PROTETTORE DEL SITO Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.
Antica Bibbia
LA BIBBIA: IL LIBRO DI DIO
"Una lampada su un sentiero buio, la pioggia che scende dal cielo su un terrreno arido e stepposo, una spada che penetra nella carne."
"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino".
"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra , senza averla fecondata e fatta germogliare, perchè dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me - dice il Signore- senza avere operato ciò che desidero, senza avere compiuto ciò per cui l'avevo inviata". "La Parola di Dio è viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore". "La Bibbia è l'intreccio fra Dio e la nostra storia; la Pasqua del Cristo nasce dalla crocefissione, la vita sboccia dalla morte. La Bibbia non celebra un Dio lontano ma un Dio incarnato che salva la nostra storia. Cercherò di meditare ogni giorno le parole del mio creatore, cercherò di conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio affinchè io possa ardentemente desiderare i beni eterni e con maggior desiderio la mia anima si accenda di Amore per Dio e per il fratello".
I TESORI DELLA BIBBIA da meditare...... per es . cercate : AMORE.....
Freedom Flotillaè un convoglio umanitario delle ong diretto a Gaza con un carico di aiuti per la popolazione palestinese. Cinque navi che portano più di 700 passeggeri di 40 nazionalità diverse e migliaia di tonnellate di aiuti umanitari come cemento, medicine, generi alimentari e altri beni fondamentali per la popolazione. L'arrivo a Gaza è previsto per domani, ma il governo di Netanyahu ha già annunciato che non permetterà lo sbarco. Il "teorema di Luttwak" si applica anche in questa situazione: se tu aiuti la popolazione di Gaza, automaticamente stai dando una risorsa ad Hamas. Israele vuole che i palestinesi muoiano di fame per vincere la guerra, senza ragionare sul fatto che l'odio porta odio.
Medio Oriente: l'Onu condanna il blitz contro la Freedom Flotilla
L'assalto israeliano alla nave turca, costato la vita a 9 attivisti, riaccende le tensioni e mette in moto la diplomazia internazionale. Prese di posizione dure in Europa, mentre la reazione degli Usa è prudente, in un difficile gioco di equilibri.
Fonte: REUTERS/Chip East
Il giorno dopo l'assalto dei commando
israeliani alla flottiglia pacifista diretta verso la striscia di Gaza, la comunità internazionale è unita nella ferma condanna della violenza che è costata la vita a nove attivisti della nave turca, la Mavi Marmara. La diplomazia si è immediatamente messa in moto, convocando riunioni d'emergenza della Ue, del Consiglio di sicurezza dell'Onu, della Nato e della Lega Araba. Dopo 13 ore di riunione, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato il blitz in un documento che accoglie la richiesta del fronte arabo per un'indagine "indipendente e trasparente" e chiede "il rilascio immediato delle navi e dei civili (480 i pacifisti finiti in carcere)".
A Bruxelles è in corso la riunione straordinaria della Nato. Al Cairo, vertice
urgente dei ministri degli Esteri della Lega Araba. E la stampa araba nel Levante e nel Golfo denuncia in coro "il massacro" commesso ieri dai commando israeliani: "Il massacro israeliano sciocca il mondo", ha scritto a tutta pagina il quotidiano giordano al Rai. "Il massacro israeliano colpisce la flottiglia della pace" afferma al Qabas del Kuwait, facendo a sua volta eco al quotidiano governativo siriano Tishrine, secondo cui "il massacro mette la comunità internazionale davanti alle sue responsabilità".
Mentre il giornale panarabo, Al Hayat, scrive che "il crimine non deve restare
impunito". "Non è sufficiente che il mondo denunci il crimine, deve anche arrestare l'assassino, ovvero Israele", ha scritto ancora al Hayat, di proprietà saudita. "Lasciare il killer a piede libero, espone la regione (il Medio Oriente) ad ulteriori estremismo, deflagrazioni e fiumi di sangue", ha concluso il giornale. Il Medio Oriente è in fiamme, la tensione attorno alle ambasciate di Israele è alta e l'Onu è in fibrillazione dopo la morte dei nove attivisti ( e il ferimento di una trentina di persone) della Freedom Flotilla, convoglio Ong in navigazione verso Gaza con un carico di aiuti umanitari.
Teatro della strage una nave turca, la Mavi Marmara, obiettivo del blitz
avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, a circa 75 miglia dalle coste israeliane. Che l'attacco sia avvenuto in acque internazionali è l'unico elemento in comune tra le versioni dell'accaduto fornite dai responsabili di Freedom Flotilla e le fonti della difesa dello stato ebraico. Sono 480 gli attivisti della flottiglia internazionale arrestati dagli israeliani dopo il blitz, detenuti nella prigione di Ashdod, nel sud d'Israele, mentre altri 48 stati condotti all'aeroporto internazionale di Ben Gurion per essere espulsi verso i loro paesi d'origine.Altri 45 attivisti, per la maggior parte di origine turca, sono stati ricoverati in diverse strutture. In ospedale anche sei soldati israeliani, secondo i media locali. Sulla base degli ultimi dati acquisiti la Farnesina ha precisato che i connazionali detenuti in Israele sono in tutto sei.
Cosa abbia indotto i militari israeliani ad aprire il fuoco contro i militanti delle
Ong è tutto da chiarire. E non sarà facile, visto le accuse reciproche in cui si sono prodotte le parti in causa. In passato, le missioni pacifiste non erano mai riuscite a oltrepassare il blocco israeliano attorno alle acque di Gaza. Questa volta la situazione è precipitata finendo in un "massacro", come denuncia il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen, che ha indetto tre giorni di lutto nei territori. Israele si è difeso parlando di "spari dalla nave" contro i commando che si apprestavano a salirvi a bordo, di "passeggeri armati di coltelli che tentavano di strappare le armi ai soldati". "Di fronte alla necessità di difendere la propria vita, i soldati hanno impiegato dei mezzi anti-sommossa e hanno aperto il fuoco" è stata la prima, logica conclusione delle autorità militari israeliane.
Più tardi, di fronte alle proteste, nelle piazze come nelle sedi diplomatiche,
il generale Avi Benayahu, portavoce dell'esercito israeliano, ha ammesso che l'operazione si è svolta in acque internazionali e ricordato che dal 1993, anno degli accordi di Oslo, Israele ha mantenuto il controllo delle acque territoriali a largo della striscia di Gaza per una distanza di 20 miglia. "Capire le dinamiche dell'incidente è fondamentale per attribuire le colpe", l'ultima parola del generale, che ha detto di ignorare da chi sia partito l'ordine di sparare. Nel frattempo, il ministero degli Esteri ha fatto sapere di aver trovato armi a bordo delle navi della Freedom Flotilla. Per avvalorare la tesi di una "reazione" delle proprie forze armate a un attacco da parte dei militanti della Mavi Marmara, la difesa israeliana ha diffuso un video, accompagnato da un commento in sovrimpressione, in cui si descrive, in sequenza, cos'è accaduto.
"È una bugia, non abbiamo aperto il fuoco" , ha replicato seccamente Greta
Berlin, leader del Free Gaza Movement, una delle ong che ha organizzato la flottiglia della pace. Ma ben presto è chiaro che il vero braccio di ferro di Israele non è con i pacifisti ma con la Turchia, anche perché tra le vittime pare vi sia un deputato di Ankara. Un confronto duro, che è avvenuto mentre i leader dei due paesi erano lontani. Il premier israeliano Benjamin Netanyhahu era in Canada, prima tappa di una visita in Nord America. Doveva incontrarsi con il presidente Usa Barack Obama, poi la radio militare ha annunciato il suo rientro.
Obama, chiamato telefonicamente da Netanyhahu per rinviare l'incontro,
ha espresso "profondo rincrescimento" per la perdita di vite umane nell'attacco delle forze speciali israeliane contro la 'Flottiglia di Pace' a largo di Gaza. Ma ha di attendersi che si venga a conoscenza della dinamica dei fatti dell'incidente "il prima possibile". Il primo ministro turco Tayyip Erdogan, impegnato in un viaggio ufficiale in America Latina, sulla via del ritorno ha definito "terrorismo di Stato" il blitz israeliano contro la nave turca. Per Obama, e per le speranze della Casa Bianca di rilanciare il processo di pace attraverso i proximity talks, i negoziati indiretti, è stato un brutto colpo.
L'incontro alla Casa Bianca, frutto di delicati negoziati del capo di gabinetto
Rahm Emanuel in Israele la scorsa settimana, sarà riprogrammato "alla prima occasione possibile", hanno concordato Obama e Netanyahu nella telefonata. Doveva essere l'occasione di un riavvicinamento tra Stati Uniti e Israele dopo la fredda accoglienza riservata da Washington in marzo a Netanyahu. Non è chiaro adesso quando si terrà il nuovo faccia a faccia, e se sarà prima del 9 giugno quando alla Casa Bianca verrà srotolato il tappeto rosso per il leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
Un difficile gioco di equilibri per gli Stati Uniti, mentre montavano le pressioni
per parole di condanna più decise. Washington, con la sua reazione prudente, è rimasta isolata nella comunità internazionale a fronte delle prese di posizione più severe in Europa, nel mondo musulmano e all'Onu.
E' ormai chiaro a tutto il mondo che Israele può agire impunemente, ignorando la carta universale dei diritti umani e qualunque trattato internazionale.
E' la nona volta che il movimento Free Gaza cerca di portare aiuti umanitari, via mare. La prima spedizione ad agosto 2008. Quella in corso, "Freedom Flotilla" per numeri e contenuti (partecipano 40 paesi), è la più massiccia. In un primo tempo Israele promise che dopo le perquisizioni del caso, avrebbe permesso tramite i corridoi da lei predisposti, l'accesso alla striscia per consegnare gli aiuti. Le sei navi, 700 partecipanti, hanno imbarcato almeno 10mila tonnellate tra cibo, medicinali, utensili di prima necessità, cemento, ma anche sedie a rotelle. Per il cemento, riferiva Israele, sarebbe stato permesso solo se subordinato a specifica utilità.
Invece nulla di tutto questo. Alla stregua del peggior atto di pirateria, la marina israeliana, stanotte verso le 4, ha attaccato. A bordo della Marmara, battente bandiera turca ha massacrato e ferito decine di occupanti. Altri feriti si contano a bordo delle altre imbarcazioni. Solo verso le 6 di stamani le notizie sono cominciate a filtrare, in un primo tempo negate da Israele che ha operato, come sua abitudine, con una vera e propria censura stampa. Da fonti militari le vittime potrebbero essere 19 o più. Dopo di che ha abbordato le altre navi, tra queste la "8000", a bordo della quale ci sono anche italiani (Angela Lano, torinese, direttrice agenzia stampa Infopal.it ,e che ha collaborato anche con il nostro giornale, Joe Fallisi, Manolo Luppichini, regista e reporter, Manuel Zani, freelance, Fernando Rossi, ex senatore della Repubblica, Monia Benini, presidente Per il Bene Comune). Gli israeliani hanno poi assunto il comando di tutte le navi, isolando tutti gli strumenti di comunicazione. In questo momento possiamo considerare, non avendo più informazioni d'alcun genere, tutti gli occupanti della spedizione, in stato di sequestro. Le ambasciate stesse non sono in grado di fornire aggiornamenti. L'ultimo contatto satellitare di Angela Lano coi familiari, è stato questa notte intorno alle 2, ora italiana. Dopo di che più nulla. Il comandante della "8000" pare sia ferito, si spera non gravemente, ma non intende essere trasportato in ospedale israeliano.
Su questo ennesimo crimine contro l'umanità a opera israeliana, per ora si sono espressi solo Grecia Turchia e Spagna. Gli altri paesi tacciono. La comunità europea butta là una timida proposta di indire una commissione.
La "Freedom Flotilla" ci dimostra cos'è un'autentica "missione di pace", ma di questa i media, disumanamente, se ne fregano. Anche questa volta, come per lo sterminio palestinese "piombo fuso", troveremo il modo per assolvere Israele in quanto ha solo agito per difesa legittima?
AGGIORNAMENTO ROMA, 3 GIU.– I pacifisti italiani rientrati in patria dopo il blitz israeliano alla nave pacifista “Freedom Flotilla” raccontano di essere stati attaccati con violenza inaudita. La giornalista Angela Lano riferisce di aver temuto per la sua vita e per quella dei suoi colleghi durante l’assalto. Dopo il sequestro di tutte le attrezzature di ripresa con cui cercavano di riprendere l’attacco, la Lano e altre donne sono state trasferite nel carcere di Tel Aviv dove tuttavia non hanno subito alcuna violenza.Un trattamento diverso è stato riservato agli attivisti: nove di loro sono morti e venticinque sono stati feriti.
Oggi rientrano in Italia, oltre ad Angela Lano, Giuseppe Fallisi e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin (a Milano Malpensa), Manuel Zani (a Fiumicino) e Marcello Faracci (in volo per Bruxelles). Il sesto italiano, Manolo Luppichini, è rimasto a Tel Aviv perché sprovvisto di passaporto ma rientrerà in Italia nel pomeriggio insieme al sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi. Fallisi ha riferito che dopo che un ragazzo di origine palestinese si è messo a discutere con la polizia sono volate parole grosse e qualche sberla e che a quel punto Manolo è intervenuto per difenderlo e i poliziotti lo hanno portato via.
Fallisi ha aggiunto che gli attivisti sono stati picchiati sulla nave dai militari e poi ancora poco fa all’aeroporto di Tel Aviv e che la detenzione è avvenuta in un carcere in mezzo al deserto dove non ci sono state violenze e i detenuti avevano a disposizione una doccia. Manuel Zani, il più giovane tra gli attivisti italiani fermati durante il blitz, ha detto che “l’assalto dei soldati israeliani che si sono avvicinati alla nostra nave a bordo dei gommoni sembrava una scena del film Apocalypse now… Io sono andato con i giornalisti nella cabina di pilotaggio per cercare di filmare quello che stava succedendo, ma ci hanno sequestrato tutto: ho perso diecimila euro di attrezzature e non so se le recupererò mai. In Israele non ci torno neanche morto, ma voglio tornare in Palestina al più presto”.
I primi 488 dei circa 700 pacifisti della “Freedom Flotilla” rilasciati dalle autorità israeliane sono arrivati nella notte all’aeroporto di Ankara dove li attendevano 10mila persone che hanno manifestato contro il presidente israeliano Shimon Peres e contro Barak Obama: e’stato inscenato un funerale di Israele e sono state bruciate delle foto dei due capi di stato. Gli attivisti hanno incontrato le autorità diplomatiche nello spazio solitamente riservato all’arrivo dei capi di Stato: i manifestanti sono stati trattenuti da un cordone di poliziotti.
I primi a sbarcare sono stati i diciotto attivisti turchi e un irlandese feriti nel raid che sono stati subito trasferiti in ospedale dopodiché sono arrivati i 466 attivisti, in gran parte turchi, tra cui gli italiani che oggi rientrano a casa. A bordo c’erano anche i cadaveri dei nove attivisti morti lunedì durante l’attacco dell’esercito israeliano alla spedizione pro-Palestina: si tratta di otto turchi e un americano di origine turca. Altri sei o sette attivisti sono rimasti ricoverati a Tel Aviv perché non trasportabili data la gravità delle ferite. Un altro aereo è arrivato stamattina ad Atene con 34 attivisti: 31 greci, due francesi e un americano.
Nel frattempo l’Italia, insieme agli Stati Uniti e all’Olanda, ha votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell’Onuapprovata a Ginevra che chiede l’istituzione di una missione di inchiesta internazionale sull’assalto israeliano alla “Freedom Flotilla”. La risoluzione è stata approvata con 32 voti a favore su 47. Gli Stati Uniti hanno proposto a Israele di svolgere una sua indagine indipendente con la partecipazione di osservatori americani ma fonti politiche rivelano che Netanyahu non sarebbe convinto della proposta americana. Il quotidiano Jerusalem Post riferisce la notizia, di provenienza americana, secondo cui la Ong turca IHH che ha organizzato la flottiglia umanitaria per Gaza avrebbe avuto contatti con Hamas, inserita nella lista dei gruppi terroristici del Dipartimento di Stato americano.
Il Sudafrica ha richiamato il suo ambasciatore in Israele per dimostrare la sua stretta condanna dell’accaduto mentre il presidente turco Abdullah Gul ha ribadito che i rapporti con Israele hanno subito «danni irreparabili» particolare Ankara ha deciso di sospendere tutti gli accordi nei settori idrico ed energetico. Tra i progetti che sicuramente saranno colpiti c’è il “Manavgat Water”, che prevedeva la consegna di 50 milioni di metri cubi d’acqua all’anno dalla Turchia a Israele. Inoltre lo Stato ebraico sarebbe escluso dal gasdotto “Blue Stream 2″, che porterà il gas russo, attraverso la Turchia, fino a Libano, Siria e Cipro.
Sono sette i militari israeliani implicati nel furto di computer e telefonini di attivisti filopalestinesi che si trovavano a bordo della Flotilla, attaccata lo scorso 31 maggio mentre cercava di forzare ilblocco della Striscia di Gaza. Lo ha riferito oggi il quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui gli ultimi ad essere arrestati sono stati un tenente, sospettato di aver rubato e ricettato alcuni computer portatili, e due soldati, accusati di averglieli comprati. Diversi esponenti politici hanno definito la vicenda grave, dato che i militari coinvolti avrebbero commesso i furti durante il sanguinoso episodio in cui sono rimaste uccise 9 persone.Haaretz ricorda anche che gli attivisti avevano denunciato da subito la sparizione di computer, cellulari, portafogli ed affetti personali, citando in particolare le accuse del regista e mediattivista romano Manolo Luppichini, la cui carta di credito era stata utilizzata dopo il suo arresto.
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