giovedì 1 luglio 2010
di Padre Enrico Zoffoli DIFESA DELL' EUCARESTIA
II - LA CONGIURA
Le infiltrazioni del Protestantesimo, favorite dal laicismo e dalla massoneria, sono così diffuse e
profonde che molti del Clero e del laicato, insensibilmente vanno aberrando dall’ortodossia
cattolica.
— Essi non credono nella Messa come sacrificio, celebrandola solo come convito fraterno.
Secondo loro, la Risurrezione e l’attuale stato del Cristo glorioso, invitano alla gioia e
alla festa, non al pianto e alla penitenza nella partecipazione all’Offerta cruenta della
Croce, sacramentalmente ri-presentata sull’altare nella celebrazione di ogni Messa;
— Riconoscono al celebrante soltanto la dignità di “preside” del rito, quella stessa comune
a tutti i fedeli, perché incorporati al Cristo mediante il battesimo; e quindi negando la
distinzione essenziale tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune...;
— Ritengono che le parole della consacrazione non producono la vera, reale e sostanziale
presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche, trattandosi soltanto di una sua presenza
simbolica.
— Non si curano delle briciole e frammenti del “pane consacrato”caduti durante l’azione
liturgica: negata la “transustanziazione”, la presenza di Cristo si ritiene condizionata
non alla “sostanza” del suo Corpo, ma alle dimensioni del pane che suole consumarsi in
ogni normale pasto umano.
— Non s'inginocchiano davanti al Tabernacolo né adorano il Santissimo, convinti che, dopo
la Messa, celebrata come “convito” e quindi sciolta l’assemblea dei fedeli, il “pane
consacrato” non è più “simbolo” della loro unione tra loro nel Cristo.
— Giudicano superflua la confessione sacramentale prima di comunicarsi: il fatto stesso di
riunirsi nel nome di Cristo sarebbe già segno di riconciliazione con Lui e i fratelli, ciò
ch’è falso.
— Concepiscono la Chiesa non come singolare Organismo anche giuridico, con dogmi
definiti, norme etiche immutabili, riti sacri, gerarchia...; ma come universale Società
dei credenti, ciascuno dei quali vive i suoi rapporti con Dio secondo la propria sensibilità
e cultura; per cui non si da nessuna religione che emerga sulle altre come
assolutamente vera e, quindi, unica e oggettiva via di salvezza.
— Non distinguono in modo netto e definitivo il vero dal falso, il bene dal male, il sacro dal
profano, sostenendo che la mente umana non può conoscere la verità assoluta,
specialmente a livello metafisico e soprannaturale... Segue che non si sarebbe un
“credo” valido per tutti i popoli, le culture e le fasi del processo storico.
Questa, per sommi capi, la dottrina che, colpendo l’Eucaristia, soggiace alla congiura da noi
denunziata, la quale mira a frantumare la più salda base della fede cattolica, della dignità della
persona e della civiltà umana.
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