giovedì 8 aprile 2010
CHE COS'E' IL MAGISTERO DELLA CHIESA
Spesso è stato ripetuto che l'approvazione dello Statuto del Cammino neocatecumenale sia oggetto di "obbedienza al Magistero" della Chiesa. Spesso è stato ripetuto che ritenere lo Statuto del CnC o di altre realtà "discutibile" sia elemento di insubordinazione all'Autorità della Chiesa.
Ciò accade perchè non si conosce. Non si conosce il Catechismo della Chiesa Cattolica; ma più ancora non si conosce il significato di ciò che nella Chiesa si definisce. Ecco cosa dice il Catechismo sul Magistero:
Il deposito della fede affidato alla totalità della Chiesa
84 Il deposito della fede (« depositum fidei »), contenuto nella sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, è stato affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa. « Aderendo ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera costantemente nell'insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle orazioni, in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si crei una singolare unità di spirito tra Vescovi e fedeli ».
Il Magistero della Chiesa
85. « L'ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo », e cioè ai Vescovi in comunione con il Successore di Pietro, il Vescovo di Roma.
86. Questo « Magistero però non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente la ascolta, santamente la custodisce e fedelmente la espone, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone da credere come rivelato da Dio ».
87. I fedeli, memori della parola di Cristo ai suoi Apostoli: « Chi ascolta voi, ascolta me » (Lc 10,16), accolgono con docilità gli insegnamenti e le direttive che vengono loro dati, sotto varie forme, dai Pastori.
I dogmi della fede
88. Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell'autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un'irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione.
89. Tra i dogmi e la nostra vita spirituale c'è un legame organico. I dogmi sono luci sul cammino della nostra fede, lo rischiarano e lo rendono sicuro. Inversamente, se la nostra vita è retta, la nostra intelligenza e il nostro cuore saranno aperti ad accogliere la luce dei dogmi della fede.
90. I mutui legami e la coerenza dei dogmi si possono trovare nel complesso della rivelazione del mistero di Cristo. « Esiste un ordine o "gerarchia" nelle verità della dottrina cattolica, essendo diverso il loro nesso col fondamento della fede cristiana ».
Il senso soprannaturale della fede
91. Tutti i fedeli partecipano della comprensione e della trasmissione della verità rivelata. Hanno ricevuto l'unzione dello Spirito Santo che insegna loro ogni cosa e li guida « alla verità tutta intera » (Gv 16,13).
92. « La totalità dei fedeli [...] non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo quando "dai Vescovi fino agli ultimi fedeli laici" esprime l'universale suo consenso in materia di fede e di costumi ».
93. «Infatti, per quel senso della fede, che è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità, il popolo di Dio, sotto la guida del sacro Magistero, [...] aderisce indefettibilmente alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi, con retto giudizio penetra in essa più a fondo e più pienamente l'applica nella vita».
La crescita nell'intelligenza della fede
94. Grazie all'assistenza dello Spirito Santo, l'intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del deposito della fede può progredire nella vita della Chiesa:
— « con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro »; in particolare « la ricerca teologica [...] prosegue nella conoscenza profonda della verità rivelata »;
— « con la profonda intelligenza che [i credenti] provano delle cose spirituali »; « divina eloquia cum legente crescunt le parole divine crescono insieme con chi le legge »;
— « con la predicazione di coloro i quali, con la successione episcopale, hanno ricevuto un carisma certo di verità ».
« È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che non possono indipendentemente sussistere e che tutti insieme, ciascuno secondo il proprio modo, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime ».
______________________
Ne emerge, quindi, che il Magistero della Chiesa (che a sua volta si suddivide in varie "categorie" di cui magari possiamo approfondire più in là) è costituito per la DEFINIZIONE DELLA DOTTRINA e delle Verità della Fede, interpretando nella Verità la Parola di Dio e la Tradizione!
Da questo deduciamo che l'approvazione di uno Statuto di una aggregazione, non è neanche lontanamente un atto di MAGISTERO, ma semmai il riconoscimento di una aggregazione e dei suoi intenti in seno alla Chiesa Cattolica.
Viene da sè che lo Statuto di una aggregazione è sempre perfezionabile, modificabile, revocabile (anche quando è definitivo) se l'aggregazione non raggiunge i risultati per cui lo statuto è stato rilasciato o se lo statuto stesso sia parziale. Inoltre e anzitutto, lo Statuto di una aggregazione, è soggetto lui stesso all'ossequio alla dottrina cattolica, per cui non può (pena la NULLITA' OGGETTIVA, anche senza sentenza) contrastare con la dottrina stessa.
Gli statuti delle aggregazioni laicali, chiamate "Movimenti", riguardano la giurisdizione del Pontificio Consigli per i Laici, il quale opera l'esame delle realtà aggregative e degli statuti delle stesse, per conto, per delega, della santa sede. E' una delle "congregazioni", degli "uffici" della Santa sede, che opera per il suo stretto ambito di competenza. Per cui, certamente, un decreto approvativo di uno statuto, riguarda l'accoglienza che la Chiesa tutta PUO' (e non DEVE obbligatoriamente) dare all'aggregazione approvata. Non vi è, infatti, nessun "obbligo" all'accettazione di una data aggregazione, poichè esse non sono e non possono essere oggetto di "magistero", secondo quanto detto sopra.
Ciò accade perchè non si conosce. Non si conosce il Catechismo della Chiesa Cattolica; ma più ancora non si conosce il significato di ciò che nella Chiesa si definisce. Ecco cosa dice il Catechismo sul Magistero:
Il deposito della fede affidato alla totalità della Chiesa
84 Il deposito della fede (« depositum fidei »), contenuto nella sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, è stato affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa. « Aderendo ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera costantemente nell'insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle orazioni, in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si crei una singolare unità di spirito tra Vescovi e fedeli ».
Il Magistero della Chiesa
85. « L'ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo », e cioè ai Vescovi in comunione con il Successore di Pietro, il Vescovo di Roma.
86. Questo « Magistero però non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente la ascolta, santamente la custodisce e fedelmente la espone, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone da credere come rivelato da Dio ».
87. I fedeli, memori della parola di Cristo ai suoi Apostoli: « Chi ascolta voi, ascolta me » (Lc 10,16), accolgono con docilità gli insegnamenti e le direttive che vengono loro dati, sotto varie forme, dai Pastori.
I dogmi della fede
88. Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell'autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un'irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione.
89. Tra i dogmi e la nostra vita spirituale c'è un legame organico. I dogmi sono luci sul cammino della nostra fede, lo rischiarano e lo rendono sicuro. Inversamente, se la nostra vita è retta, la nostra intelligenza e il nostro cuore saranno aperti ad accogliere la luce dei dogmi della fede.
90. I mutui legami e la coerenza dei dogmi si possono trovare nel complesso della rivelazione del mistero di Cristo. « Esiste un ordine o "gerarchia" nelle verità della dottrina cattolica, essendo diverso il loro nesso col fondamento della fede cristiana ».
Il senso soprannaturale della fede
91. Tutti i fedeli partecipano della comprensione e della trasmissione della verità rivelata. Hanno ricevuto l'unzione dello Spirito Santo che insegna loro ogni cosa e li guida « alla verità tutta intera » (Gv 16,13).
92. « La totalità dei fedeli [...] non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo quando "dai Vescovi fino agli ultimi fedeli laici" esprime l'universale suo consenso in materia di fede e di costumi ».
93. «Infatti, per quel senso della fede, che è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità, il popolo di Dio, sotto la guida del sacro Magistero, [...] aderisce indefettibilmente alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi, con retto giudizio penetra in essa più a fondo e più pienamente l'applica nella vita».
La crescita nell'intelligenza della fede
94. Grazie all'assistenza dello Spirito Santo, l'intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del deposito della fede può progredire nella vita della Chiesa:
— « con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro »; in particolare « la ricerca teologica [...] prosegue nella conoscenza profonda della verità rivelata »;
— « con la profonda intelligenza che [i credenti] provano delle cose spirituali »; « divina eloquia cum legente crescunt le parole divine crescono insieme con chi le legge »;
— « con la predicazione di coloro i quali, con la successione episcopale, hanno ricevuto un carisma certo di verità ».
« È chiaro dunque che la sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che non possono indipendentemente sussistere e che tutti insieme, ciascuno secondo il proprio modo, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime ».
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Ne emerge, quindi, che il Magistero della Chiesa (che a sua volta si suddivide in varie "categorie" di cui magari possiamo approfondire più in là) è costituito per la DEFINIZIONE DELLA DOTTRINA e delle Verità della Fede, interpretando nella Verità la Parola di Dio e la Tradizione!
Da questo deduciamo che l'approvazione di uno Statuto di una aggregazione, non è neanche lontanamente un atto di MAGISTERO, ma semmai il riconoscimento di una aggregazione e dei suoi intenti in seno alla Chiesa Cattolica.
Viene da sè che lo Statuto di una aggregazione è sempre perfezionabile, modificabile, revocabile (anche quando è definitivo) se l'aggregazione non raggiunge i risultati per cui lo statuto è stato rilasciato o se lo statuto stesso sia parziale. Inoltre e anzitutto, lo Statuto di una aggregazione, è soggetto lui stesso all'ossequio alla dottrina cattolica, per cui non può (pena la NULLITA' OGGETTIVA, anche senza sentenza) contrastare con la dottrina stessa.
Gli statuti delle aggregazioni laicali, chiamate "Movimenti", riguardano la giurisdizione del Pontificio Consigli per i Laici, il quale opera l'esame delle realtà aggregative e degli statuti delle stesse, per conto, per delega, della santa sede. E' una delle "congregazioni", degli "uffici" della Santa sede, che opera per il suo stretto ambito di competenza. Per cui, certamente, un decreto approvativo di uno statuto, riguarda l'accoglienza che la Chiesa tutta PUO' (e non DEVE obbligatoriamente) dare all'aggregazione approvata. Non vi è, infatti, nessun "obbligo" all'accettazione di una data aggregazione, poichè esse non sono e non possono essere oggetto di "magistero", secondo quanto detto sopra.
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2 commenti:
§ 3. Dopo un certo tempo di Cammino,68 ogni comunità neocatecumenale indica mediante votazione alcuni fratelli perché svolgano il compito di catechisti. Sono scelti tra coloro che danno garanzie di vita di fede e morale, partecipano al Cammino e alla vita della Chiesa e sono in grado di dare testimonianza,
Rimando chi volesse avere la misura dello spessore morale dei catechisti NC in particolare agli interventi di
la verità vi farà liberi e Guido63
pressochè interamente costituiti da parolacce, sul blog Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo verità.
http://neocatecumenali.blogspot.com/
Altro che moralità
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