AMORE

L'AMORE PIU' GRANDE....

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Canto gregoriano

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LA BEATA VERGINE MARIA

LA BEATA VERGINE MARIA

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SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE

SAN MICHELE UCCIDE IL DRAGONE
PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

Antica Bibbia

Antica Bibbia

LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO


"Una lampada  su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne." 

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".

"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata".  "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni  e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".

I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....

TESTI SEGRETI LIBRI

giovedì 1 luglio 2010

di Padre Enrico Zoffoli DIFESA DELL' EUCARESTIA

VI - BREVE COMPENDIO DI TEOLOGIA EUCARISTICA
1. Il dogma eucaristico è compreso vitalmente nel contesto della Rivelazione Cristiana, che
parte dal fatto storico del peccato originale e di tutti quelli personali commessi dall'origine
alla fine del mondo.
2. La Redenzione, contemplata nel decreto della misericordia redentrice di Dio, implica una
soddisfazione della sua giustizia, possibile all'uomo soltanto per la mediazione espiatrice di
Gesù, Verbo Incarnato.
3. Gesù ha compiuto la sua missione sacrificandosi sulla croce: la sua Offerta cruenta è
perfetta, unica, universale, valida per le generazioni umane di tutti i tempi; le quali solo
partecipando alla medesima, nella morte della penitenza, possono goderne i Frutti nella
vita e nella gioia della sua risurrezione.
4. Il Sacrificio della Croce è quello medesimo reso presente sull'altare ogni volta che il
sacerdote consacra pane e vino, mutati nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Perciò, se i Giudei
videro e udirono il Salvatore morente, oggi i credenti contemplano l'identico Salvatore
nell'atto stesso della sua Offerta attraverso il velo delle apparenze (= accidenti) del pane e
del vino che, distintamente consacrati, riproducono simbolicamente la violenta separazione
del Sangue dal Corpo della Vittima divina, il vero Agnello che toglie i peccati del mondo.
5. La Messa, essendo la stessa Immolazione di Cristo celebrata sotto le specie del pane e del
vino, è anche convito, tale però da offrire in cibo e bevanda la carne crocifissa e il sangue
versato dal Salvatore, invitando i fedeli a trasformarsi spiritualmente in Lui, Vittima di
espiazione, sì da partecipare alle sue disposizioni sacrificali e rinascere ad una vita nuova
che prelude alla risurrezione finale.
6. Dunque, la Messa è il rito che celebra principalmente il Sacrificio della Croce, non un
banchetto di festa che esalta la gloria della Risurrezione. Anche se attualmente risorto
impassibile, Gesù ha voluto che la Chiesa, nel mistero eucaristico, celebrasse la sua
Passione e Morte, unica Causa meritoria della nostra salvezza. Egli ci ha redenti non
risorgendo, ma morendo. La Risurrezione è effetto-premio della Morte, come la Morte (e
Morte di amore!) è germe della risurrezione.
7. La Messa è l'identico Sacrificio della Croce perché Chi veramente la celebra - mediante il
suo ministro - è lo stesso Gesù, presente sotto le specie del pane e del vino,
transustanziati nel suo Corpo e nel suo Sangue. Ed è per questa sua reale e sostanziale
presenza che la Comunione eucaristica consente ai fedeli di unirsi con Lui anche secondo la
sua Umanità, quella propria della persona del Verbo.
8. La presenza di Lui, realizzata in virtù della transustanziazione persevera in tutti i frammenti
del Pane eucaristico; che perciò sono adorabili non meno dell'intera Ostia consacrata. Essa
dura finché le naturali proprietà del pane restano inalterate, fungendo esse da segno
indicativo di quella presenza. Ne consegue il dovere di tutti gli atti del culto eucaristico.
9. Chi rifiuta la reale e sostanziale presenza di Cristo nel sacramento dell'altare, logicamente
deve negare anche il Sacrificio Eucaristico, e quindi il sacerdozio, l'Ordine sacro, la
Gerarchia, la Chiesa come società visibile coi suoi poteri, e perciò l'infallibilità del suo
Magistero; infine lo stesso Cristianesimo quale Rivelazione divina e, in questa, il supremo
criterio di verità e di certezza per ogni credente.
10. La Messa è celebrata dal sacerdote operante «nella stessa persona di Cristo», non dai
fedeli; i quali perciò possono essere assenti, anche se la loro partecipazione è vivamente
raccomandata. La Messa dunque, non è costituita essenzialmente dall'assemblea dei fedeli
e neppure dalla loro comunione. Essa è il «sacramento del Sacrificio» di Cristo, che da solo
basta a soddisfare la giustizia del Padre e redimere il mondo.
11.Altro è il sacerdozio ministeriale dei «presbiteri» che rappresentano il Cristo-Capo, dal
sacerdozio comune dei fedeli, per i quali il Cristo (nei suoi ministri) intercede presso il
Padre. Se Gesù, offrendo se stesso, offre anche i fedeli, membri del suo Corpo; i fedeli
offrono se stessi in Lui e per Lui, partecipando alle sue disposizioni di Vittima.
12.Se le Messe sono numericamente molte, uno e irripetibile però resta il Sacrificio della croce
da esse ripresentato in ogni luogo e tempo. Perciò si moltiplica «il segno» (= sacramento),
non la Realtà significata, ossia il Mistero della Morte espiatrice e redentrice di Cristo; com'è
certo che, se si moltiplicano le «ostie consacrate», la Sostanza del Corpo di Cristo resta
numericamente identica, immoltiplicata e immoltiplicabile, ovunque si celebra il Sacrificio
eucaristico. Tutto ciò è possibile solo per la totale conversione della sostanza del pane e del
vino nella sostanza, non nelle dimensioni naturali dell'Uomo-Gesù, le quali gli avrebbero
impedito di essere contemporaneamente in molti luoghi.
13.Una è la Messa concelebrata da molti sacerdoti, perché uno è il rito a cui essi partecipano e
una, indivisibile, la consacrazione di tutti, anche se ciascuno ha le sue particolari intenzioni.
14. Il valore della Messa concelebrata da molti sacerdoti non è maggiore di quello della Messa
indi-viduale, perché nell'una e nell'altra identico è il Sacerdote: Gesù, principale Offerente
e principale Vittima offerta. Non da altri dipendono la dignità e l'efficacia salvifica del
Sacrificio, anche se molti «ministri» rivelano l'unità del loro «ministero», sempre
essenzialmente relativo al sacerdozio di Cristo.
15. Il Sacrificio della croce - reso evidente nella Messa - , essendo il supremo atto di amore di
Gesù al Padre (e a noi), riassume e concentra in sé tutti i misteri rivelati, l'amore di Maria e
di tutti gli Angeli, i meriti di tutti i Santi, superando in efficacia tutti i Sacramenti, tutte le
funzioni liturgiche, tutte le pratiche devozionali private e pubbliche, tutte le iniziative
pastorali, tutte le conquiste missionarie, perché tutto scaturisce dal valore infinito
dell'Offerta cruenta di Cristo, come da essa dipende la stessa gloria della sua (e nostra)
risurrezione, la santità e la beatitudine eterna dei fedeli.
16.Se ogni singola Messa ha tale e tanto valore, è certo che la pluralità numerica delle Messe
costituisce una miniera inesauribile di benefici per la Chiesa (Corpo di Cristo in incessante
sviluppo), per i singoli sacerdoti, per tutti i fedeli vivi e defunti. In realtà, la partecipazione
alla Messa, per quanto sia intensa e meritoria, tuttavia ogni volta - nel tempo - è sempre
finita e quindi capace di un perfezionamento sempre maggiore. Ed è per questo che la
Chiesa, nel moltiplicare il numero dei sacerdoti, virtualmente moltiplica il numero delle
messe, offrendo ai fedeli la possibilità di una partecipazione sempre più frequente e
fervente al Sacrificio eucaristico. Il bene, sempre limitato, ottenuto da molte Messe supera
quello percepito da una sola Messa. Perciò, nemico della Chiesa è chiunque pretende di
ridurre il numero delle Messe:egli è responsabile del più nefasto impoverimento della sua
vita, tendente a paralizzarne l'opera, screditarne il prestigio, esporla agli assalti più
micidiali di Satana.
17. La dignità trascendente della Messa esclude che la si possa vendere o comprare. L'offerta
dei fedeli esprime unicamente (come un suo simbolo) l'interna partecipazione di ciascuno
al Sacrificio eucaristico. Nessuno, per essa, può presumere di «appropriarsi» tutti i benefici
della Messa, com'è certo che le molte intenzioni particolari non la rendono meno valida che
se fosse celebrata soltanto per una: la luce del Sole è percepita indifferentemente da una
come da mille persone.
18. «Il sacerdote come ministro (...), deve avere un particolare senso del bene comune della
Chiesa che egli rappresenta mediante il suo ministero (...). Egli non può considerarsi come
“proprietario” che liberamente disponga del testo liturgico e del sacro rito come di un suo
bene peculiare così da dargli uno stile personale e arbitrario. Questo (...) è sempre
tradimento di quell'unione che, soprattutto nel Sacramento dell'unità, deve trovare la
propria espressione...» (Giovanni Paolo II, Domin. Cenae, 12).
19. Durante la Messa: si sta in piedi, quando si prega; si sta seduti, quando si ascolta; si sta in
ginocchio, quando si adora nei due momenti più sublimi della celebrazione: la
consacrazione e dopo la comunione. Il saluto finale del sacerdote annunzia il termine del
rito liturgico, ma non dispensa i fedeli che hanno ricevuto l'Eucaristia di restare in chiesa
per prolungare il dovuto ringraziamento al Signore.
20. «L'adorazione di Cristo in questo Sacramento di amore deve poi trovare la sua espressione
in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore di
adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali (quarantore), benedizioni eucaristiche,
processioni eucaristiche, congressi eucaristici (...). Tutto ciò corrisponde (...) ai principi
generali e alle norme particolari già da tempo esistenti, ma nuovamente formulate durante
o dopo il Concilio Vaticano II» (Giovanni Paolo II, op. cit.).
Rivelazione di Gesù Nostro Signore ad un'anima.
Con i vostri peccati irritate la mia giustizia e provocate i miei castighi; ma grazie alla Santa
Messa, in tutti gli istanti della giornata ed in tutti i punti del globo terrestre, umiliandomi
sull'altare sino all'immolazione, offrendo le Mie sofferenze del Calvario, presento al Divin Padre
un magnifico compenso ed una sovrabbondante soddisfazione. Tutte le mie Piaghe, come
altrettante bocche divinamente eloquenti esclamano: “ Padre perdona loro!..”domandano
misericordia.
Usate del tesoro della Messa, per prendere parte alle dolcezze del Mio Amore!
Offritevi al Padre per mezzo mio, perché Io sono Intermediario ed Avvocato. Congiungete i
vostri deboli omaggi ai Miei omaggi che sono perfetti!
Quanti trascurano di assistere alla Santa Messa nei giorni festivi! Benedico quelle anime che
per riparare ascoltano nella festa una messa in più e che, quando sono impedite di fare ciò,
suppliscono con l'ascoltarla durante la settimana..

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