sabato 17 luglio 2010
LETTERA DENUNCIA SUL CAMMINO NEOCATECUMENALE
A tutti i Vescovi della Toscana Ai Cardinali e Vescovi amici sia in Italia
che in Brasile
Cari Padri,
permettete (e ci ho pensato parecchio) ad un pover’uomo come me, di mandarVi copia di una lettera aperta, che, tempo fa, ho rimesso al Parroco della Chiesa di San Bartolo in Tuto, qui in Scandicci, alla periferia di Firenze. Quella Parrocchia è, nei fatti, il Centro del Cammino Neocatecumenale della città e della Diocesi di Firenze. Oltre ai ruoli che svolge, sempre per il Cammino, in un ambito ancora più ampio.
Premetto chiaramente due cose:
I. Non nutro alcuna avversione verso il Cammino Neocatecumenale (ed anche verso i Movimenti Ecclesiali moderni), che studio da anni (lo stesso Card. Benelli mi aveva invitato a far questo) e di cui ho fatto personale esperienza (sia pur breve), di cui ho visto e seguito innumerevoli esperienze, sia in Italia che in Brasile. Riconosco, anzi molto volentieri, che per alcune tipologie di coscienze, stante anche la forte suggestione psicologica che caratterizza oggi la cultura e che trionfa nei mass-media, il Cammino può risultare utile. Tuttavia - a mio parere - non può minimamente pensarsi che, il Cammino Neocatecumenale (e così pure tutti i Movimenti Ecclesiali moderni) caratterizzi od occupi una Parrocchia, privilegiando le sue strane (o, comunque alternative) Liturgie, praticando solo la propria Catechesi (i cui testi andrebbero pubblicati e messi in uso e confronto con tutta la Chiesa), mostrando, in concreto, che i cristiani "normali" sono di Serie B, mentre gli adepti al Cammino sono i segnati da Dio e coloro che attuano una vera conversione.
II. Non parlo dunque e non scrivo per inesperienza del Cammino Neocatecumenale: ho raccolto kilogrammi delle loro pubblicazioni (ripeto: sempre tenute in serbo e vietate agli occhi di chiunque). Ho avuto colloqui con Vescovi, sia in Italia che in Brasile, ostili, incerti, o favorevoli al Cammino. Ho trattato la questione con Teologi di vera dottrina e di autentica esperienza della Tradizione della Chiesa. Anche con Storici ben preparati ho parlato di questo. Mi ritrovo infine, come in una Commissione, con vari di quelli che ho citato.
Non sta a me, ma alla vostra docilità e sensibilità di Pastori degli Apostoli e di Collaboratori Responsabili di quell' "unum" che è la Chiesa, Madre di tutti, sottolineare la incidenza che il Cammino Neocatecumenale può prendere sull'andamento delle Parrocchie, a fronte dei Piani Diocesani o Interdiocesani di Evangelizzazione, a fronte della diffusione stessa del Vangelo, sia presso i Lontani, sia presso Popoli non ancora evangelizzati.
Posso dire soltanto, con molta umiltà, che sarebbe un autentico delitto di omissione, se non vi fate carico di questa realtà della Chiesa contemporanea e se non ne trattate sia fra Voi, sia con il Santo Padre. Sarebbe poi, addirittura un assurdo se quel ricevere un 25% dei tantissimi soldi che girano dentro il Cammino Neocatecumenale, ciò volesse poi significare, sia pur lontanamente, un tacito consenso, od una passiva sopportazione.
Se avete ricevuto tali somme datene pubblica e tempestiva comunicazione sia ai Vostri Uffici Amministrativi, sia ai Vostri Consigli Presbiterali e Pastorali.
Posso anche testimoniare che tali somme, veramente ingenti sono talora sottratte, un po' alla maniera dei drogati, quasi di nascosto, alle economie delle famiglie. Mons. Bartoletti, che a suo tempo gridò (letteralmente) un NO a fronte della prospettiva (diventata poi dolorosissima esperienza, ma da cui da poco ci siamo liberati nel reciproco rispetto) che l’Opera Madonnina del Grappa di don Giulio Facibeni, Servo di Dio, fosse attraversata, o addirittura posseduta dal Cammino Neocatecumenale, avvertiva - già allora - di numerose denunzie di plagio delle persone, pervenute alla CEI.
Compio questo gesto non per esigere la benché minima cosa, o per contestare alcunché, ma perché credo profondamente nella comunione fra il prete ed il Vescovo, fra i Vescovi fra loro, fra i Vescovi ed il Santo Padre. Certo non a livello del costume ecclesiastico, che rischia non di rado di allontanare anche da Dio. Bensì secondo la esperienza, e la tradizioni dei Santi e delle Sante, secondo quello che ho visto vivere da Uomini di fede, come don Facinbeni, Giorgio La Pira ed altri.
Vi scongiuro di aiutare il Santo Padre ad esser più e meglio informato. Possibile che Kiko Arguello giri ovunque dicendo che il Papa è d'accordo con lui e facendo ritrovare sugli stampati, di cui sopra, segretamente diffusi, suoi commenti ad fatto di essere stato a pranzo dal Papa, dove ci va, grazie alla squisita capacità di rapporto che ha Giovanni Paolo II, mezzo mondo?
Possibile che si possa trasformare la Liturgia, così come si fa nel Cammino Neocatecumenale., violando ogni norma in proposito e toccando perfino (secondo alcuni Teologi) la sostanza della Eucarestia e dei Sacramenti? Ricordo che in Brasile, ci fu un piccolo tentativo di valorizzare un po' di più l'Offertorio, che senza dubbio ha un po’ sofferto nella recente Riforma liturgica, ci fu un immediato intervento del Nunzio Apostolico e della Congregazione del Culto Divino. Eppure c'erano dei Vescovi che presiedevano e che stavano ben attenti a quell’experimentum. Certo tale modesta iniziativa era - per così dire - dalla parte dei poveri.
Si può annullare la concelebrazione, togliere sistematicamente il Gloria, ridurre tutta la ricchezza dei Canoni e dei Prefazi all'uso di un solo Canone (il II), l’unico che è stato musicato da Kiko, con gridolini ("Padre, Padre.") che rendono lancinante un momento ieratico e di altissima contemplazione? Pare quasi di scorgere il sapore protestante dell’Eucarestia, ridotta a pura commemorazione. Ma Voi Vescovi e lo stesso Santo Padre avete mai, preso parte personalmente e direttamente all’Eucarestia Neocatecumenale, od alla Veglia pasquale neocatecumenale? Dovreste nel caso tuttavia accertarvi che tutto sia eseguito per intero, a incominciare di come si fa e come si addobba l'altare, secondo le rigide ed ugualissime norme (per il mondo intero) dettate da Kiko Arguello, ma che furbescamente si adattano se c'è uno spettatore quale potrebbe essere uno di Voi.
Possibile che in tutto il Mondo (perfino in paesi come il Brasile, Formosa, India.) che hanno una loro tipica tradizione musicale ed espressiva) si debbano cantare solo le composizioni (parole e musica) di Kiko Arguello, offendendo clamorosamente il rispetto delle culture locali ed obbligando quegli adepti (sempre troppo psicologizzati) ad esprimersi secondo modalità intransigenti e che comunque vengono dal di fuori? E quell'unico modo di leggere la Bibbia, fuori da ogni contesto storico? Forse si deve tornare indietro con la evangelizzazione, rinnovando le sofferenze e le incongruità, che già dovette patire San Francesco Saverio e tantissimi altri dopo di lui, fino ai nostri giorni?
Io non nego affatto il buon diritto del Cammino Neocatecumenale di esser presente nella Chiesa di oggi. Faccio solo rilevare che il Cammino e tutti i Movimenti Ecclesiastici moderni non hanno certo fatto e non fanno il Santo Sposalizio con Madonna Povertà. E questo dà noia ed insospettisce tanti Uomini e Donne di autentico spirito cristiano e di preziosa fedeltà alla Chiesa.
Tuttavia questo diritto di collocazione nella Chiesa, deve esser oggi, superati di tanto gli anni di una sperimentazione, sancito da appositi Documenti della Santa Sede, riguardanti non un generico consenso, ma una esatta valutazione di tutti gli aspetti che il Cammino porta con sé ed introduce nel delicato tessuto della pastorale. Sono le varie Congregazioni che collaborano col Santo Padre, che devono esprimersi a fronte di argomenti ben riferiti, ben analizzati.
Perché il Papa, fino a prova contraria, parla "ex cathedra" o secondo le autorevoli decisioni delle Congregazioni Romane, quando contengono la firma o il consenso del Papa. Non parla certo "ex finestra", "ex mensa", "ex intervista". Intendo "parlare" come motivo di sacra obbedienza.
Cari Padri, perdonate questa che non è una intromissione. Se sbaglio, correggetemi, per favore: lo chiese anche il Santo Padre nel primo, formidabile approccio dal balcone sulla Piazza San Pietro, la sera stessa della sua elezione.
Si vive oggi, un grande "momento di Chiesa" e mai come oggi la forza del Risorto, la profezia del Signore può diventare argomento, struttura di incontro, di reciproco servizio sia per le coscienze che per le genti.
Infelice chi a fronte di questo grande orizzonte paolino, ma più ampio di quello dell'affascinante Viaggiatore Apostolico, si limita a contare le sue supposte ragioni, a fronte - ad esempio - della evoluzione politica, sociale, economica, religiosa delle Est europeo.
Chi trattava il problema comunista con mentalità e cultura da clericale, aveva torto ieri ed ha torto maggiore oggi.
Proprio questa "stagione storica" impone che, all'interno della Chiesa ci sia una schietta animazione di tipo profetico e secondo le norme di una economia solo provvidenziale, secondo altresì le esigenze della libertà di coscienza e della capacità di servizio.
"Amicus meus undique venite.", diceva la Sposa del Cantico dei Cantici, sentendo venir da ogni dove la voce del suo Sposo. Così dev’essere per la Chiesa di oggi, la Sposa di Cristo!
Il Signore si fa ascoltare da ogni parte, così come all’interno di ogni coscienza, come di qualsiasi cultura.
Si fa ascoltare nel "grido dei poveri", che è la caratteristica stessa della storia in cammino e della contemporanea vocazione dei Cristiani.
Si fa ascoltare nella necessità "fisiologica" della Pace fra i popoli e all'interno dei popoli.
Si fa ascoltare nella urgenza che la fine sacrosanta del Comunismo non significhi - nei paesi occidentali - una ulteriore soggezione del mondo del lavoro alla finanza internazionale e massonica, o alle prepotenze e furbizie di ceti imprenditoriali così paganeggianti e così materialistici.
Voi sapete, senza alcun dubbio, molto meglio di me cogliere i "segni dei tempi". Se non lo faceste, sareste al massimo degli ordinati Funzionari del Sacro. E questo neanche lo penso.
Si dice che il Magistero della Chiesa è zeppo di Documenti all’altezza dei tempi.
E' vero ed è molto consolante. Ma i Documenti valgono fino ad un certo punto: cioè fino
a che non si sposano a vere e sante Incarnazioni, a precise Testimonianze, singole o associate. Il Figlio Eterno di Dio non scrisse una Enciclica per salvare il Mondo, ma si fece Uomo e si fece adorare in quel Mistero di Servo, di Figlio del Carpentiere, di Sacerdote unico ed eterno.
Sì, avemmo la Rerum Novarum ai tempi dell'insorgere della questione operaia. Ma mi han detto che nello Stato della Città del Vaticano, le rappresentanze sindacali di quei Lavoratori sono state istituite solo recentemente. La si potrebbe chiamare una "disobbedienza in casa".
Ora, a fronte di questo amplissimo orizzonte storico, il Cammino Neocatecumenale, che ovunque crea divisioni e che disarticola in concreto la struttura portante delle Parrocchie, che annulla le voci che non siano quelle di Kiko Arguello e di Carmen Hernandez, non è privo di ambiguità, che vanno viste da Voi da vicino e valutate con urgenza.
Prima che non sia troppo tardi!
Se poi il Camino Neocatecumenale si sistema in una specie di Congregazione religiosa ecc., tutto bene: c'è sempre stata una enorme fantasia in proposito lungo la storia millenaria della Chiesa. C'è davvero posto per tutti. Allora potrebbero pretendere di più e meglio di avere Seminari propri, sia per orientare i propri vocazionati, sia per smettere di ricorrere a Vescovi tacenti o compiacenti per mandare a giro Preti itineranti ecc. E' bene davvero che il Camino Neocatecumenale abbia la sua giuridica veste ecclesiastica.
Ma così come e stanno e vanno le cose: NO!
Solo chi sa rendersi conto della verità dei fatti, solo chi sa ascoltare Parroci messi in disagio; famiglie scombinate; Preti del Cammino che itinerizzano solo per conto proprio o secondo le strategie di Kiko; Itineranti che stanno nel Terzo Mondo con larghissime provvigioni economiche, creando ancora dopo il Concilio Vaticano II, l’equivoco di un cristianesimo "bianco" e pieno di soldi. può capire questa chiarificazione da farsi, a qualsiasi livello. Spero almeno di aver guadagnato con questa lettera un'Ave Maria e una benedizione: per me, per l'Opera a cui appartengo, per i miei poverissimi in Brasile.
Con affetto, invio i migliori saluti
(lettera firmata)
che in Brasile
Cari Padri,
permettete (e ci ho pensato parecchio) ad un pover’uomo come me, di mandarVi copia di una lettera aperta, che, tempo fa, ho rimesso al Parroco della Chiesa di San Bartolo in Tuto, qui in Scandicci, alla periferia di Firenze. Quella Parrocchia è, nei fatti, il Centro del Cammino Neocatecumenale della città e della Diocesi di Firenze. Oltre ai ruoli che svolge, sempre per il Cammino, in un ambito ancora più ampio.
Premetto chiaramente due cose:
I. Non nutro alcuna avversione verso il Cammino Neocatecumenale (ed anche verso i Movimenti Ecclesiali moderni), che studio da anni (lo stesso Card. Benelli mi aveva invitato a far questo) e di cui ho fatto personale esperienza (sia pur breve), di cui ho visto e seguito innumerevoli esperienze, sia in Italia che in Brasile. Riconosco, anzi molto volentieri, che per alcune tipologie di coscienze, stante anche la forte suggestione psicologica che caratterizza oggi la cultura e che trionfa nei mass-media, il Cammino può risultare utile. Tuttavia - a mio parere - non può minimamente pensarsi che, il Cammino Neocatecumenale (e così pure tutti i Movimenti Ecclesiali moderni) caratterizzi od occupi una Parrocchia, privilegiando le sue strane (o, comunque alternative) Liturgie, praticando solo la propria Catechesi (i cui testi andrebbero pubblicati e messi in uso e confronto con tutta la Chiesa), mostrando, in concreto, che i cristiani "normali" sono di Serie B, mentre gli adepti al Cammino sono i segnati da Dio e coloro che attuano una vera conversione.
II. Non parlo dunque e non scrivo per inesperienza del Cammino Neocatecumenale: ho raccolto kilogrammi delle loro pubblicazioni (ripeto: sempre tenute in serbo e vietate agli occhi di chiunque). Ho avuto colloqui con Vescovi, sia in Italia che in Brasile, ostili, incerti, o favorevoli al Cammino. Ho trattato la questione con Teologi di vera dottrina e di autentica esperienza della Tradizione della Chiesa. Anche con Storici ben preparati ho parlato di questo. Mi ritrovo infine, come in una Commissione, con vari di quelli che ho citato.
Non sta a me, ma alla vostra docilità e sensibilità di Pastori degli Apostoli e di Collaboratori Responsabili di quell' "unum" che è la Chiesa, Madre di tutti, sottolineare la incidenza che il Cammino Neocatecumenale può prendere sull'andamento delle Parrocchie, a fronte dei Piani Diocesani o Interdiocesani di Evangelizzazione, a fronte della diffusione stessa del Vangelo, sia presso i Lontani, sia presso Popoli non ancora evangelizzati.
Posso dire soltanto, con molta umiltà, che sarebbe un autentico delitto di omissione, se non vi fate carico di questa realtà della Chiesa contemporanea e se non ne trattate sia fra Voi, sia con il Santo Padre. Sarebbe poi, addirittura un assurdo se quel ricevere un 25% dei tantissimi soldi che girano dentro il Cammino Neocatecumenale, ciò volesse poi significare, sia pur lontanamente, un tacito consenso, od una passiva sopportazione.
Se avete ricevuto tali somme datene pubblica e tempestiva comunicazione sia ai Vostri Uffici Amministrativi, sia ai Vostri Consigli Presbiterali e Pastorali.
Posso anche testimoniare che tali somme, veramente ingenti sono talora sottratte, un po' alla maniera dei drogati, quasi di nascosto, alle economie delle famiglie. Mons. Bartoletti, che a suo tempo gridò (letteralmente) un NO a fronte della prospettiva (diventata poi dolorosissima esperienza, ma da cui da poco ci siamo liberati nel reciproco rispetto) che l’Opera Madonnina del Grappa di don Giulio Facibeni, Servo di Dio, fosse attraversata, o addirittura posseduta dal Cammino Neocatecumenale, avvertiva - già allora - di numerose denunzie di plagio delle persone, pervenute alla CEI.
Compio questo gesto non per esigere la benché minima cosa, o per contestare alcunché, ma perché credo profondamente nella comunione fra il prete ed il Vescovo, fra i Vescovi fra loro, fra i Vescovi ed il Santo Padre. Certo non a livello del costume ecclesiastico, che rischia non di rado di allontanare anche da Dio. Bensì secondo la esperienza, e la tradizioni dei Santi e delle Sante, secondo quello che ho visto vivere da Uomini di fede, come don Facinbeni, Giorgio La Pira ed altri.
Vi scongiuro di aiutare il Santo Padre ad esser più e meglio informato. Possibile che Kiko Arguello giri ovunque dicendo che il Papa è d'accordo con lui e facendo ritrovare sugli stampati, di cui sopra, segretamente diffusi, suoi commenti ad fatto di essere stato a pranzo dal Papa, dove ci va, grazie alla squisita capacità di rapporto che ha Giovanni Paolo II, mezzo mondo?
Possibile che si possa trasformare la Liturgia, così come si fa nel Cammino Neocatecumenale., violando ogni norma in proposito e toccando perfino (secondo alcuni Teologi) la sostanza della Eucarestia e dei Sacramenti? Ricordo che in Brasile, ci fu un piccolo tentativo di valorizzare un po' di più l'Offertorio, che senza dubbio ha un po’ sofferto nella recente Riforma liturgica, ci fu un immediato intervento del Nunzio Apostolico e della Congregazione del Culto Divino. Eppure c'erano dei Vescovi che presiedevano e che stavano ben attenti a quell’experimentum. Certo tale modesta iniziativa era - per così dire - dalla parte dei poveri.
Si può annullare la concelebrazione, togliere sistematicamente il Gloria, ridurre tutta la ricchezza dei Canoni e dei Prefazi all'uso di un solo Canone (il II), l’unico che è stato musicato da Kiko, con gridolini ("Padre, Padre.") che rendono lancinante un momento ieratico e di altissima contemplazione? Pare quasi di scorgere il sapore protestante dell’Eucarestia, ridotta a pura commemorazione. Ma Voi Vescovi e lo stesso Santo Padre avete mai, preso parte personalmente e direttamente all’Eucarestia Neocatecumenale, od alla Veglia pasquale neocatecumenale? Dovreste nel caso tuttavia accertarvi che tutto sia eseguito per intero, a incominciare di come si fa e come si addobba l'altare, secondo le rigide ed ugualissime norme (per il mondo intero) dettate da Kiko Arguello, ma che furbescamente si adattano se c'è uno spettatore quale potrebbe essere uno di Voi.
Possibile che in tutto il Mondo (perfino in paesi come il Brasile, Formosa, India.) che hanno una loro tipica tradizione musicale ed espressiva) si debbano cantare solo le composizioni (parole e musica) di Kiko Arguello, offendendo clamorosamente il rispetto delle culture locali ed obbligando quegli adepti (sempre troppo psicologizzati) ad esprimersi secondo modalità intransigenti e che comunque vengono dal di fuori? E quell'unico modo di leggere la Bibbia, fuori da ogni contesto storico? Forse si deve tornare indietro con la evangelizzazione, rinnovando le sofferenze e le incongruità, che già dovette patire San Francesco Saverio e tantissimi altri dopo di lui, fino ai nostri giorni?
Io non nego affatto il buon diritto del Cammino Neocatecumenale di esser presente nella Chiesa di oggi. Faccio solo rilevare che il Cammino e tutti i Movimenti Ecclesiastici moderni non hanno certo fatto e non fanno il Santo Sposalizio con Madonna Povertà. E questo dà noia ed insospettisce tanti Uomini e Donne di autentico spirito cristiano e di preziosa fedeltà alla Chiesa.
Tuttavia questo diritto di collocazione nella Chiesa, deve esser oggi, superati di tanto gli anni di una sperimentazione, sancito da appositi Documenti della Santa Sede, riguardanti non un generico consenso, ma una esatta valutazione di tutti gli aspetti che il Cammino porta con sé ed introduce nel delicato tessuto della pastorale. Sono le varie Congregazioni che collaborano col Santo Padre, che devono esprimersi a fronte di argomenti ben riferiti, ben analizzati.
Perché il Papa, fino a prova contraria, parla "ex cathedra" o secondo le autorevoli decisioni delle Congregazioni Romane, quando contengono la firma o il consenso del Papa. Non parla certo "ex finestra", "ex mensa", "ex intervista". Intendo "parlare" come motivo di sacra obbedienza.
Cari Padri, perdonate questa che non è una intromissione. Se sbaglio, correggetemi, per favore: lo chiese anche il Santo Padre nel primo, formidabile approccio dal balcone sulla Piazza San Pietro, la sera stessa della sua elezione.
Si vive oggi, un grande "momento di Chiesa" e mai come oggi la forza del Risorto, la profezia del Signore può diventare argomento, struttura di incontro, di reciproco servizio sia per le coscienze che per le genti.
Infelice chi a fronte di questo grande orizzonte paolino, ma più ampio di quello dell'affascinante Viaggiatore Apostolico, si limita a contare le sue supposte ragioni, a fronte - ad esempio - della evoluzione politica, sociale, economica, religiosa delle Est europeo.
Chi trattava il problema comunista con mentalità e cultura da clericale, aveva torto ieri ed ha torto maggiore oggi.
Proprio questa "stagione storica" impone che, all'interno della Chiesa ci sia una schietta animazione di tipo profetico e secondo le norme di una economia solo provvidenziale, secondo altresì le esigenze della libertà di coscienza e della capacità di servizio.
"Amicus meus undique venite.", diceva la Sposa del Cantico dei Cantici, sentendo venir da ogni dove la voce del suo Sposo. Così dev’essere per la Chiesa di oggi, la Sposa di Cristo!
Il Signore si fa ascoltare da ogni parte, così come all’interno di ogni coscienza, come di qualsiasi cultura.
Si fa ascoltare nel "grido dei poveri", che è la caratteristica stessa della storia in cammino e della contemporanea vocazione dei Cristiani.
Si fa ascoltare nella necessità "fisiologica" della Pace fra i popoli e all'interno dei popoli.
Si fa ascoltare nella urgenza che la fine sacrosanta del Comunismo non significhi - nei paesi occidentali - una ulteriore soggezione del mondo del lavoro alla finanza internazionale e massonica, o alle prepotenze e furbizie di ceti imprenditoriali così paganeggianti e così materialistici.
Voi sapete, senza alcun dubbio, molto meglio di me cogliere i "segni dei tempi". Se non lo faceste, sareste al massimo degli ordinati Funzionari del Sacro. E questo neanche lo penso.
Si dice che il Magistero della Chiesa è zeppo di Documenti all’altezza dei tempi.
E' vero ed è molto consolante. Ma i Documenti valgono fino ad un certo punto: cioè fino
a che non si sposano a vere e sante Incarnazioni, a precise Testimonianze, singole o associate. Il Figlio Eterno di Dio non scrisse una Enciclica per salvare il Mondo, ma si fece Uomo e si fece adorare in quel Mistero di Servo, di Figlio del Carpentiere, di Sacerdote unico ed eterno.
Sì, avemmo la Rerum Novarum ai tempi dell'insorgere della questione operaia. Ma mi han detto che nello Stato della Città del Vaticano, le rappresentanze sindacali di quei Lavoratori sono state istituite solo recentemente. La si potrebbe chiamare una "disobbedienza in casa".
Ora, a fronte di questo amplissimo orizzonte storico, il Cammino Neocatecumenale, che ovunque crea divisioni e che disarticola in concreto la struttura portante delle Parrocchie, che annulla le voci che non siano quelle di Kiko Arguello e di Carmen Hernandez, non è privo di ambiguità, che vanno viste da Voi da vicino e valutate con urgenza.
Prima che non sia troppo tardi!
Se poi il Camino Neocatecumenale si sistema in una specie di Congregazione religiosa ecc., tutto bene: c'è sempre stata una enorme fantasia in proposito lungo la storia millenaria della Chiesa. C'è davvero posto per tutti. Allora potrebbero pretendere di più e meglio di avere Seminari propri, sia per orientare i propri vocazionati, sia per smettere di ricorrere a Vescovi tacenti o compiacenti per mandare a giro Preti itineranti ecc. E' bene davvero che il Camino Neocatecumenale abbia la sua giuridica veste ecclesiastica.
Ma così come e stanno e vanno le cose: NO!
Solo chi sa rendersi conto della verità dei fatti, solo chi sa ascoltare Parroci messi in disagio; famiglie scombinate; Preti del Cammino che itinerizzano solo per conto proprio o secondo le strategie di Kiko; Itineranti che stanno nel Terzo Mondo con larghissime provvigioni economiche, creando ancora dopo il Concilio Vaticano II, l’equivoco di un cristianesimo "bianco" e pieno di soldi. può capire questa chiarificazione da farsi, a qualsiasi livello. Spero almeno di aver guadagnato con questa lettera un'Ave Maria e una benedizione: per me, per l'Opera a cui appartengo, per i miei poverissimi in Brasile.
Con affetto, invio i migliori saluti
(lettera firmata)
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