allora noi facevamo con lui alcune
riunioni di sposi, di revisione di vita, e così incominciò a lavorare
con noi; però tutta la sua visione era comunità, comunità. Quindi ci
riempie dell'idea di comunità, io un giorno vengo a Madrid è mi
incontro con una comunità di Pio XII. Allora lui disse: "Fate quello
che volete". Io penso che noi gli abbiamo imposto una comunità, non
quella che lui aveva un mente. E credo che da lì venga il problema.
Per il resto non ci fa soffrire degli altri problemi. Quando presiede
ci situa pienamente nella celebrazione perché lui è il primo che la
vive.
Kiko: Tu hai visto attraverso il cammino catecumenale un cambiamento in lui?
- R.: Sì. Lo vedo perché all'inizio era incapace di soffrire e adesso
soffre. Perché abbiamo avuto grandi scontri, gli ho detto cose molto
grosse e le ha sopportate. Vedo che c'è una forza al disopra di lui
che lo fa recuperarsi.
Kiko: Bene, con questo finiamo. Io ti dirò che in te vedo un problema
affettivo profondo, di complesso che ti ha 'mediatizzato' moltissimo
nella vita. Hai avuto espressioni mentre parlavi, come per esempio
"vedermi perfetto". Non sopporti un'imperfezione. Bisogna scoprire
dove sta il non accettare i difetti, l'avere un atteggiamento di
scetticismo perché stai sopportando una situazione di comunità quando
tu vorresti apparire bene di fronte alla diocesi, che la tua
parrocchia sia la migliore, ecc. Il non poter accettare assolutamente
il ridicolo. Tra quello che non accettavi prima della comunità e
quello che non accetti oggi, non hai potuto dire un cambiamento reale
perché sta tutto lì. In cambio hai speranza di raggiungere questo e
hai detto che ti darebbe molta gioia il poter soffrire come Cristo,
essere povero come Cristo. Tutte cose masochiste di Cristo. E' curioso
eh? Questo ti può aiutare. La cosa più importante per te è che tu
scopra a questo punto del cammino, nel passaggio al catecumenato, se
questo è un carisma o non è un carisma. Ogni carisma che Dio dà alla
sua Chiesa è per aiutare la Chiesa. Tu forse, per le tue circostanze
psicologiche, per le tue circostanze di vita, o per ciò che sia, puoi
inventarti perfettamente un altro catecumenato, o copia il nostro,
quello che vuoi. Oggi lo stanno facendo molti preti. Poi il tempo di
mostrerà quelli che restano. E io con questo non voglio dire nulla.
Puoi farlo perfettamente tu, mi sembra una cosa molto buona. Però
quello che mi sembra strano è che dopo questi anni, nella città
nessuna altra parrocchia ha chiesto catechesi. Questo mi meraviglia
moltissimo. E con te sempre molte lotte, e problemi. In questo momento
io ti vorrei chiamare a conversione. Dobbiamo vedere tutti e due
insieme con umiltà, seriamente. Perché se questo è un carisma di Gesù
Cristo forse viene anche per te, per convertirti come sacerdote,
perché riscoprire il battesimo non credo faccia male a nessun
religioso, a nessun prete, né a nessuna persona, a tutti ci fa bene.
Ad ogni modo, siccome ci vedremo nella comunità,parlemo.
Grazie, puoi sederti.
Kiko: Ad ogni modo è si importante, che se qualche fratello vede qualcosa,
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(noi siamo un cammino della Chiesa, che si sta aprendo, importante o non
importante, lo dirà il Signore), che lo scandalizza la nostra parola,
che non crede che sia vera, che non sia d'accordo con il fatto che noi
consideriamo che passarlo al catecumenato sia fargli del male, ossia,
che tra poco tempo starebbe fuori perché non ha potuto continuare e
sarà frustrato e affonderà, può andare in un altro luogo della Chiesa.
Oggi ci sono molti catecumenati. Noi abbiamo avuto molti macelli. Il
parroco di Pio XII ci disse: "Ma che è questo, voi a messa da soli,
questo è un piacere". Non accettò il cammino. E se noi non avessimo
difeso un pò il cammino nella sua idiosincrasia, nella sua ragion
d'essere, oggi sarebbe completamente distrutto perché ciascun prete lo
avrebbe inventato a suo stile.
Siamo andati avanti come abbiamo potuto, senza alcuna autorità, infatti io
non sono nessuno. Adesso quelli della catechetica stanno inventando
un'altro catecumenato, quelli del mondo migliore se ne inventano
un'altro, ciascuno a suo stile, ciascuno si inventa le sue comunità.
Alcuni con maggiore impegno politico, altri con meno, altri con non so
cosa, e come più gli piace. Mi sembra una cosa molto buona che
ciascuno stia nel cammino che vuole. Noi abbiamo questo. Adesso
abbiamo una riunione con il Cardinale Tarancòn con tutti i parroci e
presbiteri del cammino nella diocesi di Madrid, che sono circa 70 ,
per parlare di questo cammino. Adesso, che voglia accettare questo
cammino e crede che è un cammino cristiano che può portare veramente
al cristianesimo, sa che deve accettare questo. Allora, per voi, per
quelli che il Signore chiama e vogliono seguire questo cammino, coloro
che vogliano....
Chiaro, questo è una cosa che io dico un pò tristemente, perché? Perché io
penso che la Chiesa primitiva non aveva che un solo catecumenato,
perché il catecumenato è il Battesimo, non c'era una differenza fra
Battesimo e catecumenato. Si chiamava catecumenato il cammino del
Battesimo.Non ci potevano essere due battesimi né tre battesimi, né
un'altro catecumenato in cui i segni fossero più debolucci. Se c'era
un'altro catecumenato era quello degli eretici, che la Chiesa
primitiva chiama: " Di coloro che sono usciti di mezzo a noi". La
prima decomposizione che c'è stata nella Chiesa di Gesù Cristo è stata
precisamente questa: che la gente che stava nella Chiesa primitiva
usciva e faceva una altra Chiesa per conto suo. Di essi dice San
Giovanni che sono l'Anti cristo e sono usciti di mezzo a noi. Questo,
sapete, è una cosa terribile, perché vedendo la storia della Chiesa
primitiva una delle cose che scandalizza è precisamente la
decomposizione in sette: i docetisti, i manichei, ecc..... Non potete
immaginare la quantità di sette che sorgono dalla Chiesa primitiva,
che si sganciano e ciascuno diceva che la sua era migliore dell'altra.
Dopo, con la storia, soccombettero; molte di esse sono morte ed ha
continuato la Chiesa vera. Io con questo non voglio dire che il nostro
cammino sarà meglio, sorgeranno anche altre cose. Io veramente sono
sorpreso della comunione che abbiamo ancora nonostante la diffusione
che ha già il cammino.
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A P P E N D I C E I I
D A L L I B R O D I O. C U L L M A N N
"L A F E D E E I L C U L T O"
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193
Parte sesta
Che significa il sale nella parabola di Gesú?
Gli evangelisti, primi commentatori del Logion
I lavori sulla formazione della tradizione evangelica
(«Formgeschichte») ci hanno insegnato a considerare nei nostri
vangeli la cornice della vita di Gesú come un prodotto
puramente letterario dovuto agli evangelisti, poiché la tradizione
orale non ci ha trasmesso, ad eccezione del ciclo della
Passione, se non racconti e parole isolati1. Dopo di essi, noi
abbiamo preso l'abitudine di tener conto di questa cornice
unicamente per caratterizzare la personalità letteraria e
teologica degli evangelisti.
Ci sembra tuttavia che il fatto di attribuire agli autori dei
vangeli la creazione della « cornice” dovrebbe avere, inoltre,
delle conseguenze molto positive per l'interpretazione dei
racconti evangelici stessi e soprattutto delle parole di Gesú. Gli
evangelisti, infatti, mediante il contesto in cui hanno collocato
un certo racconto o una certa parola di Gesú, non ci fanno
solamente conoscere il piano da essi perseguito nelle loro
opere, ma il modo in cui essi hanno compreso i fatti e le parole
trasmessi loro dalla tradizione orale. Non bisogna tener conto
esclusivamente della possibilità che essi abbiano messo questi
materiali al servizio del loro piano senza preoccuparsi del
significato intrinseco di ciascuno degli elementi della
tradizione. Questo è un a priori da cui partono oggi la maggior
parte degli interpreti dei sinottici. Benché in alcuni casi gli
evangelisti abbiano effettivamente deformato, coscientemente o
inconsciamente, il senso che un fatto o una parola di Gesù ha
potuto avere nella tradizione
1 Vedere soprattutto K.L. SCHMIDT, Der Rahmen der Gheschichte Jesu.
1919; e R. BULTMANN, Die Geschichte der synoptischen Tradition, 1931
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194
Che significa il sale nella parabola di Gesú?
orale, essi hanno, il piú delle volte, scelto e inserito nella
cornice da loro creata i materiali della tradizione, in maniera da
poter rispettare ciò che hanno considerato come il loro senso
primitivo.
Inteso cosi il contesto scelto dagli evangelisti per un certo
logion di Gesú ci fa comprendere in quale maniera essi l'hanno
interpretato. In altre parole, il contesto appare come il
primissimo commento delle parole di Gesú: il commento degli
evangelisti.
L'esame della parabola del sale ci offre un esempio
particolarmente istruttivo della fecondità d'una simile maniera
di vedere.
Questa parabola ci è stata conservata dai tre sinottici,
ogni volta sotto una forma differente, e soprattutto ogni volta in
un altro contesto: Mt 9,49-50; Mt 5,13; Lc 14, 34-35. Questo
fatto è tanto piú significativo in quanto i tre evangelisti,
mediante il contesto particolare in cui l'hanno posta, ne hanno
dato, ciascuno a suo modo, un'esegesi la quale prova che ne
hanno compresa l'idea essenziale alla stessa maniera.
Lo scopo del presente articolo sarà di mettere in evidenza
questo triplice accordo che ci permetterà di ritrovare forse il
senso che Gesú stesso ha dato alla parabola. Senza entrare in
tutti i dettagli dell'esegesi, ricorderemo tuttavia,
preliminarmente e prima di esaminare la questione particolare
che qui ci interessa, gli altri punti relativi all'interpretazione di
questi logia. Il fatto che si tratti d'un sale che diviene «senza
sale», — due traduzioni differenti della
stessa parola ebraica taphel2 — è stato considerato come
assurdo dai rabbini3. Dai commentatori moderni è stato
spiegato in diverse maniere: o Gesú avrebbe intenzionalmente
usato un'immagine impossibile per meglio attirare l'attenzione
sul paradosso, sull'aspetto ridicolo d’un
2 Vedere J. LIGHTFOOT, Horae hebraicae et talmudicae, III, 152; e M.
BLACK, An Aramaic approach to the Gospels and Acts, 1946, 123.
3 STRACK-BILLERBECK, Kommentar N.T. aus Talmud und Midrasch, I,
236.
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Che significa il sale nella Parabola di Gesù
discepolo che avrebbe perso ciò che costituisce l'essenza stessa
del discepolo. Questa soluzione oggi è generalmente
abbandonata. Secondo una spiegazione molto plausibile, che
oggi è la piú diffusa, si tratta non dei sale puro, ma d'un
deposito del Mar Morto che costituisce un miscuglio di gesso,
di sale puro e di altri elementi4. Questo miscuglio
evidentemente conserva il gusto del sale soltanto per il tempo
in cui non è bagnato dalla pioggia. Quando piove, il sale puro
che esso contiene si discioglie e il residuo solido che,
propriamente parlando, non è sale, ma può nel linguaggio
corrente continuare ad essere designato così, diviene ócva1ov,
perché non ha piú la sua qualità di sale. Una terza spiegazione,
piú recente, che d'altronde si avvicina a questa, pur tenendo
ancora piú conto dell'espressione «sale che cessa d'essere sale»,
parte da un'usanza dei panettieri arabi:5 delle piastre di sale
destinate ad attivare la combustione sono poste nei forni; con il
tempo esse subiscono una trasformazione chimica di modo che,
invece di assolvere la loro funzione, finiscono per impedire la
combustione e devono essere sostituite ogni quindici anni circa.
Le vecchie piastre non servono piú a niente e sono gettate nella
via.
Senza dubbio bisogna pensare a una delle due ultime
spiegazioni per comprendere le parole di Gesú6. Esse
chiariscono ottimamente l'interrogazione formulata piú
chiaramente in
4 Vedere Plin. Hist. Nat.,31,34. — E’ la spiegazione proposta fra gli altri da
HAUCK in ThWhNT. I.299; anche da E. LOHMEYER nel suo commento
pubblicato postumo da W. SCHMAUCH: Das Evangelium des Matthaus
1956.98. — A. SCHLATTER, Der evangelist Matthaus, 1929. 147. cita il
deposito dei piccoli laghi situati al bordo del deserto della Siria che si
disseccano durante i periodi caldi.
5 E.H. RIESENFELD. «Salz als Katalysator und Antikatalysator». (Die
Naturwissenschaften 1935,311s). L. KOEHLER lo adotta: «Salz das dumm
wird» (Zeitschrift des deutschen Palastinavereins,1936.133); Id.. Kleine
Lichter,1945, 73 ss. Tuttavia noi non vediamo perchè KOHLER, in
quest’ultimo opuscolo, definisce la seconda spiegazione menzionata sopra
una «scappatoia».In ultima analisi, essa è dello stesso tipo di quella di E.H.
RIESENFELD, benché si debba riconoscere che questa tien conto ancora più
esattamente dell’espressione «sale che diventa
6 Cfr la spiegazione proposta da N. D. COLEMAN. Salt and salted in Mc.
9,49-50, i n Expl. 1948, 360.
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196
Che significa il sale nella parabola di Gesù?
Mc-9,50: ?? t??? aut? a?tusete, con che cosa gli renderete il
sapore, cioè con che cosa renderete il sapore al sale?
Poiché Marco, a differenza di Matteo e di Luca, impiega qui
l'attivo, il suo testo non può lasciare dubbi: è il sale stesso che
dev'essere salato. Quelli di Matteo e di Luca sono meno chiari,
poiché è usato il passivo. Cosí, quello di Luca,
, può in teoria essere tradotto in due maniere: o
«con che si condirà”, o «con che cosa il sale sarà salato». Noi
pensiamo che i due passivi, in Luca e in Matteo, debbano
essere intesi nel senso indicato chiaramente da Marco. Dal
momento che, tenendo conto della situazione e dell'uso del sale
in Palestina, si può, come abbiamo visto, parlare perfettamente
d'un «sale che perde il suo sale», questa traduzione s'impone in
questo senso anche per il passivo.
Anche per Matteo dev'essere cosí, benché egli abbia fatto
precedere il logion - per adattarlo alla cornice del discorso
della montagna - dall'introduzione: «Voi siete il sale della
terra». I critici hanno molto insistito su questa differenza in
Matteo, rispetto a Marco e a Luca. Costoro, senza identificare
direttamente il sale con i discepoli, cominciano col dire: «Il sale
è una buona cosa». Marco ha, inoltre, ancora un particolare che
aggiunge all'inizio (v. 49), secondo la lezione probabilmente
piú antica:7 «Ognuno deve essere salato col fuoco», e alla fine
(v. 50): «Abbiate sale in voi, e state in pace gli uni con gli
altri». Parleremo fra poco di questo logion enigmatico. Luca
insiste alla fine (14,35). in maniera diversa da Matteo,
sull'inutilità del sale, che ha perduto il suo sale. Mentre,
secondo Matteo (5,13) «sarà calpestato dagli uomini», Luca
dice che «non sarà piú buono né per il terreno né per il
concime». Quest'allusione al sale considerato come concime
non sembra essere primitiva poi-
7 Tuttavia la lezione D «ogni sacrificio dev’essere salato» (che secondo
un’altra variante, è combinata con l’affermazione «ciascuno sarà salato col
fuoco») corrisponderebbe a una prescrizione del rituale giudaico, Lv 2.13:
«Ogni oblazione da te offerta la salerai col sale: né lascerai mancare nella tua
offerta il sale del patto col tuo Dio» (vedere anche Nm 18,19). Una terza
lezione data come k non ci sembra meritare il favore che le accordano
COUCHOUD (JThSt,1933.124) ed E. LOHMEYER. Das Evangeliun des
Markus,1937,197.
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197
Che significa il sale nella parabola di Gesù?
ché quest'uso del sale non è attestato in Palestina. Così la
congettura che, per un ricorso a un difetto di traduzione
dall'aramaico, vorrebbe riportare l'attuale testo del v. 35 di Luca
all'originale seguente: «Non è più buono né come condimento
né come concime”, non è assolutamente certa.8
Nei tre vangeli, si tratta dei discepoli. E’ vero che una
frase analoga è stata interpretata dai rabbini come un
avvertimento dato al popolo giudeo9. Ma ci sembra certo che i
tre sinottici, quindi anche Luca, l'applichino non al popolo
giudaico come tale 10, ma al discepolo. Marco e Luca parlano
del sale come d'una qualità che i discepoli devono avere, Matteo
del sale che essi devono essere per il mondo. È molto probabile
che Marco e Luca ci abbiano conservato, da questo punto di
vista, la forma primitiva della parabola. Ma Matteo ha
deformato il suo senso identificando il sale con il discepolo? Si
è molto insistito su questa differenza, come se Matteo avesse
effettivamente dato alla parabola un tutt'altro orientamento. Noi
vorremmo tuttavia sottolineare fin d'ora che la differenza è
meno grande di quanto si afferma.. Infatti, anche Matteo parla
d'un sale che perde il suo sale, d'un sale al quale bisogna
rendere il suo sale. Dunque, implicitamente, distingue il sale
che i discepoli sono e il sale che essi hanno o piuttosto che
devono avere per essere sale. D'altra parte, non bisognerà
perdere di vista ciò che abbiamo detto di quel miscuglio di sale
e di altre materie depositato dal Mar Morto o di quelle piastre
di sale che hanno cessato d'essere sale.
8 Vedere F. PERLES. «Swei Uebersetzungsfehler im Text der Evangelien»
(ZNTW. 1919.20. 96). Riguardo a questa ipotesi vedere M. BLACK, op. cit.,
124 e V.TAYLOR, «The Gospel according to S. Mark»,1955, ad loc.
9 STRACK-BILLERBECK, Kommentar z.N.T. aus Talmus und Midrasch. I,
236.
10 E’ la spiegazione che dà J. JEREMIAS, «Die Gleichnisse Jesu»
(AThANT. 19522 ). 128. Il suo suggerimento è interessante. Ma ci sembra in
ogni caso impossibile considerare il v. 25 di Lc. 14. che menziona la folla alla
quale Gesù si rivolge, come una prova che Luca a differenza di Marco e di
Matteo, vedrebbe nella parabola «una minaccia all’indirizzo della folla»
(op. cit., 128, n. 3). La presenza della folla non impedisce che Gesù parli qui
delle condizioni dei discepoli. In Mt 5-7, la folla è ugualmente testimone del
discorso della montagna,e tuttavia le sue istruzioni si rivolgono ai discepoli.
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Che significa il sale nella parabola di Gesú?
Ma il contesto differente in cui i tre sinottici hanno posto
la parabola ci permetterà di comprendere ancor meglio il
passaggio dalla terza persona (Mc. e Lc) alla seconda (Mt); e
questo ci riconduce al tema principale del presente lavoro
Qual è questa qualità senza della quale un discepolo non
potrebbe essere discepolo? Abbiamo già detto che il contesto è
differente nei tre vangeli, ma che l'idea essenziale è la stessa.
Questa duplice costatazione - differenza in ciò che concerne la
scelta dei logia che formano il contesto, accordo in ciò che
concerne l'idea espressa da tali logia - , ha il suo peso
sull'interpretazione che proponiamo.
Tutti i commentatori generalmente riconoscono il fatto
che, per il vangelo secondo Luca (14,34ss), la parabola del sale
che perde il suo sale deve riferirsi al sacrificio, alla sofferenza,
alla rinuncia totale; infatti essa è manifestamente destinata a
illustrare le parole del v. 33 che precede immediatamente e che
tira la conclusione di tutto il discorso introdotto al v. 26 sulle
condizioni che occorre osservare per essere discepolo: «Così
pure, chiunque di voi non rinuncia a quanto possiede11, non può
essere mio discepolo. Buono è il sale, ma se anche il sale
diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore ecc.»
Tutto il discorso, di cui la parabola rappresenta solo la
conclusione, raccoglie le parole di Gesù sulla necessità per i
discepoli di portare la propria croce (v. 27), di «odiare» la
propria famiglia (v. 26).
Ma è un errore da parte degli esegeti credere che Luca
solo abbia interpretato la parabola in questo modo. Al
contrario, lo stesso avviene per Marco e per Matteo. A
torto è stato detto che per Marco il sale sarebbe la parola di
Dio, o la pace, o la forza divina12, o ancora la dottrina, mentre
in Matteo sarebbe in senso più generale la vocazione dei
discepoli13. In realtà, Marco indica chiaramente ciò che
secondo
11 Letteralmente «prende congedo da».
12 E. LOHMEYER, Das Evangelium des Markus,1937,197
13 E. KLOSTERMANN, Das Matthausevangelium, 19272, ad loc. Il fatto che per
i rabbini il sale è la Torà (STRACK-BILLERBECK, Kommentar z.NT. aus
Talmud und Midrasch I, 235) non prova che nelle parole primitive di Gesù
questo sia la dottrina.
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Che significa il sale nella parabola di Gesù?
lui rappresenta il sale, facendo precedere le parole relative al
sale (9,49) dai logia ben conosciuti: «Se la tua mano ti fa
cadere, tagliala... se il tuo piede ti fa cadere, taglialo... se il tuo
occhio ti fa cadere, levatelo; è meglio che tu entri con un
occhio solo nel regno di Dio che con tutt'e due essere gettato
nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si
estingue. Poiché ognuno deve essere salato col fuoco. Il sale è
buono; ma se il sale diventa scipito, con che cosa gli renderete
il sapore ecc.» Anche questo contesto esige da parte del
discepolo il sacrificio, la rinuncia totale, nel modo piú radicale.
Pur avendo raccolto con la parabola del sale dei logia diversi da
quelli di Luca, Marco ha dunque inteso l'immagine del sale
esattamente nella stessa maniera.
Ciò è d'altronde confermato dal v. 49: «Ognuno deve
essere salato col fuoco». II senso di questo «fuoco» è stato
interpretato in diversi modi. Quella che secondo noi si impone
è adottata effettivamente dalla maggioranza dei
commentatori14: si tratta del fuoco della prova, della
persecuzione, della sofferenza15. La lezione che, per Mc 9,49,
contiene le parole sul «sacrificio che deve essere salato»,
:anche se non è primitiva, riguarda ancora la stessa idea.
Quanto al logion un po' oscuro che in Marco chiude questo
gruppo di parole: «Abbiate sale in voi e state in pace gli uni con
gli altri», pensiamo che la spiegazione piú plausibile, almeno
nel contesto in cui si trova, sia ancora quella che tien conto
della maniera con cui Marco ha manifestamente inteso la
parabola del sale che precede. A volte si sono interpretate
14 J WELLHAUSEN. Das Evangelium Marci. 1909. 76.— E. KLOSTERMANN.
Das Markusevangelium, 19631, 97. — V. TAYLOR, The Gospel according to
St. Mark, 1955, ad loc.
15 Vedere anche Lc 12,49; I Pt 1,7; Ap 3,18.--- C’è d’altronde la possibilità
di accostare queste parole a un logion di Gesù che non si trova nel Nuovo
Testamento, ma che ci è stato trasmesso da ORIGENE (Om. Geremia,
XX.3): «Chiunque è prossimo a me, è prossimo al fuoco» (J. JEREMIAS.
Unhekannte Jesusworte, 1948, 48s). Esso esprime esattamente la stessa idea
della parabola del sale: per essere discepolo, bisogna passare attraverso la
sofferenza. Lo stesso logion si trova nella raccolta di logia scoperta da M.
II.C. PUECH (Logion 73, pagina 96, codice III dei papiri gnostici copti del
Museo del Cairo).
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200
Che significa il sale nella parabola di Gesù?
le due parti di questa raccomandazione finale di Gesú come se
la seconda fosse una spiegazione della prima, cioè come se
l'espressione «aver del sale» fosse spiegata da «vivere in pace».
È stato ricordato a questo proposito l'uso del sale nelle
alleanze16. Ma in questo caso, il logion finale introdurrebbe
un'idea che stonerebbe assolutamente con il ruolo che è proprio
del sale nel versetto precedente. Per questa ragione è meglio
seguire in questo caso gli esegeti che scorgono una opposizione
tra le due parti del versetto17: «Abbiate lo spirito di sacrificio,
di rinuncia, di resistenza – di fronte al mondo; ma vivete in
pace – fra voi, gli uni con gli altri18».
Ora ci resta da esaminare Matteo sotto l'angolo che qui ci
interessa.. Non si è tenuto conto del fatto che l'evangelista ha
posto anche lui la parabola del sale in un contesto che parla
della necessità per il discepolo di soffrire, d'essere perseguitato,
per quanto si tratti ancora una volta di logia differenti sia da
quelli che formano il contesto di Mc 9,49s sia di quelli che
formano il contesto di Lc 14,34s. La frase «voi siete il sale
della terra» segue immediatamente le beatitudini. Benché esse
formino un gruppo a sé, non bisogna lasciarsi trascinare dal
capoverso, che nelle nostre edizioni moderne separa le
beatitudini dal resto, a non scorgere alcun legame tra il v. 12 e
il v. 13 di Mt 5. In realtà, nello spirito di Matteo, non c'è
interruzione nel discorso di Gesú dopo le beatitudini. L'ultima,
coronamento delle precedenti, e di cui ciascuna esprime alla
sua maniera il grande rovesciamento di valori, proclama felici
coloro che sono perseguitati, e i vv. 11-12 apostrofano
direttamente i discepoli, in seconda persona: «Beati sarete voi
quando vi... perseguiteranno ecc.» Segue il v. 13: «Voi siete il
sale della terra; ma se il sale perde il sapore (il suo sale), con
che cosa (il sale) lo si salerà?» È chiaro che per Matteo l'idea è
esattamente la stessa
16 Vedere supra. 302, nota 7.
17 Vedere p. es. A. SCHLATTER, Der Evangelist Markus, 1935, ad loc.
18 Forse Marco in questo caso stabilirebbe un legame tra questa fine e l’inizio
di tutto il brano che è introdotto al v. 33 dalla menzione della contesa tra i
discepoli. Ma la spiegazione data sopra non dipende da questo rapporto.
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201
Che significa il sale nella parabola di Gesù
di Luca e di Marco: il discepolo, per svolgere il suo ruolo di
discepolo, deve prendere la sua croce. Senza di che non sarà
discepolo.
Il risultato dell'esame del contesto rispettivo della
parabola del sale nei tre sinottici è chiaro: il sale è lo spirito di
sacrificio,di rinuncia, condizione indispensabile del discepolo,
e poiché la scelta dei logia che servono da cornice alla parabola
nei tre evangeli prova che gli autori sono su questo punto del
tutto indipendenti l'uno dall'altro, non sarà troppo azzardato
dire che esiste una tradizione d'interpretazione molto antica che
deve corrispondere al senso autentico delle parole dello stesso
Gesú.
In tal caso, non è possibile ammettere19 che il tema di
paragone in questa parabola riguarderebbe unicamente il fatto
che una cosa preziosa all'inizio può perdere tutto il suo valore
in seguito. Si tratta. al contrario, di una cosa molto più precisa.
Il sale è veramente il sacrificio. elemento costitutivo del
discepolo.
Qual è il rapporto tra 1'immagine e la cosa significata? Il
sale vivifica, conserva. purifica. ma ha tutte queste qualità
unicamente perché è nello stesso tempo pungente, perché fa
male. Cosí la sofferenza del discepolo è dolorosa, ma proprio
per questa ragione gli dona la forza di compiere la sua alta
missione di discepolo. È questo senso molto preciso che gli
evangelisti e senza dubbio Gesù stesso hanno attribuito a questa
parabola.
Tenendo conto di questo significato molto concreto,
possiamo rispondere, per finire, alla domanda che abbiamo
posto sopra: Come ha potuto Matteo trasformare la frase
primitiva che, in Luca e in Marco, menziona il sale in quanto
qualità del discepolo, in maniera da identificare il sale con gli
stessi discepoli? Abbiamo già detto che Matteo non ha dato con
ciò alla parabola un orientamento assolutamente estraneo al
logion primitivo, poiché anch'egli parla del sale che perde il suo
sale e giustappone cosí ciò che è il discepolo per il mondo e ciò
per cui lo è. Noi sappiamo che il ruolo del di-
19 Con A. JULICHER. Die Gleichnisreden Jesu, 1809. II. 70. conformante
alla sua teoria troppo unilaterale e troppo schematica sulle parabole di Gesù
che esprimerebbero una sola idea.
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202
Che significa il sale nella parabola di Gesù?
scepolo dipende interamente dallo spirito di sacrificio, di
rinuncia totale che egli deve avere. Essere discepolo vuol dire
dunque sacrificarsi, rinunciare, soffrire. Essere discepolo senza
rinunciare, senza soffrire, è una contraddizione tanto manifesta
quanto un sale che ha perduto la sua qualità di sale. La qualità
costitutiva del discepolo è inseparabile dal ruolo che egli deve
compiere nel mondo20..Dal momento che, per essere discepolo,
occorre lo spirito di sacrificio, quello che serve al mondo è il
discepolo che soffre, che rinuncia, che si sacrifica. Si vede
allora come colui che deve avere il sale può egli stesso essere
identificato con il sale. La stessa immagine, cosi come noi
l'abbiamo intesa, invita a prolungare la linea nel senso del
discorso della montagna: voi siete il sale della terra. Infatti da
una parte il sale non ha ragion d'essere se non per la funzione
che svolge sulla terra. D'altra parte abbiamo visto che in
Palestina si conosce un sale – sia che si tratti del miscuglio
depositato dal Mar Morto o delle piastre di sale utilizzate nei
forni – del quale si può dire che deve rinchiudere la forza del
sale, poiché in teoria può perderla. Cosí i discepoli devono
essere sale, discepoli, cioè persone pronte a ogni sacrificio,
conservando ciò che costituisce il discepolo: il sale, lo spirito di
sacrificio. I discepoli che non sapranno sacrificare tutto
potranno ancora chiamarsi discepoli, ma mancherà loro ciò che
fa il discepolo. Essi saranno altrettanto inutili della massa che
prima è stata giustamente chiamata sale e che, ora, non è piú
buona a niente dal momento che le manca il sale. L'insistenza
sulla inutilità di questo sale che non è piú sale non si trova
soltanto in Matteo, ma anche in Luca. Si vede, attraverso ciò,
che Luca non è molto lontano dall'identificazione del sale con
lo stesso discepolo, benché parli della qualità del discepolo. In
ultima analisi, i tre sinottici concordano anche sotto questo
punto di vista.
In tal modo, secondo i primi commenti della parabola del
sale, cioè quelli che ci dànno gli stessi evangelisti con il loro
contesto, Gesú non concepisce un discepolo che non sia pronto
a rinunciare, a sacrificarsi, a soffrire.
20 Tale è anche il senso della parabola della luce che, in Matteo, segue quella
del sale.
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A P P E N D I C E I I I
C A T E C H E S I D I G I A C O B B E
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CATECHESI DI GIACOBBE
- Preghiera del catechista.
- Invocazione allo Spirito Santo.
Stiamo vivendo un momento di grazia del Signore. Un momento in cui il
Signore sta passando e ci sta liberando. La fede è un combattimento.
C'è, nella Scrittura, un passaggio: la lotta di Giacobbe con Dio. Dice
la Scrittura che Giacobbe sta fuggendo dal suocero Labano. Sapete che
Giacobbe ha dovuto servirlo per sette anni. Quando fuggì da Esaù andò a
rifugiarsi in casa di Labano. Si innamora di Rachele e Labano gli dice che se
vuole Rachele deve stare sette anni al suo servizio come servitore. Lui
rimane sette anni a lavorare per Labano e, quando sta per sposarsi, Labano
gli dice che non gli darà Rachele ma Lia; se vuole Rachele dovrà rimanere a
lavorare per lui altri sette anni. Giacobbe sposa Lia e continua a lavorare
per potersi sposare con Rachele. Ma Dio lo benedice e fa sì che le sue greggi
si moltiplichino. Arriva un momento in cui Giacobbe fugge da Labano con tutte
le sue greggi e Labano lo insegue. Dice che lo ha derubato perché Giacobbe si
è portato con sé quello che era suo, visto che era stato a lavorare 14 anni.
Porta con sé le sue donne ed undici figli. Quando sta per passare il Yaboq,
sta per entrare nel territorio di suo fratello Esaù, suo fratello ha saputo
che suo fratello Giacobbe si avvicina con le sue greggi e dice: "Ora saprai
chi sono io. Tu mi hai rubato la primogenitura!". E parte per ammazzarlo.
Dietro ha Labano e davanti il suo nemico. Questo è molto importante
perché in tutta la Scrittura la crisi si manifesta come un momento
conflittuale dal quale non c'è uscita: davanti c'è la morte e dietro anche.
Quando vedete il passaggio del Mar Rosso è la stessa cosa: davanti c'è il
mare che chiude loro il passo e dietro c'è il nemico. Non c'è via d'uscita,
viene voglia di spararsi: non c'è soluzione, non c'è nessuna soluzione. In
questo momento Giacobbe si rifiuta di passare il Yaboq perché ha paura che
Esaù lo uccida. (Il Yaboq e un fiume) Allora dice la Scrittura che fece
passare il Yaboq a tutto il suo gregge, tutti i suoi beni, e poi fece passare
le mogli, i suoi figli, e rimase lui solo su questa sponda. Non voleva
passare, aveva paura di passare perché dall'altra parte c'era la morte; aveva
paura di andare incontro alla morte, di andare incontro al tempo che non
poteva manipolare, un tempo sconosciuto: il tempo di Dio, entrare nel tempo
che non gli appartiene perché non può dominare la morte. Giacobbe resta su
questa sponda. E, in questo momento, Giacobbe è solo, completamente solo,
senza beni, senza affetti, mentre sull'altra sponda del fiume ci sono le sue
mogli, ci sono i suoi figli e tutti i suoi beni. Lui è qui, solo, e con
un'angoscia terribile: sente che lo uccidono, come se qualcuno stesse per
ucciderlo. Questa angoscia si visibilizza in un uomo, fino al punto che un
uomo appare, lo afferra e vuole strangolarlo, vuole ucciderlo. E siccome lui
si deve difendere ecco che comincia a lottare.
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Questa è un’espressione, una Parola di Dio che esprime che cosa è la
vita dell'uomo. Voi vi trovate con avvenimenti che vi vogliono uccidere, ché
vi vogliono distruggere, che vi minacciano. Avvenimenti fa miliari,
avvenimenti che minacciano la vostra integrità, la vostra persona, come se
qualcuno volesse uccidervi. Questo è ciò che significa questa lotta. E' come
se Giacobbe sentisse che qualcuno lo vuole uccidere, perché lo stanno
continuamente perseguitando, sempre lo hanno imbrogliato, fino al colmo che
ora lo stanno uccidendo da davanti e da dietro; ora, in aggiunta a tutto ciò,
appare quest'uomo, questo sconosciuto, qualcuno che lotta con lui. Ma
Giacobbe resiste, gli si fa incontro e cominciano la lotta. Chi lotta con
Giacobbe è Dio, in figura: perché deve insegnare a Giacobbe, deve prepararlo.
Giacobbe è un eletto di Dio, e tutte le volte che Dio elegge qualcuno opera
in lui per prepararlo. In questa lotta, nella quale Giacobbe resiste a Dio,
prima che albeggi, questo qualcuno che lotta con lui, vedendo che Giacobbe
gli opponeva resistenza, decide di finirla con lui. Allora gli sloga la
giuntura dell'anca, e gli slogò la gamba. Giacobbe rimase impotente per la
lotta ma, in quel momento, Giacobbe scopre che chi sta lottando con lui è
Dio. Vedendo che è Dio chi sta lottando con lui, si aggrappa con tutte le sue
forze a costui che sta lottando con lui, che lo vuole uccidere, e non lo
lascia; si aggrappa con tutte le sue forze. Questi che lotta con lui, che
quasi lo ha vinto, che praticamente lo ha già vinto, non vuole ucciderlo,
vuole andarsene ma Giacobbe lo afferra e non lo lascia. E Dio gli dice:
"Lasciami perché viene l'aurora". E Giacobbe gli risponde: "Io non ti lascerò
fino a che tu non mi benedica". Nella Scrittura la parola è molto importante.
Non solamente nella Scrittura, anche presso i popoli primitivi. In molti
popoli la parola è molto importante, possiede una grande forza. Nel Camerun
c'è un popolo presso il quale la parola ha tanta forza che se tu gli parli
tutto quello che dici lo credono, perché l'inganno e la menzogna è come sé
non esistessero; parlano molto poco e per questo la parola è potente.
Nella Scrittura la parola appare sempre con una grande forza: sia per
benedire che per maledire la Parola si realizza sempre. Per questo se
qualcuno ti benedice, ti dice che ti succeda questo, quello è stato detto: ti
accadrà. E se qualcuno pronuncia una maledizione, che ti succeda qualcosa di
cattivo, quello è stato detto e quello ha potere; benedire e maledire sono
cose molto gravi. Per questo Giacobbe dice: "Io non ti lascio fino a che tu
non mi benedici". E Dio lo benedice. Vuol dire: Fino a che tu non pronunci
una parola su di me, buona, che si compia, perché la tua parola è
onnipotente, perché tu sei Dio". Allora Dio gli dice: "Come ti chiami?". E
lui risponde: "Giacobbe". Dio gli dice: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ti
chiamerai Israele. Israele, che significa 'Forte con Dio", perché hai
conosciuto la tua debolezza. Adesso ti appoggerai in me, perché sai chi è il
forte". Ora Giacobbe può passare il Yaboq, non ha più paura della morte, non
si appoggia più alle sue forze.
Il problema dell'uomo è che si appoggia in se stesso, si appoggia alla
sua ragione, alla sua intelligenza, si appoggia sempre a ciò che crede sia la
verità; non si appoggia nell'altro, non sa passare all'altro, si appoggia
unicamente in dio: una mano lassù nel cielo, come dicono i gitani. La verità
è che l'uomo si appoggia unicamente in se stesso e siccome lui non ha vinto
la morte, quando si trova in mezzo ad avvenimenti che lo superano - gli nasce
un figlio mongoloide, la moglie non so che cosa...
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si trova distrutto. Perché lui vuole che la vita sia in un altro modo, che
non sia cosi, si sta spezzando, ha un problema di soldi, suo marito sta
morendo, sua moglie..., una serie di cose tremende. L'uomo, veramente, non
può dominare se stesso. Il Signore ci invita, invita tutti gli uomini, a
trascendere il nostro io e ad appoggiarci in Lui, perché Lui può, Lui può
veramente trasformare la nostra esistenza.
Perché vi ho detto questo di Giacobbe? Questo fatto che Dio gli cambia
il nome come i primi cristiani, nel Battesimo, cambiavano il nome?
Esattamente perché il nome significa una nuova realtà. Perché è una nuova
realtà? Perché Giacobbe ora ha scoperto che Dio esiste. Ma, perchè ha
scoperto che Dio esiste? Perché Dio ha lottato con lui. La fede, dunque, in
Giacobbe, appare come un combattimento. Che cosa significa questa Parola?
Significa che la tua vita, ogni vita (la Parola Giacobbe, questa Parola che
io sto pronunciando ora è una Parola rivelata da Dio per tutta l'umanità),
vuol dire che ogni vita umana è un combattimento in cui Dio sta intervenendo
per mezzo della croce, attraverso avvenimenti di morte che contestano, che
vanno contro l'idea che ogni uomo ha di se stesso, e Dio allora interviene
con avvenimenti per distruggere questo idolo, distruggere questo dio che
l'uomo ha fatto di se stesso. E per mezzo di che cosa interviene? Attraverso
la morte, in definitiva: la Croce. Che cosa vuole Dio mandando alle persone
questi avvenimenti di morte? Con questi avvenimenti di morte pretende, in
definitiva, che l'uomo scopra che chi sta lottando con lui non è l’avversità,
non è il demonio solamente. E' Dio stesso che sta lottando con lui, è Dio
stesso che lo vuole abbattere perché lui, facendosi dio di tutta la realtà,
si sta condannando se stesso, si sta uccidendo. E l'unico modo di salvare
quest'uomo è abbatterlo. Allora Dio scende in campo e si prepara a lottare
contro di te. La tua vita è stata sempre un combattimento con Dio. Se tu
rifletti sulla tua vita cominci a capire molte cose; cominci a capire perché
in quell’occasione ti successe quella cosa, perché ti successe quest'altra,
perché Dio sta facendo a braccio di ferro con te e vuole vincerti.
Con alcune persone che Dio ha eletto, può essere che Egli usi parole
più forti che con altre. Magari, siccome eri molto duro di testa, ti ha dato
qualche malattia. Prima ha usato la mano leggera: ti ha dato l'amore, ti ha
fatto innamorare, ti ha dato beni e salute, ti ha dato cose stupende, e tu
non hai capito nulla, assolutamente nulla ed hai continuato a vivere come ti
pareva, hai dimenticato il Signore e ti sei messo a vivere in una situazione
tale che il Signore non poteva più dialogare con te. Allora il Signore ti ha
invitao fatti, avvenimenti per farti tornare, per metterti in una situazione
di conversione. Allora ti é successo che quando ti credevi più sicuro e
fiducioso è piombata su di te la crisi, è giunta su di te la preoccupazione.
Questo è un dialogo personalissimo che Dio ha con te, a livello personale;
Dio ha dialogato con te ad un livello molto personale. Tu hai voluto
ribellarti a questi avvenimenti, hai resistito, e la tua testa si è indurita
ogni volta di più: hai resistito contro Dio (perché è Dio che sta lottando
con te e non cade una foglia dall'albero senza che Dio lo permetta). E' Dio
che permette questi avvenimenti a tuo favore, perché il Signore dice: "Tutti
saranno ammaestrati dal Signore”.
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Dio sta facendo questo combattimento con tutti gli uomini. Quello che è stato
rivelato in Giacobbe è una Parola che si è compiuta in Gesù Cristo,
completamente. E' Gesù che entra veramente nel Yaboq, colui che va incontro
ad Esaù, colui che entra nella morte, che entra nella croce senza ribellarsi,
senza resistere a Dio. E' stato vinto dall'inizio; lui stesso entra
nell'avvenimento e dice che se Dio permette ciò, siccome Dio é Amore, non lo
lascerà nella morte.
Questa Parola già la profetizzava Abramo quando saliva con suo figlio
Isacco verso la morte: anche se era una mostruosità. Perché per un padre è
una mostruosità che Dio, Dio stesso, gli dica di uccidere suo figlio. E' una
mostruosità. Ma il fatto era che Abramo si era cacciato in una situazione
nella quale aveva fatto un idolo dell'affetto di suo figlio; con Isacco aveva
aperto una parentesi ed aveva detto a Dio: "Guarda, io ti dò tutto, fa' di me
quello che vuoi, ma non toccarmi questo figlio perché altrimenti non ne posso
più..." Allora, in quel preciso momento, stava condannando suo figlio,
proprio a causa dell'amore che nutriva verso di lui. Perché ciò che salva
Abramo, ciò che salva suo figlio, ciò che salvò tutta l'umanità è
l'obbedienza a Dio, è avere Dio come Unico Signore. Questo è il "Shemà
Israele: Io sono l'Unico Dio". Se tu ti metti in una posizione che per amore
ad una persona, per affetto verso un uomo o una donna, per amore a te stesso,
rifiuti di obbedire a Dio, ti condanni e condanni anche tutti gli altri.
Non che ti condanni in senso giuridico eterno, ma che la tua vita si
trasforma in qualcosa di mostruoso. S. Paolo dice, parlando di Abramo, che
Abramo con il cuore distrutto, senza capire, sta pensando: "Ma perchè Dio mi
comanda di uccidere Isacco?". Perché precisamente è l'unico modo per Abramo
di recuperare Isacco. E non recupera solamente Isacco ma anche tutti noi.
Questa è la meraviglia: perché Dio non aveva promesso ad Abramo un figlio
solamente, Isacco, ma gli ha promesso una discendenza più grande delle stelle
del cielo. Siccome Abramo si accontenta con un figlio solo, in modo che la
discendenza non lo interessa perché lui già si sente capace e si accontenta
di quel poco, perché già gli è sufficiente, e quello che umanamente aveva
desiderato tutta la sua vita era avere un figlio; allora Dio lo invita a
sacrificare Isacco perché gli restituirà Isacco e tutti noi: tutti i
cristiani, tutto Israele, è tutta la discendenza. Siccome Abramo non può
vedere la discendenza, comincia perfino a dubitare che Dio esista, perché può
pensare che lui ha avuto un figlio... chissà perché, allora Dio lo manda al
Moria. Sale con il suo figlio e dice ai servi: "Aspettateci qui perché mio
figlio ed io ritorneremo". E S. Paolo, analizzando questa Parola in senso
rabbinico, dice: "Che cosa significa questo plurale: torneremo? Dio gli aveva
detto di andare ad uccidere il figlio. Allora come può dire: torneremo? Ha
forse mentito?". Origene, un Padre della Chiesa del 3° secolo,dice: "Il fatto
è che Abramo aveva fede; sapeva che anche se Dio gli aveva ordinato di
ucciderlo l'avrebbe potuto resuscitare dai morti, perché Dio non è un
mostro".
Dio, quando interviene senza che noi capiamo le cose, perché lo fa?
Perché interviene senza che noi capiamo le cose? E' perché vuole dirci:
"Somaro! Sono Io. Non capisci che se la realtà fosse solamente quello che tu
pensi della realtà sarebbe una cosa meschina,povera, piccola? Ma com’è
possibile che tu sia disposto ad accettare come bene quel
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lo che capisci, come male quello che non comprendi, che la realtà è solo la
tua, quella che entra nella tua testa? Dio sei tu e tu sei colui che crea le
realtà nel tuo pensiero. Sinceramente ti dico che ti stai condannando
assolutamente. Non ti rendi conto che non puoi uscire dalla morte, che non
puoi vincere la morte?" E' sempre la setssa cosa.
E' la stessa cosa che Dio fa con il popolo d'Israele, quando Israele si
rifiuta di camminare e Dio gli deve mandare i serpenti velenosi perché si
rendano conto che si stanno sbagliando. Perché? Perché credono di essere più
intelligenti di Dio; essi infatti dicevano: "E' impossibile camminare
attraverso il deserto, qui ci hanno ingannato, qui moriremo tutti". Dio pensa
che deve intervenire, mandar loro un avvenimento che li aiuti, che li faccia
cambiare di posizione, mettersi in un'altra situazione, trovare un altro
angolo per vedere in un altro modo la stessa realtà. Allora quando vedono che
la morte li uccide tutti pensano: "0 qui esiste Dio, oppure moriremo tutti; o
esiste qualcuno che ha vinto la morte, qualcuno che ha la capacità di vincere
la morte, oppure qui moriamo tutti.” Allora di fronte a questa alternativa la
cosa migliore è andare da Mosé e dirgli: "Abbiamo peccato contro Dio e contro
di te, chiedi a quel Dio di cui tu hai tanta fede, colui nel quale tu credi,
mentre noi non ci crediamo, chiedigli per favore, che ci salvi". E Dio gli
dirà di alzare un palo con un serpente e dica loro che quando qualcuno si
sentirà morso da un serpente, ed il veleno gli stia già gonfiando la gamba e
sappia che entro 48 ore morirà, che guardi verso quel serpente innalzato.
Solamente il guardarlo e credere che guardandolo sarà salvato... E succede
così. Dio li invita ad un atto di fede: a credere che il Dio che ha ucciso ha
il potere anche di salvare. Questa è un'immagine di Gesù Cristo: la fede
viene dal guardare a Lui. S. Giovanni dice: "Hanno guardato colui che hanno
trafitto". Voi sapete come nasce la fede? Per la predicazione. E la
predicazione ci pone davanti agli occhi Gesù. "Quando sarò innalzato da terra
attirerò `tutti a me".
Questa notte voi potete guardare Gesù, qui, crocifisso, innalzato, Lui:
il serpente. Egli ha preso sul suo corpo tutti i serpenti, tutti i tuoi
peccati, tutto il male, e si è fatto Lui il peccato, si è fatto Lui il
serpente, si è fatto il male, si è fatto Lui peccatore, si è fatto peccato
per noi. E questo è l'amore. Tu guardalo e se credi ciò - che questa morte
che ha sofferto per te ti può rigenerare, ti può togliere i peccati che hai
dentro, ti può dare grazia e sperimentare una nuova vita perché tu non puoi
fare altrimenti, perché tu non sei capace - se credi, te lo assicuro,
arriverai.
Ricordo che in un "Cursillo de cristianidad" una cosa mi rimase molto
impressa e fu che, durante la prima meditazione, dietro il sacerdote che
parlava c'era un Cristo enorme crocifisso. Era molto presto e c'era
abbastanza luce per poterlo vedere molto bene. Del discorso del prete non
ricordo nulla ma mi ricordo di aver sentito, dentro di me che qualcosa mi
diceva che solamente guardando quel Cristo crocifisso... qualcosa mi diceva:
"Quella è la Verità: amare così, questo è l'unica verità". Che cosa voglio
dirvi con questo? Guardando quel Cristo io capii che mai avrei potuto amare
così. Amare così solamente lo poteva Dio. Dopo molto tempo quell'incontro è
stato una luce per me che mi invitava ad appoggiarmi in Lui, a Lui che mi
dice: "Io non posso essere morto invano; la mia morte è dovuta servire anche
per te, la mia morte è stata anche per te. Io mi sono consegnato alla morte
per farti vedere che ti amo, che ti accetto come sei,
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che ti amo. Io non ho schifo ad avvicinarmi a te, anche se sei stato un
peccatore, un egoista, un lussurioso, un superbo: tutta la gente ti ha sempre
messo a lato. Io ti invito, Io ti voglio bene, lo ti amo, Io non ho paura di
avvicinarmi a te. Ma non basta: mi sono fatto uomo e come uomo mi sono fatto
schiavo, mi sono fatto peccato per amore a te, mi sono fatto Io stesso
peccatore, sono stato considerato un peccatore dagli altri; non avere paura
di sentirti un peccatore. Io ti capisco perfettamente: hai paura degli altri,
anche quando vai a confessarti tiri fuori una storiella per giustificarti,
hai paura che non ti capiscano, hai paura, cerchi di scusarti in qualche
modo; ti capisco perfettamente". Il Signore ci ha amati, ci ama
profondamente.
Tornando a Giacobbe, volevo dirvi che in questo scrutinio è Dio colui
che sta combattendo contro di voi, è Dio quello che ha sempre combattuto. La
fede è un combattimento. Dio ingaggia con noi un combattimento che dura
sempre, del quale il catecumenato è una tappa che vuole farci vedere qual'è
la proiezione del cammino del cristianesimo. Questo combattimento ha lo scopo
di crescere e distruggere dentro di noi l'uomo vecchio e creare in noi una
nuova realtà. E' terribilmente mostruoso per me incontrare un certo tipo di
cristiani che non aspettano più nulla, che non hanno una tensione, una
dinamica, a causa della vita religiosa che hanno fatto o per quello che sia,
non hanno una dinamica di crescita: si è cristiani e già basta. San Paolo
parla, anche ai cristiani, di giungere al capo di grazia in grazia. Dobbiamo
arrivare a raggiungere una misura, una statura del Cristo: quella statura in
cui noi siamo per il mondo sacramento di salvezza. Perché il cristiano è in
funzione del mondo, non in funzione di salvare la sua animuccia, non in
funzione di salvare la sua vita: queste sono tutte storielle. 0 noi salviamo
il mondo oppure qui non si salva nessuno, perché Gesù Cristo è venuto a
prendere il mondo con sé. Ha lasciato la Chiesa come sale della terra e la
invia con una missione profetica per il mondo. Questa missione profetica lo è
per l'illuminazione che la Chiesa deve fare su tutte le realtà che Dio sta
facendo con ciascun uomo. Per questo il Signore lo fa con te. La differenza
che esiste fra te ed un pagano che non è nella Chiesa, è che tu sei
illuminato sulla tua realtà. Tu sai, hai il dono, lo Spirito profetico,
conosci la tua realtà mentre l'altro è cieco sulla sua realtà. Là dove tu
vedi l’opera del Signore e sai il perché profondo delle cose, il perché
profondo di ogni avvenimento in modo che tu lo puoi interpretare
profeticamente, dare un'interpretazione reale, autentica e l'unica vera sulla
vita dei fratelli, l'altro uomo, l'uomo della strada è cieco. Non ha cessato
di condannarsi, amareggiarsi e odiare; di fronte agli avvenimenti che non sa
perché gli debbano accadere continua a dare sempre la colpa agli altri: allo
Stato, alla politica, alla società, al lavoro, alla moglie, ai figli; tutti
hanno la colpa. Deve sempre scovare un capro espiatorio da mettere al muro e
fucilare perché tutto cambi. Questo è ciò che pensa quest’uomo perché non ha
un'altra soluzione, perché è assolutamente cieco di fronte alla propria
realtà.
Ma il Signore ti sta formando, adesso; ti manderà come sale e hai la
missione profetica oltre che sacerdotale. Più avanti vedremo che cosa
significa essere sacerdoti per il mondo. Per questa missione profe
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tica il Signore deve illuminarti la tua realtà. Devi essere profeta di
te stesso, devi sapere perché ti accadono certe cose e perché te ne succedono
altre e perché ti sei sposato con quella donna che è fatta così, o con quel
marito, o perché hai un figlio così; lo devi sapere. Non è possibile che tu
dica: "Qualunque cosa mi diano...". Non è vero. Dio non ti ha chiamato a
questo, ad essere un mattone, ad una vita che non ha sapore. Dio ti ha
chiamato a salvare il mondo con la Parola di Dio che già si sta facendo carne
nella tua esistenza, ma per questa ragione il Signore deve prepararti,
formarti, ed ancora ti succederanno molte cose in funzione del mondo. Ah! Ma
io non voglio questo! Se perché io possa imparare, perché io possa avere
questa sapienza devo diventare zoppo, io non voglio! Il fatto è che devi
diventare zoppo altrimenti non capirai mai nulla, è lo unico modo in cui tu
stai capendo che Dio esiste veramente e che tu, veramente, non sei Dio, che
tu non ti puoi appoggiare a te stesso, perché tu ;impari ad appoggiarti
veramente in questo Dio che tu conosci a livello di sentito dire, come dice
Giobbe. Giobbe è un uomo che è stato distrutto e che, alla fine, dice:
"Signore, prima ti conoscevo per sentito dire, ma ora ti hanno visto i miei
occhi". Tu devi conoscerlo, devi vederlo con i tuoi occhi, devi
esperimentarlo realmente, vedere che realmente esiste,devi sperimentare che
cosa significa appoggiarsi sulla roccia e passare il fiume. Devi sperimentare
come tu, prima, non potevi passare il Yaboq perché ne avevi paura ed ora,
appoggiandoti in Gesù Cristo, quasi senza sforzo,superato il primo momento di
angoscia, di paura, passi e non muori.
Passi attraverso il fuoco e non ti bruci, come i tre giovani nella fornace e
questo lo sperimenterai.
Il Signore sta lottando. Che cosa significa Giacobbe?.Che sei stato
eletto. Tu sei Giacobbe, oggi. "Ho amato Giacobbe ed ho rifiutato Esaù". Per
quale motivo? Perché ho amato Giacobbe ed ho rifiutato Esaù.Ma perché Esaù?
Questa domanda non avrà mai risposta, ad essa non si può rispondere. Perché
Esaù ha tutte le carte in regola per essere accettato e Giacobbe per essere
rifiutato. Non si può capire Dio. Pensate alla gratuità, alla misericordia di
Dio, ai disegni di Dio. Secondo S. Paolo Dio ti ha amato così quando eri
molto peggiore degli altri, ma ti ha amato per manifestare in te che Lui era
un Dio di misericordia. Tu che eri tanto cattivo, tanto debole e tanto
svergognato, Dio ti ha amato e ti ha perdonato tanto facilmente. Perché ti ha
eletto? Perché ti ha dato la possibilità di ascoltare questa Parola? S. Paolo
dice che il vasaio fa, con la argilla, un vaso che è destinato ad orinatoio
ed un altro che è destinato ad usi più nobili, e chi sei tu per chiedere il
perché a Dio? Dio ti può mettere in questo cammino e può far si che domani ti
avveleni: può fare di te un proverbio perché gli altri ti vedano. In questi
momenti il Signore ti sta chiamando: tu sei Giacobbe ed il Signore ti sta
chiamando. Ti sta scegliendo perché da Giacobbe tu passi ad essere Israele.
Israele vuol di re che tu hai sperimentato. Dio ha molta pazienza: se hai
bisogno di 5 anni saranno 5 anni, se c'è bisogno di dieci saranno dieci,
venti, trenta, cinquanta se c'è bisogno. Dio ha una pazienza immensa con noi
ed il silenzio di Dio continua: ci sono momenti eni quali non interviene
perché ha pazienza con noi. Ma tu resisti. Qui entra in gioco la libertà
dell’uomo.
Sappiamo che tu sei libero, ma sappiamo che Dio opera, che Dio ti
elegge, rispettandoti. Dio costruisce, sulla tua libertà, la fede. Però,
nello stesso tempo, non ti permette mai di pensare che puoi accaparrarti Dio,
che puoi mettertelo in saccoccia. Dio sta lottando con te, sta facendo sì che
tu arrivi a conoscerti profondamente, a vedere che sei uno zoppo, che non
servi; a vedere che è Lui quello che vale. Che meraviglia
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se, attraverso tanti avvenimenti, attraverso una croce, tu arrivi a scoprire
che Dio esiste veramente, che Lui è il forte, che Lui ti ama e che - tu non
servi.,Allora, se si arriva a questo c'è ancora una Parola di Dio oggi per
noi. E' oggi che Dio ti sta parlando, non ti ha parlato ieri e non ti parlerà
domani, è oggi che il Signore ti dice: "Quando tu scopri rai che Io sono
dentro la tua vita, che in definitiva sono Io stesso che ti sto distruggendo,
Io che sto tentando di ucciderti perché tu scopra realmente ciò: che non sono
né gli avvenimenti, né la politica, né la soceità, che sono Io che sto
tentando di romperti la tua testa, dura perché sei un testone, che tu hai il
collo di ferro e non lo pieghi mai, che mai cedi perché le cose devono sempre
essere come tu le vuoi, che sono Io che sto tentando di farti docile ed
obbediente perché Io sono la salvezza. Ma tu, invece, ti stai appoggiando ad
un idolo che ti condannerà, che ti porterà all'inferno. Ecco perché sto
cercando di toglierti da questa posizione. Voglio salvarti da quella realtà
ma se tu continui così, duro - e guarda che sta per finire il tempo - Io non
potrò fare nulla". Allora Dio ti dice: "Quando scoprirai questo, quando Io ti
avrò abbattuto al suolo, quando avrai visto che sei zoppo, che non puoi
farcela, che tu non sei e che Dio E’, che è Dio colui che è presente
realmente nella tua vita, allora aggrappati a Dio."
La preghiera che cosa è? Se Dio c'è, aggrappati a Lui, gettati: "Io non
ti lascio andare". Che cosa significa: "Io non ti lascio?". Guarda: questa
notte mi aggrappo a Dio nella preghiera (che è il modo di aggrapparsi a Dio)
e gli dico: "Fammi giustizia contro i miei nemici". Non lasciare dormire Dio,
Dio se ne vuole andare per altri affari, allora no!, tu sei qui che lo chiami
e dai giù fino a che gli viene la nausea. Bene, per una notte non ti ha
ascoltato? Io ho tempo. Cominciamo la seconda notte: non ti lascio. "Lasciami
che sta finendo la notte ed arriva l'aurora”. Non ti lascio fino a che tu non
mi benedici, fino a che non pronunci su di me la Parola che dica: "Non ti
chiamerai più Giacobbe. Da oggi tu sarai Israele", e siccome la Parola è
potente ed efficace io sarò Israele per sempre, mai mi appoggerò a me, ma mi
appoggerò a Te e vincerò tutti i miei nemici.
Questo significa la Parola: Giacobbe. Significa che questo bisogna
farlo, bisogna sperimentarlo. Dio deve pronunciare su di voi questa Parola:
"Non ti chiamerai più Giacobbe, sarai Israele che si appoggia in Dio" e
siccome si appoggia in Dio vince tutti i suoi nemici.
Faremo un'alleanza con il Signore nella quale il Signore, prima di dare
la terra al popolo di Israele, dopo averlo tenuto per un po' di tempo nel
deserto, quando sta per fare l'alleanza dice: "Io vi prometto, sotto
giuramento, di concedervi una terra che stilla latte e miele; però dovrete
avermi come l'Unico Dio. Promettete che io Sarò l'unico.Dio nella vostra
vita? Unitevi a Me, appoggiatevi a Me, Io, vostra Roccia; non fate mi
ingelosire con altri dei. Se Io, per esempio, ho un'idea nei tuoi confronti
che magari tu non capiresti e ti tengo 5 giorni nell'oscurità, mi prometti
che non dubiterai di me? Non penserai che Io sono morto e non tenterai di
slavarti con la tua ragione, per conto tuo, peccando e cercando altri dèi? Ti
appoggerai ad altre cose per cercare la felicità? Mi dimenticherai? Prometti
che farai questo che ti dico? Avrai fiducia? Spererai in Me? Non dubiterai
che Io ti ho giurato di darti la Terra? Prometti? Non dubiterai di Me? 0
quando vedrai il cammino per il quale Io ti porto e lo scoprirai un poco
difficile, ed un poco triste, mi abbandonerai perché do
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vrebbe essere esattamente come vuoi tu, in modo che Dio sei tu ed Io devo
servirti.?".
Questo è il dialogo che il Signore sta facendo in questi scrutini,
perché è esattamente questo ciò che ci succede. L'unica cosa che ti interessa
è essere felice e non appena Dio permette questo o quello che non ti lascia
essere felice, per un po' di tempo smetti di appoggiarti in Lui. Il Signore
ha detto che con la violenza non si possono risolvere le cose. Quando tu ti
appoggi nel dio Molk, il dio della violenza, nel dio Marte della guerra, ecco
che con due belle bastonate finisce ogni pasticcio, afferri un bastone ed
ogni cosa è risolta. Mi sembra una cosa ottima, ma guarda bene quello che è
successo perché il cammino della violenza non è cristiano. Hai tentato di
risolvere la questione per conto tuo. Lo dico in questo senso e anche in
tutti gli altri, è tutto la stessa cosa.
Gesù intercede presso il Padre per noi. Egli ci va a dare il suo
Spirito perché quando gli hanno presentato la croce, quando il Padre gli ha
presentato una cosa che umanamente é mostruosa, Egli non ha tentato di
salvarsi con le sue forze, pensando: "Fai questo, fai cosî" ma Lui non ha
dubitato di Dio. Per questo Gesù è il nuovo Israele, quello vero. Il popolo
di Israele ha dubitato sempre di Dio. Dio tardava un poco a dargli l’acqua e
già volevano ammazzare Mosé. Tardavano molto nell'arrivare a quella terra e
quello non era possibile; inoltre cercavano continuamente delle sicurezze.
Siccome la terra non si vedeva, bene: dimostraci che veramente ci darai
quella terra perché io ancora non ci credo, non posso dormire tranquillo di
notte. Quello che ti importa è dormire tranquillo la notte. Non puoi avere un
po' di angoscia, no, no. Non puoi sopportare un po' di combattimento? No, no!
Un po' di lotta interiore, un po' di lotta? No no! Non puoi avere un po' di
lotta. Sei un pancista! Devi sempre spassartela. Sei un tipo comodo! Comodità
a tutte le ore; lotta, niente. Non puoi ave re un po' di angoscia, di
problemi, un po' di tensione. No no! Spassarsela a tutte le ore: la
televisione, il calcio... Non vuoi pasticci in casa, già ne hai avuti
abbastanza sul lavoro. Non vuoi problemi. Fratello, puoi cominciare a
scancellarti. Vedrai quando arriveranno...
Il cammino catecumenale che stiamo facendo è discendere per conoscere
la nostra propria realtà, per conoscere il nostro essere zoppi e cominciare
ad appoggiarci a Gesù Cristo. Per questo adesso entrerete in un tempo
catecumenale. Il cammino catecumenale ha tre grandi fasi. Una prima fase è il
pre-catecumenato, che sono 4 anni; un'altra fase, tre anni, di catecumenato,
ed un anno di Lode: otto anni di cammino. Nei quattro anni di precatecumenato
la cosa più importante è l’umiltà, è questa discesa, questo
toccare il fondo della tua realtà, é questo conoscere te stesso, à questo
cominciare ad essere un poco il profeta della tua realtà e profeta della
storia. Per passare poi, ora, ad un tempo di semplicità. Ora che hai scoperto
il tuo uomo vecchio, ora che hai scoperto che sei egoista, che non puoi
veramente darti la salvezza da te stesso; ora che hai scoperto tutto questo,
ora Dio deve distruggere quest'uomo vecchio perché tu neppure puoi
distruggerlo. Allora ecco che ora hai bisogno della preghiera, deve essere
Dio colui che distrugge questi nemici, queste sette nazioni che possiedono la
terra, queste sette nazioni che sono il simbolo dei sette peccati capitali.
Questo il Signore deve distruggerlo e per questo ti invita ad appoggiarti in
Lui per mezzo dell'orazione. Per questo,nel catecumenato,l’anno prossimo io
farò con voi un'iniziazione alla preghiera: per 15 o 20 gior
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ni, tutti i giorni, ci riuniremo pubblicamente a pregare. Dovete imparare a
pregare, imparare a chiedere al Signore che realizzi questa semplicità,
perché il Signore vada realizzando questa distruzione dell'uomo vecchio,
cominci a spogliarvi, a svestirvi da questo corpo di peccato.
Per quel periodo avrete scoperto qualcosa, avrete toccato la vostra
vita, almeno questo è quello che ha cercato di fare il Signore, per
illuminarti, durante questi quattro anni di cammino. Già sai quello che ha
fatto il Signore per illuminarti. Che cosa ha fatto il Signore per
illuminarti? Che ti attacchi con tutti quelli della comunità, che critichi
tutti, che invidi, che mormori..., pasticci in comunità, che muore tuo
figlio, che muore tuo marito, che non so cosa, che l’altro noti critica, che
dici che te ne vai dalla comunità... Tutto ciò lo ha fatto il Signore per
farti vedere chi sei: che non perdoni, che critichi, che sei incapace di
amare il nemico. Non lo ha fatto il Signore? Sì, lo ha fatto in tutte le
comunità. Quanti pasticci avete avuto? Meraviglie del Signore, potenza di Dio
in vostro favore. Il Signore lotta con voi e voi avete resistito, avete
gettato la colpa sull'altro ed avete detto che questa non è comunità, non lo
è affatto. "Se questi sono cristiani io mi faccio buddista!". Perché tu vuoi
andare alla Parola ma siccome tizia ha detto di te non so che cosa allora
tutto è finito e non vieni alla comunità per 3 mesi di seguito. E non appena
non ti credevi più un buon cristiano perché in casa vedevi che ti era
impossibile accettare tua moglie, allora non venivi più in comunità, perché
venire in comunità significava accettare tua moglie. Non venivi perché tuo
marito ti diceva che eri un'ipocrita in comunità ed in casa. Tu sei uno che
comanda, un orgoglioso e qualcosa in più. Questo e molto altro. E se ancora
non vi è sufficiente... il Signore viene ad illuminarci, non può lasciarci
nella menzogna. Chiaro. E soprattutto deve venire su quelli che si credono
già degli arrivati, che già si credono cristiani e cristianissimi. Non
solamente cristiani ma anche molto rispettabili e molto educati, gente che
dice:
"Devo forse sopportare queste cose?". "
Il fatto è che qui, fratelli, si sta per una missione, perché il
Signore vuole una Chiesa e ci sta chiamando ad una missione che vuol fare con
noi. Questa è l'unica cosa che volevo dirvi, se vi può essere utile oggi, se
ascoltiamo, oggi, la voce del Signore. Perché è il Signore che sta lottando
con voi; dico questo perché è, nel fondo, la catechesi di Giacobbe e quella
della Croce gloriosa del Primo Scrutinio. A questo avvenimento che hai oggi,
non resistere, non resistere al male perché magari stai resistendo a Dio.
Comincia a dirti: "Perché Dio permette queste cose?" E' la domanda che vi
dovete fare. Perché? Perché mi succede questo? Che cosa vuol dirmi Dio con
questo fatto? Dio parla nella storia e la nostra storia è Parola di Dio.
Perché Dio lo permette? Che cosa mi vuol dire Dio? Dio dialoga, come vi ho
già detto deicimila volte, con voi per mezzo della vostra storia,e per mezzo
della Chiesa, come sta facendo oggi: illumina la vostra esistenza con la
Parola, manda luce sulla vostra storia. Ma il campo di battaglia è la storia.
La storia è la tua vita: è lì il campo di battaglia, è lì dove c'è il
Signore, è lì dove si ha l'incontro, tutti i giorni, in una costante
precarietà, in un cammino giorno per giorno nel quale il passato non ti
serve: è Abramo. E con una meta, come l’immagine del corridore che fa S.
Paolo, di un cammino da fare e di dover arrivare ad una meta, correndo. E
correndo e stancandosi arriva alla meta. Questa meta è quella alla quale il
Signore ci chiama per darci una
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missione sulla terra e sul mondo.
Bene, io non aggiungo altro. Adesso faremo una preghiera e canteremo
"Giacobbe". Preghiamo. Nel senso che non dubitiate di Dio, non dubitiate di
Lui che vi ama, del fatto che Lui ha giurato che le acque della morte non
torneranno sulla terra. In Cristo Lui chiama gli uomini alla vita, perché
l'uomo è stato amato da Dio in Gesù Cristo fino all'estremo. Perciò non
dovete dubitare del fatto che Dio vi ama come figli e vi ha preparato un
popolo, ha preparato una Chiesa così che non dubitiate di Dio, e possiate
guardare con fiducia alla vostra storia. Ha parlato prima e continua a
parlare. Anche se avete paura, anche se vi succedono avvenimenti che vi
sembrano senza soluzione, anche se avete il mare davanti a voi che vi chiude
il passo e dietro a voi i nemici, vedrete che il Signore apre un cammino
davanti a voi.
Da una parte ti difende dai tuoi nemici e dall'altra apre il mare. Per
questo, fratelli, vi invito a fare una preghiera al Signore, vi invito, in
questi giorni, ad aggrapparvi al Signore, vi invito a mettervi nella vostra
stanza, a chiudere la porta ed a gridare al Signore che vi ascolti: "Signore,
abbi pietà di me!", ripetendola una, due, cinquemila volte: "Signore, abbi
pietà di me". Egli ti risponderà come vorrà. Ora, fratelli, vi invito ad
innalzare le vostre mani ed i vostri cuori al Signore.
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Da "LE CATECHESI" di S. Cirillo di Gerusalemme
CATECHESI PRELIMINARE
I - (332 A 1) Il Battesimo si avvicina
Il profumo della beatitudine ormai investe voi, o illuminati (1). Già
raccogliete i fiori spirituali per intrecciare le celesti corone; già l'olezzo dello
Spirito Santo alitò su di voi (2); già vi trovate nel vestibolo della reggia: chissà
che il Re vi introduca in essa (3)1
Sono apparsi i fiori degli alberi: chissà che ne maturi anche il frutto!
Per ora avete dato il vostro nome (4) e siete stati chiamati alle armi (5);
avete preso in mano le lampade (6) per partecipare al corteo nuziale. Siete
animati dal desiderio della città celeste, da buoni propositi e dalla speranza che
ne deriva.
Non mentisce colui che afferma: «Ogni cosa coopera in bene per coloro
che. Amano Dio» ( 7). Iddio è largo nel beneficare, però esige prima che il
proposito sia sincero. Perciò l'Apostolo dice: «Di coloro che secondo il
proposito sono stati chiamati» (8). E’ la sincerità dei propositi che fa di te un
chiamato: perciò se ti trovi qui con il corpo e la tua mente è assente. non ne hai
giovamento alcuno.
1) Il termine greco Fotizomenoi dovrebbe essere tradotto con una perifrasi «coloro che
stanno ricevendo l'illuminazione» San Cirillo lo usa per indicare quelli che si stanno preparando
al Battesimo, per distinguerli sia dai fedeli, cioè i battezzati sia dai catecumeni, che si sono iscritti
come futuri aspiranti al Battesimo e alla vita cristiana, ma non si decidono di entrarvi subito.
2) Ct 2,13.
3) Per reggia si intende il Battistero, il quale probabilmente era a pianta circolare e diviso in
due sezioni concentriche: quella più interna era il Battistero propriamente detto e chiamato
metaforicamente anche «Santo dei Santi»; quella esterna, separata dalla prima da un muro o
semplicemente da un peristilio, dove si tenevano le Catechesi ed era chiamata «vestibolo della
reggia».
4) La iscrizione al prossimo Battesimo veniva ordinariamente compiuta da un diacono,
prima dell'inizio della quaresima; con questa incominciava pure il periodo di preparazione al
Battesimo, in cui i fotizomenoi ricevevano un'accurata istruzione sulle fondamentali verità della
fede.
5) Il paragone è tolto dalla leva militare in uso presso i Romani. Essa avveniva in due
momenti: l'invito a presentarsi per la prova di idoneità (qualcosa di simile all'odierna visita
militare) e l'assunzione vera e propria nelle file dell’ esercito. L’ammissione alle Catechesi
sarebbe il primo momento, il Battesimo il secondo.
6) Non si capisce dal contesto se l'accenno alle lampade sia da prendersi letteralmente, e cioè
che i presenti portavano in mano un cero acceso, oppure se si tratti semplicemente di un
riferimento evangelico a Lc 12,35.
7) Rm 8,28. Nella versione di questo testo paolino mi sono attenuto fedelmente al
significato, sicuramente errato, con cui lo intende l’autore. Questi infatti vede nella parola greca
prothesis espresso il proposito cioè la sincera disponibilità dell’uomo alla chiamata di Dio,
mentre S. Paolo parla del disegno eterno che Dio attua nel tempo chiamando alla fede i suoi
eletti. Con questo non dobbiamo tacciare l'autore di pelagianesimo. Nei Padri vissuti prima
dell’espandersi di questa eresia, è facile trovare delle espressioni imprecise circa la provenienza
assoluta della grazia rispetto ad ogni buona opera da noi compiuta.
8) Rm. 8,28.
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IX - (348 A 8) funzione degli esorcismi (1)
I tuoi piedi si muovano solleciti alle catechesi. Ricevi con diligenza gli
esorcismi: sia le insufflazioni che gli esorcismi sono amministrati per la tua
salvezza. Immagina di essere dell'oro grezzo e sofisticato, mescolato con vari
metalli: bronzo, stagno, ferro e piombo (2). Bramiamo avere l'oro solamente.
L'oro non può venir purificato dalle scorie senza il fuoco: e così l'anima, non
può venir purificata senza gli esorcismi. Sono infatti cose divine, ricavate dalle
divine Scritture. La tua faccia è stata.coperta da un velo perché la tua mente
fosse più attenta, perché il vagare degli occhi non causasse la divagazione del
cuore. Quando sono velati gli occhi, le orecchie accolgono senza impedimento
la salvezza.
Gli esperti di oreficeria immettono fiato sul fuoco per mezzo di mantici leggeri
e colano l’ oro nascosto nel crogiolo suscitando la fiamma che lo avvolge, e
così ottengono quello che desiderano. Allo stesso modo, quando gli esorcisti
per mezzo dello Spirito divino infondono nell'anima il timore, e quando il
fuoco si riaccende in essa che si trova nel corpo come in un crogiuolo, il
nemico infernale ne fugge e vi rimangono la salvezza e la speranza dell'eterna
vita; ormai purificata dai peccati, l'anima possiede la salvezza. Perseveriamo
quindi nella speranza, o fratelli; doniamoci e speriamo, perché il Dio
dell'universo, vedendo il nostro proposito, ci purifichi dai peccati, ci faccia
sperare bene delle opere che compiamo e ci doni una salutare conversione. Dio
chiamò te e tu sei un chiamato.
1) Questo capitoletto sugli esorcismi forse è un po' oscuro e probabilmente parrà anche
strano al fedele di oggi, non più uso a simili pratiche. Si tratta infatti di riti che in seguito vennero
ridotti al minimo nella Liturgia e per lo più ignoti alla massa dei fedeli. All'epoca di S. Cirillo
erano molti e di diversa natura. Avevano a fondamento teologico il fatto che in seguito al peccato
dei progenitori, il corpo umano era entrato in qualche modo in possesso del demonio, pur senza
giungere sempre a quelle forme di possessione di cui si riportano parecchi casi nel Vangelo e dei
quali c'è qualche esempio anche ai nostri giorni. Tali esorcismi consistevano anzitutto nella recita
di alcune formule spigolate opportunamente dai vari libri della Sacra Scrittura. Qualche Padre
della Chiesa si lamenta dell'uso riprovevole di formule esorcistiche arbitrarie che risentivano di
quelle magiche assai in voga tra i pagani nel Basso Impero.
V'erano poi le insufflazioni fatte dai diaconi o dai presbiteri sulla faccia e sulle orecchie
dell'esorcizzando: con esse si
intendeva espellere lo spirito maligno in virtù dello Spirito Santo. Forse avevano l'origine biblica
dal passo di san Giovanni (Gv 20.22) in cui si riferisce che Gesù, apparendo agli apostoli la sera
detta Risurrezione. «alitò su di loro e disse:”Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati
saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rinessi”». Non ne abbiamo alcun altro
esempio nella Bibbia, a meno che non si voglia far appello al soffio creatore dell'anima umana, di
cui in Gn 2,7.
Gli esorcismi erano fatti ripetutamente sul corpo del fotizomenos: subito dopo l'iscrizione,
più volte prima o dopo l'ascolto delle Catechesi. immediatamente prima del Battesimo che nel
pensiero di S. Cirillo è come l'esorcismo massimo e definitivo, che esclude definitivamente
Satana dal corpo e dall'anima del fedele.
L'esorcizzando doveva ricevere gli esorcismi a volto velato, in vista di una maggiore
concentrazione della mente che per
mettesse ai riti esterni un migliore effetto.
Oltre che sugli uomini, l’esorcismo aveva per oggetto anche esseri inanimati; per. esempio la
cat. XX,III parla di «Olio esorcizzato».
Agli esorcismi in genere pare quasi che Cirillo attribuisca l'effetto di rimettere i peccati.
Probabilmente egli intende dire
solamente che essi sono una certa quale anticipazione del Battesimo, a cui sono ordinati e che
libera totalmente da Satana
e dal peccato.
2) Ez 22.18.
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XII - (352 C 2) La disciplina dell'arcano (1)
Quando poi ti viene esposta la Catechesi, se un.catecumeno ti chiede che
cosa insegnano i maestri, non dirglielo, perché è un estraneo: ti affidiamo infatti
un mistero e la speranza della vita futura. Può darsi che uno ti dica: «Che danno
ne hai tu se lo vengo a sapere.pur io?». Anche gli ammalati domandano del
vino ma, se ne diamo loro, li fa andare in delirio e così si ottiene un doppio
male: la morte dell'ammalato e la squalifica del medico. Così avviene pure nel
caso che un catecumeno riceva le confidenze di un fedele: il catecumeno va in
delirio (non capisce quanto ha udito, biasima l'azione e deride ciò che fu detto)
e il fedele viene condannato come traditore.
Già ti trovi al limitare: guardati dal parlare, non già perché le cose dette
siano indegne di venir riferite, ma perché l'uditore è indegno di riceverle. Fosti
anche tu catecumeno e in quel tempo non ti parlai di quello che ti attendeva.
Quando capirai per esperienza la sublimità degli insegnamenti, comprenderai
pure che i catecumeni sono indegni di ascoltarli.
1) Per «disciplina dell'arcano» si intende la pratica dei primi cristiani di non rivelare i dogmi
e i riti della loro religione ad estranei e neppure ai semplici catecumeni, perché li potevano capire
male o forse scandalizzarsene e deriderli,oppure servirsene per scoprire i Cristiani in caso di
persecuzione. Tale prassi probabilmente era fondata sulle parole di Gesù: «Non date le cose sante
ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si
voltino a sbanarvi» (Mt 7,6)
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Dalle “CATECHESI BATTESIMALE” di San Giovanni Crisostomo
punti 12 - 13 - 14 (Gli Esorcismi) della Catechesi Seconda
(A coloro che stanno per essere illuminati).
12. - Ma, avvicinandosi il momento in cui voi
riceverete questi doni sublimi, è nostro compito
spiegarvi, secondo le nostre capacità, il significato
delle va rie parti del rito così che, mediante la loro
comprensione, usciate di qui più convinti della vostra
adesione alla fede.
E' perciò necessario che comprendiate il motivo per
cui, terminata la nostra catechesi, noi vi accompagniamo
da coloro che recitano, ad alta voce, le formule degli
esorcismi. C’è in realtà un valido motivo perché voi, tra
poco, dovrete accogliere il re del cielo nell'interiore
dimora della vostra anima; le persone incaricate degli
esorcismi, alle quali vi mandiamo al termine delle nostre
catechesi, usando le loro tremende formule, vi mettono or
dine e pulizia, come si fa in una casa, dove dovrà entra
re il re e vi distruggono le insidiose trappole del
demonio, perché questa vostra dimora interiore si presenti
degna della venuta del re.
Nessun demone, per quanto caparbio e violento, potrà
sottrarsi all'effetto terrificante di queste formule,
unite con l'invocazione all'unico Signore dei mondo, e
sarà costretto a precipitosa fuga. Del resto, questi
medesimi esorcismi vi infonderanno un sentimento di
intensa pietà religiosa e di profonda conpunzione.
www.geocities.com/Athens/Delphi/6919

1 commento:

Anonimo ha detto...

hi, new to the site, thanks.