Carissimo Santo Padre,
mi accingo a scrivere questa lettera sperando di trovare le parole giuste.
Fino a un mese fa circa, facevo parte del Cammino neocatecumenale. Ne sono uscita per un fatto che ora cerco di raccontare con rettitudine di cuore.
E’ terribile!
I catechisti dicono che Dio, dopo, provvede.
Io ho chiesto ai catechisti perché queste cose che ho citato non sono scritte nello Statuto, come pure altre cose che non vengono chiarite bene. La risposta è stata violenta. Con molta rabbia e urli mi hanno detto che se io non credo al Cammino o se ho dei dubbi, non credo in Gesù; che nel cuore non ho niente, anzi, vi alberga satana e (che) se continuo per questa strada non posso fare più la Comunione. Hanno continuato per 2 ore a inveire contro di me. Tutto questo ha sconvolto sia me che mio marito, anche perché 13 anni fa è venuto a mancare mio figlio Luca, il giorno di Tutti i Santi, in un tragico incidente. Aveva 27 anni. Io sono molto malata, soffro di anemia falciforme. Mi cambiano il sangue tutti i mesi attraverso una macchina. Ho subìto 16 interventi e siamo poveri, non possediamo niente. Se non mi affidassi totalmente a Dio non ce la farei. Lo ringrazio con tutto il cuore per l’aiuto che mi dà ogni giorno, così posso accudire la mia famiglia.
Santo Padre, Le ho raccontato tutto questo perché mi sembra che ci sia qualcosa che Lei non sa. Chiedo perdono se mi sono permessa tanto. Sono sicura che Sua Santità controllerà e prederà provvedimento in merito per il bene di tutti. In quanto a me, voglio ubbidire alla Santa Chiesa, alle Sue parole che sono verità.
Chiedo la Sua S. Benedizione.
La saluto con devozione augurandoLe Buone Feste.
Con Affetto.
A……… T……
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